Lavoro, per la UE l’Italia è un inferno di precariato e sfruttamento soprattutto da parte dello Stato. Il 26 maggio sciopero generale per il salario e i diritti

Roma -

Tante le procedure di infrazione avviate oggi dall’Unione Europea, anche a seguito di denunce fatte da USB, contro il nostro Paese per l’abuso di contratti a tempo determinato nel settore pubblico e per il mancato rispetto della direttiva sul lavoro stagionale (“un presupposto importante per attrarre nell’Ue la manodopera necessaria per il lavoro stagionale ed eventualmente anche per contribuire a ridurre la migrazione irregolare”), che prescrive condizioni di vita e di lavoro dignitose e la protezione dallo sfruttamento.

A colpire soprattutto è la diffusione del precariato in tutta la Pubblica Amministrazione (secondo la Commissione la normativa italiana “non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico”), anche in settori particolarmente delicati quali la Sanità, i Vigili del Fuoco, la Ricerca (per la quale USB ha denunciato l’Italia alla Commissione Europea), la Scuola, la Giustizia, lo Spettacolo, i Forestali, servizi essenziali che meriterebbero investimenti seri e programmazione, cioè l’antitesi della precarietà.

Nonostante ciò, il Governo Meloni, in linea con il precedente esecutivo, sta continuando, anche attraverso le assunzioni per il PNRR, a realizzare una massiccia precarizzazione di un pubblico impiego che ha una carenza di organico ormai strutturale. Peraltro non ci sono solo contratti a tempo determinato, ma sono presenti nel pubblico impiego anche fattispecie ancora peggiori, basti pensare ai tirocinanti – i precari USB della Calabria hanno organizzato una manifestazione questa mattina alla Camera - o agli LSU e si è parlato nei giorni scorsi anche dell’introduzione dei contratti a somministrazione.

A fronte di tutto ciò, al di là degli annunci del ministro Zangrillo, finora l’unico provvedimento emanato dal Governo prevede 3mila assunzioni a tempo indeterminato, delle quali due terzi in Polizia, e le norme di stabilizzazione finora emanate, in particolare per i precari del PNRR, rischiano di rimanere su carta per mancanza di risorse.

In ballo ci sono i diritti dei lavoratori e l’efficienza dei servizi pubblici, ma ormai è evidente a tutti il carattere antipopolare di questo Governo e USB, anche se in splendida solitudine, è pronta a dare battaglia avendo da sempre considerato la lotta alla precarietà una priorità assoluta.

Precariato e questione salariale sono al centro della piattaforma di lotta che porterà allo sciopero generale del 26 maggio e nei prossimi giorni sono in programma una serie di assemblee proprio per costruire un fronte contro la precarietà e per la stabilizzazione di tutti i precari della PA.

Unione Sindacale di Base