LA CUB ANCHE QUEST'ANNO IN PIAZZA IL 2 AGOSTO
Come preannunciato, la partecipazione della CUB al corteo partito da Piazza Maggiore è stata caratterizzata da uno striscione che recitava “mandate in pensione almeno il segreto di Stato” dietro al quale si sono trovati centinaia di lavoratrici e lavoratori.
Durante il tragitto è stato distribuito anche un doppio volantino sulla strage e sul recente “nuovo patto sociale” su pensioni, precarietà e welfare.
Lo striscione che è stato portato in tutta tranquillità in manifestazione evidentemente non era gradito al “servizio d’ordine dell’organizzazione”.
Infatti, appena lo striscione è stato alzato in piazza medaglie d’oro durante l’intervento del ministro Damiano, una squadra del “servizio d’ordine”, nella quale si riconoscevano alcuni funzionari dei sindacati confederali, ha immediatamente aggredito i delegati CUB lì presenti, tentando, inutilmente, di spingerli fuori dalla piazza.
Si sono contraddistinti in questo inutile tentativo due energumeni che hanno aggredito fisicamente due delegate.
Con la nostra presenza abbiamo dato il nostro contributo alla richiesta di verità e giustizia sulla strage, ma d’altra parte non potevamo chiudere gli occhi sulla decisione del Governo di mandare a Bologna il ministro Damiano proprio all’indomani dell’accordo truffa su precarietà, pensioni e welfare.
Per questo abbiamo portato lo striscione sotto al palco e per questo siamo rimasti fino alla conclusione dell’intervento del Presidente del Consiglio Romano Prodi.
A questa pagina di Quotidiano.net Immagini della manifestazione e della contestazione: multimedia.quotidiano.net
2 agosto 2007 - Ansa
A BOLOGNA LA COMMEMORAZIONE DELLA STRAGE
BOLOGNA - Applausi per il presidente del consiglio Romano Prodi, arrivato a sorpresa alla cerimonia per il XXVII anniversario della strage alla stazione di Bologna. Pochi fischi per il ministro del lavoro Cesare Damiano. Sono venuti da uno sparuto gruppo (non più di una trentina) di aderenti alla Rdb-Cub (rappresentanza di base) che appena il ministro ha cominciato a parlare hanno srotolato uno striscione con la scritta "Mandate in pensione almeno il segreto di stato" e dai Giovani Comunisti che hanno esposto la scritta 'Basta precarieta', Damiano dimettitì.
La contestazione, annunciata alla vigilia contro Damiano per l'accordo sulle pensioni ed il welfare, alla fine c'é stata, ma é stata contenuta, ben al di sotto di precedenti occasioni e con il passare dei minuti è venuta scemando coperta dagli applausi della piazza.
E' filata dunque liscia nella sostanza la cerimonia che dopo sette anni ha visto di nuovo sul palco un presidente del consiglio (nel 2000 era venuto Giuliano Amato). Prodi si è unito al corteo che sfilava da Piazza Maggiore con il ministro Damiano ed insieme ai membri dell'Associazione dei familiari delle vittime (ognuno portava al bavero una gerbera bianca) hanno percorso l'ultimo tratto del percorso verso il piazzale della stazione. Tantissima la gente nel corteo (almeno 4-5 mila persone) e tanta folla anche ai lati sotto i portici, tantissimi i gonfaloni delle città, delle province, delle regioni italiane, tante le autorità. Oltre a Prodi e Damiano, fra gli altri il leader dei Ds Fassino, il presidente della regione Vasco Errani, il sindaco di Bologna Sergio Cofferati. In comune, prima del corteo, a salutare i familiari anche Renato Zangheri, 82 anni, sindaco della città il giorno della strage.
Dal palco il presidente del consiglio (che ha parlato per ultimo prima di rientrare subito a Roma) ha insistito sul fatto che "riconciliazione" ci può essere solo "con la verità", una verità che va cercata e di cui la politica "non deve avere paura, altrimenti è destinata al fallimento" ma anche sul fatto che il "terrorismo è stato sconfitto sul piano etico e politico".
Damiano ha chiesto che le istituzioni facciano piena luce, quindi che si continui a lavorare per cercare i mandanti della strage. Ma il ministro del Lavoro ha voluto rimarcare anche le novità positive di questa anniversario come la nuova disciplina sul segreto di stato, approvata proprio ieri in via definitiva dal Parlamento, che va incontro ad una richiesta avanzata da 23 anni dall' Associazione dei familiari delle vittime. Da parte sua Paolo Bolognesi, presidente dell' Associazione, ha puntato il dito contro quel clima di "estrema indulgenza" verso gli ex terroristi e si è polemicamente domandato: "chi può stupirsi dei rigurgiti del terrorismo di ogni colore se in Italia l'omicidio politico è stato un mezzo per fare carriera e ottenere insperati accessi mediatici ?". Nello stesso tempo Bolognesi ha lanciato un appello ai presidenti di Camera e Senato perché tutti gli atti delle commissioni che si sono occupate di stragi, mafia e terrorismo vengano resi pubblici e pubblicati su internet.
