P.I. - Rassegna stampa su accordo p.Chigi e Aran (29/31 maggio 2007)
31 maggio 2007 - La Nuova Venezia
RAMPA CAVALCAVIA
Sit-in dei Cub
Venezia - La RdB-Cub respinge l’accordo sul pubblico impiego firmato dal governo e da Cgil Cisl e Uil. Così oggi alle 12.45 i sindacati di base terranno un sit-in in rampa Cavalcavia, di fronte alla Direzione regionale delle dogane, vicino alla stazione. I Cub contestano in particolare la triennalità dei contratti, «obiettivo di Confindustria su cui si era già cimentato senza successo Berlusconi», dice Cristina Bettin, del coordinamento RdB-Cub.
30 maggio 2007 - Agi
INTESA SUGLI STATALI, SCIOPERO REVOCATO
(AGI) - Roma, 30 mag. - Accordo fatto e sciopero revocato. Dopo 18 mesi di tira e molla - spiega Repubblica - un vertice di cinque ore fra lunedi' notte e ieri mattina ha sciolto l' intricato nodo del contratto degli statali. I 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici potranno contare su un aumento di 101 euro al mese a partire dal primo febbraio 2007. In cambio i sindacati hanno accettato di allungare, in forma sperimentale e limitatamente al periodo 2008-2010, la durata del contratto da 2 a 3 anni. L' accordo - rileva La Stampa - ha comunque trovato critici da destra e da sinistra. Alle rappresentanze di base l' accordo non piace perche' 'aprira' la strada alla triennalizzazione di tutti i contratti e indebolira' le trattative aperte sui rinnovi a partire dai metalmeccanici'. Anche la Cdl all' attacco: 'Manca la copertura'. Secondo l' analisi del Corriere della Sera il rinnovo e' stato il frutto di un 'compromesso all' ombra del Pd'. Il Messaggero intervista il ministro della Pubblica amministrazione Luigi Nicolais, per il quale ora si potranno attuare le riforme e dare spazio alla meritocrazia. 'Finalmente si potra' applicare il memorandum. I soldi in piu'? Alla produttivita''.
30 maggio 2007 - Il Manifesto
Dure critiche dei sindacati di base e prime mobilitazioni di protesta
«Un accordo vergognoso»
L'accordo notturno non poteva piacere ai sindacati di base, che ne l pubblico impiego hanno una presenza ragguardevole. Fin dalla mattinata sono fioccate sia le prese di posizione che le prime manifestazioni di protesta. La Cub-RdB - che rientrano a pieno titolo tra i sindacati «maggiormente rappresentativi» così come delineati dalla legge Bassanini - non era stata chiamata al confronto di palazzo Chigi (forse perché aveva ritirato la firma dall'accordo del 6 aprile scorso) ha promosso presidi e picchetti - a Roma - al ministero dell'economia, davanti al ministero del lavoro e infine anche davanti alla sede dell'Aran, dove iniziava la parte "tecnica" del rinnovo contrattuale del pubblico impiego (scuola compresa, anche se su un tavolo diverso). Presidi anche a Torino, a Firenze e Bologna (sotto casa Prodi).
Pesante il giudizio espresso dal coordinatore nazionale, Pierpaolo Leonardi: «hanno firmato un accordo che modifica e peggiora la struttura dei contratti di tutti per ottenere sei miserabili euro di differenza (peraltro solo per i ministeriali)», preannunciando altre e più consistenti «mobilitazioni immediate dei lavoratori pubblici». Peggio ancora per la triennalizzazione del contratto, che «era un obiettivo perseguito da tempo da Confindustria, su cui si era già cimentato senza successo Berlusconi». Naturalmente la tesi ufficiale - «solo una sperimentazione» che non riguarderà altre categorie - viene considerata inattendibile («la previsione di rivedere l'intera struttura del contratto entro dicembre si riferisce ovviamente a tutto il mondo del lavoro»).
Anche l'Sdl (Sindacato dei lavoratori), presente in numerosi enti locali oltre che in Alitalia, critica i «confederali» per essere andati alla trattativa «senza piattaforma e senza alcun mandato dei lavoratori», col risultato «inevitabile di portare a casa quello che la controparte voleva concedere» o chiedere.
Per i Cobas - storicamente ben insediati nel comparto scuola - con questo accordo «si è superato in pejus persino l'ultimo contratto» dell'era tremontiana. In questo caso i 101 euro lordi vengono tradotti in 60 medi netti, e si fa notare polemicamente che queste cifre entreranno in tasca ai lavoratori solo a gennaio 2008. Tutti i sindacati di base fanno poi notare che si torna così alla cadenza contrattuale ante-accordi del luglio '93; quando si andava di tre anni in tre anni, ma al posto dell'«inflazione programmata» c'era la «scala mobile», gli scatti biennali e altri automatismi che consentivano di difendere un po' meglio il potere d'acquisto del salario. Automatismi conquistati, va da sé, negli anni '70.
30 maggio 2007 - Liberazione
Sindacati di base Giudizi negativi sull'intesa di palazzo Chigi. Rdb: «Sciopero»
Centouno euro di aumento e una durata contrattuale che per la prima volta arriva a tre anni. È soprattutto questo ultimo punto che non è stato digerito tanto bene dai sindacati di base. Non erano presenti al tavolo concertativo che si è chiuso alle tre di martedì mattina, dove Cgil, Cisl e Uil hanno firmato il rinnovo con il governo dopo mesi di trattative e incontri rimandati, quindi affidano alle agenzie del giorno dopo i loro commenti: «Quello che i confederali non concessero a Berlusconi viene concesso a Prodi: un anno di aumenti, il 2006, mandato in cavalleria e un ulteriore slittamento al primo febbraio 2007 della decorrenza della prima e unica tranche» dice Margherita Recaldini, della segreteria nazionale SdL intercategoriale. Per la Sdl il problema è la durata del contratto: «Lo scontro sulla differenza tra 93 e 101 euro su cui si è concentrata l'attenzione mediatica serviva a coprire la vera posta in gioco. La disponibilità confederale alla triennalizzazione della durata dei contratti viene incassata dal governo con una facilità straordinaria».
Le Rdb-Cub accompagnano il loro parere negativo alla promessa di scendere fattivamente in campo: «È un accordo che calpesta la dignità dei lavoratori pubblici, che sin dalle prossime ore esprimeranno la loro netta contrarietà attraverso mobilitazioni e blocchi dell'attività lavorativa» preannuncia Stefano Del Medico della direzione nazionale delle rappresentanze di base nel pubblico impiego. Una mobilitazione che le Rdb-Cub intendono estendere oltre il pubblico impiego: «In prima battuta la battaglia riguarderà i lavoratori pubblici, ma in seguito avrà effetti devastanti su tutto il mondo del lavoro» conclude Del Medico. I Cobas parlano di ritorno agli anni 80 a differenza che «allora almeno c'era la scala mobile». Poi, le cifre: «L'aumento netto è di circa 60 euro medi con un incremento percentuale che copre a malapena la metà dell'inflazione reale del biennio. - osserva il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi - Ma per averli bisognerà attendere la Finanziaria 2008 e a quel tempo gli arretrati verranno dati chissà quando e con decorrenza solo dal primo febbraio 2007, con il furto di 13 mesi di aumenti contrattuali». Infine, l'Ugl con il segretario generale della categoria Ministeri Paola Saraceni che osserva: «Dobbiamo prendere atto che c'era un accordo siglato il 6 aprile che non prevedeva la triennalità della parte economica; eppure stamattina (ieri mattina, Ndr) ci siamo ritrovati con un accordo tra sindacati e governo sulla triennalità». E se Cgil, Cisl e Uil hanno già deciso di revocare lo sciopero, lo stesso non ha fatto la Confsal, confederazione generale dei sindacati autonomi che aveva indetto una mobilitazione, anche se limitata alla scuola, per il primo e 4 giugno.
30 maggio 2007 - Corriere della Sera
Statali, doppio accordo governo-sindacati
Aumenti medi da 101 euro e contratto triennale dal 2008. Il premier: abbiamo guardato all'equilibrio dei conti
ROMA — Con un doppio accordo, raggiunto alle 2.45 di ieri notte a Palazzo Chigi, governo e sindacati hanno sbloccato il rinnovo dei contratti 2006-2007 per 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici ed evitato lo sciopero generale della categoria (venerdì avrebbero scioperato gli statali e lunedì 4 giugno il personale della scuola). Al termine del lungo braccio di ferro tra il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e i leader sindacali (il vertice era cominciato alle 21.30 di lunedì) le parti hanno trovato un compromesso che prevede da un lato la concessione di un aumento medio delle retribuzioni nel biennio di 101 euro lordi e dall'altro l'impegno a portare, dal prossimo contratto, la durata dello stesso da due a tre anni. Un obiettivo, quest'ultimo, al quale il governo tiene, perché allenta la pressione sulle finanze pubbliche esercitata da rinnovi contrattuali troppo ravvicinati e apre la porta alla riforma del modello stabilito con l'accordo del luglio '93.
Mentre il governo e Cgil, Cisl e Uil sono soddisfatti per aver chiuso una vertenza delicata, che rischiava di compromettere le importanti trattative sulla riforma delle pensioni e del mercato del lavoro, l'intesa viene bocciata da destra dal sindacato Ugl e da sinistra dalle Rdb e dai Cobas, formazioni non convocate da Palazzo Chigi, che accusano le tre confederazioni di aver «svenduto» i lavoratori. Ma l'accordo è bocciato anche dalla «Rete 28 aprile», componente della sinistra Cgil guidata da Giorgio Cremaschi, che parla di «sconfitta del sindacato» e chiede un referendum tra i lavoratori sui testi firmati da Guglielmo Epifani (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) e dai segretari di categoria del pubblico impiego.
Il primo accordo stabilisce che con la prossima Finanziaria il governo stanzi le «risorse aggiuntive», che però non vengono quantificate, per «assicurare, a decorrere dal primo febbraio 2007, benefici economici medi pari a 101 euro mensili, per il personale del comparto ministeri e incrementi corrispondenti (...) per gli altri comparti». In pratica, i dipendenti pubblici dovrebbero vedere gli aumenti in busta paga nei primi mesi del 2008, ma comprensivi degli arretrati dal primo febbraio 2007. Al ministero dell'Economia sostengono che, alla fine, per il 2007, non si dovranno stanziare fondi in più rispetto a quelli che sarebbero stati necessari per garantire 93 euro dal primo gennaio 2007 (che era quanto voleva dare il ministro) perché 101 euro per 11 mesi (febbraio-dicembre) fa più o meno come 93 euro per 12 mesi. Prodi commenta: abbiamo guardato all'equilibrio dei conti».
Il secondo accordo si occupa invece del prossimo contratto, che si propone abbia durata triennale (2008-2010) e non più biennale. La riforma dovrà essere concordata con i sindacati di categoria «entro il 31 dicembre 2007». Ieri sera i sindacati hanno revocato gli scioperi.
30 maggio 2007 - Il Sole 24 Ore
Sì al triennio contrattuale ma «in via sperimentale»
ROMA -Entro l'anno, prima del prossimo rinnovo contrattuale, prenderà il via una trattativa per introdurre nel pubblico impiego, «in via sperimentale e per il solo triennio 20082010», un contratto nazionale di durata triennale. Tutto ciò, in attesa di un nuovo accordo generale sulla politica dei redditi.
La trasformazione del biennio economico in triennio economico normativo è l'ultima novità prevista dall'intesa sottoscritta da Governo e sindacati a Palazzo Chigi lunedì notte. Su questo argomento stava per saltare l'intesa complessiva e il premier ha dovuto chiamare i tre leader di Cgil, Cisl e Uil per concordare il testo dell'accordo in una riunione ristretta. Risultato: il testo è frutto di una mediazione con la Cgil,contraria alla triennalizzazione del contratto, almeno in questa fase. Per uscire dall'impasse Prodi ha accettato di posticipare la scadenza dal 15 luglio (come aveva proposto)a fine anno,facendo digerire alla Cgil la triennalizzazione purchè limitata al solo universo dei dipendenti pubblici, tanto è vero che l'accordo è stato firmato dai soli segretari di categoria e non dai tre segretari confederali. A spianare la strada all'intesa ha contribuito la coincidenza tra la nuova durata contrattuale e il Dpef che ha un raggio d'azione triennale ed è l'unico strumento di finanziamento dei contratti.Mentre l'attuale durata biennale finisce per favorire il ritardo nella chiusura delle vertenze.
Per il direttore generale di Confindustria,Maurizio Beretta, è «un'innovazione interessante che va nella giusta direzione »,ma«a questo punto occorre rivedere gli accordi del'93, come sosteniamo da tempo»,spostando«parti di salario dal primo al secondo livello di contrattazione, legato ai risultati aziendali e alla produttività ». Contro il triennio contrattuale, invece, si esprime un arco di sigle che comprende la sinistra Cgil, l'Ugl e le Rdb.(G.Pog.)
