IL "SISTEMA BERTOLASO" È UN PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA. IL 18 FEBBRAIO MOBILITAZIONE DI SINDACATI, PARTITI, VOLONTARI E MOVIMENTI CONTRO LA PROTEZIONE CIVILE S.P.A

La RdB Pubblico Impiego, che sostiene la mobilitazione contro la Protezione Civile S.p.A, pubblica il comunicato della rete "Osservatorio Civile"

Nazionale -

Le indagini della magistratura e le annunciate dimissioni del capo della Protezione Civile hanno strappato il velo sul “sistema Bertolaso”: l'abuso dei poteri di emergenza da parte del capo della Protezione civile nasconde in realtà un ricco groviglio di affari e interessi privati.

Oltre a rappresentare un rischio per la democrazia: quei poteri straordinari (sono quasi 700 le ordinanze varate dal 2001 al 2009)  vengono oggi ampliati dal decreto 195 che istituisce la Protezione civile spa, appena approvato in Senato.

Presto coi poteri di deroga si potranno costruire centrali nucleari e grandi opere, militarizzando il territorio e riducendo a silenzio l'opposizione.



Per impedire questa involuzione autoritaria e affaristica della Protezione civile, il 18 febbraio alle 15,30 all'università La Sapienza di Roma, la rete Osservatorio civile indice un'assemblea “contro la Protezione civile Spa”.

Parteciperanno rappresentanti dei sindacati (RdB  e Cgil), dei partiti politici (hanno aderito all'iniziativa 60 parlamentari del Pd, esponenti di Idv, Verdi, Pdci e Prc), comitati territoriali e movimenti (Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano, le rete aquilana 3e32, i No Ponte e i No tav), intellettuali ed esponenti del mondo del volontariato di Protezione civile.

La mattina del 18 i Vigili del Fuoco aderenti all'RdB hanno indetto, alle 10, un presidio in Piazza Montecitorio contro la Protezione civile Spa.


 

Per informazioni: www.osservatoriocivile.org
Per adesioni:    noallaprotezionecivilespa@gmail.com

 

 


NO BERTOLASO DAY: ANCHE RDB CROCE ROSSA IN PIAZZA IL 18 FEBBRAIO A ROMA

Anche i lavoratori di Croce Rossa Italiana aderiscono al “No Bertolaso day” del prossimo 18 febbraio, partecipando alla manifestazione indetta dalla RdB contro la Protezione Civile S.P.A., in piazza di Monte Citorio alle ore 10.00, e all’assemblea pubblica organizzata all’Università La Sapienza dalla rete Osservatorio Civile, alle ore 15.30.

“Nel testo in discussione al Parlamento si prevede che la Croce Rossa venga sottoposta alla vigilanza del Dipartimento di protezione civile”, dichiara Massimiliano Gesmini, del Coordinamento nazionale RdB CRI. “E’ un aspetto che ci preoccupa fortemente, perché rappresenta un primo passo verso la privatizzazione anche dei servizi essenziali svolti da CRI, come l’emergenza, il primo soccorso, la cura dei disabili, con gli inevitabili riflessi negativi che si avrebbero sul lavoro e sul servizio” .

Aggiunge Gesmini: “Inoltre protesteremo perché tale decreto non contempla, come invece accadrà per il personale precario di protezione civile (dirigenti inclusi), che vengano stabilizzati i quasi duemila precari di CRI, i quali da anni prestano il loro servizio a sostegno dei più indifesi della nostra società. In tal senso presenteremo un emendamento, finalizzato a riconoscere pari dignità a tutti i lavoratori precari dei servizi delle emergenze e del soccorso che oggi si vogliono ricondurre al Dipartimento di protezione Civile, mettendo fine anche all’assurda e non più tollerabile situazione del precariato in CRI.”, conclude il rappresentante RdB.

RdB CRI

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11 febbraio 2010 - Asca

PROTEZIONE CIVILE: ANCHE RDB CRI IN PIAZZA PER 'NO BERTOLASO DAY'

(ASCA) - Roma, 11 feb - Anche i lavoratori di Croce Rossa Italiana aderiscono al ''No Bertolaso day'' del prossimo 18 febbraio, partecipando alla manifestazione indetta dalla RdB contro la Protezione Civile Spa, in piazza di Monte Citorio alle ore 10, e all'assemblea pubblica organizzata all'Universita' La Sapienza dalla rete Osservatorio civile, alle ore 15.30. ''Nel testo in discussione al Parlamento si prevede che la Croce Rossa venga sottoposta alla vigilanza del Dipartimento di protezione civile - dichiara Massimiliano Gesmini, del Coordinamento nazionale Rdb Cri -. E' un aspetto che ci preoccupa fortemente, perche' rappresenta un primo passo verso la privatizzazione anche dei servizi essenziali svolti da Cri, come l'emergenza, il primo soccorso, la cura dei disabili, con gli inevitabili riflessi negativi che si avrebbero sul lavoro e sul servizio''. ''Inoltre - aggiunge Gesmini - protesteremo perche' tale decreto non contempla, come invece accadra' per il personale precario di protezione civile (dirigenti inclusi), che vengano stabilizzati i quasi duemila precari di Cri, i quali da anni prestano il loro servizio a sostegno dei piu' indifesi della nostra societa'. In tal senso presenteremo un emendamento, finalizzato a riconoscere pari dignita' a tutti i lavoratori precari dei servizi delle emergenze e del soccorso che oggi si vogliono ricondurre al Dipartimento di protezione Civile, mettendo fine anche all'assurda e non piu' tollerabile situazione del precariato in Cri'', conclude il rappresentante RdB.


11 febbraio 2010 - Liberazione

Lo scontro con sindacati di base e Cgil. Il 18 febbraio manifestazione a Roma
Una carriera costruita sulle ceneri dei vigili del fuoco
di Fabio Sebastiani

"Il sistema Bertolaso" è al centro delle denunce del sindacato già da parecchio tempo. Il casus belli , manco a dirlo, è lo smantellamento del corpo dei vigili del fuoco, trasformato da pronto intervento a tappabuchi della protezione civile. Il progetto di costituire la "Protezione civile Spa" è stata solo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Goccia che ha prodotto, però, una indignazione "trasversale", dal sindacato di categoria della Cgil, la Funzione pubblca, all'area del sindacalismo di base (Rdb-Cub), senza contare la vasta area di parlamentari del centrosinistra che hanno aderito ad un appello. Sono queste le due organizzazioni che stanno alla base di un cartello di associazioni, "Osservatorio civile, che il 18 si daranno appuntamento nel pomeriggio, presso l'Università La Sapienza, al "No Bertolaso Day". Il 17 sarà il turno della Fp-Cgil da sola. Nel comunicato stampa si parla apertamente di «un ricco groviglio di affari e interessi privati». In parole povere, «un rischio per la democrazia». Sempre nello stesso giorno le Rdb-Cub dei vigili del fuoco saranno davanti a Montecitorio e il giorno prima a protestare sarà la Fp-Cgil. Contro i Vigili del fuoco mister Bertolaso ha fatto le prove generali di un vero e proprio laboratorio di ingeneria "politico-economica", sottraendo via via risorse e funzioni. Tutto nasce nel 2004 quando il Corpo dei Vigili del fuoco viene spostato nel cosiddetto "Comparto sicurezza" alle dirette dipendenze dei prefetti e cioè del potere politico e amministrativo. Risultato, mentre i Vigili del fuoco servono come immagine da dare in pasto al Paese, le attività vengono appaltate ai funzionari della Protezioni civile e trovano nei prefetti l'imprimatur. Se prima i lavoratori, e il sindacato, potevano ancora controllare qualcosa, oggi non solo vengono ridotti al silenzio attraverso la "Commissione di Disciplina" ma sono costretti a subire la mortifcazione di uno svuotamento della loro attività. «Dalle dichiarazioni passate abbiamo avuto modo di leggere di somme stanziate alle forze di polizia e ai Vigili del Fuoco, - scrivono le Rappresentanze di base in una lettera al ministro dell'Interno Maroni - che ammontano a 100 milioni di eruo, da dividere tra loro; risorse destinate a valorizzare le rispettive specificità. Tuttavia allo stato attuale non c'è nulla all'orizzonte poiché il governo si riserva di stanziare con provvedimenti successivi le somme occorrenti». Il rapporto tra Bertolaso e le organizzazioni sindacali è stasto sempre burrascoso, con denunce e sgambetti all'ordine del giorno. L'ultim, la presentazione del libro di Manuele Bonaccorsi. A fronte della richiesta di chiarimenti da parte della RdB, il Dipartimento della protezione civile ha espresso «la propria difficoltà» ad ospitare nei locali dei Vigili del Fuoco la presentazione di ibro definito «dai contenuti forti».


