ISPRA: FESTE SUL TETTO, CHIUSI I CANCELLI -dal 22/12 al 10/1-

Segui la diretta web al link: it.justin.tv/precariispra

La Rassegna video RdB: www2.rdbcub.it/rassegna_video_20091124_rm_Precari_ISPRA.htm

Il sito dei precari Ispra: www.nonsparateallaricerca.org/ital1.htm

Roma -

Comunicati e notizie precedenti: CLICCA QUI

 



Comunicato stampa - 22 dicembre 2009

ISPRA: INCONTRO COL MINISTERO DELL’AMBIENTE SOLO INTERLOCUTORIO PER I PRECARI SI PROFILA NATALE SUL TETTO

Si è svolto ieri pomeriggio, presso la sede centrale dell’ISPRA, l’incontro sulla vertenza dei precari dell’istituto a cui hanno preso parte il Vice Capo di Gabinetto, Dottoressa Nicotra, ed i rappresentanti della struttura commissariale.
Usi RdB Ricerca, pur riscontrando l’intervento diretto da parte del Ministero, ha dovuto prendere atto della scarsa conoscenza della situazione, dovuta anche alla qualità delle informazioni fornite al Ministero dalla struttura commissariale. L’incontro ha dunque avuto un esito solo interlocutorio, di cui Usi RdB si dichiara insoddisfatta.
Di fatto ad oggi su 230 lavoratori solo 56, con diverse tipologie contrattuali, hanno certezza del rinnovo. Rispetto alla delicatezza e drammaticità di tale situazione Usi RdB ritiene necessario che lo stesso Ministro Prestigiacomo scenda in campo direttamente e con urgenza. USI RdB ha pertanto richiesto l’apertura di una trattativa vera, in cui il Ministro porti a soluzione la vertenza a partire da norme già praticabili per rinnovare i contratti in essere.
In attesa di riscontri concreti, i precari hanno deciso di restare sul tetto ad oltranza, nonostante il periodo festivo.

.


Comunicato stampa - 30 dicembre 2009

ISPRA: I PRECARI IN LOTTA DI NUOVO CHIUSI DENTRO I CANCELLI DALLA STRUTTURA COMMISSARIALE
USI RDB RICERCA AVVIA LE PROCEDURE PER LO SCIOPERO DEL SETTORE

“Al nuovo irrigidimento della struttura commissariale rispondiamo generalizzando la lotta”, annuncia Claudio Argentini, della Segreteria Nazionale USI RdB Ricerca. “Da stamani i cancelli della sede ISPRA di via Casalotti 300, dove da 38 giorni prosegue l’occupazione pacifica del tetto da parte dei precari che già da dopodomani rischiano il licenziamento, sono stati chiusi ai giornalisti  e probabilmente rimarranno sbarrati anche alle personalità politiche di entrambi gli schieramenti”.
Prosegue Argentini: “Questa decisione potrebbe essere propedeutica allo sgombero dei lavoratori. Ebbene, questo ci rafforza nella decisione di generalizzare la lotta e stamani formalizzeremo le procedure per arrivare allo sciopero della Ricerca Pubblica. La vertenza ISPRA deve vedere il sostegno di tutti i lavoratori degli Enti e la generalizzazione della lotta ha come obbiettivi sia l’ottenimento di una soluzione immediata per i lavoratori dell’ISPRA sia quello di bloccare lo smantellamento non solo di ISPRA ma anche dell’ENEA, dell’ISFOL e degli altri enti in riordino”.
Aggiunge Argentini: “Il silenzio del Ministro Prestigiacomo determina da parte nostra la richiesta forte di intervento da parte del Governo, che non può permettere che un singolo dicastero determini, in un periodo di crisi, ulteriori licenziamenti. Lo sciopero sarà un appuntamento importante ma non unico. La Federazione RdB sta infatti preparando un’assemblea cittadina proprio su ISPRA che veda il contributo di forze politiche e istituzionali e che faccia capire al Governo che i precari ISPRA non sono soli ma fanno parte di un tessuto che reagisce duramente contro il tentativo di emarginarli, contro i licenziamenti ed i tagli alla cosa pubblica. Questi lavoratori vogliono posti di lavoro, non ammortizzatori, vogliono essere utili alla collettività recuperando dignità e diritti. Contro chi anche con mezzucci di basso livello tenta di isolarli, risponderemo portando la città e la Ricerca Pubblica all’ISPRA”, conclude Argentini.

.

.



Rassegna stampa dal 22 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010

Comunicati e notizie precedenti: CLICCA QUI



10 gennaio 2010 - Adnkronos

RICERCA: DOMANI TAVOLO TECNICO PRECARI ISPRA
DOPO 47 GIORNI SUL TETTO

Roma, 10 gen. - (Adnkronos) - Domani alle 15 e 30 nella sede del ministero dell'Ambiente si apre il tavolo tecnico ottenuto dai precari dell'Ispra dopo ormai 47 giorni trascorsi sul tetto della sede di via Casalotti per protestare contro le scelte della struttura commissariale. Un gesto «estremo quello di vivere accampati sul tetto - spiega all'ADNKRONOS Emma Persia coordinatrice Usi Rdb Ricerca Ispra e tecnico di laboratorio assunta a tempo indeterminato - scaturito da una situazione disperata». Quando la protesta è cominciata il 24 novembre erano già stati tagliati oltre 200 posti di lavoro e mancava un mese allo scadere di altri 150 contratti atipici per i quali non c'era alcuna garanzia di continuità, tanto che - dice la sindacalista - il 31 dicembre quei lavoratori atipici sono diventati ufficialmente disoccupati«. Senza tenere conto che »entro marzo prossimo altri 42 posti non verranno rinnovati«. Dal giorno della 'nuovà vita sul tetto, nulla di concreto è cambiato per i precari atipici dell'Ispra, salvo l'aver ricevuto tanta e concreta solidarietà (viveri e beni di conforto) dalla gente del quartiere oltre che le visite di numerosi politici, come quella del 31 dicembre del senatore dell'Idv Stefano Pedica che, dopo aver invano tentato di contattare il ministro Prestigiacomo per 'strapparlè l'impegno ad un sollecito incontro, è riuscito però a contattare il collega della Funzione Pubblica Brunetta che ha rinnovato la propria disponibilità ad interessarsi della vicenda. Ed è »dopo questo gesto di attenzione« da parte del titolare della Funzione Pubblica che è accaduto quanto dai precari richeisto sin dal principio: un incontro con la responsabile dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che il 4 gennaio li ha infatti ricevuti al ministero decidendo l'apertura di un tavolo tecnico per valutare i percorsi che, a normativa vigente, le consentano di dare risposte alle rivendicazioni dei precarie e per valutare anche la reale disponibilità delle risorse messe a disposizione da Regione e Provincia. I soldi, però, secondo le informazioni dei precari, »ci sono: ci sono convenzioni per complessivi 17 milioni per le attività di ricerca marina per il 2010«. Al tavolo che si riunirà domani pomeriggio parteciperanno i rappresentanti Usi Rdb Ricerca, i membri della struttura commissariale, il vice capo gabinetto dell'Ambiente, il capo del personale del dicastero dell'Ambiente e un rappresentante della Funzione pubblica«. Quali le aspettative? »Auspichiamo - fa sapere Cristiano Fiorentini della direzione nazionale Rdb - che al tavolo non si discuta solo dell'ordinaria amministrazione di rinnovi e proroghe perchè ci aspettiamo qualcosa in più che manifesti la chiara volontà del ministro Prestigiacomo di tutelare le attuali professionalità in funzione del rilancio dell'Istituto«. Domani, spiegano Persia e Fiorentini, contiamo di ottenere il mantenimento in servizio dei contratti atipici con proroghe per tutti, la trasformazione degli aticipi in rapporti di lavoro subordinato a tempo determinato che significa copertura previdenziale, contributiva, ferie e malattie; l'avvio di un piano di assunzioni che, in base alla futura missione dell'Ente, sia calato sulle professioni presenti in Ispra, vale a dire un piano di assunzioni che, tenendo conto dei posti lasciati vacanti dal turn over (si prevedono circa 180 prepensionamenti nel 2010) preveda il bando di concorsi con riserva di legge per chi ha già svolto attività per l'Ente. Attualmente infatti i ricercatori lavorano come co.co.co che hanno »una copertura contributiva ma - fa notare Persia - davvero risibile), con assegni di ricerca (che di fatto sono usati ben al di là della loro funzione oroginale e quindi per coprire lavoro ordinario), con borse di studio o prestazioni occasionali«. «Noi - rimarca la coordinatrice Usi Rdb Ricerca Ispra - vogliamo che si torni a lavorare. Anche se, infatti, i precari restassero tutti in servizio, non ci sono comunque le condizioni per lavorare: nelle more della riorganizzazione ci hanno imposto tutte le procedure amministrative in vigore in ex Apat che non rendono il lavoro fluido per chi come noi sta in mare o in laboratorio. Tanto per dirne una - racconta - siamo tornati a procedure cartacee rispetto a quelle informatizzate. Assurdo!» Se (è la tesi sostenuta e rimarcata in questo ultimo mese dai precari Ispra, l'Istituto vigilato dal ministero dell'Ambiente e nato dall'accorpamento di Apat, Icram, Infs) la Prestigiacomo avesse applicato le norme e i pareri della Funzione Pubblica e quindi del ministro Brunetta, sarebbe stata già garantita la continuità contrattuale, risolvendo così almeno l'emergenza occupazionale del momento. E invece la titolare dell'Ambiente, così come la struttura commissariale da lei nominata, hanno scelto finora di interpretare la legge 133 del 2008 e le successive sui precari in modo restrittivo, nonostante le deroghe previste per il comparto della ricerca. La legge 133, spiega Michela Mannozzi delegato Usi Rdb Ricerca e ricercatrice precaria Ispra, «stabilisce regole che limitano l'utilizzo di personale precario nella PA, ma prevede anche deroghe per le quali ha rilievo la continuità della linea di ricerca e del singolo ricercatore e non il finanziamento del progetto per il quale viene pagato. Per esempio - spiega - non ha senso interrompere il contratto di un ricercatore precario dell'Ispra se le sue competenze in acquacoltura vengono usate prima per il progetto della Laguna di Orbetello e poi per quello della Laguna di Venezia. In entrambi i casi, infatti - sottolinea Mannozzi - la competenza richiesta è la stessa e quindi non ha senso interrompere la continuità contrattuale con l'Ispra in base allo specifico progetto cui il ricercatore fa capo. Questo in sostanza prevedono le deroghe applicate dalla Funzione Pubblica che, invece, nè la Prestigiacomo , nè i commissari hanno finora voluto attuare costringendo così il ricercatore a restare a spasso per 8 - 10 mesi anche quando il bando è stato espletato e il concorso vinto».

ISPRA: ARTICOLO 21 E FNSI, SOLIDARIETÀ AI PRECARI

Roma, 10 gen. (Adnkronos) - Il mondo dei media porta la sua solidarietà ai precari dell'Ispra, dopo che questi ultimi avevano chiesto sostegno con un appello rivolto all'Associazione per la libertà di stampa Articolo 21, per denunciare che la «ricerca precaria è una ricetta sotto ricatto che non fa bene al Paese», e chiedere che l'azione mediatica aiutasse la loro protesta «a non spegnersi». Per questo, domani mattina uno dei fondatori dell'associazione, il deputato Giuseppe Giulietti, sarà sul tetto insieme a Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della stampa, al direttore di RaiNews24 Corradino Mineo, e a Santo Della Volpe, della redazione del TG3, per portare solidarietà ai ricercatori e tecnici Ispra che ormai da 47 giorni occupano il tetto della sede dell'Istituto in via Casalotti 300. «Nonostante l'importanza del nostro Istituto e la drammaticità della sua situazione - ha dichiarato Emma Persia, Coordinatrice dell'Usi - Rdb Ricerca Ispra - siamo convinti che l'attenzione dei media e il contributo dei giornalisti sia essenziale per riuscire a ottenere dei risultati concreti, nella difficile trattativa che si aprirà nei prossimi giorni sul futuro della ricerca pubblica, dell'Ispra e dei suoi lavoratori».


10 gennaio 2010 - La Voce d'Italia

Precari Ispra. Domani il via al tavolo tecnico
I dipendenti si augurano che il ministro Prestigiacomo lanci segnali sul rilancio dell'Istituto
di Vincenzo Malara

Roma - Da 47 giorni sul tetto ma finalmente domani ci sarà un incontro decisivo. Sono quasi due mesi che i precari dell'Ispra occupano la sede per avere delle risposte sui licenziamenti e il futuro degli altri dipendenti con contratto scaduto o in scadenza a breve. Dopo l'incontro con il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo del 4 gennaio è nata la decisione dell'apertura del tavolo tecnico di domani per valutare i percorsi per dare risposte alle rivendicazioni dei precari e per valutare anche la reale disponibilià delle risorse messe a disposizione da Regione e Provincia. "Stare sul tetto è un gesto estremo scaturito da una situazione disperata. Quando la protesta è cominciata il 24 novembre erano già stati tagliati oltre 200 posti di lavoro e mancava un mese allo scadere di altri 150 contratti atipici per i quali non c'era alcuna garanzia di continuità, tanto che il 31 dicembre quei lavoratori atipici sono diventati ufficialmente disoccupati". A parlare è Emma Persia coordinatrice Usi Rdb Ricerca Ispra e tecnico di laboratorio che si è fatta voce, in questi 47 giorni, di tutti i precari dell'azienda. Al tavolo che si riunirà domani pomeriggio parteciperanno i rappresentanti Usi Rdb Ricerca, i membri della struttura commissariale, il vice capo gabinetto dell'Ambiente, il capo del personale del dicastero dell'Ambiente e un rappresentante della Funzione pubblica. Prova a fare un piano sul tavolo tecnico di domani Cristiano Fiorentini della direzione nazionale Rdb: "Auspichiamo non si discuta solo dell'ordinaria amministrazione di rinnovi e proroghe perché ci aspettiamo qualcosa in più che manifesti la chiara volontà del ministro Prestigiacomo di tutelare le attuali professionalità in funzione del rilancio dell'Istituto". Continua Fiorentini: "Contiamo di ottenere il mantenimento in servizio dei contratti atipici con proroghe per tutti, la trasformazione degli aticipi in rapporti di lavoro subordinato a tempo determinato che significa copertura previdenziale, contributiva, ferie e malattie".


9 gennaio 2010 - Adnkronos

RICERCA: ART. 21 LUNEDÌ PROSSIMO SUL TETTO CON LAVORATORI ISPRA

Roma, 9 gen. - (Adnkronos) - Lunedì prossimo alle ore 12, rispondendo all'appello dei lavoratori dell'Ispra Articolo21 parteciperà all'assemblea con una delegazione formata dal portavoce Giuseppe Giulietti, dal direttore Stefano Corradino insieme al presidente della Fnsi Roberto Natale, al direttore di Rainews24 Corradino Mineo e al vicepresidente di Libera Informazione Santo Della Volpe. «Abbiamo raccolto l'appello - scrive Articolo21 in una nota - per far sì che sulla vicenda Ispra come sulle altre, da Termini Imerese all'Eutelia, non cada il silenzio e affinchè la questione sociale torni ad essere all'attenzione quotidiana della politica e dei media».


8 gennaio 2010 - Ansa

LAVORO:ISPRA;TIBALDI-SMERIGLIO,BENE INCONTRO CON COMMISSARIO

(ANSA) - ROMA, 8 GEN - Si è svolto questa mattina un tavolo tecnico interistituzionale convocato dal prefetto Vincenzo Grimaldi, commissario straordinario dell'Ispra. A rappresentare Regione Lazio e Provincia di Roma, gli assessori regionale e provinciale al Lavoro, Alessandra Tibaldi e Massimiliano Smeriglio, l'assessore provinciale alla Tutela Ambientale, Michele Civita e il Capo di Gabinetto della Provincia di Roma, Maurizio Venafro. «Siamo molto soddisfatti - spiegano Tibaldi e Smeriglio - dell'incontro di questa mattina per la disponibilità dimostrata dal commissario dell'istituto e dai suoi collaboratori al confronto con le diverse istituzioni. Conveniamo con loro sulla necessità di tenere distinto il piano della centralità della ricerca dalla legittima trattativa sindacale in corso». «Siamo convinti - aggiungono - che la ricerca sia motore fondamentale dell'economia romana e laziale. In questo senso il potenziamento e la valorizzazione delle competenze dell'Ispra possono svolgere un ruolo importante a supporto delle deleghe ambientali degli enti locali, e favorire allo stesso tempo un esito positivo della vertenza che, dopo quasi 50 giorni, vede ancora i lavoratori protestare sul tetto della sede di Casalotti». «Auspichiamo - sottolineano - che l'Istituto definisca al più presto la propria mission e le risorse di cui ha bisogno, così da poter pianificare, nell'ambito delle nostre competenze istituzionali, gli interventi e le collaborazioni da avviare».


7 gennaio 2010 - Adnkronos

RICERCA: ISPRA LANCIA APPELLO AD ART.21, NON SI SPENGA LA NOSTRA PROTESTA

Roma, 7 gen. - (Adnkronos) - «Dal tetto dell'Ispra vi rivolgiamo un appello affinchè attraverso la vostra azione mediatica, non si spenga la nostra protesta perchè: la ricerca precaria è una ricerca sotto ricatto, e non fa bene al paese». Lo scrive Emma Persia, lavoratrice Ispra in una lettera appello ad Articolo21. «La crisi della ricerca pubblica ambientale italiana non è solo nell'espulsione dagli enti, in particolare dall'Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) di centinaia di lavoratori, - afferma Persia - ma soprattutto nel danno che in questo modo viene fatto alla collettività e al territorio, senza più controlli adeguati e studi che rivelino il reale stato dei nostri mari, dell'aria che si respira nelle nostre città, di un intero paese a rischio frane e dissesto idrogeologico, sempre più concreto con i cambiamenti climatici che portano piogge meno frequenti ma più violente». «Abbiamo deciso di pubblicare in apertura sul nostro sito la lettera appello di questa lavoratrice perchè, come loro, anche noi pensiamo che una vicenda come quella dell'Ispra non possa passare sotto silenzio». Lo affermano Giuseppe Giulietti e Stefano Corradino, portavoce e direttore di Articolo21.


7 gennaio 2010 - La Repubblica

Smog, il quartiere si tassa per monitorare l´aria
Casalotti, la sfida degli abitanti: "Qui è traffico caos, in pericolo la nostra salute" L´allarme per la smobilitazione dell´Ispra competente sui controlli ambientali
di LAURA SERLONI

Roma - La borgata Casalotti è in rivolta. I residenti ora si autotassano per finanziare un monitoraggio ambientale che riveli i livelli di inquinamento acustico e atmosferico della zona.
È il traffico il peggior nemico per quanti ogni giorno devono entrare o uscire dai quartieri limitrofi: più di 45 minuti per percorrere appena qualche chilometro. Il comitato "Casalotti libera…dal traffico" ha già raccolto duemila firme che presto consegnerà all´assessore ai Lavori Pubblici, Fabrizio Ghera, e ai municipio XVIII e XIX. «Chiediamo che le promesse fatte in campagna elettorale siano mantenute», gridano dall´associazione. Le richieste sono l´allargamento di via di Boccea, il collegamento tra via di Casalotti e via della Maglianella e il prolungamento della metro A fino a Casal Selce. «Ormai siamo prigionieri delle ore da trascorrere in auto per raggiungere il posto di lavoro – incalzano i cittadini – Ma intanto sono previsti un milione di metri cubi di cemento e nessuna opera di viabilità è ancora stata avviata. Prima delle nuove case devono essere fatte le strade».
Tanto traffico e cemento, ma solo una piccola parte dell´area verde del parco della Cellulosa è realmente fruibile dai residenti. «Non c´è nessuno sfogo nella zona – spiega Manuela Nardi del comitato in difesa del parco – solo una ventina di ettari che curiamo noi dell´associazione sono realmente aperti al pubblico. E sono anni ormai che chiediamo al Comune di avviare le procedure per acquisire l´area».
I timori dei residenti che curano l´area verde di centinaia di ettari sono due: che i casali vengano utilizzati per l´housing sociale e che con la smobilitazione dell´Ispra non ci siano più controlli. «Insomma qui è a rischio il monumento naturale – racconta Fulvio Bartoloni, portavoce dell´associazione Parco della Cellulosa – Siamo contrari all´housing sociale nei casali perché questa è una zona tutelata e aggraverebbe la situazione del traffico, già drammatica a Casalotti». Non solo. «Con la dismissione dell´Ispra ci sarà una totale assenza di controlli – continua Bartoloni – E basti pensare che a poca distanza, nella Valle Galeria ci sono molti insediamenti industriali, la più grossa raffineria del centro sud Italia, la discarica di Malagrotta, l´impianto di gassificazione dei rifiuti e l´inceneritore dei rifiuti organici ospedalieri. Una bomba ecologica da tenere sotto controllo, senza più l´Ispra cosa succederà?».