30 maggio 2007 - La Stampa
Statali, 101 euro ma il contratto si allunga
Il governo cede sulle richieste economiche, in cambio la durata diventa triennale
di ALESSANDRO BARBERA
ROMA - L’accordo è arrivato dopo un incontro ristretto nell’ufficio di Prodi con il ministro dell’Economia Padoa-Schioppa, il sottosegretario Enrico Letta e i segretari delle tre confederazioni. Da lì - erano quasi le tre del mattino di ieri - è uscita l’idea della «triennalizzazione sperimentale». L’ultimo nodo, fino a quel momento difficile da far digerire alla Cgil, ma soprattutto alla sua ala massimalista che ora protesta. Da ieri il capitolo del rinnovo del contratto degli statali è chiuso. Il governo ottiene nei fatti il primo passo verso la revisione delle regole della contrattazione del 1993, i sindacati le maggiori risorse (potrebbero arrivare fino a 600 milioni) per finanziare 101 euro di aumenti medi relativi al biennio 2006-2007. I dipendenti pubblici avranno l’aumento retrodatato a febbraio di quest’anno (nei fatti l’aumento del 2007 sarà di circa 93 euro), ma i benefici in busta paga li vedranno dal 2008. È stato revocato lo sciopero della categoria del 1° giugno.
Lunedì sera ci sono volute 5 ore di trattativa e una quasi rottura con il governo e fra Cgil e Cisl. «L’ho temuta», racconterà il segretario Uil Angeletti. Il momento decisivo è scattato attorno a mezzanotte. Dopo un’ora di faccia a faccia fra Prodi, Padoa-Schioppa e Letta, il numero uno della Cgil Epifani dice no a impegni scritti alla modifica del modello contrattuale per i pubblici: «Una surrettizia modifica di tutto il sistema». Letta tenta di convincerlo: «Noi abbiamo fatto un passo verso di voi sulle risorse, ora dovete farlo voi sulla durata». Ma a Epifani quella formulazione non convince. E il leader Cisl Bonanni minaccia «di firmare comunque». Comunque ieri sera, al termine della riunione di direzione a Corso d’Italia, Epifani sembrava pronto ad affrontare il problema dell’intero modello contrattuale e affermava che una volta chiusi i contratti dei metalmeccanici e degli alimentaristi «il sindacato dovrà concentrarsi sulla revisione complessiva del modello contrattuale». L’accordo sugli statali ha trovato critici da destra e da sinistra. In casa Cgil è in subbuglio l’ala radicale. Il leader Giorgio Cremaschi, dice che l’accordo «è un bel successo» per Padoa-Schioppa: «Considero un grave errore aver accettato la triennalizzazione. Ora temo un bis sulle pensioni». Dure anche le rappresentanze di base, l’Sdl (vicino a Rifondazione) e l’Ugl. A loro l’accordo non piace perché - spiegano - aprirà la strada alla triennalizzazione di tutti i contratti e indebolirà le trattative aperte sui rinnovi a partire dai metalmeccanici. Il contrario di ciò che dice il presidente di Federmeccanica Massimo Calearo: «Un cattivo inizio. Come sempre con i sindacati è un dare senza avere. Eppure tutte le cose imporrebbero, oltre ai diritti, anche i doveri». Forza Italia critica il costo «esorbitante» del rinnovo. «L’aumento è senza copertura», «da Mirafiori arriveranno pomodori» dicono gli azzurri Giuseppe Vegas e Gaetano Quagliariello. La Finanziaria 2007, e lo conferma la tabella del primo accordo governo-sindacati, ha stanziato solo due dei 3,7 miliardi promessi. Ma il premier rassicura: «Non c’è nessun problema. Il braccio di ferro e la tensione sono durati a lungo perché avevo ed ho a mente anzitutto l’equilibrio dei conti». Il leader della Margherita Rutelli è «soddisfatto» ma dice che «si sarebbe dovuto chiudere prima della amministrative». Positivo il giudizio del direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta: «La triennalizzazione è una novità interessante».
30 maggio 2007 - Il Messaggero Veneto
No dei sindacati di base
I Cub non firmano: «Il patto sottoscritto è un bidone» LE REAZIONI
ROMA - «Accordo bidone, noi non firmiamo». Giuliano Greggi, direzione nazionale Rdb-Cub respinge in blocco il patto siglato nella notte a Palazzo Chigi. «L’accordo è fissato a 101 euro per i soli ministeri mentre per gli altri comparti non si sa. La cifra parte dal 1o febbraio con la perdita di una mensilità. Si apre la strada alla triennalizzazione del contratto e si applica il memorandum che contiene mobilità selvaggia e chiusura di uffici. Noi accordi così, che vanno a danno dei lavoratori, non li firmiamo». «Sono già partite delle mobilitazioni spontanee, con un presidio davanti al ministero dell’Economia», continua Greggi.
Unicobas, sindacato di base della scuola, è ancora più drastico. «Hanno concordato tutto con Padoa Schioppa - dice il segretario nazionale Stefano D’Errico - siamo pronti al blocco a oltranza degli scrutini finali». Poi D’Errico snocciola le cifre che rendono l’accordo una «svendita al ribasso»: «Le risorse assegnate ai contratti pubblici valgono meno di 40 euro netti, perché gli altri 30 andranno solo al lavoro aggiuntivo e non saranno pensionabili. Dove sono i 105 euro promessi agli insegnanti? Non esistono a meno che non si vogliano calcolare altre spese per la scuola che non hanno nulla a che vedere con le retribuzioni».
Non ci sono solo i Cobas a lamentarsi. «Rispetto all’accordo del 6 aprile l’accordo firmato ieri notte è un passo indietro - dice Renata Polverini, segretario generale dell’Ugl - Ciò che mi preoccupa di più sono i contratti triennali perché mettono in discussione un modello di contrattazione valido per tutti. Questa decisione avrà ripercussioni negative sui contratti nel settore privato attualmente in discussione, fra cui quello dei metalmeccanici e quello del commercio».
Dalla Fiom, infatti, arriva la conferma che il contratto triennale sarà l’elemento che più agiterà le assemblee dei lavoratori nei prossimi mesi. «Un accordo completamente negativo - dice il segretario nazionale della Fiom Cgil, Giorgio Cremaschi - è chiaro che ci sia da sperare in una vera consultazione fra i dipendenti pubblici e che si possa bocciare questo accordo che danneggia tutti i lavoratori italiani». A vedere problemi per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è anche la controparte, per i 101 euro concessi: «L’accordo governo-sindacati non è un buon inizio per la trattativa - dice il presidente di Federmeccanica, Massimo Calearo - il contratto degli statali è fatto con i soldi di tutti, quello dei metalmeccanici lo paghiamo noi imprese».(a.ce.)
30 maggio 2007 - La Repubblica
"Si poteva fare prima", dice Epifani. Nicolais: "Fannulloni licenziabili". I dubbi di Confindustria: effetti negativi sui rinnovi dei privati
Intesa sugli statali, sciopero revocato
Aumenti di 101 euro, contratto triennale. Prodi: non incide sui conti
di LUISA GRION
ROMA - Accordo fatto e sciopero revocato. Dopo 18 mesi di tira e molla, un vertice di cinque ore fra lunedì notte e ieri mattina ha sciolto l´intricato nodo del contratto degli statali. I 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici potranno contare su un aumento medio di 101 euro al mese a partire dal primo febbraio 2007. Il cambio i sindacati hanno accettato di allungare, in forma sperimentale e limitatamente al periodo 2008-2010, la durata del contratto da 2 a 3 anni. L´impegno sarà definito e messo su carta entro la fine del 2007. Il governo, per far fronte ai pagamenti, stanzierà altri 600 milioni nella prossima Finanziaria da aggiungere ai 3,7 miliardi già previsti.
L´accordo - e la conseguente revoca degli scioperi fissati per il settore e per la scuola - è arrivato dopo un incontro a Palazzo Chigi fra il premier Prodi, i ministri Padoa-Schioppa e Luigi Nicolais, il sottosegratario alla presidenza del Consiglio Letta e le tre delegazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil guidate dai leader Epifani, Bonanni e Angeletti che - partiti da posizioni diverse riguardo alla durata del contratto - alla fine hanno trovato un´intesa sulla formula che limita la «prova» al settore pubblico e fissa la definizione precisa dei termini entro la fine dell´anno. Questa parte dell´accordo - per sottolineare che impegna solo la pubblica amministrazione - è stata siglata dai segretari di categoria, non dai tre leader.
Soddisfatto Prodi: per quanto riguarda la maggiore spesa di 600 euro «non c´è alcun problema - assicura - abbiamo preparato tutto e la somma ha scadenze che si armonizzano con gli equilibri del nostro bilancio». Contento anche Luigi Nicolais, titolare della Funzione Pubblica, che però sottolinea come ora ci si avvii «verso la valutazione del servizio offerto: puniremo per primi i dirigenti, poi gli altri. I fannulloni sono licenziabili, i modi esistono già, ma non sono utilizzati».
Per Epifani «l´accordo poteva essere fatto prima». Secondo Bonanni «l´intesa pone le basi per una riforma del settore pubblico» e per Angeletti «segna un passo avanti nella modifica del sistema contrattuale». In base ai primi conteggi si può pensare che tutti gli arretrati dal 2006 e aumenti vadano a concentrarsi nella prima busta paga del 2008 che dovrebbe pesare - in media - 1400 euro lordi in più.
Per nulla contenti, invece, i sindacati che non hanno firmato l´intesa, dall´Ugl («lavoratori svenduti») agli autonomi dell´Rdb-Cub («accordo indegno»). Protesta l´opposizione: «Come prevedibile il governo si è calato le braghe» ha detto il forzista Maurizio Sacconi. Dagli industriali arriva un giudizio più articolato»: la Federmeccanica di Massimo Calearo boccia l´intesa e fa notare che «non è un buon inizio per la trattativa» che andrà ad aprirsi sul contratto scaduto dei metalmeccanici. «Come sempre - commenta - con i sindacati è un dare senza avere». Per il direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta, invece, l´accordo nella notte «ha portato un´innovazione interessante che va nella giusta direzione». Il riferimento è all´allungamento della durata del contratto da due a tre anni.
30 maggio 2007 - L'Unità
INTESA NELLA NOTTE
Contratto «sperimentale» per tre anni. Sciopero revocato
Roma - Quello che non si è fatto in cinque mesi si è fatto in cinque ore e all’alba di ieri governo e sindacati hanno messo la firma sotto un accordo, anzi due. Il primo prevede per gli statali aumenti lordi mensili di 101 euro a decorrere dal primo febbraio 2007. La cifra è media: sarà inferiore per gli enti locali, superiore per la scuola. Ai 3,7 miliardi già stanziati sono stati aggiunti 600 milioni «somma che ha scadenze che si armonizzano con gli equilibri del nostro bilancio», ha assicurato Prodi che ha commentato positivamente la mediazione sui contratti triennali. È il contenuto del secondo documento. Si prevede che entro la fine dell’anno venga avviato un negoziato per introdurre in via sperimentale nel comparto pubblico il contratto triennale. Il primo triennio sarà 2008-2010. Questo è il risultato di una notte sull’ottovolante. Ed è il frutto di mediazioni e di limature perché sul fronte governativo il ministro dell’Economia ha puntato i piedi sia sugli aumenti sia sulla triennalità di cui non ha apprezzato il rinvio. La situazione si è sbloccata solo dopo che Prodi ha tenuto una riunione ristretta con Epifani, Angeletti e Bonanni. Sul fronte sindacale era stata la Cgil a irrigidirsi sulla concessione qui e ora di un anno in più di durata senza porre paletti, se non altro per non cambiare surrettiziamente il modello del luglio ‘93. Alla fine il documento sul triennio è stato firmato solo dai sindacati di categoria, non dai leader di Cgil, Cisl e Uil. Più disponibile si erano mostrate la Uil e la Cisl. E a tratti si è avvertito il rischio di una clamorosa rottura dell’unità sindacale.
«È un accordo molto equilibrato», è il commento del ministro Luigi Nicolais. «È prevalsa la responsabilità - afferma il leader Cisl Raffaele Bonanni -. Abbiamo ottenuto quanto pattuito in precedenza. Ora si potrà discutere su come migliorare la produttività e premiare il merito». «Abbiamo respinto il tentativo di diluire l’aumento dei 101 euro che, grazie alla nostra determinazione, decorre dal febbraio e non dal 31 dicembre 2007», aggiunge per la Uil Luigi Angeletti che rilancia su contratti triennali per tutti. Non la pensano così le Rdb-Cub che bocciano l’accordo «bidone» e l’Ugl che con Renata Polverini parla di «passo indietro».(fe.m.)
