Le lotte USB all'Ilva e i provocatori nell'ombra
A seguito dell’attacco informatico al sito USB.it, opera di veri e propri provocatori, e della conseguente divulgazione dei dati relativi ai contributi versati alla Cassa di Resistenza per i Lavoratori Ilva di Taranto, donati da strutture sindacali e singole persone, l’Unione Sindacale di Base ribadisce che le risorse economiche raccolte sono state utilizzate fino all’ultimo centesimo per sostenere una delle più dure proteste degli ultimi anni, portata avanti con uno sciopero e un presidio permanente di 15 giorni consecutivi a novembre 2012.
Non possiamo dimenticare quella lotta di centinaia di operai mobilitatisi dopo il 45° assassinio sul lavoro all’Ilva in un ventennio, quello di Claudio Marsella, 29 anni appena, avvenuto il 30 ottobre 2012 al Reparto MOF (Movimento ferroviario) della fabbrica allora nelle mani dei Riva.
I contributi raccolti per la Cassa di Resistenza servirono unicamente a garantire un sostegno economico minimo, tutto documentato e verificabile ancora oggi a sei anni di distanza, agli operai che avevano aderito allo sciopero e presidiato i cancelli, giorno e notte ininterrottamente, e si erano visti decurtare dalla busta paga metà dello stipendio.
I criteri di determinazione degli importi assegnati ai singoli lavoratori furono decisi in un’assemblea pubblica, tenendo conto che l’ammontare complessivo della Cassa consentiva di far recuperare solo una piccola percentuale di quanto trattenuto dall’azienda.
USB si è mossa, come sempre, alla luce del sole e rende conto del proprio operato, come sempre, ai lavoratori che lottano per difendere diritti e dignità, non certo ad anonimi provocatori nascosti nell’ombra.
La crescita e il consenso di USB all’Ilva, come in tantissimi altri posti di lavoro e in ogni territorio, è la migliore risposta proprio a chi, dall’oscurità, lancia farneticanti accuse di nefandezze e di tradimento dei lavoratori.
Nessuno fermerà le nostre lotte.
Unione Sindacale di Base Taranto
Unione Sindacale di Base Federazione Puglia