6 gennaio 2010 - Il Manifesto

PRECARI
Calza di carbone al commissario Ispra

Un sacco pieno di carbone per il commissario straordinario dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) Vincenzo Grimaldi. A consegnarlo è stata la befana di Legambiente, arrivata alla sede centrale dell'ente a Roma. Sono ormai 44 giorni, infatti, che sul tetto della sede i ricercatori precari protestano contro il loro licenziamento. «L'intento della befana ambientalista - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente - è quello di sollecitare il prefetto Grimaldi a prestare attenzione alle richieste dei lavoratori, affinché si trovi una soluzione che tenga conto della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti. Insieme a Legambiente, era presente una delegazione dei precari Ispra: «Le bugie dei commissari sono tante - ha detto il portavoce Massimiliano Bottaro - Secondo loro in Ispra ci sono 534 lavoratori con contratto flessibile, mentre lo stesso ministro Prestigiacomo, durante un'audizione alla commissione Ambiente della Camera del 29 ottobre 2008, ha affermato che i precari in Ispra erano 618». Riguardo la scadenza di 111 contratti a fine 2009, ha precisato infine il ricercatore, «le scadenze proseguono nei primi mesi del 2010, per un totale di 230 rapporti a termine: di questi, oltre 150 al momento non hanno avuto nessuna proroga, non si tratta quindi di 21 lavoratori come riportato dai prefetti».


6 gennaio 2010 - Articolo 21

"Non si spenga la nostra protesta"
di Emma Persia

Dal tetto dell'ISPRA rivolgiamo un appello a Voi di Articolo21, affinchè attraverso la vostra azione mediatica, non si spenga la nostra protesta perché: la ricerca precaria è una ricerca sotto ricatto, e non fa bene al paese. La crisi della ricerca pubblica ambientale italiana non è solo nell'espulsione dagli enti, in particolare dall'ISPRA (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) di centinaia di lavoratori, ma sopratutto nel danno che in questo modo viene fatto alla collettività e al territorio, senza più controlli adeguati e studi che rivelino il reale stato dei nostri mari, dell'aria che si respira nelle nostre città, di un intero paese a rischio frane e dissesto idrogeologico, sempre più concreto con i cambiamenti climatici che portano piogge meno frequenti ma più violente. Questo è il ruolo di un istituto come l'ISPRA, questi i motivi per cui dovrebbe essere potenziato e rilanciato, non ridimensionato come invece si cerca di fare, allontanando i suoi ricercatori e tecnici giovani, smantellando i laboratori, chiudendo le sedi o riducendole in stato di abbandono. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dice di essere interessata alla ricerca e alla protezione ambientale: se è così lo dimostri, rimuovendo tutti gli ostacoli, dall'emorragia di personale a quella di fondi, che impediscono all'ISPRA di svolgere al meglio il suo ruolo di controllore pubblico della salute del nostro territorio, che porta necessariamente con sé quella dei cittadini che lo abitano.

Ispra, 44° giorno di protesta. Si deve salire su un tetto per ottenere attenzione?
di Vincenzo Vita

Le ricercatrici e i ricercatori dell’Ispra sono al 44° giorno di permanenza sul tetto della sede di via Casalotti a Roma. E’ sembrato doveroso anche a me passare del tempo con loro proprio in un giorno festa. Finalmente si è un po’ aperto il muro di gomma del governo e del ministero dell’ambiente. Lunedì 11 si terrà il primo incontro. E’ una vicenda scandalosa, che mette a rischio drammaticamente il futuro di tantissime persone, esperte e qualificate, adibite alla ricerca e alla protezione dell’ambiente. Non è accettabile che nell’Italia di oggi si debba salire sui tetti o sulle gru per ottenere attenzione. Nel portare l’adesione anche di Articolo21 e del suo portavoce Giulietti si è preso l’impegno a sollecitare i media, a cominciare dal servizio pubblico radiotelevisivo, perché i drammi della precarietà e della disoccupazione trovino spazio nell’informazione. Il pluralismo vero è questo.


6 gennaio 2010 - Europa

La ricerca sul tetto che scotta

Cara Europa, ho visto a "Striscia la notizia" una documentazione sul degrado ambientale, che senza le testimonianze illustrate della tv si stenterebbe a credere. Si tratta di una porcilaia a cielo aperto ai bordi del raccordo anulare di Roma, dove, sotto la pioggia e nel miscuglio di fango e deiezioni organiche che arrivano alle ginocchia, maiali magri come nell’Africa più povera, e tuttavia destinati alla macellazione e alle nostre mense, sono in cerca di residui di verdura e di pane, che non trovano. Il tutto mentre un sordido guardiano dice che tutto va bene e che lo spettacolo ignobile che si presenta ai telecronisti è dovuto solo alla pioggia recente. Ma io ho visto una documentata testimonianza di degrado ambientale, praticamente in piena città di Roma, perchè al di là del raccordo vivono centinaia di migliaia di cittadini della capitale. Così mi è venuto di fare un collegamento tra quel che vedevo e quel che avevo letto sul tira e molla tra il ministro dell’Ambiente, Prestigiacomo, e ricercatori che da oltre 40 giorni e notti, compresi Natale e Capodanno, protestano contro i licenziamenti, sul tetto dell’Ispra, l’istituto per la protezione e la ricerca ambientale, in via del Casaletto.
NICOLA TIRABASSI, ROMA

Non so, caro Tirabassi, se il suo collegamento tra la porcilaia inquinante e pestilenziale e la crisi dell’Ispra abbia fondamenti obbiettivi o sia solo l’ovvio richiamo che, di fronte a un caso di inquinamento ambientale, ciascuno di noi farebbe d’istinto alle vicende anche dell’Ispra. Io so di certo che la ministra Prestigiacomo ha impiegato 42 giorni per decidersi a incontrare rappresentanze sia della maggioranza dei ricercatori, aderenti ai sindacati confederali, sia della minoranza aderente alle Rdb (rappresentanze di base), che hanno trascorso anche le feste sul tetto che scotta. E che hanno richiamato più volte l’attenzione di giornali (non di quelli di destra, si capisce) e delle tv regionali e nazionali. Ai ricercatori avevano espresso solidarietà il capogruppo del Pd alla camera, Franceschini, e il senatore Marino, che della ricerca scientifica è uno dei massimi rappresentanti in parlamento. Immagino che lei conosca qualcosa della vicenda Ispra: l’istituto, commissariato un anno e mezzo fa (luglio 2008) contava 1439 lavoratori: di cui 905 con contratto a tempo indeterminato e 534 a tempo determinato o con altre forme di lavoro flessibile (co.co.co, borse di studio, assegni di ricerca). Insomma precari. A sentire la Prestigiacomo, che con flemma meridionale ha finalmente incontrato rappresentanze dei ricercatori e annunciato un tavolo tecnico a partire dall’11 gennaio, il suo piano triennale mirerebbe a ridurre l’anomalia di un precariato pari a più di un terzo dell’intero personale. Per conseguire questo obbiettivo, cioè a fin di bene, l’anno scorso non ha rinnovato il contratto di lavoro a circa 500 ricercatori: così, per potenziare l’Ispra «con particolare riferimento alle finalità di ricerca e tutela ambientale». Una classica ricetta brunettiana, e difatti il ministero della Funzione pubblica è, dopo quello dell’Ambiente e insieme al Tesoro (cioè Tremonti), il più coinvolto nella vertenza. Giustamente, a parer mio, il senatore Ignazio Marino, che tiene d’occhio la faccenda, ha giudicato «inconcludente » l’incontro di lunedì. «Il ministro – ha detto il senatore – parla di valorizzazione e promozione della ricerca, ma davanti ai ricercatori dell’Ispra ci sono solo la certezza dei licenziamenti e il miraggio di un tavolo tecnico. Il ministro, se vuol fare qualcosa di concreto, stabilizzi i precari o, meglio, bandisca un concorso urgente, per valutarne il merito: in modo da prendere in considerazione i titoli scientifici delle centinaia di persone che, dal 31 dicembre, sono praticamente licenziate». Quale migliore risposta anche al ministro Brunetta che, nell’invocare la riforma totale della Costituzione, vuole che la Carta dichiari fondamenti della repubblica il mercato, le imprese e il merito?
Federico Orlando


5 gennaio 2010 - Adnkronos

RICERCA: LEGAMBIENTE REGALA CARBONE AL COMMISSARIO DELL'ISPRA
GLI AMBIENTALISTI, VOGLIAMO SOLLECITARE UNA SOLUZIONE PER I PRECARI

Roma, 5 gen. - (Adnkronos)- I precari dell'Istituto Ispra sono ancora sul tetto e Legambiente consegna il carbone della Befana al commissario straordinario dell'istituto di ricerca, Vincenzo Grimaldi, per «sollecitare una soluzione». Il sacco pieno di carbone è stato consegnato questa mattina a Grimaldi dalla Befana di Legambiente che, cavalcando la sua scopa, è arrivata fino alla sede centrale dell'ente in via Brancati, a Roma. Intanto sono ormai 44 giorni che sul tetto della sede di via Casalotti i ricercatori precari protestano contro il loro licenziamento. «L'intento della Befana ambientalista -spiega Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente- è quello di sollecitare il prefetto Grimaldi a prestare attenzione alle richieste dei lavoratori, affinchè si trovi una soluzione che tenga conto delle competenze e della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti». «L'azione che il prefetto sta intentando, irrigidendo le procedure e tagliando posti di lavoro, -sottolinea Venneri- impedirà infatti la prosecuzione delle ricerche su un bene primario per l'interesse generale del paese e, oltre a disperdere professionalità e competenze, determinerà anche l'impossibilità di sviluppare il controllo pubblico su temi di primaria importanza e di interesse generale». Per Venneri, inoltre, «il governo deve fare il possibile affinchè la ricerca pubblica ambientale non venga svenduta». Il sacco privo di caramelle, consegnato oggi dalla Befana di Legambiente è, infatti, anche un modo per «cercare di scongiurare il rischio che, con il taglio alla ricerca, -spiegano gli ambientalisti- siano compromesse importanti attività come gli interventi sulla biodiversità marina, le emergenze in mare, tra cui anche le cosiddette 'navi dei velenì, le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, l'informazione ambientale, l'aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera e la prevenzione del dissesto». «Speriamo vivamente -conclude il numero due di Legambiente, Sebastiano Venneri- che il Prefetto ripensi alla situazione dei lavoratori dell'Ispra ed eviti al nostro Paese di perdere un grande patrimonio nel settore strategico della ricerca». Insieme a Legambiente, oggi era presente una delegazione dei precari dell'Ispra, ormai da 44 giorni sul tetto della sede di via Casalotti a Roma. «Le bugie dei commissari, riportate anche dal Ministro Prestigiacomo, sono tante -afferma Massimiliano Bottaro, portavoce dei precari Ispra-. Secondo loro in Ispra ci sono '534 lavoratori con contratto flessibilè, mentre lo stesso ministro Stefania Prestigiacomo, durante un'audizione alla commissione ambiente della Camera del 29 ottobre del 2008, ha affermato che i precari in Ispra erano 618». «Riguardo la scadenza di '111 contrattì a fine 2009, le scadenze proseguono nei primi mesi del 2010, per un totale di 230 rapporti a termine: di questi, -conclude Bottaro- oltre 150 al momento non hanno avuto nessuna proroga, non si tratta quindi di 21 lavoratori come riportato dai prefetti».


5 gennaio 2010 - Radio Città Aperta

Ispra: dopo l'incontro col ministro i precari rimangono sul tetto
Legambiente regala il carbone al Commissario dell'ente

Finalmente i precari dell'Ispra hanno avuto ieri pomeriggio il loro primo incontro con il ministro dell'Ambiente Stefania Prstigiacomo, la quale ha annunciato che da lunedì prossimo sarà aperto un tavolo tecnico, ma i precari hanno comunque deciso di continuare nel frattempo con le loro iniziative di protesta contro i licenziamenti che vanno avanti da oltre 42 giorni e resteranno ancora sul tetto dell'Istituto, in via Casalotti, dove hanno trascorso anche tutte le feste natalizie e il Capodanno. "Il primo incontro col ministro Stefania Prestigiacomo e il capo dipartimento della Funzione pubblica ha mostrato una volontà di affrontare le problematiche al centro della protesta che va avanti ormai da 42 giorni", dice Emma Persia, coordinatrice dell'Usi - Rdb Ricerca dell'Istituto, aggiungendo: "In particolare, il ministro vigilante ha affermato di voler agire per la valorizzazione delle professionalità presenti all'Ispra". "Per questo - ha proseguito - nel tavolo tecnico che il ministro ha deciso di aprire da lunedì prossimo, 11 gennaio, porteremo i numeri esatti e presenteremo soluzioni tecniche ed economiche, oltre a quelle già offerte dalle istituzioni locali, sperando che in quella sede vengano esaminate adeguatamente, visto che consentono il totale rispetto della normativa vigente". Ma, dopo 42 giorni di protesta, il sindacato di base e i precari non hanno intenzione di "aspettare per una settimana senza agire", e annunciano: "La mobilitazione dei ricercatori e tecnici interessati dai licenziamenti, oltre 480 tra quelli allontanati nel corso del 2009 e coloro i cui contratti scadono in questi giorni, andrà avanti con nuove iniziative, oltre a proseguire con l'occupazione del tetto". In particolare, l'Usi - RdB Ricerca ha avviato le procedure di conciliazione per lo sciopero del comparto ricerca a sostegno della vertenza dei precari dell'Ispra e per un piano di rilancio e di investimenti a favore della ricerca pubblica nazionale. I precari inoltre stanno organizzando per la fine della prossima settimana un'assemblea cittadina per dibattere sul tema della ricerca e i controlli ambientali, alla quale saranno invitati rappresentanti politici, cittadini, istituzioni, associazioni, università ed esperti del settore. Questa mattina Michela Mannozzi, del coordinamento precari Ispra dell'Usi-Rdb Ricerca, ha raccontato gli ultimi sviluppi ai microfoni di Radio Città Aperta. Anche lei ha passato sul tetto le feste, e a Capodanno ha brindato pur sapendo di non avere più uno stipendio. «Dal primo gennaio io e altri 230 lavoratori siamo ufficialmente disoccupati e per questo non possiamo mollare. Dobbiamo riconoscere che per la prima volta da un anno a questa parte i segnali ci sono. Sembra davvero che il ministero si stia impegnando per assicurare a tutti il rinnovo. Ma 42 giorni di lotta e di freddo non si possono esaurire con la promessa di un tavolo tecnico. Noi vogliamo verificare l’esistenza di una volontà politica per la nostra regolarizzazione. Dopo 12 anni di precariato, vogliamo un contratto stabile. Inoltre la ministra Prestigiacomo ha parlato solo 21 licenziamenti mentre in realtà nel 2009, 430 ricercatori dell’Ispra hanno perso il lavoro. A Capodanno sono scaduti gli ultimi 230 contratti e soltanto una settantina di questi lavoratori ha firmato un rinnovo annuale. Insomma, le cifre sono ben diverse…». Tra le varie iniziative in preparazione Michela Mannozzi ne ha annunciata anche un'altra: «Abbiamo intenzione di promuovere una conferenza internazionale sull’importanza della prevenzione ambientale nel bacino del Mediterraneo. La nostra battaglia, oltre che per la difesa del nostro posto di lavoro, è a favore dell’ambiente. Dimezzando i ricercatori dell’Ispra si dimezzano i controlli sul dissesto idrogeologico, sulla qualità delle acque, sulla sicurezza dell’ambiente. Insomma, noi chiediamo un rilancio dell’Istituto e non solo per garantire il nostro posto di lavoro». E mentre i precari rimangono sul tetto di Via di Casalotti l'associazione Legambiente oggi ha consegnato al commissario straordinario dell'Istituto Vincenzo Grimaldi un sacco pieno di carbone. "L'intento della befana ambientalista - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente - è sollecitare il prefetto Grimaldi a prestare attenzione alle richieste dei lavoratori, affinché si trovi una soluzione che tenga conto delle competenze e della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti. L'azione che il prefetto sta intentando, irrigidendo le procedure e tagliando posti di lavoro, impedirà infatti la prosecuzione delle ricerche su un bene primario per l'interesse generale del paese e, oltre a disperdere professionalità e competenze, determinerà anche l'impossibilità di sviluppare il controllo pubblico su temi di primaria importanza e di interesse generale. Il governo deve fare il possibile affinché la ricerca pubblica ambientale non venga svenduta". Si teme infatti che il taglio alla ricerca comprometta numerose attività, dagli interventi sulla biodiversità marina alle emergenze in mare (tra cui le cosiddette "navi dei veleni"), dalle bonifiche di siti contaminati, all'informazione ambientale, all'aggiornamento del registro delle emissioni nell'atmosfera."


5 gennaio 2010 - Green Report

La befana di Legambiente porta carbone al commissario straordinario Ispra
20100105_greenreport.jpg (58918 byte)

FIRENZE - Continua senza risposte la dignitosa protesta dei ricercatori precari dell'Ispra che ormai da 44 giorni occupano il tetto della sede di via Casalotti. Oggi a sostenere i lavoratori è arrivata anche la befana di Legambiente che poi si è diretta fino alla sede centrale dell'ente, in via Brancati a Roma, per consegnare un sacco pieno di carbone al commissario straordinario dell'Ispra Vincenzo Grimaldi. «L'intento della befana ambientalista - ha sottolineato Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente - è quello di sollecitare il prefetto Grimaldi a prestare attenzione alle richieste dei lavoratori, affinché si trovi una soluzione che tenga conto delle competenze e della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti. L'azione che il prefetto sta intentando, irrigidendo le procedure e tagliando posti di lavoro, impedirà infatti la prosecuzione delle ricerche su un bene primario per l'interesse generale del paese e, oltre a disperdere professionalità e competenze, determinerà anche l'impossibilità di sviluppare il controllo pubblico su temi di primaria importanza e di interesse generale. Il governo deve fare il possibile affinché la ricerca pubblica ambientale non venga svenduta». Al di la dell'interesse per la sorte di questo gruppo di ricercatori, Legambiente è preoccupata per il rischio che corrono, con il taglio alla ricerca, importanti attività come gli interventi sulla biodiversità marina, le emergenze in mare (tra cui anche le cosiddette "navi dei veleni"), le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, l'informazione ambientale, l'aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera e la prevenzione del dissesto idrogeologico. «Speriamo vivamente che il Prefetto ripensi alla situazione dei lavoratori dell'Ispra ed eviti al nostro Paese di perdere un grande patrimonio nel settore strategico della ricerca» ha concluso Venneri.