11 febbraio 2010 - Il Manifesto

18 febbraio: «No alla Protezione civile spa»

«Il "sistema Bertolaso" è un pericolo per la democrazia». Per questo il prossimo 18 febbraio è stata indetta una mobilitazione nazionale che si svolgerà alle 15,30 all'università La Sapienza di Roma. La rete Osservatorio civile ha indetto un'assemblea «contro la Protezione civile Spa» a cui parteciperanno rappresentanti dei sindacati (Rdb e Cgil), dei partiti politici (hanno aderito all'iniziativa 60 parlamentari del Pd, esponenti dell'Idv, Verdi, Pdci e Prc), comitati territoriali e movimenti, intellettuali e esponenti del mondo del volontariato della Protezione civile. La mattina dello stesso giorno i vigili del Fuoco che aderiscono all'Rdb hanno indetto, alle 10, un presidio in Piazza Montecitorio. «Le indagini della magistratura e le annunciate dimissioni del capo della Protezione civile hanno strappato il velo sul sistema Bertolaso - si legge nella nota dell'Osservatorio civile - l'abuso dei poteri di emergenza da parte del capo della Protezione civile nasconde in realtà un ricco groviglio di affari e interessi privati. Oltre a rappresentare un rischio per la democrazia: quei poteri straordinari (sono quasi 700 le ordinanze varate tra il 2001 e il 2009) vengono ampliati dal decreto 195 - continua la nota - che istituisce la Protezione civile spa. appena approvato al Senato. Presto coi poteri di deroga si potranno costruire centrali nucleari e grandi opere, militarizzando il territorio e riducendo al silenzio l'opposizione».


10 febbraio 2010 - Articolo 21

Protezione civile SPA e le altre... Monta la protesta, il 18 in piazza
Ascolta le interviste: A.Jiritano RdB Vigili del Fuoco e F.Morabito RdB Pubblico Impiego
di Bruna Iacopino

