Riflessioni sul Programma lavoro XI Consiliatura.
Ho letto con molta attenzione le Linee Programmatiche presentate dalla Presidenza.
Ritengo importanti molti dei tempi contenuti nel documento in particolare la questione salariale ed il tema del lavoro povero che Usb ha affrontato da tempo e che per ragionamento politico ed anche concreto definisce “lavoro sottopagato”.
La questione salariale è, a nostro avviso, la vera emergenza di questo Paese e la volontà del Cnel di lavorare per arrivare a realizzare un monitoraggio costante ed approfondito su questo metterà a disposizione delle istituzioni, della politica e naturalmente delle forze sociali elementi concreti ed importanti anche in considerazione di quanto contenuto nella Direttiva 2022/2041; certamente rimaniamo convinti che l’introduzione di un salario minimo legale avrebbe affrontato almeno in parte l’emergenza salariale; condividiamo l’importanza del patrimonio costituito dall’Archivio Nazionale Contratti che dovrà essere utilizzato e studiato ancora più approfonditamente.
La salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, è una gravissima, spaventosa e inaccettabile realtà; da Gennaio ad oggi ci sono stati 900 lavoratori morti mentre erano al lavoro, a settembre sono morti 4 lavoratori ogni giorno.
Ogni anno in Italia si registrano 700.000 infortuni anche gravi.
Usb ha lanciato una raccolta firme su una Legge di Iniziativa Popolare per l’introduzione del reato di omicidio e lesioni gravi e gravissime sul lavoro.
Riteniamo assolutamente necessario ed importante che il Cnel affronti questa emergenza utilizzando i dati Inail, utilizzando le informative che potrebbero essere fornite dalle Direzioni Territoriali del Lavoro e quelle dalle Aziende Sanitarie Locali.
Siamo convinti che esiste un legame fortissimo tra l’assenza di sicurezza e la condizione dei lavoratori in appalto e sub appalto, basta pensare alla strage avvenuta a Brandizzo a Settembre.
C’è una drammatica ma evidente sovrapposizione tra lavoro in appalto e subappalto, lavoro sottopagato , lavoro precario e discontinuo e morti sul lavoro.
Pensiamo che sarebbe necessario avviare al Cnel un percorso che possa arrivare a proporre un aumento del numero degli RLS in proporzione agli addetti ma anche un potenziamento della loro funzione per arrivare a costruire almeno una parte della rete di sicurezza.
Lavoro femminile e lavoro precario
Con lo sblocco dei licenziamenti Dicembre 2021 le lavoratrici licenziate sono state quasi un milione; ci riferiamo ai settori del lavoro sottopagato quali il commercio e il pulimento dove la precarietà è la condizione prioritaria anche in relazione al “sistema delle cooperative” che agisce non solo in questi due settori ma nel settore della Logistica dove è l’unico sistema esistente.
Un milione di donne licenziate è un fatto gravissimo, è la rappresentazione reale della condizione del lavoro delle donne nel nostro Paese, contratti a tempo determinato prorogati innumerevoli volte, lavoro per il solo week end, lavoro in sostituzione di lavoratori in malattie lunghe, licenziamenti per maternità, senza contare le dimissioni volontarie per le lavoratrici madri per impossibilità ad organizzarsi con i nidi o le scuole materne.
Un quadro desolante che però deve essere affrontato anche attraverso il rapporto con le Autonomie Locali e con le Aziende; abbiamo nel nostro Paese esempi “virtuosi” alla GD di Bologna o la Leonardo a Roma le aziende hanno organizzato Nidi aziendali con investimenti importanti, certo si tratta di esempi rarissimi.
La disoccupazione femminile andrebbe indagata in profondità così come la precarietà che non riguarda solo le donne, l’Inps ha elaborato i numeri delle prestazioni temporanee – mobilità, disoccupazioni, cassaintegrazioni - il numero delle ore di cassaintegrazione è notevolmente diminuito a conferma che si fanno licenziamenti a differenza del passato; il part time involontario altro strumento che viene usato in modo sistematico dal sistema delle cooperative dove si associa ad un abbassamento vergognoso dei diritti dei lavoratori.
Ancora l’utilizzo della condizione di Tirocinanti, faccio un esempio piccolo ma rappresentativo : in Calabria da 15 anni ci sono quasi 10.000 Tirocinanti, lavoratori sostenuti da un contributo regionale di circa 400 euro impegnati in funzioni centrali della P.A. nei Comuni dove sono occupati in funzione di Polizia Locale con tutti gli strumenti a disposizione comprese le sanzioni per violazione del Codice Stradale, oppure in funzione di Ufficiale di Anagrafe compreso il rilascio di documenti di riconoscimento, oppure in funzione di cancellieri anche presso i Tribunali e addirittura negli archivi della Dia sempre in Calabria, alcuni altri sono stati utilizzati nel Ministeri Bani Culturali; insomma un quadro preoccupante di cui poche istituzioni conoscono la reale portata; quadro preoccupante perché un lavoratore precario e senza prospettive non può avere lo stesso approccio che avrebbe se avesse un contratto a tempo indeterminato: possiamo immaginare anche la possibilità che questi lavoratori possano essere oggetto di pressioni proprio perchè in una condizione di precarietà.
Da sottolineare che nessuna istituzione centrale era a conoscenza della situazione sopra citata.
Devo dire per chiarezza che passaggi importanti sono stati fatti con l’impegno del Ministero della Pubblica Amministrazione del Governo Draghi, sono stati banditi concorsi e per i Tirocinanti impegnati nei Ministeri e nella Scuola si sta avviando un percorso almeno di contrattualizzazione.
Il Cnel proprio perché vuole e può avere avere una funzione rinnovata e quindi centrale, credo debba operare per arrivare ad avere piena conoscenza della situazione dell’occupazione nel nostro paese: numeri, forme di lavoro, suddivisione per età, per genere, per collocazione territoriale, contratti di lavoro applicati, misure di sicurezza adottate e numeri Rappresentanti sicurezza per arrivare ad avere un quadro esattamente corrispondente alla realtà sulla quale poi costruire un documento complessivo di lavoro.
Roma 23/10/2023 Paola Palmieri - Confederazione Usb