Redistribuiamo l'occupazione, USB invita Di Maio alla giornata di studi alla Sapienza su "Tempo di vita, tempo di lavoro"

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"Se servirà lavoreremo notte e giorno, per migliorare la vita di chi lavora e di chi dà lavoro. Ma questa è un'occasione unica e non possiamo perdere tempo", ha detto il nuovo ministro del Lavoro dopo aver incontrato oggi i rider. Bene il ministro, al quale l’Unione Sindacale di Base vuole ricordare che proprio di questo si parlerà martedì 5 giugno al Teatro Odeon dell’Università La Sapienza di Roma nella giornata di studio dedicata alla necessità della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, nell’ambito di una più ampia riflessione sulle conseguenze dell’introduzione dell’industria 4.0. Non sarebbe male, se Di Maio decidesse di ascoltare la voce del sindacato sul tema della redistribuzione del lavoro.

L’inizio dei lavori è fissato alle 9,30 con un seminario di formazione e le relazioni di Luciano Vasapollo, Giovanni Mazzetti e Marco Craviolatti. Alle 15,30 via alla sessione pomeridiana con una tavola rotonda alla quale partecipano Piergiovanni Alleva, Sergio Bellavita, Giorgio Cremaschi, Maurizio Franzini, Henrique Galarza e Giovanni Tridico. Coordina Francesca Fornario. Conclude Guido Lutrario.


Riportiamo a seguire alcuni termini della piattaforma della discussione.
La convinzione, ripetutamente proclamata in tutta Europa, che presto o tardi si riuscirà a dar vita ad un’altra fase di crescita basata sulla creazione di nuovo e più lavoro è una convinzione realistica? Non si tratta piuttosto di un’illusione?
Quando i governanti dei paesi industrialmente avanzati invitano ai sacrifici per reperire le risorse che, secondo loro, sarebbero necessarie per creare questi nuovi posti, sono effettivamente convinti della verità di ciò che sostengono, o ripetono luoghi comuni mutuati dall’economia conservatrice, che non rispondono affatto alla nuova situazione?

Nel sollecitarci a rimanere nei limiti dell'attuale sistema di relazioni economiche e sociali e ad affidarci ancora al potere delle imprese, confidando nella loro capacità di assicurarci la produzione di una maggiore ricchezza futura, i responsabili della politica economica non sono forse offuscati da una proiezione dei loro desideri, al punto da confonderli con le reali possibilità?
Le ingenti risorse investite nell'industria 4.0, senza considerare le inevitabili ricadute che queste avranno sull'occupazione, non sono forse la conferma di una scarsa consapevolezza dei cambiamenti che si stanno producendo? E quali dovrebbero essere, invece, le scelte innovative da promuovere per contrastare le crescenti disuguaglianze sociali e tenere il passo con l'innovazione tecnologica?

Rispondere a questi quesiti non è semplice. Ma un’organizzazione sindacale confederale e di classe non può rinunciare a farlo, senza precludere a se stessa la possibilità di costruire una strategia valida per le prossime sfide. Il tema della redistribuzione del lavoro costituisce uno snodo strategico per ripensare l'insieme delle relazioni economiche e guardare al futuro con uno sguardo diverso, mettendo la vita davanti al lavoro.

Unione Sindacale di Base