Ministeri svuotati, esternalizzazioni, società private ma a capitale pubblico, attività di prevenzione annientate dallo spostamento di fondi o non previste perchè quello che deve prevalere è lo stato d'emergenza permanente. A denunciare questo stato di cose reso possibile da un semplice decreto legge, il 195/2009 approvato in tutta fretta a fine dicembre e al vaglio del Senato proprio in questi giorni, sono le organizzazioni sindacali autonome Rdb Cub Pubblico impiego per i Vigili del fuoco e per il Ministero dell'Ambiente. "Stiamo colando letteralmente a picco" laconico il commento conclusivo del coordinatore Rdb Cub per i Vigili del fuoco, Antonio Jiritano. La trasformazione della Protezione civile in Spa, proprio non va giù a chi l'emergenza la vive quotidianamente e negli ultimi anni anche sulla propria pelle. Contratti fermi da due anni, turni massacranti, carenza di organico e mezzi obsoleti, sono queste le condizioni in cui versa il corpo dei Vigili del fuoco. Elogiati per il lavoro svolto a L'Aquila, piuttosto che a Messina e poi messi nel dimenticatoio. 28.000 in tutta Italia, molto al di sotto della media europea e insufficienti a fare attività di prevenzione quella tanto sbandierata ma mai messa realmente in pratica. E' dura la denuncia di Jiritano: " ...abbiamo paventato che finita l'emergenza Abruzzo saremmo stati dimenticati e difatti è stato così..."
Dimenticati dallo Stato. Anche la lettera scritta recentemente al Ministro dell'Interno Roberto Maroni è rimasta senza risposte e adesso si aggiunge il decreto 195. " Con questa trasformazione- continua Jiritano- di fatto, il corpo dei Vigili del fuoco diventa pura manovalanza, mentre la protezione civile continuerà a godere di alti benefici anche economici... ci sono stati sottratti fondi e competenze, siamo stati estromessi dalle nostre attività. Cosa faremo? Prevenzione? Non abbiamo i mezzi e il personale per farlo... E chi lo farà? Questa nuova Spa? Siamo stati messi all'angolo..."
Interrogativi quelli di Jiritano che verranno messi in piazza il 18 febbraio in occasione di quello che è ormai stato ribattezzato, "No Bertolaso day". Si partirà con un ist-in di protesta la mattina davanti Montecitorio, per continuare nel pomeriggio con un'assemblea aperta alla Sapienza; in piazza loro, i vigili del fuoco insieme alle associazioni, i comitati, i membri del neonato Osservatorio civile, RdB Protezione Civile, i comitati contro i "termovalorizzatori", e RdB Ambiente...
Si perchè all'interno del nostro decreto 195, all'art.17 il secondo comma è dedicato al Ministero dell'Ambiente. Nel silenzio più completo si stabilisce la creazione di un ispettorato dell'ambiente con a capo tre commissari, che di fatto sottrae fondi e competenze al Ministero stesso, ancora una volta, a discapito della prevenzione. Lo sostiene Fabio Morabito, coordinatore nazionale Rdb Pubblica Amministrazione per il Ministero dell'Ambiente: " ...lo spirito con cui viene a formarsi questo ispettorato è lo stesso di quello che ha portato alla creazione della Protezione civile Spa, non si farà più prevenzione, non si farà più analisi, studio del territorio... si interverrà solo sull'emergenza!"
Un vero e proprio business dell'emergenza, un business che passa attraverso un marchingegno molto complesso, sostiene Morabito e che si compone di diverse strutture: dalla Protezione civile Spa, alla Difesa Spa, fino all'Ispettorato ambiente.
"Un meccanismo che tende a esternalizzare le competenze dello stato per metterle in mano a enti e società che agiscono non solo in forma autonoma, senza alcun tipo di controllo, ma che hanno anche competenze nel campo degli appalti: quando si parla di emergenze si parla automaticamente di appalti!"
Alla faccia della trasprarenza tanto decantata, il provvedimento è passato di soppiatto, senza un confronto con tutte le parti sindacali, gli stessi lavoratori del Ministero e i diretti interessati, cioè i cittadini.
"Abbiamo più volte chiesto un incontro con il Ministro Prestigiacomo ma non ci è stato concesso, è stato invece diramato un comunicato con sui si afferma che quanto sta circolando in questi giorni è infondato. Noi pensiamo piuttosto che questo sia un modo per eliminare completamente il Ministero dell'Ambiente."
"In deroga alle leggi e alle regole ordinarie". La vera cifra del decreto 195/2009, quello che di fatto pone la parola fine allo stato di emergenza per Campania e Abruzzo, e soprattutto, sancisce la nascita della Protezione civile SPA, sembra essere per l'appunto questa. La procedura non è nuova, già col precedente decreto ( emanato nel settembre 2001) si concedeva alla stessa la possibilità di dichiarare lo "stato di emergenza" anche in occasione dei grandi eventi. Pratica che è stata abbondantemente utlizzata nel corso degli ultimi anni facendo lievitare il numero delle ordinanze emanate: " Tra il 2001 – scrive Alberto Statera su la Repubblica- quando Bertolaso venne nominato capo della Protezione civile e i primi cinque mesi del 2009, la presidenza del Consiglio ha emesso 587 "ordinanze emergenziali", di cui solo una parte riferita a calamità naturali. Il resto a "Grandi eventi", o presunti tali." All'emergenzialità costante, assunta come strumento di controllo del territorio anche in presenza di assembramenti numerosi, e alla conseguente militarizzazione del territorio, con il decreto 195/2009 si concede alla neonata SPA (interamente sovvenzionata con soldi pubblici) la posssibilità di: " ... assumere partecipazioni, detenere immobili ed esercitare ogni attività strumentale, connessa o accessoria ai suoi compiti istituzionali, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia di affidamento a società a capitale interamente pubblico." (Art.16 comma 5). Una società per azioni a tutti gli effetti di proprietà del Presidente del Consiglio dei Ministri che, ha il potere non solo di nominare il Cda dell'azienda in questione, in barba a qualsiasi principio di trasparenza, ma conservando gelosamente la facoltà di dichiarare lo stato di emergenza ad libitum, se ne trascina anche le più ampie implicazioni del caso, quelle rese possibli dall'ancor più controverso comma 3: " La Società... ha ad oggetto lo svolgimento delle funzioni strumentali per il medesimo Dipartimento, ivi compresa la gestione della flotta aerea e delle risorse tecnologiche, e ferme restando le competenze del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la progettazione, la scelta del contraente, la direzione lavori, la vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, nonche' l'acquisizione di forniture o servizi rientranti negli ambiti di competenza del Dipartimento della protezione civile, ivi compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza socio-economico-ambientale dichiarate ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, quelli relativi ai grandi eventi di cui all'articolo 5-bis del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401. I rapporti tra il Dipartimento della protezione civile e la Società sono regolati da un apposito contratto di servizio."
Più di una voce si è levata a criticare la vaghezza delle definizioni, e non pochi hanno ricordato come nel 1950 la cosiddetta legge Scelba era stata criticata per le stesse ragioni: " Torna alla mente- scrive Burgio sul Manifesto- una legge speciale firmata da Scelba nel 1951 (VII governo De Gasperi) che, «in caso di eventi che costituiscano pericolo o danno per la incolumità pubblica delle persone e delle cose», prevedeva il conferimento dei pieni poteri al governo, compresa la facoltà di derogare alle leggi vigenti e di «requisire prestazioni personali»... sessant'anni fa in parlamento l'opposizione fu durissima. Giorgio Amendola osservò che il governo avrebbe potuto definire calamità naturale anche «il riacutizzarsi di contrasti politici», e su questa base mettere in atto un colpo di Stato."
Un pericolo che in molti evidenziano anche nel presente decreto, tanto da decidere di promuovere una petizione popolare che ha già collezionato la bellezza di trentamila firme. A smuovere le coscienze l'Osservatorio civile, nato il 23 gennaio 2010 in quell'Aquila devastata dal sisma e che più di tutti ha avuto modo di sperimentare non solo l'emergenza, ma la sua gestione ad opera di quella che è stata ormai ribattezzata "premiata ditta B&B" (Berlusconi-Bertolaso). Promotore il comitato aquilano 3e32: " In questi anni- scrivono nell'appello pubblicato sul sito www.osservatoriocivile.org - la Protezione Civile ha dismesso il suo ruolo originario. Ha tralasciato la previsione e prevenzione degli eventi calamitosi, lo dimostrano le numerose alluvioni e frane di quest’anno (Messina, Pisa, Liguria, Ischia). Ha gestito appalti per centinaia di milioni di euro per i grandi eventi (G8 from La Maddalena to L’Aquila, Mondiali di nuoto di Roma, giochi del Mediterraneo di Pescara). Ha permesso a sindaci e presidenti di regione di gestire il territorio con poteri commissariali, sottratti al controllo degli organi elettivi. Ha affrontato con strumenti militari, e in spregio a tutte le norme riguardanti ambiente e salute, l’emergenza rifiuti in Campania, contribuendo all’avvelenamento del territorio. Ha imposto a L’Aquila una gestione centralizzata e militarizzata dell’emergenza, lasciando, ancora oggi, 9mila sfollati negli alberghi sulla costa e imponendo il Piano C.A.S.E., che produrrà gravi danni all’assetto urbanistico e al tessuto sociale della città..."
Paventano una deriva autoritaria, un tentativo, neanche tanto mascherato di concedere massimo potere al premier, in deroga alle regole vigenti, nonostante nel Dl sia esplicitato, "sempre in conformità con le direttive europee..."
Dato, anche questo, che non collima esattamente con la realtà. A evidenziare l'incongruenza è Manuele Bonaccorsi nel suo "Potere assoluto- la protezione civile ai tempi di Bertolaso". È la stessa Europa, vi si legge, a tuonare contro una gestione forzatamente emergenziale. La prima volta lo fa nel 2004, con una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia. Le motivazioni? "Si parla di continue deroghe alla normativa italiana ed europea sugli appalti, di frequente ricorso alla trattativa privata, di nomina di commissari e affidamento diretto di lavori. Il tutto grazie allo strumento di ordinanze che spesso contengono indicazioni generiche sugli interventi da fare." Scrive l'Unità in un articolo datato 24 gennaio 2004. Si replica lo scorso anno. Nel marzo del 2009 l'Europa torna a farsi sentire. Nel mirino ci sono i lavori per il G8 e quelli per i 150 anni dell'Unità d'Italia, lavori che sarebbero iniziati ancor prima di una corretta valutazione di impatto ambientale, il tutto grazie ad una semplice ordinanza.
E di poca trasparenza negli appalti parla anche l'Ordine degli architetti di Roma che nei giorni scorsi ha scritto al presidente dell'Antitrust e dell'ANCE: " In Italia, si sa – scrive Arch. Amedeo Schiattarella, Presidente Ordine Architetti PPC Roma e provincia- il concetto di emergenza, che dovrebbe motivare il ricorso alla Protezione Civile spa, è quanto mai esteso: non solo terremoti o calamità naturali ma anche gare ciclistiche, viaggi del Papa, discariche, vertici internazionali ecc. Come non ipotizzare che si ricorerrà all'"emergenza" per la gestione dell'Expò di Milano del 2015 o delle Olimpiadi del 2020 contese tra Roma e Venezia?"
Già... come non ipotizzarlo? E come non ipotizzare ancora ( lo fanno in tanti in queste ore) che lo stesso possa avvenire per le future centrali nucleari, per le discariche, per le carceri?
La trasformazione che si va profilando per la nuova protezione civile scavalca di fatto il ruolo originario, la prevenzione e il controllo del rischio sul territorio. Gli ultimi anni unitamente alle inchieste giornalistiche e alle denunce fatte da alcuni esponenti dell'opposizione il quadro che si è delineato è quello di un apparato di potere con a disposizione un ingente capitale di partenza, con dirigenti strapagati, appalti poco regolari, spese folli per la gestione di grandi eventi e ben poco destinato allo studio dei fenomeni catastrofici. Eppure, di studi, racconta Fabrizio Gatti nella sua inchiesta realizzata per l'Espresso, i cassetti della protezione civile sono letteralmene pieni.
Peccato che, nei cassetti, ci rimangano.