30 maggio 2007 - Il Resto del Carlino
«CONTRATTO triennale-No grazie»
E' il messaggio che i sindacalisti del pubblico impiego delle Rappresentanze sindacali di base (Rdb) hanno lanciato con uno striscione esposto ieri mattina in un presidio sotto le Due Torri di Bologna «per protestare contro l'accordo vergognoso firmato dal governo Prodi con Cgil-Cisl-Uil".
Quell'intesa, specifica in una nota Massimo Betti, responsabile Rdb, «modifica e peggiora la struttura dei contratti, oggi per i lavoratori del pubblico impiego, domani per tutti gli altri: l'accordo, trasformando i contratti attualmente biennali, in triennali diminuisce i salari e calpesta la dignita' dei lavoratori».
Inoltre, secondo le Rdb, così facendo «il governo smentisce quanto sottoscritto con l'accordo del 6 aprile scorso».
30 maggio 2007 - Tribuna Trento/Trentino/Provincia Pavese/Nuova Sardegna, Ferrara, Venezia/Gazzetta Modena, Reggio, Mantova/Mattino Padova/Corriere Alpi/Centro/ Città Salerno
Troppi soldi, dicono le imprese. Il sindacato punta il dito contro la triennalizzazione e annuncia battaglia
«Pessimo segnale per i metalmeccanici»
Federmeccanica e Fiom bocciano l’intesa: per motivi opposti Unicobas minaccia il blocco degli scrutini nelle scuole. I Cub pronti a scendere nelle piazze
ROMA - «Accordo bidone, noi non firmiamo». Giuliano Greggi, direzione nazionale Rdb-Cub respinge in blocco il patto siglato nella notte a Palazzo Chigi. «L’accordo è fissato a 101 euro per i soli ministeri mentre per gli altri comparti non si sa. La cifra parte dal 1º febbraio con la perdita di una mensilità. Si apre la strada alla triennalizzazione del contratto e si applica il memorandum che contiene mobilità selvaggia e chiusura di uffici. Accordi così non ne firmiamo». «Sono già partite le mobilitazioni spontanee», continua Greggi.
Unicobas, sindacato di base della scuola, è ancora più drastico. «Hanno concordato tutto con Padoa-Schioppa - dice il segretario nazionale Stefano D’Errico - siamo pronti al blocco a oltranza degli scrutini finali». Poi D’Errico snocciola le cifre: «Le risorse assegnate ai contratti pubblici valgono meno di 40 euro netti, perché gli altri 30 andranno solo al lavoro aggiuntivo e non saranno pensionabili. Dove sono i 105 euro promessi agli insegnanti? Non esistono a meno che non si vogliano calcolare altre spese per la scuola che non hanno nulla a che vedere con le retribuzioni».
Non ci sono solo i Cobas a lamentarsi. «Rispetto all’accordo del 6 aprile l’accordo firmato ieri notte è un passo indietro - dice Renata Polverini, segretario generale dell’Ugl - Ciò che mi preoccupa di più sono i contratti triennali perché mettono in discussione un modello di contrattazione valido per tutti. Questa decisione avrà ripercussioni negative sui contratti nel settore privato attualmente in discussione, fra cui quello dei metalmeccanici e quello del commercio».
Dalla Fiom, infatti, arriva la conferma che il contratto triennale sarà l’elemento che più agiterà le assemblee dei lavoratori nei prossimi mesi. «Un accordo completamente negativo - dice il segretario nazionale della Fiom Cgil, Giorgio Cremaschi - è chiaro che ci sia da sperare in una vera consultazione fra i dipendenti pubblici e che si possa bocciare questo accordo che danneggia tutti i lavoratori italiani». A vedere problemi per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è anche la controparte, per i 101 euro concessi: «L’accordo governo-sindacati non è un buon inizio per la trattativa - dice il presidente di Federmeccanica, Massimo Calearo - il contratto degli statali è fatto con i soldi di tutti, quello dei metalmeccanici lo paghiamo noi imprese». (a.ce.)
30 maggio 2007 - Il Mattino
Ma i sindacati di base accusano «È stato un vero colpo di mano»
Roma - Ma non tutti sono contenti. I sindacati esclusi dalla trattativa a Palazzo Chigi, ieri, hanno fatto sentire la loro voce. «È un colpo di mano e siamo preoccupati per le conseguenze che questo accordo avrà sui lavoratori» dice il segretario generale Usae, Adamo Bonazzi. «Rispetto all'intesa del 6 aprile è un passo indietro» osserva il segretario generale della Ugl Renata Polverini, preoccupata soprattutto per la triennalizzazione. Ancora più duri i Cub: «È un accordo che calpesta la dignità dei lavoratori pubblici, che sin dalle prossime ore esprimeranno la netta contrarietà attraverso mobilitazioni e blocchi dell'attività lavorativa» fa sapere Stefano Del Medico della direzione nazionale RdB-Cub pubblico impiego. La prima dimostrazione c’è stata proprio ieri con una rumorosa protesta di circa 50 delegati dei Cub davanti alla sede dell’Aran, mentre all’interno le categorie di Cgil Cisl e Uil formalizzavano l’accordo. Nel frattempo sta per avviarsi a soluzione anche la vicenda della scuola, che rischiava di mettere a repentaglio il normale svolgimento degli scrutini: sempre ieri all’Aran, sulla scorta degli aumenti concessi agli statali, è stato sottoscritto una pre-intesa sulla scuola.
30 maggio 2007 - La Sicilia
Statali, l'alba di un nuovo contratto
Firmato l'accordo tra governo e parti sociali. L'aumento sarà di 101 euro. Revocati gli scioperi del 1° e 4 giugno
di andrea gagliarducci
Roma - Il governo ha raggiunto nella scorsa notte l'accordo per il rinnovo del contratto degli statali. I lavoratori della pubblica amministrazione (compresi gli statali del comparto Università e Ricerca) percepiranno un aumento di 101 euro, con gli arretrati a decorrere dal primo febbraio del 2007. Cgil, Cisl e Uil hanno quindi revocato lo sciopero generale proclamato per il primo giugno. Risolto il nodo del rinnovo, cominciano ora i negoziati per i singoli comparti.
A sbloccare la situazione, c'è voluta una riunione notturna di cinque ore tra il premier Romano Prodi e i segretari generali delle tre confederazioni sindacali Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Governo e sindacati hanno sottoscritto due testi di accordo. Il primo riguarda l'impegno per le risorse con decorrenza dal primo febbraio 2007. Il secondo, firmato dalle categorie del pubblico impiego, stabilisce le regole della durata triennale dei contratti in via sperimentale per il periodo 2008-2010. «Allo scopo di allineare i tempi della negoziazione - recita il testo dell'intesa - con i periodi di riferimento e verifica degli obiettivi di miglioramento delle funzionalità dei servizi e di incremento di produttività, in attesa della definizione di un nuovo e generale accordo di politica dei redditi, le parti si impegnano a concludere entro il 31 dicembre 2007 un accordo inteso a prevedere in via sperimentale la durata triennale dei prossimi rinnovi contrattuali del pubblico impiego, sia per quanto riguarda la parte economica che quella normativa, limitatamente al triennio 2008-2010».
In pratica, del prossimo rinnovo si dovrà discutere nel 2010, e decidere a quel punto se si ritornerà al vecchio sistema del rinnovo annuale. «Per poter passare a 3 anni - spiega il ministro della Funzione pubblica Nicolais - dobbiamo cambiare l'intesa del 1993. Per cambiare l'intesa del '93 abbiamo bisogno di rimettere attorno al tavolo tutti gli attori che siglarono all'epoca. Quindi avviamo questa sperimentazione in attesa di cambiare quell'intesa».
Nicolais spiega anche come si è raggiunta la cifra di 101 euro di aumento: «Il governo ha aggiunto sei euro per un ammontare complessivo aggiuntivo di 600 milioni di euro». Ma «non c'è una indicazione precisa» nell'accordo su dove il governo abbia reperito i fondi. Tanto che Vegas (Forza Italia) denuncia che l'accordo è «senza copertura finanziaria». Perché «far decorrere gli aumenti da febbraio 2007 senza disporre contestualmente delle somme sufficienti che l'esecutivo si è impegnato a reperire nella Finanziaria 2008 significa dar corso da oggi a una spesa palesemente scoperta». Prodi, però, tranquillizza: «Abbiamo preparato tutto perché questa somma ha delle scadenze che si armonizzano con gli equilibri del nostro bilancio». E aggiunge: «Abbiamo raggiunto l'accordo non solo, come in passato, con aumenti salariali più o meno elevati, ma anche con un nuovo tipo di contratto che, essendo triennale, potrà affrontare in modo produttivo le necessità di miglioramento, organizzazione ed efficienza della pubblica amministrazione».
Ad uscirne vittoriosi sono soprattutto i sindacati. «E' stato raggiunto l'obiettivo - commenta il segretario Cgil Epifani - Ci dispiace che questo accordo sia stato fatto solo ora, si poteva fare anche prima». E il segretario della Uil Angeletti commenta che «è un buon accordo».
Ma la durata triennale del contratto piace anche a Confindustria: il direttore generale Beretta la ritiene «un'innovazione interessante, che va nella giusta direzione». E anche per il ministro Bersani è «un'ottima cosa». Mentre il ministro Rutelli, a nome della Margherita, dichiara: «E' una controversia che da tempo avevamo chiesto di risolvere in maniera positiva prima delle elezioni».
Ma le rappresentanze di base, l'Ugl e la sinistra della Cgil bocciano l'accordo. In particolare, le Rdb giudicano «indegno» l'accordo e annunciano che risponderanno con la mobilitazione. E Cremaschi, leader della Fiom e della sinistra Cgil, ritiene l'intesa «completamente negativa: i vertici hanno accettato la triennalizzazione senza discuterla con nessuno».
Raggiunto l'accordo per gli statali, il governo ora si trova ad affrontare altri rinnovi importanti: prima gli assistenti di volo Alitalia, quindi i metalmeccanici. E sono in attesa di rinnovo anche lavoratori del turismo, giornalisti, bancari e ferrovieri. E si guarda anche al tavolo della riforma delle pensioni.
30 maggio 2007 - Italia Sera
Il Governo vuole la riforma
Dopo gli Statali ecco le pensioni
Raggiunta l'intesa sugli statali, si apre ora di fatto la partita sulle pensioni. Il giorno dopo la sigla dell'accordo - arrivato nella notte dopo cinque ore di trattativa a palazzo Chigi - e la revoca dello sciopero, il Governo fa sapere che ripartiranno tra breve i tavoli di concertazione con le parti sociali. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha confermato che ancora non c'è una data fissata per l'inizio del confronto ma ad ogni modo, l'esecutivo sembrerebbe intenzionato a concludere il negoziato in tempo utile per la presentazione del Dpef, ossia il 30 giugno. Tornando agli statali, i circa 3 milioni di lavoratori del pubblico impiego incassano un aumento medio di 101 euro che varrà a partire dal febbraio di quest'anno. A questo scopo, l'esecutivo ha dovuto mettere sul piatto nuove risorse, pari a 600 milioni di euro. Ma ciò, ha garantito il premier Romano Prodi, "non altererà l'equilibrio dei conti". L'intesa con i sindacati prevede anche una sperimentazione triennale di durata del contratto 2008-2010. Va intesa come "unicità", ha spiegato il leader della Cgil Guglielmo Epifani al quale "dispiace che questo accordo sia stato fatto solo ora, si poteva fare molto prima". "Un'intesa positiva", è invece il commento di Bonanni e Angeletti segretari generali di Cisl e Uil. La durata triennale del contratto incassa il giudizio positivo di Confindustria: il direttore generale Maurizio Beretta la ritiene "un'innovazione interessante che va nella giusta direzione". Anche il Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani la definisce "un'ottima cosa". L'accordo è stato infine bocciato dall'Ugl, dalle rappresentanze di base e dalla sinistra Cgil. Per l'Ugl, "rispetto all'accordo del 6 aprile - ha spiegato il segretario generale Renata Polverini - l'intesa di questa notte è un passo indietro".
30 maggio 2007 - Corriere di Bologna
PUBBLICO IMPIEGO
«No al contratto triennale»
«Contratto triennale, no grazie». É il messaggio che i sindacalisti del pubblico impiego delle Rappresentanze sindacali di base (Rdb) hanno lanciato con una dimostrazione e un un presidio ieri mattina sotto le Due Torri.
Non è bastato a Rdb l'accordo raggiunto per l'aumento di 101 euro al mese per i lavoratori statali, un accordo che prevede anche gli arretrati dal febbraio di quest'anno.
Quell'intesa, specifica in una nota Massimo Betti, responsabile Rdb, «peggiora la struttura dei contratti: trasformando gli accordi attualmente biennali, in triennali diminuisce di fatto i salari ».
Rdb si pone così in contrasto con Cgil-Cisl-Uil che hanno firmato l'accordo con il governo e deciso la revoca degli scioperi del pubblico impiego e della scuola.
