Argomento:

FINANZIARIA: Il testo licenziato. La Cub boccia in blocco la Finanziaria di stampo liberista varata dal Governo Prodi e conferma lo sciopero generale del 17 novembre per una effettiva redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e prec

Roma -

Non c’e’ stata alcuna risposta alla richiesta di migliorare le condizione di vita a dipendenti e pensionati: al massimo e’ stata data una mancia o una elemosina ad alcune limitate categorie; al contrario i redditi della gran parte dei lavoratori e dei pensionati sono stati sostanzialmente diminuiti con le nuove aliquote Irpef, il taglio ai diritti sociali, dalla sanità alla scuola, agli enti locali al P.i..
Lo sciopero generale punta a ristabilire un meccanismo automatico di adeguamento all’aumento dei prezzi di salari e pensioni che continueranno a perdere il 2,5% circa l’anno, alla cancellazione della legge Biagi e del pacchetto Treu per un lavoro stabile e tutelato, all’eliminazione del silenzio-assenso per il trasferimento del tfr sia ai fondi pensioni privati che all’Inps e al rilancio della previdenza pubblica.
‘’Non ci stupisce il consenso a questa manovra di Cgil, Cisl e Uil – ha sottolineato Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale della Cub -. Epifani, Bonanni e Angeletti hanno fatto un po’ di opposizione verbale, ma poi hanno accettato in blocco di scelte anti-popolari del governo.
Ma il nostro obbiettivo non è in chiave solo di contestazione della attuale linea economica, ma per avere risposte proprio su una reale redistribuzione del reddito. Invece la Finanziaria è un ulteriore attacco.
L’astensione generale del 17 novembre sara’ preceduta da varie iniziative di lotta fra cui il 6 ottobre lo sciopero nazionale dei precari del pubblico impiego con manifestazione a Roma.


In allegato il testo della Finanziaria 2007 approvato in Consiglio dei Ministri il 29 settembre ed il Decreto Legge collegato


1 ottobre 2006 - Ansa

FINANZIARIA: CUB; NO A MANOVRA, SCIOPERO IL 10/11
TIBONI, OBIETTIVO REALE REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO

MILANO - La Confederazione unitaria di base (Cub) ''boccia in blocco'' la Finanziaria ''di stampo liberista'' varata dal Governo Prodi e conferma lo sciopero generale del 10 novembre per una ''effettiva'' redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari. Secondo il sindacato di base, ''non c'e' stata alcuna risposta alla richiesta di migliorare le condizione di vita a dipendenti e pensionati: al massimo e' stata data una mancia o una elemosina ad alcune limitate categorie; al contrario i redditi della gran parte dei lavoratori e dei pensionati sono stati sostanzialmente diminuiti con le nuove aliquote Irpef''. Lo sciopero generale punta, fra l'altro, a ristabilire un meccanismo automatico di adeguamento all'aumento dei prezzi di salari e pensioni (queste ultime ''continueranno a perdere il 2,5% circa l'anno''), alla cancellazione della legge Biagi e del pacchetto Treu per un lavoro stabile e tutelato, all'eliminazione del silenzio-assenso per il trasferimento del Tfr sia ai fondi pensioni privati che all'Inps e al rilancio della previdenza pubblica.
''Non ci stupisce il consenso a questa manovra di Cgil, Cisl e Uil - ha sottolineato Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale della Cub -. Epifani, Bonanni e Angeletti hanno fatto un po' di opposizione verbale ma poi hanno accettato il blocco di scelte anti-popolari del governo. Ma il nostro obiettivo non e' in chiave solo di contestazione della attuale linea economica, ma per avere risposte proprio su una reale redistribuzione del reddito. Invece la Finanziaria e' un ulteriore attacco ai diritti sociali dalla sanita' alla scuola''. L'astensione generale del 10 novembre sara' preceduta - ha spiegato ancora la Cub - da varie iniziative di lotta fra cui il 6 ottobre lo sciopero nazionale dei precari del pubblico impiego con manifestazione a Roma.

