SOLIDARIETA' ALLE 250 FAMIGLIE SGOMBERATE DAL REGINA ELENA DI ROMA

Deportazioni in città in parallelo ai respingimenti in mare?

Roma -

La Federazione nazionale RdB-CUB esprime tutta la propria solidarietà alle 250 famiglie cacciate questa mattina dall’Istituto Regina Elena di Roma, struttura fatiscente, abbandonata da anni e lasciata nel degrado più estremo dopo lo spostamento al San Raffaele di tutte le attività sanitarie/ospedaliere.

 

Con un’ennesima spettacolare operazione di polizia la popolazione immigrata che lì risiedeva da tempo è stata deportata in strutture inadeguate, 2/3 famiglie ammassate in spazi ristrettissimi, giustificando tutto ciò con la necessita da parte dell’Università di rientrare in possesso di questa struttura. Ci chiediamo come mai l’Università per anni non abbia sentito questo bisogno e se per caso non siamo alla vigilia di una nuova appetitosa speculazione.

 

Altrettanto fortemente deprecabile  è il fatto che il Comune, senza porsi il problema di risolvere con strumenti ed iniziative ben diverse il problema della casa a Roma, si presti a queste operazioni, deportando di fatto gli immigrati in centri assolutamente inidonei, allineandosi alla politica del Governo di centro destra: le deportazioni in città in parallelo ai respingimenti in mare?

 

La Federazione RdB-CUB sostiene le lotte dei movimenti per la casa a cui assicura tutto il proprio appoggio.

 

 

 

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1 settembre 2009 - Omniroma

REGINA ELENA, RDB CUB: «SGOMBERI COME RESPINGIMENTI IN MARE»

(OMNIROMA) Roma, 01 set - «La Federazione nazionale RdB-CUB esprime tutta la propria solidarietà alle 250 famiglie cacciate questa mattina dall'Istituto Regina Elena di Roma, struttura fatiscente, abbandonata da anni e lasciata nel degrado più estremo dopo lo spostamento al San Raffaele di tutte le attività sanitarie/ospedaliere». È quanto si legge in una nota di Rdb-Cub. «Con un'ennesima spettacolare operazione di polizia la popolazione immigrata che lì risiedeva da tempo è stata deportata in strutture inadeguate, 2/3 famiglie ammassate in spazi ristrettissimi, giustificando tutto ciò con la necessita da parte dell'Università di rientrare in possesso di questa struttura - prosegue - Ci chiediamo come mai l'Università per anni non abbia sentito questo bisogno e se per caso non siamo alla vigilia di una nuova appetitosa speculazione. Altrettanto fortemente deprecabile è il fatto che il Comune, senza porsi il problema di risolvere con strumenti ed iniziative ben diverse il problema della casa a Roma, si presti a queste operazioni, deportando di fatto gli immigrati in centri assolutamente inidonei, allineandosi alla politica del Governo di centro destra: le deportazioni in città in parallelo ai respingimenti in mare? La Federazione RdB-CUB sostiene le lotte dei movimenti per la casa a cui assicura tutto il proprio appoggio».


1 settembre 2009 - Apcom

Immigrati/ Sgombero Regina Elena, Rdb-Cub: Solidarietà a famiglie
"Cacciate e deportate in strutture inadeguate"

(Apcom) Roma - La federazione nazionale Rdb-Cub "esprime tutta la propria solidarietà alle 250 famiglie cacciate questa mattina dall'istituto Regina Elena di Roma". Lo scrive in una nota il sindacato, spiegando che si tratta di una "struttura fatiscente, abbandonata da anni e lasciata nel degrado più estremo dopo lo spostamento al San Raffaele di tutte le attività sanitarie-ospedaliere. Con un'ennesima spettacolare operazione di polizia - denuncia la sigla sindacale - la popolazione immigrata che lì risiedeva da tempo è stata deportata in strutture inadeguate, 2 o 3 famiglie ammassate in spazi ristrettissimi, giustificando tutto ciò con la necessità da parte dell'università di rientrare in possesso di questa struttura. Ci chiediamo come mai l'università per anni non abbia sentito questo bisogno e se per caso non siamo alla vigilia di una nuova appetitosa speculazione". "Altrettanto fortemente deprecabile - prosegue Rdb-Cub - è il fatto che il Comune, senza porsi il problema di risolvere con strumenti ed iniziative ben diverse il problema della casa a Roma, si presti a queste operazioni, deportando di fatto gli immigrati in centri assolutamente inidonei, allineandosi alla politica del Governo di centro destra: le deportazioni in città in parallelo ai respingimenti in mare".

Immigrati/ Roma, in 150 in corteo contro sgombero Regina Elena
Alle 16 presidio di Action di fronte al Campidoglio

(Apcom) Roma - Un corteo di circa 150 persone è sfilato a Roma da via del Castro Laurenziano fino in piazza Porta Maggiore, bloccando il traffico per qualche minuto, per protestare contro lo sgombero dei padiglioni dell'ospedale Ifo-Regina Elena occupati da anni da alcune centinaia di immigrati. Oggi alle quattro, annuncia il comitato di lotta per la casa Action, si terrà un presidio davanti al Campidoglio. Parteciperà, spiega il collettivo, anche una rappresentanza delle circa 250 famiglie sgomberate, per denunciare l'inadeguatezza delle strutture di accoglienza in cui sono state condotte.


