Incontro ministra Lavoro-parti sociali, l'intervento USB

Nazionale -

Si è svolto nel primo pomeriggio al Ministero del Lavoro l'incontro tra la ministra Marina Calderone e le parti sociali. Di seguito il testo dell'intervento dell'Unione Sindacale di Base incentrato su una legge contro gli omicidi sul lavoro, la tutela dei salari, il salario minimo a 10 euro, il mantenimento del reddito di cittadinanza e la soglia minima delle pensioni a 1000 euro.

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Gentile Ministra,

la Confederazione USB La ringrazia per questa convocazione, che speriamo non sia un fatto isolato ma che apra una stagione in cui venga riconosciuto a tutti i livelli il pluralismo sindacale.

L'USB ritiene assolutamente urgente operare al più presto per affrontare i molti problemi rimasti irrisolti e quelli che la crisi energetica e la guerra stanno facendo emergere con forza e che ci preoccupano grandemente.

Vogliamo proporre al primo posto la questione dell'inaccettabile livello di morti e incidenti gravi che si verificano sui luoghi di lavoro.

Tutti noi siamo a conoscenza dei numeri e delle statistiche che quotidianamente rendono visibile la strage in atto. Da più parti si levano promesse di intervento sulla materia, ma queste non si concretizzano mai.

La USB insieme alla Onlus Rete Iside ha predisposto un disegno di legge per la “Introduzione del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime alle lavoratrici ed ai lavoratori”, https://www.camera.it/leg18/126?tab=2&leg=18&idDocumento=3569&sede=&tipo=

presentato alla Camera dei Deputati nella scorsa legislatura. Così come operato recentemente dal Parlamento con l'introduzione del reato di omicidio stradale prima e quello di omicidio nautico poi, si vuole - attraverso provvedimenti di rafforzamento dei corpi ispettivi, di inasprimento delle pene e con l'introduzione di livelli di controllo assai piu stringenti di quelli già previsti dal D. Lgs. 81/2008 -, cercare di contenere e contrastare un fenomeno che sempre più è legato allo sfruttamento intensivo della manodopera e al profitto senza limiti e che non viene punito adeguatamente, come plasticamente dimostra il caso della giovane Luana D'Orazio.

Le chiediamo signora Ministra di inaugurare una nuova stagione su questo fronte, chiudendo definitivamente quella delle lacrime e delle promesse, facendo Sua la nostra proposta di legge per l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro e il contrasto agli incidenti gravi e gravissimi, di cui Le consegniamo copia.

La seconda questione che sottoponiamo alla Sua attenzione è relativa alla grave crisi occupazionale - soprattutto giovanile - e salariale in corso da troppo tempo nel Paese, che è figlia innanzitutto delle scelte di politica economica dell'Unione Europea e della pedissequa applicazione delle stesse da parte dei governi italiani degli ultimi decenni. In particolare ciò ha prodotto un generale impoverimento delle famiglie e dei lavoratori dipendenti e autonomi, producendo il fenomeno conosciuto come “lavoro povero”, giunto a livelli allarmanti di diffusione, il quale si somma al record europeo della disoccupazione giovanile che potrebbe essere contrastata attraverso la previsione di 1.000.000 di posti di lavoro nel pubblico impiego e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

Ma anche il lavoro contrattualmente tutelato oggi soffre pesantemente la riduzione del valore di acquisto degli stipendi e dei salari. I mancati rinnovi dei CCNL alle scadenze previste producono un progressivo scadimento delle coperture salariali e per questo motivo i contratti devono essere rinnovati subito, redistribuendo la ricchezza prodotta. Un altro dei fattori che ha certamente contribuito a provocare una vera e propria frana del potere di acquisto è la scomparsa della Scala mobile e l'introduzione dell'indice europeo armonizzato Ipca che, prevedendo di non calcolare l'inflazione importata a causa dell’aumento del costo delle materie energetiche, non garantisce alcuna protezione dall'inflazione che oggi è tornata a due cifre, come quaranta anni fa. Chiediamo pertanto che il Governo assuma come primo provvedimento quello di reintrodurre un meccanismo di tutela integrale dei salari e degli stipendi dall'inflazione.

Riteniamo altresì necessario procedere all'istituzione per legge del Salario Minimo nella misura di 10 euro l'ora come primo essenziale strumento di abbattimento del lavoro povero, provvedimento che non può essere lasciato alla contrattazione che, in molti comparti produttivi, ha fin qui stabilito paghe orarie contrattuali ben al di sotto del minimo richiesto.

Ribadiamo inoltre la nostra contrarietà a provvedimenti di restringimento della platea dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza che, seppure possa essere meglio gestito, rimane comunque un importante primo strumento di lotta alla povertà e alle disuguaglianze e va pertanto esteso e distribuito sulla scorta del reddito individuale.

Sul capitolo Pensioni si presentano due problemi distinti ed ugualmente urgenti: l'uscita dalle previsioni della Legge Fornero e il valore economico delle pensioni in essere e future.

Non ci esercitiamo sulle quote in essere o su quelle future; vogliamo qui rimarcare ancora una volta che il bilancio dell'INPS, il secondo in Italia dopo quello dello Stato, è appesantito in maniera determinante da prestazioni che nulla hanno a che vedere con la previdenza sociale che è il vero core business dell'Istituto. Le entrate contributive del Fondo lavoratori dipendenti sono largamente in grado di assicurare pensioni dignitose a 60 anni di età o 40 di contributi. Il continuo accollo alla Previdenza sociale di istituti previdenziali in profonda perdita economica, come tra gli altri quello dei dirigenti d'azienda e dei giornalisti proprio in questi giorni, i continui sgravi contributivi decisi per favorire le aziende, si stanno scaricando sul bilancio dell'INPS che così viene rappresentato stabilmente in emergenza al fine di favorire l'affermazione dei fondi pensione, capitale di rischio che, per affermarsi non possono prescindere dalla riduzione drastica del peso della previdenza pubblica. Le pensioni vengono oggi assoggettate ad una tassazione altissima il cui importo complessivo, se riversato nelle casse dell’INPS, garantirebbe da solo un’efficace copertura delle spese pensionistiche generali.

Gli importi delle pensioni in essere sono già oggi insufficienti a garantire una vecchiaia dignitosa a una platea molto vasta di pensionati; la diffusione sempre più incalzante del lavoro precario, che va combattuto riportando il tempo indeterminato ad essere lo strumento primario di assunzione, produrrà negli anni un ammontare contributivo individuale molto basso e pertanto darà vita a pensioni ugualmente molto basse, se considerate unicamente sulla scorta dei contributi versati. Secondo la USB va definito un importo minimo sociale delle pensioni a 1.000 euro mensili da rivalutare sulla scorta della vita lavorativa di ciascuno.

Molti altri sono, per la USB, gli argomenti urgenti da affrontare e che speriamo possano essere trattati in successivi ravvicinati incontri.

Roma, 4 novembre 2022

Unione Sindacale di Base