Speciale sullo Sciopero Generale del 9 novembre 2007 - Dicono di noi - Le notizie
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(agenzie, corrispondenze, comunicati dalle piazze)
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10 novembre 2007 - L'Unione Sarda
Sindacati in piazza e Cagliari va in tilt
Sfilata per duemila nelle vie del centro: welfare nel mirino
di MARIANGELA LAMPIS
Cagliari - I sindacati di base Cobas e Cub ieri sono scesi in piazza per protestare contro la politica del Governo.
Giornata nera ieri a Cagliari per lo sciopero generale indetto dai sindacati di base Cobas e Cub. Davanti alle numerosissime auto bloccate nelle lunghe code, più fitte anche a causa dello stop dei trasporti pubblici, hanno sfilato circa duemila persone. Senza particolari disordini, ma immobilizzando alcuni tratti delle principali strade cittadine. Da via Sonnino a via Roma, fino all'arrivo in piazza del Carmine. In corrispondenza soprattutto dei grandi incroci, gli agenti della polizia municipale non hanno avuto un secondo di tregua tra fischi e indicazioni agli automobilisti. Non solo strade: anche la chiusura di alcuni uffici pubblici ha creato disagi ai cittadini. Nessuna ripercussione si è registrata sugli orari dei treni mentre la circolazione ridotta dei pullman, garantita nelle fasce orarie più critiche, ha contribuito a condizionare gli spostamenti in città.
Al passo con i ritmi reggae che si diffondevano da un vecchio furgoncino, i lavoratori del pubblico impiego e del settore privato (presenti anche diversi movimenti giovanili) che aderiscono alle rappresentanze sindacali di base Cub e alla Confederazione Cobas Sardegna hanno marciato contro «l'accordo sul welfare del 23 luglio, la manovra finanziaria e il precariato», aderendo alla mobilitazione che in Italia ha coinvolto 25 città. Scuola, trasporti, energia e pubblica amministrazione tra i settori più rappresentati nel venerdì della mobilitazione. Si può stilare un bilancio positivo sia a livello nazionale che regionale, secondo gli organizzatori: «Una buona adesione, assolutamente pacifica e ordinata», ha commentato Enrico Rubiu, coordinatore regionale di Rdb-Cub.
Il fronte della contestazione, circondato dalla polizia su tutti i lati, si è rivolto in primo luogo all'accordo sul welfare sottoscritto a fine luglio tra Governo e sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. «Il protocollo si è rivelato l'ennesimo attacco alle condizioni di vita di lavoratori, giovani, precari e pensionati», ha attaccato durante la manifestazione Giancarlo Della Corte, della Confederazione Cobas. «Si procede sulla strada del peggioramento delle nostre condizioni: aumento dell'età pensionabile, riduzione delle future pensioni, riconoscimento di soli 5 mila pensionamenti l'anno per i lavoratori usuranti e diminuzione delle nuove assunzioni». Nel mirino, poi, la Finanziaria 2008: «Legge killer della scuola, contro gli insegnanti e il personale Ata».
Erano in pochi ieri a non pronunciare la parola precariato: «In Italia i precari sono 6 milioni. E, purtroppo, il numero è destinato a crescere in maniera esponenziale», ha rilanciato Gian Franco Onnis, esponente della sigla Rdb-Cub. Senza risparmiare polemiche anche contro il «blocco totale delle assunzioni nell'amministrazione pubblica». Stessa linea quella di Nivan Medici, Rdb-Cub del pubblico impiego: «Un numero indicativo di questa situazione è la media dell'età dei lavoratori Inps: 55 anni».
Il coro dei lavoratori provenienti dal Sulcis-Iglesiente si sovrapponeva agli insulti ai governi nazionale e regionale dei movimenti giovani, mentre altri gruppi sollevavano maxi cartelli con scritte come «pensionati in lutto» o «a fine stipendio avanzano troppi giorni del mese». Uno striscione dietro l'altro, dalla partenza all'arrivo al centro della piazza del Carmine. Grandi bandiere accanto a manifestanti tappezzati di biglietti-denuncia. Uno su tutti, in bella mostra sul petto di decine di persone: «Diritto di parola». E poi Enrico Rubiu rilanciava le accuse sulle politiche governative: «Gli effetti sono i salari sempre più bassi, l'aumento delle tasse per i lavoratori e la riduzione dello stato sociale. Il welfare, appunto».
10 novembre 2007 - La Nuova Sardegna
Duemila in piazza: no al precariato
Critiche e fischi anche contro l’accordo di luglio sul welfare «Oltre i confederali c’è un mondo in rivolta che ha perso la pazienza»
di SABRINA ZEDDA
CAGLIARI. Contro gli accordi sul welfare di luglio, contro la Finanziaria 2008, ma anche contro ogni forma di precariato e di sfruttamento, compreso l’ampliamento della base Usa di Vicenza. Il forte vento di maestrale non ha spaventato i duemila manifestanti e più arrivati da tutta l’Isola per il grande sciopero generale organizzato da Rappresentanze sindacali di base-Cub e Cobas.
