RSU: Voto anch'io? No, tu no! Presidio dei Precari all'Aran il 19 luglio

RdB CUB pone la questione del voto ai precari nelle elezioni RSU di novembre. Il 19 luglio, alle 10,30, presidio all'Aran per il diritto di voto.

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L’Aran ha convocato per giovedì 19 Luglio le Confederazioni sindacali rappresentative nel Pubblico Impiego per definire il regolamento elettorale delle prossime elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, che si terranno il prossimo novembre. Questione centrale sarà la definizione di quali lavoratori  precari  avranno diritto al voto.
 

Si tratta di una platea di oltre 600.000 lavoratori - tra Ministeri, Agenzie fiscali, Parastato, Ricerca, Università, Enti Locali, Sanità e Vigili del Fuoco - in servizio da anni senza alcuna prospettiva di stabilizzazione, ma indispensabili per assicurare il funzionamento di una Pubblica Amministrazione devastata da processi di privatizzazione, sottrazione di risorse e blocchi ventennali delle assunzioni.
 

Già dalle prime elezioni RSU del 1998, le RdB-CUB hanno posto con forza e determinazione la propria opposizione alla cancellazione del diritto di voto e di candidatura ai precari, diritto previsto solo per i precari della Scuola.
 

Nelle ultime elezioni del novembre 2004 le RdB-CUB, dopo aver sostenuto da sole un vero e proprio scontro con le altre Confederazioni sindacali per ottenere il riconoscimento del diritto di voto ai precari, hanno dovuto dare vita insieme ai lavoratori a forti iniziative di mobilitazione, arrivando a definire delle elezioni alternative attraverso le “urne precarie” che hanno raccolto centinaia e centinaia di voti per i candidati precari organizzati con le RdB-CUB.
 

In occasione dell’apertura della trattativa all’Aran, le RdB-CUB, che al tavolo rivendicheranno con forza il diritto di voto e di candidatura per tutti i precari della P.A., promuovono un presidio dei lavoratori sotto la sede dell’Aran, che si svolgerà giovedì 19 luglio partire dalle ore 10.30, ed invitano tutti i precari a partecipare a questa mobilitazione per non essere più trattati come lavoratori di serie B.