FINANZIARIA: SINDACATI, PRIMI SI'; EPIFANI, REDISTRIBUISCE
BONANNI, CI SONO LINEE EQUITA'; CONFCOMMERCIO, MIOPE E INIQUA

MILANO - La Finanziaria incassa un primo, importante via libera delle parti sociali, a partire da quello della maggiore organizzazione sindacale del Paese, la Cgil, il cui segretario generale Guglielmo Epifani fa sapere di trovare "condivisibile" la redistribuzione del reddito attuata dalla manovra e che tali interventi vengono considerati "il cuore, il senso politico" del provvedimento. E dai sindacati arriva anche un primo giudizio positivo della Cisl, con il segretario generale Raffaele Bonanni che dice di ritrovare nella Finanziaria "le linee essenziali di equità da noi richieste". Epifani si è detto "''colpito" soprattutto dalle "reazione del centrodestra, dai toni e dall'arroganza delle parole" sollevate dalla Finanziaria. Così la stilettata del leader della Cgil alla Casa delle Libertà non si è fatta attendere: "Tutto è legittimo, meno dimenticarsi di quello che hanno fatto e come hanno lasciato il Paese. Non è solo ingeneroso, ma scorretto pensare che gli altri possano fare, dai guai che hai lasciato - ha detto -. Perché se lasci senza finanziamenti la scuola, le ferrovie, le poste, il mezzogiorno, la ricerca universitaria, gli ammortizzatori sociali, le strade, le università, i porti e gli aeroporti, il contratto pubblico, la condizione dei pensionati delle famiglie" peggiora. L' intervento di Epifani sulla Finanziaria è parso scaldare ancor più, se possibile, gli animi dei quadri e degli iscritti alla Cgil riuniti al teatro Arcimboldi di Milano per il Centenario dell'organizzazione sindacale. Così, il discorso di Epifani, che chiudeva i festeggiamenti per il compleanno della Cgil, ha raccolto una salva di applausi, con tanto di standing ovation cui hanno preso parte anche un presidente del Consiglio, Romano Prodi, visibilmente soddisfatto, e i diversi ministri presenti all'appuntamento. "Lunedì esamineremo il testo della proposta", ha precisato comunque Epifani chiedendo al Governo di non abbandonare la lotta all'evasione fiscale, in modo che non resti "la giusta iniziativa di un giorno". "Chi evade le tasse non è un tartassato - ha detto -, il vero tartassato è colui che le paga". Pronta la risposta di Prodi: "Se non si pone fine all'evasione fiscale - ha detto - non ci può essere una convivenza civile nel Paese". Dalla Cisl, Bonanni ha precisato che con questa manovra, "non hanno vinto i sindacati ma i lavoratori che erano in difficoltà e che negli ultimi anni hanno sopportato molte e molte ingiustizie". Maggior cautela sul Tfr, sul quale il segretario della Cisl si è riservato di "capire bene cosa è successo". Il Governo, ha ricordato, "aveva promesso di dare la possibilità di spostare i tempi in avanti e, se così non fosse, faremo sentire la nostra voce". Di tutt'altro segno la reazione della Confederazione unitaria di base (Cub), che "boccia in blocco" la Finanziaria "di stampo liberista" confermando lo sciopero generale del 10 novembre per una "effettiva" redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari. "Non c'é stata alcuna risposta alla richiesta di migliorare le condizione di vita a dipendenti e pensionati - ha fatto sapere il sindacato di base -: al massimo è stata data una mancia o una elemosina ad alcune limitate categorie; al contrario i redditi della gran parte dei lavoratori e dei pensionati sono stati sostanzialmente diminuiti con le nuove aliquote Irpef". Ai festeggiamenti della Cgil per il mondo degli industriali era presente il vice presidente di Confindustria, Alberto Bombassei, che però non ha rilasciato alcun commento. E se viale dell'Astronomia oggi non è si è registrato alcun intervento sulla manovra, un orientamento potrebbe emergere già domani, dal presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, atteso a Torino per un convegno. Scettica Confcommercio, che parla di una manovra "miope e iniqua" soprattutto per alcune "sorprese", come le "inaccettabili misure su contributi previdenziali e studi di settore". Secondo l'associazione dei commercianti si tratta di interventi che "vanno nella direzione opposta a quella annunciata nei giorni scorsi con le parti sociali, e cioé quella del rigore e dello sviluppo" e che fanno pagare la "parte produttiva del paese, il terziario, le Pmi, il lavoro autonomo". Così Confcommercio valuterà nei prossimi giorni eventuali forme di manifestazione e protesta. Il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, fa intanto sapere di prevedere "un impatto estremamente elevato" per i piccoli imprenditori. "Se si considerano soltanto la revisione degli studi di settore e gli interventi sulle pensioni - afferma -, gli artigiani pagheranno il 40% del totale dei sacrifici imposti alle imprese".


1 ottobre 2006 - Repubblica.it

Finanziaria, sì di Cgil e Cisl "Hanno vinto i lavoratori"

ROMA - Sindacati confederali favorevoli alla Finanziaria che il governo si appresta a presentare alle Camere. "La redistribuzione del reddito "è il cuore, il senso politico per noi condivisibile di questa manovra", ha detto stamane il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, parlando alle celebrazione dei 100 anni del sindacato.
Epifani ha sottolineato come un fatto positivo che con la finanziaria si torni "a occuparsi di una distribuzione del reddito che in questi anni ha premiato alcuni e scontentato molti".
"Non hanno vinto i sindacati ma i lavoratori", ha ribadito il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ancora a margine delle celebrazioni del centenario della Cgil. "Hanno vinto i lavoratori - ha proseguito Bonanni - che erano più in difficoltà, coloro che hanno dovuto sopportare negli ultimi anni molte ingiustizie".
Bonanni ha poi sottolineato: "Le linee di equità ci sono, stiamo studiando proprio in queste ore le caratteristiche norma per norma. Le linee essenziali che noi chiedevamo ci sono: chi era più in difficoltà è stato aiutato, non capisco tutte queste polemiche sul ceto medio".
A proposito del Tfr il segretario della Cisl ha spiegato che bisogna comprendere bene "quello che è successo, noi privilegiamo i fondi pensioni e spero si abbia il tempo da parte nostra, laddove il governo è intervenuto, di organizzarci per allestirli".
Al contrario la Confederazione unitaria di base (Cub) "boccia in blocco" la Finanziaria "di stampo liberista" varata dal Governo Prodi e conferma lo sciopero generale del 10 novembre per una "effettiva" redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari.
Secondo il sindacato di base, "non c'è stata alcuna risposta alla richiesta di migliorare le condizione di vita a dipendenti e pensionati: al massimo è stata data una mancia o una elemosina ad alcune limitate categorie; al contrario i redditi della gran parte dei lavoratori e dei pensionati sono stati sostanzialmente diminuiti con le nuove aliquote Irpef".


2 ottobre 2006 - L'Unità

I sindacati apprezzano la redistribuzione a favore dei ceti deboli
Epifani sulle reazioni della destra: tutto è lecito, tranne dimenticare in che condizioni hanno lasciato il Paese