Alla cerimonia non è mancata la voce del sindaco di Bologna. Cofferati (al collo un vistoso collare per un piccolo intervento alla cervicale) ha detto no con forza ai revisionismi su quanto é accaduto 27 anni fa "per ragioni di opportunità politica" ed ha aggiunto che bisogna fare luce in "ogni zona d'ombra", "ma partendo da ciò che la magistratura ha già scritto nelle sentenze". Anche Cofferati ha sottolineato la novità contenuta nelle nuove norme sul segreto di stato. "Da qui si apre una nuova stagione. E' un approdo importante. Anche da qui passa la credibilità delle istituzioni".
2 agosto 2007 - Asca
STRAGE BOLOGNA: QUALCHE FISCHIO E TENSIONE CONTRO MINISTRO DAMIANO
(ASCA) - Bologna, 2 ago - Qualche fischio, contrastato anche da un applauso, si e' alzato all'indirizzo del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, quando questi ha iniziato il suo intervento alla commemorazione della strage di Bologna. Contro il ministro sono stati esposti anche due striscioni: il primo firmato RDB porta la scritta ''Mandate in pensione almeno il segreto di Stato'' e l'altro firmato Giovani comunisti reca la scritta ''Basta precarieta', Damiano dimettiti''. Aprendo il suo intervento il ministro del Lavoro ha detto che oggi ''ci stringiamo attorno ai famigliari delle vittime e non accettiamo che non ci sia rispetto per questa piazza''.
2 agosto 2007 - Adnkronos
Strage bologna: rdb e giovani comunisti fischiano damiano durante intervento
Bologna, 2 ago. - (Adnkronos) - Alcuni fischi si sono levati da piazza 8 agosto nel momento in cui il ministro del Lavoro, Cesare Damiano ha preso la parola dal palco, per il suo intervento in occasione della cerimonia del 27° anniversario della strage alla stazione di Bologna.
2 agosto 2007 - Apcom
STRAGE BOLOGNA/ DAMIANO FISCHIATO DA RDB E GIOVANI COMUNISTI
Contestazioni in piazza con qualche manifesto
Bologna, 2 ago. (Apcom) - Un piccolo gruppo di rappresentanti delle Rdb e dei Giovani comunisti fischia il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, durante la cerimonia per l'anniversario della strage della stazione del 2 agosto 1980. Salito sul palco, dopo il corteo partito da Palazzo D'Accursio, Damiano ha preso la parola a nome del governo dopo il saluto del sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, e del presidente dell'Associazione familiari vittime della strage alla stazione di Bologna, Paolo Bolognesi. All'inizio del suo discorso un gruppo di partecipanti ha cominciato a fischiare il ministro. In piazza, davanti alla stazione ferroviaria, si sono alzati alcuni manifesti. "Basta precarietà. Damiano dimettiti" e "Mandate in pensione almeno il segreto di Stato".
STRAGE BOLOGNA/ APPLAUSI PER PRODI, QUALCHE FISCHIO PER DAMIANO
Alla cerimonia per 27esimo anniversario
Bologna, 2 ago. (Apcom) - Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, è stato applaudito dalla piazza in occasione della cerimonia per il 27esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Prodi ha preso la parola dopo il ministro per il Lavoro Cesare Damiano, contro il quale invece si è levata qualche contestazione, con fischi, da parte delle Rdb e dei Giovani comunisti.
STRAGE BOLOGNA/ DAMIANO: CONTESTAZIONE E' SOLO MARGINALE
Mi interessa parlare con la gente
Bologna, 2 ago. (Apcom) - La contestazione di oggi in piazza in occasione del 27esimo anniversario della strage della stazione ferroviaria di Bologna "è solo marginale". Lo dice il ministro per il Lavoro, Cesare Damiano, oggetto di fischi da parte di una rappresentanza delle Rdb e dei Giovani comunisti, durante il suo intervento sul palco.
"La contestazione è solo marginale - spiega Damiano ai cronisti al termine della cerimonia - quello che mi interessa è parlare con la gente, la gente vera, con questo popolo che anche oggi ha ricordato con i parenti delle vittime che hanno diritto di sapere che l'Italia non può dimenticare". "Noi - continua il ministro - vogliamo che l'Italia non si dimentichi. Faremo del nostro meglio per continuare non solo nella memoria ma anche per la tutela dei parenti delle vittime".
2 agosto 2007 - Il Giornale.it
Strage di Bologna, Napolitano: "Ricordo vivo"
Bologna - Contestato il ministro Damiano Un gruppo di rappresentanti delle Rdb e dei Giovani comunisti ha fischiato il ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Salito sul palco, dopo il corteo partito da Palazzo D’Accursio, Damiano ha preso la parola a nome del governo. All’inizio del suo discorso un gruppo di partecipanti ha cominciato a fischiare il ministro. In piazza, davanti alla stazione ferroviaria, si sono alzati alcuni manifesti. "Basta precarietà. Damiano dimettiti" e "Mandate in pensione almeno il segreto di Stato".
