Povera Italia: da stato sovrano a protettorato!

Nazionale -

Berlusconi esce con le ossa rotte da Cannes e trascina verso il baratro l'intero paese in una spirale che lo sta trasformando rapidamente in un protettorato controllato dal Fondo Monetario Internazionale, dalla BCE, dall'Europa delle banche e della finanza, da Sarkozy e dalla Merkel.

Altro che monitoraggio sugli sviluppi della realizzazione delle misure del governo come qualcuno vuol far credere: siamo di fronte ad una grave e complessiva cessione di sovranità. Come in un vero e proprio protettorato del secolo scorso, in mano italiane viene lasciata la gestione “amministrativa” dello stato e dell'ordine interno, ma le questioni economiche ed internazionali sono ormai quasi del tutto passate nelle mani di chi ha dettato le misure economiche antipopolari che il governo Berlusconi sta tentando di imporre.

Non sappiamo se questa “tutela coattiva” dei poteri propri di uno stato da parte di soggetti finanziari e politici esterni porti poi ad una vera e propria colonizzazione economica o se più semplicemente verremo tenuti in “quarantena” per anni e sino a quando non saremo “maturi” (cioè prosciugati economicamente e socialmente) per ridiventare poi un “mercato” appetibile da ogni punto di vista.

Di certo siamo di fronte ad un cambiamento storico dell'Unione Europea che sta assumendo sempre più la caratteristica di un soggetto politico guidato dai due stati più forti economicamente, politicamente e militarmente che gestiscono l'intero continente per conto dei grandi capitali finanziari internazionali.

Altro “risultato” del G20 di Cannes è l'enorme pressione fatta dall'intero mondo politico e finanziario per costringere alla marcia indietro Papandreou rispetto all'annuncio del referendum che avrebbe dovuto chiedere al popolo greco un giudizio sulle misure adottate dal governo. Un annuncio di referendum che sicuramente Papandreou aveva utilizzato strumentalmente, ma che ha comunque scatenato l'ira dei “potenti” del mondo, quasi come se si trattasse di un crimine e non di una libera e democratica espressione di un popolo rispetto al proprio futuro.

Noi crediamo invece che in Italia si debba e si possa effettuare un referendum per decidere se il debito contratto per poter salvare banche e profitti di finanzieri e speculatori ed i cui interessi sono da decenni finanziati con i sacrifici dei cittadini, debba essere pagato da chi lo ha sempre fatto, spremendo ancor di più il lavoro, o se invece si debba rifiutare tale ricatto e colpire rendite ed evasione fiscale per rendere possibile un sistema che superi gli attuali meccanismi economici e vada a redistribuire complessivamente e radicalmente la ricchezza nel nostro paese.

Un referendum che è assolutamente indispensabile anche per costringere tutte le forze politiche, di centro-destra e di centro-sinistra, ad esprimersi chiaramente e pubblicamente su quale progetto/programma intendono portare avanti sin dalle prossime elezioni: se seguiranno tutti la linea della lettera di Draghi e Trichet, per intenderci, o se invece si vogliono cambiare radicalmente questo paese e le linee guida politiche, sociali ed economiche che lo hanno portato al disastro attutale.

Se le forze politiche non sentono l'esigenza di restituire al popolo il potere di decidere affidandosi completamente al governo unico delle banche e della finanza internazionale, noi cercheremo invece di far esprimere la gente ed i lavoratori in tutti i modi possibili, compreso lo sciopero generale che abbiamo indetto per il 2 dicembre e un possibile referendum autogestito il cui lancio è stato annunciato dalle forze politiche e sociali riunite nel Coordinamento 1° Ottobre.