RdB-CUB Pubblico Impiego: Sciopero Generale il 30 marzo con manifestazione nazionale a Roma
In allegato il volantone e il manifesto da scaricare.
"Lo Sciopero Generale del 30 marzo del Pubblico Impiego e della Scuola è un atto dovuto" -dichiara Giuliano Greggi della Direzione nazionale nella presentazione dell’iniziativa nel corso della conferenza stampa di questa mattina.
"Ci sono condizioni vere per mettere in campo mobilitazioni molto forti. Le ragioni sono contenute nella piattaforma con cui RdB-CUB ha proclamato la giornata di lotta." "Il Memorandum d’intesa sul lavoro pubblico prelude lo smantellamento di alcuni funzioni centrali e periferiche dello Stato e mira di fatto alla chiusura dei servizi erogati ai cittadini dalla Pubblica Amministrazione;vi è un insignificante stanziamento economico sui rinnovi dei contratti 2006-2009 dei comparti pubblici scaduti da oltre 14 mesi; si avvia una riduzione degli organici con la conseguente cancellazione di decine di migliaia di posti di lavoro nel settore pubblico."
"Sulla stabilizzazione dei lavoratori precari nella P.A. il Governo, nonostante una campagna mediatica volta a risolvere la questione , non ha stanziato nessuna risorsa in tal senso, tant’è che fino ad oggi nessun precario è stato stabilizzato." Come prima risposta RdB-CUB ha convocato l’assemblea nazionale dei lavoratori precari il 2 marzo a Roma per decidere l’adesione dei lavoratori precari allo sciopero generale del 30 marzo e ha indetto assemblee regionali e nei posti di lavoro in preparazione allo sciopero ".
Conclude Greggi "Sono evidenti le contraddizioni in seno a questa maggioranza come è altrettanto evidente che qualsiasi scelta in materia di Pubblica Amministrazione che si farà nei prossimi mesi dovrà necessariamente tenere conto della capacità di mobilitazione e lotta dei lavoratori pubblici."
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22 febbraio 2007 - Liberazione
Pubblico impiego, RdB-Cub: sciopero generale per il 30 marzo
L’organizzazione sindacale di base scenderà in piazza contro il memorandum e la precarietà. «La trasformazione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori è la base per un servizio efficiente»
di Lorenzo Allegrini
Nel pubblico impiego non si ferma la protesta: è la volta delle RdBCub, dopo lo stato di agitazione proclamato nei giorni scorsi da Cgil Cisl e Uil. L’organizzazione sindacale di base ha annunciato, con una conferenza stampa, lo sciopero generale del pubblico impiego e della scuola previsto per il 30 marzo, con corteo nella capitale che partirà da Piazza della Repubblica e si concluderà sotto il ministero della Funzione Pubblica. Sostiene l’organizzazione che è proprio a fine marzo che «si inizieranno a sentire i primi effetti della Finanziaria nella pubblica amministrazione, con tagli del personale e aumento della mobilità». «Ci sono condizioni vere per mettere in campo mobilitazioni molto forti», ma la piattaforma della sciopero resta molto diversa e «ci teniamo a non essere associati ai sindacati confederali - spiega nel corso dell’incontro Stefano Del Medico, direzione nazionale RdB - perché Cgil Cisl e Uil chiedono l’immediata applicazione del memorandum, mentre noi lo riteniamo un accordo contro gli interessi del lavoratore della pubblica amministrazione e, più che altro, lo crediamo funzionale a quei sindacati, i quali cercano di "finanziarizzarsi"». Dopo il trasferimento del Tfr previsto in Finanziaria per gli altri settori, Cgil Cisl e Uil chiedono che sia attivata subito la previdenza integrativa anche per i Tfs (trattamento di fine servizio) dei dipendenti del pubblico impiego, mentre le RdB ritengono questa misura utile soltanto ad "ingrassare" i fondi pensione e, come si legge nel volantino, a «trasformare la liquidazione in un capitale a rischio, in mano a promotori finanziari che la utilizzeranno senza il controllo diretto da parte dei lavoratori». Prosegue Del Medico: «Questo governo ha aumentato le spese militari e trovato i fondi per il cuneo fiscale delle imprese, ma nel frattempo si continuano a tagliare i bilanci dei servizi sociali e della p.a.». I dipendenti del pubblico impiego vivono una condizione di accerchiamento. Apostrofati recentemente da leader d’opinione e da giornali autorevoli come "fannulloni", essi non vedono riconosciute le professionalità al loro interno, costrette spesso ad agire in una