ASSEMBLEA NAZIONALE DEI PRECARI PUBBLICO IMPIEGO: OLTRE 1000 PARTECIPANTI DA TUTTA ITALIA -foto-
L’assemblea delibera l’adesione allo sciopero generale del PI indetto per il 30 marzo e la partecipazione alla manifestazione nazionale a Roma
Sono arrivati da tutta Italia oltre 1000 lavoratori appartenenti ai diversi settori del lavoro pubblico per partecipare alla seconda assemblea nazionale dei lavoratori precari indetta dalle RdB-CUB.
I lavoratori hanno testimoniato il malessere della loro condizione, che per molti si protrae da lungo tempo, ed hanno chiesto con forza politiche concrete e risolutive della piaga della precarietà.
"Chi ha avuto il mandato di governo sulla parola d’ordine del precariato ha il dovere di portare a termine questo impegno", ha dichiarato Carmela Bonvino, responsabile precari delle RdB-CUB. "Il Governo ha tamponato solo il 2% della platea dei lavoratori precari: è necessaria una netta inversione di tendenza che stabilizzi tutti i lavoratori ed impedisca la creazione di nuovo precariato nella pubblica amministrazione".
A favore della stabilizzazione di tutti i precari della PA si è espresso anche il Senatore Salvi, primo firmatario del Disegno di legge predisposto dalle RdB-CUB e già depositato in Parlamento: "E’ inaccettabile che lo Stato dia cattivo esempio di violazione dei diritti. Bisogna avviare una legislazione che elimini il precariato dal nostro futuro: anche per questo sarò in piazza il 30 marzo", ha dichiarato Salvi.
E’ intervenuto il sottosegretario all’Economia Paolo Cento, impegnandosi ad ottenere da parte del governo disponibilità sul problema del precariato. In sintonia si sono espressi anche Giovanni Russo Spena, Capogruppo PRC, Dino Tibaldi, responsabile lavoro PdCI, Francesco Caruso, deputato PRC, che hanno evidenziato come il confronto sul problema debba essere svolto con chi effettivamente rappresenta i lavoratori. Ha partecipato inoltre la Dott. Pettine in rappresentanza del Sottosegretario al lavoro Rosa Rinaldi.
Il Responsabile delle relazioni sindacali del Ministero della Funzione pubblica, Gallozzi, si è impegnato a nome del Ministro Nicolais a convocare alla presenza di tutte le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative il tavolo sul precariato, che si aprirà nelle prossime ore, imposto dalle RdB-CUB con lo sciopero del 6 ottobre scorso.
L’assemblea ha unanimemente deliberato l’adesione dei lavoratori precari allo sciopero generale del Pubblico Impiego indetto dalle RdB-CUB per il prossimo 30 marzo.
"Se il governo intende scegliersi gli interlocutori di comodo, forse durerà ancora qualche tempo, ma taglierà il ramo dove è seduto", ha concluso Elisabetta Callari delle RdB-CUB. "Il 30 marzo i lavoratori precari saranno protagonisti in piazza accanto a quelli di ruolo: saranno decine di migliaia, e pronti a riaprire il conflitto se gli impegni presi non verranno mantenuti".
2 marzo 2007 - Comunicato RdB CUB Vigili del Fuoco
PRECARI Vigili del Fuoco: si pensava di arrivare alla fine del precariato ed invece.
Lavoratori, oggi a Roma l'assemblea dei precari della pubblica amministrazione e tra questi quelli dei vigili del fuoco: precari dei precari.
Chi prestasse fede ad alcune dichiarazioni dei politici al governo ed a quelle del sottosegretario all'Interno, potrebbe credere che la questione precariato, dopo anni di dilatazione senza freni; cambi registro e si cominci a parlare di assunzioni.
La realtà è ben altra i soldi sono pochi, quelli che ci sono, alcuni di questi "non si toccano" ed il precariato rimane l'unica prospettiva per tanti giovani che con la loro disponibilità regalano la giovinezza, in attesa di un posto di lavoro.
Con il paradosso che oggi con pensionamenti e carenze storiche siamo arrivati ad avere la componente permanente che sfiora le 25,000 unità, mentre i precari che ruotano intorno ai comandi provinciali sono diventati circa 20,000. Che dire!
Le promesse di assumere qualche centinaio di vigili del fuoco nel prossimo triennio non sono capaci nemmeno di coprire i pensionamenti, pertanto irricevibili.