Milano - APPOGGIO La Finanziaria incassa un primo, importante via libera delle parti sociali, a partire da quello della maggiore organizzazione sindacale del Paese, la Cgil,
il cui segretario generale Guglielmo Epifani fa sapere di trovare «condivisibile» la redistribuzione del reddito attuata dalla manovra e che tali interventi vengono considerati «il cuore, il senso politico» del provvedimento. E dai sindacati arriva anche un primo giudizio positivo della Cisl, con il segretario generale Raffaele Bonanni che dice di ritrovare nella finanziaria «le linee essenziali di equità da noi richieste».
Epifani si è detto «colpito» soprattutto dalle «reazione del centrodestra, dai toni e dall'arroganza delle parole» sollevate dalla finanziaria. Così la stilettata del leader della Cgil alla Casa delle Libertà non si fa attendere: «Tutto è legittimo, meno dimenticarsi di quello che hanno fatto e come hanno lasciato il paese. Non è solo ingeneroso, ma scorretto pensare che gli altri possano fare, dai guai che hai lasciato, perché se lasci senza finanziamenti la scuola, le ferrovie, le poste, il mezzogiorno, la ricerca universitaria, gli ammortizzatori sociali, le strade, le università, i porti e gli aeroporti, il contratto pubblico, la condizione dei pensionati delle famiglie peggiora».
Dopo il lungo applauso (compreso quello di un soddisfatto Romano Prodi seduto in prima fila) raccolto con queste parole, il segretario della Cgil aggiunge che oggi il testo verrà esaminato insieme ai vertici delle altre organizzazioni sindacali. E di sicuro al governo verrà richiesto di non abbandonare la lotta all’evasione fiscale, in modo che non resti «la giusta iniziativa di un giorno. Chi evade le tasse non è un tartassato - prosegue Epifani - il vero tartassato è colui che le paga».
Dalla Cisl, Bonanni precisa che con questa manovra, «non hanno vinto i sindacati ma i lavoratori che erano in difficoltà e che negli ultimi anni hanno sopportato molte e molte ingiustizie». Maggior cautela sul Tfr, sul quale il segretario della Cisl si riserva di «capire bene cosa è successo». Il governo, ricorda, «aveva promesso di dare la possibilità di spostare i tempi in avanti e, se così non fosse, faremo sentire la nostra voce».
Secondo il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, la diminuzione del cuneo fiscale con criteri selettivi e le misure a favore dello sviluppo del Mezzogiorno sono elementi positivi, ma vi sono altri aspetti che destano «una preoccupazione oggettiva. In particolare - sottolinea Foccillo - sono preoccupato per la liberalizzazione delle tasse dei Comuni, che possono aumentare Ici ed Irpef. Non vorrei che insieme alle misure sulla sanità si arrivi ad un inasprimento del prelievo fiscale per tutti i cittadini». Ancora da capire è la distribuzione delle risorse tra sviluppo e investimenti - aggiunge il sindacalista - e la divisione in due tempi della riduzione del cuneo: «Ci sono ancora molti aspetti che dobbiamo valutare bene nel concreto».
Ai festeggiamenti della Cgil per il mondo degli industriali c’è anche il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, che però non commenta. È probabile che la posizione degli industriali venga espressa oggi dal presidente Luca Cordero di Montezemolo, atteso a Torino per un convegno. Negativo il giudizio dei sindacati autonomi aderenti alla Cub, scettica Confcommercio, che parla di una manovra «miope e iniqua», soprattutto per le «inaccettabili misure su contributi previdenziali e studi di settore». E il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, prevede «un impatto estremamente elevato» per i piccoli imprenditori: «Se si considerano soltanto la revisione degli studi di settore e gli interventi sulle pensioni - afferma - gli artigiani pagheranno il 40% del totale dei sacrifici imposti alle imprese»(gp.r.)


2 ottobre 2006 - Il Sole 24 Ore

Epifani: così si avvia la fase redistributiva

ROMA - Il sindacato è accanto a Romano Prodi in questa difficile congiuntura politica. Cgil, Cisl e Uil hanno apprezzato le caratteristiche della manovra dell'Esecutivo,ne hanno condiviso la ratio e si apprestano ad appoggiarlo nel corso della complessa battaglia che il Governo dovrà sostenere inParlamento e nel Paese. Guglielmo Epifani,segretario generale della Cgil, ha detto di considerare «condivisibile la redistribuzione del reddito operata dalla finanziaria, il cuore politico dell'intera manovra». Raffaele Bonanni, il segretario generale della Cisl,ha affermato che questa manovra va valutata con favore, perché «contiene le linee essenziali di equità che noi abbiamo ripetutamente chiesto al Governo».
Con loro anche gli altri sindacati. Paolo Pirani, segretario confederale della Uil, è stato esplicito nel sostenere che «le linee fondamentali della finanziaria sono importanti per il sindacato perché rovescia l'impostazione che si era creata nel Paese negli scorsi anni, tutta a sfavore dei ceti più deboli». E Renata Polverini, segretaria generale dell'Ugl, ha valutato positivamente la gradualità ritrovata dal sistema fiscale,misura da loro a lungo rincorsa. Sul fronte del no sono rimasti solo i Cub, che hanno visto nei provvedimenti del Governo solo qualche «mancia» o «elemosina» a favore dei lavoratori.
Questo non vuol dire che i sindacati approvino tutte le decisioni del Governo. Restano zone buie, nodi irrisolti, decisioni importanti che non si è capito ancora quale impatto avranno sull'economia e sulla situazione sociale del Paese, ma i giudizi di fondo dei sindacati sembrano essere fortemente positivi.
Le preoccupazioni che restano si appuntano in particolare sull'intervento disposto per il Tfr. «Noi — ha detto Bonanni — privilegiamo la previdenza integrativa e speriamo che il Governo ci metta nelle condizioni per risolvere i problemi ancora aperti, ma proprio per questo chiederemo al Governo in tempi strettissimi un tavolo di confronto con noi e con la Confindustria sui temi della previdenza integrativa». Un'esigenza fatta propria da Uil e Ugl, in tensione anche loro su questo terreno.
E proprio l'esigenza di portare avanti l'intervento avviato dal Governo spinge i sindacati a rilanciare il discorso della competitività ripreso nei giorni scorsi da Confindustria.«Adesso noi parti sociali — ha detto Bonanni — dobbiamo raccogliere l'invito lanciato da Luca Cordero di Montezemolo. L'esecutivo ha avviato la politica per la ripresa, ma adesso noi siamo chiamati a cercare e trovare delle soluzioni contrattuali che aumentino la competitività generale del nostro Paese per creare così quella ricchezza aggiuntiva che ci consenta poi di redistribuire qualcosa».
Un invito che Cgil, Uil e Ugl sono pronte a raccogliere. Marigia Maulucci, segretaria confederale Cgil, ricorda come già a Palazzo Chigi la sua organizzazione, ma tutto il sindacato accolse con grande favore l'ipotesi di uno sforzo comune per la competitività e come sia stata la Cgil a sostenere l'opportunità di misure fiscali a favore delle imprese che incrementano il salario aziendale ricorrendo alla contrattazione di secondo livello.
Ma in generale l'attenzione della Cgil, e si spiega così anche il favore con cui è stata vista la manovra economica, è tutta per una nuova centralità del lavoro. E non a caso ieri,nella manifestazione per la celebrazione del centenario della sua organizzazione, Epifani ha annunciato che chiederà ai presidenti di Camera e Senato un'inchiesta parlamentare sulla condizione del lavoro in Italia che, come già negli anni cinquanta, faccia luce su questo aspetto fondamentale della nostra società.(M.M.)


