Scioperi, il Garante vuole riscrivere la Costituzione
Il cosiddetto garante degli scioperi, in linea con governo e molte forze politiche, ha affermato che “senza voler pregiudicare il diritto costituzionale di tutti i sindacati a poter proclamare lo sciopero, sarebbe opportuno collegare il potere di proclamazione dello sciopero, nel settore dei servizi pubblici essenziali, al raggiungimento di parametri di rappresentatività” e che il conflitto nel settore dei servizi “non è più riconducibile alla figura dello sciopero”.
E che sarebbe mai il conflitto nel settore dei servizi? Che cosa è questa, una minaccia e l'invito a reprimere chi sciopera?
Giuseppe Santoro Passarelli, cioè colui che dovrebbe assicurare e contemperare il diritto di sciopero e quello alla mobilità e non il diritto delle aziende a non subire scioperi, dovrebbe anche sapere che secondo la Costituzione l'esercizio dello sciopero è un diritto costituzionale del singolo lavoratore.
Lo sciopero è un diritto a titolarità individuale ed esercizio collettivo. E’ un atto collettivo nella proclamazione, ma poi può scioperare anche solo un singolo lavoratore. E anche la proclamazione può non essere effettuata da un sindacato ma da gruppi di lavoratori. Questo vuol dire che se si limita la titolarità della proclamazione a sindacati che superano una certa soglia di rappresentatività, automaticamente si infrange un diritto costituzionale.
Invece di continuare con minacce di leggi speciali e repressione del conflitto sociale, si dovrebbe cominciare a comprendere che il conflitto sociale è l'unico strumento democratico e costituzionale che regola i rapporti economici tra le classi sociali. Fuori da questo basilare concetto c'è solo l'autoritarismo e la repressione: ma anche la giusta e sacrosanta reazione.
Unione Sindacale di Base