Siamo tutti Abd Elsalam. Martedì 20 settembre: picchetti davanti ai magazzini della GLS di tutta Italia

 

 

 

La manifestazione di sabato 17 a Piacenza per chiedere giustizia per Abd Elsalam si è conclusa con un invito alla lotta per costringere la dirigenza della multinazionale europea GLS ad assumersi le proprie responsabilità nella vicenda che ha portato all’uccisione di un operaio che si stava battendo per il riconoscimento dei diritti dei propri compagni precari.

 

L’eco delle proteste prodottesi in tutto il paese, con scioperi non solo nel settore della logistica e manifestazioni in molte città, ha costretto la dirigenza aziendale a segnalare la disponibilità ad un incontro nella giornata di lunedì 19, venendo direttamente dalla Germania. Ma ci è voluta la morte di un operaio in lotta per convincere la GLS a mettersi seduta al tavolo.

 

Non sappiamo quale sarà l’atteggiamento della delegazione aziendale a questo incontro, né possiamo sapere quale sarà l’esito dell’incontro stesso. Sappiamo però che le responsabilità di questa azienda sono enormi, perché negli anni ha costruito un sistema di gestione dei magazzini con ditte, cooperative ed aziende che gli consentono il controllo della forza lavoro e l’aggiramento dei contratti nazionali e delle normative vigenti. Oltre allo smantellamento delle tutele per tutti i lavoratori, dovuto alle leggi che hanno “liberalizzato” l’uso della manodopera, i dipendenti GLS subiscono perciò una condizione di ulteriore sfruttamento perché non viene riconosciuto loro nemmeno quello che prevedono le leggi in vigore.

 

Ma la condizione che vivono i lavoratori GLS non è certo diversa da quella di tanti altri lavoratori della logistica, o di tutti quelli che lavorando in appalto o in ditte “esternalizzate” subiscono l’arbitrio e l’arroganza di padroni che sanno di poter sfuggire ai controlli e alle leggi. Ecco perché il grido “Siamo tutti Abd Elsalam” non si limita al solo mondo della logistica ma appartiene a tutti i lavoratori in lotta per i propri diritti.

 

La protesta di martedì 20 è il segnale che quando colpiscono uno di noi colpiscono tutti. A sostegno della protesta la USB ha proclamato lo sciopero per tutto il turno dalla sera di martedì 20 fino al mattino di mercoledì 21 settembre.