P.A: ASSEMBLEA NAZIONALE DI DELEGATI ED ELETTI RSU. PROTESTA E BLOCCO STRADALE SOTTO PALAZZO VIDONI -foto, video-
Rilancia la lotta contro protocollo e riforma del mercato lavoro. Durante la protesta successiva all'assemblea attuato blocco stradale di corso Vittorio Emanuele. In allegato la mozione finale dell'Assemblea
Posti in piedi e clima di forte partecipazione al cinema Farnese di Roma, dove questa mattina è in corso l’Assemblea Nazionale dei delegati e degli eletti RSU del settore pubblico “ASSUMIAMO I DIRITTI, LICENZIAMO IL GOVERNO”, indetta da USB Pubblico Impiego.
In centinaia da tutta Italia hanno raccolto l’appuntamento, dando vita ad un confronto attento e serratissimo sui temi della riforma del lavoro nella Pubblica Amministrazione, contenuta nel protocollo del 3 maggio scorso che è stato firmato da Governo, Regioni, autonomie locali e sindacati concertativi.
Tanti gli interventi, accomunati da una lucida percezione delle conseguenze sulla P.A. della cosiddetta spending review, i tagli alla spesa che andranno a colpire i salari dei dipendenti ed i servizi pubblici; ma anche dalla rabbia per il perseguimento di politiche che, in continuità con i governi precedenti, ancora una volta intervengono sul settore pubblico esclusivamente come costo da ridurre.
Particolarmente sentito il tema dei licenziamenti per motivi economici, che la riforma Monti-Fornero del mercato del Lavoro introdurrà nel Pubblico Impiego, già gravato dalle pesanti norme delle precedenti manovre estive in cui si consentono mobilità e licenziamenti.
Contestualmente all’assemblea, USB P.I. ha dato il via ad una petizione, che ha già raccolto circa 500 firme, contro i fondi pensione per i pubblici dipendenti (Sirio Espero e Perseo) e per rivendicare il diritto ad una pensione dignitosa, non soggetta all’andamento dei mercati finanziari ed alla speculazione di banche e assicurazioni.
Ma la giornata di oggi non rappresenta solo un momento di confronto: l’assemblea dei delegati e degli eletti RSU ha deciso proseguire i lavori direttamente sotto al ministero della Funzione Pubblica, per andare a dire forte e chiaro a Patroni Griffi che la P.A. non si vende.
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Dopo l’assemblea nazionale dei delegati e degli eletti RSU, indetta da USB P.I. presso il cinema Farnese, i lavoratori si sono spostati in corteo da piazza Campo de’ Fiori a Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione Pubblica.
Lanciando slogan come “La P.A. non si vende”, i lavoratori hanno bloccato per circa mezz’ora corso Vittorio Emanuele ed ora rimangono a presidiare il ministero mentre all’interno è in corso un incontro fra i rappresentanti di USB P.I. ed il Capo Dipartimento Antonio Naddeo.
Durante l’incontro, la delegazione USB ha consegnato il documento finale approvato dall’assemblea (in allegato), in cui si ribadisce la netta opposizione dei lavoratori al protocollo del 3 maggio scorso.
Prossimo appuntamento della mobilitazione, l’assemblea nazionale indetta a Roma per sabato 26 maggio all’Ambra Jovinelli, lanciata dall’appello dei delegati e delle delegate di molte organizzazioni sindacali, confederali e di base.
Di seguito la mozione approvata dall'Assemblea nazionale:
Centinai di lavoratori pubblici, giunti oggi a Roma da tutta Italia perL'assemblea delle delegate e dei delegati elette ed eletti RSU rigetta il protocollo sulla riforma del lavoro nella Pubblica Amministrazione voluto dal Governo, dalle Regioni e dalle autonomie locali e sottoscritto dai sindacati concertativi (citati).
Il protocollo dà il "via libera" ai processi di dismissione della PA - commissionati dalla BCE, e dal FMI - che comporteranno decine e decine di migliaia di esuberi che si trasformeranno presto in licenziamenti di massa.
La firma del protocollo è un sostegno inaccettabile alle politiche nazionali come a quelle territoriali centrate da subito su pesantissimi tagli del costo del personale, riorganizzazioni selvagge e privatizzazioni con lo scopo di smantellare la Pubblica Amministrazione e lo Stato sociale.
Un progetto, quello del Governo e delle forze sociali che lo sostengono che prevede la netta chiusura degli spazi di democrazia nei luoghi di lavoro e di agibilità per le organizzazioni sindacali conflittuali come la nostra che si oppongono a queste politiche.
Per questo, l'assemblea decide la mobilitazione in ogni di luogo di lavoro accompagnata da una capillare campagna informativa sul protocollo e sui suoi effetti che abbia come obiettivo il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori in una partecipazione consapevole ad una stagione di radicale e vasta opposizione.
Tale partecipazione deve essere motivata proprio a partire dal ruolo che le lavoratrici e i lavoratori pubblici sono chiamati a svolgere nel più generale quadro di opposizione sociale ai processi di trasformazione imposti dall'Europa e pedissequamente applicati dal Governo Monti.
In questa direzione si inserisce l'appuntamento con l'assemblea nazionale del prossimo 26 maggio nei confronti del quale noi, qui, oggi assumiamo l'impegno di organizzare il massimo della partecipazione possibile fra le lavoratrici e i lavoratori pubblici.
In questo percorso si inserisce anche la necessità di una lotta che sfoci nello sciopero generale costruito anche con il confronto con quei soggetti che con noi condividono l'analisi della fase e la indispensabilità di una risposta conflittuale.
In questo senso proponiamo la giornata di mobilitazione generale dell'8 giugno come un ulteriore importante appuntamento aperto a tutte e a tutti.