Intanto nel paese si continua a tagliare posti di lavoro; i precari nonostante le rassicurazioni del sottosegretario del suo "impegno" (!) attendono sia di essere pagati per quei "quattro" giorni all'anno; che essere equipaggiati, ma soprattutto aspettano di vedere individuato un percorso con il governo di stabilizzazione con numeri accettabili.
Alla sordità ed agli sprechi per le "gite" della politica nei vari comandi; inconcludenti. Costruiamo la mobilitazione della categoria, unendo la componente permanente a quella precaria per una grande manifestazione che "sturi" le orecchie a questo governo.
Manifestazione e sciopero il 30 marzo 2007
8 marzo 2007 - Spoleto online
I precari della pubblica amministrazione in assemblea a Roma
di Ettore Magrini
Roma - Venerdì 2 marzo a Roma presso il Centro Congressi dei Frentani si è tenuta la seconda assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori precari nelle Pubbliche Amministrazioni. In più di mille hanno risposto all’appello della RdB, con delegazioni da tutta Italia (presente anche quella di Spoleto) in rappresentanza dei 250.000 precari della P.A. e di altrettanti lavoratori delle attività esternalizzate.
Nella relazione introduttiva, la coordinatrice nazionale precari della RdB, Carmela Bovino, ha evidenziato come le dimensioni del fenomeno del precariato siano davvero preoccupanti e con ripercussioni dirompenti anche a livello sociale: tra pubblico e privato qualche milione di lavoratori (di cui oltre il 50% donne) condannati a vivere nell’incertezza del futuro, divisi e ricattati. Incalcolabile è stato il danno causato dalle privatizzazioni, dalle esternalizzazioni e dal primato del mercato e del profitto sulla dignità dei lavoratori.
La rabbia e la delusione è emersa in tutti gli interventi nei confronti dell’attuale Governo e delle forze politiche di maggioranza che, pur avendo incentrato la campagna elettorale sul superamento della precarietà, non hanno dato risposte adeguate, prevedendo in Finanziaria le risorse per la stabilizzazione di appena il 2% dei precari che lavorano nella P.A., mentre si tace sull’abolizione della legge Biagi e del "pacchetto Treu" che hanno generato il fenomeno. Anche ultimamente il governo Prodi, non inserendo il tema della precarietà nel suo "dodecalogo", ha dimostrato di essere sempre meno in sintonia con il Paese, sottacendo che la precarietà è funzionale allo smantellamento dei diritti sociali.
Feroci critiche sono state mosse dall’assemblea anche al "memorandum" firmato da Governo e da CGIL-CISL-UIL e al "decreto Lanzillotta" che contengono elementi preoccupanti: svilimento della Pubblica Amministrazione, mobilità selvaggia del personale che apre la strada a nuovi processi di destrutturazione e ulteriore privatizzazione dei servizi sociali. A nulla servono (se non gettare fumo negli occhi dei precari) gli stessi "protocolli d’intesa" che stanno firmando CGIL-CISL-UIL con Enti Pubblici, in quanto questi accordi, di fatto, non prevedono la scomparsa della precarietà. E’ del tutto evidente (e riconosciuto dai Parlamentari intervenuti) che il Governo e le Amministrazioni locali intendono scegliersi gli interlocutori di comodo.
L’assemblea ha poi unanimemente deliberato l’adesione dei lavoratori precari allo sciopero generale del P.I. indetto dalla RdB-CUB per il 30 marzo, affinchè con la lotta e la mobilitazione vengano conquistati: la difesa della Pubblica Amministrazione come simbolo dello Stato Sociale, la reinternalizzazione dei Servizi pubblici, l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori precari della P.A.e il diritto per tutti ad una vita dignitosa.
All’assemblea sono intervenuti (tra lo scetticismo dei precari che a questo punto attendono solo "fatti") il Sottosegretario all’economia P. Cento, il capogruppo al Senato G. Russo Spena, il Sen. C. Salvi e i deputati D. Tebaldi e F. Caruso che hanno assicurato il sostegno al progetto di legge predisposto dalla RdB-CUB per l’assunzione senza concorso di tutti i precari della P.A. e garantito l’adesione alla manifestazione a Roma del 30 marzo in occasione dello sciopero.
