La Federazione Nazionale RdB con gli inquilini resistenti di Bologna
La drammatiche condizioni di disagio abitativo hanno spinto decine di inquilini ad allestire una tendopoli di fronte alla sede del Comune di Bologna.
Così come a Roma era accaduto per due mesi da dicembre a febbraio con il presidio permanente dell’assessorato alla casa, anche nel resto d’Italia si stanno moltiplicando le iniziative di lotta per il diritto all’abitare e la mobilitazione bolognese può diventare la sollecitazione utile per un’attivazione nazionale.
La generalizzazione della battaglia dell’inquilinato resistente e il suo collegamento con i movimenti per il diritto alla casa è l’obiettivo da perseguire, per rispondere con radicalità a chi ci vuole precari per la vita.
La condizione in cui versano milioni di persone, che hanno visto il loro reddito ridursi o sparire, trova nel rischio di perdere l’alloggio la rappresentazione immediata e concreta, e questo vale sia per chi subisce gli sfratti come per chi ha provato a comprarsi una casa ma ora non ce la fa a pagare il mutuo.
Ma vale soprattutto per chi un alloggio non ce l’ha ed è costretto ad occupare, a vivere in alloggi di fortuna o in casa con i propri genitori anche quando vorrebbe andar via o formarsi una famiglia. Riguarda anche i migranti ricattati da un permesso di soggiorno in perenne rischio di mancato rinnovo.
Il diritto alla casa violato non può diventare normalità e abitudine. Il merito degli inquilini resistenti di Bologna è quello di rendersi visibili e di non accettare di sparire, di essere nascosti magari in dieci nella stessa abitazione. Sono venuti allo scoperto e ora attendono risposte.
Le stesse risposte che aspettano in tutt’Italia tante donne e tanti uomini che non vogliono perdere la loro dignità e stanno maturando percorsi di lotta sempre più decisi contro la precarietà e per il diritto alla casa e al reddito.
La Federazione Nazionale RdB sostiene la proposta dell’AS.I.A.-RdB per la proclamazione di una giornata della dignità e della rabbia che porti nuovamente davanti le Prefetture e tutte le sedi istituzionali di governo la precarietà abitativa nelle varie forme in cui si manifesta, per chiedere una moratoria generalizzata degli sfratti anche per morosità e degli sgomberi, e per il rilancio di politiche abitative pubbliche con stanziamento immediato delle risorse necessarie.