2 ottobre 2006 - Nuova Ferrara/Gazzetta di Modena, Mantova, Reggio/Centro/Corriere Alpi/AltoAdige/Trentino

Semaforo verde da Epifani Il segretario della Cgil: «Redistribuisce il reddito»
C’è l’ok anche della Cisl: «Hanno vinto i lavoratori»

MILANO - La Finanziaria incassa un primo, importante via libera delle parti sociali, a partire da quello della maggiore organizzazione sindacale del Paese, la Cgil, il cui segretario generale Guglielmo Epifani fa sapere di trovare «condivisibile» la redistribuzione del reddito attuata dalla manovra e che tali interventi vengono considerati «il cuore, il senso politico» del provvedimento. E dai sindacati arriva anche un primo giudizio positivo della Cisl, con il segretario Raffaele Bonanni che dice di ritrovare nella Finanziaria «le linee essenziali di equità da noi richieste».
Epifani si è detto «colpito» soprattutto dalle «reazione del centrodestra, dai toni e dall’arroganza delle parole» sollevate dalla Finanziaria. Così la stilettata del leader della Cgil alla Casa delle Libertà non si è fatta attendere: «Tutto è legittimo, meno dimenticarsi di quello che hanno fatto e come hanno lasciato il Paese. Non è solo ingeneroso, ma scorretto pensare che gli altri possano fare, dai guai che hai lasciato - ha detto -. Perchè se lasci senza finanziamenti la scuola, le ferrovie, le poste, il mezzogiorno, la ricerca universitaria, gli ammortizzatori sociali, le strade, le università, i porti e gli aeroporti, il contratto pubblico, la condizione dei pensionati delle famiglie» peggiora. L’ intervento di Epifani sulla Finanziaria è parso scaldare ancor più, se possibile, gli animi dei quadri e degli iscritti alla Cgil riuniti al teatro Arcimboldi di Milano per il Centenario dell’organizzazione sindacale. Così, il discorso di Epifani ha raccolto una salva di applausi, con tanto di standing ovation cui hanno preso parte anche Romano Prodi, visibilmente soddisfatto, e i diversi ministri presenti all’appuntamento.
Epifani ha chiesto al governo di non abbandonare la lotta all’evasione fiscale, in modo che non resti «la giusta iniziativa di un giorno». «Chi evade le tasse non è un tartassato - ha detto -, il vero tartassato è colui che le paga».
Dalla Cisl, Bonanni ha precisato che con questa manovra, «non hanno vinto i sindacati ma i lavoratori che erano in difficoltà e che negli ultimi anni hanno sopportato molte e molte ingiustizie». Maggior cautela sul Tfr, sul quale il segretario della Cisl si è riservato di «capire bene cosa è successo».
Di tutt’altro segno la reazione della Confederazione unitaria di base (Cub), che «boccia in blocco» la Finanziaria «di stampo liberista» confermando lo sciopero generale del 10 novembre. «Non c’è stata alcuna risposta alla richiesta di migliorare le condizione di vita a dipendenti e pensionati: al massimo è stata data una mancia o una elemosina ad alcune limitate categorie».