5 gennaio 2010 - L'Unità

Dopo 42 notti passate sul tetto ieri i delegati sono stati ricevuti dal ministro Prestigiacomo. Lunedì convocato il primo tavolo tecnico. Ma sui numeri c’è disparità tra lavoratori e governo
Ispra, tutto rimandato. I ricercatori non scendono
Ci sono volute 42 notti sul tetto e la scadenza di altri 230 contratti, ma alla fine il ministro Prestigiacomo ha aperto un tavolo per i precari dell’Ispra. È convocato per lunedì. Nell’attesa loro restano sul tetto
di FELICIA MASOCCO

Roma - Ha aspettato un mese e mezzo per pronunciarsi, alla fine il ministro Stefania Prestigiacomo ha detto la sua sull’Ispra, l’istituto per la ricerca e la protezione ambientale cui il suo ministero, di concerto con il Tesoro e la Funzione Pubblica, ha tagliato le prospettive e, nel 2009, 480 contratti.
A FIN DI BENE
Dopo 42 notti passate dormire sul tetto dell’istituto, ieri una delegazione di ricercatori è stata ricevuta dalla titolare dell’Ambiente, la quale si è difesa snocciolando una serie di cifre e smentendo di aver abbandonato la ricerca, accusa che le vienemossa da ogni dove.Ariprova della buona volontà, la convocazione per lunedì prossimo di un tavolo tecnico al ministero per tentare una soluzione. Sarà l’occasione per i ricercatori di presentare le loro cifre che differiscono da quelle del governo. Almeno fino ad allora, dal tetto non scenderanno e continueranno la protesta anche con altre iniziative. Perché di concreto ieri non si è intravisto nulla, né nell’incontro con Cgil, Cisl e Uil e Anpri, né con l’Usi-Rdb che è la sigla di riferimento per i ricercatori saliti sul tetto. Secondo una nota ministeriale non ci sarebbe stato «nessun abbandono», «piuttosto valorizzazione e promozione della ricerca». Questo il quadro fornito dal ministero: al momentodel commissariamento, fine luglio 2008, l’Ispra contava su 905unità di personale a tempo indeterminato e 534 unità di personale con contratti flessibili (a tempo determinato, co.co.co, assegni di ricerca, borse di studio) per un totale di 1439 lavoratori. Per ripianare questa situazione, giudicata da Prestigiacomo, «una forte anomalia visto che il precariato rappresentava il 38%della forza lavoro», è stato predisposto un piano triennale per ridurre l’area del precariato e portare a 400 le assunzioni a tempo indeterminato. In pratica se quasi 500 ricercatori nel 2009 non hanno avuto il rinnovo del contratto, è a fin di bene. È un po’ contraddittorio ma è quanto si legge nella nota dell’Ambiente che precisa, l’obiettivo era «potenziare l’Ispra, con particolare riferimento alle finalità di ricerca e tutela ambientale».
INCONCLUDENTE
I ricercatori non sottovalutano l’aver ottenuto una sede di confronto, ma non si fanno soverchie illusioni: «Il primo incontro con Prestigiacomo e il capo dipartimento della funzione pubblica ha mostrato la volontà di affrontare le problematiche - diceEmmaPersia, coordinatrice dell’Usi-Rdb-. In particolare il ministro ha affermato di voler agire per la professionalità. Lunedì le porteremo i numeri esatti e presenteremo soluzioni tecniche ed economiche , oltre a quelle giù offerte dalle istituzioni locali, sperando che vengano esaminate adeguatamente». A sottolineare «l’inconcludenza » dell’incontro di ieri è Ignazio Marino. «Il ministro parla di valorizzazione e promozione della ricerca, madavanti agli occhi dei ricercatori dell'Ispra ci sono solo la certezza dei licenziamenti e il miraggio di un tavolo tecnico», taglia corto il senatore Pd in sintonia con i colleghi Roberto della Seta e Francesco Ferrante. «Il ministro -continua Marino - stabilizzi i precari o, ancora meglio, ne valuti il meritobandendourgentemente un concorso nel quale vengano presi in considerazione i titoli scientifici delle centinaia di ricercatori che, dalla notte di San Silvestro, sono tecnicamente licenziati». In attesa di lunedì, continua la protesta sul tetto dell’istituto nel quartiere Casalotti, dovrebbe invece rientrare lo sciopero della Usi-Rdb Ricerca, sono infatti in corso le procedure di conciliazione. Un’assemblea cittadina per parlare della ricerca e dei controlli ambientali è in programma per la fine della prossima settimana.


5 gennaio 2010 - NewNotizie

Precari sui tetti, resistono ancora dopo 42 giorni
di Mattia Nesti

Quello appena trascorso è stato il quarantaduesimo giorno trascorso dai precari dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) sul tetto della loro sede romana in Via Casalotti, dopo che l’ente ha comunicato il licenziamento di 430 lavoratori. Così, dopo il Natale (quando avevano ricevuto la solidarietà di Ignazio Marino), anche per il giorno dell’Epifania una rappresentanza dei lavoratori rimarrà sul tetto per portare avanti la lotta contro i licenziamenti, rivendicando il diritto al lavoro e la dignità del lavoro, tanto odiata da questo Governo e dal ministro Brunetta. Questa mattina i lavoratori, dopo quarantadue giorni di attesa, sono finalmente riusciti ad incontro il Ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, unica attendibile rappresentante dell’ISPRA. "Siamo delusi, – si legge in un comunicato dei precari in lotta – anche se abbiamo ottenuto per lunedì prossimo l’apertura di un tavolo tecnico, che potrebbe portare dei risultati concreti. Ma la nostra delusione è stata più per l’atteggiamento del ministro, che ci aspettavamo maggiormente comprensiva nei nostri confronti. Invece, ha detto, nell’ordine: che la nostra protesta riguarda solo una manciata di lavoratori, che lei ha già fatto tantissimo per rilanciare questo Istituto e noi dovremmo solo ringraziarla, e ha addirittura insinuato che alcuni dei nostri colleghi licenziati sarebbero dei raccomandati che non meritano il posto". Evidentemente il Governo è sempre più infastidito dai tanti episodi di lotta, a centinaia su tutto il territorio nazionale, che sempre più spesso riescono a fare breccia nei media nazionali, seguendo il virtuoso esempio degli operai della INNSE, che lo scorso agosto occuparono le prime pagine di giornali e telegiornali occupando la fabbrica e passando diversi giorni su una gru a 18 metri da terra. Anche perché, nel corso di queste settimane, i precari della ISPRA sono stati capaci di coniugare la lotta per difendere il loro posto di lavoro con una più ampia battaglia a favore della ricerca, che, a partire dalle riforme della scuola pubblica, è stata sempre sotto l’attacco del Governo Berlusconi. Al tavolo di questa mattina hanno partecipato solo i rappresentanti dei sindacati di base, dato che Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di trattare separatamente con la Prestigiacomo. "Nella riunione – ha spiegato Michela Mannozzi, del coordinamento precari - è emerso che tanti impedimenti avanzati dai commissari non hanno fondamento. Se venissero applicate le norme della funzione pubblica stabilite dallo stesso Brunetta, noi oggi avremmo almeno la continuità contrattuale. Tranne quelli di noi che hanno bisogno di un rifinanziamento del progetto di ricerca". Intanto i lavoratori annunciano che continueranno nella loro occupazione ad oltranza e che, il prossimo 15 gennaio, organizzeranno un’assemblea cittadina per rendere partecipe tutta la città della loro lotta per il lavoro e la ricerca, il futuro del nostro Paese.


5 gennaio 2010 - Liberazione

Lunedì prossimo nuovo incontro. I lavoratori senza più contratto attendono la verifica concreta
Ispra, impegno Prestigiacomo a riassumere i precari
di Paolo Persichetti

Si è tenuto ieri presso il ministero dell'Ambiente, presente anche il capo dipartimento della Funzione pubblica, l'incontro tra la ministra Stefania Prestigiacomo e i lavoratori precari dell'Ispra, l'istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, che da 43 giorni occupano il tetto della loro sede in via di Casalotti a Roma. Inizialmente previsto per le 11, il tavolo con i precari accompagnati dal rappresentante dell'Usi-RdB si è aperto solo alle 13 ed è durato fino alle 14,30 circa. Nella mattinata la ministra aveva ricevuto i sindacati confederali, insieme all'Anpri (sindacato dei dirigenti). I lavoratori in lotta hanno preso atto della volontà politica positiva espressa dalla responsabile del dicastero dell'Ambiente che durante l'incontro ha escluso qualsiasi «volontà di abbandono» ma piuttosto «l'intenzione di valorizzare e promuovere la ricerca». In una nota diffusa nel primo pomeriggio, la Prestigiacomo ha fatto sapere che per ripianare la situazione di «forte anomalia» presente tra i lavoratori dell'Ispra, in una condizione di precariato cronico che raggiunge il 38% dell'intero personale, con contratti atipici che spaziano lungo l'intero arco dei modelli di flessibilità congeniati, dal tempo determinato (nella migliore delle ipotesi) ai Co.co.co., agli assegni di ricerca, alle borse di studio, sarebbe pronto «un piano di assunzioni volto a portare nel prossimo triennio alla stabilizzazione a tempo indeterminato per quasi 400 unità e a ridurre l'area del precariato a una percentuale fisiologica». Pur apprezzando queste dichiarazioni, i lavoratori hanno comunque rilevato alcune incongruenze importanti, costatando con un certo sconcerto che la struttura commissariale ai vertici dell'Ente di ricerca non ha fornito al ministero le cifre esatte. Nel corso della seduta, infatti, la Prestigiacomo avrebbe parlato «solo di 21 persone a rischio». Numeri immediatamente contestati dai lavoratori, come la cifra dei 534 lavoratori precari complessivi indicata sempre dal ministro al posto dei 618 reali. D'altronde dopo il mancato rinnovo dei contratti, almeno 480 lungo tutto il 2009, all'interno dell'Ispra vige il caos più assoluto tanto che i commissari hanno diramato un ridicolo ordine di servizio nel quale si trovano inclusi nomi di persone senza più contratto. L'incontro si è concluso con la decisione di aprire un tavolo tecnico dal prossimo lunedì 11 gennaio, sede nella quale i lavoratori faranno valere in modo documentato le cifre esatte della situazione e presenteranno «soluzioni tecniche ed economiche nel rispetto delle normative vigenti», tenendo anche conto degli impegni già annunciati dalla provincia di Roma e dalla regione Lazio venute incontro alle richieste dei precari. Oltre ai rinnovi contrattuali scaduti, l'obiettivo è quello della graduale stabilizzazione del personale attraverso il riconoscimento della natura «subordinata» delle prestazioni fornite. Dopo 12 anni di contratti atipici è giunta l'ora di includere stabilmente i lavoratori in azienda. Nell'attesa che il tavolo tecnico previsto la prossima settimana traduca gli impegni di principio in risultati concreti, i precari hanno deciso di rimanere sul tetto. «La mobilitazione - sottolinea un comunicato diffuso dalla coordinatrice sindacale dell'Usi-RdB - andrà avanti con nuove iniziative, oltre a proseguire con l'occupazione del tetto. In particolare, l'Usi-RdB Ricerca ha avviato le procedure per lo sciopero del comparto ricerca a sostegno della vertenza dei precari dell'Ispra e per un piano di rilancio e di investimenti a favore della ricerca pubblica nazionale». L'obiettivo è quello di arrivare per la fine della prossima settimana a un'assemblea cittadina per dibattere sul tema della ricerca e i controlli ambientali, alla quale saranno invitati rappresentanti politici, cittadini, istituzioni, associazioni, università ed esperti del settore.


5 gennaio 2010 - Il Manifesto

ISPRA Dopo 43 giorni di occupazione ininterrotta, il ministero apre un confronto
I precari dal tetto al tavolo
Centinaia in attesa di stabilizzazione: «Ora basta ai contrattini»
di Giulia Torbidoni

Ci sono voluti 42 giorni di protesta, Natale e Capodanno compresi, passati sopra un tetto e sotto il riparo di alcune tende, prima di ottenere un incontro con il ministero. Sono i precari dell'Ispra che, ieri, hanno avuto la prima riunione con il ministero dell'ambiente, il vice-capo di gabinetto della Funzione pubblica e i rappresentanti della struttura commissariale. A questo incontro mancavano i sindacati confederali che «hanno chiesto un tavolo separato dal nostro», ha ricordato Michela Mannozzi del coordinamento precari dell'Usi-RdB.
Due tavoli per un'unica vicenda, quindi. Un fatto, questo, che non è sfuggito alla ministra dell'ambiente Stefania Prestigiacomo che ha esordito dicendo che «le RdB protestano solo per le 21 persone più a rischio mentre i confederali per tutti gli altri», ha ricordato ancora Mannozzi. «Non è così. La nostra protesta è in nome di tutti i lavoratori dell'Ispra. Chiediamo contratti per tutti e il rilancio dell'istituto che non può che passare da noi e dalle nostre professionalità».
Alla fine dell'incontro, durato più di un'ora, si è stabilito di aprire un tavolo tecnico interministeriale. Lunedì prossimo, infatti, i ministeri dell'ambiente, della funzione pubblica e la struttura commissariale si siederanno di nuovo per trovare le soluzioni da prospettare per i precari.
«Nella riunione - ha sottolineato Mannozzi - è emerso che tanti impedimenti avanzati dai commissari non hanno fondamento. Se venissero applicate le norme della funzione pubblica stabilite dallo stesso Brunetta, noi oggi avremmo almeno la continuità contrattuale. Tranne quelli di noi che hanno bisogno di un rifinanziamento del progetto di ricerca». Per esempio, «prima di essere riassunta, io sono costretta a uno stacco di 20 giorni tra un contratto e l'altro. Invece, il contratto nazionale della ricerca permette una continuità fino a 5 anni». Nell'incontro, inoltre, il ministro ha avanzato la possibilità che si facciano nuovi bandi di concorso con una riserva del 60%. Cioè, l'Ispra può bandire un certo numero di posti a tempo determinato, riservando il 60% di quel numero a chi già lavora nell'istituto.
«C'è un primo segnale. Un tavolo interministeriale è una grande conquista per una occupazione condotta pacificamente, ma stiamo con i piedi per terra», ha detto Mannozzi. Intanto, però, i piedi dei ricercatori restano sul tetto. «La ministra non si aspetti che scendiamo prima di lunedì prossimo. Vogliamo atti concreti». L'occupazione non si ferma, quindi. Anzi, si pensa a nuove iniziative da programmare.
Dopo l'incontro con la ministra Prestigiacomo, infatti, i ricercatori si sono raccolti in assemblea per discutere il da farsi. «Venerdì 15 gennaio terremo un'assemblea cittadina a cui sono invitati tutti: associazioni che si occupano di territorio e ambiente e tutti quelli che vorranno». Per fine mese è previsto uno sciopero nazionale di tutti gli enti pubblici di ricerca e «stiamo pensando a una conferenza internazionale. Chiameremo intellettuali, scienziati ed esperti, dall'Europa all'area del Mediterraneo, per parlare di tutela ambientale a livello politico, sociale ed economico».
Dall'1 gennaio, 230 lavoratori dell'Ispra sono disoccupati perché il loro contratto non è stato rinnovato. Un numero che si va ad aggiungere a quelli che hanno perso il posto di lavoro durante il 2009. In totale 430. L'istituto è stato commissariato alla fine di luglio del 2008. Contava sul lavoro di 1.439 persone di cui il 38% aveva contratti flessibili (a tempo determinato, co.co.co., borse di studio e assegni di ricerca). Sembra che la ministra abbia messo in campo un piano di assunzione di 400 unità per ridurre l'area di precariato. «Magari - ha commentato Mannozzi - ma questa cosa, nella riunione di ieri, noi non l'abbiamo sentita».


5 gennaio 2010 - Il Sole 24 Ore

LA PROTESTA DEI RICERCATORI DELL'ISPRA
La Prestigiacomo incontra i precari che restano sul tetto

Hanno deciso di rimanere sul tetto e di continuare la protesta cominciata ormai 42 giorni orsono. Ieri però si è aperto un piccolo spiraglio per i precari dell'Ispra, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha infatti incontrato le rappresentanze sindacali dei ricercatori e ha annunciato che lunedì partirà un tavolo tecnico per esplorare tutte le possibili soluzioni. «Nessun abbandono, piuttosto valorizzazione e promozione della ricerca», è stato il commento del titolare dell'Ambiente al termine della riunione.
Soddisfatta Emma Persia, coordinatrice dell'Usi-Rdb Ricerca dell'Ispra. «Il primo incontro con il ministro e il capo del dipartimento della funzione pubblica ha mostrato una volontà di affrontare le problematiche al centro della protesta che va avanti ormai da 42 giorni». E, in attesa del confronto della prossima settimana, i sindacati proseguiranno la mobilitazione con nuove iniziative.


5 gennaio 2010 - Avvenire

Prestigiacomo: i precari dell’Ispra? Nessun abbandono
Ipotesi di tavolo con Regione Lazio e Provincia di Roma
di DIEGO MOTTA

Guerra sui numeri e schermaglie intorno al negoziato. Quello andato in scena ieri al ministero dell’Ambiente è stato il primo atto, non risolutivo, di un confronto che promette di durare almeno fino alla fine del mese.
Da una parte i ricercatori dell’Ispra, irriducibili nel difendere le loro posizioni dal tetto dell’istituto, dall’altro il ministro Stefania Prestigiacomo, che ieri ha chiarito le posizioni del governo. «Nessun abbandono, piuttosto valorizzazione e promozione della ricerca» ha ribadito la rappresentante dell’esecutivo, che ha smentito le cifre sui tagli diffuse dai lavoratori dell’istituto per la protezione ambientale.
Secondo il ministro, infatti, sarebbero solo 21 le persone a rischio: solo un decimo rispetto a quelli annunciati dalla rappresentanza Usi- Rdb, la sigla che ha promosso la mobilitazione. Una «forbice» così grande è giustificata solo con una diversa interpretazione delle norme sui contratti. Così, per il ministero, a fronte di una «forte anomalia» rappresentata dal 38% di precari, «è stato posto in campo un piano di assunzioni volto a portare nel triennio ad assunzioni a tempo indeterminato per quasi 400 unità» . «Per quanto ci riguarda, c’è invece il rischio che per il rinnovo dei contratti scaduti servano sei, otto mesi senza alcuna garanzia che questo avvenga » replica Pier Paolo Giordano, uno dei rappresentanti della protesta.
Il risultato più importante ottenuto al termine di un incontro rivelatosi interlocutorio è stato probabilmente la disponibilità mostrata dal ministro di esplorare tutte le soluzioni possibili per assicurare risorse alla ricerca, a partire dall’interesse mostrato dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma, che nei giorni scorsi hanno fatto sapere di voler finanziare con 10 milioni di euro progetti di ricerca in collaborazione con l’Ispra: risorse che permetterebbero almeno la trasformazione dei co. co. co e degli assegni di ricerca in contratti a tempo determinato, come chiedono i lavoratori.
Nel confronto tecnico voluto dalla Prestigiacomo, che si aggiornerà lunedì prossimo, ci sarà anche questo punto, oltre alla calendarizzazione delle prossime tappe del negoziato. «Fino ad allora resteremo sul tetto – conferma Giordano – e nel frattempo vorremmo organizzare un’assemblea aperta a tutti per ragionare sulla condizione dei precari nel mondo della ricerca, chiamando a raccolta anche quei parlamentari che in queste settimane ci hanno sostenuto» .


5 gennaio 2010 - Corriere di Viterbo/Rieti

Prestigiacomo: tavolo tecnico per i precari dell’Ispra
Il ministro ha incontrato i sindacati. I ricercatori da oltre un mese manifestano sul tetto dell’Istituto

Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha avuto ieri mattina un incontro con le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell’Ispra. La situazione dei precari dell’Istituto - informa una nota - è stata discussa in due riunioni separate, prima con Cgil, Cisl Uil e Anpri e, successivamente, con Usi-Rdb che rappresenta i lavoratori che da oltre un mese manifestano sul tetto della sede dell’Istituto. Il ministro ha illustrato ai sindacati la situazione dell’Ispra che al momento del commissariamento, fine luglio 2008, contava su 905 unità di personale a tempo indeterminato e 534 unità di personale con contratti flessibili (a tempo determinato, co.co.co, assegni di ricerca, borse di studio) per un totale di 1439 lavoratori. Per ripianare questa situazione di forte anomalia dove, il precariato rappresentava il 38% della forza lavoro, è stato posto in campo un piano volto a portare nel triennio ad assunzioni a tempo indeterminato per quasi 400 unità e a ridurre l’area del precariato ad una percentuale fisiologica. Il ministro ha quindi sottolineato come il Governo abbia nei fatti programmato un piano di potenziamento dell’Istituto, con particolare riferimento alle finalità di ricerca e tutela ambientale. "Non vi è stata quindi alcun ’abbandono’ della ricerca, ma esattamente il contrario: un progetto organico di valorizzazione e promozione delle attività dell’Ispra proiettato nel futuro e tendente alla stabilizzazione del personale addetto". La Prestigiacomo ha dato la sua disponibilità ad avviare da subito un tavolo di confronto tecnico presso il ministero con i sindacati al fine di esplorare tutte le soluzioni possibili, anche alla luce delle proposte avanzate a mezzo stampa dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma e che già da oggi verranno verificate.


5 gennaio 2010 - Legambiente

Befana di Legambiente consegna carbone al Commissario Ispra
Legambiente "La ricerca ambientale non deve essere svenduta"

Un sacco pieno di carbone per il commissario straordinario dell’Ispra Vincenzo Grimaldi. A consegnarlo stamattina è stata la befana di Legambiente che, cavalcando la sua scopa, è arrivata fino alla sede centrale dell’ente in via Brancati a Roma. Sono ormai 44 giorni, infatti, che sul tetto della sede di via Casalotti i ricercatori precari protestano contro il loro licenziamento. "L’intento della befana ambientalista - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente – è quello di sollecitare il prefetto Grimaldi a prestare attenzione alle richieste dei lavoratori, affinché si trovi una soluzione che tenga conto delle competenze e della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti. L'azione che il prefetto sta intentando, irrigidendo le procedure e tagliando posti di lavoro, impedirà infatti la prosecuzione delle ricerche su un bene primario per l'interesse generale del paese e, oltre a disperdere professionalità e competenze, determinerà anche l’impossibilità di sviluppare il controllo pubblico su temi di primaria importanza e di interesse generale. Il governo deve fare il possibile affinché la ricerca pubblica ambientale non venga svenduta". Il sacco privo di caramelle, consegnato oggi dalla befana di Legambiente è, infatti, anche un modo per cercare di scongiurare il rischio che con il taglio alla ricerca siano compromesse importanti attività come gli interventi sulla biodiversità marina, le emergenze in mare (tra cui anche le cosiddette "navi dei veleni"), le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, l’informazione ambientale, l’aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera e la prevenzione del dissesto. "Speriamo vivamente – ha concluso Venneri - che il Prefetto ripensi alla situazione dei lavoratori dell’Ispra ed eviti al nostro Paese di perdere un grande patrimonio nel settore strategico della ricerca". Insieme a Legambiente, oggi era presente una delegazione dei precari dell’Ispra, ormai da 44 giorni sul tetto della sede di via Casalotti a Roma. "Le bugie dei commissari, riportate anche dal Ministro Prestigiacomo, sono tante – ha aggiunto Massimiliano Bottaro, portavoce dei precari Ispra -. Secondo loro in Ispra ci sono ‘534 lavoratori con contratto flessibile’, mentre lo stesso ministro Stefania Prestigiacomo, durante un’audizione alla commissione ambiente della Camera del 29 ottobre 2008, ha affermato che i precari in Ispra erano 618. Riguardo la scadenza di "111 contratti" a fine 2009, le scadenze proseguono nei primi mesi del 2010, per un totale di 230 rapporti a termine: di questi, oltre 150 al momento non hanno avuto nessuna proroga, non si tratta quindi di 21 lavoratori come riportato dai prefetti".


