VERTENZA ANCR-IVU: DI NUOVO CENTINAIA DI LAVORATORI IN PIAZZA

Riuscita l’ennesima giornata di sciopero, ma i lavoratori dell’Istituto di Vigilanza non vengono ricevuti dalla Presidenza del Consiglio

Roma -

Le guardie giurate dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci-Istituto Vigilanza Urbe, in sciopero per tutta la giornata odierna, hanno manifestato davanti alla sede del Parlamento contro la precarizzazione e la cessione dello storico istituto di vigilanza.
Lo sciopero, indetto dalle sigle che rappresentano la maggioranza dei lavoratori - Libero Comitato G.P.G. - R.d.B/CUB insieme a Savip e Sinalv Cisal – è stato preceduto da due giorni di presidio davanti Monte Citorio ed ha visto un’alta adesione fra gli oltre 900 lavoratori IVU.
I dipendenti dell’ANCR-IVU chiedono risposte urgenti e soluzioni trasparenti sia dai Ministeri tenuti al controllo dell’ANCR (Difesa, Lavoro, Tesoro ed anche la Presidenza del Consiglio) in quanto Ente Morale Nazionale riconosciuto dalla Presidenza della Repubblica che gode di finanziamenti statali ordinari, sia dalle istituzioni di cui hanno ripetutamente sollecitato l’intervento (Assessorato al Lavoro del Comune di Roma, Assessorato al Lavoro della Regione Lazio, Prefettura di Roma).
Diversi parlamentari, fra cui il Presidente della Commissione Lavoro On. Gianni Pagliarini, sono venuti a esprimere solidarietà ai manifestanti, che tuttavia non hanno ottenuto l’incontro richiesto alla Presidenza del Consiglio.
Ieri in Commissione Lavoro della Camera è stata discussa l’interrogazione presentata dall’On. Burgio, che ha evidenziato come ben quattro sentenze (emesse da Corte dei Conti, TAR Lazio e Cassazione) attestino la natura pubblica dell’ANCR-IVU; che l’IVU non può essere ceduto come ramo d’azienda essendo un tutt’uno con l’ANCR, ed ha configurato una piena responsabilità governativa nella vigilanza sulla gestione dell’ente "ritenendo in ogni caso necessario che il Governo intervenga al fine di bloccare la procedura d’asta".
Le RdB-CUB ritengono che sia giunto il momento di avviare un’ispezione da parte del Ministero dell’Economia tramite la Guardia di Finanza per accertare la reale situazione finanziaria dell’ANCR-IVU e che ai 900 dipendenti ed alle loro famiglie venga assicurata un’occupazione dignitosa e tutelata nel salario e nei diritti.