Per costruire un sindacato di massa e di classe ci vuole soprattutto partecipazione e militanza.
Dal rinnovato impegno negli stabilimenti FCA (ex Fiat) alle iniziative e alla fortissima rappresentanza nell'ILVA di Taranto, dall'ultimo riuscito sciopero nella Piaggio di Pontedera alle continue aperture di realtà industriali più o meno grandi in tutto il territorio nazionale, USB dimostra con sempre più determinazione e credibilità che è ormai superato il tempo nel quale il sindacato di base veniva descritto esclusivamente come soggetto rappresentativo nell'ambito del pubblico impiego e dei trasporti.
Nel mondo dell'industria USB ha maturato ormai un'esperienza che pone il nostro sindacato non solo in forte competizione con Cgil e Fiom, ma in molti casi come forza trainante della ripresa delle mobilitazioni operaie.
Che dire poi del comparto del commercio, dove ormai siamo una realtà che lotta, che tratta, che studia e progetta soluzioni ma che sa al tempo stesso organizzare la protesta e le lotte con intelligenza, creatività e determinazione. Una rappresentanza ormai forte e matura che molto spesso ci pone al centro dell'attenzione delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio in modo così pressante e purtroppo parcellizzato da non riuscire talvolta a dare risposte in tempo reale.
La logistica è un settore nel quale siamo entrati da non molto tempo, ma che rappresenta per noi un ambito di intervento importante perché è qui che si incontrano le contraddizioni che sono poi quelle che si evidenziano nell'agenda sociale del paese: i migranti, lo sfruttamento derivante dalla mancata applicazione dei contratti e spesso delle leggi dello stato, la precarietà, la difficoltà dell'inserimento e dell'integrazione sociale, le politiche dell'abitare.
Ma ormai USB è presente ed attivo nella scuola e tra i braccianti, nei servizi pubblici e nelle municipalizzate, nell'industria e nei trasporti, nel pubblico impiego e nel commercio e in tutti i settori e comparti produttivi e dei servizi.
Questa maggiore rappresentatività è il frutto dell'integrazione e dello sviluppo di esperienze diverse, delle capacità, del lavoro e della militanza di migliaia di rappresentanti, delegati ed attivisti che in questi anni hanno attivamente partecipato alla costruzione prima dell'autorganizzazione, poi del sindacalismo di base e ora di USB che rappresenta oggi un forte punto di riferimento e di aggregazione nella realizzazione di un sindacato di massa e di classe che rappresenti realmente un'alternativa a Cgil, Cisl, Uil e Ugl e all'arcipelago dell'ormai in declino sindacalismo autonomo.
Come sempre nella storia della crescita delle organizzazioni ci sono momenti fondamentali nei quali si creano delle condizioni particolari che permettono di superare una normale e lenta progressione e tali congiunture rappresentano una positiva esplosione di valori, di potenzialità e di realizzazione. Purtroppo nell'ambito del sociale e del sindacato ciò si verifica nei momenti estremamente positivi o, al contrario, nelle fasi di crisi acuta. Questa è oggi la situazione, queste le condizioni che stanno facendo crescere USB in modo sempre più evidente.
Dobbiamo riuscire a rendere organiche, coerenti e propulsive queste potenzialità ed a costruire in breve tempo un sindacato realmente di massa e di classe, unica strada per dare risposte forti e positive alle esigenze di chi lavora e di chi è disoccupato, di chi vuole salario e pensione e di chi vuole reddito, di chi vuole una scuola pubblica e un tetto sulla testa, di chi è arrivato in questo paese spinto dalla fame e dalla guerra e di chi vuole sanità e servizi pubblici ed efficienti.
Per costruire un sindacato che sia in grado di dare risposte a queste richieste serve partecipazione, la più ampia e determinata possibile, ed è in questo senso che ci apprestiamo a lavorare per una forte mobilitazione nel prossimo autunno e per lo sciopero generale.