5 gennaio 2010 - Il Tempo

Ispra, sul tetto della protesta il bluff di ventuno lavoratori
L'Istituto di ricerca ha già regolarizzato più di 400 contratti

I lavoratori dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) restano sui tetti. Protestano. Non mollano. Chiedono un posto fisso. O almeno una scrivania ancora per un anno. Alzano un polverone dietro il quale sembrano quasi in mille a sventolare la bandiera della disoccupazione. In realtà sono ventuno persone. La storia delle regolarizzazioni dei contratti dell'Istituto, nato nel 2008 dalla fusione di tre enti (Apat, Cram e Infs), è meno tortuosa di quanto sembrerebbe. Un'avventura di certo lunga e sofferta, ma lineare. Al momento del commissariamento, nel luglio 2008, l'ente di ricerca contava 905 dipendenti con contratto a tempo inderminato e 534 con contratto flessibile. Insomma, il 38 per cento della forza lavoro era precaria ed è partito il piano di regolarizzazione. Così, già il 17 maggio scorso l'Ispra ha assunto quattordici vincitori dei concorsi pubblici e stabilizzato altri 201 lavoratori. Mentre dopo più di un mese, a luglio, sono scaduti 179 contratti a progetto già prorogati un anno prima. E nessuno di questi lavoratori aveva superato una selezione o una comparazione, ma erano stati assunti a «chiamata diretta». Insomma, dati alla mano, si è arrivati al primo dicembre dell'anno appena passato con un organico Ispra formato da 1310 contratti: 1080 a tempo indeterminato, 230 flessibili (di cui 117 a tempo determinato, 61 collaborazioni, 47 assegni di ricerca e 5 borse di studio). È nella notte di San Silvestro che 111 contratti sono scaduti innescando la grande protesta. Contratti di vario titolo: a tempo indeterminato (21), co.co.co (39), assegni di ricerca (55) e borse di studio (6). Ma di questi, ben ottantasei sono stati già rinnovati. Ne restano fuori venticinque. Quattro persone non hanno voluto continuare il rapporto con l'ente. Ventuno sono lì sui tetti dell'Ispra a dormire, protestare, col freddo o la pioggia senza differenze sventolando bandiere ed esponendo striscioni. Ventuno contratti. Punto. Molti di questi riguardano posizioni amministrative in relazione alle quali l'Ispra sta concludendo i concorsi per immettere 69 lavoratori nel personale a tempo indeterminato. Altri hanno concluso progetti che non vengono rifinanziati. Infine ci sono i contratti che, ordinariamente, non prevedono proroga come le borse di studio finalizzate a percorsi di formazione. Nessun licenziamento, dunque. È infatti per questo che la protesta sul tetto riceve l'adesione di un solo sindacato (Usi Rdb), che rappresenta poco più del dieci per cento del personale dell'Ispra. Non è neppure un caso se negli incontri di ieri tra il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo le sigle si siano divise in due riunioni. Il ministro ha dovuto tenere un confronto prima con Cgil, Cisl, Uil e Anpri. Poi con i rappresentanti Usi Rdb. Prestigiacomo, oltre a illustrare i dati, ha confermato che nei piani del governo c'è il potenziamento dell'Ispra: «Non vi è alcun abbandono della ricerca, ma esattamente il contrario: un progetto organico di valorizzazione e promozione delle attività dell'Ispra proiettato nel futuro e tendente alla stabilizzazione del personale addetto». Secondo il piano, a fine 2010 i lavoratori, tra contratti a tempo indeterminato e flessibili, saranno 1471. Trentadue in più rispetto al primo mese di commissariamento. Per lunedì, inoltre, Prestigiacomo ha fissato un tavolo tecnico per cercare di accontentare gli ultimi precari dell'Istituto e i contestatori dei tetti. Loro, per ora, hanno deciso di restare sotto le stelle.


4 gennaio 2010 - Ansa

AMBIENTE: PROTESTA PRECARI ISPRA SU TETTO CONTINUERÀ
SINDACATI DI BASE, VOGLIAMO ATTI CONCRETI

(ANSA) - ROMA, 4 GEN - La protesta dei precari dell'Ispra, sostenuta dai sindacati di base Usi-RdB Ricerca, continuerà almeno fino a lunedì. Lo riferisce un rappresentante dei sindacati di base, che ha preso parte ad una delle due riunioni che oggi si sono svolte al ministero dell'Ambiente per risolvere la questione relativa alla stabilizzazione di alcuni precari dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Secondo quanto riferito, c'è, in ogni caso, «un'apertura da parte del ministro Prestigiacomo: da lunedì è infatti prevista una calendarizzazione con tavoli tecnici più che normativi». A proposito della protesta da parte dei precari sul tetto di una delle sedi dell'istituto, dovrebbe continuare ancora: «Il tetto deciderà - riferisce la rappresentante Usi-RdB - posso anticiparvi che protesteremo almeno fino a lunedì, anche perchè vogliamo atti concreti». Il ministro avrebbe, secondo quanto riportato all'esterno dalla rappresentanza Usi-RdB, parlato «solo di 21 persone a rischio», ma le cose non starebbero così. L'auspicio è che «da lunedì ci sia un processo virtuoso» per giungere ad una soluzione.

LAVORO: ISPRA; LUNEDÌ TAVOLO TECNICO MIN. AMBIENTE SU PRECARI

(ANSA) - ROMA, 4 GEN - Un tavolo tecnico è previsto per lunedì prossimo 11 gennaio per sbloccare la questione legata alla protesta dei precari dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che da 42 giorni stanno occupando il tetto della sede dell'Istituto, in via di Casalotti a Roma, per chiedere la stabilizzazione lavorativa. Questo è quanto si è deciso stamani, nel corso dei due incontri - il primo con i sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil, Anpri) e il secondo con quelli di base Usi-RdB Ricerca - al ministero dell'Ambiente. Il tavolo tecnico, previsto per la prossima settimana, dovrebbe servire a mettere a punto, dicono fonti che hanno partecipato agli incontri di oggi, «le strategie e gli strumenti per risolvere la questione».

LAVORO: ISPRA; PRESTIGIACOMO, PROMOZIONE RICERCA E NO ABBANDONO

(ANSA) - ROMA, 4 GEN - «Nessun abbandono, piuttosto valorizzazione e promozione della ricerca». Così il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo commenta l'incontro di oggi con i ricercatori precari dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che da settimane protestano sul tetto dell'istituto contro i previsti licenziamenti. Il ministro dell'Ambiente, spiega una nota del ministero, «ha avuto stamani un incontro con le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell'Ispra. La situazione dei precari dell'Istituto è stata discussa in due riunioni separate, prima con Cgil, Cisl Uil e Anpri, e, successivamente, con Usi-Rdb che rappresenta i lavoratori che da oltre un mese manifestano sul tetto della sede dell'Istituto». Il ministro ha illustrato ai sindacati la situazione dell'Ispra che al momento del commissariamento, fine luglio 2008, contava su 905 unità di personale a tempo indeterminato e 534 unità di personale con contratti flessibili (a tempo determinato, co.co.co, assegni di ricerca, borse di studio) per un totale di 1439 lavoratori. Per ripianare questa situazione di «forte anomalia dove - rileva il ministero - il precariato rappresentava il 38% della forza lavoro, è stato posto in campo un piano di assunzioni volto a portare nel triennio ad assunzioni a tempo indeterminato per quasi 400 unità ed a ridurre l'area del precariato ad una percentuale fisiologica». Il ministro ha quindi sottolineato come il Governo abbia «nei fatti programmato un piano di potenziamento dell'Istituto, con particolare riferimento alle finalità di ricerca e tutela ambientale». «Non vi è stato quindi alcun 'abbandonò della ricerca, come è stato affermato a più riprese in questi mesi - ha affermato Prestigiacomo - ma esattamente il contrario: un progetto organico di valorizzazione e promozione delle attività dell'Ispra proiettato nel futuro e tendente alla stabilizzazione del personale addetto. In questo ambito già moltissime delle posizioni precarie hanno trovato soluzione». Il ministro ha dato quindi la propria disponibilità ad avviare da subito un tavolo di confronto tecnico presso il ministero con i sindacati al fine di esplorare tutte le soluzioni possibili, anche alla luce delle proposte avanzate a mezzo stampa dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma e che già da domani verranno verificate.

AMBIENTE: RIUNIONE CON PRESTIGIACOMO SU PRECARI ISPRA
DUE INCONTRI, PRIMA CON CONFEDERALI POI CON SINDACATI DI BASE

(ANSA) - ROMA, 4 GEN - Si sta svolgendo al Ministero dell'Ambiente una riunione alla presenza del ministro Stefania Prestigiacomo sulla questione legata alla protesta dei precari dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambienta) che chiedono stabilizzazione lavorativa. Da alcuni giorni, da Natale in poi, il ministro ha rivolto ai precari un appello a scendere dal tetto di una delle sedi dell'istituto, dove si svolge la protesta, chiedendo al governo di interessarsi della situazione per trovare una soluzione. In realtà, gli incontri previsti per la mattinata di oggi sono due: il primo con i confederali rappresentanti da Cgil, Cisl, Uil e Anpri (il sindacato dei dirigenti), il secondo incontro si svolgerà con rappresentanti dei precari e con i sindacati di base Usi-Rdb che da 42 giorni stanno protestando, con una pacifica occupazione, sul tetto della sede dell'ex Icram (l'ex istituto che si occupava della ricerca marina). L'obiettivo dei sindacati, raccontano alcuni rappresentanti in attesa di essere ricevuti dal ministro, è «ottenere un piano che consenta, al di là dei rinnovi contrattuali, una graduale immissione in ruolo del personale compresi quelli licenziati nel 2009, in tutto circa 430». Sul tavolo delle riunioni della mattinata, il ministro porterà un piano, già previsto per l'Ispra per il 2010 in cui sono contenuti tutti gli sforzi per giungere a una soluzione.

LAVORO: ISPRA; DELLA SETA E FERRANTE (PD), ORA ATTI CONCRETI

(ANSA) - ROMA, 4 GEN - «Ora arrivino atti concreti». Lo chiedono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante a proposito della vicenda dei ricercatori precari dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che da oltre un mese protestano sul tetto dell'Istituto contro i previsti tagli del personale. «Dopo mesi di mobilitazione dei lavoratori precari dell'Ispra che rischiano il licenziamento e dopo 40 giorni di protesta no-stop sul tetto della sede dell'Istituto - affermano i due senatori Pd in una nota - l'incontro di oggi del ministro Prestigiacomo con le rappresentanze sindacali e la sua dichiarata disponibilità a dare un futuro all'Istituto e a chi ci lavora rappresentano un mezzo dietro-front rispetto alle rigidità delle settimane scorse, e dunque un primo, importante successo di chi sta difendendo, con il proprio lavoro, l'interesse generale della ricerca pubblica in campo ambientale». «Va sottolineato l'impegno profuso da tutto il Pd a sostegno della vertenza Ispra - affermano ancora i due parlamentari - ma ora bisogna vigilare perchè alle parole del ministro seguano i fatti: quasi 200 precari dell'Ispra sono senza contratto dall'1 gennaio, e l'incerta gestione commissariale dell'Istituto fa temere che da parte di alcuni vi sia l'intenzione di smantellare l'autonomia, l'autorevolezza, la forza di quella che per storia e per necessità dovrebbe essere l'Agenzia pubblica per la protezione dell'ambiente, dunque - concludono - uno strumento essenziale per mettere in fatto di ambiente l'Italia al passo con i Paesi più avanzati».

LAVORO: ISPRA; MARINO, PRESTIGIACOMO STABILIZZI I PRECARI

(ANSA) - ROMA, 4 GEN - «Solo un incontro inconcludente. Il ministro dell'Ambiente Prestigiacomo parla di valorizzazione e promozione della ricerca, ma davanti agli occhi dei ricercatori dell'Ispra ci sono solo la certezza dei licenziamenti e il miraggio di un tavolo tecnico. I cui orientamenti sono tutti da verificare». Ignazio Marino, senatore del Pd, si dice sgomento davanti alla chiave di lettura dell'incontro con i ricercatori dell'Ispra, fornita dal ministro Prestigiacomo. «Il ministro stabilizzi i precari - chiede Marino - o, ancora meglio, ne valuti il merito bandendo urgentemente un concorso nel quale vengano presi in considerazione i titoli scientifici delle centinaia di ricercatori che, dalla notte di San Silvestro, sono tecnicamente licenziati». «Ai ricercatori è stato chiesto di scendere dal tetto della sede di Casalotti - aggiunge il senatore del Pd - in cambio dell'apertura di un tavolo tecnico, in agenda lunedì. Mi sembra un pò poco. Si dica almeno che la direzione sarà quella di individuare un'adeguata soluzione preofessionale per i tanti lavoratori dell'Ispra, molti dei quali hanno già in tasca un contratto a tempo indeterminato in Francia, Germania o Stati Uniti, forti delle loro competenze nel campo della tutela ambientale». «Certamente, in una visione di ampio respiro internazionale, è importante esportare cervelli che si possano occupare dei disastri ambientali degli Stati Uniti, ma il ministro dell'Ambiente del nostro paese dovrebbe preoccuparsi più dell'Italia che di mostrarsi generoso con altre nazioni. Rispetto poi ai numeri forniti dal ministro Prestigiacomo - riferisce Marino - lei oggi ha parlato del 50% di stabilizzati. In realtà, secondo fonti degli stessi ricercatori, coloro che hanno ottenuto un posto di lavoro a tempo indeterminato sono solo il 30%, per lo più scelti tra i contratti a chiamata. Alla faccia della cultura del merito».


4 gennaio 2010 - Omniroma

ISPRA, IN ATTESA TAVOLO TECNICO PROSEGUE PROTESTA SU TETTO

(OMNIROMA) Roma, 04 gen - «Prendiamo atto della disponibilità del ministro Prestigiacomo all'apertura fissata per lunedì 11 di un tavolo tecnico ma la nostra protesta sul tetto continua». A dichiararlo è Cristiano Fiorentini dell'Usi-Rdb che stamani ha incontrato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, il vice-capo di gabinetto del ministero della Funzione pubblica e due sub-commissari incaricati di risolvere la questione dell'Ispra, l'ente che si occupa di ambiente i cui lavoratori precari sono da 42 giorni sul tetto dell'istituto per protesta contro i licenziamenti. Durante la mattinata, i rappresentanti del governo hanno anche incontrato i sindacati Cgil, Cisl Uil e Anfri sulla vicenda. «Chiediamo il rinnovo e la proroga dei contratti - ha detto ancora Fiorentini - per il delicato lavoro sull'ambiente che l'Ispra porta avanti tutti i ricercatori sono indispensabili, anzi, ne servirebbero di più. Per questo vogliamo che tutti i lavoratori diventino subordinati». L'Usi-Rdb, il sindacato che ha portato avanti la protesta sui tetti dove i lavoratori si trovano da 42 giorni, contesta anche i dati sul numero di lavoratori precari e quelli a rischio licenziamento. «Lunedì, durante l'incontro tecnico, porteremo al ministro Prestigiacomo i numeri giusti», conclude il sindacalista.


4 gennaio 2010 - Adnkronos

RICERCA: PRESTIGIACOMO SU ISPRA, NESSUN ABBANDONO MA VALORIZZAZIONE
TAVOLO TECNICO AL MINISTERO PER I PRECARI

Roma, 4 gen. - (Adnkronos) - «Non vi è stata quindi alcun 'abbandonò della ricerca, come è stato affermato a più riprese in questi mesi ma esattamente il contrario: un progetto organico di valorizzazione e promozione delle attività dell'Ispra proiettato nel futuro e tendente alla stabilizzazione del personale addetto. In questo ambito già moltissime delle posizioni precarie hanno trovato soluzione». Ad affermarlo in una nota è il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che questa mattina ha avuto un incontro con le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell'Ispra. La situazione dei precari dell'Istituto è stata discussa in due riunioni separate, prima con Cgil, Cisl Uil e Anpri, e, successivamente, con Usi-Rdb che rappresenta i lavoratori che da oltre un mese manifestano sul tetto della sede dell'Istituto. Il ministro ha illustrato ai sindacati la situazione dell'Ispra che al momento del commissariamento, fine luglio 2008, contava su 905 unità di personale a tempo indeterminato e 534 unità di personale con contratti flessibili (a tempo determinato, co.co.co, assegni di ricerca, borse di studio) per un totale di 1.439 lavoratori. Per ripianare questa situazione di forte anomalia dove, il precariato rappresentava il 38% della forza lavoro, si legge nella nota del ministero dell'Ambiente, è stato posto in campo un piano di assunzioni volto a portare nel triennio ad assunzioni a tempo indeterminato per quasi 400 unità ed a ridurre l'area del precariato ad una percentuale fisiologica. Il ministro ha quindi sottolineato come il Governo abbia nei fatti programmato un piano di potenziamento dell'Istituto, con particolare riferimento alle finalità di ricerca e tutela ambientale. Prestigiacomo ha dato la sua disponibilità ad avviare da subito un tavolo di confronto tecnico presso il ministero con i sindacati al fine di esplorare tutte le soluzioni possibili, anche alla luce delle proposte avanzate a mezzo stampa dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma e che già da domani verranno verificate.

RICERCA: FERRANTE-DELLA SETA (PD), PER ISPRA ORA ATTI CONCRETI

Roma, 4 gen. - (Adnkronos)- Per l'Ispra ed i i suoi lavoratori precari «ora arrivino atti concreti». A richiederlo sono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che durante le festività natalizie hanno più volte fatto visita ai precari in lotta. «Dopo mesi di mobilitazione dei lavoratori precari dell'Ispra che rischiano il licenziamento, e dopo quaranta giorni di protesta no-stop sul tetto della sede dell'Istituto di Via di Casalotti, -affermano i due senatori del Pd- l'incontro di oggi del ministro Prestigiacomo con le rappresentanze sindacali e la sua dichiarata disponibilità a dare un futuro all'istituto e a chi ci lavora rappresentano un mezzo dietro-front rispetto alle rigidità delle settimane scorse, e dunque un primo, importante successo di chi sta difendendo, con il proprio lavoro, l'interesse generale della ricerca pubblica in campo ambientale». «Va sottolineato -affermano ancora i due parlamentari Ecodem- l'impegno profuso da tutto il Pd a sostegno della vertenza Ispra ma ora bisogna vigilare perchè alle parole del ministro seguano i fatti». «Quasi 200 precari dell'Ispra -ricordano Ferrante e Della Seta- sono senza contratto dal 1° gennaio, e l'opaca, incerta gestione commissariale dell'Istituto fa temere che da parte di alcuni vi sia l'intenzione di smantellare l'autonomia, l'autorevolezza, la forza di quella che per storia e per necessità dovrebbe essere l'Agenzia pubblica per la protezione dell'ambiente, dunque uno strumento essenziale per mettere in fatto di ambiente l'Italia al passo con i Paesi più avanzati».