30 maggio 2007 - Il Secolo XIX
Statali, accordo fatto sui 101 euro
sciopero revocato. Ma il contratto avrà durata triennale. Prodi: gli aumenti non alterano i conti pubblici
di Francesco Bottino
Roma. Si sono dovute fare le 3 di notte, a Palazzo Chigi, ma alla fine governo e sindacati hanno trovato un accordo sul contratto degli statali. Centoun'euro di aumento salariale a partire dal primo febbraio 2007, e l'impegno delle parti a trovare, entro il 31 dicembre prossimo, un accordo per la triennalizzazione del contratto, che sarà valido in via sperimentale fino al 2010. Il premier Romano Prodi, presente al vertice con i ministri dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e della Funzione Pubblica Luigi Nicolais, ha assicurato che le risorse necessarie saranno reperite senza mettere in pericolo l'equilibrio dei conti pubblici, e ha espresso grande soddisfazione per la sperimentazione: «Il nuovo tipo di contratto potrà affrontare in modo produttivo le necessità di un miglioramento dell'efficienza nel settore pubblico». I sindacati giudicano postitivamente l'intesa, «anche se - ci tiene a ribadire il leader della Cgil Guglimo Epifani - si poteva fare prima». Cgil, Cisl e Uil sono state convocate ieri pomeriggio dall'Aran per formalizzare l'accordo firmato a palazzo Chigi e riprendere le trattative, interrotte bruscamente lo scorso 16 maggio dopo che l'esecutivo aveva messo in discussione i 101 euro di aumento. La revoca dello sciopero generale seguirà la fine delle contrattazioni con l'Aran.
Ma la firma di Palazzo Chigi ha stentato non poco a vedere la luce, tanto che il vertice di lunedìè stato sospeso più volte. I sindacati avevano posto, come condizione determinante, il riconoscimento dei 101 euro, chiedendo che l'aumento fosse retroattivo a partire dal 15 gennaio 2007. Diversa invece la proposta con cui Prodi e i suoi ministri si sono presentati all'incontro: aumento di 101 euro ma solo a partire dal 31 dicembre 2007 e accordo sulla modifica dei contratti, da biennali a triennali, entro il 15 luglio.
Arrivati al tavolo le due posizioni si sono scontrate e i tre leader sindacali, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Agneletti, hanno chiesto una sospensione del vertice. Dopo diverse riunioni ristrette tra i segretari confederali e il presidente del Consiglio, è arrivato il compromesso: il governo anticipa la decorrenza dell'aumento salariale dal 31 dicembre 2007 (proposta di partenza) al 15 febbraio scorso, ovvero solo un mese dopo la richiesta iniziale dei sindacati, che a loro volta accettano la triennalizzazione sperimentale del contratto. Il termine per l'accordo sulla riforma del modello slitta però al 31 dicembre, rispetto al 15 luglio inizialmente proposto del governo.
Questo "braccio di ferro"è durato cosi tanto, secondo Prodi, «perché abbiamo preparato ogni cosa in modo che la somma in più che si rende necessaria non influisca sull'equilibrio dei conti pubblici, che restano la priorità». Questa somma, secondo il ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais, «non supererà i 600 milioni, e sarà reperita con la Finanziaria del 2008». Ma sulla disponibilità dei fondi necessari non la pensa allo stesso modo il senatore di Forza Italia Giuseppe Vegas (ex viceministro dell'Economia ): «Far decorrere gli aumenti economici da febbraio 2007 senza disporre contestualmente delle somme sufficienti significa dar corso ad una spesa palesemente scoperta. A questo punto si porrà il problema del via libera della Corte dei Conti». Il presidente dei Riformatori liberali Benedetto Della Vedova rincara la dose: «Alla fine, come era prevedibile, il governo ha ceduto e in cambio di nulla, il pre-accordo dai termini vaghi sulla durata del prossimo contratto, ha dato ai sindacati ciò che essi chiedevano: 600 milioni di euro in più».
Anche l'introduzione della contrattazione triennale suscita reazioni contrastanti. Se per il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta, è«un'innovazione interessante, che va nella direzione giusta», molte sigle sindacali non confederali (Ugl, Sdl, Usae e Cub) la giudicano «un passo indietro, concordato solo con Cgil, Cisl e Uil», e hanno annunciato proteste.
30 maggio 2007 - Il Giornale di Vicenza/L'Arena/Brescia Oggi/Gazzetta di Parma
La soluzione è arrivata all’alba: soddisfatti Governo e Cgil, Cisl, Uil. Confindustria: «Così si va nella giusta direzione»
Siglato l’accordo per gli statali
Aumento in busta di 101 euro, ma la durata del contratto diventa triennale
di Antonio Pennacchioni
Roma - Un aumento medio di 101 euro mensili con gli arretrati a decorrere dal febbraio 2007. E un cambio sperimentale della durata del contratto, che da biennale diventa triennale per il periodo 2008-2010. È questo il risultato dell’accordo raggiunto all’alba di ieri dopo una notte di lavori tra Governo e sindacati, sul rinnovo del contratto della pubblica amministrazione.
Dopo cinque ore di faccia a faccia, una riunione ristretta tra il premier Romano Prodi e i leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni ha sbloccato il vertice notturno che aveva preso il via alle 21,30 di lunedì a Palazzo Chigi. Governo e sindacati hanno sottoscritto due testi di accordo che interessano circa 3,5 milioni di dipendenti pubblici. Il primo riguarda l’impegno per le risorse, con decorrenza dal primo febbraio 2007. Il secondo accordo, firmato dalle categorie del pubblico impiego, fissa una durata triennale dei contratti, in via sperimentale, per il periodo 2008-2010.
Entro il 31 dicembre di quest’anno un protocollo tra le parti dovrà recepire le novità, in attesa della definizione di una nuova intesa sulla politica dei redditi.
Per superare l’impasse degli ultimi tempi, l’esecutivo ha aumentato di 600 milioni di euro le risorse messe a disposizione dal Tesoro, portandole a 3,7 miliardi di euro. «Ma ciò», ha garantito Romano Prodi, «non altererà l’equilibrio dei conti perché tutto è stato preparato affinchè questa somma abbia delle scadenze che si armonizzino con gli equilibri del nostro bilancio».
«Inoltre», ha tenuto a sottolineare il presidente del Consiglio, «il nuovo tipo di contratto triennale darà una risposta concreta alla necessità di migliorare l’organizzazione e l’efficienza della pubblica amministrazione».
«Il rinnovo del contratto è un fatto innovativo che non si giudica solo dalla parte economica, ma anche da quella normativa», ha aggiunto il ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani.
Soddisfatti i vertici delle tre confederazioni sindacali, che hanno revocato gli scioperi del pubblico impiego, proclamato questo per venerdì 1 giugno, e della scuola, in calendario per lunedì 4. La decisione è stata ufficializzata dall’Aran, che ieri sera ha ricevuto le sigle di categoria per chiudere definitivamente la trattativa, rimasta sospesa il 16 maggio scorso.
«È stato raggiunto l’obiettivo. Ci dispiace che questo accordo sia stato fatto soltanto ora, si poteva arrivarci molto prima», ha commentato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, il quale ha definito una «unicità» l’allungamento della durata contrattuale, che non sarà estesa ad altre categorie. Di «intesa positiva» ha parlato il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, mentre Raffaele Bonanni della Cisl ha sottolineato che «alla fine ha prevalso il senso di responsabilità del Governo e del sindacato».
Negativo invece il giudizio del segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini. «È un passo indietro rispetto all’accordo del 6 aprile». Critiche anche la Fiom: il segretario Giorgio Cremaschi ha bocciato l’accordo come «completamente negativo». Mentre le Rdb-Cub lo hanno definito «indegno», annunciando quanto prima una mobilitazione. La triennalizzazione del contratto piace invece alla Confindustria. Per il direttore generale Maurizio Beretta si tratta di «un’innovazione interessante, che va nella giusta direzione».
Chiusa la partita degli statali, si riaprono ora i dossier della previdenza e della riforma della contrattazione. Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha chiesto anche ieri di stringere i tempi sulle pensioni, fissando al più presto la data di convocazione del tavolo con le parti sociali. Beretta invece sollecita la revisione dell’accordo del 1993 sulla contrattazione. «Occorre costruire nuove regole, più coerenti con i tempi che viviamo, attenti a spostare parti di salario da una prima parte a un secondo livello di contrattazione, che sia legato ai risultati aziendali e alla produttività».
30 maggio 2007 - Il Giornale di Brescia
Intesa per un aumento medio mensile di 101 euro a valere dal febbraio scorso. Costo 600 milioni, che, dice Prodi, «non alterano i conti»
Statali, accordo per il contratto su base triennale
Una durata «sperimentale» 2008-2010. Molte le «piattaforme» in attesa
ROMA - Raggiunta l’intesa sugli statali, si apre ora di fatto la «partita» sulle pensioni. Il giorno dopo la sigla dell’accordo - arrivato nella notte dopo cinque ore di trattativa a Palazzo Chigi - e la revoca dello sciopero, il Governo fa sapere che ripartiranno tra breve i tavoli di concertazione con le parti sociali. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha confermato che ancora non c’è una data fissata per l’inizio del confronto ma ad ogni modo, l’esecutivo sembrerebbe intenzionato a concludere il negoziato in tempo utile per la presentazione del Dpef, ossia il 30 giugno.
Tornando agli statali, i circa 3 milioni di lavoratori del pubblico impiego incassano un aumento medio di 101 euro che varrà a partire dal febbraio di quest’anno. A questo scopo, l’esecutivo ha dovuto mettere sul piatto nuove risorse, pari a 600 milioni di euro. Ma ciò, ha garantito il premier Romano Prodi, «non altererà l’equilibrio dei conti». In particolare, Prodi ricorda l’accordo siglato questa notte con gli statali: «Questa notte, ad esempio, abbiamo preso un’altra decisione, abbiamo concluso il contratto degli statali e non solo, come avveniva in passato, con aumenti salariali più o meno elevati, ma anche con un nuovo tipo di contratto che, essendo triennale, potrà affrontare in modo produttivo le necessità di miglioramento, organizzazione ed efficienza della pubblica amministrazione. In più - conclude Prodi - tutto quello che è necessario perché il settore pubblico diventi veramente trainante nel Paese».
L’intesa con i sindacati prevede anche una sperimentazione triennale di durata del contratto 2008-2010. Va intesa come «unicità», ha spiegato il leader della Cgil Guglielmo Epifani al quale «dispiace che questo accordo sia stato fatto solo ora, si poteva fare molto prima». «Un’intesa positiva», è invece il commento di Bonanni e Angeletti segretari generali di Cisl e Uil. In una nota, il leader sindacale sottolinea che «con questo accordo siamo riusciti ad ottenere l’aumento salariale dovuto ai lavoratori del pubblico impiego. Abbiamo respinto il tentativo di diluire l’aumento dei 101 euro che, grazie alla nostra determinazione, decorre dal 1 febbraio e non dal 31 dicembre 2007».
Quanto al prossimo futuro, «per ottenere la crescita del salario reale, diventa decisiva la modifica dell’attuale sistema contrattuale che, oggi, penalizza i lavoratori dipendenti». In questo senso, puntualizza, «la triennalizzazione ottenuta rappresenta un primo passo verso questo obiettivo».
La durata triennale del contratto incassa il giudizio positivo di Confindustria: il direttore generale Maurizio Beretta la ritiene «un’innovazione interessante che va nella giusta direzione». Anche il ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani la definisce «un’ottima cosa». E il vicepremier Francesco Rutelli, a nome della Margherita, esprime soddisfazione: «È una controversia che da tempo avevamo chiesto di risolvere in maniera positiva prima delle elezioni».
L’accordo è stato infine «bocciato» dall’Ugl, dalle rappresentanze di base e dalla «sinistra» Cgil. Per l’Ugl, «rispetto all’accordo del 6 aprile - ha spiegato il segretario generale Renata Polverini - l’intesa di questa notte è un passo indietro». Le Rdb-Cub criticano duramente l’accordo che definiscono «indegno» e annunciano che «risponderemo con la mobilitazione». Da parte sua, Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom e leader della «sinistra» Cgil ritiene l’accordo «completamente negativo, i vertici sindacali hanno accettato la triennalizzazione senza discuterlo con nessuno».
Dopo gli statali, aspettano intanto il rinnovo del contratto oltre 4,5 milioni di lavoratori: ieri sera è stato il turno degli assistenti di volo Alitalia convocati, assieme all’azienda, dal Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. A fine giugno, invece, partirà la trattativa per i 1,5 milioni di lavoratori metalmeccanici. In «stand by» anche il contratto dei lavoratori del turismo, dei giornalisti, dei bancari e dei ferrovieri.