1 settembre 2009 - Il Messaggero.it

Finito lo sgombero dell'ex Regina Elena senza incidenti, sistemate le famiglie
Il rettore Frati: i locali servono per sistemare i malati tumore
Alemanno: le famiglie saranno tutte sistemate e non divise

ROMA (1 settembre) - Centinaia di agenti e carabinieri schierati con la divisa antisommossa in viale Regina Elena e in via Castro Laurenziano, chiusi al traffico. Alle prime ore del giorno è iniziato lo sgombero dell'ex ospedale regina Elena e l'operazione è finita nel primo pomeriggio. senza incidenti. I circa 500 occupanti, hanno dato vita a un corteo spontaneo che dall'ex ospedale ha raggiunto piazzale Labicano. Dopo aver bloccato per circa 40 minuti il traffico dello snodo, i manifestanti hanno tolto il blocco, lasciando passare auto e mezzi su rotaia. Il corteo si è sciolto ma alcune decine di manifestanti sono ancora assembrati in via dello Scalo di San Lorenzo, all'incrocio con via di Porta Labicana e si stanno avviando a gruppetti verso il quartiere San Lorenzo.
Nell'ex Centro tumori (trasferito da anni a Mostacciano in una nuova struttura) è previsto il trasferimento di diversi servizi sanitari della Facoltà di medicina della Sapienza tra i quali l'ematologia che ora si trova in locali sottoposti a sfratto esecutivo. La vecchia struttura sgomberata oggi era occupata da due anni da centinaia di famiglie.
Alemanno: necessità dell'università. «Il problema del Regina Elena è un problema antico, l'università ha manifestato la necessità di prendere possesso dei padiglioni. Su questa richiesta la prefettura si è mossa e noi siamo presenti con i servizi sociali. Tutte le persone sono state avviate presso istituti di accoglienza. I nuclei familiari non sono stati divisi: garantiremo piena assistenza a tutti. Spero prevalga il buon senso». Così il sindaco Gianni Alemanno, a Fiumicino in partenza per il pellegrinaggio a Lourdes, in merito allo sgombero del Regina Elena.
Frati: chiesto sgombero per sistemare malati di tumore. «Ogni tre mesi, dal 2006, l'Università La Sapienza di Roma sollecita il Prefetto di Roma e la Procura della Repubblica a rendere disponibili i locali del Regina Elena». Così, riferisce in una nota Radio Popolare Roma, Luigi Frati, Rettore della Sapienza, ai microfoni dell'emittente. «La richiesta viene rinnovata di continuo perché l'azienda vi deve realizzare il reparto di ematologia oncologica. I malati di leucemia e altri tumori - ha aggiunto Frati - sono sistemati in topaie perché il Regina Elena è occupato. Il problema della casa è drammatico a Roma ma non è l'Università a doversene fare carico. Mi risulta, inoltre, che il Comune abbia messo a disposizione delle famiglie sgomberate dei residence adeguati».
Occupanti asserragliati. Prosegue la resistenza passiva di un gruppo di circa 60 occupanti del Regina Elena, tra cui alcuni bambini, asserragliati nell'edificio in corso di sgombero. Dalle finestre dell'edificio gli occupanti chiedono acqua alle persone in strada. Il cortile dell'immobile è presidiato dalle forze dell'ordine. Proteste tra i manifestanti dei comitati di lotta quando si è sparsa la notizia, ancora da verificare, che le famiglie portate nei residence sarebbero state sistemate a gruppi di 3-4 nuclei nei mini appartamenti. Quattro, dicono i comitati di lotta, i residence dove vengono portate le famiglie. Le strutture si troverebbero a Finocchio, Monteverde e nel territorio del Municipio VIII.
La protesta di Action. «Dalle prime ore di questa mattina è iniziato lo sgombero dell'ospedale Regina Elena in Via Castro Laurenziano, nelle cui aree in disuso da anni, avevano trovato residenza circa 250 famiglie senza casa. In questo momento, con una operazione di polizia enorme e inaccettabile, lo stabile sta per essere evacuato, forse per essere restituito all'Università e ricadere ancora nell'abbandono e nell'incuria, o forse per diventare l'ennesimo affare di qualche gruppo bancario o immobiliare». Lo dichiara in una nota il capogruppo capitolino di Roma in Action Andrea ALzetta.
Rdb: sgombero come respingimenti. «La Federazione nazionale RdB-CUB esprime tutta la propria solidarietà alle 250 famiglie cacciate questa mattina dall'Istituto Regina Elena di Roma, struttura fatiscente, abbandonata da anni e lasciata nel degrado più estremo dopo lo spostamento al San Raffaele di tutte le attività sanitarie/ospedaliere». È quanto si legge in una nota di Rdb-Cub. «Con un'ennesima spettacolare operazione di polizia la popolazione immigrata che lì risiedeva da tempo è stata deportata in strutture inadeguate, 2/3 famiglie ammassate in spazi ristrettissimi, giustificando tutto ciò con la necessita da parte dell'Università di rientrare in possesso di questa struttura - prosegue -. Altrettanto fortemente deprecabile è il fatto che il Comune si presti a queste operazioni, allineandosi alla politica del Governo di centrodestra: le deportazioni in città in parallelo ai respingimenti in mare?».
Plauso dal Pdl. Praticamente ogni esponente capitolino del Pdl ha appoggiato lo sgombero dell'ex Regina Elena sia per il ripristino della legalità che per la possibilità di dare ai servizi sanitari univeristari una nuova sede. «Il Comune di Roma - ha spiegato Ciardi - si è attivato per garantire, attraverso gli uffici dei Servizi sociali, delle Politiche abitative e della protezione civile, l'assistenza alle persone e ai nuclei familiari che verranno alloggiati in alcune strutture del Vicariato». Lo ha affermato, in una nota, il delegato alla Sicurezza del Comune di Roma, Giorgio Ciardi.