2 ottobre 2006 - Il Mattino

Il sì dei sindacati: manovra equa e solidale

Si vedrà se la Finanziaria passerà indenne in Parlamento, come prevede Romano Prodi, ma intanto la manovra ottiene il placet dei sindacati. Niente proteste, tantomeno minacce di sciopero, il segretario della Cgil giudica invece «condivisibile» la scelta del governo il cui «cuore è la redistribuzione del reddito», spiega Guglielmo Epifani nel teatro Arcimboldi di Milano dove si festeggia il centenario dell’organizzazione. Un sì prevedibile e previsto che scalda una platea tendenzialmente di sinistra, ma il via libera arriva anche dalla Cisl: nella Finanziaria - dice il leader Raffaele Bonanni - «ci sono le linee essenziali di equità da noi richieste e fa in modo che chi era più in difficoltà è stato aiutato. Un’inversione di tendenza per i lavoratori che erano in difficoltà e che negli ultimi anni hanno sopportato molte e molte ingiustizie». Unico giudizio in sospeso sul passaggio del Tfr all’Inps: il leader della Cisl non si sbilancia in attesa di «capire bene cosa è successo» e spiega di voler privilegiare «i fondi pensione» su cui il governo sarebbe già dovuto intervenire «per allestirli in modo da consentire la scelta». Le proteste arrivano invece dalla Confederazione unitaria di base (Cub) che «boccia in blocco» la manovra giudicata di «stampo liberista» contro cui il sindacato autonomo conferma lo sciopero generale già convocato per il 10 novembre. Meno drastica, ma scettica Confcommercio che parla di una manovra «miope e iniqua» e punta l’indice contro «le misure su contributi previdenziali e gli studi di settore». Iniziative che il governo dovrà mettere in campo per fronteggiare l’evasione fiscale, il pallino di Epifani che intanto chiede a Prodi di non enunciare solo buoni propositi perché «chi evade le tasse non è un tartassato - dice - ma lo è chi le paga». In attesa di conoscere quali saranno le iniziative di protesta già annunciate dai commercianti, un altro no arriva dal presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, che prevede «un impatto estremamente elevato» per i piccoli imprenditori e calcola che gli artigiani «pagheranno il 40 per cento del totale dei sacrifici imposti alle imprese». Fra coloro che bocciano la Finanziaria manca all’appello l’Ugl, il sindacato di destra. Nei giorni scorsi, però, minacciava lo sciopero qualora fossero stati ridotti i fondi per i dipendenti statali e denunciava la mancanza di un piano per la sicurezza. Il giudizio delle forze sociali pende comunque a favore del governo, mentre lo stop giunge dall’Anci, la principale associazione degli enti locali: «Dopo aver espresso la nostra insoddisfazione ora è forte anche la nostra preoccupazione visto i testi che abbiamo a disposizione ci riguardano per tre miliardi di euro tra contenimento della spesa e nuove entrate. Un impegno, se confermato, che appare troppo gravoso e insostenibile», dice il presidente, Leonardo Domenici, sindaco ds di Firenze. Un altro allarme giunge dai magistrati che denunciano gli effetti negativi della manovra: riduzione di tutti gli scatti di anzianità e tagli agli aumenti, «misure inaccettabili», dice Nello Rossi, segretario dell’Anm, che chiede «un incontro tempestivo con il governo». C’è invece chi plaude all’aumento dei fondi per la riforestazione, mentre le associazioni dei consumatori definiscono la Finanziaria «né equa né solidale». L’esatto contrario di quanto sostengono Epifani e Bonanni che promuovono Prodi a differenza di quanto avveniva negli anni scorsi con Berlusconi al quale è sempre mancato il sì di quelle che un tempo venivano definite le grandi organizzazioni di massa dei lavoratori.(p.per.)


2 ottobre 2006 - Il Giornale di Vicenza/Brescia Oggi/L'Arena

Primi «sì» dai sindacati
Artigiani e commercianti sul piede di guerra

Roma - La Finanziaria tiene banco anche ai festeggiamenti milanesi di ieri per il centenario della Cgil. Per la Confindustria c’era il vicepresidente Alberto Bombassei, che però non commenta. Un orientamento potrebbe emergere già oggi da Montezemolo, atteso a Torino per un convegno. Scettica, invece, la Confcommercio che contesta la manovra «miope e iniqua» perché - dice - va nella direzione opposta al rigore e allo sviluppo, e perché il conto - sostiene - lo paga la parte produttiva del Paese, il terziario, le piccole e medie imprese, il lavoro autonomo.
«Inoltre», aggiunge la Confcommercio, «gli effetti comporteranno un aumento della pressione fiscale e la depressione dei consumi». «In realtà», sostiene la presidente dei giovani della Confcommercio Michela Brambilla, che annuncia manifestazioni pubbliche insieme a Confartigianato e Cna, «è un atto di guerra contro il ceto medio, un episodio di lotta di classe combattuto con la spranga fiscale».
Dai sindacati, invece, arrivano i primi sì. Per il segretario della Cgil, «è stato giusto partire dalla questione della distribuzione del reddito che negli ultimi anni è aumentato per alcuni a svantaggio di molti». Guglielmo Epifani dà poi un consiglio a Prodi, in platea ad ascoltare il suo intervento: «Dovete andare avanti nella lotta all’evasione. Chi evade non è un tartassato dalle tasse, il tartassato è chi le paga». Il segretario della Cgil critica duramente il centrodestra, dicendosi «colpito dai toni e dall’arroganza delle parole» dell’ex maggioranza che - dice - «dimentica quello che ha fatto e come ha lasciato il Paese«. Anche il segretario della Cisl Bonanni dice che la Finanziaria contiene «le linee essenziali di equità» chieste dal sindacato. E sul tfr si riserva di «capire bene cosa sia successo». Di tutt’altro segno la reazione della Confederazione unitaria di base (Cub), che «boccia in blocco» la Finanziaria «di stampo liberista» confermando lo sciopero generale del 10 novembre per un’«effettiva» redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari.
Bocciature arrivano anche dal mondo dell’artigianato: Cna e Confartigianato (che si incontra domani per decidere le iniziative) sono pronte a una mobilitazione generale: «L’impatto della manovra è elevatissimo», dice il presidente della Confartigianato Giorgio Guerrini. «Se si considerano soltanto la revisione degli studi di settore e gli interventi sulle pensioni, gli artigiani pagheranno il 40 per cento del totale dei sacrifici imposti alle imprese». E per il segretario generale della Cna Giancarlo Sangalli, artigiani e commercianti contribuiranno per almeno due miliardi ciascuno alla manovra.
Gli artigiani criticano anche il metodo, sostenendo che il governo abbia «usato la concertazione come "arma impropria" per decidere a nostra insaputa, danneggiando la componente imprenditoriale del Paese, l’aumento dei contributi previdenziali di artigiani e commercianti».


