NON C'E' ALTERNATIVA: RIMBOCCARSI LE MANICHE E CONTINUARE A COSTRUIRE IL SINDACATO CHE SERVE AI LAVORATORI
Il governo Monti ha colpito ancora: dopo le manovre di fine anno, dopo le pensioni a 70 anni, dopo il pesante attacco al lavoro con l'aumento della precarietà, la libertà di licenziare e la drastica riduzione degli ammortizzatori sociali, ora con la spending review licenzia i dipendenti pubblici, riduce lo stato sociale e privatizza.
Al netto di qualche piccola correzione che è stata sicuramente già messa in conto, si tratta di una pesantissima manovra finanziaria fatta sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini che vedranno limitati pesantemente la sanità e tutti i servizi sociali e dovranno pagare molto di più i trasporti e tutte le altre tariffe.
A tutto ciò si aggiunge l'aumento delle tasse, soprattutto quelle che pesano di più sulla vita quotidiana, sui generi di prima necessità e sulla casa, la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, la riduzione del potere d'acquisto dei salari a causa del blocco dei contratti e dell'aumento dell'inflazione e l'aumento della disoccupazione, con ormai quasi il 40% dei giovani senza alcun reddito.
I risultati di queste misure anche sotto il profilo economico sono sotto gli occhi di tutti: nessuna ripresa, le borse crollano un giorno si e un giorno no con conseguenti forti speculazioni e nessun collegamento con l'economia reale, le aziende chiudono o riducono le attività, tanti artigiani e piccoli commercianti falliscono, le banche vengono salvate e foraggiate dalla BCE e continuano a speculare sugli alti tassi di interesse italiani prendendo soldi all'1% dall'Europa (e quindi anche dal prodotto dei nostri sacrifici) e investendo in titoli dello stato che danno rendimenti del 6%.
Il famoso spread, cioè quell'indice sconosciuto al 99,9% degli italiani sino a un anno fa e assunto ormai quale simbolo del Monti-pensiero, lungi dall'essere un parametro che descrive l'economia reale, è e rimane semplicemente una fredda percentuale che viene manipolata scientificamente di giorno in giorno da banche e finanza internazionale ed utilizzato per due obiettivi prioritari.
Per speculare e rendere possibili nuovi e più appetitosi rendimenti e profitti da una parte e dall'altra quale strumento di pressione mediatica che permette a Monti ed ai suoi colleghi “dell'europa che conta” di imprimere una spinta sempre più forte verso l'iniquità sociale, il liberismo più sfrenato, le privatizzazioni, l'ulteriore drastica riduzione dei diritti del lavoro e del welfare e la costruzione di un 'Italia ed un'Europa sempre meno libere, sempre meno democratiche e sempre più autoritarie.
Questo è ciò che stanno avallando gran parte dei partiti italiani, primo fra tutti il PD e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Non ci sono più alibi, non ci sono più scusanti, non ci sono più ipocrite dichiarazioni che tengano al cospetto di uno sfacelo complessivo come quello attuale che sta trasformando strutturalmente il tessuto sociale, economico e democratico di questo paese.
A questo punto non c'è alternativa al conflitto e ad un ampio dissenso organizzato che, dal punto di vista sindacale non può che tradursi nella ricostruzione di un sindacato che, partendo da ciò che in questi anni è riuscito a sostenere e a difendere il sindacalismo conflittuale, indipendente e di base, crei le condizioni per liberare i lavoratori dalla morsa culturale, sociale, politica e di consenso clientelare costruita in decenni di sindacato concertativo e collaborativo di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
Rimboccarsi le maniche, scansare con forza le macerie e gli sciacalli che si addensano su di esse e continuare a costruire il sindacato che serve ai lavoratori: non è facile e non sarà facile perché mentre si tenta di costruire ci si deve scontrare con chi invece “vive di macerie” e con chi ne produce di nuove, ma non c'è alternativa!
USB ha iniziato due anni fa e continuerà ad operare nel senso dell'unità, della chiarezza, del conflitto e dell'indipendenza dalle forze politiche, dai padroni e dai governi.
Chi è disponibile batta un colpo!