3 marzo 2007 - Liberazione
Oltre mille lavoratori ieri all’assemblea del sindacato. Dure critiche al memorandum
«Basta precari, democrazia sindacale»
Le Rdb il 30 marzo ancora in sciopero
Intervenuti anche Cento, Russo Spena e Salvi: «Siamo dalla vostra parte». E Nicolais apre il tavolo al sindacato autonomo
di Manuele Bonaccorsi
Se fossero veramente "fannulloni" non sarebbero così tanti al centro congressi Frentani: oltre mille interinali, lsu, cococò ed esternalizzati del pubblico impiego, giunti nella capitale per l’assemblea nazionale delle Rdb-Cub, il sindacato autonomo del pubblico impiego, in prima linea nella lotta alla "precarietà di Stato". Sono i precari dell’Arpa abbruzzese, il 50% dell’ufficio, gli unici che «lavorano sul campo»; gli informatici del ministero di Grazie e Giustizia, cocoprò di un’azienda privata, che ogni giorno timbrano il cartellino per le loro 8 ore di «lavoro autonomo» nel dicastero di Mastella; i marittimi di Messina, che battono il record della durata dei contratti (40 minuti, il tempo della traversata dello stretto), licenziati nonostante le carenze nella sicurezza; sono i precari dell’Istat, quelli che raccolgono i dati sulle "Forze di Lavoro", pagati a questionario. Chiedono al governo risposte immediate: lo stop alle esternalizzazioni, che costano di più e trasferiscono risorse ai privati; l’assunzione dei 150 mila precari degli uffici pubblici. Criticano il memorandum firmato lo scorso gennaio dal ministro Nicolais e dai sindacati confederali, definito «un patto esoterico», che «sancisce lo smantellamento della P.A.» e «introduce criteri d’impresa». Ma, specialmente, chiedono la democrazia sindacale, per paradosso nagata proprio nell’unico settore dove è imposta da una legge sulle «organizzazioni maggiormente rappresentative ». «L’esecutivo continua a scegliere gli interlocutori che ritiene più comodi», accusa Cristiano Fiorentini, della direzione nazionale delle Rdb-Cub. «Chi ha avuto il mandato di governo sulla parola d’ordine del precariato ha il dovere di portare a termine questo impegno», aggiunge Carmela Bonvino, responsabile precari del sindacato. «Il Governo ha tamponato solo il 2% della platea dei lavoratori precari. L’inversione di tendenza non c’è ancora» attacca la sindacalista. Particolare attenzione viene riservata alla stipula di un decreto che, il prossimo 30 Aprile, dovrebbe dare attuazione alle norme contenute nella finanziaria. La quale ha stanziato per le stabilizzazioni dei precari fondi appena sufficienti per assumerne al massimo 8 mila. Lasciando nascosto, però, il forziere dei «conti dormienti»: depositi di denaro appartenenti a persone decedute o scomparse il cui utilizzo potrebbe liberare fondi calcolati in 15 miliardi di euro. Il decreto- che sarà firmato da Prodi su proposta del ministro Nicolais- dovrà anche specificare anche quali categorie dell’esercito di precari pubblici saranno interessati dal percorso di stabilizzazione. Per questo le Rdb-Cub chiedono di essere convocati dal governo. E lo fanno alla loro maniera: indicendo per il 30 Marzo un nuovo sciopero generale dopo quello dei 35 mila di novembre. Il governo- almeno un pezzoli ascolta con attenzione. Nonostante il voto di fiducia alla Camera sono molti i parlamentari e gli esponenti dell’esecutivo che danno la loro solidarietà all’infuocata assemblea. Cesare Salvi, primo firmatario di un disegno di legge «per la stabilizzazione dei precari della P.A.» proposta dalle Rdb, ricorda che per la prima volta un governo pone il principio della stabilizzazione dei precari, e come la crisi derivi dal fatto che «il Governo dovrebbe essere contento di mobilitazioni come queste». D’altronde, come ricorda Paolo Cento, sottosegretario all’Economia, «i fondi ci sono, grazie all’aumento delle entrate fiscali». Giovanni Russo Spena è ancora più esplicito: «Il 30 Marzo ci saremo», dice, prima di ricordare come «la precarietà è funzionale allo smantellamento dei diritti sociali ». Per finire il responsabile delle relazioni sindacali del Ministero della Funzione Pubblica, Eugenio Gallozzi, si impegna a nome del ministro a convocare un tavolo con tutte le organizzazioni maggiormente rappresentative. Ma lo sciopero rimane: «Il 30 marzo i lavoratori precari saranno protagonisti in piazza accanto a quelli di ruolo» dice Elisabetta Callari, dell’Rdb-Cub. «Saremo decine di migliaia, pronti a riaprire il conflitto se gli impegni presi non verranno mantenuti».