No alla Protezione Civile SpA – L’appello ( da www.osservatoriocivile.org)
C’è poco tempo per impedire la privatizzazione delle emergenze; per impedire che il governo porti a compimento l’opera di snaturamento di uno strumento fondamentale, in un Paese a rischio come il nostro: la Protezione Civile. Con l’obiettivo di governare il territorio, fuori da ogni controllo democratico, sfruttando le emergenze. Il decreto legge del 30 dicembre 2009 stabilisce la costituzione della Protezione Civile Servizi S.p.A. Si afferma che ciò viene fatto per "garantire un risparmio di tempi e risorse negli interventi del Dipartimento". In verità, si costituisce una società di diritto privato ma a capitale interamente pubblico, che può agire da general contractor, detenere immobili, produrre utili, dirigere lavori: si privatizza, così, la gestione delle emergenze e quella dei grandi eventi. Introducendo gravi elementi di discrezionalità nella gestione di ricchi appalti. Sottraendo al Parlamento, alla rete del volontariato, alle organizzazioni dei lavoratori, agli enti locali il controllo sulle azioni della Protezione Civile. Il soccorso diventa un business direttamente gestito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nello stesso decreto, inoltre, si procede ad assunzioni di dirigenti fidati con i fondi destinati ai cittadini aquilani e Vigili del fuoco dal decreto Abruzzo. Si decide l’acquisto dell’inceneritore di Acerra, pagando coi soldi dei cittadini un’impresa che ha gravemente contribuito all’emergenza rifiuti campana. Lasciando intatte tutte le deroghe ai codici ambientali, che permettono di realizzare discariche non a norma e di bruciare il "tal quale". In questi anni la Protezione Civile ha dismesso il suo ruolo originario. Ha tralasciato la previsione e prevenzione degli eventi calamitosi, lo dimostrano le numerose alluvioni e frane di quest’anno (Messina, Pisa, Liguria, Ischia). Ha gestito appalti per centinaia di milioni di euro per i grandi eventi (G8 from La Maddalena to L’Aquila, Mondiali di nuoto di Roma, giochi del Mediterraneo di Pescara). Ha permesso a sindaci e presidenti di regione di gestire il territorio con poteri commissariali, sottratti al controllo degli organi elettivi. Ha affrontato con strumenti militari, e in spregio a tutte le norme riguardanti ambiente e salute, l’emergenza rifiuti in Campania, contribuendo all’avvelenamento del territorio. Ha imposto a L’Aquila una gestione centralizzata e militarizzata dell’emergenza, lasciando, ancora oggi, 9mila sfollati negli alberghi sulla costa e imponendo il Piano C.A.S.E., che produrrà gravi danni all’assetto urbanistico e al tessuto sociale della città. Oggi la Protezione Civile sbarca ad Haiti, allo scopo di procurare appalti per la nuova S.p.A. e di conquistare un ruolo nel conflitto tra potenze mondiali giocato sulla pelle dei terremotati. Contemporaneamente, con ordinanza di Protezione Civile, si decide di gestire l’emergenza carceri prevedendo la costruzione di ulteriori 27 strutture detentive sul "modello L’Aquila". Temiamo che con questi strumenti domani si potranno gestire le grandi inutili opere volute dal governo o la costruzione di centrali nucleari. Non è questa la Protezione Civile che ci serve. Per questo vogliamo lanciare una grande campagna nazionale, coinvolgendo partiti, sindacati, associazioni, la rete del volontariato, enti locali e comitati dei cittadini. Per impedire che la Protezione Civile si trasformi in S.p.A. e per trasformare la Protezione Civile in uno strumento democratico di autoprotezione, utile a sostenere l’unica grande opera di cui il Paese ha bisogno: la messa in sicurezza del territorio.

Sistema Bertolaso: un pericolo per la democrazia
di Osservatorio civile

Le indagini della magistratura e le annunciate dimissioni del capo della Protezione Civile hanno strappato il velo sul "sistema Bertolaso": l'abuso dei poteri di emergenza da parte del capo della Protezione civile nasconde in realtà un ricco groviglio di affari e interessi privati. Oltre a rappresentare un rischio per la democrazia: quei poteri straordinari (sono quasi 700 le ordinanze varate dal 2001 al 2009) vengono oggi ampliati dal decreto 195 che istituisce la Protezione civile spa, appena approvato in Senato. Presto coi poteri di deroga si potranno costruire centrali nucleari e grandi opere, militarizzando il territorio e riducendo a silenzio l'opposizione. Per impedire questa involuzione autoritaria e affaristica della Protezione civile, il 18 febbraio alle 15,30 all'università La Sapienza di Roma, la rete Osservatorio civile indice un'assemblea "contro la Protezione civile Spa". Parteciperanno rappresentanti dei sindacati (RdB e Cgil), dei partiti politici (hanno aderito all'iniziativa 60 parlamentari del Pd, esponenti di Idv, Verdi, Pdci e Prc), comitati territoriali e movimenti (Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano, le rete aquilana 3e32, i No Ponte e i No tav), intellettuali ed esponenti del mondo del volontariato di Protezione civile. La mattina del 18 i Vigili del Fuoco aderenti all'RdB hanno indetto, alle 10, un presidio in Piazza Montecitorio contro la Protezione civile Spa.


8 febbraio 2010 - Apcom

Protezione Civile/ Appello sindacati e associazioni: 'no' alla spa
Il 18 bebbraio 'No Bertolaso day'

(Apcom) Il 18 febbraio sarà un "no Bertolaso day". L'Osservatorio civile, rete di volontari, associazioni, comitati territoriali, sindacati, partiti, si mobilita contro l'approvazione del decreto che istituisce la Protezione civile Spa. Il 18 febbraio, nel pomeriggio è stata indetta, all'università La Sapienza, una assemblea pubblica, per dire no al decreto 195 in discussione in Parlamento. "C'è poco tempo per impedire la privatizzazione delle emergenze; per impedire che il governo porti a compimento l'opera di snaturamento di uno strumento fondamentale, in un Paese a rischio come il nostro: la Protezione Civile. Con l'obiettivo di governare il territorio, fuori da ogni controllo democratico, sfruttando le emergenze", si legge nell'appello di lancio dell'iniziativa (accessibile sul sito www.osservatoriocivile.org), che ha raccolto già oltre 3mila adesioni. "La Spa potrà agire da general contractor, detenere immobili, fare utili. Così si rendono le emergenze un business", è scritto nel testo. Alla protesta ieri hanno aderito, con una lettera, anche 60 parlamentari del Pd, che si aggiungono alla lunga lista di sottoscrizioni: il responsabile ambiente della Cgil Claudio Falasca, Carlo Podda e Antonio Crispi della Fp Cgil, la Fp Cgil presidenza del Consiglio dei Ministri, il sindacato di base Rdb, le organizzazioni sindacali dei vigili del fuoco, rappresentati dei partiti della sinistra (Prc, Verdi, Pdci, SeL), il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando, le associazioni dei terremotati aquilani, il Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano, la Rete No Ponte di Reggio Calabria, rappresentati dei No Tav, intellettuali e decine di movimenti e comitati, volontari e realtà locali di Protezione civile. La Spa, si legge nelal letera dei parlamentari dell'opposizione, "potrà agire in qualsiasi circostanza, avvalendosi del potere potere di emanare ordinanze in deroga ad ogni legge e disposizione vigente. Si produce così uno snaturamento istituzionale. Il presidente del consiglio interviene su qualsiasi opera con strumenti discrezionali, coperto dal marchio positivo di migliaia di volontari e associazioni. Ci batteremo contro conversione ed esprimiamo solidarietà a tutti coloro che si stanno muovendo per informare i cittadini della gravissima distorsione che l'approvazione di questo atto può portare alla vita democratica del Paese". La Protezione civile, sostiene la rete Osservatorio civile, da una risorsa per il Paese sta diventando un pericolo per la democrazia. Dal 2001, quando Bertolaso è diventato capo della Protezione civile, sono state varate quasi 700 ordinanze in deroga al codice degli appalti pubblici, ai piani regolatori, alle norme su salute e sicurezza del lavoro, alle leggi ambientali. La protezione civile ha abbandonato previsione e prevenzione delle calamità naturali per diventare un grande ente appaltatore delle opere pubbliche legate ai grandi eventi, libero dal controllo della Corte dei Conti. Con risultati, com'è possibile vedere alla Maddalena, tutt'altro che efficienti. La Protezione civile "ha militarizzato interi pezzi del territorio: le discariche campane e l'inceneritore di Acerra sono state definite siti d'interesse strategico nazionale, per nascondere i gravi rischi per la salute causati dalla violazione delle norme in materia di salute dei cittadini. Nei campi dell'Aquila è stato impossibile anche solo fare assemblee o volantinare ed è stato imposto, senza neppure consultare cittadini, il Piano case, che produrrà gravi danni sul tessuto urbanistico della città. Ancora oggi, in Abruzzo, circa 8mila cittadini vivono negli alberghi sulla coste, e non sono partiti i lavori di ricostruzione, neppure per le case con danni lievi.« La Protezione civile che ci serve deve fare tutt'altro. Prevenire le calamità naturali, partecipare all'unica grande opera utile al Paese: la messa in sicurezza del territorio», è scritto nell'appello". Di questi temi, insieme a lavoratori, associazioni, volontari, partiti, parleranno nell'assemblea pubblica del 18 febbraio. Nella mattina della stessa giornata i Vigili del fuoco dell'Rdb Cub hanno indetto, contro la Protezione civile Spa, un presidio di protesta davanti al Parlamento.