30 maggio 2007 - Libertà
gli scontenti
Ugl e Cub bocciano l'intesa
Non firmano. Perplessità della Fiom sulla scadenza triennale
ROMA - «Accordo bidone, noi non firmiamo». Giuliano Greggi, direzione nazionale Rdb-Cub respinge in blocco il patto siglato nella notte a Palazzo Chigi. «L'accordo è fissato a 101 euro per i soli ministeri mentre per gli altri comparti non si sa. La cifra parte dal 1o febbraio con la perdita di una mensilità. Si apre la strada alla triennalizzazione del contratto e si applica il memorandum che contiene mobilità selvaggia e chiusura di uffici. Noi accordi così, che vanno a danno dei lavoratori, non li firmiamo». «Sono già partite delle mobilitazioni spontanee, con un presidio davanti al ministero dell'Economia», continua Greggi.
Unicobas, sindacato di base della scuola, è ancora più drastico. «Hanno concordato tutto con Padoa-Schioppa - dice il segretario nazionale Stefano D'Errico - siamo pronti al blocco a oltranza degli scrutini finali». Poi D'Errico snocciola le cifre che rendono l'accordo una «svendita al ribasso»: «Le risorse assegnate ai contratti pubblici valgono meno di 40 euro netti, perché gli altri 30 andranno solo al lavoro aggiuntivo e non saranno pensionabili. Dove sono i 105 euro promessi agli insegnanti? Non esistono a meno che non si vogliano calcolare altre spese per la scuola che non hanno nulla a che vedere con le retribuzioni».
Non ci sono solo i Cobas a lamentarsi. «Rispetto all'accordo del 6 aprile l'accordo firmato ieri notte è un passo indietro - dice Renata Polverini, segretario generale dell'Ugl - Ciò che mi preoccupa di più sono i contratti triennali perché mettono in discussione un modello di contrattazione valido per tutti. Questa decisione avrà ripercussioni negative sui contratti nel settore privato attualmente in discussione, fra cui quello dei metalmeccanici e quello del commercio».
Dalla Fiom, infatti, arriva la conferma che il contratto triennale sarà l'elemento che più agiterà le assemblee dei lavoratori nei prossimi mesi. «Un accordo completamente negativo - dice il segretario nazionale della Fiom Cgil, Giorgio Cremaschi - è chiaro che ci sia da sperare in una vera consultazione fra i dipendenti pubblici e che si possa bocciare questo accordo che danneggia tutti i lavoratori italiani».
A vedere problemi per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è anche la controparte, per i 101 euro concessi: «L'accordo governo-sindacati non è un buon inizio per la trattativa - dice il presidente di Federmeccanica, Massimo Calearo - il contratto degli statali è fatto con i soldi di tutti, quello dei metalmeccanici lo paghiamo noi imprese».(a.ce.)
30 maggio 2007 - Il Cittadino
Tra le novità l’allungamento da due a tre anni della vigenza del "patto", annullati tutti gli scioperi
Statali, c’è l’accordo sul contratto
Lunedì notte il via libera sull’aumento di 101 euro
Roma - Accordo fatto tra governo e sindacati per il rinnovo del biennio economico del contratto del pubblico impiego. L’intesa è stata raggiunta al termine di una maratona notturna terminata intorno alle 3 del mattino di ieri e prevede un aumento delle retribuzioni degli statali pari a 101 euro con decorrenza dal 1 febbraio 2007 e l’allungamento della vigenza contrattuale da due a tre anni, in via sperimentale per il periodo 2008-2010, da realizzarsi entro e non oltre il prossimo 31 dicembre. Un allungamento che riguarderà sia la parte economica che quella normativa. Inizialmente il governo aveva proposto che gli aumenti decorressero dal 31 dicembre 2007 in cambio della disponibilità ad un accordo entro il 15 luglio prossimo per portare da due a tre anni la durata della vigenza contrattuale. Al no dei sindacati che chiedevano una decorrenza dal 15 gennaio 2007 sono seguite poi varie riunioni ristrette. L’ultima, quella decisiva, tra il premier Romano Prodi e Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, ha sbloccato la vertenza. I tre leader sindacali hanno firmato dunque l’accordo relativo all’aumento retributivo mentre la sperimentazione sulla vigenza contrattuale è stata siglata dalle sole categorie del pubblico impiego. La formalizzazione è arrivata nel pomeriggio all’Aran che aveva convocato per le 18 le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil. Immediata la revoca dello sciopero del pubblico impiego proclamato per il 1 giugno prossimo. Soddisfatto il premier Romano Prodi . «Noi prendiamo continuamente decisioni - dice a margine dell’assemblea di Confagricoltura - I frutti non sono immediati, ma verranno. Questa notte abbiamo concluso il contratto degli statali non solo con aumenti salariali più o meno elevati, ma anche con un nuovo tipo di contratto». Prodi garantisce inoltre che i soldi destinati ad assicurare gli aumenti salariali ai dipendenti pubblici saranno stanziati nel rispetto del bilancio statale. «Abbiamo preparato tutto perché le somme predisposte abbiamo delle scadenze che si armonizzano con gli equilibri del nostro bilancio».Per il ministro per lo Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani «il rinnovo triennale del contratto degli statali è un fatto innovativo». I contratti, aggiunge Bersani, «non si giudicano solo dalla parte economica, ma anche da quella normativa. Credo che con questo contratto si possa affrontare un po’ meglio la riorganizzazione della pubblica amministrazione». «L’intesa giunge al termine di un negoziato complesso reso più difficile da questioni e fattori spesso esterni alla normale dinamica di un rinnovo contrattuale che hanno, per la prima volta da molti anni a questa parte, fatto fibrillare l’unità della categoria», hanno detto i leader di Fp Cgil, Cisl Flp, Uil Fpl e Uil Pa, Carlo Podda, Rino Tarelli, Carlo Fiordaliso e Salvatore Bosco sintetizzano il lungo braccio di ferro che per mesi ha contrapposto sindacati e governo. Tuttavia, sottolineano «l’essere riusciti a raggiungere l’accordo tra mille difficoltà e tensioni è per noi motivo di orgoglio e di fiducia per il lavoro che ci aspetta a partire dalle prossime ore». Per Stefano Del Medico della Direzione Nazionale RdB-Cub P.I., «è un accordo che calpesta la dignità dei lavoratori pubblici, che sin dalle prossime ore esprimeranno la loro netta contrarietà attraverso mobilitazioni e blocchi dell’attività lavorativa».
30 maggio 2007 - L'Adige
Agli statali 101 euro di aumento
Accordo fatto con il governo Annullati scioperi di giugno
ROMA - Finalmente l'altra notte è stata firmata l'intesa tra governo e sindacati per il rinnovo del contratto degli statali. I tre milioni di lavoratori coinvolti nella dura vertenza che si è finalmente conclusa possono contare su un aumento mensile di 101 euro. Parte inoltre la sperimentazione di durata triennale (finora era biennale) per il contratto. Così in extremis il governo è riuscito a scongiurare lo sciopero già proclamato dai sindacati. Raggiunta l'intesa sugli statali, si apre ora di fatto la partita sulle pensioni. Così il giorno dopo la sigla dell'accordo e la conseguente revoca dello sciopero, il Governo fa sapere che ripartiranno tra breve i tavoli di concertazione con le parti sociali. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha confermato che ancora non c'è una data fissata per l'inizio del confronto ma ad ogni modo, l'esecutivo sembrerebbe intenzionato a concludere il negoziato in tempo utile per la presentazione del Dpef, ossia il 30 giugno. Tornando agli statali, i circa 3 milioni di lavoratori del pubblico impiego incassano un aumento medio di 101 euro che varrà a partire dal febbraio di quest'anno. A questo scopo, l'esecutivo ha dovuto mettere sul piatto nuove risorse, pari a 600 milioni di euro. Ma ciò, ha garantito il premier Romano Prodi, «non altererà l'equilibrio dei conti». L'intesa con i sindacati prevede anche una sperimentazione triennale di durata del contratto 2008-2010. Va intesa come «unicità», ha spiegato il leader della Cgil Guglielmo Epifani al quale «dispiace che questo accordo sia stato fatto solo ora, si poteva fare molto prima». «Un'intesa positiva», è invece il commento di Bonanni e Angeletti segretari generali di Cisl e Uil. La durata triennale del contratto incassa il giudizio positivo di Confindustria: il dg Maurizio Beretta la ritiene «un'innovazione interessante che va nella giusta direzione». Anche il Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani la definisce «un'ottima cosa». E il vicepremier Francesco Rutelli, a nome della Margherita, esprime soddisfazione: «È una controversia che da tempo avevamo chiesto di risolvere in maniera positiva prima delle elezioni». L'accordo è stato, infine, bocciato dall'Ugl, dalle rappresentanze di base e dalla sinistra Cgil. Per l'Ugl, «rispetto all'accordo del 6 aprile - ha spiegato il segretario generale Renata Polverini - l'intesa di questa notte è un passo indietro». Le Rdb-Cub criticano duramente l'accordo che definiscono «indegno» e annunciano che «risponderemo con la mobilitazione». Da parte sua, Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom e leader della «sinistra» Cgil ritiene l'accordo «completamente negativo, i vertici sindacali hanno accettato la triennalizzazione senza discuterlo con nessuno». Dopo gli statali, aspettano intanto il rinnovo del contratto oltre 4,5 milioni di lavoratori: ieri sera è stato il turno degli assistenti di volo Alitalia convocati, assieme all'azienda, dal Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. A fine giugno, invece, partirà la trattativa per i 1,5 milioni di lavoratori metalmeccanici.
30 maggio 2007 - Il Piccolo
Ma i Cobas rifiutano la firma: «È un bidone per i lavoratori»
ROMA - «Accordo bidone, noi non firmiamo». Giuliano Greggi, direzione nazionale Rdb-Cub respinge in blocco il patto siglato nella notte a Palazzo Chigi. «L’accordo è fissato a 101 euro per i soli ministeri mentre per gli altri comparti non si sa. La cifra parte dal primo febbraio con la perdita di una mensilità. Si apre la strada alla triennalizzazione del contratto e si applica il memorandum che contiene mobilità selvaggia e chiusura di uffici. Noi accordi così, che vanno a danno dei lavoratori, non li firmiamo». «Sono già partite delle mobilitazioni spontanee, con un presidio davanti al ministero dell’Economia», continua Greggi.
Unicobas, sindacato di base della scuola, è ancora più drastico. «Hanno concordato tutto con Padoa-Schioppa - dice il segretario nazionale Stefano D’Errico - siamo pronti al blocco a oltranza degli scrutini finali». Poi D’Errico snocciola le cifre che rendono l’accordo una «svendita al ribasso»: «Le risorse assegnate ai contratti pubblici valgono meno di 40 euro netti, perché gli altri 30 andranno solo al lavoro aggiuntivo e non saranno pensionabili. Dove sono i 105 euro promessi agli insegnanti? Non esistono a meno che non si vogliano calcolare altre spese per la scuola che non hanno nulla a che vedere con le retribuzioni». Non ci sono solo i Cobas a lamentarsi. «Rispetto all’accordo del 6 aprile l’accordo firmato ieri notte è un passo indietro - dice Renata Polverini, segretario generale dell’Ugl -. Ciò che mi preoccupa di più sono i contratti triennali perché mettono in discussione un modello di contrattazione valido per tutti. Questa decisione avrà ripercussioni negative sui contratti nel settore privato». Dalla Fiom, infatti, arriva la conferma che il contratto triennale sarà l’elemento che più agiterà le assemblee dei lavoratori nei prossimi mesi. «Un accordo completamente negativo - dice il segretario nazionale della Fiom Cgil, Giorgio Cremaschi - è chiaro che ci sia da sperare in una vera consultazione fra i dipendenti pubblici e che si possa bocciare questo accordo che danneggia tutti i lavoratori italiani».
30 maggio 2007 - Il Gazzettino
Prodi ha condotto la trattativa con Bonanni, Angeletti ed Epifani: «Le somme predisposte hanno scadenze che rispettano gli equilibri del bilancio»
Accordo sugli statali, sciopero revocato
L’aumento di 101 euro ha costretto il governo a sborsare 600 milioni in più. La durata del contratto passa da due a tre anni
di Claudia Giannini
Roma - «Noi prendiamo continuamente decisioni. I frutti non sono immediati, ma verranno. Questa notte, ad esempio, ne abbiamo presa un'altra. Abbiamo concluso il contratto degli statali: non solo, come in passato, con aumenti salariali più o meno elevati, ma anche con un nuovo tipo di contratto»: il presidente del Consiglio è soddisfatto. A dispetto del digrignar di denti e degli altolà di poche ore prima, la maratona notturna di Palazzo Chigi si è conclusa con successo e, intorno alle 3 di notte tra lunedì e martedì, governo e sindacati hanno finalmente siglato l'accordo per il rinnovo del contratto del pubblico impiego.
