Regionalismo differenziato, USB in piazza a Montecitorio: costruiamo lo sciopero generale del Sud

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L’Unione Sindacale di Base ha manifestato questa mattina davanti a Montecitorio, nel giorno in cui il governo avrebbe dovuto ratificare gli scellerati accordi separatisti del cosiddetto regionalismo differenziato con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Proprio la mobilitazione sociale lanciata da tempo da USB ha fatto sì che il cosiddetto governo del cambiamento sia stato costretto a rinviare la ratifica di tali accordi, i cui semi erano stati gettati dal governo Gentiloni.


USB ha mantenuto l’appuntamento odierno soprattutto per ricordare alle forze sociali, politiche e sindacali l’importanza della posta in gioco, cioè il trasferimento alle ricche regioni del Nord di ulteriori ricchezze e risorse pubbliche a scapito del Sud, la spoliazione dei poteri e delle competenze dello Stato e l’esautoramento di fatto delle assemblee parlamentari.


USB ha ricordato che le trattative segrete condotte dal governo con le tre regioni si basano su dati “avvelenati”, tesi a dimostrare che il Sud è pura zavorra, allegramente finanziata con sperpero di risorse pubbliche.


Le cifre vere dicono che già oggi un cittadino del Nord riceve mediamente servizi pubblici per un valore di 6000 euro, contro i 4400 di un cittadino del Sud, e che per riequilibrare la situazione bisognerebbe spostare circa 68 miliardi dal Nord al Sud.


Si è tentato invece di fare invece il contrario, ma la vigilanza e la mobilitazione devono rimanere altissime perché le forze a trazione leghista torneranno all’attacco per ottenere il risultato prefissato con una riforma truffaldina.


USB ha scritto ai presidenti delle due Camere e a quello della Commissione Affari Costituzionali per sottolineare che c’è ben altro da riformare. Da 18 anni è calato il silenzio sui LEP, i livelli essenziali di prestazioni, sanciti dalla Costituzione e mai stabiliti, che dovrebbero assicurare la parità tra tutti i cittadini.


Così come non si hanno tracce del Fondo Perequativo, anche questo presente in Costituzione. Che va letta tutta, e non solo estrapolando le poche righe che fanno comodo ai disegni separatisti.


Occorre respingere il cosiddetto regionalismo differenziato e varare un piano alternativo che riguardi non solo il Sud ma tutte le aree arretrate dell’Italia, e ce ne sono.


Serve un piano straordinario per l’occupazione, fatto non di lavoro povero, ma di assunzioni per la sanità, la scuola, i servizi, contro il dissesto idrogeologico, per la tutela di ambiente e paesaggio.


Occorre in poche parole un piano di investimenti pubblici, capace di cancellare ogni tentativo di colpo di mano contro le regioni in difficoltà e a favore delle regioni ricche.


L’Unione Sindacale di Base dà appuntamento per il 2 marzo a Napoli, per un’assemblea con le forze sociali, sindacali e politiche che ponga la prima pietra di una piattaforma per lo sciopero generale del Sud.


Al regionalismo differenziato, alla secessione dei ricchi, alla secessione silenziosa occorre opporsi con una risposta di massa e di lotta.


Unione Sindacale di Base