8 febbraio 2010 - Aprile on line

Il 18 febbraio: "no Bertolaso day"
Politica L'Osservatorio civile, rete di volontari, associazioni, comitati territoriali, sindacati, partiti, si mobilita contro l'approvazione del decreto che istituisce la Protezione civile Spa. Il 18 febbraio, nel pomeriggio è stata indetta, all'università La Sapienza di Roma, un'assemblea pubblica, per dire no al decreto195 in discussione in Parlamento

"C'è poco tempo per impedire la privatizzazione delle emergenze; per impedire che il governo porti a compimento l'opera di snaturamento di uno strumento fondamentale, in un Paese a rischio come il nostro: la Protezione Civile. Con l'obiettivo di governare il territorio, fuori da ogni controllo democratico, sfruttando le emergenze", afferma l'appello di lancio dell'iniziativa (accessibile sul sito www.osservatoriocivile.org), che ha raccolto già oltre 3mila adesioni. "La Spa potrà agire da general contractor, detenere immobili, fare utili. Così si rendono le emergenze un business", è scritto nel testo. Alla protesta ieri hanno aderito, con una lettera, anche 60 parlamentari del Pd, che si aggiungono alla lunga lista di sottoscrizioni: il responsabile ambiente della Cgil Claudio Falasca, Carlo Podda e Antonio Crispi della Fp Cgil, la Fp Cgil presidenza del Consiglio dei Ministri, il sindacato di base Rdb, le organizzazioni sindacali dei vigili del fuoco, rappresentati dei partiti della sinistra (Prc, Verdi, Pdci, SeL), il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando, le associazioni dei terremotati aquilani, il Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano, la Rete No Ponte di Reggio Calabria, rappresentati dei No Tav, intellettuali e decine di movimenti e comitati, volontari e realtà locali di Protezione civile. La Spa "potrà agire in qualsiasi circostanza, avvalendosi del potere di emanare ordinanze in deroga ad ogni legge e disposizione vigente. Si produce così uno snaturamento istituzionale. Il presidente del consiglio interviene su qualsiasi opera con strumenti discrezionali, coperto dal marchio positivo di migliaia di volontari e associazioni. Ci batteremo contro conversione ed esprimiamo solidarietà a tutti coloro che si stanno muovendo per informare i cittadini della gravissima distorsione che l'approvazione di questo atto può portare alla vita democratica del Paese", afferma la lettera dei parlamentari dell'opposizione. La Protezione civile, sostiene la rete Osservatorio civile, da una risorsa per il Paese sta diventando un pericolo per la democrazia. Dal 2001, quando Bertolaso è diventato capo della Protezione civile, sono state varate quasi 700 ordinanze in deroga al codice degli appalti pubblici, ai piani regolatori, alle norme su salute e sicurezza del lavoro, alle leggi ambientali. La protezione civile ha abbandonato previsione e prevenzione delle calamità naturali per diventare un grande ente appaltatore delle opere pubbliche legate ai grandi eventi, libero dal controllo della Corte dei Conti. Con risultati, com'è possibile vedere alla Maddalena, tutt'altro che efficienti. La Protezione civile ha militarizzato interi pezzi del territorio: le discariche campane e l'inceneritore di Acerra sono state definite siti d'interesse strategico nazionale, per nascondere i gravi rischi per la salute causati dalla violazione delle norme in materia di salute dei cittadini. Nei campi dell'Aquila è stato impossibile anche solo fare assemblee o volantinare ed è stato imposto, senza neppure consultare cittadini, il Piano case, che produrrà gravi danni sul tessuto urbanistico della città. Ancora oggi, in Abruzzo, circa 8mila cittadini vivono negli alberghi sulla coste, e non sono partiti i lavori di ricostruzione, neppure per le case con danni lievi. "La Protezione civile che ci serve deve fare tutt'altro. Prevenire le calamità naturali, partecipare all'unica grande opera utile al Paese: la messa in sicurezza del territorio", è scritto nell'appello. Di questi temi, insieme a lavoratori, associazioni, volontari, partiti, si parlerà nell'assemblea pubblica del 18 febbraio. Nella mattina della stessa giornata i Vigili del fuoco dell'Rdb Cub hanno indetto, contro la Protezione civile Spa, un presidio di protesta davanti al Parlamento.


8 febbraio 2010 - Inviato Speciale

La protesta dei vigili del fuoco
Il 18 febbraio manifesteranno a Roma, contro la costituenda "Protezione civile spa"

Il prossimo 18 febbraio la RdB Vigili del Fuoco sarà in piazza Montecitorio per protestare contro la mortificazione del Corpo Nazionale e contro la costituenda "Protezione Civile S.p.A", in discussione in questi giorni nelle aule parlamentari. "Finito lo scenario del terremoto, di Viareggio, di Messina, i vigili del fuoco sono diventati pacchi", denuncia Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB Pubblico Impiego VVF. "Per la carenza di organico veniamo mobilitati senza alcun criterio solo per tappare i buchi delle defezioni create dal governo. Le assunzioni vanno sempre più a rilento, il contratto di lavoro cosi come si è aperto è stato immediatamente chiuso: le risorse non ci sono, e quelle messe a disposizione non vanno oltre l’elemosina; dal 2008 ad oggi gli aumenti non superano i 50 euro a fronte di stipendi da fame. Inoltre, dopo la riforme di militarizzazione del corpo nazionale le nostre carriere bloccate da anni". La RdB VVF ha scritto al Ministro dell’Interno per richiedere l’ennesimo incontro che possa dare risposte alla categoria. "Ma intanto – sottolinea Jiritano – il Ministero dell’Ambiente si crea una struttura per interventi urgenti in situazioni di rischio idrogeologico e, non ultimo, una Protezione Civile che già ha sottratto competenze al Corpo Nazionale creando un dualismo che non fa certo bene alle attività di soccorso, sta per essere trasformata in società per azioni, diventando un comitato di affari ed emarginando definitivamente i vigili del fuoco dalla cabina di regia della gestione di emergenze e calamità". "Siamo stanchi ed umiliati – incalza il dirigente RdB – ma la mattina del 18 febbraio scenderemo di nuovo in piazza per rivendicare la nostra dignità. Nel pomeriggio daremo poi il nostro contributo all’assemblea contro la Protezione civile SpA. presso l’Università La Sapienza di Roma, lanciata dalle Rete Osservatorio Civile il cui appello abbiamo sottoscritto e sosteniamo", conclude Jiritano.