L'intesa prevede un aumento delle retribuzioni degli statali pari a 101 euro, con decorrenza dal 1 febbraio 2007 (il governo ha aggiunto 6 euro, per un ammontare complessivo aggiuntivo di 600 milioni), e l'allungamento della vigenza contrattuale da due a tre anni, in via sperimentale per il periodo 2008-2010, da realizzarsi entro e non oltre il prossimo 31 dicembre. Inizialmente il governo aveva proposto che gli aumenti decorressero dal 31 dicembre 2007 in cambio della disponibilità ad un accordo entro il 15 luglio per portare da due a tre anni la durata della vigenza contrattuale. Al no dei sindacati che chiedevano una decorrenza dal 15 gennaio 2007 sono seguite poi varie riunioni ristrette. L'ultima, quella decisiva, tra Prodi e Epifani (Cgil), Bonanni (Cisl) e Angeletti (Uil), a tarda notte ha sbloccato la vertenza. E lo sciopero dei lavoratori del pubblico impiego, in programma per l'intera giornata del primo giugno, è stato revocato.
«Questo contratto potrà assicurare tutto quello che è necessario affinché il settore pubblico diventi veramente trainante nel Paese», commenta Prodi, il quale garantisce che i soldi destinati ad assicurare gli aumenti salariali saranno stanziati nel rispetto del bilancio statale: «Abbiamo preparato tutto - spiega il premier - perché le somme predisposte abbiano delle scadenze che si armonizzano con gli equilibri del nostro bilancio. Quindi, non c'è nessun problema. Il braccio di ferro e la tensione sono durati a lungo proprio perché avevo e ho messo come priorità l'equilibrio dei conti pubblici».
Il rinnovo triennale del contratto degli statali viene definito «un fatto innovativo» dal ministro per lo Sviluppo economico, Bersani (Ds), che esclude un risultato diverso delle elezioni amministrative se il contratto fosse stato siglato prima.
Nel sindacato, il solo a non farsi sentire è il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che ha siglato l'accordo nonostante, alla vigilia, fosse stato l'unico a manifestare tutta la sua contrarietà alla triennalizzazione del contratto. Soddisfatto, invece, il leader della Uil: «Con questo accordo - assicura Angeletti - siamo riusciti ad ottenere l'aumento salariale dovuto ai lavoratori del pubblico impiego. Abbiamo respinto il tentativo di diluire l'aumento dei 101 euro che, grazie alla nostra determinazione, decorre dal 1 febbraio e non dal 31 dicembre 2007». Secondo Bonanni, «è prevalsa la responsabilità. È un accordo importante per il clima nel Paese. Abbiamo ottenuto quanto pattuito in precedenza. Ora - sottolinea il leader della Cisl - si potrà discutere su come migliorare la produttività e premiare il merito». Per questo, secondo Bonanni, «oggi non ci sono né vinti né vincitori. Abbiamo dimostrato che il sindacato sa assumersi responsabilità nell'interesse del Paese e posto le basi per una vera riforma della pubblica amministrazione».
Pesanti mugugni e bellicose reazioni, invece, nei sindacati autonomi, che parlano di «un passo indietro», di un accordo «indegno», di un «colpo di mano», di «lavoratori svenduti». I Cub contestano un patto che «calpesta la dignità dei lavoratori pubblici, i quali esprimeranno la loro netta contrarietà attraverso mobilitazioni e blocchi dell'attività lavorativa». E la prima, rumorosa contestazione dell'accordo si è avuta già ieri, con una manifestazione organizzata nel pomeriggio proprio davanti alla sede dell'Aran, dove era in corso la riunione per la formalizzazione del rinnovo contrattuale. Dure critiche anche dal sindacato autonomo Ugl: «Lavoratori svenduti», denuncia Paola Saraceni, segretario Ugl Ministeri, Paola Saraceni, osservando che «l'aumento è irrisorio» e che «neanche si parla dell'assunzione dei precari, anzi il disegno di legge proposto dalla Funzione pubblica prevede altro precariato».
E mentre Titti Di Salvo (Sinistra democratica) commenta con un «meglio tardi che mai», per la Cdl l'ex viceministro all'Economia, Vegas (Fi), afferma che l'accordo raggiunto tra governo e sindacati per il rinnovo del contratto degli statali «è senza copertura finanziaria». Secondo Vegas, infatti, «far decorrere gli aumenti economici da febbraio 2007 senza disporre contestualmente delle somme sufficienti che l'esecutivo si è impegnato a reperire nella finanziaria 2008, significa dar corso da oggi ad una spesa palesemente scoperta. A questo punto si porrà il problema del via libera della Corte dei Conti agli aumenti degli statali».
29 maggio 2007 - Adnkronos
P.I.: RDB CUB, AZIONE DI PROTESTA DI FRONTE ALL'ARAN
Roma, 29 mag. - (Adnkronos) - Una rumorosa azione di protesta di circa 50 delegati del sindacato Rdb Cub si sta svolgendo in questi minuti fuori la sede dell'Aran dove è in corso la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto degli statali, dopo l'accordo raggiunto questa notte tra governo e sindacati. Lo riferisce la delegazione del sindacato di base presente al tavolo, che già in mattinata dopo aver bocciato l'intesa e accusato Cgil, Cisl e Uil di «calpestare la dignità dei lavoratori pubblici» aveva annunciato l'avvio di una serie di azioni di protesta.
P.I.: RDB-CUB NON FIRMA ALL'ARAN PRE-INTESA
Roma, 29 mag. - (Adnkronos) - La rdb-cub non firma la pre-intesa all'aran sull'accordo raggiunto ieri tra governo e sindacati per il rinnovo del contratto del pubblico impiego. «Siamo al giunti veramente al ridicolo» così commenta in una nota Giuliano Greggi della direzione nazionale RdB-Cub PI presente nella delegazione all'Aran. «È la prima volta - aggiunge - che si va all'Aran non per la trattativa sul contratto, ma per sottoscrivere una pre-intesa che è identica agli accordi sottoscritti ieri notte fra governo e Cgil Cisl Uil». «L'aumento Contrattuale - continua Greggi - è fissato a 101 Euro per i soli Ministeri e per gli altri il comparti non si sa. Questa cifra parte dal primo febbraio 2007, con la perdita secca di una mensilità». Inoltre la pre-intesa, conclude, «apre strada alla triennalizzazione del contratto e presuppone anche l'applicazione del Memorandum, che contiene mobilità selvaggia e chiusura di uffici: RdB-Cub non firma accordi simili, che vanno a danno dei lavoratori».
P.I.: CUB, ACCORDO SU STATALI PEGGIORA STRUTTURA CONTRATTI
Roma, 29 mag. - (Adnkronos) - «Hanno firmato un accordo che modifica e peggiora la struttura dei contratti di tutti per ottenere 6 miserabili euro di differenza: è uno scandalo che va respinto con mobilitazioni immediate dei lavoratori pubblici». Così in una nota il coordinatore nazionale Cub, Pierpaolo Leonardi, commenta l'accordo raggiunto tra governo e sindacati sul rinnovo del contratto del pubblico impiego. Quanto alla triennalizzazione dei contratti, aggiunge Leonardi, «era un obiettivo perseguito da tempo da Confindustria su cui si era già cimentato senza successo Berlusconi. Ci volevano un governo di centro sinistra e i sindacati 'amici per riuscire in questo capolavoro». Per Leonardi «è chiaro che le chiacchiere sulla sperimentazione e sul fatto che riguarderà solo i lavoratori del pubblico impiego non reggono: un tale accordo e la previsione di rivedere l'intera struttura del contratto entro dicembre si riferiscono ovviamente a tutto il mondo del lavoro». «La mancanza - conclude Leonardi- di uno strumento di adeguamento automatico dei salari, la scala mobile, rende l'allungamento dei contratti di un anno un elemento di ulteriore impoverimento delle famiglie dei lavoratori dipendenti, che già non arrivano alla quarta settimana. Riprenderemo immediatamente la mobilitazione, anche perchè il Parlamento avvii subito la discussione sulla legge di iniziativa popolare per una nuova scala mobile su cui abbiamo raccolto e consegnato al Senato oltre 100.000 firme».
P.I.: RDB-CUB, CONTRO ACCORDO BIDONE SU STATALI VIA A MOBILITAZIONE
ALL'ARAN STASERA DIREMO NO A SVENDITA PUBBLICO IMPIEGO
Roma, 29 mag.(Adnkronos) - Non si fanno attendere le prime mobilitazioni organizzate da Rdb-Cub contro l'accordo «bidone» sugli statali firmato questa notte tra governo e Cgil, Cisl e Uil. A Roma, infatti, come informa una nota del sindacato, di fronte al Ministero dell'Economia è partito un presidio di protesta con volantinaggi, mentre un'iniziativa di fronte al Ministero del Lavoro da parte del personale ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro per l'efficacia dei controlli, ha assunto i toni di una critica all'accordo siglato in nottata. A Torino, invece, l'attivo dei delegati regionali eletti RSU ha deciso di interrompere i lavori e sta andando a manifestare contro l'accordo in Corso Marconi mentre a Bologna un consistente gruppo di lavoratori pubblici ha sospeso l'attività ed ha manifestato sotto casa di Romano Prodi. E questa sera, nel corso dell'incontro all'Aran per la ripresa della trattative «il sindacato dirà un no secco all'accordo», come spiega Giuliano Greggi della Direzione Nazionale RdB-Cub P.i. «Adesso - conclude- sono i dipendenti pubblici ad essere chiamati in causa. La loro reazione sarà una risposta contro quello che rappresenta un pericoloso attacco mirato a tutti i lavoratori italiani».
Revocato lo sciopero del 1 giugno. Rdb-Cub: ''Accordo indegno''
Statali, raggiunto l'accordo: 101 euro dal 1 febbraio
L'intesa tra governo e sindacati raggiunta nella notte. Stabilite anche le regole della durata triennale dei contratti in via sperimentale per il periodo 2008-2010, da realizzarsi entro e non oltre il prossimo 31 dicembre. Prodi: ''Costi in armonia con bilancio''. Bersani: ''Fatto innovativo''
Roma, 29 mag. (Adnkronos) - Accordo fatto tra governo e sindacati per il rinnovo del biennio economico del contratto del pubblico impiego. L'intesa è stata raggiunta al termine di una maratona notturna terminata intorno alle 3 del mattino e prevede un aumento delle retribuzioni degli statali pari a 101 euro con decorrenza dal 1 febbraio 2007 e l'allungamento della vigenza contrattuale da due a tre anni, in via sperimentale per il periodo 2008-2010, da realizzarsi entro e non oltre il prossimo 31 dicembre. Un allungamento che riguarderà sia la parte economica che quella normativa.
Inizialmente il governo aveva proposto che gli aumenti decorressero dal 31 dicembre 2007 in cambio della disponibilità ad un accordo entro il 15 luglio prossimo per portare da due a tre anni la durata della vigenza contrattuale. Al no dei sindacati che chiedevano una decorrenza dal 15 gennaio 2007 sono seguite poi varie riunioni ristrette. L'ultima, quella decisiva, tra il premier Romano Prodi e Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, ha sbloccato la vertenza. I tre leader sindacali hanno firmato dunque l'accordo relativo all'aumento retributivo mentre la sperimentazione sulla vigenza contrattuale è stata siglata dalle sole categorie del pubblico impiego.
La formalizzazione nel pomeriggio all'Aran che ha convocato per le 18.00 le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil. In seguito all'incontro, verrà formalmente revocato lo sciopero del pubblico impiego proclamato per il 1 giugno prossimo.
Soddisfatto il premier Romano Prodi. "Noi prendiamo continuamente decisioni -dice a margine dell'assemblea di Confagricoltura - I frutti non sono immediati, ma verranno. Questa notte abbiamo concluso il contratto degli statali non solo con aumenti salariali più o meno elevati, ma anche con un nuovo tipo di contratto". Prodi garantisce inoltre che i soldi destinati ad assicurare gli aumenti salariali ai dipendenti pubblici saranno stanziati nel rispetto del bilancio statale. "Abbiamo preparato tutto perché le somme predisposte abbiamo delle scadenze che si armonizzano con gli equilibri del nostro bilancio".
Per il ministro per lo Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani ''il rinnovo triennale del contratto degli statali è un fatto innovativo''. I contratti, aggiunge Bersani, ''non si giudicano solo dalla parte economica, ma anche da quella normativa. Credo che con questo contratto si possa affrontare un po' meglio la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione''.
"L'intesa giunge al termine di un negoziato complesso reso più difficile da questioni e fattori spesso esterni alla normale dinamica di un rinnovo contrattuale che hanno, per la prima volta da molti anni a questa parte, fatto fibrillare l'unità della categoria'', hanno detto i leader di Fp Cgil, Cisl Flp, Uil Fpl e Uil Pa, Carlo Podda, Rino Tarelli, Carlo Fiordaliso e Salvatore Bosco sintetizzano il lungo braccio di ferro che per mesi ha contrapposto sindacati e governo. Tuttavia, sottolineano ''l'essere riusciti a raggiungere l'accordo tra mille difficoltà e tensioni è per noi motivo di orgoglio e di fiducia per il lavoro che ci aspetta a partire dalle prossime ore".