2 ottobre 2006 - La Gazzetta di Parma

Primi sì da Epifani e Bonanni
«Ridistribuisce i redditi». Artigiani e commercianti perplessi. Consumatori: «Mini- stangata»

MILANO – La Finanziaria incassa un primo, importante via libera delle parti sociali, a partire da quello della maggiore organizzazione sindacale del Paese, la Cgil, il cui segretario generale Guglielmo Epifani fa sapere di trovare «condivisibile» la redistribuzione del reddito attuata dalla manovra e che tali interventi vengono considerati «il cuore, il senso politico» del provvedimento. E dai sindacati arriva anche un primo giudizio positivo della Cisl, con il segretario generale Raffaele Bonanni che dice di ritrovare nella Finanziaria « le linee essenziali di equità da noi richieste».
Epifani si è detto «colpito» soprattutto dalle «reazione del centrodestra, dai toni e dall’arroganza delle parole» sollevate dalla Finanziaria. Così la stilettata del leader della Cgil alla Cdl non si è fatta attendere: «Tutto è legittimo, meno dimenticarsi di quello che hanno fatto e come hanno lasciato il Paese. Non è solo ingeneroso, ma scorretto pensare che gli altri possano fare, dai guai che hai lasciato – ha detto -. Perchè se lasci senza finanziamenti la scuola, le ferrovie, le poste, il mezzogiorno, la ricerca universitaria, gli ammortizzatori sociali, le strade, le università, i porti e gli aeroporti, il contratto pubblico, la condizione dei pensionati delle famiglie» peggiora.
Dalla Cisl, Bonanni ha precisato che con questa manovra, «non hanno vinto i sindacati ma i lavoratori che erano in difficoltà e che negli ultimi anni hanno sopportato molte e molte ingiustizie».
Maggior cautela sul Tfr, sul quale il segretario della Cisl si è riservato di «capire bene cosa è successo» . Il governo, ha ricordato, «aveva promesso di dare la possibilità di spostare i tempi in avanti e, se così non fosse, faremo sentire la nostra voce».
Di tutt'altro segno la reazione della Confederazione unitaria di base (Cub), che «boccia in blocco» la Finanziaria «di stampo liberista» confermando lo sciopero generale del 10 novembre per una «effettiva » redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari. «Non c'è stata alcuna risposta alla richiesta di migliorare le condizione di vita a dipendenti e pensionati – ha fatto sapere il sindacato di base -: al massimo è stata data una mancia o una elemosina ad alcune limitate categorie; al contrario i redditi della gran parte dei lavoratori e dei pensionati sono stati sostanzialmente diminuiti con le nuove aliquote Irpef».
Scettica Confcommercio, che parla di una manovra «miope e iniqua» soprattutto per alcune « sorprese» , come le «inaccettabili misure su contributi previdenziali e studi di settore» . Secondo l’associazione dei commercianti si tratta di interventi che «vanno nella direzione opposta a quella annunciata nei giorni scorsi con le parti sociali, e cioè quella del rigore e dello sviluppo» e che fanno pagare la «parte produttiva del paese, il terziario, le Pmi, il lavoro autonomo». Così Confcommercio valuterà nei prossimi giorni eventuali forme di manifestazione e protesta.
Il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, fa intanto sapere di prevedere «un impatto estremamente elevato» per i piccoli imprenditori. «Se si considerano soltanto la revisione degli studi di settore e gli interventi sulle pensioni - afferma - gli artigiani pagheranno il 40% del totale dei sacrifici imposti alle imprese».
Una Finanziaria che risulta a saldo negativo per le famiglie: secondo i calcoli fatti dall’Adusbef i 150 euro di benefici, che arriveranno in media ai contribuenti saranno vanificati dai 260 euro di nuovi aggravi fiscali.
« Nelle pieghe della Finanziaria – sottolinea il presidente dell’Adusbef Elio Lannutti – spuntano tanti piccoli balzelli una semper, che messi insieme sono superiori al cuneo fiscale una tantum erogato ai lavoratori nel 2007».


2 ottobre 2006 - Il Giornale di Brescia

«Una manovra equa» la Cgil e la Cisl danno un primo via libera

MILANO - La Finanziaria incassa un primo, importante via libera delle parti sociali, a partire da quello della maggiore organizzazione sindacale del Paese, la Cgil, il cui segretario generale Guglielmo Epifani fa sapere di trovare «condivisibile» la redistribuzione del reddito attuata dalla manovra e che tali interventi vengono considerati «il cuore, il senso politico» del provvedimento. E dai sindacati arriva anche un primo giudizio positivo della Cisl.
Epifani si è detto «colpito» soprattutto dalle «reazione del centrodestra, dai toni e dall’arroganza delle parole» sollevate sulla Finanziaria.
Dalla Cisl, Bonanni ha precisato che con questa manovra, «non hanno vinto i sindacati ma i lavoratori che erano in difficoltà e che negli ultimi anni hanno sopportato molte e molte ingiustizie». Maggior cautela sul Tfr, sul quale il segretario della Cisl si è riservato di «capire bene cosa è successo».
Di tutt’altro segno la reazione della Confederazione unitaria di base (Cub), che «boccia in blocco la Finanziaria di stampo liberista» confermando lo sciopero generale del 10 novembre.
Da Confindustria non è giunto ancora nessun commento. Viceversa Confcommercio parla di una manovra «miope e iniqua» soprattutto per alcune «sorprese», come le «inaccettabili misure su contributi previdenziali e studi di settore». Il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, fa intanto sapere di prevedere «un impatto estremamente elevato» per i piccoli imprenditori. «Se si considerano soltanto la revisione degli studi di settore e gli interventi sulle pensioni - afferma -, gli artigiani pagheranno il 40% del totale dei sacrifici imposti alle imprese».


2 ottobre 2006 - Il Secolo XIX

Il sindacato contento, artigiani critici. Confcommercio infuriata : «Legge miope»