8 febbraio 2010 - Il Secolo XIX on line

"No Bertolaso Day", la protesta arriva in piazza il 18 febbraio

Il 18 febbraio sarà un «no Bertolaso day». L’Osservatorio civile - rete di volontari, associazioni, comitati territoriali, sindacati, partiti - si mobilita contro l’approvazione del decreto che istituisce la Protezione civile Spa. Il 18 febbraio, nel pomeriggio è stata indetta, all’università La Sapienza, una assemblea pubblica, per dire no al decreto 195 in discussione in Parlamento. «C’è poco tempo per impedire la privatizzazione delle emergenze; per impedire che il governo porti a compimento l`opera di snaturamento di uno strumento fondamentale, in un Paese a rischio come il nostro: la Protezione Civile. Con l’obiettivo di governare il territorio, fuori da ogni controllo democratico, sfruttando le emergenze», si legge nell`appello di lancio dell`iniziativa, che ha raccolto già oltre 3mila adesioni. «La Spa potrà agire da general contractor, detenere immobili, fare utili. Così si rendono le emergenze un business», è scritto nel testo. Alla protesta ieri hanno aderito, con una lettera, anche 60 parlamentari del Pd, che si aggiungono alla lunga lista di sottoscrizioni: il responsabile ambiente della Cgil Claudio Falasca, Carlo Podda e Antonio Crispi della Fp Cgil, la Fp Cgil presidenza del Consiglio dei Ministri, il sindacato di base Rdb, le organizzazioni sindacali dei vigili del fuoco, rappresentati dei partiti della sinistra (Prc, Verdi, Pdci, SeL), il portavoce dell`Idv Leoluca Orlando, le associazioni dei terremotati aquilani, il Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano, la Rete No Ponte di Reggio Calabria, rappresentati dei No Tav, intellettuali e decine di movimenti e comitati, volontari e realtà locali di Protezione civile. La Spa, si legge nella lettera dei parlamentari dell’opposizione, «potrà agire in qualsiasi circostanza, avvalendosi del potere di emanare ordinanze in deroga ad ogni legge e disposizione vigente. Si produce così uno snaturamento istituzionale. Il presidente del consiglio interviene su qualsiasi opera con strumenti discrezionali, coperto dal marchio positivo di migliaia di volontari e associazioni. Ci batteremo contro conversione ed esprimiamo solidarietà a tutti coloro che si stanno muovendo per informare i cittadini della gravissima distorsione che l’approvazione di questo atto può portare alla vita democratica del Paese». La Protezione civile, sostiene la rete Osservatorio civile, da una risorsa per il Paese sta diventando un pericolo per la democrazia. Dal 2001, quando Bertolaso è diventato capo della Protezione civile, sono state varate quasi 700 ordinanze in deroga al codice degli appalti pubblici, ai piani regolatori, alle norme su salute e sicurezza del lavoro, alle leggi ambientali. La protezione civile ha abbandonato previsione e prevenzione delle calamità naturali per diventare un grande ente appaltatore delle opere pubbliche legate ai grandi eventi, libero dal controllo della Corte dei Conti. Con risultati, com’è possibile vedere alla Maddalena, tutt’altro che efficienti. La Protezione civile «ha militarizzato interi pezzi del territorio: le discariche campane e l`inceneritore di Acerra sono state definite siti d`interesse strategico nazionale, per nascondere i gravi rischi per la salute causati dalla violazione delle norme in materia di salute dei cittadini. Nei campi dell’Aquila è stato impossibile anche solo fare assemblee o volantinare ed è stato imposto, senza neppure consultare cittadini, il Piano case, che produrrà gravi danni sul tessuto urbanistico della città. Ancora oggi, in Abruzzo, circa 8mila cittadini vivono negli alberghi sulla coste, e non sono partiti i lavori di ricostruzione, neppure per le case con danni lievi. «La Protezione civile che ci serve deve fare tutt’altro. Prevenire le calamità naturali, partecipare all’unica grande opera utile al Paese: la messa in sicurezza del territorio», è scritto nell’appello». Di questi temi, insieme a lavoratori, associazioni, volontari, partiti, parleranno nel’assemblea pubblica del 18 febbraio. Nella mattina della stessa giornata i Vigili del fuoco dell’Rdb Cub hanno indetto, contro la Protezione civile Spa, un presidio di protesta davanti al Parlamento.


7 febbraio 2010 - Liberazione

Appello per un'assemblea contro la privatizzazione
18 febbraio: "No alla protezionecivile Spa"

Il 18 febbraio sarà un "no Bertolaso day". L'Osservatorio civile, rete di volontari, associazioni, comitati territoriali, sindacati, partiti, si mobilita contro l'approvazione del decreto che istituisce la Protezione civile Spa. Il 18 febbraio, nel pomeriggio, è stata indetta,all'università La Sapienza una assemblea pubblica per dire no al decreto 195 in discussione in Parlamento. «C'è poco tempo per impedire la privatizzazione delle emergenze; per impedire che il governo porti a compimento l'opera di snaturamento di uno strumento fondamentale, in un Paese a rischio come il nostro: la Protezione Civile. Con l'obiettivo di governare il territorio, fuori da ogni controllo democratico, sfruttando le emergenze», afferma l'appello di lancio dell'iniziativa ( www.osservatoriocivile.org ), che ha raccolto già oltre 3mila adesioni. «La Spa potrà agire da general contractor , detenere immobili, fare utili. Così si rendono le emergenze un business», è scritto nel testo.
Alla protesta hanno aderito, con una lettera, anche 60 parlamentari del Pd, che si aggiungono alla lunga lista di sottoscrizioni: il responsabile ambiente della Cgil Claudio Falasca, Carlo Podda e Antonio Crispi della Fp Cgil, la Fp Cgil presidenza del Consiglio dei Ministri, il sindacato di base Rdb, le organizzazioni sindacali dei vigili del fuoco, rappresentati dei partiti della sinistra (Prc, Verdi, Pdci, SeL), il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando, le associazioni dei terremotati aquilani, il Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano, la Rete No Ponte di Reggio Calabria, rappresentati dei No Tav, intellettuali e decine di movimenti e comitati, volontari e realtà locali di Protezione civile. La Spa «potrà agire in qualsiasi circostanza, avvalendosi del potere di emanare ordinanze in deroga ad ogni legge e disposizione vigente. Si produce così uno snaturamento istituzionale. Il presidente del consiglio interviene su qualsiasi opera con strumenti discrezionali, coperto dal marchio positivo di migliaia di volontari e associazioni. Ci batteremo contro conversione ed esprimiamo solidarietà a tutti coloro che si stanno muovendo per informare i cittadini della gravissima distorsione che l'approvazione di questo atto può portare alla vita democratica del Paese», afferma la lettera dei parlamentari dell'opposizione.
La Protezione civile, sostiene la rete Osservatorio civile, da una risorsa per il Paese sta diventando un pericolo per la democrazia. Dal 2001, quando Bertolaso è diventato capo della Protezione civile, sono state varate quasi 700 ordinanze in deroga al codice degli appalti pubblici, ai piani regolatori, alle norme su salute e sicurezza del lavoro, alle leggi ambientali. La protezione civile ha abbandonato previsione e prevenzione delle calamità naturali per diventare un grande ente appaltatore delle opere pubbliche legate ai grandi eventi, libero dal controllo della Corte dei Conti. Con risultati, com'è possibile vedere alla Maddalena, tutt'altro che efficienti. La Protezione civile ha militarizzato interi pezzi del territorio: le discariche campane e l'inceneritore di Acerra sono state definite siti d'interesse strategico nazionale, per nascondere i gravi rischi per la salute causati dalla violazione delle norme in materia di salute dei cittadini. Nei campi dell'Aquila è stato impossibile anche solo fare assemblee o volantinare ed è stato imposto, senza neppure consultare cittadini, il Piano case, che produrrà gravi danni sul tessuto urbanistico della città. Ancora oggi, in Abruzzo, circa 8mila cittadini vivono negli alberghi sulle coste, e non sono partiti i lavori di ricostruzione, neppure per le case con danni lievi. «La Protezione civile che ci serve deve fare tutt'altro. Prevenire le calamità naturali, partecipare all'unica grande opera utile al Paese: la messa in sicurezza del territorio», è scritto nell'appello.
Di questi temi, insieme a lavoratori, associazioni, volontari, partiti, si parlerà nell'assemblea pubblica del 18 febbraio. Nella mattina della stessa giornata i Vigili del fuoco dell'Rdb Cub hanno indetto, contro la Protezione civile Spa, un presidio di protesta davanti al Parlamento.
Per adesioni: noallaprotezionecivilespa@gmail.com
www.osservatoriocivile.org


