USB contro le trivellazioni perpetue invita a votare sì al referendum del 17 Aprile.
Il 17 Aprile si voterà per un referendum che tratta un solo argomento: le concessioni illimitate a estrarre fonti fossili entro le 12 miglia dalle coste. Con un emendamento del Governo approvato nella Legge di Stabilità 2016 si è modificata infatti la precedente normativa, che stabiliva un termine alle concessioni ,in modo da permettere lo sfruttamento dei giacimenti fino al loro esaurimento.
Il Governo, il cui legame con le lobbies del petrolio è ampiamente dimostrato dagli ultimi avvenimenti che hanno portato alle dimissioni della Guidi, Ministra dello Sviluppo Economico di provenienza confindustriale, ha impedito che la consultazione si tenesse insieme alle elezioni amministrative fissate per il prossimo 5 giugno, decisione che costerà alle casse statali oltre 360 milioni di euro, che non sono proprio bruscolini in un periodo di spending rewiev, aggiunge un altro tentativo al fine di impedire che si raggiunga il quorum, invitando a disertare le urne: proprio un bell’esempio di lezione democratica!
E d’altronde cosa aspettarsi da un esecutivo che sta cercando in ogni maniera di annullare la volontà popolare espressasi nel referendum del 2011 contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici relativi ai beni comuni? Nella riforma dei servizi pubblici locali che va sotto il nome di Legge Madia è espressamente dichiarato il suo fine: promuovere la concorrenza e la libertà di prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati garantendo l’adeguata remunerazione del capitale investito, cioè profitti garantiti!
Ora,dopo aver silenziato per mesi le ragioni del referendum, anche grazie al silenzio compiacente dei maggior organi di comunicazione, si indica l’eventuale vittoria del sì come una grande sventura, causa di migliaia di licenziamenti: in realtà la vittoria del sì non porterà ad alcuna chiusura delle piattaforme ma semplicemente ripristinerà le scadenze delle concessioni a suo tempo rilasciate.
Le norme contenute nel decreto ‘Sblocca Italia’ garantendo le trivellazioni fino all’esaurimento dei giacimenti aggraveranno le ricadute sull’ambiente marino e non solo. Con tali normative vengono messe in discussione anche tutte le economie locali e nazionali legate alla pesca ed al turismo, vera ricchezza del nostro paese e di tutte le località rivierasche.
Occorre abbandonare le vecchie politiche energetiche basate sulle fonti fossili non rinnovabili, in primis il petrolio, e mentre altri paesi, come la Francia, decidono una moratoria immediata sui permessi di ricerca di idrocarburi nel Mediterraneo, le politiche energetiche anche di questo Governo continuano a non investire sulle rinnovabili, basterà a questo proposito ricordare i 4.000 posti di lavoro persi lo scorso anno nel solo settore eolico! Altro che difesa dell’occupazione! Le promesse di Renzi, che solo due anni fa diceva di voler far crescere le fonti rinnovabili fino al 50%, si dimostrano quello che sono: specchietti per le allodole pronte a liquefarsi davanti alle pressioni dei petrolieri!
La difesa dell’ambiente, dei nostri mari, la salute pubblica, sono beni comuni che vanno tutelati e presidiati, come l’acqua e tutti servizi pubblici che sono patrimonio indisponibile alle speculazioni affaristiche e ai capitali finanziari.
Il sostegno di USB al Sì al referendum del 17 Aprile per questo motivo siinserisce nella più generale campagna di rilancio del Welfare approvata nella grande assemblea del 3 Aprile scorso a Milano.
L’Unione Sindacale di Base invita tutti i propri iscritti a votare sì Domenica 17 Aprile e a sostenere e propagandare con ogni mezzo possibile la necessità di recarsi alle urne.
Unione Sindacale di Base