FIAT: MARCHIONNE CONFERMA IL SUO RUOLO DI APRIPISTA PER IL PADRONATO ITALIANO
Quello che avevamo ipotizzato si è avverato: Marchionne ha ribadito punto per punto che il progetto ´Fabbrica Italia` mira allo smantellamento di ogni diritto e garanzia, senza peraltro alcuna assicurazione per i volumi produttivi e occupazionali nel nostro paese, è quanto emerge dall’incontro odierno fra Fiat , sindacati ed enti locali.
Trasferimento in Serbia delle produzioni precedentemente previste a Mirafiori; applicazione di nuove regole contrattuali stile Pomigliano, stabilimento per stabilimento, con il definitivo affossamento del Contratto Nazionale; creazione della NewCo con il licenziamento/riassunzione alle nuove condizioni dei lavoratori napoletani, sono i punti salienti del nuovo corso Fiat la quale conferma così il suo ruolo di apripista per il padronato italiano tutto. Già infatti non si contano le aziende che chiedono di seguire la stessa prassi sotto il ricatto del trasferimento all’estero delle produzioni.
Non sorprendono le dichiarazioni di Bonanni, che è con la Fiat `senza se e senza ma´ purché si resti all’interno delle nuove regole, e cioè dell’accordo di Pomigliano respinto, ricordiamo, da circa il 40% dei lavoratori. Anche la CGIL si dice d’accordo con il progetto ´Fabbrica Italia`, limitandosi ad invitare la Fiat affinché si possa rivedere qualcosa dell’accordo di Pomigliano. Sintomatiche, a questo proposito, le blande posizioni espresse della Fiom, che non mettono a fuoco la gravità della situazione.
Non sarà così semplice per Marchionne raggiungere i suoi obiettivi. Già stamattina una prima dimostrazione è venuta dal presidio a Torino dei lavoratori di Mirafiori e dalle contestazioni rivolte ai sindacati collaborativi presenti all’incontro. Nelle prossime settimane sarà questo il banco di prova con cui ci misureremo, per impedire che a comandare siano le sole logiche del profitto e della competitività.
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28 luglio 2010 - Asca
Fiat: Marchionne e Sacconi Evitano Cronisti. Epifani Contestato Da Usb
(ASCA) - Torino, 28 lug - L'Ad di Fiat, Sergio Marchionne, e il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che entrano nella sede della Regione Piemonte da un accesso secondario per evitare telecamere, flash e taccuini dei cronisti. Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, accolto al grido di ''vergogna, vergogna'' da parte dei rappresentanti dell'unione dei sindacati di base, che protestano sotto la sede della Regione Piemonte per ribadire il loro no nei confronti dei piani della Fiat. Cominciato cosi' l'atteso vertice tra governo, Lingotto e sindacati sul futuro dello stabilimento di Mirafiori. Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, sceglie di entrare dall'ingresso principale, senza pero' rilasciare alcuna dichiarazione. I sindacalisti, invece, sono sul piede di guerra e si presentano davanti ai giornalisti per ribadire le loro posizioni: ''Chiediamo lavoro, occupazione e investimenti anche in Italia'', sottolinea al suo arrivo Epifani sollecitando il Lingotto a ''riaprire il confronto con Fiom e Cgil'' sullo stabilimento di Pomigliano. L'auspicio di Epifani e' che Fiat punti alla mediazione, evitando di ''usare carri armati'' e puntando ''piu' sul buon senso che sui muscoli''. Il segretario della Cgil e' pero' costretto a interrompere il suo ragionamento: i lavoratori Fiat dell'Unione sindacale di base infatti sovrastano le sue parole con il grido di: ''vergogna, vergogna'', costringendo il leader della Cgil a lasciare a meta' le interviste e a rifugiarsi nella sede della Regione Piemonte. Toni duri anche da Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl, che chiede ai vertici del Lingotto ''di rispettare gli accordi gia' sottoscritti per Pomigliano e gli impegni presi su Fabbrica Italia'', perche' altrimenti ''bisogna rivedere tutto il piano che Fiat ha presentato''. L'Ugl, ammonisce ancora il sindacalista, non e' disposto a sottoscrivere ''accordi al di fuori del contratto nazionale metalmeccanici'', perche' ''ci sono accordi gia' firmati e la Fiat li deve rispettare. Per Roberto Di Maulo, segretario del sindacato autonomo Fismic, ''ci devono dire cosa vogliono fare a Melfi'' perche' ''questa e' la vera curiosita'''. L'auspicio e' che il Lingotto confermi ''gli investimenti su Fabbrica Italia'' e che ''non ci siano recessi dagli impegni gia' presi''. Anche i leader di Cisl, Raffaele Bonanni e di Uil, Luigi Angeletti, preferiscono non incontrare la stampa ed entrano da un ingresso secondario.