Per Stefano Del Medico della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I., ''è un accordo che calpesta la dignità dei lavoratori pubblici, che sin dalle prossime ore esprimeranno la loro netta contrarietà attraverso mobilitazioni e blocchi dell'attività lavorativa''.
P.I.: RDB-CUB, SUI STATALI ACCORDO INDEGNO
RISPONDEREMO CON LA MOBILITAZIONE
Roma, 29 mag. (Adnkronos) - «È un accordo che calpesta la dignità dei lavoratori pubblici, che sin dalle prossime ore esprimeranno la loro netta contrarietà attraverso mobilitazioni e blocchi dell'attività lavorativa». È Stefano Del Medico della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I. a commento dell'intesa siglata fra governo e Cgil, Cisl e Uil sul contratto del pubblico impiego. «Il governo smentisce quanto sottoscritto con l'accordo del 6 aprile scorso, in cui si manteneva l'assetto contrattuale e le risorse dei contratti riguardavano tutto il 2007», prosegue. «Oggi, con questo accordo indegno, si definisce la modifica dell'assetto contrattuale introducendo la triennalità, e sul terreno economico si spostano le decorrenze contrattuali al 15 febbraio», aggiunge. «La battaglia contro questa controriforma è di straordinaria importanza e va sostenuta con forza: in prima battuta riguarderà i lavoratori pubblici, ma in seguito avrà effetti devastanti su tutto il mondo del lavoro» conclude Del Medico.
29 maggio 2007 - Apcom
STATALI/ RDB: MOBILITAZIONI SPONTANEE, NO A SVENDITA SETTORE
"Pericoloso attacco a lavoratori"
Roma, 29 mag. (Apcom) - Sono partite alcune mobilitazioni spontanee nel settore del Pubblico Impiego, per esprimere il proprio dissenso all'accordo sottoscritto da Governo e Cgil, Cisl e Uil.
A Roma - informa una nota delle Rdb-Cub - di fronte al ministero dell'Economia, è partito un presidio di protesta con volantinaggi. Altra iniziativa di fronte al ministero del Lavoro, indetta dal personale ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro per l'efficacia dei controlli. A Torino l'attivo dei delegati regionali eletti Rsu ha deciso di interrompere i lavori e sta andando a manifestare contro l'accordo in Corso Marconi. A Bologna - affermano ancora le Rdb - un gruppo di lavoratori pubblici ha sospeso l'attività ed ha manifestato sotto casa di Romano Prodi.
Giuliano Greggi della direzione nazionale RdB-Cub P.I. afferma: "questa sera all'Aran diremo un no secco all'accordo, esprimendo così la forte opposizione dei lavoratori pubblici alla svendita del Pubblico Impiego. Adesso sono i dipendenti pubblici ad essere chiamati in causa. La loro reazione sarà una risposta contro quello che rappresenta un pericoloso attacco mirato a tutti i lavoratori italiani".
STATALI/ CUB: SCANDALOSO SCAMBIO A PERDERE
Necessaria mobilitazione di tutti i lavoratori
Roma, 29 mag. (Apcom) - Uno "scandaloso scambio a perdere". Contro la triennalizzazione è necessaria la mobilitazione di tutti i lavoratori. Lo afferma Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale Cub.
"Hanno firmato un accordo - spiega Leonardi - che modifica e peggiora la struttura dei contratti di tutti per ottenere 6 miserabili euro di differenza: è uno scandalo che va respinto con mobilitazioni immediate dei lavoratori pubblici".
STATALI/ RDB CUB: ACCORDO INDEGNO, PRONTI A MOBILITAZIONE
Dalle prossime ore blocco attività lavorativa
Roma, 29 mag. (Apcom) - Un accordo "indegno". Così Stefano Del Medico della direzione nazionale Rdb-Cub P.I. commenta l'intesa siglata fra governo e Cgil Cisl Uil sul contratto del pubblico impiego.
"E' un accordo che calpesta la dignità dei lavoratori pubblici, che sin dalle prossime ore esprimeranno la loro netta contrarietà attraverso mobilitazioni e blocchi dell'attività lavorativa", annuncia Del Medico. Il governo "smentisce quanto sottoscritto con l'accordo del 6 aprile scorso, in cui si manteneva l'assetto contrattuale e le risorse dei contratti riguardavano tutto il 2007", prosegue l'esponente RdB-CUB. "Oggi, con questo accordo indegno, si definisce la modifica dell'assetto contrattuale introducendo la triennalità, e sul terreno economico si spostano le decorrenze contrattuali al 15 febbraio", conclude.
STATALI/ RDB CUB: ACCORDO INDEGNO, PRONTI A MOBILITAZIONE
Dalle prossime ore blocco attività lavorativa
Roma, 29 mag. (Apcom) - Un accordo "indegno". Così Stefano Del Medico della direzione nazionale Rdb-Cub P.I. commenta l`intesa siglata fra governo e Cgil Cisl Uil sul contratto del pubblico impiego.
"E` un accordo che calpesta la dignità dei lavoratori pubblici, che sin dalle prossime ore esprimeranno la loro netta contrarietà attraverso mobilitazioni e blocchi dell`attività lavorativa", annuncia Del Medico. Il governo "smentisce quanto sottoscritto con l`accordo del 6 aprile scorso, in cui si manteneva l`assetto contrattuale e le risorse dei contratti riguardavano tutto il 2007", prosegue l`esponente RdB-CUB. "Oggi, con questo accordo indegno, si definisce la modifica dell`assetto contrattuale introducendo la triennalità, e sul terreno economico si spostano le decorrenze contrattuali al 15 febbraio", conclude.
29 maggio 2007 - Agi
STATALI: RDB-CUB, NON FIRMIAMO PRE-INTESA ALL'ARAN
(AGI) - Roma, 29 mag. - "Siamo al ridicolo: e' la prima volta che si va all'Aran non per la trattativa sul contratto, ma per sottoscrivre una pre-intesa che e' identica agli accordi sottoscritti ieri notte fra governo e Cgil Cisl Uil", lo ha dichiarato Giuliano Greggi della Direzione Nazionale RdB-CUB PI presente nella delegazione all'Aran. "L'aumento Contrattuale e' fissato a 101 Euro per i soli Ministeri mentre per gli altri il comparti non si sa. Questa cifra parte dal primo febbraio 2007, con la perdita secca di una mensilita'. Inoltre la pre-intesa apre strada alla triennalizzazione del contratto e presuppone anche l'applicazione del Memorandum, che contiene mobilita' selvaggia e chiusura di uffici: RdB-CUB non firma accordi simili, che vanno a danno dei lavoratori", conclude Greggi.
STATALI: RDB-CUB, PRIME MOBILITAZIONI CONTRO ACCORDO "BIDONE"
(AGI) - Roma, 29 mag. - "Stasera all'Aran diremo un no secco all'accordo, esprimendo cosi' la forte opposizione dei lavoratori pubblici alla svendita del pubblico impiego. Adesso sono i dipendenti pubblici ad essere chiamati in causa. La loro reazione sara' una risposta contro quello che rappresenta un pericoloso attacco mirato a tutti i lavoratori italiani". Lo annuncia in una nota Giuliano Greggi della direzione nazionale RdB-CUB del pubblico impiego, dopo l'accordo siglato sugli statali. Greggi fa sapere che diverse mobilitazioni sono gia' in corso in alcune citta', come Roma e Bologna.
LA NOTIZIA: DOPO STATALI, ORA SI PENSA ALLE PENSIONI
(AGI) - Roma, 29 mag. - Raggiunta l'intesa sugli statali, si apre ora di fatto la 'partita' sulle pensioni. Il giorno dopo la sigla dell'accordo - arrivato nella notte dopo cinque ore di trattativa a palazzo Chigi - e la revoca dello sciopero, il Governo fa sapere che ripartiranno tra breve i tavoli di concertazione con le parti sociali. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha confermato che ancora non c'e' una data fissata per l'inizio del confronto ma ad ogni modo, l'esecutivo sembrerebbe intenzionato a concludere il negoziato in tempo utile per la presentazione del Dpef, ossia il 30 giugno. Tornando agli statali, i circa 3 milioni di lavoratori del pubblico impiego incassano un aumento medio di 101 euro che varra' a partire dal febbraio di quest'anno. A questo scopo, l'esecutivo ha dovuto mettere sul piatto nuove risorse, pari a 600 milioni di euro. Ma cio', ha garantito il premier Romano Prodi, "non alterera' l'equilibrio dei conti". L'intesa con i sindacati prevede anche una sperimentazione triennale di durata del contratto 2008-2010. Va intesa come "unicita'", ha spiegato il leader della Cgil Guglielmo Epifani al quale "dispiace che questo accordo sia stato fatto solo ora, si poteva fare molto prima". "Un'intesa positiva", e' invece il commento di Bonanni e Angeletti segretari generali di Cisl e Uil. La durata triennale del contratto incassa il giudizio positivo di Confindustria: il direttore generale Maurizio Beretta la ritiene "un'innovazione interessante che va nella giusta direzione". Anche il Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani la definisce "un'ottima cosa". L'accordo e' stato infine 'bocciato' dall'Ugl, dalle rappresentanze di base e dalla 'sinistra' Cgil. Per l'Ugl, "rispetto all'accordo del 6 aprile - ha spiegato il segretario generale Renata Polverini - l'intesa di questa notte e' un passo indietro". Le Rdb-Cub criticano duramente l'accordo che definiscono "indegno" e annunciano che "risponderemo con la mobilitazione". Da parte sua, Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom e leader della 'sinistra' Cgil ritiene l'accordo "completamente negativo, i vertici sindacali hanno accettato la triennalizzazione senza discuterlo con nessuno". Dopo gli statali, aspettano intanto il rinnovo del contratto oltre 4,5 milioni di lavoratori: stasera e' il 'turno' degli assistenti di volo Alitalia convocati, assieme all'azienda, dal Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. A fine giugno, invece, partira' la trattativa per i 1,5 milioni di lavoratori metalmeccanici. In 'stand by' anche il contratto dei lavoratori del turismo, dei giornalisti, dei bancari e dei ferrovieri.
STATALI: RDB-CUB, UN ACCORDO INDEGNO
(AGI) - Roma, 29 mag. - Le Rdb-Cub criticano duramente l'accordo raggiunto sugli statali e annunciano che "risponderemo con la mobilitazione". In una nota, Stefano Del Medico della Direzione generale Rdb-Cub del pubblico impiego spiega che "e' un accordo che calpesta la dignita' dei lavoratori pubblici, che sin dalle prossime ore esprimeranno la loro netta contrarieta' attraverso mobilitazioni e blocchi dell'attivita' lavorativa". In pratica, "il governo smentisce quanto sottoscritto con l'accordo del 6 aprile scorso, in cui si manteneva l'assetto contrattuale e le risorse dei contratti riguardavano tutto il 2007", prosegue l'esponente RdB-CUB. "Oggi, con questo accordo indegno, si definisce la modifica dell'assetto contrattuale introducendo la triennalita", e sul terreno economico si spostano le decorrenze contrattuali al 15 febbraio. "La battaglia contro questa controriforma e' di straordinaria importanza e va sostenuta con forza: in prima battuta riguardera' i lavoratori pubblici, ma in seguito avra' effetti devastanti su tutto il mondo del lavoro" conclude Del Medico.
29 maggio 2007 - Dire
PA. RDB-CUB: RIDICOLO, NON FIRMEREMO PRE-INTESA ALL'ARAN
(DIRE) Roma, 29 mag. - "Siamo al giunti veramente al ridicolo: e' la prima volta che si va all'Aran non per la trattativa sul contratto, ma per sottoscrivre una pre-intesa che e' identica agli accordi sottoscritti ieri notte fra governo e Cgil Cisl Uil". Questo e' quanto dichiara Giuliano Greggi della Direzione Nazionale RdB-Cub Pi presente nella delegazione all'Aran. "L'aumento contrattuale e' fissato a 101 Euro per i soli ministeri- continua la nota- e per gli altri comparti non si sa. Questa cifra parte dal primo febbraio 2007, con la perdita secca di una mensilita'". Dubbi sulla pre-intesa per Greggi ci sono poi per il fatto che "apre strada alla triennalizzazione del contratto e presuppone anche l'applicazione del memorandum, che contiene mobilita' selvaggia e chiusura di uffici: RdB-CUB non firma accordi simili- conclude la nota- che vanno a danno dei lavoratori".
PA. RDB-CUB: ACCORDO BIDONE, IN TUTTA ITALIA MOBILITAZIONI
GREGGI: STASERA ALL'ARAN DIREMO UN SECCO NO A SVENDITA PI.