La manifestazione ha colpito nel segno, mostrando, hanno commentato a fine mattinata gli organizzatori, che al di fuori dei sindacati confederali c’è ancora una forte resistenza quando le leggi sono ‹‹contro i lavoratori››.
Per l’occasione, sono scese in piazza tutte le categorie: dai lavoratori del pubblico impiego ai precari della scuola, dai metalmeccanici agli operatori dei trasporti. Ognuno con la sua storia, fatta di anni di lavoro mal retribuito, di buste paga che non si sa sino a quando ci saranno, perchè i contratti sono a termine.
‹‹Siamo nella merda più totale - è il commento schietto di Angelo Diciotti, 53 anni e un lavoro come operaio all’Alcoa di Portovesme in tasca sin da giovanissimo - Se il costo dell’energia continua a rimanere così alto la nostra fabbrica chiuderà e oltre mille lavoratori saranno mandati a casa».
Il presidente della Regione, Renato Soru, tempo fa aveva detto di essere vicino ai lavoratori, ma l’impressione tra questi metalmeccanici che sfilano soffiando forte nei fischietti e agitando bandiere, è che la disillusione sia parecchia: ‹‹In fondo tutti - commenta qualcuno - quando i lavoratori piangono dicono di essere con loro››. Anche Alberto Lai, moglie e due figli piccoli, lavora all’Apcoa: ‹‹Il nostro stato d’animo in questo periodo - dice con voce amara - lo lascio solo immaginare: già ora non riusciamo ad arrivare alla fine del mese, figurarsi se fossimo licenziati››. In mezzo a questo serpentone umano che da piazza Garibaldi si snoda sino a piazza del Carmine non ci sono solo i Sindacati di base: hanno aderito anche movimenti e partiti, dal comitato Gettiamo le basi alla Sinistra critica, e accanto ai lavoratori del privato ci sono quelli del settore pubblico. ‹‹I dipendenti degli enti sembrano privilegiati perché sono gli unici che si possono ancora difendere - fa notare Gian Franco Onnis delle Rdb-Cub - Non tutti sanno però che la precarietà è arrivata anche da noi››. Maria Luisa Trebiu della federazione di Sassari, punta il dito contro gli accordi sul Tfr e invoca il ritorno della scala mobile. In mezzo a tanto sconforto la voglia di combattere è comunque tanta: ‹‹Tra pochi giorni - annuncia Giancarlo Dalla Corte dei Cobas-scuola - manifesteremo a Genova per i processi sul G8, poi andremo a Roma per dire no alla violenza sulle donne››.
8 novembre 2007 - L'Unione Sarda
I sindacati dell'isola si preparano allo sciopero
Domani Cobas in piazza
di MARIANGELA LAMPIS
Cagliari - Scenderanno in piazza domani a Cagliari per protestare contro l'accordo sul Welfare del 23 luglio, le politiche governative e la Finanziaria 2008. Cobas Sardegna e il coordinamento regionale delle rappresentanze sindacali di base Cub, nella giornata dello sciopero generale indetto dai sindacati nazionali di tutte le categorie, daranno voce al «malessere dovuto al peggioramento del sistema pensionistico, al precariato e alla riduzione dello stato sociale», spiega Enrico Rubiu, coordinatore regionale di Rdb-Cub. Alle 10, da piazza Garibaldi si snoderà il corteo composto da «lavoratori del pubblico impiego, trasporti, scuola, energia e altri settori. Ci sarà anche l'Acu, l'Associazione consumatori uniti, presenza significativa alla luce della sempre più profonda erosione del potere d'acquisto». La manifestazione proseguirà in via Sonnino, via XX Settembre e via Roma, per concludersi infine in piazza del Carmine. Nel mirino il contenuto del protocollo firmato a fine luglio dal Governo e dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. «Documento che prevede l'aumento dei contributi a carico dei dipendenti e dei precari e una riduzione dell'importo delle pensioni con la modifica dei coefficienti», polemizza Enrico Rubiu.
8 novembre 2007 - La Nuova Sardegna
Domani mattina lo sciopero regionale: da via Garibaldi a piazza del Carmine
Cobas in marcia: no al welfare
«Il Governo Prodi e i sindacati ci hanno beffato» «Dall’età pensionabile al lavoro precario: questi sono i danni»
di Sabrina Zedda
CAGLIARI - Dicono ‹‹no›› all’accordo sul welfare firmato col Governo a luglio e chiedono a gran voce una partecipazione massiccia allo sciopero generale proclamato domani. I Cobas non hanno dubbi: sarà l’occasione per passare dal semplice dissenso a una protesta organizzata e salvare da precarietà, redditi da fame,diritti negati. I sindacati riuniti nei Cobas ce la mettono tutta: in Sardegna l’appuntamento è alle 10, in piazza Garibaldi, da dove partirà il corteo che arriverà in piazza del Carmine per il sit-in finale. ‹‹Dalle diverse province arriveranno lavoratori di tutti i settori - annuncia Enrico Rubiu delle Rappresentanze sindacali di base - dai metalmeccanici del Sulcis ai lavoratori delle telecomunicazioni, dai precari dei centri commerciali a quelli della scuola››. Al primo punto della protesta c’è l’accordo sul welfare firmato a luglio tra Governo e sindacati confederali: un documento, sottolineano i Cobas, che a dispetto delle politiche di sostegno ai redditi e alle famiglie tanto sbandierate, ha in realtà altri contenuti. E tutti negativi, dicono. Come l’aumento dell’età pensionabile a 61 anni, la pretesa di avere 36 anni di contributi prima di andare in pensione, o la "beffa" per i lavori usuranti, riconosciuti ‹‹solo per pochi lavoratori all’anno››. E Nel pacchetto - aggiunge Rubiu - si parla anche della possibilità per le aziende di avere in organico il 100 per cento di lavoratori precari.
