Lavoratori dell'ILVA con USB per costruire una forte rappresentanza sindacale dentro lo stabilimento di Taranto
Senza lavoro non si vive, ma da morti il lavoro non serve. Questa è la sintesi estrema di ciò che pensano la maggioranza dei lavoratori dell'ILVA che sono poi anche cittadini di una Taranto che da decenni è oppressa dal fumo, dalle polveri, dalla diossina, così come dal clientelismo e dall'illegalità dei tanti attori di questa vicenda.
L'imperativo che deve emergere dalla vicenda ILVA è non cadere nella contraddizione tra lavoro e salute, tra occupazione e tutela dell'ambiente.
La determinazione di tanti cittadini e tanti lavoratori che in questi anni non hanno mai smesso di protestare e di denunciare una situazione ormai invivibile e le ultime decisioni di magistrati onesti e coraggiosi, hanno determinato l'accelerazione attuale, con l'esplodere di contraddizioni a livello legale, politico, istituzionale e anche sindacale.
E' infatti indubbio che anche il sindacato “concertativo” dell'Ilva e di Taranto non è immune da grandi responsabilità: occhi chiusi e orecchie tappate, percorsi incoerenti, poco chiari e spesso troppo “allegri”. Soprattutto azioni e comportamenti che di fatto hanno cancellato il ruolo che il sindacato dovrebbe avere in fabbrica e sul territorio.
E' necessario, anzi indispensabile, ricostruire un tessuto sociale non soltanto in questa città martoriata da disoccupazione e morti sul/da lavoro come sta facendo positivamente in questa fase il “Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, ma anche all'interno di una fabbrica che è il cuore economico della città.
La ricetta che si propone è semplice: obiettivi chiari, nessun ricatto tra salute e salario, decisioni condivise democraticamente, una struttura sindacale che parli con chi difende il territorio dall'illegalità e dall'inquinamento, che si riconosca nelle linee guida di un sindacato indipendente da partiti e padroni. Un sindacato che sappia lottare e fare proposte concrete, un sindacato di lavoratori che si relazioni con la città e con tutte quelle realtà che nel paese intendono opporsi al liberismo sfrenato e al prevalere dell'economia e della finanza sull'etica, sull'uomo, sull'ambiente e sulla giustizia sociale.
L'USB, come dovrebbe fare qualsiasi sindacato degno di questo nome, sosterrà concretamente, onestamente e con determinazione questo progetto e sarà sindacalmente, umanamente e organizzativamente al fianco di tutti coloro che nell'ILVA e a Taranto si battono per costruire un futuro migliore, più democrazia e condizioni di salute e di sicurezza migliori.
Noi riteniamo che si debba varare un piano immediato che preveda i seguenti passaggi:
1) l'Ilva deve dimostrare chiaramente se, come, con quali mezzi e quali tempi intende ottemperare a quanto previsto dalla magistratura;
2) se le risposte non saranno chiare, esaustive e verificabili, si dovrà prevedere il massiccio intervento dello Stato (anc'esso responsabile direttamente sino al 1995 e poi indirettamente per la mancanza di controlli), sino alla nazionalizzare l'ILVA senza alcun indennizzo alla proprietà che ha commesso crimini verso l'intera comunità;
3) comunque le indagini ed i processi devono proseguire senza alcun impedimento o pressione istituzionale e far pagare un prezzo alto, anche economico, a chi per anni ha continuato ad inquinare e fare profitti sulla pelle della gente;
4) se, come pensiamo, sarà necessario fermare la produzione di alcuni settori e reparti dove è indispensabile un intervento radicale di trasformazione e adeguamento di macchinari e processi produttivi, ciò dovrà essere fatto nel più breve tempo possibile e a tutti i lavoratori, compresi quelli dell'indotto, dovranno essere assicurati i livelli stipendiali attuali;
5) soltanto dopo questi interventi si dovrà procedere alla ripresa della produzione ai livelli previsti.
Questo è ciò che intendiamo costruire dentro l'Ilva insieme ai lavoratori e ai tanti delegati, RSU, RLS che hanno fortemente voluto un'alternativa sindacale a Fiom, Fim e Uilm e che stanno costruendo questo progetto ambizioso e indispensabile per il futuro di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.
Chi ha sbagliato, chi ha lucrato, chi ha determinato la morte di centinaia di tarantini, chi ha chiuso uno o due occhi ... DEVE PAGARE sia a livello penale, sia economicamente, sia socialmente, sia politicamente.
USB-ILVA invita tutti i lavoratori a firmare il documento di richiesta per l'azzeramento delle RSU attuali, poiché non legittimate a rappresentare i lavoratori dell'ILVA.