LEONARDI (USB), DI PATTO IN PATTO I SINDACATI RIAFFERMANO LA LORO SUBALTERNITÀ AD ESIGENZE DI PADRONI, GOVERNO E PARTITI
“Tre fatti sindacali rilevanti sono accaduti nella giornata di ieri – esordisce Pierpaolo Leonardi, della Confederazione USB - padroni e sindacati complici hanno sottoscritto l’ennesimo Patto tra produttori; la Fiat ha riammesso la FIOM in fabbrica; Marchionne chiede una legge sulla rappresentanza per continuare ad investire in Italia”.
“In merito al ‘Patto’ – osserva Leonardi - questo attesta che è morto e sepolto il concetto di indipendenza del movimento dei lavoratori dai padroni, dal governo, dai partiti. Salta agli occhi che i sindacati sposano tutte le esigenze delle imprese, mentre quelle dei lavoratori esistono solo in subordine; che la premessa politica di questo Patto è un inno alla stabilità, e quindi un assist alla prosecuzione del governissimo Letta-Alfano-Monti-Napolitano. Non a caso, il Patto viene illustrato pochi minuti dopo essere stato firmato alla festa nazionale del PD a Genova, cioè del partitone/ammucchiata in cui si ormai riconoscono tutti i firmatari del Patto”.
“Questo Patto – sottolinea il dirigente dell’USB - riafferma che il capitalismo italiano sopravvive solo se assistito dalla mano pubblica e non si fa scrupolo di pretendere a gran voce la prosecuzione di quelle politiche di sostegno alle imprese che negli anni passati hanno creato buona parte del debito pubblico del Paese. I sindacati complici non spendono una parola sui diritti del lavoro e salariali delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. Essi vivono, nel Patto e nella realtà, unicamente come riflesso degli interessi di impresa, che sono assunti come questione principale anche da chi continua ad autodefinirsi sindacato dei lavoratori”.
“Sempre ieri - prosegue Leonardi - è giunta la decisione della Fiat di riammettere la Fiom tra le organizzazioni riconosciute, accettando la sentenza della Corte Costituzionale. Ciò consente a Marchionne di rilanciare uno dei ciclici ricatti al Governo, per cui o si arriva ad una legge sulla rappresentanza, o meglio una legge di garanzia di esigibilità degli accordi, oppure smetterà di investire in Italia. Il tutto a pochi giorni dalla scadenza della CIG in FIAT”.
Rimarca l’esponente USB: “E’ evidente che la Fiom ha accettato di fatto i contenuti del Patto sulla rappresentanza del 31 maggio scorso e quindi le logiche di Marchionne, anche se poi nei salotti buoni e alla TV il suo leader le ‘spara ancora grosse’. Se così non fosse, la Fiat avrebbe costretto la FIOM a cause su cause per ottenere l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale, come ha sempre fatto rispetto a tutti i pronunciamenti della magistratura che le avevano dato torto”.
“Di fronte all’evidenza di questi fatti non c’è che una scelta da fare – conclude Leonardi - abbandonare CGIL, CISL e UIL e costruire l’alternativa sindacale, rilanciando e praticando il conflitto e le lotte in ogni luogo di lavoro e in ogni territorio. 18 ottobre sciopero generale”.