28 luglio 2010 - MF
Fiat: al via incontro su Mirafiori in Regione Piemonte
TORINO (MF-DJ)--E' iniziato da pochi minuti l'incontro convocato presso la sede della Regione Piemonte dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi tra le parti sociali e i vertici della Fiat per discutere del destino di Mirafiori dopo la decisione del Lingotto di spostare gli investimenti per la L0 in Serbia. Il ministro e i vertici della Fiat guidati dall'a.d. Sergio Marchionne, sono entrati nella sede dell'ente da un ingresso secondario, mentre dal portone principale sono sfilati i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. In piazza Castello a Torino e' stato organizzato un presidio dei sindacati di base dell'Usb composto da una cinquantina di persone, attentamente sorvegliate da un numeroso contingente di polizia in tenuta leggera anti-sommossa. Numerosa anche la rappresentanza dei giornalisti sia della televisione sia della carta stampata, oltre che delle agenzie.
28 luglio 2010 - Ansa
FIAT: FISCHI USB A PARTECIPANTI INCONTRO, 'VERGOGNA'
(ANSA) - TORINO, 28 LUG - All'arrivo dei primi partecipanti all'incontro nella sede della Regione Piemonte sulle prospettive del Gruppo Fiat si sono levate grida e fischi da parte dei lavoratori che partecipano al presidio organizzato dall'Unione sindacale di base. Lo slogan più gridato all'indirizzo dei partecipanti è «Vergogna, vergogna».
Fiat: tutti presenti, al via incontro
Nel pomeriggio faccia a faccia Marchionne- Marcegaglia
(ANSA) - TORINO, 28 LUG - Al via, nella sede della Regione Piemonte a Torino, il tavolo sulle prospettive del Gruppo Fiat: tutte le parti sono presenti all'incontro. All'arrivo dei partecipanti si sono levate grida e fischi da parte dei lavoratori che partecipano al presidio organizzato dall'Unione sindacale di base. Lo slogan piu' gridato e' 'Vergogna, vergogna'.Prima del tavolo si e' tenuto un incontro tra il ministro Sacconi, l'ad di Fiat e il governatore del Piemonte. Sono poi arrivati i rappresentanti sindacali. Per il segretario della Cgil Epifani 'e' necessario riaprire il confronto con con Cgil e Fiom a partire da Pomigliano'. 'La cosa migliore - ha detto - e' cercare una mediazione e non usare i carrarmati: piu' buonsenso e meno i muscoli'. Epifani chiede lavoro, occupazione e investimenti anche in Italia, chiarezza su futuro di Mirafiori e Pomigliano senza dimenticare Termini Imerese. Sempre oggi e' previsto il faccia a faccia tra l'ad Fiat Marchionne e la presidente di Confindustria Marcegaglia per cercare una via d'uscita dopo l'ipotesi ventilata da parte del Lingotto di disdire il contratto nazionale. Secondo quanto riferiscono alcuni quotidiani, dai primi contatti avvenuti in questi giorni sarebbe emersa la possibilita' di un escamotage che consenta a Fiat di proseguire la realizzazione della newco per Pomigliano e piu' in generale di modificare i rapporti col sindacato senza per questo uscire da Federmeccanica e dalla Confindustria.