3 marzo 2007 - Il Manifesto
Precari pubblici e arrabbiati
Sciopero del pubblico impiego il 30 marzo. Preoccupazioni a sinistra per lo scarto crescente con il «paese reale»
di Francesco Piccioni
Roma - Il «dodecalogo» di Prodi ha aumentato la distanza con il paese reale. Quello che lavora, guadagna, vive e progetta il futuro precariamente. Colpa di quel punto di programma sparito dall'elenco dei «dodici comandamenti» che dovrebbe caratterizzare la «fase due» - ancora più centrista e liberista.
Teorie dei soliti sinistri disfattisti? Non proprio. Bastava entrare nella grande sala del centro congressi dei Frentani, a Roma, ieri mattina, per rendersene conto. Era stata convocata un'assemblea nazionale dei precari del pubblico impiego; per delegati, insomma. Il sindacato di base RdB si aspettava trecento persone. Se ne sono presentate più di mille, al punto che la strada veniva ben presto intasata da quelli che non riuscivano a entrare. Questo sindacato ha dichiarato lo sciopero dei dipendenti pubblici - sia precari che «stabili» - per il 30 di questo mese. Se queste sono le premesse, si profila una giornata decisamente interessante.
I primi a rendersi conto del clima sono stati naturalmente i politici più navigati, tutti esponenti della sinistra della maggioranza. Il più impressionato è parso Cesare Salvi, che dal palco ha gridato «ma come fanno a non parlare con voi?» (riferendosi al pervicace rifiuto fin qui opposto alla presenza delle RdB al tavolo delle trattative nazionali). Per poi spiegarci che «questa è gente che lavora da anni, che deve star dietro al politico di turno per strappare un rinnovo di sei mesi, che chiede giustamente garanzie di stabilità; nella finanziaria qualcosa c'è, ma bisogna fare di più; altrimenti rischiamo di alimentare una vandea».
Gente oltretutto anche di una certa età. Abbondano i capelli grigi, parecchie le madri di famiglia. Se hai in testa l'icona del precario come di un giovincello che salta da un mestiere all'altro per sentirsi più libero, beh, dovresti passare da queste parti per resettare quell'idea. E' lo spaccato prodotto in quindici anni di blocco delle assunzioni nel settore pubblico. Le braccia (e le teste) nuove per sostituire quelle che andavano in pensione servivano lo stesso; solo che le pagano attingendo alla voce «beni e servizi», che ha natura variabile (e tagliabile), invece che sotto quella «spese per il personale». Così, se oggi li si volesse assumere in pianta stabile, risulterebero un'assunzione ex novo, con relativo aumento delle spese stabili. La beffa peggiore è però un'altra: nel pubblico si deve passare per la gabbia del concorso. Così, se si riapriranno le porte a nuove assunzioni, questi lavoratori di lungo corso si ritroveranno in gara come chiunque altro (e magari senza neppure più «la raccomandazione giusta»).
Dalla politica pretendono risposte chiare, non promesse vaghe da realizzare in tempi biblici. Giovanni Russo Spena ne è consapevole, e ricorda la proposta di legge che da 12 anni non va avanti (concorsi «riservati» per i precari di lungo corso); e deve anche ricordare che nel «decreto Lanzillotta», presentato da governo, c'è «la metafora di un programma politico che vede nella precarizzazione la chiave di volta per lo smantellamento dello stato sociale». Fino a mettere un paletto chiaro sulla durata della presenza del Prc nella maggioranza: «quando non vedremo più un varco per l'ascolto della società, non ci sarà più ragione di stare al governo». Dino Tibaldi, del Pdci, ricorda la necessità di cambiare i criteri della ragioneria dello stato, per poter affrontare il problema precari.
Arrivano anche rappresentanti del governo, come Paolo Cento; un dirigente della funzione pubblica legge l'elenco dei sindacati ammessi alla trattativa (e le RdB stavolta ci saranno); la dott.ssa Pettine viene a rappresentare la sottosegretaria al lavoro Rosa Rinaldi, all'estero. Francesco Caruso, pur di dare il proprio appoggio, fa tardi per il voto di fiducia alla Camera.
La situazione è comunque chiara: l'economia va bene, il Pil cresce, le entrate fiscali sono state 37 miliardi di euro più alte del previsto, le imprese fanno profitti record... possibile che per chi lavora - e per i precari, in primo luogo - non ci sia altro che quella miseria di misure scritte nella finanziaria? Il 30 marzo è vicino. Ai piani alti dei ministeri qualcuno dovrebbe prestare attenzione a chi sta nelle stanze vicine, piùttosto che ai grandi capi di Bruxelles o Francoforte.
