Nuova "Strategia forestale nazionale", USB: l’ennesima occasione persa per rivedere un sistema allo sbando
È stata di recente presentata la bozza di nuova Strategia Forestale Nazionale (SFN) per il prossimo ventennio. L’USB insieme ad altre associazioni ha firmato un documento – allegato in calce - nel quale si esprime un giudizio totalmente negativo sui contenuti e gli obiettivi individuati. I problemi del settore forestale si sono incancreniti negli ultimi 50 anni e sono conseguenza delle politiche e della gestione esercitata in forma esclusiva dalle Regioni. A nostro avviso è necessario armonizzare le normative e le strutture regionali fra loro, secondo una logica unitaria per uscire dall’anarchia nella quale il settore versa. Si devono riorganizzare i servizi e gli uffici regionali sul territorio, secondo livelli standard omogenei. La pubblica amministrazione deve ritornare alla sua funzione istituzionale originaria, che non è quella produttiva finalizzata a massimizzare i ricavi immediati, svendendo il valore del patrimonio forestale pubblico fin qui accumulato e migliorato per le “generazioni future”.
La gestione del patrimonio forestale pubblico e dei boschi privati abbandonati di ogni tipo, degli alvei dei fiumi, delle aree in dissesto idrogeologico e dell’antincendio boschivo deve essere affidata ad agenzie multiservizi regionali pubbliche, dotate di strutture tecniche adeguate, che devono operare attraverso una programmazione annuale, cui affidare anche il servizio di irrigazione agricola svolto attualmente dai consorzi regionali con un contratto di servizio unitario a livello regionale attraverso la cessione dell’acqua agli agricoltori, a un prezzo politico, differenziato sulla base degli effettivi consumi e della redditività delle colture.
Solo queste entità pubbliche fornirebbero le necessarie garanzie sul corretto impiego delle risorse e beni pubblici e sulla gestione di boschi e terreni abbandonati nell’interesse esclusivo della collettività, nelle quali ricollocare e riorganizzare il personale delle soppresse comunità montane, dei consorzi di bonifica, e di quello impiegato per questi servizi presso le strutture regionali e provinciali, nelle quali assumere e far lavorare stabilmente centinaia di persone in ogni regione.
La SFN deve essere incentrata sulla massimizzazione delle funzioni pubbliche assicurate dai boschi, esclusivo strumento naturale gratuito sul mercato, a disposizione di tutti per fissare ed accumulare carbonio e altre sostanze tossiche dall’atmosfera, e migliorare la qualità collettiva della vita, rendendo più attrattivo l’ambiente e il territorio.
Unione Sindacale di Base