2 agosto 2007 - Repubblica.it
La bomba scoppiò alle 10.25 del 2 agosto 1980 nell'atrio della stazione
Il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime si scaglia contro "l'omicidio politico"
Strage Bologna, le accuse di Bolognesi
"In Parlamento gli amici dei terroristi" Prodi: "Le vittime hanno bisogno di verità per perdonare, e anche la democrazia ne ha bisogno" Napolitano: "Indispensabile mantenere viva la memoria di quella drammatica stagione"
BOLOGNA - "In Italia l'omicidio politico è stato un mezzo per fare carriera e ottenere insperati accessi mediatici": l'accusa viene da Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna. In occasione della cerimonia di commemorazione del 27° anniversario della strage, in cui morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite, Bolognesi dal palco si è scagliato contro "gli amici dei terroristi" che "siedono in Parlamento".
E ha lanciato una sfida: "Se qualcuno vuole barattare l'impunità per i neofascisti Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini in cambio dell'impunità per i cosiddetti compagni che hanno sbagliato, ha fatto male i suoi conti. Se questa è, come appare, un'operazione di 'scambio di prigionieri', un meschino compromesso per autolegittimarsi e fare dimenticare gli scheletri nell'armadio di destra e di sinistra, l'Associazione 2 agosto 1980 ne sarà una fiera oppositrice".
La cerimonia sul palco nel piazzale della stazione, dove, nell'atrio, alle 10.25 del 2 agosto 1980 esplose la bomba, è stata preceduta da un corteo al quale, oltre il sindaco della città Sergio Cofferati e ai familiari delle vittime, hanno partecipato il presidente del Consiglio Romano Prodi, il ministro del Lavoro Cesare Damiano e diversi esponenti politici, tra i quali il segretario dei Ds Piero Fassino.
Cofferati: "Chiarire senza incertezze". Stamane il sindaco Sergio Cofferati e le altre autorità civili hanno incontrato nella sala del Consiglio comunale i parenti delle vittime. Nel suo discorso, Cofferati ha chiesto fra l'altro che si operi perché non vi sia "nessun dubbio, nessuna zona di incertezza" su quanto accadde il 2 agosto 1980, "partendo però da ciò che è già stato chiarito da magistrati coraggiosi che si mossero spesso in condizioni non agevoli".
I parenti delle vittime. Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime, ha chiesto nell'incontro con Cofferati, all'indomani dell'approvazione della nuova normativa sui servizi e il segreto di Stato, che tutti i documenti sulle stragi italiane in possesso dell'intellingence vengano resi pubblici su Internet. "E' bene che tutto il mondo sappia chi c'è dietro le vicende delle stragi - ha detto Bolognesi - Forse può essere anche un modo per rinnovare la classe politica italiana".
Il messaggio di Napolitano. Nel messaggio inviato a Bolognesi anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa riferimento alla legge appena approvata, sostenendo che l'impegno con il quale il Paese ha saputo reagire alle stragi e agli attentati "va rinnovato ogni giorno ed a tal fine è indispensabile mantenere viva la memoria di quella drammatica stagione della storia del nostro Paese, assicurando la necessaria attenzione al dolore non meno che ai diritti dei familiari delle vittime, anche attraverso le iniziative commemorative che con la giornata ora istituita per legge assumeranno nuovo rilievo".
Prodi: "C'è bisogno della verità". Nel rivolgersi alla folla sul piazzale, Prodi ha posto l'accento, come poco prima aveva fatto Cofferati, sulla necessità di arrivare alla verità sulla strage: "Le vittime hanno bisogno di verità per perdonare e la democrazia ha bisogno di verità. Dobbiamo difendere la democrazia e la verità". "Le vittime - ha aggiunto il premier, applaudito dai presenti - domandano riconciliazione, non vendetta, richiedono verità e non dobbiamo averne paura".
Bertinotti: "Strage coperta da velo di opacità". Ma la verità sulla strage è ancora lontana, ricorda il presidente della Camera Fausto Bertinotti nel messaggio inviato a Bolognesi: "Ancora oggi, tuttavia, la storia di questa terribile strage è coperta da un velo di opacità che alimenta una memoria colma di sofferenza". "Un Paese che non riesce a guardare con serenità al suo passato, non può progettare il futuro di una convivenza realmente democratica", conclude Bertinotti.
Contestazioni di RDB e Giovani comunisti. Qualche fischio, subito coperto da un applauso, si è alzato all'indirizzo del ministro Damiano, quando ha iniziato il suo intervento. Sono stati esposti anche due striscioni: il primo firmato RDB con la scritta ''Mandate in pensione almeno il segreto di Stato'' e l'altro firmato Giovani comunisti con ''Basta precarietà, Damiano dimettiti''.
Distribuiti volantini anarchici. Mentre parlava Bolognesi, un ragazzo in maglietta e bermuda ha distribuito nella piazza dei volantini con su scritto "terrorista è lo stato" e poi, più sotto, "12 dicembre 1969 piazza Fontana. Bomba alla Banca nazionale dell'agricoltura: 17 morti e 88 feriti". Anche ieri sera, alla vigilia dell'anniversario, in stazione erano stati visti manifesti anarchici: la foto però era quella della stazione di Bologna sventrata.