3 marzo 2007 - Epolis
Occupazione. Oltre mille lavoratori sono arrivati ieri a Roma per la manifestazione indetta dalle RdB-Cub
I precari del pubblico: «Anche noi in piazza il 30 marzo»
All'appuntamento saranno presenti anche Salvi (Ds), Russo Spena e Caruso (Prc)
di Simona Caleo
Roma - Erano gremite oltre ogni previsione ieri mattina la platea e la galleria del centro congressi Frentani, a Roma, dove si svolgeva la seconda assemblea nazionale dei lavoratori precari indetta dalle RdB-Cub, le rappresentanze sindacali di Base. Sono arrivati da tutta Italia oltre mille lavoratori appartenenti ai diversi settori del pubblico impiego e hanno portato le loro storie, le sofferenze di una condizione professionale che per molti di loro si protrae da lungo tempo. Hanno detto ancora una volta no allo smantellamento della pubblica amministrazione e alla mobilità selvaggia, ribadito la richiesta di assunzione a tempo indeterminato per tutti i precari del pubblico impiego e hanno aderito allo sciopero indetto dall’organizzazione sindacale per il prossimo 30 marzo, contro lo scempio in atto nei confronti della pubblica amministrazione. «Chi ha avuto il mandato di governo sul precariato - ha detto la responsabile precari Rdb Carmela Bovino - ha il dovere di portare a termine questo impegno. Il governo ha tamponato solo il 2 per cento della platea dei lavoratori precari, appena ottomila lavoratori su 250mila: è necessaria una netta inversione di tendenza che li stabilizzi tutti e impedisca la creazione di nuovo precariato nella pubblica amministrazione». Ha annunciato la sua presenza alla manifestazione il senatore Ds Cesare Salvi, firmatario di un disegno di legge per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione predisposto dalle RdBCUB. «È inaccettabile – ha detto Salvi all’assemblea romana - che lo Stato dia cattivo esempio di violazione dei diritti. Bisogna avviare una legislazione che elimini il precariato dal nostro futuro. Entro il 30 aprile il presidente del Consiglio dovrà elaborare un piano contro la precarietà insieme ai sindacati e io spero siano presenti anche quelli di base». «La Finanziaria ha avuto il merito di porre la questione della precarietà come punto centrale dell'azione di governo - secondo il sottosegretario all'Economia, Paolo Cento - l'augurio è di completare la stabilizzazione entro tre anni». Hanno dato la loro adesione alla manifestazione del 30 marzo anche il presidente dei senatori Prc, Giovanni Russo Spena, e i deputati Dino Ribaldi, Pdci e Francesco Caruso, Prc.
3 marzo 2007 - Il Tempo
In piazza anche i precari: «Il governo non affronta la questione dei lavoratori instabili»
Il 30 marzo è sciopero generale dei dipendenti pubblici
Roma - PASSATA la buriana della crisi di governo tornano a galla i nodi lasciati in sospeso. In primo piano lo stato d’agitazione dei lavoratori statali che chiedono il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da anni. Intanto è stato proclamato uno sciopero generale nazionale per l’intera giornata del 30 marzo di tutto il personale di tutte le aree del pubblico impiego e delle pubbliche amministrazioni. Lo ha diramato la Confederazione sindacale: «L’astensione dal lavoro è per tutti i lavoratori del settore a tempo indeterminato, a tempo determinato o con contratti atipici e precari a sostegno della propria piattaforma rivendicativa sui rinnovi dei contratti scaduti, contro la precarietà e per un reale processo di stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, contro l’adesione ai fondi pensione e l’estensione del meccanismo del silenzio-assenso in materia di Tfr/Tfs, contro le esternalizzazioni dei servizi pubblici». Tra le richieste anche un aumento salariale pari a 150 euro netti in busta paga. Sulla questione del Tfr la posizione del sindacato è chiara: «Contro lo scippo del tfr/tfs non facciamo scattare il silenzio/assenso, teniamo la disponibilità personale della liquidazione - si legge in una nota dell’Unione sindacale italiana Usi che ha proclamato un’analoga azione di sciopero nazionale per i settori esternalizzati (pulizie, cooperative sociosanitarie/assistenziali, servizi di natura educativa, ristorazione e mense) - Inoltre l’aumento di 150 euro è il minimo di aumento per sostenere il reale costo della vita». La segreteria generale della Usi sottolinea pure il fatto che «il governo Prodi-bis non solo è in continuità con il precedente ma rischia di fare anche peggio con il dodecalogo accettato da tutti». Alla protesta hanno aderito i lavoratori precari della pubblica amministrazione aderenti alle Rappresentanze sindacali di base. «Chi ha avuto il mandato di governo» sul precariato - ha detto la responsabile precari Rdb Carmela Bovino - ha il dovere di portare a termine questo impegno. Il Governo ha tamponato solo il 2% della platea dei lavoratori precari: è necessaria una netta inversione di tendenza che stabilizzi tutti i lavoratori ed impedisca la creazione di nuovo precariato nella pubblica amministrazione». «È inaccettabile - ha affermato il senatore Ds Cesare Salvi, ex ministro del Lavoro e firmatario di un disegno di legge per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione - che lo Stato dia cattivo esempio di violazione dei diritti. Bisogna avviare una legislazione che elimini il precariato dal nostro futuro: anche per questo sarò in piazza il 30 marzo».