4 gennaio 2010 - Apcom

Ispra/ Tavolo tecnico tra Prestigiacomo e i precari
Il ministro: "Nessun abbandono, ma valorizzazione ricerca"

(APCOM) Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha avuto questa mattina un incontro con le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell'Ispra. La situazione dei precari dell'Istituto - informa una nota - è stata discussa in due riunioni separate, prima con Cgil, Cisl Uil e Anpri, e, successivamente, con Usi-Rdb che rappresenta i lavoratori che da oltre un mese manifestano sul tetto della sede dell'Istituto. Il ministro ha illustrato ai sindacati la situazione dell'Ispra che al momento del commissariamento, fine luglio 2008, contava su 905 unità di personale a tempo indeterminato e 534 unità di personale con contratti flessibili (a tempo determinato, co.co.co, assegni di ricerca, borse di studio) per un totale di 1439 lavoratori. Per ripianare questa situazione di forte anomalia dove, il precariato rappresentava il 38% della forza lavoro, è stato posto in campo un piano di assunzioni volto a portare nel triennio ad assunzioni a tempo indeterminato per quasi 400 unità e a ridurre l'area del precariato ad una percentuale fisiologica. Il ministro ha quindi sottolineato come il Governo abbia nei fatti programmato un piano di potenziamento dell'Istituto, con particolare riferimento alle finalità di ricerca e tutela ambientale. "Non vi è stata quindi alcun 'abbandono' della ricerca, come è stato affermato a più riprese in questi mesi - ha affermato il ministro - ma esattamente il contrario: un progetto organico di valorizzazione e promozione delle attività dell'Ispra proiettato nel futuro e tendente alla stabilizzazione del personale addetto. In questo ambito già moltissime delle posizioni precarie hanno trovato soluzione". La Prestigiacomo ha dato la sua disponibilità ad avviare da subito un tavolo di confronto tecnico presso il ministero con i sindacati al fine di esplorare tutte le soluzioni possibili, anche alla luce delle proposte avanzate a mezzo stampa dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma e che già da domani verranno verificate.

Lazio/ Ispra, incontro con ministro ma precari restano sul tetto
Prestigiacomo ha annunciato apertura tavolo tecnico

Roma, 4 gen. (Apcom) - I precari dell'Ispra hanno avuto il loro primo incontro con il ministro dell'Ambiente Stefania Prstigiacomo, la quale ha annunciato che da lunedì prossimo sarà aperto un tavolo tecnico, ma i precari hanno comunque deciso di continuare nel frattempo con le loro iniziative di protesta contro i licenziamenti che vanno avanti da oltre 42 giorni e resteranno ancora sul tetto dell'Istituto, in via Casalotti, dove hanno trascorso anche tutte le feste natalizie. "Il primo incontro col ministro Stefania Prestigiacomo e il capo dipartimento della Funzione pubblica ha mostrato una volontà di affrontare le problematiche al centro della protesta che va avanti ormai da 42 giorni", dice Emma Persia, coordinatrice dell'Usi - Rdb Ricerca dell'Istituto, aggiungendo: "In particolare, il ministro vigilante ha affermato di voler agire per la valorizzazione delle professionalità presenti all'Ispra". "Per questo - ha proseguito la rappresentante sindacale - nel tavolo tecnico che il ministro ha deciso di aprire da lunedì prossimo, 11 gennaio, porteremo i numeri esatti e presenteremo soluzioni tecniche ed economiche, oltre a quelle già offerte dalle istituzioni locali, sperando che in quella sede vengano esaminate adeguatamente, visto che consentono il totale rispetto della normativa vigente". Ma, dopo 42 giorni di protesta, il sindacato di base e i precari non hanno intenzione di "aspettare per una settimana senza agire", e annunciano: "La mobilitazione dei ricercatori e tecnici interessati dai licenziamenti, oltre 480 tra quelli allontanati nel corso del 2009 e coloro i cui contratti scadono in questi giorni, andrà avanti con nuove iniziative, oltre a proseguire con l'occupazione del tetto". In particolare, l'Usi - RdB Ricerca ha avviato le procedure di conciliazione per lo sciopero del comparto ricerca a sostegno della vertenza dei precari dell'Ispra e per un piano di rilancio e di investimenti a favore della ricerca pubblica nazionale. I precari inoltre stanno organizzando per la fine della prossima settimana un'assemblea cittadina per dibattere sul tema della ricerca e i controlli ambientali, alla quale saranno invitati rappresentanti politici, cittadini, istituzioni, associazioni, università ed esperti del settore.


4 gennaio 2010 - Asca

ISPRA: PRESTIGIACOMO, NESSUN ABBANDONO DELLA RICERCA

(ASCA) - Roma, 4 gen - Il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha avuto stamani un incontro con le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell'Ispra. La situazione dei precari dell'Istituto e' stata discussa in due riunioni separate, prima con Cgil, Cisl Uil e Anpri, e, successivamente, con Usi-Rdb che rappresenta i lavoratori che da oltre un mese manifestano sul tetto della sede dell'Istituto. Il ministro ha illustrato ai sindacati la situazione dell'Ispra che al momento del commissariamento, fine luglio 2008, contava su 905 unita' di personale a tempo indeterminato e 534 unita' di personale con contratti flessibili (a tempo determinato, co.co.co, assegni di ricerca, borse di studio) per un totale di 1439 lavoratori. Per ripianare questa situazione di forte anomalia dove, il precariato rappresentava il 38% della forza lavoro, e' stato posto in campo un piano di assunzioni volto a portare nel triennio ad assunzioni a tempo indeterminato per quasi 400 unita' ed a ridurre l'area del precariato ad una percentuale fisiologica. Il ministro ha quindi sottolineato come il Governo abbia nei fatti programmato un piano di potenziamento dell'Istituto, con particolare riferimento alle finalita' di ricerca e tutela ambientale. ''Non vi e' stata quindi alcun 'abbandono' della ricerca, come e' stato affermato a piu' riprese in questi mesi - ha affermato il Ministro - ma esattamente il contrario: un progetto organico di valorizzazione e promozione delle attivita' dell'Ispra proiettato nel futuro e tendente alla stabilizzazione del personale addetto. In questo ambito gia' moltissime delle posizioni precarie hanno trovato soluzione''. Il Ministro Prestigiacomo ha dato la sua disponibilita' ad avviare da subito un tavolo di confronto tecnico presso il ministero con i sindacati al fine di esplorare tutte le soluzioni possibili, anche alla luce delle proposte avanzate a mezzo stampa dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma e che gia' da domani verranno verificate.

LAVORO: PEDICA (IDV), PER ISPRA SI PASSI DA EMERGENZA A PROGETTUALITA'

(ASCA) - Roma, 4 gen - ''Apprezziamo che per la prima volta, in 40 giorni di occupazione del tetto dell'Ispra da parte dei precari, il Ministro Prestigiacomo abbia finalmente preso in considerazione il problema. Ma adesso si deve passare da un paradigma basato sull'emergenza ad uno incentrato sulla progettualita'''. Lo afferma il senatore dell'Italia dei Valori Stefano Pedica commentando la questione dei ricercatori Ispra. ''Quel che i precari chiedono non e' un 'contentino' che plachi le acque, e cioe' contratti di 6 o 8 mesi tanto per spegnere la legittima protesta. Quello che giustamente vorrebbero e' che, nella ristrutturazione dell'Ente e nel nuovo Statuto, i precari, almeno quelli storici, - aggiunge Pedica - siano riconosciuti come lavoratori integranti, dato che per anni hanno speso risorse e intelligenze per la ricerca ambientale dell'Ispra. Per questo continueremo a tenere vigile e alta l'attenzione sul problema, anche perche' non passi il messaggio, del tutto falso, che il problema Ispra interessi solo 21 persone, perche', lo ribadiamo, sono in 150 i ricercatori senza contratto dal primo gennaio''.


4 gennaio 2010 - Villaggio Globale

Oggi l'incontro col Ministro
La protesta dei precari Ispra continuerà

Secondo un rappresentante sindacale «Il tetto deciderà» e probabilmente l'occupazione continuerà almeno fino a lunedì. Il ministro avrebbe, secondo quanto riportato all'esterno dalla rappresentanza Usi-RdB, parlato «solo di 21 persone a rischio». Il comunicato ministeriale parla di intenzione di sanatoria per 400 unità in tre anni.La protesta dei precari dell'Ispra, sostenuta dai sindacati di base Usi-RdB Ricerca, continuerà almeno fino a lunedì. Lo riferisce un rappresentante dei sindacati di base, che ha preso parte ad una delle due riunioni che oggi si sono svolte al ministero dell'Ambiente per risolvere la questione relativa alla stabilizzazione di alcuni precari dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Secondo quanto riferito, c'è, in ogni caso, «un'apertura da parte del ministro Prestigiacomo: da lunedì è infatti prevista una calendarizzazione con tavoli tecnici più che normativi». A proposito della protesta da parte dei precari sul tetto di una delle sedi dell'istituto, dovrebbe continuare ancora: «Il tetto deciderà - riferisce la rappresentante Usi-RdB - posso anticiparvi che protesteremo almeno fino a lunedì, anche perché vogliamo atti concreti». Il ministro avrebbe, secondo quanto riportato all'esterno dalla rappresentanza Usi-RdB, parlato «solo di 21 persone a rischio», ma le cose non starebbero così. L'auspicio è che «da lunedì ci sia un processo virtuoso» per giungere ad una soluzione. Nel balletto prevedibile dei numeri, non ci si trova con le dichiarazioni del Ministro. «Nessun abbandono, piuttosto valorizzazione e promozione della ricerca», ha commentato la Prestigiacomo. Il ministro dell'Ambiente, spiega una nota del Ministero, «ha avuto stamani un incontro con le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell'Ispra. La situazione dei precari dell'Istituto è stata discussa in due riunioni separate, prima con Cgil, Cisl Uil e Anpri, e, successivamente, con Usi-Rdb che rappresenta i lavoratori che da oltre un mese manifestano sul tetto della sede dell'Istituto». Il ministro ha illustrato ai sindacati la situazione dell'Ispra che al momento del commissariamento, fine luglio 2008, contava su 905 unità di personale a tempo indeterminato e 534 unità di personale con contratti flessibili (a tempo determinato, co.co.co, assegni di ricerca, borse di studio) per un totale di 1.439 lavoratori. Per ripianare questa situazione di «forte anomalia dove - rileva il ministero - il precariato rappresentava il 38% della forza lavoro, è stato posto in campo un piano di assunzioni volto a portare nel triennio ad assunzioni a tempo indeterminato per quasi 400 unità ed a ridurre l'area del precariato ad una percentuale fisiologica». Il ministro ha quindi sottolineato come il Governo abbia «nei fatti programmato un piano di potenziamento dell'Istituto, con particolare riferimento alle finalità di ricerca e tutela ambientale». «Non vi è stato quindi alcun "abbandono" della ricerca, come è stato affermato a più riprese in questi mesi - ha affermato Prestigiacomo - ma esattamente il contrario: un progetto organico di valorizzazione e promozione delle attività dell'Ispra proiettato nel futuro e tendente alla stabilizzazione del personale addetto. In questo ambito già moltissime delle posizioni precarie hanno trovato soluzione». Il ministro ha dato quindi la propria disponibilità ad avviare da subito un tavolo di confronto tecnico presso il ministero con i sindacati al fine di esplorare tutte le soluzioni possibili, anche alla luce delle proposte avanzate a mezzo stampa dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma e che già da domani verranno verificate.


4 gennaio 2010 - Green Report

Ispra, la Prestigiacomo si impegna per un piano di assunzioni
Ma i precari restano sul tetto

ROMA - Un piano volto a portare nel triennio ad assunzioni a tempo indeterminato per quasi 400 unità ed a ridurre l'area del precariato ad una percentuale fisiologica. E' quanto ha sostenuto il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo (Nella foto) stamani in un incontro con le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell'Ispra. La situazione dei precari dell'Istituto è stata discussa in due riunioni separate, prima con Cgil, Cisl Uil e Anpri, e, successivamente, con Usi-Rdb che rappresenta i lavoratori che da oltre un mese manifestano sul tetto della sede dell'Istituto. Il ministro ha illustrato ai sindacati la situazione dell'Ispra che al momento del commissariamento, fine luglio 2008, contava su 905 unità di personale a tempo indeterminato e 534 unità di personale con contratti flessibili (a tempo determinato, co.co.co, assegni di ricerca, borse di studio) per un totale di 1439 lavoratori. Per ripianare questa situazione di forte anomalia dove, il precariato rappresentava il 38% della forza lavoro, è stato posto in campo il piano accennato in precedenza. «Non vi è stata quindi alcun "abbandono" della ricerca, come è stato affermato a più riprese in questi mesi - ha affermato il ministro in una nota stampa - ma esattamente il contrario: un progetto organico di valorizzazione e promozione delle attività dell'Ispra proiettato nel futuro e tendente alla stabilizzazione del personale addetto. In questo ambito già moltissime delle posizioni precarie hanno trovato soluzione». Prestigiacomo ha dato la sua disponibilità ad avviare da subito un tavolo di confronto tecnico presso il ministero con i sindacati al fine di esplorare tutte le soluzioni possibili, anche alla luce delle proposte avanzate a mezzo stampa dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma e che già da domani verranno verificate. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni. Intanto arriva a stretto giro di posta il commento dei precari attraverso il sindacato: «Il primo incontro col ministro Stefania Prestigiacomo e il capo dipartimento della Funzione pubblica ha mostrato una volontà di affrontare le problematiche al centro della protesta che va avanti ormai da 42 giorni - dice Emma Persia, coordinatrice dell'Usi - Rdb Ricerca dell'Istituto - in particolare, il ministro vigilante ha affermato di voler agire per la valorizzazione delle professionalità presenti all'Ispra». «Per questo - ha aggiunto la rappresentante sindacale - nel tavolo tecnico che il ministro ha deciso di aprire da lunedì prossimo, 11 gennaio, porteremo i numeri esatti e presenteremo soluzioni tecniche ed economiche, oltre a quelle già offerte dalle istituzioni locali, sperando che in quella sede vengano esaminate adeguatamente, visto che consentono il totale rispetto della normativa vigente». Inoltre, dopo 42 giorni di protesta, il sindacato di base e i precari non hanno intenzione di aspettare per una settimana senza agire. La mobilitazione dei ricercatori e tecnici interessati dai licenziamenti, oltre 480 tra quelli allontanati nel corso del 2009 e coloro i cui contratti scadono in questi giorni, andrà avanti con nuove iniziative, oltre a proseguire con l'occupazione del tetto. In particolare, l'Usi - RdB Ricerca ha avviato le procedure di conciliazione per lo sciopero del comparto ricerca a sostegno della vertenza dei precari dell'Ispra e per un piano di rilancio e di investimenti a favore della Ricerca pubblica nazionale. Sta inoltre organizzando per la fine della prossima settimana un'assemblea cittadina per dibattere sul tema della ricerca e i Controlli Ambientali, alla quale saranno invitati rappresentanti politici, cittadini, Istituzioni, associazioni, università ed esperti del settore.


3 gennaio 2010 - Corriere.it

OCCUPAZIONE
Precari Ispra, lunedì doppio incontro
I ricercatori che da più di un mese protestano sul tetto
saranno ricevuti dalla Prestigiacomo e da Brunetta
di Carlotta De Leo

ROMA - Il nuovo anno regala una bella soddisfazione ai precari dell’Ispra. I ricercatori dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che da 42 giorni vivono accampati sul tetto, hanno incassato una prima vittoria. Nella mattina di lunedì 4 gennaio, il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo incontrerà una delegazione dei ricercatori che protestano per il mancato rinnovo del contratto di oltre 400 precari, circa un terzo di tutto il personale dell’Ispra.
PRIMA LA PRESTIGIACOMO E POI BRUNETTA – La decisione della Prestigiacomo è arrivata inaspettatamente e c’è chi malignamente ipotizza che sia stata sollecitata (involontariamente) da un altro membro del governo: Renato Brunetta. È stato proprio del ministro della Funzione Pubblica, infatti, il primo a promettere un incontro con i ricercatori. La riunione è stata fissata dal capodipartimento per lunedì 4 gennaio a Mezzogiorno. Subito dopo, a sorpresa, la Prestigiacomo ha rilanciato convocando i precari dell’Ispra lunedì 4 gennaio alle 10 del mattino per cercare «una soluzione per quelle professionalità che non hanno trovato una opportunità di stabilizzazione in questi mesi». «Non abbiamo il dono dell’ubiquità e quindi stiamo cercando di organizzare le due riunioni»dice Michela Mannozzi del coordinamento precari Ispra dell'Usi-Rdb Ricerca. E alla fine gli sforzi sono stati ripagati e si è giunti alla convocazione di un unico tavolo al Ministero dell'Ambiente per le 11 del mattino. Oltre alla Prestigiacomo sarà presente anche un rappresentante del ministero guidato da Brunetta.
DEROGHE ALLA LEGGE 133 - L’incontro con il ministero della Funzione Pubblica è giudicato davvero importante dai lavoratori. «Da tempo - spiega la Mannozzi - ribadiamo che se la Prestigiacomo applicasse le norme e i pareri del ministro Brunetta almeno verrebbe garantita la continuità contrattuale, risolvendo l'emergenza occupazionale del momento». La legge 133 stabilisce regole che limitano l'utilizzo di personale precario nella Pubblica amministrazione, ma prevede anche deroghe. «Una di queste riguarda la continuità della ricerca e del singolo ricercatore – aggiunge la Mannozzi – ma né la Prestigiacomo né i commissari voglio attuarla. E così costringono i ricercatori a restare a spasso».
LE RICHIESTE DEI PRECARI - Dal primo gennaio in 230, compresa la Mannozzi, sono ufficialmente disoccupati. E dall’inizio del 2009, non sono stati rinnovati circa 400 contratti precari. Al ministro Prestigiacomo i lavoratori sul tetto faranno sentire le loro ragioni: «Noi vogliamo un impegno nero su bianco per la nostra regolarizzazione. Certo non subito – spiega la Mannozzi – ma nel medio periodo vogliamo il riconoscimento del nostro lavoro come subordinati. Basta con il precariato. Dopo 12 anni di contratti atipici, vogliamo diventare dipendenti a tutti gli effetti. Questo sì che sarebbe il vero segnale che il ministro e il ministero puntano sull'Ispra per un rilancio della politica di protezione e tutela dell'ambiente».
LA FIACCOLATA – La situazione dei precari dell’Ispra è ormai nota, ma questa sembra davvero la prima seria apertura di una trattativa. Da quando sono saliti sul tetto, i ricercatori hanno incassato la solidarietà dell’opposizione (con le visite di Dario Franceschini, Ignazio Marino e Nicola Zingaretti. Al loro fianco anche il quartiere periferico di Casalotti dove ha sede l’Ispra. Il primo gennaio si è svolta una fiaccolata di solidarietà aperta dallo striscione «Non sparate alla ricerca». A promuovere il corteo di 300 persone è stato il Comitato pro-Ispra, composto da associazioni e forze politiche. Alla fiaccolata hanno preso parte anche l'assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri (Sel) e il consigliere del XIX municipio Claudio Ortale (Prc).