28 luglio 2010 - Libero-news
Fiat: incontro a Torino sul caso Serbia e Pomigliano
Marchionne: "La produzione in Serbia non toglie prospettive a Mirafiori. Ci vuole un sì convinto"
E' inziato, intorno alle 10.30, al Palazzo della Regione Piemonte, l'incontro, convocato dal Ministro Maurizio Sacconi, tra i vertici del Lingotto, il Governo e parti sociali sul futuro di Mirafiori. Al tavolo sono presenti l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, i segretari generali di Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl. Rispondono all'appello anche il governatore Roberto Cota, il Presidente della Provincia, Antonio Saitta, e il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. Fuori dal palazzo, intanto, manifestano i rappresentanti dei Cobas e dell’Usb, con striscioni e volantini. I lavoratori della "Fiat New Holland" hanno esposto uno striscione con la scritta: "Senza il lavoro, nessun futuro". In agenda c'è il futuro dello stabilimento di Mirafori, dopo la decisione dell'azienda di trasferire in Serbia la produzione del nuovo monovolume. La riunione è inoltre stata preceduta da un breve incontro tra Sacconi, Marchionne e Cota. Epifani: "Non usare i carrarmati" - "Non occorre usare carri armati per spianare le strade. Servono meno muscoli e più consenso", ha dichiarato il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, entrando nella sede della Regione Piemonte. Rispondendo sulla newco "Fabbrica Italia Pomigliano", che dovrà assorbire i dipendenti che produrranno dal 2011 la nuova Panda con un nuovo contratto di lavoro, Epifani ha avvertito che "la cosa migliore prima di avventurarci su strade che non si sa dove possano portare è andare al confronto con la Fiom e lavorare per trovare una mediazione". Per questo motivo la Cgil chiede "lavoro, occupazione e investimenti anche in Italia". A detta di Epifani, l'incontro odierno è "necessario" dopo la scelta della Fiat di portare la monovolume in Serbia e- ha concluso- "non dobbiamo dimenticarci anche il futuro di Pomigliano e di Termini Imerese. Dobbiamo avere qualche certezza. I lavoratori non possono continuare a vivere nell’incertezza". Bonanni: "Non perdere la calma" - "Fiat deve confermare che intende mantenere la quota di produzione in Italia, secondo quanto previsto dagli accordi - ha spiegato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - deve inoltre non perdere la calma e non creare un clima da caserma". La Cisl chiederà quindi alla Fiat di "confermare che saranno 1,4milioni gli autoveicoli che dovra costruire in Italia a fronte dei 600mila attuali, quindi più che un raddoppio". E Bonanni vuole anche sapere "per ogni sito industriale quale sarà il prodotto, e quindi anche per Torino". Marchionne: " Dobbiamo avere la garanzia assoluta che gli stabilimenti possano funzionare" - La produzione della monovolume 'L0' in Serbia "non toglie prospettive a Mirafiori". A dirlo, secondo quanto riferiscono fonti partecipanti al tavolo sulle prospettive del gruppo Fiat, è stato l'ad Sergio Marchionne, secondo il quale "esistono alternative per garantire i volumi di produzione" nella fabbrica torinese.
"Abbiamo solo bisogno di chiarezza: o sì o no" ha detto lapidario Marchionne, avvertendo i Sindacati che, un'azienda per produrre, "non si può trovare davanti sempre un nuovo ostacolo". E l'ad del Lingotto ha anche aggiunto: "Qualunque sia la risposta, Fiat è disposta a gestire entrambe le scelte. Siamo un’impresa internazionale che, grazie al lavoro fatto negli ultimi anni, è capace di modellare le proprie strategie industriali a fronte di qualunque circostanza". Marchionne ha, ancora una volta, ribadito che: "Chiediamo solo certezze e se scegliamo la strada del sì dovrà essere un sì definitivo e convinto. Se la maggioranza decide di andare avanti non ci possono essere nuovi ostacoli ogni giorno. In democrazia funziona così e nessuna industria è in grado di sostenere un modello diverso. Rispettare un accordo è un principio sacrosanto di civiltà. Dobbiamo avere la garanzia, ferma e assoluta, che gli stabilimenti possano funzionare". "Non sprechiamo questa opportunità" è l’appello di Marchionne che sottolinea: "La sfida è possibile unendo le forze, le intelligenze, le risorse e dividendo i compiti, i sacrifici e le responsabilità". L’auspicio dell’amministratore delegato è che l'Italia per una volta possa "diventare l’esempio di come questi cambiamenti si possano realizzare con successo"