6 febbraio 2010 - Primadanoi

No alla Protezione civile $pa. La protesta di sindacati, volontari, associazioni
ROMA. 60 parlamentari del Pd aderiscono all'appello. Il 18 febbraio assemblea contro la Spa di Bertolaso

Il 18 febbraio sarà un "no Bertolaso day". L’Osservatorio civile, rete di volontari, associazioni, comitati territoriali, sindacati, partiti, si mobilita contro l’approvazione del decreto che istituisce la Protezione civile Spa.
Il 18 febbraio, nel pomeriggio è stata indetta, all’università La Sapienza, una assemblea pubblica, per dire no al decreto195 in discussione in Parlamento.
Anche se formalmente questa nuova spa non esiste ancora nei giorni scorsi Bertolaso ha fatto capire che si è quasi in dirittura d'arrivo.
«C’è poco tempo per impedire la privatizzazione delle emergenze; per impedire che il governo porti a compimento l’opera di snaturamento di uno strumento fondamentale, in un Paese a rischio come il nostro: la Protezione Civile. Con l’obiettivo di governare il territorio, fuori da ogni controllo democratico, sfruttando le emergenze», afferma l’appello di lancio dell’iniziativa, che ha raccolto già oltre 3mila adesioni. «La Spa potrà agire da general contractor, detenere immobili, fare utili. Così si rendono le emergenze un business», è scritto nel testo.
Alla protesta di giovedì hanno aderito, con una lettera, anche 60 parlamentari del Pd, che si aggiungono alla lunga lista di sottoscrizioni: il responsabile ambiente della Cgil Claudio Falasca, Carlo Podda e Antonio Crispi della Fp Cgil, la Fp Cgil presidenza del Consiglio dei Ministri, il sindacato di base Rdb, le organizzazioni sindacali dei vigili del fuoco, rappresentati dei partiti della sinistra (Prc, Verdi, Pdci, SeL), il portavoce dell’Idv Leoluca Orlando, le associazioni dei terremotati aquilani, il Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano, la Rete No Ponte di Reggio Calabria, rappresentati dei No Tav, intellettuali e decine di movimenti e comitati, volontari e realtà locali di Protezione civile.
La Spa «potrà agire in qualsiasi circostanza, avvalendosi del potere potere di emanare ordinanze in deroga ad ogni legge e disposizione vigente. Si produce così uno snaturamento istituzionale. Il presidente del consiglio interviene su qualsiasi opera con strumenti discrezionali, coperto dal marchio positivo di migliaia di volontari e associazioni. Ci batteremo contro conversione ed esprimiamo solidarietà a tutti coloro che si stanno muovendo per informare i cittadini della gravissima distorsione che l’approvazione di questo atto può portare alla vita democratica del Paese», afferma la lettera dei parlamentari dell’opposizione.
La Protezione civile, sostiene la rete Osservatorio civile, da una risorsa per il Paese «sta diventando un pericolo per la democrazia».
«Dal 2001, quando Bertolaso è diventato capo della Protezione civile, sono state varate quasi 700 ordinanze in deroga al codice degli appalti pubblici, ai piani regolatori, alle norme su salute e sicurezza del lavoro, alle leggi ambientali. La protezione civile ha abbandonato previsione e prevenzione delle calamità naturali per diventare un grande ente appaltatore delle opere pubbliche legate ai grandi eventi, libero dal controllo della Corte dei Conti. Con risultati, com’è possibile vedere alla Maddalena, tutt’altro che efficienti».
«Nei campi dell’Aquila», ricorda il coordinamento, «è stato impossibile anche solo fare assemblee o volantinare ed è stato imposto, senza neppure consultare cittadini, il Piano case, che produrrà gravi danni sul tessuto urbanistico della città. Ancora oggi, in Abruzzo, circa 8mila cittadini vivono negli alberghi sulla coste, e non sono partiti i lavori di ricostruzione, neppure per le case con danni lievi».


6 febbraio 2010 - Terra

E spunta un "No Bertolaso day"
PROTEZIONE CIVILE. Il decreto che introduce la Protezione civile spa, in discussione in Parlamento, ha fatto perdere molti consensi all’uomo delle emergenze, Guido Bertolaso.

Era da chiunque riconosciuto come un «uomo di Stato». Capace di mettere tutti d’accordo, per la sua efficienza e determinazione. Ma qualcosa sta scricchiolando. Il decreto che introduce la Protezione civile spa, in discussione in Parlamento, ha fatto perdere molti consensi all’uomo delle emergenze, Guido Bertolaso. Che da patriota fuori dagli schieramenti è stato smascherato come vera spalla destra del governo «eversivo» di Silvio Berlusconi. Non solo il Pd - tutto, anche i suoi vecchi amici - si sono schierati con toni durissimi contro il decreto (la cui approvazione al Senato è slittata a martedì). Ma anche fuori dal Parlamento c’è chi di "superguido" non si fida più. Una rete di sindacati, movimenti e associazioni, dai comitati degli sfollati aquilani alla Cgil passando per i "no discarica" napoletani, hanno lanciato una mobilitazione contro la Spa e l’abuso del potere di ordinanza: un appello (www.osservatoriocivile.org) e un’assemblea pubblica il 18 febbraio. Nella stessa mattina i vigili del Fuoco di Rdb saranno in piazza per dire no alla Spa. Una specie di "No Bertolaso day".


5 febbraio 2010 - Spoleto online

VIGILI DEL FUOCO: RdB P.I.: MAI TRATTATI COSI MALE

Roma - Presidio in piazza di Monte Citorio - ore 10.00. Nel pomeriggio assemblea all'Università La Sapienza con la rete "Osservatorio Civile". Il prossimo 18 febbraio la RdB P.I. Vigili del Fuoco sarà in piazza di Monte Citorio per protestare contro la mortificazione del Corpo Nazionale e contro la costituenda "Protezione Civile S.p.A", in discussione in questi giorni nelle aule parlamentari. Finito lo scenario del terremoto, di Viareggio, di Messina, i Vigili del Fuoco sono diventati "pacchi". Per la carenza di organico veniamo mobilitati senza alcun criterio solo per tappare i buchi delle defezioni create dal governo. Le assunzioni vanno sempre più a rilento, il contratto di lavoro cosi come si è aperto è stato immediatamente chiuso: le risorse non ci sono, e quelle messe a disposizione non vanno oltre l'elemosina; dal 2008 ad oggi gli aumenti non superano i 50 ? a fronte di stipendi da fame. Inoltre dopo la riforme di militarizzazione del Corpo Nazionale le nostre carriere bloccate da anni. La RdB VVF ha scritto al Ministro dell'Interno per richiedere l'ennesimo incontro che possa dare risposte alla categoria. Ma intanto il Ministero dell'Ambiente si crea una struttura per interventi urgenti in situazioni di rischio idrogeologico e, non ultimo, una Protezione Civile che già ha sottratto competenze al Corpo Nazionale creando un dualismo che non fa certo bene alle attività di soccorso, sta per essere trasformata in società per azioni, diventando un comitato di affari ed emarginando definitivamente i Vigili del Fuoco dalla cabina di regia della gestione di emergenze e calamità. Siamo stanchi ed umiliati la mattina del 18 febbraio scenderemo di nuovo in piazza per rivendicare la nostra dignità. Nel pomeriggio daremo poi il nostro contributo all'assemblea contro la Protezione civile SpA. presso l'Università La Sapienza di Roma, lanciata dalle Rete Osservatorio Civile il cui appello abbiamo sottoscritto e sosteniamo.
notizie@vigilidelfuoco.rdbcub.it