Roma. La Finanziaria incassa un primo, importante via libera delle parti sociali, a partire da quello della maggiore organizzazione sindacale del Paese, la Cgil, il cui segretario generale Guglielmo Epifani fa sapere di trovare «condivisibile» la redistribuzione del reddito attuata dalla manovra e che tali interventi vengono considerati «il cuore, il senso politico» del provvedimento. E dai sindacati arriva anche un primo giudizio positivo della Cisl, con il segretario generale Raffaele Bonanni che dice di ritrovare nella Finanziaria «le linee essenziali di equità da noi richieste».
Epifani si è detto «colpito» soprattutto dalle «reazione del centrodestra, dai toni e dall'arroganza delle parole» sollevate dalla Finanziaria. Così la stilettata del leader della Cgil alla Casa delle Libertà non si è fatta attendere: «Tutto è legittimo, meno dimenticarsi di quello che hanno fatto e come hanno lasciato il Paese. Non è solo ingeneroso, ma scorretto pensare che gli altri possano fare, dai guai che hai lasciato - ha detto -. Perché se lasci senza finanziamenti la scuola, le ferrovie, le poste, il mezzogiorno, la ricerca universitaria, gli ammortizzatori sociali, le strade, le università, i porti e gli aeroporti, il contratto pubblico, la condizione dei pensionati delle famiglie» peggiora.
Dalla Cisl, Bonanni ha precisato che con questa manovra, «non hanno vinto i sindacati ma i lavoratori che erano in difficoltà e che negli ultimi anni hanno sopportato molte e molte ingiustizie». Maggior cautela sul Tfr, sul quale il segretario della Cisl si è riservato di «capire bene cosa è successo». Il Governo, ha ricordato, «aveva promesso di dare la possibilità di spostare i tempi in avanti e, se così non fosse, faremo sentire la nostra voce».
Di tutt'altro segno la reazione della Confederazione unitaria di base (Cub), che «boccia in blocco» la Finanziaria «di stampo liberista» confermando lo sciopero generale del 10 novembre per una «effettiva» redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari. Scettica Confcommercio, che parla di una manovra «miope e iniqua» soprattutto per alcune «sorprese», come le «inaccettabili misure su contributi previdenziali e studi di settore».
Il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, fa intanto sapere di prevedere «un impatto estremamente elevato» per i piccoli imprenditori. «Se si considerano soltanto la revisione degli studi di settore e gli interventi sulle pensioni - afferma -, gli artigiani pagheranno il 40% del totale dei sacrifici imposti alle imprese».


2 ottobre 2006 - Corriere Adriatico

Ma la Confcommercio: "Miope ed iniqua"
Dai sindacati arriva il via libera

MILANO - La Finanziaria incassa un primo, importante via libera delle parti sociali, a partire da quello della maggiore organizzazione sindacale del Paese, la Cgil, il cui segretario generale Guglielmo Epifani fa sapere di trovare "condivisibile" la redistribuzione del reddito attuata dalla manovra e che tali interventi vengono considerati "il cuore, il senso politico" del provvedimento. E dai sindacati arriva anche un primo giudizio positivo della Cisl, con il segretario generale Raffaele Bonanni che dice di ritrovare nella Finanziaria "le linee essenziali di equità da noi richieste".
Epifani si è detto ""colpito" soprattutto dalle "reazione del centrodestra, dai toni e dall’arroganza delle parole" sollevate dalla Finanziaria. Così la stilettata del leader della Cgil alla Casa delle Libertà non si è fatta attendere: "Tutto è legittimo, meno dimenticarsi di quello che hanno fatto e come hanno lasciato il Paese... se lasci senza finanziamenti la scuola, le ferrovie, le poste, il mezzogiorno, la ricerca universitaria, gli ammortizzatori sociali, le strade, le università, i porti e gli aeroporti, il contratto pubblico, la condizione dei pensionati delle famiglie" peggiora. L’intervento di Epifani sulla Finanziaria è parso scaldare ancor più, se possibile, gli animi dei quadri e degli iscritti alla Cgil riuniti al teatro Arcimboldi di Milano per il Centenario dell’organizzazione sindacale. Così, il discorso di Epifani, che chiudeva i festeggiamenti per il compleanno della Cgil, ha raccolto una salva di applausi, con tanto di standing ovation cui hanno preso parte anche un presidente del Consiglio, Romano Prodi, visibilmente soddisfatto, e i diversi ministri presenti all’appuntamento.
Di tutt'altro segno la reazione della Confederazione unitaria di base (Cub), che "boccia in blocco" la Finanziaria "di stampo liberista" confermando lo sciopero generale del 10 novembre per una "effettiva" redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari. Ai festeggiamenti della Cgil per il mondo degli industriali era presente il vice presidente di Confindustria, Alberto Bombassei, che però non ha rilasciato alcun commento. Scettica Confcommercio, che parla di una manovra "miope e iniqua" soprattutto per alcune "sorprese", come le "inaccettabili misure su contributi previdenziali e studi di settore". Secondo l’associazione dei commercianti si tratta di interventi che "vanno nella direzione opposta a quella annunciata nei giorni scorsi con le parti sociali, e cioè quella del rigore e dello sviluppo" e che fanno pagare la "parte produttiva del paese, il terziario, le Pmi, il lavoro autonomo".


2 ottobre 2006 - La Nuova Sardegna

Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: «Condivisibile la redistribuzione del reddito attuata dalla manovra»
Il Governo incassa i primi sì dai sindacati confederali

