Incontro Governo FIAT Parti sociali. Noi ci saremo! Mercoledì 28 Luglio ore 9.30, Presidio in Piazza Castello
In allegato il volantino
Minaccia di svuotare Mirafiori spostando la produzione dei nuovi modelli L0 e L1 in Serbia, licenzia 5 tra delegati e lavoratori, blocca il premio di risultato per gli operai e, come se non bastasse, Marchionne starebbe decidendo di licenziare gli operai di Pomigliano per creare poi una nuova società - addirittura sganciata da Confindustria e perciò libera dai lacci del contatto nazionale - che li riassuma, dopo attenta selezione, sulla base di contratti individuali, a condizione che accettino i contenuti dell’accordo capestro sbugiardato di fatto dai risultati del referendum di qualche settimana fa.
Per chi non ci sta è pronta la bad company, incaricata di liberarsene.
Il tutto accompagnato dalla negazione di diritti costituzionali, dal diritto di sciopero alla malattia, e sindacali a partire dal non riconoscimento delle trattenute in busta paga per quei sindacati che non accettino tali condizioni.
Marchionne in realtà ha imboccato una strada che si rivela un’impostazione politica apripista per tutto il padronato italiano alle prese con una crisi economica pesantissima ed una competizione internazionale sempre più agguerrita da cui tenta di uscire con la completa subordinazione dei lavoratori, sostenuto da un governo che ha fatto dell’attacco al mondo del lavoro la sua principale ragion d’essere e dall’assenso esplicito di CGIL CISL UIL, che solo ora fanno finta di accorgersi della portata dei piani della FIAT, ma pronti comunque ad ingoiare qualsiasi minima rassicurazione sul futuro di Mirafiori, come del resto è successo negli ultimi vent’anni di subordinazione ai poteri forti e di fattiva collaborazione con i voleri della Confindustria.
La strategia di Marchionne è ben più complessa: eliminare l’ipotesi stessa del conflitto, dell’esistenza di regole e diritti, moltiplicare i ricatti è la strada che indica ai padroni per far passare le massicce ristrutturazioni e i licenziamenti che seguiranno alla fine degli ammortizzatori sociali.
Un’impostazione devastante che oppone lavoratori a lavoratori, Mirafiori alla Zastava e che, dopo Termini Imerese improduttiva e Pomigliano ingovernabile, è arrivata a Torino.
Una situazione che non si può affrontare stabilimento per stabilimento, una strategia a tutto campo, troppo pesante per poter essere considerata un affare interno alla FIAT e ai suoi lavoratori.
In gioco ci sono non solo il posto di lavoro e il salario di migliaia di lavoratori che bisogna salvaguardare a tutti i costi, ma in gioco c’è la possibilità stessa che tutti lavoratori del nostro paese abbiano ancora il diritto a difendere i propri interessi, in gioco c’è l’esistenza stessa del sindacato come strumento collettivo dei lavoratori per organizzarsi e lottare contro lo strapotere dei padroni, contro la loro pretesa di trasformarci in individui isolati, la cui vita sia totalmente alla mercè delle infami regole del mercato e del profitto.
Non lasciamo soli i lavoratori della FIAT
Impediamo che si realizzino i piani di Marchionne