3 marzo 2007 - Il Messaggero
Roma. Assemblea precari
Roma - Oltre mille dipendenti pubblici precari si sono dati appuntamento ieri a Roma per la seconda assemblea nazionale dei precari indetta dal sindacato autonomo Rdb-Cub. Secondo la sindacalista Carmela Bonvino, il governo con i suoi provvedimenti «ha tamponato solo il 2% della platea dei lavoratori precari». Ha partecipato alla manifestazione Cesare Salvi dei Ds, primo firmatario di un disegno di legge sui precari. Il 30 marzo i lavoratori aderenti alle Rdb-Cub sciopereranno.
2 marzo 2007 - Ansa
STATALI: PRECARI RDB ADERISCONO A SCIOPERO 30 MARZO
(ANSA) - ROMA, 2 MAR - I lavoratori precari della pubblica amministrazione aderenti alle Rappresentanze sindacali di base aderiscono allo sciopero proclamato dall'organizzazione per il 30 marzo. Lo ha deciso l'assemblea dei precari che si e' tenuta oggi a Roma. ''Chi ha avuto il mandato di governo'' sul precariato - ha detto la responsabile precari Rdb Carmela Bovino - ha il dovere di portare a termine questo impegno. Il Governo ha tamponato solo il 2% della platea dei lavoratori precari: e' necessaria una netta inversione di tendenza che stabilizzi tutti i lavoratori ed impedisca la creazione di nuovo precariato nella pubblica amministrazione''. ''E' inaccettabile - ha affermato il senatore Ds Cesare Salvi, ex ministro del Lavoro e firmatario di un disegno di legge per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione - che lo Stato dia cattivo esempio di violazione dei diritti. Bisogna avviare una legislazione che elimini il precariato dal nostro futuro: anche per questo saro' in piazza il 30 marzo''.
2 marzo 2007 - Agi
PRECARIATO: RDB, MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL 30 MARZO
(AGI) - Roma, 2 mar. - No allo smantellamento della pubblica amministrazione; assunzione dei 5-600 mila precari; no alla mobilita' selvaggia; si' al contratto di lavoro per tutti. Sono queste le parole d'ordine con cui le Rappresentanze sindacali di base (Rdb) lanciano la manifestazione nazionale con sciopero generale del 30 marzo prossimo nel corso di una affollatissima assemblea nazionale in corso a Roma e alla quale hanno partecipato esponenti di governo, come il sottosegretario all'Economia Paolo Cento, il presidente della commissione Giustizia del Senato Cesare Salvi, e del mondo politico come il capogruppo al Senato di Rifondazione Comunista Giovanni Russo Spena e il no-global Francesco Caruso. "Diciamo di no al memorandum firmato da Cgil, Cisl e Uil che contiene elementi preoccupanti", dice uno dei leader delle Rdb, Pierpaolo Leonardi, che elenca gli elementi preoccupanti: lo smantellamento della pubblica amministrazione; la privatizzazione di taluni servizi sociali, come ad esempio gli asili nido a privati; la mobilita' selvaggia che spiana la strada appunto a processi di destrutturazione. "Non facciamo sconti ai governi - precisa Leonardi - e nella nostra piena autonomia chiediamo e pretendiamo la stabilizzazione del rapporto di lavoro per persone che da cinque, fino a venti anni gia' lavorano nel pubblico impiego". Secondo le Rdb la legge Finanziaria del governo non da' risposte adeguate pur avendo previsto una parziale stabilizzazione del rapporto di lavoro per circa settemila unita'. "Il nodo e' politico - precisa un altro leader delle Rdb, Mimmo Provenzano - e riguarda l'uso del precariato: esso e' il volano per la privatizzazione di servizi sociali gestiti attualmente dal pubblico". Le richieste delle Rappresentanze sindacali di base sono state accolte dagli esponenti di governo. Per il senatore Cesare Salvi, "le dimensioni del fenomeno del precariato e' scandaloso: la legge Finanziaria approvata recentemente tenta di dare delle prime risposte - precisa - occorre pero' avviare un serio processo di rientro e stabilizzazione nel pubblico impiego". Dello stesso tono le considerazioni di Paolo Cento, per il quale "questo governo, pur con i suoi limiti, e' il punto piu' avanzato per lavorare a risposte positive nella lotta alla precarieta', sia nel pubblico che nel privato". La linea da