Sul salario minimo Pisapia scavalca a destra Zingaretti
Dopo le uscite del nuovo leader Pd Zingaretti sul salario minimo per legge, oggi è la volta di Pisapia, che lancia l'idea del salario minimo europeo. Dietro l'annuncio, però, si nasconde una proposta ipocrita e ingannevole che mira ad impedire che in Italia si introduca una misura di reale avanzamento per tutti i salari troppo bassi. Vediamo di cosa si tratta.
Zingaretti aveva annunciato pochi giorni fa un cambio di linea del partito, che decideva di allinearsi a Cgil, Cisl e Uil nel contrastare l'idea che una legge stabilisca un limite minimo al di sotto del quale i salari non possano scendere. La nuova linea del Pd in sostanza è riconoscere come minimi salariali quelli stabiliti dalla contrattazione collettiva di Cgil, Cisl e Uil, per combattere in questo modo la piaga dei contratti pirata. La proposta precedente, presentata in Parlamento da diversi deputati Pd, indicava però la soglia dei 9 euro netti l'ora come minimo legale: una proposta che se diventasse legge avrebbe comunque l'effetto di contrastare la contrattazione pirata ma costringerebbe anche a rivedere verso l'alto moltissimi contratti firmati dalla triplice. Nel cambio di linea, quindi, il Pd fa marcia indietro ed avanza una proposta destinata ad avere effetti di scarsa rilevanza.
Il capolista per il Pd nel nordovest alle elezioni europee, Pisapia, in una intervista sulla Stampa di oggi 24 aprile, va ancora più in là, sostenendo che serve “un salario minimo europeo pari al 60% dello stipendio medio di ogni Stato”. Che, fatti due rapidi calcoli in base alle stime ufficiali, corrisponderebbe in Italia a circa 6,5 euro l'ora. In linea con una buona fetta della contrattazione pirata.
Quindi, mentre in Parlamento si stanno discutendo disegni di legge che propongono di introdurre minimi salariali di 9 euro lordi o netti, Pisapia si schiera per un salario minimo di 6,5 euro, che è poi la vecchia proposta del professor Ichino e dell'ex presidente Boeri, entrambi sempre preoccupati che i salari crescano troppo nel nostro paese!
A questo punto, la possibilità che possa essere approvata una legge che istituisca un salario minimo utile ad alzare il livello delle retribuzioni per milioni di lavoratori poveri, sembra molto remota. Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Pd sono contrari e potrebbero convergere solo attorno ad una cifra molto bassa: l'ipotesi di Pisapia potrebbe fargli gola. Sul fronte del governo, il ministro Tria ha recentemente dichiarato che il salario minimo per legge sarà quello della contrattazione collettiva, che è la posizione di Zingaretti. La Lega non parla, ma la sua posizione è da sempre di sostanziale connivenza con la contrattazione pirata al ribasso. Resta da vedere cosa faranno i 5 stelle. Nel contratto di governo il salario minimo c'è, ma solo per le categorie non coperte dalla contrattazione nazionale, quindi per una percentuale molto ridotta di lavoratori. Il 30 aprile l'USB è di nuovo convocata al Ministero del Lavoro per il tavolo tecnico sulla materia, ma è difficile, in queste condizioni, immaginare che emergeranno soluzioni positive di reale contrasto al lavoro povero.