condizione di disagio operativo e funzionale. Proprio per questo, piuttosto che di un sistema di valutazione basato sul merito del singolo lavoratore, come previsto dal memorandum, avrebbero bisogno di una griglia capace di mettere ai voti la qualità del servizio fornito, in modo da valorizzare il ruolo dell’utenza. Se a questo si aggiunge che il termine per il rinnovo del contratto è scaduto 14 mesi fa e che i precari - senza contare le ditte appaltarici negli enti locali - sono circa 250mila, si capisce la dimensione della demoralizzazione e del degrado in cui rischia di cadere il pubblico impiego, con gravi ripercussioni soprattutto sui servizi e, dunque, sulla vita quotidiana dei cittadini. «La trasformazione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari - interviene Carmela Bonvino, del coordinamento nazionale precarietà RdB - è la base per ricostruire una pubblica amministrazione efficiente, frenando tutti i processi di esternalizzazione che aggravano e portano fuori controllo una situazione già drammatica, e favoriscono la logica del profitto sul bene pubblico». Nel corso della conferenza stampa, le RdB-Cub hanno lanciato anche l’"Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori precari, Lsu e esternalizzati nelle pubbliche amministrazioni", che si terrà venerdì 2 marzo alle ore 9, presso il centro congressi "Frentani" a Roma, e a cui prenderanno parte anche i sottosegretari all’Economia Cento, al Lavoro Rinaldi, i senatori Salvi (Ds) e Palermi (Pdci) e il deputato di Rifondazione Comunista Francesco Caruso. «Svegliamo i dormienti! » il motto dell’iniziativa, a cui è stato invitato anche il ministro della Funzione Pubblica Nicolais. E ancora, proprio nella logica di mettere la qualità del servizio erogato al centro del dibattito sul pubblico impiego, le RdB-Cub apriranno nelle loro sedi degli "sportelli dell’utenza", che potranno essere utilizzati dal consumatore per connetersi con la p.a. e denunciarne le disfunzioni. Il servizio verrà organizzato assieme all’Associazione Consumatori Utenti. «Siamo assolutamente contrari all’utilizzo dei consumatori in contrapposizione ai dipendenti pubblici», ha dichiarato Gianni Calvinato, presidente dell’Acu.
22 febbraio 2007 - Il Manifesto
Pubblico impiego allo sciopero contro esuberi e «smantellamento»
Le RdB rifiutano il «memorandum» sottoscritto tra governo, Cgil, Cisl e Uil
(Fr.Pi.) Tre milioni di lavoratori - quelli del pubblico impiego - hanno ovviamente molti modi di declinare le proprie rappresentanze sindacali. Se da un lato, perciò - vedi sopra - i sindacati confederali li invitano a scioperare perché il «memorandum di intesa» firmato un mese fa non viene ancora applicato, altri - le RdB, Rappresentanze di base - li invitano ad astenersi dal lavoro proprio per impedire che le misure lì previste vengano messe in pratica.
Il 30 marzo, per le RdB, è il giorno della verità. A quella data, infatti, dovranno esser note le circolari attuative di quanto previsto già nella legge finanziaria, con i primi effetti della «riorganizzazione della pubblica amministrazione». Le cui linee guida, però, sono già molto chiare a chi lì dentro ci lavora tutti i giorni: «smantellamento e almeno 60.000 esuberi», tra abolizione del Pra, dei servizi informatici dell'Aci, la riduzione degli Uffici provinciali del tesoro, ecc. Le chiavi di volta sono individuate nel «memorandum» sottoscritto tra Cgil, Cisl, Uil e governo, che prevede criteri meritocratici per la valutazione dei lavoratori, mobilità all'interno della provincia, «pagelle» di soddisfazione stilate dalle associazioni di consumatori (ma una, l'Acu, se ne è tirata fuori solidarizzando con gli statali). A ciò si aggiunge il non rinnovo del contratto nazionale, scaduto da 14 mesi e di cui non si vede l'orizzonte (c'è consapevolezza del fatto che anche per il 2007 si andrà all'indennità di «vacanza contrattuale»: 26 euro e basta lì). Ogni notizia positiva sulla crescita dell'economia non fa che rinfocolare l'irritazione: «+10% di esportazioni, entrate fiscali al record... ma quando si farà un po' di redistribuzione del reddito? qui si aumenta la spesa solo per le forze armate».
Pure sui precari, di cui «demagogicamente è stata annunciata l'assunzione», mancano le risorse per mantenere la promessa (120 milioni di euro, come nel 2004 con Berlusconi: copriranno forse il 2% dei 250.000 precari censiti).
