WARTSILA CALPESTA I DIRITTI SINDACALI. BASTA REPRESSIONE CONTRO SASHA COLAUTTI
Le aziende non vogliono sentire la voce dei lavoratori e si scelgono sindacati e sindacalisti che firmano tutto. Accade così che la Wartsila di Trieste ha deciso di trasferire a Taranto Sasha Colautti, ex Segretario Provinciale rientrato in fabbrica dopo la rottura con la Fiom CGIL e aver aderito all’USB.
Alla base della rottura di Sasha e dell’intero direttivo FIOM di Trieste c’è il giudizio sul pessimo CCNL Metalmeccanico siglato da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, ma più in generale la linea politica di Camusso e Landini, sempre più compatibili con le politiche di Governo e Confindustria. Sasha Colautti e i compagni del direttivo FIOM di Trieste hanno fatto una scelta in coerenza con la loro storia sindacale, se i lavoratori sono quelli che stanno pagando il prezzo più alto alla crisi economica allora è da loro che bisogna ripartire, respingendo i ricatti dei datori di lavoro e della classe politica e sindacale che si è messa la loro servizio.
Il trasferimento di Sasha, mette in luce oltre l’arroganza, la debolezza di Wartsila e più in generale delle aziende timorose che al loro interno possa radicarsi un sindacalismo per e dei lavoratori. A Trieste come nel resto del paese, cresce il numero di lavoratori e delegati sindacali che rompono con CGIL, CISL e UIL e aderiscono all’USB.
Il trasferimento di Sasha Colautti, è un provvedimento figlio del clima anti-sindacale che oggi vede l’attacco al diritto di sciopero, non rimarremo fermi di fronte a questi soprusi. I nostri diritti non possono essere cancellati con un colpo di spugna o trasferiti a 1000km di distanza.