10 Settembre 2011 noi ci saremo
Da Roma Bene Comune un appello per una grande assemblea e un autunno di lotte condivise.
ROMA BENE COMUNE, il cartello di forze sociali, sindacali e politiche che da mesi sta conducendo a Roma un'interessante e riuscita sperimentazione di lavoro unitario sulle tante emergenze all’ordine del giorno poste dalla giunta di Alemanno e delle destre nella capitale, ha lanciato la proposta di costruire una grande Assemblea nazionale da tenersi proprio a Roma il 10 settembre.
Un’assemblea generale dunque, in cui far convergere tutte quelle situazioni sociali, sindacali e di lotta che si battono contro la crisi in ogni sua forma, per la difesa e il rilancio dei beni comuni, contro le scelte economiche del governo dei banchieri di far pagare i costi della crisi ai lavoratori e ai cittadini italiani e migranti, e che respingono l’infame nuovo Patto sociale siglato dalla Confindustria con cgilcisluil a giugno.
Noi ci saremo! Nell’esecutivo confederale del 12 luglio avevamo già convenuto sulla necessità di riunire in un grande momento di confronto tutto ciò che si muove nel conflitto, dalle lotte contro la devastazione dell’ambiente e per il rispetto della volontà dei cittadini italiani espressa con i referendum di tutela dei beni comuni e contro il nucleare a tutte le forze sociali e sindacali impegnate nel contrasto alla manovra economica “di classe” varata dal governo Napolitano/Berlusconi e nel respingere l’accordo di pace sociale che smantellando diritti e democrazia nei luoghi di lavoro, abolisce di fatto il contratto nazionale e impedisce il conflitto.
La proposta di Roma Bene Comune ci trova quindi pienamente d’accordo.
Dobbiamo ricercare al più presto quei punti di unità d’azione capaci di far esprimere con il più assordante fragore possibile il nostro no forte e chiaro, senza più tentennamenti e concessioni a chi ha dimostrato inequivocabilmente la propria natura e il proprio dna concertativo.
Nei mesi scorsi abbiamo assistito ad ondeggiamenti politici da parte di settori sociali e di movimento che hanno fatto sembrare possibile una via istituzional/concertativa di resistenza affidata soprattutto ad una lettura “situazionista” della natura della contraddizione in corso.
I fatti, che hanno la testa dura, si sono immediatamente presi la briga di smentire questa ipotesi fantasiosa di una cgil alla testa delle masse per la difesa dei diritti della gente e dei lavoratori.
La firma della Camusso in calce all’accordo del 28 giugno e il suo convinto appoggio alla lettura bipartisan della manovra del governo Napolitano/Berlusconi dovrebbero togliere, a chi ne aveva in buona fede, ogni possibile dubbio sulla questione.
Per noi è arrivato il momento di combattere. Non possiamo che assumerci le nostre responsabilità di fronte ad una situazione gravissima che sembra dover peggiorare ogni giorno di più.
Per questo ci saremo, con l'invito ad esserci esteso ai nostri delegati ed attivisti di tutt'Italia, a fianco dei delegati degli altri sindacati conflittuali e dei movimenti in lotta e di chi mantiene aperta nei territori una funzione di organizzazione del conflitto.
Ci saremo per proporre non solo di unificare le lotte e le forze ma per proporre di arrivare quanto prima ad una giornata nazionale di sciopero generalizzato, e perciò generale, che riempia le città del nostro paese di lavoratrici e lavoratori, di migranti, di precari, di disoccupati e senza casa e/o reddito, di cittadini in lotta per difendere i propri territori e i diritti comuni. Ci saremo e pensiamo che dovremmo starci tutti, per riunificare quello che in questo inverno passato si era diviso inseguendo improbabili scommesse.