SEMPRE PIU' VICINO E DECISIVO LO SCIOPERO DELL'11 MARZO
L’Europa, mentre ci lascia soli di fronte al sicuro arrivo di migliaia di richiedenti asilo e di fuggitivi dai teatri di rivolta/guerra civile che infiammano l’Africa e il Maghreb, prepara pesantissimi interventi per fare, a modo suo, fronte alla crisi: aumento dell’età pensionabile a 67 anni per tutti/e, riduzione del 50% del debito pubblico per tutti i paesi in brevissimo tempo con conseguenze disastrose sulla spesa pubblica e sul welfare dei vari stati nazionali, condizioni capestro per ottenere prestiti dal neo costituito Fondo monetario europeo.
L’Italia è percorsa da un forte vento di reazione che, dopo aver messo in ginocchio sul piano economico le famiglie dei lavoratori italiani, messo in forse il futuro e scippato il presente di un’intera generazione, intende fare definitivamente i conti anche con le importanti conquiste del movimento dei lavoratori dagli anni 70 ad oggi, a partire dal diritto al contratto nazionale, alla democrazia nei luoghi di lavoro, pur mai compiutamente realizzata, ai diritti dei lavoratori
In questo sintetico ma drammatico quadro, il Direttivo nazionale che si è svolto il 22 e 23 febbraio, la Cgil ha deciso di dare “mandato alla segreteria di decidere i tempi e le modalità di prosecuzione delle iniziative di mobilitazione - la campagna sulle regole per la democrazia e la rappresentanza sindacale e le marce per il lavoro - incluso il ricorso allo sciopero generale.”
Di fatto si è deciso di non decidere. La Camusso è stata abile ed è riuscita contemporaneamente:
ad evitare lo sciopero generale o a spostarlo almeno a maggio/giugno, sicuramente dopo i “festeggiamenti” del 1° Maggio che la Cgil organizza, nonostante tutto, insieme a Cisl e Uil;
a “raccogliere” l'astensione della minoranza interna che ha deciso di potersi accontentare di una semplice promessa e che ora è del tutto disarmata;
paradossalmente ad utilizzare la “minaccia” di un ipotetico sciopero per rientrare come soggetto principale nella farsesca rappresentazione disegnata da Cisl e Uil e concordare con loro, con il Governo e con la Confindustria il “nuovo Patto Sociale”, cioè quanto di più dannoso per i lavoratori.
E' dunque tempo di abbandonare qualsiasi tatticismo ed impegnare tutte le forze sindacali e sociali conflittuali su un terreno di lotta vera che dovrà individuare nello SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO dell'11 Marzo prossimo non un momento di arrivo, non una scadenza fine a se stessa, ma una importante tappa di un percorso di mobilitazione più concreto ed articolato che deve necessariamente prevedere la saldatura tra gli interessi dei lavoratori e quelli di tutte le fasce di popolazione più colpite dalla crisi, tra la difesa del diritto e della rappresentanza sindacale e quella degli spazi di agibilità democratica sui territori e nel sociale.
Invitiamo tutte le forze sindacali realmente conflittuali e tutti coloro che, singolarmente e collettivamente stanno da mesi richiedendo a vario titolo ed in varie situazioni lo sciopero generale, ad uscire allo scoperto e a partecipare attivamente e apertamente alla riuscita dello Sciopero Generale dell'11 Marzo ed alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma nella stessa giornata.
Un percorso ed una convergenza che non potrebbero e non dovrebbero essere legati esclusivamente ad una giornata e ad una scadenza, ma rappresentare l'inizio della ricostruzione di una soggettività del lavoro che è ormai scomparsa dall'agenda sindacale e politica di questo paese.