Un governo di solidarietà nazionale cementato dagli spari a palazzo Chigi
Puntuale come un orologio svizzero, a suggellare il neonato governo di unità nazionale, arriva il ferimento dei due carabinieri a palazzo Chigi utile a zittire ogni opposizione e rendere mediaticamente complici tutti coloro che questo governo proprio non lo vogliono.
Ma al di là degli spari emerge con forza la natura del nuovo governo e non è difficile fare previsioni su quanto produrrà sui lavoratori e sulla gente comune.
Un monocolore europeo in salsa neodemocristiana. Tutti o quasi tutti i Ministri, ad eccezione di quelli imposti dal monarca-repubblicano Napolitano che sono esattamente di sicura fede BCE e provengono dal novero dei “saggi” che hanno già scritto il programma di governo, provengono dalla fondazione creata già da qualche anno da Letta e Alfano.
Una fondazione, VeDrò, che è copiosamente finanziata dai maggiori soggetti economici del Paese, prima di tutti Enel, ma anche da soggetti diversi: dall’Eni alla Telecom, a Farmindustria, Autostrade per l’Italia, Cremonini e molti altri e che saranno ora i veri ministri italiani, anche se a giurare sono stati formalmente altri.
Ovviamente nessuno finanzia nessuno per niente e c’è da scommettere che le privatizzazioni dei gioielli di famiglia, con questo governo, faranno passi da gigante.
Ma quello che è evidente è che si sono fatte nuove elezioni politiche, in parlamento si sono lacerati pesantemente sull’elezione/rielezione di Napolitano, ma il governo che è uscito fuori è la fotocopia, nei contenuti, del governo Monti di cui tutti conosciamo l’impronta e i danni che in soli 17 mesi ha prodotto sui settori più deboli della società.
Una politica che provoca disperazione estrema e violenza tra la gente comune, sia che si rivolga contro se stessa (dandosi fuoco come un anno fa davanti a Palazzo Chigi) sia che invece oggi spari a due carabinieri, messi lì a protezione di chi li ha portati a quel grado di rabbia e d’impotenza.
Sarà un governo autoritario, dedito al definitivo smantellamento della sovranità nazionale, prono ai diktat della Troika, ma soprattutto sarà un governo di classe, di una borghesia che cerca di ritrovare un’identità, che condurrà la sua battaglia senza esclusione di colpi verso la classe dei lavoratori di cui bisogna definitivamente fiaccare ogni forma di resistenza.
Che possano riuscirci lo dimostra l’assordante silenzio di Cgil, Cisl e Uil, che diventi complicato per loro dipende da noi e dal conflitto che sapremo innescare.