Ordine del giorno Esecutivo nazionale USB
L'Esecutivo nazionale USB, riunito a Roma il 16 marzo 2012, ha espresso piena soddisfazione per il risultato ottenuto dall'organizzazione nelle elezioni RSU nel pubblico impiego. La conferma della maggiore rappresentatività in tutti i comparti in cui era già tale, l'affermazione nel settore Ricerca nonostante la disaffiliazione dell'USI Ricerca e nell'Università che diventano i due nuovi comparti in cui da soli otteniamo la maggiore rappresentatività dimostrano che c'e' nel corpo dei lavoratori la consapevolezza del ruolo svolto dalla USB nella continua e strenua difesa degli interessi e dei diritti dei lavoratori.
L'Esecutivo nazionale USB ringrazia tutti i lavoratori che l'hanno votata, tutta la USB pubblico impiego, i dirigenti e i militanti sindacali per il lavoro profuso per ottenere questo importante successo. L'Esecutivo rileva comunque il dato, su cui va aperta una profonda e attenta riflessione politica, dell'alta percentuale di voti che ancora vanno al sindacalismo concertativo proprio mentre si apre una nuova fase di complicità con il governo Monti e con i padroni sul fronte dei contratti, degli ammortizzatori sociali, della scomparsa della tutela dei licenziamenti discriminatori (politici).
L'Esecutivo nazionale USB ha affrontato la questione dell'ormai certa adesione di tutte le confederazioni concertative alla disastrosa riforma del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali e alla scomparsa della tutela dai licenziamenti discriminatori (art.18 statuto). L'Esecutivo ritiene questa la naturale conclusione di un processo degenerativo della funzione di queste confederazioni che si e' avviato da molto tempo e che oggi si palesa definitivamente con la consegna del movimento di classe nelle mani dei padroni, dell' Unione Europea, delle banche, del mercato.
L'Esecutivo nazionale ritiene indispensabile avviare tutte le mobilitazioni possibili e necessarie, anche in relazione con le altre organizzazioni sindacali conflittuali, per contrastare questo epilogo, cominciando con la giornata di mobilitazione del 20 marzo in tutto il Paese in occasione dell'incontro tra Monti e le confederazioni complici.
L'Esecutivo nazionale mette anche in guardia tutti dall'immaginare una qualsiasi partecipazione ad eventuali referendum a posteriori che si intendessero praticare per sancire con una formale adesione da parte dei lavoratori le scelte scellerate poste in essere.
L'Esecutivo ritiene anche importante la riuscita della manifestazione nazionale del 31 marzo a Milano promossa dal Comitato NO DEBITO che può'
rappresentare, per i contenuti, per le adesioni e per il momento in cui si colloca, un'occasione di rilancio del movimento di classe nel Paese. A tal fine l'Esecutivo nazionale lancia un appello a tutta l'organizzazione affinché si mobiliti per garantire la massima partecipazione alla manifestazione di Milano.
L'Esecutivo ha avviato una riflessione politica sulla condizione di classe nel paese, sulla capacità dell'organizzazione di costruire risposte adeguate non solo sul piano della pratica sindacale ma anche, sopratutto in questa fase, sul piano politico. A tal fine l'Esecutivo nazionale nel rilanciare con forza il programma di formazione decide di convocare momenti seminariali destinati inizialmente al quadro dirigente che opera principalmente sui territori e da estendere successivamente sui territori stessi e nelle categorie.
L'Esecutivo Nazionale USB, salutando con soddisfazione la messa in libertà di Paolo Di Vetta, dirigente sindacale USB impegnato particolarmente sul fronte della confederalità sociale, guarda con preoccupazione alla recrudescenza di episodi repressivi messi in atto nei confronti dei soggetti conflittuali che si oppongono alle scelte del governo e che, nel breve volgere di poche settimane ha visto coinvolte categorie e soggetti diversi, dai no TAV ai pescatori ai senza casa, ma tutte dentro la logica della difesa della propria condizione di vita e di lavoro.
L'USB, respingendo ogni ipotesi di nuova criminalizzazione delle lotte, ritiene che vada difesa con forza la libertà' di movimento, rilanciando le mobilitazioni e la partecipazione di massa alle lotte, unica garanzia che possa impedire l'uso della repressione.