3 gennaio 2010 - Liberazione

Un mese e mezzo di protesta contro il Ministero
che vuole cacciare tutti i precari dell'istituto Ispra, licenziati sul tetto:
«Non sparate sulla ricerca»
di Paolo Persichetti

La lotta ha bisogno di vertigine. È una vecchia legge fisica, non quella che descrive i moti celesti ma quella che si occupa dei moti sociali. Un vecchio esperto della questione, uno dei massimi teorici del problema, non a caso parlava di «assalto al cielo». Erano gli albori del Novecento, da allora l'uomo è arrivato sulla luna, ha spedito navicelle e satelliti nello spazio. Il cielo è diventato molto più vicino; il «cielo della politica» invece è miseramente precipitato in mare. Nell'epoca del disincanto, della fine delle grandi narrazioni rivoluzionarie ha ripreso vigore il «cielo mistico», quello delle religioni, che però ci racconta un al di là, un altrove diverso dalle leggi della fisica sociale. Tuttavia chi lotta non ha smesso di guardare in alto e da un po' di tempo ha preso l'abitudine di arrampicarsi sui tetti. La vertigine aiuta il conflitto, non foss'altro perché ricorda che in questa società esiste una contraddizione decisiva che segue una linea verticale, dall'alto in basso: quella tra capitale e lavoro. I ricercatori precari dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, tutta gente che la fisica la conosce bene, l'hanno capito al volo e dal 24 novembre occupano il tetto della sede di Casalotti, una ex borgata situata nella periferia nord-ovest di Roma che ospita laboratori e uffici dell'ente. Dopo gli operai dell'Innse di Sesto san Giovanni, saliti questa estate sui carri-gru della loro azienda, sui tetti sono saliti un po' tutti. Lo hanno fatto gli operai della Cim, ditta di materiali per l'edilizia di Marcellina, piccolo paese in provincia di Roma, che hanno puntato davvero in alto fino a scalare una torre di lavorazione alta circa 50 metri. Sono seguiti mesi di arrampicate operaie: nei cantieri navali di Pesaro, alla Lasme di Melfi che produce per la Fiat, nello stabilimento Yamaha Italia di Lesmo (Monza). La lista è davvero lunga. I tetti sono diventati la punta dell'Iceberg della crisi economica e del prezzo da pagare, che come al solito si riversa sulla forza lavoro: personale messo in mobilità, contratti a termine non rinnovati, licenziamenti secchi, smantellamenti della produzione e delocalizzazioni.
I controllori del territorio
Sui tetti dell'Ispra è di scena invece la forza lavoro intellettuale: biologi, geologi, chimici, tecnici, impiegati fino al mancato rinnovo dei loro contratti in settori di punta della ricerca applicata. Per intenderci sono loro che sorvegliano le nostre coste e i nostri mari (per esempio, recentemente sono stati impegnati nelle ricerche sulla nave dei veleni), controllano il territorio dai dissesti idrogeologici, dai rischi industriali e nucleari, realizzano il monitoraggio delle discariche, sono loro che forniscono le valutazioni sull'impatto ambientale e offrono agli enti locali le mappe necessarie per poter pensare qualsiasi tipo di sviluppo urbanistico, industriale, turistico e paesaggistico nel territorio. In sostanza sono loro che vigilano sulla qualità della nostra vita. Un bene prezioso, un bene comune. Donne e uomini che dovremmo difendere con le unghie e con i denti. E invece c'è chi vorrebbe disperdere questo capitale umano e intellettuale formato nelle nostre università pubbliche, animato da tanta passione civile, per svenderlo al mercato privato delle consulenze ambientali, certamente più malleabile e orientabile. In questo modo serietà, scientificità, autonomia e indipendenza delle ricerche verrebbero meno. Nei loro interventi i lavoratori dell'Ispra tengono a sottolineare come la loro battaglia non sia rivolta soltanto alla difesa dei posti di lavoro, ma riguardi la tutela generale della ricerca pubblica e dell'ambiente. L'istituto, nato con la legge (133/2008) di riordino dei vari enti che operavano sotto la tutela del ministero dell'ambiente, ha raccolto in un'unica struttura l'ex agenzia per la protezione ambientale (Apat), l'istituto nazionale per la fauna selvatica (infs) e l'istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (Icram). Al momento della sua nascita il nuovo ente contava 926 lavoratori di ruolo e circa 618 precari, legati da rapporti di lavoro i cui modelli ricoprono l'intero arco delle forme contrattuali atipiche che il cinismo sadico dell'ingegneria della precarietà sociale è arrivato congeniare (tempo determinato, collaborazioni continuative, assegni di ricerca e borse di studio). Non lontani dunque da forme di lavoro nero legalizzato. Che il riordino del settore non rispondesse affatto a criteri di razionalità e rilancio, lo si è capito appena costituita la struttura commissariale posta alla guida del nuovo ente. Nessun esperto in materia ambientale ma tre funzionari di carriera prefettizia, con un passato solo al ministero degli Interni. Spontanea è sorta la domanda: perché piazzare al comando di una struttura di ricerca gente che di mestiere sa fare solo il controllo dell'ordine pubblico? Forse perché il mandato era uno solo: smantellare l'ente di ricerca, gestire con il dovuto polso gli eventuali contraccolpi sociali. Certo è che le cose fin dall'inizio sono andate in questo modo. Non solo la nuova dirigenza in un anno e mezzo di gestione non ha mai prodotto un regolamento di organizzazione, come previsto dalla norma istitutiva, ma non ha più rinnovato i contratti in scadenza: a fine 2008 i primi 50 (tutti ex Infs); altri 200 a fine giugno 2009 (ex Apat), gli ultimi 200 il 31 dicembre (ex Icram). Nonostante questa opera di smantellamento risultano comunque iscritti nel bilancio 2010 diversi milioni di euro. La circostanza lascia strada al legittimo sospetto che vi sia, in realtà, l'intenzione di esternalizzare le attività.
Capodanno sul tetto
Sul tetto si danno il cambio con thermos e sacchi a pelo per ripararsi dal freddo. Dormono in tende igloo, altri su materassi allungati lungo un corridoio. Hanno fatto della trasparenza la loro arma migliore, chiunque può vederli 24 su 24 sul sito web che hanno creato, www.nonsparateallaricerca.org . Sotto un tendone che li ripara dalla pioggia e dal vento hanno montato una postazione web che li collega al mondo. Webcam fissa, due computer, chat, chiunque può interloquire con loro. Sul sito c'è anche un clip girato sul prato del piazzale antistante l'edificio. Dei manager in doppiopetto fucilano i ricercatori in camice e maschera bianca sul viso. I dirigenti non hanno apprezzato e il regista, un tecnico dell'Ispra, si è visto resiliare il contratto per un vizio stranamente scoperto all'ultimo momento. I prefetti-sbirri hanno svolto egregiamente il loro lavoro fino a rinchiudere gli occupanti dentro l'istituto nei giorni di Natale. Una serrata vecchia maniera. Ma gli abitanti del quartiere sono venuti in aiuto dei ragazzi lanciando oltre il cancello viveri, panettoni e bottiglie di spumante. Il giorno di capodanno un'assemblea, con la popolazione e una delegazione di lavoratori dell'Eutelia e del comitato di lotta per la casa, si è tenuta nella piazza centrale di Casalotti. Poi una fiaccolata di cittadini ha riaccompagnato i ricercatori sul tetto. Il quartiere guarda con simpatia alla mobilitazione anche perché è previsto che il parco della cellulosa, unico spazio verde della zona di proprietà dell'Ispra, dovrebbe finire nelle mani del comune, ma il sindaco Alemanno pare intenzionato a cambiarne la destinazione d'uso. Il timore è che voglia darlo in pasto alla speculazione del cemento. Quaranta giorni sul tetto hanno obbligato il governo ad aprire la trattativa. Domani ci sarà un doppio incontro: alle 10 presso il ministero dell'Ambiente e a mezzogiorno al ministero della Funzione pubblica. Inizia la partita delle trattative, ma i ricercatori dell'Ispra ribadiscono che non scenderanno dal tetto senza garanzie di rinnovo e stabilizzazione dei contratti lasciati scadere.


2 gennaio 2010 - Avvenire

Ispra, lunedì la Prestigiacomo incontra i precari
di DIEGO MOTTA

MILANO - «Un segnale importante, ma noi restiamo sui tetti». Il brindisi di mezzanotte è già un ricordo per i ricercatori dell’Ispra, giunti oggi al quarantesimo giorno di presidio sul tetto dell’istituto per la protezione ambientale. Il passaggio al nuovo anno ha portato infatti con sé una novità di rilievo nella vertenza aperta con il ministero dell’Ambiente per la salvaguardia dei posti di lavoro di 217 persone, i cui contratti da ieri sono scaduti. A San Silvestro, infatti, il ministro Stefania Prestigiacomo ha annunciato che lunedì incontrerà i precari presso la sede del ministero. Una svolta, vista la distanza registrata tra le parti nell’ultimo mese. «Obiettivo del tavolo – ha spiegato una nota della Prestigiacomo – sarà quello di verificare la possibilità di individuare una soluzione per quelle professionalità che non hanno trovato una opportunità di stabilizzazione in questi mesi». La mossa del governo non è bastata per bloccare la protesta dei ricercatori, che ieri a Roma hanno incassato anche la solidarietà del quartiere Casalotti, arrivata con una fiaccolata a cui hanno partecipato circa 300 persone, aperta dallo slogan «Non sparate alla ricerca». In realtà, lunedì saranno due gli appuntamenti per i precari: il primo alle 10 con Prestigiacomo e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Usi-Rdb, la sigla che ha promosso la mobilitazione; il secondo a mezzogiorno, quando è previsto l’incontro al ministero della Funzione pubblica tra una delegazione dei lavoratori del presidio e il direttore generale Antonio Naddeo. Sembra che sia stato proprio il ministro Renato Brunetta a sbloccare la situazione, convocando i lavoratori. «In effetti basterebbe applicare la sua circolare per i dipendenti pubblici – spiega Pier Paolo Giordano, uno dei leader della protesta – per assicurare a chi, come noi, ha il contratto scaduto quelle garanzie che invece non ci sono state riconosciute dal commissario dell’istituto ». Da parte sua, Prestigiacomo ha voluto ricordare che l’incontro con i precari dell’Ispra rientra «nell’ambito del piano che ha condotto alla positiva soluzione per la stragrande maggioranza delle posizioni lavorative precarie dell’istituto», facendo capire di voler chiudere una vicenda che per il governo è già durata fin troppo. Lo testimonia proprio il fatto che siano ormai il Pd e l’Italia dei valori i partiti più attivi nel difendere le prerogative dei ricercatori. Ieri il partito democratico ha lanciato un appello all’esecutivo affinché risolva al più presto le vertenze non solo dell’Ispra, ma anche delle aziende Eutelia e Alcoa, mentre sul tetto dell’istituto si alternano esponenti come Ignazio Marino (Pd) e Stefano Pedica (Idv) assai attivi nel portare il caso all’attenzione del Parlamento e del governo. «Ma la nostra resta una lotta senza bandiere – spiega Giordano – Dai messaggi che riceviamo, sentiamo tutta la responsabilità di portare avanti una battaglia che riguarda la ricerca e il suo valore, innanzitutto per lo Stato».
Svolta nella protesta dei ricercatori: il ministro dell’Ambiente convoca i sindacati. Incontro anche alla Funzione pubblica I leader della protesta: ma dai tetti non si scende Il racconto della mobilitazione dei ricercatori dell’Ispra, sul tetto dell’istituto a Roma ormai da 40 giorni, nella pagina di «Avvenire» di giovedì 31 dicembre, in cui una coppia di lavoratori narrava le promesse tradite verso una generazione il cui futuro è a rischio.


2 gennaio 2010 - Il Tempo

«Non sparate alla ricerca»
All'insegna di questo slogan si è svolta ieri pomeriggio una fiaccolata di solidarietà per sostenere i ricercatori precari dell'Ispra che dal 23 novembre scorso protestano, accampati sul tetto dell'istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, contro il rischio di perdere il posto di lavoro che grava su più di duecento di loro

Roma - A promuovere la manifestazione è stato il Comitato pro-Ispra, composto da associazioni e forze politiche. Il corteo si è snodato sotto la pioggia per le strade del quartiere Casalotti, fino alla sede dell'Ispra, dove una trentina di ricercatori continua a stare nelle tende allestite sul tetto e dove i precari hanno brindato anche la scorsa notte di Capodanno. Alla manifestazione, secondo gli organizzatori, hanno partecipato circa 300 persone, tra cui anche l'assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri e il consigliere del XIX Municipio Claudio Ortale. «Siamo qui - ha ricordato una ricercatrice precaria - con l'incoscienza di non avere nulla da perdere ma con la consapevolezza di essere dalla parte del giusto». Il corteo è potuto entrare nel cortile dell'istituto, fino sotto all'edificio sopra al quale protestano i precari che attendono «risposte concrete e immediate» dai ministri Brunetta, Tremonti e Prestigiacomo. Uno spiraglio per la vertenza, tuttavia, si è aperto. Il ministro dell'Ambiente incontrerà i precari dell'Ispra lunedì prossimo presso la sede del Ministero.


2 gennaio 2010 - Il Messaggero

Roma. «Non sparate alla ricerca». Sotto questo slogan...

Roma - «Non sparate alla ricerca». Sotto questo slogan si è svolta nel pomeriggio una fiaccolata di solidarietà con i ricercatori precari dell’Ispra, il principale ente pubblico di ricerca ambientale, che dal 23 novembre scorso protestano accampati sul tetto dell’istituto, nato dalla fusione di tre enti, contro il rischio di perdere il posto di lavoro che grava su cinquecento di loro a partire da ieri primo gennaio.
A promuovere la manifestazione, che si è snodata sotto la pioggia incessante per le strade del quartiere Casalotti, fino alla sede dell’Ispra, dove una trentina di ricercatori continua a restare nelle tende allestite sul tetto e dove i precari hanno brindato anche la scorsa notte di Capodanno, è stato il Comitato pro-Ispra, composto da diverse associazioni e forze politiche.
Il corteo, a cui secondo gli organizzatori hanno partecipato circa trecento persone, tra cui anche l’assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri (Sinistra Ecologia Libertà) e il consigliere del XIX municipio Claudio Ortale (Prc), è potuto entrare nel cortile dell’ Istituto, fino a sotto l’edificio sul cui tetto protestano i precari che attendono «risposte concrete e immediate» dai ministri Brunetta, Tremonti e Prestigiacomo.
«E’ un vero scandalo - ha detto l’assessore Nieri - che giovani biologi, geologi e chimici che per la nostra regione effettuano importanti compiti tra cui i monitoraggi ambientali per la tutela della salute dei cittadini quale quelli della centrale a carbone di Civitavecchia o quelli per l’area di Malagrotta, siano costretti a queste forme estreme di protesta per chiedere l’immediato rinnovo di tutti i contratti in scadenza».
Uno spiraglio per la vertenza, tuttavia, si è aperto. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo incontrerà i precari dell’Ispra lunedì prossimo presso la sede del ministero.


2 gennaio 2010 - Il Manifesto

DALL'ISPRA ALLA FIAT CAPODANNO SUL TETTO PER OPERAI E PRECARI

Capodanno sui tetti o ai presidi, ieri, per tanti operai italiani. E anche per i ricercatori. All'Ispra, infatti, continua la protesta per conservare il posto di lavoro, minacciato dai tagli decisi dal governo. «Non sparate alla ricerca», era questo lo slogan di ieri, alla fiaccolata che si è svolta nel pomeriggio a Roma: i precari dal 23 novembre scorso protestano, accampati sul tetto dell'istituto, contro il rischio di perdere il lavoro che grava su 500 di loro. A promuovere la manifestazione, che si è snodata sotto la pioggia per le strade del quartiere Casalotti, fino alla sede dell'Ispra, dove una trentina di ricercatori continua a stare nelle tende allestite sul tetto e dove i precari hanno brindato anche la notte di Capodanno, è stato il Comitato pro-Ispra, composto da associazioni e forze politiche. Il corteo, a cui hanno partecipato circa 300 persone, è potuto entrare nel cortile dell' Istituto: i lavoratori attendono «risposte concrete e immediate» dai ministri Brunetta, Tremonti e Prestigiacomo. Uno spiraglio intanto pare essersi aperto: il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo incontrerà i precari dopodomani, presso la sede del ministero.
Festa di fine anno al freddo davanti all'azienda anche per i lavoratori della Mangiarotti Nuclear Spa (ex Breda - Ansaldo Energia), tra le ultime aziende lombarde in grado di produrre grossi componenti speciali per centrali nucleari. Nello stabilimento milanese lavorano 136 persone, la maggior parte delle quali rischia la cassa integrazione e il posto di lavoro.
Hanno trascorso invece San Silvestro e Capodanno in Comune, insieme con moglie e figli, i 38 operai della Fiat di Pomigliano d'Arco, il cui contratto, scaduto il 31 dicembre, non è stato rinnovato. I lavoratori occupano l'aula consiliare dallo scorso 16 dicembre per cercare di convincere la Fiat a riassumerli nello stabilimento pomiglianese, e annunciano che la lotta proseguirà fino a quando i vertici del Lingotto non siederanno a un tavolo per la trattativa. Vivono un momento difficile altri 2000 lavoratori della Campania che hanno raggiunto i limiti massimi della mobilità ordinaria e a tutt'oggi non è stata riconosciuta loro la mobilità in deroga: sono in sostanza senza reddito e contribuzione previdenziale. Nei giorni scorsi hanno anche rivolto un appello al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Tra loro gli operai della Meltem di Arzano, della Birra Peroni di Miano a Napoli, la Icmi di San Giovanni a Teduccio, la Cablauto di Mariglianella, La Bitron di Morra de Santis in provincia di Avellino, la Scai Sud di Oliveto Citra in provincia di Salerno.


2 gennaio 2010 - Il Giornale

Casalotti Una fiaccolata per i ricercatori Ispra

Roma - «Non sparate alla ricerca». Sotto questo slogan si è svolta nel pomeriggio del primo dell’anno una fiaccolata di solidarietà con i ricercatori precari dell’Ispra che dal 23 novembre scorso protestano, accampati sul tetto dell’istituto di ricerca, contro il rischio di perdere il posto di lavoro che grava su 500 di loro. A promuovere la manifestazione, che si è snodata sotto la pioggia per le strade del quartiere Casalotti, fino alla sede dell’Ispra, dove una trentina di ricercatori continua a stare nelle tende allestite sul tetto e dove i precari hanno brindato anche la scorsa notte di Capodanno, è stato il Comitato pro-Ispra, composto da associazioni e forze politiche. Il corteo, a cui secondo gli organizzatori hanno partecipato circa 300 persone, è potuto entrare nel cortile dell’ Istituto, fino a sotto l’edificio sul cui tetto protestano i precari che attendono «risposte concrete e immediate» dai ministri Brunetta, Tremonti e Prestigiacomo. Uno spiraglio per la vertenza, tuttavia, si è aperto. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo incontrerà i precari dell’Ispra lunedì prossimo presso la sede del ministero.


2 gennaio 2010 - La Stampa web

Capodanno sul tetto
Dopo un mese e mezzo di protesta dei ricercatori senza contratto dell'Ispra
il ministro Prestigiacomo li convoca per un incontro
di FLAVIA AMABILE

Dopo quaranta giorni, un Natale e un Capodanno ininterrottamente su un tetto per i ricercatori dell’Ispra sembra aprirsi un primo, timido segnale di speranza. Sono scaduti ieri i contratti per 230 ricercatori dell’Ispra, l’istituto vigilato dal ministero dell’Ambiente che si occupa di ricerca ambientale. E per la prima volta da quando è iniziata la protesta a poche ore dalla scadenza, il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha annunciato che lunedì incontrerà i precari per «verificare la possibilità di individuare una soluzione per quelle professionalità che non hanno trovato una opportunità di stabilizzazione in questi mesi, nell’ambito del piano che ha condotto alla positiva soluzione per la stragrande maggioranza delle posizioni lavorative precarie dell’Istituto».
Non è molto ma è comunque un passo avanti rispetto al nulla che aveva caratterizzato il mese e mezzo di protesta. E’ il frutto di un piccolo blitz organizzato da uno dei tanti parlamentari che in questi giorni di vacanze, si sono avvicendati sul tetto per portere solidarietà ai precari. Da Ignazio Marino del Pd a Loredana De Petris di Sinistra e Libertà a Stefano Pedica dell’Idv. Ed è proprio Pedica a telefonare due giorni fa al ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta per chiedergli un intervento visto che in un mese e mezzo dal ministero dell’Ambiente non era giunto alcun segnale. Brunetta promette un incontro, viene fissato per mezzogiorno di lunedì con il suo capodipartimento al ministero. Ed è poco dopo che all’improvviso viene diffusa la notizia di una convocazione anche da parte della Prestigiacomo, ma alle dieci del mattino.
E, dunque, i precari dell’Ispra si preparano a incontrare il ministro dell’Ambiente. Che cosa risponderanno se chiederanno loro di scendere dal tetto? «Subito, il rinnovo contrattuale per tutti. - spiega Emma Persia, una delle due portavoci dei manifestanti - Le risorse economiche ci sono. Nel medio periodo, invece, chiediamo impegni seri, scritti nero su bianco, per una progettazione che preveda il risconoscimento della natura subordinata del lavoro effettuato sotto forma di contratti atipici dal personale precario e quindi la stabilizzazione». Insomma, «basta con i contratti atipici. Solo contratti di natura subordinata. Questo sì - spiega la delegata Usi Rdb, precaria Ispra - sarebbe il vero segnale che il ministro e il ministero puntano sull'Ispra per un rilancio della politica di protezione e tutela dell'ambiente».


