La delega sulle semplificazioni dei controlli è un’arma contro lavoratrici e lavoratori

Roma -

Venerdì 12 maggio il governo, attraverso i suoi dirigenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha convocato le organizzazioni sindacali sulla delega in materia di semplificazione dei controlli alle attività produttive di cui all’articolo 27 della legge 5 agosto 2022, n. 118. La delega investe un ampio spettro di materie: controlli sui rapporti di lavoro, previdenziali, salute e sicurezza, regolarità negli appalti, rispetto delle norme igiene alimentare e sanitarie.

L’USB chiede da tempo un programma di assunzioni del personale ispettivo, un coordinamento efficacie tra gli enti statali, investimenti tecnologici e maggiore tutela e garanzie per il personale.

Abbiamo ricordato come la deregulation, composta da leggi, normative e sistemi contrattuali compiacenti hanno trasformato il Paese nella patria del lavoro nero ed irregolare, dell’evasione fiscale, contributiva e con il triste primato degli omicidi sul lavoro cresciuti del 25,7 % dal 2021.

Un quadro che si è esteso alla scuola, integrata nel sistema produttivo, dove la sicurezza è un costo, è questa la ragione per cui sono morti degli studenti in alternanza scuola lavoro oggi PCTO e altri si sono infortunati.

Le imprese in Italia sono circa 5 milioni, a fronte di soli 4.000 ispettrici e ispettori del lavoro, compresi quelli di Inps, Inail e un corpo ad hoc di carabinieri, cosicché  a ciascun ispettore spetterebbero 1250 aziende.

Ben il 65% delle aziende risulta fuori regola, cifra che arriva al 76% nel turismo e nei pubblici esercizi; buste paga fasulle, ferie e riposi negati, evasione fiscale e contributiva, non va meglio nell’agroalimentare, della logistica e dell’industria.

Nel 2019 il sommerso economico valeva ben 183,9 miliardi, il 10,2% del PIL, una cifra imponente estorta grazie allo sfruttamento di circa 3.7 milioni di lavoratori, il 15% dell’intera classe lavoratrice italiana. 

La delegazione USB, dopo avere esposto questo quadro generale, ha contestato nel merito le disposizioni che mirano ad imbrigliare e minacciare l’attività di controllo, richiamando le lavoratrici e i lavoratori delle funzioni di controllo a rifuggire dalla “cultura del sospetto” tenendo in conto che potranno essere denunciati per “dolo o colpa grave”, come nel paragrafo denominato “principio della fiducia”.

Una serie di disposizioni a favore delle aziende, oltre alla programmazione annuale e pluriannuale, che svuota di efficacia le ispezioni, cui si aggiunge la norma premiale per le aziende “virtuose” che potranno saltare i controlli, o ancora le micro e piccole imprese che al primo controllo potranno avvalersi del diritto di errore.

La delegazione USB si è riservata la possibilità di inviare una sua memoria al governo; tuttavia, siamo convinti che questi tavoli di confronto vadano posti all’interno della lotta sindacale e dell’iniziativa politica, in ogni singolo posto di lavoro e nei prossimi appuntamenti nazionali:

·      16 maggio a Roma Eur al ControForum della PA;

·      19 maggio alla presentazione della legge iniziativa popolare contro l’omicidio nei luoghi di lavoro;

·      26 maggio nello sciopero generale con mobilitazioni nelle maggiori città.

USB Confederazione Nazionale