seguire, secondo Cento, prevede l'impegno da parte del governo "entro tre anni a dare risposte definitive alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro" e, secondo impegno, "l'apertura di un tavolo di confronto con tutte le organizzazioni sindacali, confederali e non, per affrontare la questione". Per il sottosegretario, ci sono oggi risorse aggiuntive a quelle gia' previste dalla Finanziaria derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, pari a 35 miliardi di euro. "Non e' scontato che parte di queste risorse possano essere destinate alla lotta alla precarieta' - conclude - bisogna fare in modo che questo avvenga". Dall'assemblea nazionale delle Rdb, piu' di un migliaio di partecipanti da tutta Italia, parte dunque un segnale preciso al governo Prodi: la lotta alla precarieta' non e' un optional. "Noi siamo in rotta di collisione - precisa Leonardi - con la politica di liberalizzazione e questo vale per chiunque si incammini su tale politica". Insomma, "giu' le mani dalla pubblica amministrazione: apriamo nel Paese - e' il leit motiv della manifestazione di oggi - una stagione di lotte e mobilitazioni capaci di rilanciare nuove politiche in materia di stato sociale, garanzie costituzionali, pubblica amministrazione".
PRECARIATO: RDB, CHI HA AVUTO MANDATO PORTI A TERMINE IMPEGNO
(AGI) - Roma, 2 mar. - Chi ha avuto il mandato di governo sulla parola d'ordine del precariato ha il dovere di portare a termine questo impegno: si e' finora solo tamponato il 2% della platea. Cosi' Carmela Bonvino, responsabile dei precari delle Rdb-Cub ha concluso l'assemblea nazionale, oltre 1000 i partecipanti, dei lavoratori precari del pubblico impiego per lanciare lo sciopero generale del settore e la manifestazione nazionale del 30 marzo prossimo a Roma. Manifestazione alla quale come ha annunciato nel suo intervento di stamane il senatore Cesare Salvi. "E' necessaria una netta inversione di tendenza - ha aggiunto la Bonvino - che stabilizzi i tanti precari ed impedisca un nuovo precariato nella pubblica amministrazione". Da parte sua, il responsabile delle relazioni sindacali del Ministero della Funzione pubblica, Gallozzi, si e' impegnato a nome del Ministro Nicolais a predisporre il tavolo sul precariato con le maggiori e piu' rappresentative organizzazioni sindacali. Ed anche le Rdb saranno della trattativa.
2 marzo 2007 - Adnkronos
P.I.: RDB-CUB, OLTRE 1.000 PARTECIPANTI ASSEMBLEA NAZIONALE PRECARI
ADESIONE UNANIME A SCIOPERO GENERALE 30 MARZO
Roma, 2 mar. (Adnkronos/Labitalia) - A Roma, sono arrivati da tutta Italia oltre 1.000 lavoratori appartenenti ai diversi settori del lavoro pubblico per partecipare alla seconda assemblea nazionale dei lavoratori precari indetta dalle Rdb-Cub. ''Chi ha avuto il mandato di governo sulla parola d'ordine del precariato -ha detto Carmela Bonvino, responsabile precari delle Rdb-Cub- ha il dovere di portare a termine questo impegno. Il governo ha tamponato solo il 2% della platea dei lavoratori precari: e' necessaria una netta inversione di tendenza che stabilizzi tutti i lavoratori e impedisca la creazione di nuovo precariato nella pubblica amministrazione''. A favore della stabilizzazione di tutti i precari della pubblica amministrazione si e' espresso anche il senatore Salvi, primo firmatario del disegno di legge predisposto dalle Rdb-Cub e gia' depositato in Parlamento. Il responsabile delle relazioni sindacali del ministero della Funzione pubblica, Eugenio Gallozzi, si e' impegnato a nome del ministro a convocare alla presenza di tutte le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative il tavolo sul precariato, che si aprira' nelle prossime ore. L'assemblea ha unanimemente deliberato l'adesione dei lavoratori precari allo sciopero generale del pubblico impiego indetto dalle Rdb-Cub per il prossimo 30 marzo. '' Il 30 marzo -ha annunciato Elisabetta Callari, delle Rdb-Cub- i lavoratori precari saranno protagonisti in piazza accanto a quelli di ruolo: saranno decine di migliaia, e pronti a riaprire il conflitto se gli impegni presi non verranno mantenuti''.