2 gennaio 2010 - Gazzetta di Reggio/Modena/Mantova

Capodanno, amaro brindisi per il lavoro
Da Pomigliano all’Ispra continuano le proteste nelle fabbriche e sui tetti. L’Eutelia occupata da più di due mesi A rischio 400 posti

ROMA - Capodanno di lotta per tanti precari e lavoratori a rischio. L’anno che ha sofferto il passaggio dalla crisi finanziaria a quella occupazionale è finito con cenone e brindisi in fabbrica o sui tetti. Uno spumante amaro stappato nei vari presidi: dal Nord al Sud; dalle tute blu delle grandi imprese simbolo dell’industria italiana, come la Fiat, ai ricercatori dell’Ispra. Nella notte di San Silvestro la Penisola è stata costellata da festeggiamenti di protesta.
Come a Natale quando hanno manifestato anche i lavoratori di tante piccole imprese, che portano avanti vertenze rimaste sotto silenzio, come gli operai della Frattini di Seriate, Bergamo, della Dierre di Asti e dell’Italcor di Potenza. Questa la mappa dei presidi non abbandonati neanche in questi giorni di festa.
Eutelia. A Pregna milanese, Ivrea e Torino i lavoratori dell’Agile-Eutelia hanno brindato in azienda. In tutti e tre gli stabilimenti l’occupazione va avanti da due mesi, visto che gli stipendi mancano ormai da mezzo anno. A Pregna rischiano il posto 200 persone. «Abbiamo mangiato molte lenticchie - ha detto il delegato Fiom Angelo Pagaria - sperando che il 2010 ci porti molti soldi, visto che nel 2009 ne abbiamo visti davvero pochi». I piatti sono stati preparati su una cucina da campo messa a disposizione della Protezione civile. Tra Torino e Ivrea ci sono altri 200 lavoratori che non possono guardare con certezza verso il futuro, e anche qui il Capodanno non ha fermato il presidio. E si è anche ballato: danze occitane nella sede piemontese e musica anni Sessanta con balli popolari a Ivrea.
Fiat. A Pomigliano d’Arco le tute blu a rischio hanno portato la loro protesta dalla fabbrica al Comune. E così i 38 operai a cui non è stato rinnovato il contratto hanno trascorso la notte di San Silvestro e il primo dell’anno in municipio. I lavoratori occupano l’aula consiliare da due settimane per cercare di convincere la casa automobilistica di Torino a riassumerli. «I cittadini di Pomigliano si sono dimostrati solidali - ha spiegato Franco D’Isanto, Uilm - e conoscendo le difficoltà di questi lavoratori, stanno continuando a portare qualcosa. Hanno regalato alcuni panettoni e una bottiglia di spumante perché, nonostante tutto, si deve brindare al nuovo anno che speriamo sia migliore di quello appena finito».
Ispra. Sul tetto la notte del 31 e in strada il primo, per una fiaccolata di protesta che ha sfidato la pioggia battente e ha visto marciare oltre 300 persone, così i lavoratori precari dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione ambientale con sede a Roma, hanno trascorso la fine del 2009 e l’inizio del 2010. Sono ricercatori nel campo della biologia, della chimica e della geologia. L’occupazione va avanti da più di un mese e proseguirà finché non saranno rinnovati i contratti in scadenza: in pericolo 500 posti.


1 gennaio 2010 - Ansa

LAVORO: ISPRA; A ROMA FIACCOLATA PRO-PRECARI SUL TETTO
PROTESTA RICERCATORI PROSEGUITA ANCHE A CAPODANNO

(ANSA) - ROMA, 1 GEN - «Non sparate alla ricerca». Sotto questo slogan si è svolta nel pomeriggio a Roma una fiaccolata di solidarietà con i ricercatori precari dell'Ispra che dal 23 novembre scorso protestano, accampati sul tetto dell'istituto di ricerca, contro il rischio di perdere il posto di lavoro che grava su 500 di loro. A promuovere la manifestazione, che si è snodata sotto la pioggia per le strade del quartiere Casalotti, fino alla sede dell'Ispra, dove una trentina di ricercatori continua a stare nelle tende allestite sul tetto e dove i precari hanno brindato anche la scorsa notte di Capodanno, è stato il Comitato pro-Ispra, composto da associazioni e forze politiche. Il corteo, a cui secondo gli organizzatori hanno partecipato circa 300 persone, tra cui anche l'assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri (Sel) e il consigliere del XIX municipio Claudio Ortale (Prc), è potuto entrare nel cortile dell' Istituto, fino a sotto l'edificio sul cui tetto protestano i precari che attendono «risposte concrete e immediate» dai ministri Brunetta, Tremonti e Prestigiacomo. Uno spiraglio per la vertenza, tuttavia, si è aperto. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo incontrerà i precari dell'Ispra lunedì prossimo presso la sede del ministero.


1 gennaio 2010 - Omniroma

CAPODANNO, A CASALOTTI FIACCOLATA PER I PRECARI ISPRA SUL TETTO

(OMNIROMA) Roma, 01 gen - «Insieme si può resistere» e «non sparate sulla ricerca l'Ispra resiste». Sono gli striscioni esposti dai manifestanti dell'Istituto di ricerca ambientale e da alcuni comitati di cittadini di Casalotti. Una protesta sola per difendere i posti di lavoro dei precari dell'Ispra e lo spazio verde del quartiere, il Parco della Cellullosa. Una cinquantina di persone si sono ritrovate questo pomeriggio in piazza Ormea a Casalotti e con una fiaccolata hanno manifestato solidarietà a ricercatori e lavoratori precari che da giorni occupano il tetto dell'Ispra. Una fiaccolata che ha attraversato via di Casalotti per raggiungere l'Ispra. «Siamo qui - ha ricordato una ricercatrice precaria - con l'incoscienza di non avere nulla da perdere ma con la consapevolezza di essere dalla parte del giusto». L'Ispra è un istituto di ricerca e di tutela ambientale è stato istituito un anno e mezzo fa, dipende dal ministero dell'ambiente e come ricordano i precari «siamo bloccati da regolamenti ministeriali ma ci hanno anche lasciato nella più totale indifferenza. I ministri Brunetta, Tremonti e Prestigiacomo devono darci delle risposte».


31 dicembre 2009 - Ansa

LAVORO: ISPRA; PRESTIGIACOMO INCONTRA PRECARI IL 4 GENNAIO

(ANSA) - ROMA, 31 DIC - Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo incontrerà il 4 gennaio presso la sede del ministero i precari dell'Ispra che da settimane manifestano su tetto della sede dell'Istituto. «Obiettivo del tavolo presieduto dal ministro - è detto in una nota - sarà quello di verificare la possibilità di individuare una soluzione per quelle professionalità che non hanno trovato una opportunità di stabilizzazione in questi mesi, nell'ambito del piano che ha condotto alla positiva soluzione per la stragrande maggioranza delle posizioni lavorative precarie dell'Istituto».

RICERCA:ISPRA; MARINO, IMPORTANTE SEGNALE APERTURA

(ANSA) - ROMA, 31 DIC - «Sono davvero lieto di questo importante segnale di apertura del Ministro Prestigiacomo. Insieme a Rosa Calipari, abbiamo parlato con il Vice Capo di Gabinetto del Ministro, la Dottoressa Bernadette Nicotra, che ci ha comunicato l'appuntamento del Ministro con i ricercatori lunedì alle 10:00». Ignazio Marino spiega come la vertenza dei ricercatori dell'Ispra si sia sbloccata, dopo 38 giorni di protesta degli scienziati sul tetto dell'Istituto. «Mi auguro ora che ai buoni propositi seguano i fatti - afferma Marino - e che i ricercatori siano tutti confermati nell'importante lavoro di tutela ambientale che svolgono con altissime qualifiche, al momento più apprezzate all'estero che in Italia. Spero inoltre che questo sia un segnale di cambiamento di visione del governo della destra che finora sulla ricerca non ha investito nulla, sottraendo invece risorse allo sviluppo e all'innovazione, chiavi di volta del futuro del nostro Paese».

RICERCA: ISPRA; MARINO, MIOPIA GOVERNO SVENDE FUTURO PAESE

(ANSA) - ROMA, 31 DIC - «È inaccettabile che ricercatori altamente specializzati siano costretti ad occupare l'Ispra per tentare di avere la visibilità necessaria alla propria causa e mantenere il posto di lavoro. Ma è ancora più inaccettabile l'indifferenza delle istituzioni» e «il silenzio del Ministro dell'Ambiente». Così l'esponente del Partito Democratico Ignazio Marino, torna oggi a portare la sua solidarietà ai ricercatori, sul tetto della sede di Casalotti, a Roma. «È incredibile - accusa Marino - la miopia di questa destra che non investe in sviluppo, innovazione e, in questo caso, anche in tutela del patrimonio ambientale: sono i lavoratori dell'Ispra ad essersi occupati della nave dei veleni in Calabria, dei capodogli arenatisi in Puglia, del disastro idrogeologico di Messina. Cos'altro deve succedere per capire che è indispensabile un ente pubblico che si occupa di protezione ambientale?». «A chi sarà affidato - prosegue Marino - il monitoraggio dei nostri mari, dei nostri ecosistemi? Le imprese private avranno la stessa imparzialità? E poi sembra ovvio, ma evidentemente non lo è per questo governo: bisogna investire o, almeno non disinvestire, nella ricerca, se non si vuole svendere il futuro del nostro Paese».

LAVORO: ISPRA; NIERI, DOMANI SARÒ A FIACCOLATA SOLIDARIETÀ

(ANSA) - ROMA, 31 DIC - «Domani parteciperò alla fiaccolata di solidarietà. Aderisco con convinzione a questo Capodanno di lotta e solidarietà per i lavoratori e le lavoratrici precarie dell'Ispra impegnati da più di un mese nell'occupazione del tetto dell'Istituto per chiedere l'immediato rinnovo di tutti i contratti in scadenza». Lo ha detto l'assessore al Bilancio della Regione Lazio ed esponente di Sinistra Ecologia Libertà Luigi Nieri. «E un vero scandalo - continua Nieri - che la parte pi qualificata di questo paese, giovani biologi, geologi e chimici, che per la nostra Regione effettuano importanti compiti tra cui i monitoraggi ambientali per la tutela della salute dei cittadini quali quelli della centrale a carbone di Civitavecchia o per l'area di Malagrotta, siano costretti a queste forme di protesta estreme». «Il Governo - continua Nieri - con i tagli previsti dal decreto 133 della Ministra Gelmini da un lato e con il silenzio assordante della Ministra Prestigiacomo dall'altro, dimostra la sua incapacità nell'affrontare questa crisi che dovrebbe vedere, proprio attraverso il rilancio della ricerca ambientale, uno dei volani per affrontarla. La Regione e la Provincia hanno messo disposizione un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per chiedere al Governo lo sblocco di questa vicenda».


31 dicembre 2009 - Apcom

Ispra/ Prestigiacomo: Il 4 gennaio tavolo con i precari
Con obiettivo di cercare una soluzione per la stabilizzazione

Roma, 31 dic. (Apcom) - Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, incontrerà il 4 gennaio i precari dell'Ispra che da settimane manifestano sul tetto della sede dell'Istituto. Lo rende noto un comunicato del ministero dell'Ambiente dove si terrà l'incontro. Obiettivo del tavolo presieduto dal ministro, si legge nella nota, sarà quello di "verificare la possibilità di individuare una soluzione per quelle professionalità che non hanno trovato una opportunità di stabilizzazione in questi mesi, nell'ambito del piano che ha condotto alla positiva soluzione per la stragrande maggioranza delle posizioni lavorative precarie dell'Istituto".


31 dicembre 2009 - Corriere del Mezzogiorno.it

Crisi, Prestigiacomo: il 4 gennaio incontro con i precari dell'Ispra

ROMA - Faccia a faccia tra il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e i precari dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che da settimane manifestano sul tetto della sede dell'Istituto. Appuntamento il 4 gennaio. "Obiettivo del tavolo - dice una nota del dicastero - sara' quello di verificare la possibilita' di individuare una soluzione per quelle professionalita' che non hanno trovato un'opportunita' di stabilizzazione".(RCD)


31 dicembre 2009 - Corriere.it

OCCUPAZIONE
Precari Ispra, anche Capodanno sul tetto
Dopo oltre un mese di protesta in via Casalotti, neanche apertura del tavolo delle trattative
di Carlotta De Leo

ROMA - «C’è poco da festeggiare. Per noi questo 2010 comincia nel modo peggiore: allo scoccare della mezzanotte del primo gennaio, in 230 saremo ufficialmente disoccupati. Sarà un Capodanno davvero triste». A parlare è Michela Mannozzi, una dei ricercatori che da 38 giorni sono fissi sul tetto dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per protestare contro i licenziamenti, «camuffati da un semplice mancato rinnovo di un contratto a termine».
NESSUNA APERTURA - Dopo oltre un mese sul tetto della sede di via Casalotti, i precari Ispra non hanno ottenuto neppure l'apertura di un tavolo per le trattative. «Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, mercoledì si è limitata a chiederci di scendere immediatamente dal tetto – dice la Mannozzi che fa parte del coordinamento precari Ispra dell'Usi-Rdb Ricerca –. In cambio ci avrebbe fissato un incontro per il 26 gennaio. Ma non è questo che chiediamo: noi pretendiamo una soluzione della vertenza in corso». E a dir la verità, una soluzione per tamponare l’emergenza ci sarebbe pure. «Se la Prestigiacomo applicasse le norme del ministro Brunetta, verrebbe garantita la continuità contrattuale. E invece la Prestigacomo e i tre commissari dell’Ispra interpretano la legge 133 del 2008 e le successive sui precari in modo restrittivo. E così dal primo gennaio, senza misure dell'ultima ora, noi saremo tutti disoccupati».
LA FIACCOLATA – Non si vede, insomma, la fine del tunnel. L'unica luce in questa vicenda, sembra essere al momento la fiaccolata di solidarietà fissata per il primo gennaio che vedrà sfilare tanti cittadini del quartiere Casalotti (in cui ha sede l'Istituto). Solidarietà che arriva anche dal mondo della politica: una lunga lista di esponenti dell’opposizione hanno già fatto visita ai precari sul tetto, da Dario Franceschini a Nicola Zingaretti. «Aspettiamo anche i politici della maggioranza che hanno promesso di venirci a trovare – aggiunge la Mannozzi -. Abbiamo invitato Renata Polverini, Maurizio Lupi, Gianfranco Fini e tutti i politici del Pdl perché la nostra è una questione di interesse nazionale e non di partiti che siano di destra o di sinistra». Nel pomeriggio del 31 dicembre, anche Ignazio Marino (senatore del Pd) ritornerà sul tetto. «Dovrà scavalcare di nuovo– dice la Mannozzi -. Come a Natale, i commissari ci hanno isolato e chiuderanno i cancelli dalle alle 15,50 del 31 dicembre fino alle 7 di mattina del 4 gennaio».
«SUL TETTO FINO ALLA STABILIZZAZIONE» – Ma cosa chiedono i precari per scendere dal tetto? «Subito, il rinnovo contrattuale per tutti. Le risorse economiche ci sono – dice la Mannozzi - Si tratta solo di un problema politico. Per i prossimi 3 anni, infatti, ci sono finanziamenti già erogati per un totale di 10,5 milioni» E poi la stabilizzazione: «Certo non subito – aggiunge – ma nel medio periodo vogliamo il risconoscimento del nostro lavoro come subordinati. Dopo 12 anni di contratti atipici, i precari devono diventare dipendenti a tutti gli effetti. Questo sì che sarebbe il vero segnale che il ministro e il ministero puntano sull'Ispra per un rilancio della politica di protezione e tutela dell'ambiente».
I NUMERI - L’Ispra nasce circa due anni fa dall’unione di tre Enti pubblici di ricerca (Apat, Icram e Infs) con la finalità di razionalizzare le competenze tecnico scientifiche presenti. «Finora però – afferma ancora Emma Persia, coordinatrice dell'Usi-RdB dell'Ispra – abbiamo avuto solo licenziamenti. Nel dicembre dello scorso anno sono andati via i primi 50. Lo scorso giugno, invece, non è stato rinnovato il contratto ad altri 200 ricercatori e altri 230 saranno disoccupati dal primo gennaio. Si arriva così a più di 500 licenziamenti, ovvero il 40 per cento del personale in meno. Persone mandate via solo perché hanno un contratto a termine: io, che ho il posto fisso, posso garantire che questi colleghi che rischiano svolgono il mio stesso lavoro con la stessa professionalità».


31 dicembre 2009 - Corriere di Viterbo/Rieti

Altolà della Regione sull’Ispra: niente sgombero
Inviata al governo la richiesta di un incontro sul presidio occupato dai ricercatori

"Ci auguriamo che non si proceda ad uno sgombero forzato del presidio effettuato dai ricercatori dell’Ispra". È quanto affermano, in una nota congiunta, gli assessori regionali al Lavoro, Alessandra Tibaldi, e al Bilancio, Luigi Nieri, l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Smeriglio, e il Presidente della Commissione Lavoro della Provincia di Roma, Marco Miccoli al termine della riunione che si è tenuta presso l’assessorato al Lavoro della Regione Lazio alla presenza delle organizzazioni sindacali e dei rappresentanti dei ricercatori dell’Ispra. "La questione non va affrontata nel senso dell’ordine pubblico, bensì con la convocazione da parte del Governo di un tavolo di confronto per discutere nel merito, allargato a Regione, Provincia e Comune- spiegano gli assessori- La Regione e la Provincia sono disponibili ad effettuare una ricognizione al fine di reperire eventuali fonti di cofinanziamento aggiuntive per trovare soluzioni al caso, attivando progetti che siano utili al territorio e legati alla mission dell’istituto". Sulla vicenda interviene anche il vicepresidente della Regione Lazio, Esterino Montino: "Ho scritto al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo al fine di sollecitare la convocazione di un tavolo di confronto che, coinvolgendo tutte le istituzioni locali, affronti concretamente la vicenda dei ricercatori dell’Ispra ormai in protesta da settimane". «L’iniziativa congiunta di oggi tra Regione e Provincia dimostra la corretta attenzione nei confronti di una vicenda, che non colpisce solo centinaia di posti di lavoro ma un patrimonio di conoscenze e competenze che sarebbe irresponsabile disperdere. Intervenire attraverso uno sgombero forzato, invece che con il dialogo, per affrontare una situazione tanto delicata sarebbe una scelta davvero poco lungimirante".


31 dicembre 2009 - Articolo 21

L'Italia vera sui tetti. Caso Ispra, Della Seta: "I soldi ci sono, governo intervenga"
di Nello Trocchia

C’è l’Italia vera che lotta sui tetti per un posto di lavoro e c’è l’Italia degli onorevoli Trombetta che onorano latitanti, elevano mafiosi ad eroi e camminano al ritmo del ‘lei non sa chi sono io’. Sui tetti c’è il mondo del lavoro, dimenticato. A Roma, in via Casalotti, c’è anche un pezzo del futuro di questo paese: la ricerca e lo sviluppo. Tra oggi e nei prossimi giorni scadranno i contratti di circa 230 ricercatori dell’Ispra, l’ente di ricerca pubblica ambientale. A giugno già in 250 erano andati a casa. Qualche giorno fa della lora battaglia si è occupato anche il Financial Times, l’autorevole quotidiano economico. Il giornale scriveva: " L’Italia è il paese fanalino di coda per investimenti in ricerca e sviluppo". In tempo di crisi l’unica cosa che non si taglia sono i fondi alla ricerca, nel nostro paese si tagliano direttamente i ricercatori. Avanguardia italica. " Ci sono colleghi che hanno una famiglia e rischiano di tornare a casa – racconta Michela Mannozzi, ricercatrice Ispra – ma pensiamo anche a chi vorrebbe immaginare un futuro e semmai costruirsi una famiglia". La classe dirigente di questo paese si acciuffa nei talk intorno a vacui concetti di famiglia, organizza anche manifestazioni per difenderla, poi dimentica chi ne ha una o semplicemente sogna di progettare il futuro. La ministra dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, qualche giorno fa, ha inviato un comunicato. Sui tetti Prestigiacomo non si è vista, troppo impegnata tra panettoni, ponte sullo stretto e nucleare all’italiana. Nella prima parte del comunicato si legge: "La situazione dei ricercatori precari è stata affrontata in questi mesi con il massimo impegno e il massimo senso di responsabilità riuscendo a individuare soluzioni positive per la stragrande maggioranza delle posizioni". Alla ministra risponde Claudio Argentini, segreteria nazionale Rdb ricerca, "Non sappiamo a quali posizioni si riferisca Prestigiacomo visto che a giugno sono stati già tagliati 250 ricercatori". Più avanti nel comunicato la ministra invita i lavoratori a sospendere la protesta. " Non scenderemo fino a quando - prosegue Mannozzi - non ci sarà data garanzia, non solo del rinnovo dei contratti, ma anche di un piano prospettico che riesca a stabilizzare la nostra situazione". Dulcis in fundo, Prestigiacomo rivolge un appello al governo: "L’altro appello lo rivolgo al governo affinché , nell’ambito degli ultimi provvedimenti, sia trovato il modo per non disperdere il grande patrimonio di professionalità di questi ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturate". La ministra che rivolge l’appello al governo di cui fa parte, sdoppiamento della personalità. Ma oltre al danno c’è la beffa. " In realtà i soldi per rinnovare i contratti – denuncia Roberto Della Seta, senatore Pd – ci sono, ma forse il governo, chiudendo positivamente la vicenda Ispra, teme che si possano aprire nuovi fronti di lotta". Intanto i ricercatori aspettano risposte, l’Italia del lavoro resta sui tetti mentre l’italietta dibatte se dedicare o no una strada ad un pluricondannato, morto da latitante. Buon 2010.


