E la chiamano spending review! Si tratta della più velenosa stangata a danno dei ceti popolari del nostro paese
Siamo nel mezzo di una settimana cruciale: oggi il Consiglio dei Ministri varerà una delle stangate più pesanti mai conosciute nel nostro paese che avrà una coda ancora più velenosa entro il 13 Agosto.
E’ dal 1992 che tra Luglio ed Agosto si assestano le più brutali batoste ai lavoratori, ai pensionati, ai cittadini utenti. Una volta si chiamavano manovre correttive delle finanziarie, oggi l’europeo Monti usa il termine spending review, fa più chic ma la sostanza non cambia, mentre cambiano, eccome, le condizioni di vita e di lavoro di milione di persone causate da questa revisione di spesa.
Monti non ha inventato nulla e non serviva certo un governo di esperti tecnici, coadiuvati da una fila di consulenti bocconiani, per attuare i pesanti tagli lineari, già previsti da Tremonti, alla spesa dello Stato, che questa volta hanno come target privilegiato i dipendenti pubblici.
Quale bersaglio più indicato, dopo anni di criminalizzazione della categoria, bollati a colpi di fannulloni, truffatori, responsabili del degrado dei servizi pubblici, ecc. ecc.
E’ lo stesso gioco al massacro che ha permesso di spacciare il taglio delle pensioni e l’allungamento della vita lavorativa come il mezzo per costruire un futuro ai giovani, l’attacco all’art.18 e al lavoro stabile come strumento per diminuire al precarietà e aumentare l’occupazione.
Anni e anni di questa propaganda hanno prodotto solo impoverimento e massacro sociale, distruzione dei servizi pubblici e privatizzazioni di cui hanno profittato i soliti noti per aumentare a dismisura i profitti.
Un processo reso possibile dall’atteggiamento complice e servile di CGIL CISL UIL e UGL che continuano a spacciare queste misure come il male minore per salvare il paese e restare nell’euro, la realtà è che a salvarsi saranno le banche, la speculazione immobiliare e finanziaria, il padronato dalle mani rapaci a dispetto della maggioranza dei cittadini.
Monti, fedele alla sua politica ricattatoria, ha illustrato solo per grandi linee le misure che presto saranno tradotte in decreti legge: taglio del 20% dei dirigenti, del 10% dei dipendenti pubblici, che su un totale di oltre 3.000.000 significa più di 300.000 in meno, partendo con una prima tranche di 10.000 - in mobilità per due anni all’80% dello stipendio tabellare e poi licenziati – per non parlare della drastica riduzione del valore dei buoni pasto e del salario accessorio, il tutto accompagnato dalla chiusura di 18.000 posti letto, soppressione a gogò di tribunali e procure, ecc.ecc, con gravi incognite sui finanziamenti alle regioni per il trasporto pubblico locale, già sottoposto a pesanti processi si privatizzazione.
CGIL CISL UIL sbraitano a vuoto, minacciano lo sciopero generale, forse per Ferragosto(!), dimenticando di essere stati proprio loro a firmare lo scorso Maggio il Protocollo sul lavoro pubblico che ha fissato linee d’intervento sui lavoratori pubblici ancora più restrittive di quanto deciso da Monti.
Come pure deve essere loro sfuggito quanto previsto con la firma degli ultimi due trattati europei, che hanno prodotto la modifica dell’art.81 della Costituzione con l’introduzione dell’obbligo del pareggio di bilancio e il Fiscal Compact che ha decretato per l’Italia l’estinzione del debito pubblico, ormai vicino ai 2000 miliardi di euro, in 20 anni e poiché la matematica non è un’opinione significa 50 miliardi l’anno di tagli della spesa pubblica e nuove tasse!
Dormivano questi sindacati? In realtà sono perfettamente allineati ai partiti di destra/centro/sinistra che sostengono questo Governo e che hanno prontamente approvato queste misure!
Il CNEL, nel suo recente studio sulla spesa dello Stato ha reso pubblico che gran parte dell’ammontare delle retribuzioni pubbliche, il 30%, viene assorbito dai compensi ai dirigenti: troppi dirigenti e troppi superstipendi hanno dilatato questa quota di spesa pubblica! Anche sul fronte delle pensioni, il 4% dei trattamenti, pari a 660.000, che superano gli 8.000 euro mensili assorbono il 30% della spesa pensionistica totale!!! E pensare che la scorsa settimana il Parlamento ha rifiutato di porre il limite di 6000 euro mensili a tali trattamenti mentre la Fornero non ha ancora trovato soluzione per le centinanti di migliaia di esodati che tra breve non avranno più alcun reddito.
Altri risparmi si otterrebbero cancellando i finanziamenti per le scuole e le università private, cui in dieci anni sono stai erogati ben 10 miliardi di euro con un crescendo che quest’anno è arrivato a 700 milioni, sottratti alla scuola pubblica; per non parlare delle spese militari, decine di miliardi si recupererebbero rinunciando all’acquisto dei caccia bombardieri F 35 e ponendo fine alle missioni militari in Afghanistan e sugli altri teatri di guerra.
Basterebbe una revisione del 10% delle tariffe per le convenzioni con i privati per avere un risparmio immediato di 1 miliardo e 200 milioni l’anno sulla spesa sanitaria. La potatura potrebbe poi essere maggiore ponendo un freno al malaffare e alla corruzione che sottende tutto il processo di privatizzazione della sanità come dimostrano i ripetuti scandali venuti alla luce in ogni parte d’Italia
E per finire non è un mistero per nessuno il peso che la corruzione ricopre nella realizzazione delle opere pubbliche, è stata la Corte dei Conti la scorsa settimana a quantificarla in un 20% di costi aggiuntivi, favorito dalla presenza di una miriade di consulenti esterni che nella pubblica amministrazione ricoprono ruoli strategici, speso senza alcuna competenza se non quella di garantire gli interessi di gruppi di potere politici ed economici. Fu Bassanini, ministro nei governi Prodi /D’Alema, all’indomani di Tangentopoli e dopo il collasso dei partiti storici, DC PCI PSI, a introdurre nel 1997, la possibilità di ricorrere alle consulenze esterne, proliferate in questi anni a suon di stipendi stellari. Se ne potrebbe benissimo fare a meno.
Nessuna patrimoniale all’orizzonte, per riequilibrare un fisco che tartassa lavoratori dipendenti e pensionati, favorendo le rendite finanziarie e i grandi patrimoni immobiliari.
Il problema è che Monti ed il suo governo perseguono un disegno ideologico ben preciso, sconvolgere gli attuali equilibri sociali, instaurare relazioni ademocratiche distruggendo qualsiasi strumento di mediazione politico/sociale, imporre modelli istituzionali autoritari, poiché nell’era della competizione capitalistica feroce non c’è più spazio né per i diritti/bisogni dei cittadini né per le pastoie democratiche.
La macchina statale deve essere ridotta all’osso, si privatizza tutto il privatizzabile, la finanza, le banche vanno salvaguardate, e peggio per chi non ce la fa, come dimostrano i 9 milioni di italiani che hanno rinunciato a curarsi non potendo pagare ticket sempre più esosi.
E’ la stessa malvagia cura che ha portato al collasso la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo e la Spagna, non sarà il caso di prenderne coscienza e …..dimettere Monti con tutto il suo Governo?