2 marzo 2007 - Omniroma
PRECARI, RDB-CUB: «IL 30 MARZO CORTEO NAZIONALE A ROMA»
(OMNIROMA) Roma, 02 mar - Difesa della pubblica amministrazione come simbolo dello Stato sociale, reinternalizzazione dei servizi pubblici e assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori precari che lavorano nel pubblico impiego, punto, quest'ultimo, per il quale esiste una proposta di legge in discussione in Parlamento. Questi sono alcuni dei punti discussi stamani nell'assemblea nazionale indetta dal sindacato di base Rdb-Cub al centro congressi Frentani sul tema della precarietà del lavoro nella pubblica amministrazione. Davanti a una sala affollata, con delegazioni di lavoratori e sindacalisti provenienti da ogni parte d'Italia, le Rdb-Cub hanno lanciato lo sciopero e il corteo nazionale previsti per il 30 marzo prossimo a Roma «contro lo scempio in atto nei confronti della pubblica amministrazione». «La Finanziaria di Prodi prevede la regolarizzazione di appena il 2% dei precari che lavorano nel pubblico - ha detto Carmela Bonvino della segreteria nazionale Rdb Cub - appena 8mila lavoratori su 250mila precari. Noi abbiamo proposto un progetto di legge per l'assunzione senza concorso di tutti i precari del pubblico impiego». Ambiente, giustizia, agenzie delle entrate: praticamente in ogni settore pubblico, hanno detto i sindacati, senza l'apporto dei lavoratori a contratto atipico oppure Lsu e Lpu la macchina pubblica rischierebbe di fermarsi. Soltanto nel Comune di Roma, dice ancora il sindacato di base, i precari sono 7mila, decine di migliaia se si prendono in considerazione le aziende che forniscono servizi in qualche modo legati all'amministrazione pubblica. All'assemblea, a cui hanno partecipato e sono intervenuti diversi lavoratori, erano presenti esponenti politici della maggioranza e del governo. «La Finanziaria ha avuto il merito di porre la questione della precarietà come punto centrale dell'azione di governo - ha detto il sottosegretario all'Economia, Paolo Cento - l'augurio è di completare la stabilizzazione entro tre anni». Troppo pochi i finanziamenti stanziati dal governo ma se ne troveranno altri, dice il senatore Ds, Cesare Salvi. «Sappiamo che 5 milioni di euro stanziati dal governo sono pochi ma recupereremo altri finanziamenti dai cosiddetti fondi dormienti - ha detto l'esponente della Quercia - infine, entro il 30 aprile il Presidente del Consiglio dovrà elaborare un piano contro la precarietà insieme ai sindacati, e io spero siano presenti anche quelli di base. Purtroppo, il governo ha sbagliato a non inserire il tema della precarietà nel suo dodecalogo, dimostrando di essere poco in sintonia con il Paese». Nei prossimi giorni, ha aggiunto il senatore diessino, verrà presentato in Parlamento anche il ddl sul reddito sociale. La precarietà ha ormai un significato, oltre che sociale, antropologico e per questo va combattuto, secondo il Presidente dei senatori Prc, Giovanni Russo Spena. «Essere precari significa vivere soltanto nel presente senza prospettive per il futuro - ha detto il senatore - anche questo governo deve fare di più. Mi vanto di tenere bloccato da 7 mesi il ddl Lanzillotta sulla privatizzazione dei servizi pubblici. Del resto, noi reggeremo questo governo finché sarà aperto qualche varco sulle questioni sociali. Quando non ci saranno più varchi, non avremo più ragione di essere in questa maggioranza». Russo Spena, Cento e i deputati Dino Ribaldi, Pdci e Francesco Caruso, Prc, anch'essi intervenuti hanno già dato la loro adesione e garantito la loro presenza al corteo del 30 marzo.