Matteo Salvini, manipolatore di realtà
I fermi dei precari napoletani rei di essersi seduti in terra in mezzo alla strada dopo il fallimento di una trattativa in Prefettura che doveva scongiurare il loro licenziamento il 31 dicembre, le sanzioni amministrative e il processo che ne seguirà, spiegano meglio di tante parole il contenuto del Decreto Sicurezza di Salvini che non attacca solo i migranti ma tutti coloro che lottano per il proprio lavoro, per il proprio futuro, di qualsiasi colore abbiano la pelle.
In un post su Facebook tanto allucinante quanto disinformato, seguito alla manifestazione bella, combattiva, partecipata e piena di dignità del 15 dicembre scorso, il ministro dell’Interno si scandalizza per le “pretese” che quella manifestazione avanzava, sottolineando che invece i migranti devono venire da noi col cappello in mano, guardandosi bene dal pretendere il rispetto dei loro diritti di uomini e donne che qui lavorano e producono molto spesso in condizioni di vera e propria schiavitù, come accade ai braccianti nei campi o nel trainante settore della logistica.
Ancora una volta Salvini punta ad alzare una cortina fumogena che faccia credere ai lavoratori italiani che il nemico sono i migranti, occultando così il segno vero del governo, che è totalmente subordinato ai diktat europei e al capitale finanziario. Salvini ci accusa di essere un sindacato “etnico”, anche qui manipolando la realtà che, secondo lui, per questo si scredita da solo di fronte ai lavoratori italiani.
Sa benissimo, quel ministro, che l’USB è sindacato di TUTTI GLI SFRUTTATI, di qualsiasi nazionalità, religione, colore della pelle siano, che USB è ogni giorno nelle piazze, nelle fabbriche, negli uffici, nei campi a organizzare e a lottare con chi ha da rivendicare salario, diritti e dignità e lo fa a testa alta, senza mai togliersi il cappello dalla testa come invece ha fatto il governo a Bruxelles.
Unione Sindacale di Base