E poi lo «scippo del tfr» (che qui si chiama tfs, trattamento di fine servizio) «per favorire i fondi negoziali e quei sindacati che si sono trasformati in soggetto finanziario».
Non c'è però una difesa corporativa classica delle prerogative o peggio delle «brutte abitudini» che fanno da archivio per le battute sui quei «fannulloni degli statali». Anche perché «le regole per stroncare gli abusi e gli sprechi ci sono già». Qui la certezza - più che l'impressione - è che si voglia soprattutto ridurre la spesa pubblica con criteri «ragionieristici», senza preoccuparsi per la perdita di servizi essenziali - «universali e garantiti» - in favore della cittadinanza. Come esempio concreto si accenna a un'iniziativa congiunta tra lavoratori e utenti degli asili nido romani nel corso della prossima settimana; a dimostrazione che «lotta alla precarietà, un'amministrazione pubblica efficiente e garanzia degli utenti» stanno insieme, non contrapposti.
Un problema politico non secondario è comunque costituto dai «buchi» - e dall'applicazione distorta - della «legge sulla rappresentanza». Al tavolo con il governo, per discutere del grande piano di riassetto del pubblico impiego a tutti i livelli, sono stati chiamate soltanto le tre sigle confederali. E allora «che senso ha chiederci di rispettare tutte le norme, di raggiungere il 5%, e poi procedere come se le altre forze sindacali non esistessero?».
Arroganza e soluzioni tecnocratiche: un mix che proprio non sembra portare successi a una maggioranza politica sempre distante dalla sua base: reale e potenziale.
21 febbraio 2007 - Ansa
STATALI: RDB-CUB, SCIOPERO GENERALE 30 MARZO ATTO DOVUTO
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - ''Lo sciopero generale del Pubblico impiego e della Scuola indetto per il 30 marzo e' un atto dovuto ai lavoratori''. Lo hanno detto le Rdb-Cub nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa 'Oggi mi alzo e sciopero', sottolineando che ''ci sono condizioni vere per mettere in campo mobilitazioni molto forti''. Durante lo sciopero, che si protrarra' per tutta la giornata lavorativa, pur nella garanzia dei servizi minimi, e' prevista una manifestazione nazionale a Roma. Le Rdb-Cub fanno sapere che il corteo dei lavoratori del pubblico impiego partira' da Piazza della Repubblica e si concludera' sotto il ministero della Funzione Pubblica. Fra le motivazioni allo sciopero c'e' ''l'assenza di relazioni sindacali'' con il Governo sulle linee programmatiche di indirizzo avanzate in materia di pubblica amministrazione e stato sociale; il Memorandum di intesa sul lavoro pubblico, ''che prelude lo smantellamento di alcune funzioni centrali e periferiche dello Stato'' e che mira alla ''chiusura di servizi erogati ai cittadini dalla pubblica amministrazione''; lo stanziamento economico sui rinnovi dei contratti 2006-2009 dei comparti pubblici scaduti il 31 dicembre 2005 previsto dalla Finanziaria 2007, considerato ''insignificante''; la ''mancata stabilizzazione dei lavoratori precari'' e la riduzione degli organici. Alla manifestazione i sindacati prevedono l'affluenza di ''centinaia di migliaia di lavoratori'', che sfileranno il 30 marzo ''proprio perche' in quella data si inizieranno a sentire i primi effetti della Finanziaria nella pubblica amministrazione, con tagli del personale e aumento della mobilita'''.
21 febbraio 2007 - Agi
STATALI: RDB/CUB, SCIOPERO 30 MARZO E' ATTO DOVUTO
(AGI) - Roma, 21 feb. - "Lo sciopero generale del 30 marzo del Pubblico Impiego e della Scuola e' un atto dovuto". A sostenerlo e' Giuliano Greggi della direzione nazionale Rdb/Cub. "Ci sono condizioni vere per mettere in campo mobilitazioni molto forti. Il memorandum d'intesa sul lavoro pubblico prelude lo smantellamento di alcuni funzioni centrali e periferiche dello Stato e mira di fatto alla chiusura dei servizi erogati ai cittadini dalla Pubblica Amministrazione. Vi e' un insignificante stanziamento economico sui rinnovi dei contratti 2006-2009 dei comparti pubblici scaduti da oltre 14 mesi. Si avvia una riduzione degli organici con la conseguente cancellazione di decine di migliaia di posti di lavoro nel settore pubblico", afferma una nota.