(DIRE) Roma, 29 mag. - Non si fanno attendere le prime mobilitazioni spontanee nel settore del Pubblico impiego, che in queste ore in tutta Italia inizia ad esprimere il proprio dissenso all'accordo sottoscritto da governo e Cgil, Cisl Uil. E' quanto fanno sapere Rappresentanze e Confederazioni sindacali di base (Rdb-Cub). A Roma, di fronte al ministero dell'Economia, e' gia' partito un presidio di protesta con volantinaggi, mentre un'iniziativa di fronte al ministero del Lavoro, indetta dal personale ispettivo della Direzione provinciale del lavoro per l'efficacia dei controlli, ha assunto i toni di una critica all'accordo siglato in nottata. A Torino l'attivo dei delegati regionali eletti Rsu ha deciso di interrompere i lavori e sta andando a manifestare contro l'accordo in Corso Marconi. A Bologna un consistente gruppo di lavoratori pubblici ha sospeso l'attivita' ed ha manifestato sotto casa di Romano Prodi. "Questa sera all'Aran diremo un no secco all'accordo- afferma Giuliano Greggi, della direzione nazionale Rdb-Cub Pi- esprimendo cosi' la forte opposizione dei lavoratori pubblici alla svendita del Pubblico impiego. Adesso sono i dipendenti pubblici ad essere chiamati in causa. La loro reazione sara' una risposta contro quello che rappresenta un pericoloso attacco mirato a tutti i lavoratori italiani".
PA. CUB: PER '6 MISERABILI EURO' FIRMATO ACCORDO PEGGIORATIVO
LEONARDI: CONTRO TRIENNALIZZAZIONE MOBILITAZIONI IMMEDIATE.
(DIRE) Roma, 29 mag. - "Hanno firmato un accordo che modifica e peggiora la struttura dei contratti di tutti per ottenere 6 miserabili euro di differenza: e' uno scandalo che va respinto con mobilitazioni immediate dei lavoratori pubblici". Lo afferma Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale della Confederazione unitaria di base (Cub). "La triennalizzazione dei contratti era un obiettivo perseguito da tempo da Confindustria su cui si era gia' cimentato senza successo Berlusconi- prosegue Leonardi-. Ci volevano un governo di centro sinistra e i sindacati 'amici' per riuscire in questo capolavoro". Prosegue il coordinatore: "E' chiaro che le chiacchiere sulla sperimentazione e sul fatto che riguardera' solo i lavoratori del pubblico impiego non reggono: un tale accordo e la previsione di rivedere l'intera struttura del contratto entro dicembre si riferiscono ovviamente a tutto il mondo del lavoro". La mancanza di uno strumento di adeguamento automatico dei salari, la scala mobile, spiega Leonardi, "rende l'allungamento dei contratti di un anno un elemento di ulteriore impoverimento delle famiglie dei lavoratori dipendenti, che gia' non arrivano alla quarta settimana". E conclude il rappresentante sindacale: "Riprenderemo immediatamente la mobilitazione, anche perche' il Parlamento avvii subito la discussione sulla legge di iniziativa popolare per una nuova scala mobile su cui abbiamo raccolto e consegnato al Senato oltre 100 mila firme".
PUBBLICO IMPIEGO. A BOLOGNA RDB PROTESTANO SOTTO LE 2 TORRI
CONTRO L'ACCORDO GOVERNO-CGIL-CISL-UIL: "COSI' TUTTO PEGGIORA"
(DIRE) Bologna, 29 mag. - "Contratto triennale- No grazie". E' il messaggio che i sindacalisti del pubblico impiego delle Rappresentanze sindacali di base (Rdb) hanno lanciato con uno striscione esposto questa mattina in un presidio sotto le Due Torri di Bologna "per protestare contro l'accordo vergognoso firmato ieri sera dal Governo Prodi con Cgil-Cisl-Uil". Quell'intesa, specifica in una nota Massimo Betti, responsabile Rdb, "modifica e peggiora la struttura dei contratti, oggi per i lavoratori del pubblico impiego, domani per tutti gli altri: l'accordo, trasformando i contratti attualmente biennali, in triennali diminuisce i salari e calpesta la dignita' dei lavoratori". Inoltre, secondo le Rdb, cosi' facendo "il Governo smentisce quanto sottoscritto con l'accordo del 6 aprile scorso in cui si manteneva l'assetto contrattuale e le risorse dei contratti per i dipendenti pubblici riguardavano tutto il 2007". La "triennalizzazione" dei contratti era poi "un obbiettivo perseguito da tempo da Confindustria su cui si era gia' cimentato senza successo Berlusconi; ci volevano un Governo di centrosinistra e i sindacati "amici" per riuscire in questo capolavoro", protesta Betti. Di conseguenza le Rdb hanno deciso di lanciare immediatamente la mobilitazione con il presidio di oggi a cui seguiranno assemblee nei luoghi di lavoro.
29 maggio 2007 - Omniroma
PUBBLICO IMPIEGO, PROTESTA RDB SOTTO SEDE ARAN
(OMNIROMA) Roma, 29 mag - Hanno protestato sotto la sede dell'Aran, in via del Corso, i rappresentanti sindacali Rdb contro l'accordo sul contratto nazionale del pubblico impiego. Una cinquantina di sindacalisti, con bandiere, fischietti, campanacci e trombe, ha tenuto un presidio davanti al portone dell'agenzia e, all'arrivo dei segretari di categoria Cgil, Cisl e Uil, ha risposto con fischi e qualche lancio di monetine. «Noi non firmeremo quest'accordo perché siamo contrari sia dal punto di vista economico che della triennalità - ha detto Pierpaolo Leopardi, coordinatore nazionale Rdb Cub - stiamo organizzando altre proteste nei prossimi giorni che decideremo nel direttivo nazionale di domani». Analoghe manifestazioni, fanno sapere dal sindacato, si sono tenute in altre città d'Italia.
29 maggio 2007 - La Stampa web
Dopo gli statali si pensa alle pensioni
Il Governo fa sapere che ripartiranno tra breve i tavoli di concertazione con le parti sociali
ROMA - Raggiunta l’intesa sugli statali, si apre ora di fatto la partita sulle pensioni. Il giorno dopo la sigla dell’accordo - arrivato nella notte dopo cinque ore di trattativa a palazzo Chigi - e la revoca dello sciopero, il Governo fa sapere che ripartiranno tra breve i tavoli di concertazione con le parti sociali. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha confermato che ancora non c’è una data fissata per l’inizio del confronto ma ad ogni modo, l’esecutivo sembrerebbe intenzionato a concludere il negoziato in tempo utile per la presentazione del Dpef, ossia il 30 giugno.
Tornando agli statali, i circa 3 milioni di lavoratori del pubblico impiego incassano un aumento medio di 101 euro che varrà a partire dal febbraio di quest’anno. A questo scopo, l’esecutivo ha dovuto mettere sul piatto nuove risorse, pari a 600 milioni di euro. Ma ciò, ha garantito il premier Romano Prodi, «non altererà l’equilibrio dei conti». L’intesa con i sindacati prevede anche una sperimentazione triennale di durata del contratto 2008-2010. Va intesa come «unicità», ha spiegato il leader della Cgil Guglielmo Epifani al quale «dispiace che questo accordo sia stato fatto solo ora, si poteva fare molto prima». «Un’intesa positiva», è invece il commento di Bonanni e Angeletti segretari generali di Cisl e Uil.
La durata triennale del contratto incassa il giudizio positivo di Confindustria: il direttore generale Maurizio Beretta la ritiene «un’innovazione interessante che va nella giusta direzione». Anche il Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani la definisce «un’ottima cosa».
L’accordo è stato infine bocciato dall’Ugl, dalle rappresentanze di base e dalla sinistra Cgil. Per l’Ugl, «rispetto all’accordo del 6 aprile - ha spiegato il segretario generale Renata Polverini - l’intesa di questa notte è un passo indietro». Le Rdb-Cub criticano duramente l’accordo che definiscono «indegno» e annunciano che «risponderemo con la mobilitazione». Da parte sua, Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom e leader della sinistra Cgil ritiene l’accordo «completamente negativo, i vertici sindacali hanno accettato la triennalizzazione senza discuterlo con nessuno».
Dopo gli statali, aspettano intanto il rinnovo del contratto oltre 4,5 milioni di lavoratori: stasera è il turno degli assistenti di volo Alitalia convocati, assieme all’azienda, dal Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. A fine giugno, invece, partirà la trattativa per i 1,5 milioni di lavoratori metalmeccanici. In stand by anche il contratto dei lavoratori del turismo, dei giornalisti, dei bancari e dei ferrovieri.
29 maggio 2007 - Il Manifesto
Il governo peggiora la sua «offerta» per gli statali
Prodi ha aperto l'incontro proponendo «uno schema di accordo» che prevede: niente aumenti per il 2006-2007, 101 euro a partire dal prossimo anno e triennalizzazione del contratto
di Francesco Piccioni
Erano anni che un vertice tra governo e sindacati per il contratto degli statali non si apriva «al buio», senza esiti più o meno prevedibili, come questo. Appuntamento alle 21 di ieri sera, a palazzo Chigi; poi spostato di mezz'ora. L'ottimismo ostentato da ministri come Cesare Damiano e Luigi Nicolais veniva letto come «dovuto», ma niente affatto reale.
Paradossale, perché si va ridiscutere un accordo già sottoscritto - il 6 aprile - sulla base di 101 euro medi per la parte economica e un impegno di Cgil, Cisl e Uil a mettere in pratica una serie di misure di efficientamento previste in un «memorandum» siglato ancora prima, a novembre. Poi il governo ha inviato all'Aran - l'agenzia che conduce la trattativa nei dettagli - una «direttiva» contenente risorse per soli 93 euro. E lì tornava tutto in discussione, tra l'incredulità generale dei sindacalisti, che non avevano visto «qualcosa di simile nemmeno con Berlusconi». I sindacati confederali proclamavano lo sciopero generale: il 1 giugno per ministeriali ed enti locali, il 4 per la scuola (la cui «direttiva» è stata inviata all'Aran solo ieri), l'11 per la ricerca. La Cub, riammessa dopo 14 anni alle trattative, ritirava la firma sulla parte economica e cominciava a preparare nuove mobilitazioni (e ieri sera non figurava tra i convocati).
Peggio ancora. Per «concedere» i 101 euro pattuiti il governo cominciava a chiedere in cambio la triennalizzazione del contratto (ora - secondo la prassi fissata nel luglio '93 - si discute ogni due della parte economica, ogni 4 di quella normativa). Una mossa immediatamente respinta da tutti i sindacati, perché presupporrebbe una modifica generale del modello di contrattazione; tema fondamentalmente politico, che si può anche discutere, dicevano un po' tutti, «ma non all'interno di un contratto di categoria; e soprattutto non per ottenere una cifra già accordata».
Gli ultimi segnali li aveva lanciati Alberto Bombassei, vicepresidente di Confindustria, secondo cui «si può anche andare a una chiusura sulle cifre indicate, soltanto però con degli indici precisi di produttività e di merito». E veniva interpretato come un sostanziale via libera condizionato, più che dalla triennalizzazione, da una drastica «riorganizzazione» del pubblico impiego. Un risultato che potrebbe tornare utile alle imprese che devono affrontare altri contratti importanti - a partire da quello dei metalmeccanici - in una situazione di «crescita» che non consente di «dire solo no» alle richieste di aumento salariale. Anche lì verrà chiesto «in cambio» mano libera sull'orario di lavoro e maggiore flessibilità all'interno dei posti di lavoro.
Incerto anche il grado di tenuta dei due lati del tavolo. Il governo doveva fare i conti con i risultati delle elezioni amministrative e le interpretazioni di partito di questi dati; i sindacati, invece, sembravano leggermente differenziati tra il no secco della Cgil in materia di allungamento del contratto, e qualche possibilismo in più da parte di Cisl e Uil. Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ancora nel pomeriggio si dichiarava però «non ottimista». In ogni caso, ripetevano un po' tutti, «il buongiorno si sarebbe visto subito, all'apertura di riunione»: se il ministro dell'economia, Tommaso Padoa Schioppa, non metteva sul tavolo risorse pari a 101 euro, l'incontro sarebbe finito lì.
Incertezza sovrana persino - fino alle 10 di sera - sul fatto se la riunione fosse iniziata oppure no. Poi lo stillicidio delle indiscrezioni. Prodi che inizia proponendo «uno schema di accordo» che prevede, ancora una volta 101 euro e contratto triennale. Ma a decorrere dal 31 dicembre 2007. Peggio di quanto si era pensato fino a ieri, perché questa decorrenza significa cancellare un intero biennio contrattuale (2006-2007); che era poi il tema ufficiale della trattativa. Per «salvare le apparenze», però, lo stesso Prodi avrebbe prorogato al 15 luglio il termine per raggiungere un accordo-quadro sulla triennalizzazione del contratto. In pratica una sfida a «rompere» e ad effettuare lo sciopero. I sindacati rispondevano con la richiesta di far partire gli aumenti dal 15 gennaio di quest'anno. Un preannuncio di rottura. Solo notte avrà sciolto l'ultima incertezza.