MILANO - La Finanziaria incassa un primo, importante via libera delle parti sociali, a partire da quello della maggiore organizzazione sindacale del Paese, la Cgil, il cui segretario generale Guglielmo Epifani fa sapere di trovare «condivisibile» la redistribuzione del reddito attuata dalla manovra e che tali interventi vengono considerati «il cuore, il senso politico» del provvedimento.
E dai sindacati arriva anche un primo giudizio positivo della Cisl, con il segretario generale Raffaele Bonanni che dice di ritrovare nella Finanziaria «le linee essenziali di equità da noi richieste». Epifani si è detto «colpito» soprattutto dalle «reazione del centrodestra, dai toni e dall’arroganza delle parole» sollevate dalla Finanziaria. Così la stilettata del leader della Cgil alla Casa delle Libertà non si è fatta attendere.
«Tutto è legittimo, meno dimenticarsi di quello che hanno fatto e come hanno lasciato il Paese. Non è solo ingeneroso, ma scorretto pensare che gli altri possano fare, dai guai che hai lasciato - ha detto Epifani -. Perchè se lasci senza finanziamenti la scuola, le ferrovie, le poste, il Mezzogiorno, la ricerca universitaria, gli ammortizzatori sociali, le strade, le università, i porti e gli aeroporti, il contratto pubblico, peggiora la condizione dei pensionati delle famiglie».
L’intervento di Epifani sulla Finanziaria è parso scaldare ancor più, se possibile, gli animi dei quadri e degli iscritti alla Cgil riuniti al teatro Arcimboldi di Milano per il Centenario dell’organizzazione sindacale. Così, il discorso di Epifani, che chiudeva i festeggiamenti per il compleanno della Cgil, ha raccolto una salva di applausi, con tanto di standing ovation cui hanno preso parte anche un presidente del Consiglio, Romano Prodi, visibilmente soddisfatto, e i diversi ministri presenti all’appuntamento.
«Lunedì esamineremo il testo della proposta», ha precisato comunque Epifani chiedendo al Governo di non abbandonare la lotta all’evasione fiscale, in modo che non resti «la giusta iniziativa di un giorno». «Chi evade le tasse non è un tartassato - ha detto -, il vero tartassato è colui che le paga».
Pronta la risposta di Prodi: «Se non si pone fine all’evasione fiscale - ha detto - non ci può essere una convivenza civile nel Paese». Dalla Cisl, Bonanni ha precisato che con questa manovra, «non hanno vinto i sindacati, ma i lavoratori che erano in difficoltà e che negli ultimi anni hanno sopportato molte e molte ingiustizie». Maggior cautela sul Tfr, sul quale il segretario della Cisl si è riservato di «capire bene cosa è successo».
Il Governo, ha ricordato, «aveva promesso di dare la possibilità di spostare i tempi in avanti e, se così non fosse, faremo sentire la nostra voce». Di tutt’altro segno la reazione della Confederazione unitaria di base (Cub), che «boccia in blocco» la Finanziaria «di stampo liberista», confermando lo sciopero generale del 10 novembre per una «effettiva» redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari.
«Non c’è stata alcuna risposta alla richiesta di migliorare le condizione di vita a dipendenti e pensionati - ha fatto sapere il sindacato di base -: al massimo è stata data una mancia o una elemosina ad alcune limitate categorie; al contrario i redditi della gran parte dei lavoratori e dei pensionati sono stati sostanzialmente diminuiti con le nuove aliquote Irpef».


2 ottobre 2006 - Il Manifesto

Pubblico impiego, ferita ancora aperta
Nessun accordo, per ora, sulle risorse per il rinnovo dei contratti. Così come su le «finestre» pensionistiche del 2007, il «piano casa» e le risorse per i non autosufficienti
di Francesco Piccioni

Era uno dei dossier più spinosi, quello dei pubblico impiego. Ed è rimasto tale. Alle 21,30 di ieri sera i ministri sono usciti da palazzo Chigi senza aver «trovato la quadra» su questo punto fondamentale, uno dei quattro - spiega Paolo Ferrero - «che costringono a sospendere il giudizio sul merito della finanziaria. Tutto dipenderà da come nelle prossime ore verranno risolti questo e altri problemi rimasti aperti: le finestre per le pensioni nel 2007, il finanziamento del 'piano casa' approvato una settimana fa e le risorse per i non autosufficienti». Un blocco di problemi che potrebbe far levitare a questo punto la cifra complessiva della manovra ben al di sopra dei 33,5 miliardi di euro.
I sindacati avevano sollecitato il governo ad aumentare drasticamente la dotazione prevista per il rinnovo del biennio economico 2006-2007, che il governo - così come l'ultimo esecutivo di Berlusconi - aveva limitato a un solo miliardo. Una cifra ridicola per far fronte a una platea di 3,4 milioni di persone. «Equivalgono a 20 euro netti per due anni», aveva freddamente calcolato un solitamente più tranquillo Epifani. Fino a ricordare che se il governo voleva proseguire su questa strada «ci sono conseguenze di cui tutti sono avvertiti». Ossia: sciopero. Né aveva riscosso maggiore successo l'ipotesi di «spalmare» il rinnovo su 2007 e 2008.
Il contratto è scaduto da ormai nove mesi. E i sindacati avevano calcolato che per la firma occorrevano 3,7 miliardi. Non era facile, comunque. Non lo era sul piano del calcolo economico, in primo luogo. Ma soprattutto su quello mediatico. Tutti i grandi giornali («spontaneamente» filo-confindustriali), infatti, hanno fin qui fatto fuoco e fiamme per spingere il governo a «stangare» i dipendenti pubblici. Basti pensare alla campagna personale di Pietro Ichino contro «i fannulloni», ospitata a più puntate sul Corriere della sera. Ma su questo fronte i sindacati confederali non possono più fare un solo passo indietro. Nonostante la loro forza nel comparto, si trovano ormai a fare i conti sempre più frequentemente con la concorrenza dei sindacati di base; e non solo nel trasporto pubblico (dove pure manca la copertura per il rinnovo del contratto, a vertenza ormai aperta e con due scioperi già effettuati). Ai primi presidi spontanei di lavoratori all'ingresso di diversi ministeri, negli ultimi giorni, hanno partecipato perciò anche Cgil, Cisl e Uil. Non potevano certo rischiare di vedere ulteriormente eroso il proprio consenso, cedendo altro terreno a formazioni come la RdB-Cub, un sindacato che conta ormai 700.000 iscritti, per la maggior parte proprio nella pubblica amministrazione.
Anche perché quella della copertura finanziaria del rinnovo contrattuale è solo uno dei problemi. L'altro - e probabilmente anche più importante - è la «stabilizzazione» di circa 300.000 lavoratori precari, che da anni - da quando fu deciso il blocco del turnover - contribuiscono a far funzionare la macchina della pubblica amministrazione. Qui era stato promesso qualcosa di importante. E certo non può bastare qualche accenno - fatto però prima di iniziare la riunione di ieri - a un parziale «sblocco» delle assunzioni: un nuovo assunto ogni 4 o 5 lavoratori che vanno in pensione.