Sempre più evidenti gli effetti perversi sulle pensioni dell'accordo di luglio.
Con l’ultima legge, anche per andare in pensione di vecchiaia occorre attendere le finestre di uscita. Per i lavoratori dipendenti ciò significa un'attesa anche di sei mesi tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza della pensione.
In precedenza, la pensione di vecchiaia spettava dal mese successivo a quello di raggiungimento dell'età.
I lavoratori se non vogliono rimanere senza salario e pensione devono dare le dimissioni avendo a riferimento la decorrenza effettiva della pensione e non la data di compimento dell’età.
Ora la legge prevede quattro scaglioni annuali a cadenza trimestrale. Per i lavoratori dipendenti, la pensione spetterà dal primo mese del secondo trimestre successivo a quello in cui sono stati maturati i requisiti anagrafici e contributivi. Esempio 65 anni compiuti a gennaio 2008, pensione dal 1° luglio.
La distanza tra la maturazione dei requisiti per il trattamento di vecchiaia e la decorrenza della pensione espone i lavoratori al rischio di trovarsi senza salario e senza pensione essendo sempre attiva la legge 108/90 che dà alle imprese la facoltà di recedere ad nutum, cioè senza vincoli, dal rapporto di lavoro nei confronti dei dipendenti che hanno raggiunto l'età pensionabile.
La CUB riconferma la sua contrarietà ai contenuti della legge e quindi anche all’istituzione delle finestre per le pensioni di vecchiaia.
La CUB invita i lavoratori, quindi, a dare le dimissioni avendo a riferimento la decorrenza effettiva della pensione e non la data di compimento dell’età e attuerà iniziative contro questo ulteriore aumento dell’età pensionabile.