La Costituzione vale anche in Piazza di Montecitorio: appello per il diritto a manifestare davanti al Parlamento
La Questura di Roma ha vietato all’Unione Sindacale di Base il diritto a manifestare in Piazza di Montecitorio venerdì 2 dicembre, in occasione dello sciopero generale nazionale proclamato dal sindacalismo di base, creando così una zona extraterritoriale in cui la Costituzione Italiana non ha valore.
USB ha lanciato un appello per il ripristino della legalità e contro gli abusi del potere, presentando anche ricorso al TAR. Venerdì 2 alle 12 conferenza stampa in piazza Santi Apostoli. A seguire, il testo dell’appello.
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È vietato manifestare in Piazza di Montecitorio. Non in una determinata occasione o per un periodo limitato. Non in base a circostanze straordinarie o in determinate condizioni. È vietato, punto e basta.
La direttiva dell’allora prefetto di Roma Matteo Piantedosi, che riprende gli indirizzi della ministra Lamorgese del 10 novembre 2021, lo stabilisce in modo inequivocabile, senza curarsi della Costituzione e della lunga e ricca giurisprudenza che ha accompagnato la storia del diritto a manifestare nel nostro Paese ed anche la storia del diritto a manifestare in Piazza di Montecitorio, davanti al Parlamento, almeno da quando in Italia c’è un Parlamento con sede a Roma.
Manifestare davanti al palazzo che ospita l’assemblea parlamentare, il luogo del potere legislativo e la massima espressione della volontà popolare, è un diritto non solo formalmente riconosciuto dall’articolo 17 della nostra Costituzione ma anche consolidato dalla storia dei conflitti sociali e politici e dalle migliaia e migliaia di manifestazioni che hanno attraversato tutta la storia del nostro Paese, dall’unità d’Italia in poi, e che si sono celebrate in Piazza di Montecitorio.
In tutto il mondo i cittadini manifestano davanti alle sedi dove la classe politica assume le decisioni in nome e per conto del popolo sovrano. In Italia non più.
Quella direttiva va ritirata e piazza di Montecitorio deve tornare ad ospitare le manifestazioni pubbliche e la libera espressione politica dei cittadini.
Primi firmatari:
Luigi De Magistris
Gad Lerner
Giuliano Granato
Marta Collot
Maurizio Acerbo
Giorgio Cremaschi
Paolo Ferrero
Simona Suriano
Doriana Sarli
Yana Ehm
Paola Nugnes
Silvia Benedetti
Virginia La Mura
Claudio Defiores
Francesca Borsa
Danilo Conte
Pasquale Crupi
Bartolo Mancuso
Arturo Salerni
Maria Rosaria Damizia
Franco Russo
Giovanni Russo Spena
Marina Boscaino
Guido Viale
Enzo Scandurra
Alberto Ziparo
Piero Bevilacqua
Raul Mordenti
Gianluca Schiavon
Eleonora Forenza
Paolo Favilli
Tonino Perna
Laura Stizia
Luigi Valesini
Carlo Guglielmi
Vincenzo Perticaro
Patrizia Angiari
Marco Ferrando
Franco Grisolia
Marco Bersani
David Cacchione
Fabrizio Tomaselli
Per aderire all’appello: usb@usb.it