Sport e Salute ristabilisca il controllo sull’operato delle federazioni e garantisca l’applicazione degli accordi

Roma -

Cari Colleghi iscritti e non, vi informiamo che si è svolta una riunione on line, questa volta convocata da Sport e Salute, per concordare con le organizzazioni sindacali presenti, le modalità da adottare nelle fasi di rientro sul posto di lavoro.

Come potete immaginare la discussione ha preso tutta un’altra piega da cui è emersa la totale contrarietà di tutte le organizzazioni sindacali all’utilizzo della CIGS.
Pur condividendo la necessità di disciplinare la prossima fase di riavvicinamento alla normalità adottando misure atte a privilegiare la sicurezza dei lavoratori, purtuttavia abbiamo chiesto di sostenere da parte di Sport e Salute con tutte le FSN, (perché sembra evidente che il problema sono le Federazioni ed i loro presidenti) la necessità di continuare ad utilizzare gli istituti previsti dall’accordo del 6 marzo u.s. e soprattutto, ove possibile, lo smart working.
Abbiamo anche voluto richiamare il Verbale del 26 maggio 2008 contenuto nel CCNL, pag. 130, che all’art. 2 dispone che:” i contributi assegnati da CONI, ed ora da Sport e Salute, alle Federazioni per la corresponsione dei trattamenti economici contrattualmente previsti per il personale, vengano utilizzati esclusivamente per tale fine” chiedendo se il CCNL 2015/2017 sia ancora in vigore o se sia stato superato da altra norma.
È necessario, come espresso da tutte le organizzazioni sindacali in diverse sfumature, ristabilire il controllo della società Sport e Salute sull’operato delle FSN, ripristinare la certezza dell’applicazione degli accordi firmati con i rappresentanti dei Lavoratori e del CCNL, fermare con ogni mezzo le fughe in avanti di alcune federazioni sportive che distraendo i fondi per il personale fanno ricorso alla CIGS.
È stata suggerita la creazione di un Comitato di Controllo a tal fine, con l’amministrazione di Sport e Salute e le altre organizzazioni sindacali. Ipotesi che ci trova favorevoli poiché, pur comprendendo le enormi difficoltà che il Paese intero sta affrontando, e l’osservazione del dr. Meloni che ci ha precisato che i dipendenti federali non hanno usufruito degli istituti previsti nell’accordo del 6 marzo nella misura attesa, dobbiamo rispondere che non a tutti i dipendenti è stata data l’opportunità di usufruire di quegli istituti.
La notizia certa è che l’accordo del 6 marzo si intende prorogato almeno sino al 17 maggio, in attesa di maggiori delucidazioni sulla fase 2 da parte del Governo.
Cercheremo di tenervi informati e vi preghiamo di segnalare al nostro indirizzo mail ogni comportamento che riteniate non in linea con l’accordo del 6 marzo che in nessun caso autorizza, prevede o menziona il ricorso alla CIGS.


Roma 30 aprile 2020


p.USB - Andico
Donatella Bottura