Una situazione ormai insostenibile e su cui i sindacati di base dicono di non aver avuto voce in capitolo. ‹‹Ai tavoli delle trattative - denuncia Giancarlo della Corte dei Cobas scuola - i sindacati non si siedono neppure se vedono anche noi. È successo poco tempo fa anche in Sardegna in un incontro promosso dal presidente della Regione, Renato Soru››. Eppure, sottolinea Rubiu, i Cobas la loro forza ce l’hanno: contando gli aderenti di tutti i settori si arriva a sfiorare le diecimila persone. Che sicuramente si faranno sentire domani, nella marcia per chiedere ‹‹veri rinnovi contrattuali con aumento dei salari a livello europeo››, il ‹‹taglio delle tasse su salari e pensioni››, lavoro "stabile" e ‹‹rilancio della previdenza pubblica››. Si protesterà anche per chiedere un’istruzione di qualità: ‹‹Sinora - è il lamento di Mariella Setzu, dei Cobas scuola - non abbiamo fatto altro che raschiare il barile››. Un modo per denunciare la vergognosa situazione dei precari della scuola, costretti a contratti ‹‹sino a quando non sarà nominato il titolare della cattedra››, ma anche dei tanti studenti in situazione di handicap che non vedono riconosciuto neppure il diritto ad un insegnante di sostegno.
7 novembre 2007 - L'Unione Sarda
Sciopero. Si ferma anche la scuola. A Cagliari corteo alle 10 da piazza Garibaldi
Cobas in piazza: disagi nei trasporti
Cagliari - Giornata nera oggi per chi dovrà spostarsi e per chi dovrà rivolgersi a un ospedale o recarsi a uno sportello pubblico: lo sciopero generale dei sindacati di base proclamato per la giornata per le aziende pubbliche e private infatti potrebbe riguardare, secondo i dati della Cub, la confederazione unitaria di base, oltre 1,5 milioni di lavoratori, con riflessi significativi soprattutto nei trasporti e nella pubblica amministrazione, compresa la scuola. Nella stessa giornata sono previste 32 manifestazioni nelle principali città; i Cobas contano di portare in piazza oltre 350.000 persone, 50.000 delle quali in corteo di Roma dove, insieme a Milano, si svolgeranno le manifestazioni più importanti. Ovunque saranno rispettate le fasce di garanzia e assicurati i servizi minimi, afferma il coordinatore nazionale della Cub Pierpaolo Leonardi. A Cagliari il corteo partirà alle 10 da piazza Garibaldi.
30 NOVEMBRE Un venerdì ancora più nero sarà quello del 30 novembre, con i trasporti pubblici a rischio paralisi per lo sciopero generale di 8 ore indetto questa volta da Cgil, Cisl e Uil a motivo della non centralità e le scarse risorse per il settore in Finanziaria. Uno sciopero bollato come «irregolare» dalla Commissione di garanzia. Le Fs prevedono invece una circolazione dei treni pressoché regolare.
TRASPORTI Per i trasporti, le fasce di astensione saranno articolate per settore ma i disagi maggiori potrebbero riguardare mezzi pubblici urbani, soprattutto a Roma e Milano, e il trasporto aereo: per la sola Alitalia i voli cancellati sono 96, di cui 30 tagliati a Fiumicino. Altre compagnie potrebbero cancellare collegamenti. Funzionamenti a singhiozzo anche negli ospedali, assicurano gli organizzatori della protesta che ha nel mirino Finanziaria, accordo sul welfare e precariato. Ecco le modalità dello sciopero di oggi per quanto riguarda i servizi pubblici essenziali: Trasporto ferroviario : dalle 9 alle 16. Aerei : personale non operativo (non soggetto alla legge sugli scioperi nei servizi essenziali) per l'intera giornata, mentre il personale operativo si fermerà dalle 10 alle 18. Il trasporto pubblico locale si fermerà a seconda di modalità articolate a livello regionale. In Sardegna l'Arst salvaguarderà le fasce dalle 6 alle 9.30 e dalle 13.30 alle 16. Vigili del fuoco : fermo il persona le operativo turnista dalle 10 alle 14. Sanità : garantiti i servizi minimi e le emergenze. Scuola: sciopero per tutto il giorno.