Mario non sarà affatto contento!!!
La corte costituzionale boccia l’art. 177 del codice degli appalti. La libera concorrenza non può asfaltare servizi pubblici, utenti e lavoratori.
Con la sentenza n. 218, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità dell'art.177 del Codice degli appalti del 2016.
Una norma che, ricordiamo, impedisce ai soggetti pubblici o privati di affidare ad aziende in house l'80% dei lavori, dei servizi e delle forniture e che li obbliga a metterli a gara, secondo i principi di libera concorrenza tanto cari all'Unione Europea.
In questi anni non abbiamo mai smesso di denunciare la pericolosità delle norme contenute in quel decreto legislativo sia per i lavoratori direttamente interessati che per i cittadini utenti che per i cittadini utenti, nome che hanno prodotto licenziamenti abusi e peggioramento sia delle condizioni di lavoro che dei servizi con l’aumento delle tariffe e l’abbassamento delle tutele contrattuali.
Particolarmente rilevanti le motivazioni della sentenza che, come riportato nel comunicato diramato dall'Ufficio Stampa della Corte Costituzionale, bocciano il legislatore che "...stabilendo un obbligo particolarmente incisivo e ampio, ha omesso di considerare non solo l'interesse dei concessionari ma anche quelli dei concedenti, degli eventuali utenti del servizio e del personale occupato nell'impresa".
Un pronunciamento che suona come un monito anche per il Governo che, attraverso il DDl Concorrenza, sta lanciando un nuovo pesantissimo attacco a ciò che resta di pubblico nell’economia del paese dai trasporti locali ai taxi e ai porti, alla sanità, dall'acqua all'energia, gas e luce, ecc.
Una manovra pericolosissima in netto contrasto con le norme costituzionali e certamente contro la volontà popolare che già nel 2010 con il referendum impropriamente ascritto solo all’acqua pubblica, votò per abrogare proprio tutte quelle norme che avrebbero consentito la privatizzazione dei servizi pubblici.
Proprio su queste Usb ha in programma il lancio di una campagna di massa, sia sui posti di lavoro che tra i cittadini, per la difesa dei servizi pubblici, per l’internalizzazione di quanto affidato ai privati in spregio agli interessi collettivi, a cominciare dal 4 dicembre prossimo quando in tutte le grandi città del nostro paese, all’insegna del NO DRAGHI DAY, scenderemo in piazza insieme alle altre realtà del sindacalismo di classe e conflittuale, a movimenti sociali e forze politiche antiliberiste, per rappresentare l’opposizione a chi in nome dell’ipercompetizione tra l’ Unione Europea e gli altri blocchi capitalistici, vuole cancellare i diritti dei più in nome dei profitti di pochi.
Unione Sindacale di Base