5 febbraio 2010 - Il Manifesto

PROTEZIONE CIVILE SPA
In Senato, trovata la copertura finanziaria. A Roma, il 18 febbraio, un'assemblea e un sit-in
Bertolaso si prepara a lasciare il doppio incarico per il ministero

(E.Ma.) Come era prevedibile, lo scoglio della mancanza di copertura finanziaria alla norma che istituisce la nuova Protezione civile Spa è stato superato. Il decreto legge si avvia ora rapidamente verso la conclusione dell'iter di conversione in Senato (il voto finale è previsto per martedì o mercoledì prossimi). E ai tanti che si oppongono alla privatizzazione di un pezzo importante dello Stato non rimane che manifestare. Appuntamento per un sit-in e un'assemblea, a Roma, il 18 febbraio.
Dopo un giorno di lavoro, infatti, alla fine ieri il relatore di maggioranza Antonio D'Alì è riuscito ad ottenere il via libera della commissione Bilancio di Palazzo Madama con un emendamento all'articolo 16 del decreto legge, il cuore del provvedimento che definisce la nuova società in house. Ora il problema si fa più squisitamente politico, come dimostra l'acceso dibattito che si è scatenato in Aula quando si è arrivati all'analisi dell'articolo 15, quello che concentra nella stessa persona il ruolo istituzionale di Sottosegretario e quello amministrativo di capo della Protezione civile. Interrotti i lavori, l'Assemblea si è riaggiornata a martedì prossimo per concludere l'esame del dl che norma anche il passaggio di consegne nell'emergenza terremoto in Abruzzo e in quella rifiuti in Campania. Un dibattito vivace che si è svolto «nella plateale assenza del governo», come ha fatto notare la senatrice Adamo del Pd. Peggio: «Era presente solo Guido Bertolaso che è membro dell'esecutivo solo in virtù proprio di questo decreto che il Parlamento deve ancora approvare». Bertolaso però - «l'uomo che non deve chiedere mai», come l'ha ribattezzato il democratico Gasbarri che ha fatto notare come il compenso del capo della Protezione civile lievita ogni volta che gestisce un "grande evento" - ha annunciato che presto verrà sostituito al vertice del Dipartimento di Pc, e che per intanto sarà affiancato da un vice a cui trasmettere il proprio prezioso know how. Una promessa che però non ha fatto scendere la temperatura. Se il Pd Zanda denuncia l'uso politico della Protezione civile e invita l'Aula a non votare l'articolo 15 perché affida a Bertolaso «troppo potere», Rutelli invece ovviamente si defila su una materia, quella del doppio incarico, che definisce tutta «politica» e annuncia perciò la sua astensione. Come lui, ma con un po' di coraggio in più, farà il senatore Pdl Baldassarri, presidente della commissione Finanze, che avverte: «Stiamo attenti a non trasformare un organismo tecnico in un organismo politico, soggetto allo spoil system».
Perfettamente convinti, invece, che la nuova Spa produca «un vero snaturamento istituzionale dell'azione amministrativa e di governo», oltre 60 parlamentari Pd hanno inviato una lettera di condivisione di intenti con i tanti cittadini, movimenti, sindacati e partiti che hanno aderito alla mobilitazione indetta per il 18 febbraio a Roma dalla rete osservatoriocivile.org. Con un sit-in al mattino davanti Montecitorio organizzato dal sindacato Rdb dei Vigili del fuoco e un'assemblea nel pomeriggio all'università La Sapienza, invitano a partecipare. Perché: «C'è poco tempo...».


4 febbraio 2010 - Asca

PROTEZIONE CIVILE: RDB VIGILI FUOCO, SPA MORTIFICA CORPO NAZIONALE

(Asca) Scenderanno in piazza i vigili del fuoco aderenti ai sindacati di base per protestare contro la costituenda ''Protezione Civile spa'', in discussione in questi giorni al Senato. La protesta, annunciata per il 18 febbraio in piazza Montecitorio, e' stata indetta contro quella che viene definita ''la mortificazione del Corpo Nazionale''. ''Finito lo scenario del terremoto, di Viareggio, di Messina, i vigili del fuoco sono diventati pacchi. - denuncia Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB Pubblico Impiego VVF. Per la carenza di organico veniamo mobilitati senza alcun criterio solo per tappare i buchi delle defezioni create dal governo. Le assunzioni vanno sempre piu' a rilento, il contratto di lavoro cosi come si e' aperto e' stato immediatamente chiuso: le risorse non ci sono, e quelle messe a disposizione non vanno oltre l'elemosina; dal 2008 ad oggi gli aumenti non superano i 50 Euro a fronte di stipendi da fame. Inoltre dopo la riforme di militarizzazione del corpo nazionale le nostre carriere bloccate da anni''. La RdB VVF annuncia poi di aver scritto al Ministro dell'Interno per richiedere un incontro ''che possa dare risposte alla categoria''. ''Ma intanto - sottolinea Jiritano - il Ministero dell'Ambiente si crea una struttura per interventi urgenti in situazioni di rischio idrogeologico e, non ultimo, una Protezione Civile che gia' ha sottratto competenze al Corpo Nazionale creando un dualismo che non fa certo bene alle attivita' di soccorso, sta per essere trasformata in societa' per azioni, diventando un comitato di affari ed emarginando definitivamente i vigili del fuoco dalla cabina di regia della gestione di emergenze e calamita'''.


4 febbraio 2010 - Il Cittadino online

Pompieri in piazza contro Protezione Civile Spa

ROMA. Scenderanno in piazza i vigili del fuoco aderenti ai sindacati di base per protestare contro la costituenda ‘‘Protezione Civile spa’‘, in discussione in questi giorni al Senato. La protesta, annunciata per il 18 febbraio in piazza Montecitorio, e’ stata indetta contro quella che viene definita ‘‘la mortificazione del Corpo Nazionale’‘. ‘Finito lo scenario del terremoto, di Viareggio, di Messina, i vigili del fuoco sono diventati pacchi – denuncia Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB Pubblico Impiego VVF. Per la carenza di organico veniamo mobilitati senza alcun criterio solo per tappare i buchi delle defezioni create dal governo. Le assunzioni vanno sempre piu’ a rilento, il contratto di lavoro cosi come si e’ aperto e’ stato immediatamente chiuso: le risorse non ci sono, e quelle messe a disposizione non vanno oltre l’elemosina; dal 2008 ad oggi gli aumenti non superano i 50 Euro a fronte di stipendi da fame. Inoltre dopo la riforme di militarizzazione del corpo nazionale le nostre carriere bloccate da anni’‘. La RdB VVF annuncia poi di aver scritto al Ministro dell’Interno per richiedere un incontro ‘‘che possa dare risposte alla categoria’‘. ‘‘Ma intanto – sottolinea Jiritano – il Ministero dell’Ambiente si crea una struttura per interventi urgenti in situazioni di rischio idrogeologico e, non ultimo, una Protezione Civile che gia’ ha sottratto competenze al Corpo Nazionale creando un dualismo che non fa certo bene alle attivita’ di soccorso, sta per essere trasformata in societa’ per azioni, diventando un comitato di affari ed emarginando definitivamente i vigili del fuoco dalla cabina di regia della gestione di emergenze e calamita’‘’.