31 dicembre 2009 - Liberazione

Ispra, precari continuano l'occupazione dell'istituto

«Al nuovo irrigidimento della struttura commissariale rispondiamo generalizzando la lotta». Così Claudio Argentini, della segreteria nazionale UsI RdB Ricerca, annuncia la prosecuzione della protesta dei ricercatori dell'Ispra di Roma. Da ieri i cancelli della sede di via Casalotti 300, dove da 38 giorni prosegue l'occupazione pacifica del tetto da parte dei precari che già da domani rischiano il licenziamento, sono stati chiusi ai giornalisti e «probabilmente - spiega Argentini- rimarranno sbarrati anche alle personalità politiche di entrambi gli schieramenti». «Questa decisione -prosegue - potrebbe essere propedeutica allo sgombero dei lavoratori. Il silenzio di Prestigiacomo determina da parte nostra la richiesta di intervento da parte del Governo, che non può permettere che un singolo dicastero determini, in un periodo di crisi, ulteriori licenziamenti. Lo sciopero sarà un appuntamento importante ma non unico. La Federazione RdB sta infatti preparando un'assemblea cittadina proprio su Ispra che veda il contributo di forze politiche e istituzionali e che faccia capire al Governo che i precari Ispra non sono soli».


31 dicembre 2009 - Avvenire

«Noi precari, sui tetti in attesa di un futuro»
Due ricercatori dell’Ispra: qui anche il primo dell’anno. E i nostri sogni di famiglia?
di DIEGO MOTTA

Sul tetto dell’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, stanno ballando da soli da più di un mese. Lo faranno anche il giorno di Capodanno. Lui, Pier Paolo Giordano, 35 anni, da nove tecnico di ricerca nel servizio emergenza ambientale in mare; lei, Michela Mannozzi, 36 anni, laureata in scienze ambientali, da sei incaricata del monitoraggio delle piattaforme
off shore.
«Il problema è che qui, a trenta metri d’altezza, balla anche il futuro della nostra coppia – spiega al telefono Pier Paolo – Vorremmo creare una famiglia e avere dei figli, ma come possiamo farlo se da gennaio non potremo più ricevere lo stipendio? Se i nostri contratti, che lo Stato ha sin qui rinnovato in qualche modo, dovessero davvero essere bloccati?» .
Tra le tende allestite a Roma, in via di Casalotti, i sacchi a pelo dispo- sti in ordine sotto i teli e le troupe
televisive che vanno e vengono per documentare la protesta di questo gruppo di ricercatori, si consuma dunque uno dei piccoli grandi drammi generazionali che gli anni della crisi economica ( o dei licenziamenti di Stato, se preferite) stanno trascinando con sé: la difficoltà sempre maggiore di dare forma a un futuro carico di progetti e speranze. Pier Paolo e Michela, tra i leader della mobilitazione contro il taglio di circa 200 posti previsti dal governo nel piano di riorganizzazione dell’Ispra, mettono insieme con due stipendi poco più di 2.500 euro: sono «precari di Stato» , nel senso più nobile del termine, «perché per noi fare ricerca per conto di un ente pubblico è un orgoglio: in fondo, vuol dire lavorare per il proprio Paese» . Pier Paolo ha fatto rilevazioni ambientali un po’ ovunque, dal mare Adriatico al Libano, una media di 20 trasferte all’anno, sabati e domeniche comprese, mentre Michela lavora a una serie di progetti finanziati dall’Eni. Vivono insieme da due anni, in una casa per cui pagano ogni mese una rata di mutuo da 780 euro, più le spese alimentari. «Perdendo il posto di lavoro, rischiamo di perdere un po’ tutto» confida Pier Paolo. Perché allora non andare all’estero, magari cercando un impiego in una delle tante multinazionali che hanno offerto un posto sicuro a migliaia di ' cervelli in fuga'? «Perché sarebbe una sconfitta, significherebbe interrompere il percorso iniziato qui e abbandonare i legami e le amicizie a cui teniamo di più» .
A dargli man forte è anche la mamma, che ha da poco perso il marito, e che adesso non smette di chiedersi: «Quanto dovranno aspettare ancora questi due ragazzi per avere la possibilità di ' mettere su famiglia'?» . I diretti interessati, per ora, non hanno avuto fretta, ma il precipitare degli eventi li ha costretti questa volta a reagire rapidamente. «Ormai pensiamo al nostro futuro 24 ore su 24. Lo facciamo tra di noi, con gli amici e con i colleghi. Dal tetto è più facile farci sentire e ' bucare' il muro dell’informazione. Noi però vorremmo soltanto riuscire a costruire insieme qualcosa di duraturo, ma non sappiamo nemmeno da che parte muoverci. Eppure il desiderio di creare una famiglia c’è» . Per ora ci sono occhi e orecchie solo per quanto accadrà nel futuro dell’Ispra, l’unica casa in cui davvero si sono riconosciuti ( almeno fino a oggi): ogni momento è buono perché la vertenza arrivi a una «svolta» . Armati di stufette a gas, beni di prima necessità e giubbotti pesanti capaci di sfidare il gelo dell’ultimo Natale, nelle ultime settimane hanno visto sfilare personalità politiche e hanno incassato la solidarietà del quartiere, che il giorno di Capodanno sfilerà per loro in segno di solidarietà. «In questi giorni è successo di tutto nella nostra vita – osserva Pier Paolo – ma finora i risultati concreti sono pari a zero. Eppure vogliamo provarci fino all’ultimo, ne va anche del futuro dei nostri figli».

IL CASO
Una mobilitazione che dura da 38 giorni

Trentotto giorni di protesta ininterrotta, con un solo obiettivo: garantire il rinnovo ai 217 ricercatori che da domani, salvo novità dell’ultim’ora, saranno ufficialmente «scaduti». Il pressing dei lavoratori dell’Ispra, l’unica agenzia pubblica di ricerca e controllo ambientale, si è rivolto principalmente al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che alla vigilia di Natale è intervenuta per lanciare a sua volta due appelli: «il primo – ha detto – ai lavoratori per sospendere la protesta. Il loro problema è stato posto con energia ed evidenza e la protesta avrà i suoi effetti. L’altro appello lo rivolgo al governo affinché, nell’ambito degli ultimi provvedimenti, sia trovato il modo per non disperdere il grande patrimonio di professionalità di questi ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturate».
L’impressione, nel giorno di San Silvestro, è che le posizioni restino molto distanti, anche solo rispetto al metodo da trovare per intavolare una trattativa: il ministero dell’Ambiente ha proposto prima un confronto a febbraio, anticipandolo poi a gennaio. La risposta arrivata dal tetto dell’istituto è stata sempre la stessa: servono atti concreti. Una firma in grado di ristabilire la situazione prima dei tagli, in attesa magari di una successiva regolarizzazione dei precari. Nel frattempo la protesta ha acquisito via via visibilità mediatica e politica, con parlamentari accorsi sui tetti a incontrare i giovani protagonisti della mobilitazione e a promettere interventi immediati. Ieri è toccato al presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che ha rilanciato «la richiesta di un incontro e l’apertura di un tavolo» tra le parti.
E c’è chi dice che sia già pronta un’offerta di 10 milioni di euro, di Provincia e Regione Lazio, disponibili a farsi carico finanziariamente del futuro dei ricercatori.(D.M.)


31 dicembre 2009 - La Voce d'Italia

Ispra, sul tetto sale Zingaretti: 'Vi aiutero''
Dopo 38 giorni di protesta, i ricercatori non hanno ancora certezze per il futuro
di Chiara Bianchi

Roma - Sono trentotto giorni che i trenta ricercatori dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, vivono sul tetto di quell'edificio di via Casalotti 300 che non assicura loro un posto fisso. Infatti, sono circa 200 i contratti di studiosi che scadranno oggi, oltre ai 250 già mandati a casa durante l'ultimo anno. Attendendo di essere convocati dal ministro per l´ambiente Stefania Prestigiacomo, confidano in una visita del sindaco per avere qualche novità. Per ora nulla di certo, se non che passeranno questa notte, l'ultima del 2009, a una quindicina di metri da terra con i cancelli chiusi davanti ai loro occhi, come già successo a Natale. In cima a quello stesso stabile è salito anche il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, un gesto "che non è solo solidarietà ma impegno concreto", ha sottolineato il responsabile di Palazzo Valentini aggiungendo che si tratta di una "orma di protesta giusta, civile e non violenta. Voglio sottolineare che la mia è una testimonianza di un impegno che continuerà nelle prossime settimane se questa crisi non dovesse risolversi". Zingaretti ha quindi evidenziato che "in tutti questi giorni di protesta non c´è stato nessun segnale di attenzione da parte del ministro Stefania Prestigiacomo" alla quale, qualche ora più tardi il presidente della Provincia ha inviato una lettera nella quale propone l´apertura "di un tavolo di confronto per discutere e capire cosa è possibile fare per garantire all´istituto le risorse necessarie per procedere nell´attività. Sarebbe molto importante e, a mio giudizio, doveroso, dare tale segnale concreto in maniera tempestiva", aggiungendo che "l'Amministrazione provinciale è pronta a cooperare per cercare di garantire all´Ispra il ritorno alla sua normale attività".


31 dicembre 2009 - Il Manifesto

Chiusi i cancelli e nessuna risposta

Roma - Da ieri mattina i cancelli della sede Ispra di via Casalotti, dove da 38 giorni prosegue l'occupazione pacifica del tetto da parte dei precari, sono stati chiusi a giornalisti e «probabilmente anche ai politici». Secondo Claudio Argentini dell'Usi Rdb «questa decisione potrebbe essere propedeutica allo sgombero dei lavoratori», che da ben 38 giorni sono asserragliati sul tetto dell'Istituto nazionale per la protezione e la ricerca ambientale. La vertenza ha ricevuto l'attenzione del Financial Times e anche della prestigiosa rivista Science, non una parola invece dal ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo. L'Ispra, nato con decreto del ministero dell'economia, dall'accorpamento di tre enti preesistenti, è commissariato da circa un anno e ancora non ha uno statuto. In tutto, ci sono oltre 200 contratti in scadenza. I ricercatori denunciano che insieme alle professionalità che hanno perso e perderanno il lavoro si sta smantellando il controllo, la prevenzione e la ricerca ambientale del Paese.


31 dicembre 2009 - Corriere della Sera

Vertenza Ispra Il presidente della Provincia partecipa alla protesta
Zingaretti sul tetto occupato «Sono al fianco dei ricercatori»

Roma - Sul tetto con i ricercatori che protestano contro il rischio-licenziamento. Nicola Zingaretti ha espresso così la propria solidarietà ai lavoratori dell’Ispra di via Casalotti, che da fine di novembre sono salito sul tetto dell’istituto di ricerca ambientale, contestando il piano di risanamento dei conti deciso del commissario nominato dal governo, Vincenzo Grimaldi. Il presidente della Provincia è stato fra l’alto durissimo con il ministro all’Ambiente, Stefania Prestigiacomo che ha competenze sull’ente. «Trovo folle che dopo 37 giorni di protesta non ci sia stato nessun segnale di attenzione da parte del ministro Prestigiacomo - ha detto Zingaretti - . L'apertura di un tavolo con il governo è il minimo indispensabile».
La visita di Zingaretti ha creato anche momenti di tensione. L’azienda in un primo momento ha sbarrato i cancelli per negare l’accesso ai giornalisti al seguito del presidente della Provincia. Ed è circolata la voce di un imminente intervente delle forze dell’ordine per sgomberare il tetto occupato. In ogni caso gli uomini della vigilanza, cortesi ma fermi, erano in evidente imbarazzo: «Disposizioni superiori, i giornalisti non possono entrare», hanno detto. Dopo una veloce trattativa e qualche telefonata, è arrivato il via libera. E la delegazione, di cui faceva parte anche l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Smeriglio, è entrat. Davanti ai lavoratori, Zingaretti ha lanciato un appello alla Presigiacomo: «Faccia il suo dovere - ha detto - anche se mi pare che ad oggi prevalga una volontà di non ascolto, malgrado una forma di protesta giusta, civile e non violenta come questa. Da parte nostra garantisco che la mia presenza qui oggi non sarà una parentesi ma la testimonianza di un impegno che continuerà nelle prossime settimane se questa crisi non dovesse risolversi. Concretamente si può fare molto. Come Provincia siamo pronti a collaborare per garantire all'Ispra la normalità della propria attività anche nei prossimi anni. Mi dicono che c'è ora la preoccupazione per quanto riguarda la stabilità del terrazzo, è evidente che se così fosse questo dovrebbe essere certificato scientificamente dalla Asl o dalle strutture competenti. Mi auguro invece che non si usi come pretesto per mettere in campo operazioni di sgombero che non possono essere giustificate in alcun modo».(Pa.Fo.)


31 dicembre 2009 - La Repubblica

Il presidente della Provincia insieme ai ricercatori con i contratti in scadenza. Dopo quaranta giorni trascorreranno il Capodanno all´aperto
E Zingaretti sale sul tetto dell´Ispra "Difenderò il vostro lavoro d´eccellenza"
A rischio i contratti di oltre cento ricercatori. Altri 250 sono stati già mandati a casa Scende in campo anche Montino: "Ho chiesto al ministro Prestigiacomo di aprire un tavolo"
di ANNA RITA CILLIS

Roma - Sarà un capodanno all´addiaccio il loro. Nonostante i sacchi a pelo, due tende sotto le quali ripararsi, una stufa a gas. Da 38 giorni trenta ricercatori dell´Ispra, l´Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con un futuro incerto - i contratti di circa 200 studiosi scadranno oggi e si parla di un 50% di tagli oltre ai 250 già mandati a casa durante l´ultimo anno - vivono sul tetto di quell´edificio, in via di Casalotti 300. Attendono di essere convocati dal ministro per l´ambiente Stefania Prestigiacomo, attendono una visita del sindaco, attendono qualche novità. Per adesso nulla, ma l´unica cosa certa è che passeranno questa notte, l´ultima del 2009, a una quindicina di metri da terra con i cancelli chiusi davanti ai loro occhi, come già successo a Natale.
E in cima a quello stabile è salito, ieri, anche il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, un gesto «che non è solo solidarietà ma impegno concreto», ha sottolineato il responsabile di Palazzo Valentini aggiungendo che si tratta di una «forma di protesta giusta, civile e non violenta. Voglio sottolineare che la mia è una testimonianza di un impegno che continuerà nelle prossime settimane se questa crisi non dovesse risolversi. Sono convinto che si possa fare molto per risolvere la vicenda: si tratta di un polo di eccellenza strategico. Da parte della Regione ci sono degli stanziamenti pronti e come Provincia vogliamo collaborare per garantire all´Ispra la continuità». Un lavoro di sinergia, come ha rimarcato anche l´assessore provinciale alle politiche del lavoro, Massimiliano Smeriglio: «Regione, Provincia e Comune potrebbero aprire un rapporto con l´Ispra e potenziare le commesse. Il punto però è capire se il governo ha deciso di investire su questo ente e sulla ricerca o no». Zingaretti, ha poi evidenziato che «in tutti questi giorni di protesta» non c´è stato «nessun segnale di attenzione da parte del ministro Stefania Prestigiacomo» alla quale, qualche ora più tardi il presidente della Provincia ha inviato una lettera nella quale, in sostanza, propone l´apertura «di un tavolo di confronto per discutere e capire cosa è possibile fare per garantire all´istituto le risorse necessarie per procedere nell´attività. Sarebbe molto importante e, a mio giudizio, doveroso, dare tale segnale concreto in maniera tempestiva», aggiungendo che «l´Amministrazione provinciale è pronta a cooperare per cercare di garantire all´Ispra il ritorno alla sua normale attività». E sulla vicenda è intervenuto anche Esterino Montino, alla guida della Regione, spiegando di aver scritto anche lui al ministro Prestigiacomo per «sollecitare la convocazione di un tavolo». Intanto domani alle 16, a sostegno dei ricercatori sarà organizzata in piazza Ormea dai comitati di quartiere e con la partecipazione di Legambiente una fiaccolata che attraverserà via Casalotti e si concluderà davanti ai cancelli dell´ente.


30 dicembre 2009 - Adnkronos

LAVORO: ISPRA, I PRECARI IN LOTTA DI NUOVO CHIUSI DENTRO I CANCELLI
ARGENTINI (USI RDB), IN PREPARAZIONE SCIOPERO GENERALE RICERCA PUBBLICA

Roma, 30 dic. (Adnkronos/Labitalia) - «Al nuovo irrigidimento della struttura commissariale rispondiamo generalizzando la lotta». Così Claudio Argentini, della segreteria nazionale USI RdB Ricerca, annuncia la prosecuzione della protesta dei ricercatori dell'Ispra di Roma. Da stamani i cancelli della sede Ispra di via Casalotti 300, dove da 38 giorni prosegue l'occupazione pacifica del tetto da parte dei precari che già da dopodomani rischiano il licenziamento, sono stati chiusi ai giornalisti e «probabilmente -spiega Argentini- rimarranno sbarrati anche alle personalità politiche di entrambi gli schieramenti». «Questa decisione -prosegue il sindacalista- potrebbe essere propedeutica allo sgombero dei lavoratori. Ebbene, questo ci rafforza nella decisione di generalizzare la lotta e stamani formalizzeremo le procedure per arrivare allo sciopero della Ricerca Pubblica. La vertenza ISPRA deve vedere il sostegno di tutti i lavoratori degli Enti e la generalizzazione della lotta ha come obbiettivi sia l'ottenimento di una soluzione immediata per i lavoratori dell'Ispra sia quello di bloccare lo smantellamento non solo di Ispra ma anche dell'Enea, dell'Isfol e degli altri enti in riordino». Aggiunge Argentini: «Il silenzio del Ministro Prestigiacomo determina da parte nostra la richiesta forte di intervento da parte del Governo, che non può permettere che un singolo dicastero determini, in un periodo di crisi, ulteriori licenziamenti. Lo sciopero sarà un appuntamento importante ma non unico. La Federazione RdB sta infatti preparando un'assemblea cittadina proprio su Ispra che veda il contributo di forze politiche e istituzionali e che faccia capire al Governo che i precari Ispra non sono soli ma fanno parte di un tessuto che reagisce duramente contro il tentativo di emarginarli, contro i licenziamenti ed i tagli alla cosa pubblica. Questi lavoratori vogliono posti di lavoro, non ammortizzatori, vogliono essere utili alla collettività recuperando dignità e diritti. Contro chi anche con mezzucci di basso livello tenta di isolarli, risponderemo portando la città e la Ricerca Pubblica all'Ispra», conclude Argentini.

RICERCA: CAPODANNO DA DISOCCUPATI PER PRECARI ISPRA
AD OGGI 37 GIORNI SUL TETTO - FIACCOLATA IL 1° GENNAIO NEL QUARTIERE CASALOTTI

Roma, 30 dic. - (Adnkronos) - Ben 230 ricercatori dell'Ispra 'festeggerannò il Capodanno da disoccupati. Mancano infatti poco più di 24 ore allo scadere dei contratti dei precari dell'Istituto vigilato dal ministero dell'Ambiente, nato dall'accorpamento di Apat, Icram, Infs e principale ente pubblico di ricerca ambientale. E, l'unica luce in questa vicenda, sembra essere al momento la fiaccolata del 1° gennaio che vedrà sfilare tanti cittadini del quartiere in cui ha sede l'Istituto in segno di solidarietà. Dopo oltre un mese trascorso sul tetto della sede di Via Casalotti, i precari Ispra non hanno infatti ottenuto neppure l'apertura di una trattativa: insomma nulla si è mosso. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo si è limitata a chiedere ai delegati Usi Rdb di scendere dal tetto in attesa di qualche soluzione, ma non ha ancora aperto il dialogo per la soluzione della vertenza in corso. Ed è un fatto che allo scoccare della mezzanotte di Capodanno i contratti decadranno. «Sono sul tetto del palazzo dell'Ipsra da 37 giorni - racconta all'ADNKRONOS Michela Mannozzi, delegato Usi Rdb Ricerca e ricercatrice precaria Ispra - e il ministro non ci ha dato ancora modo di spiegare le nostre ragioni e di indicare le soluzioni che noi proponiamo. Se la Prestigiacomo per esempio applicasse le norme e i pareri della Funzione Pubblica e quindi del ministro Brunetta, almeno verrebbe garantita la continuità contrattuale, risolvendo l'emergenza occupazionale del momento. E invece il ministro Prestigacomo, così come la struttura commissariale da lei nominata, interpretano la legge 133 del 2008 e le successive sui precari in modo restrittivo, nonostante le deroghe previste per il comparto della ricerca. E così dal 1° gennaio, in assenza di una misura dell'ultima ora, noi saremo tutti disoccupati». «La legge 133 stabilisce regole che limitano l'utilizzo di personale precario nella PA - spiega la ricercatrice salutando dalla webcam installata sul tetto - ma prevede anche deroghe per le quali ha rilievo la continuità della linea di ricerca e del singolo ricercatore e non il finanziamento del progetto per il quale viene pagato. Per esempio - spiega - non ha senso interrompere il contratto di un ricercatore precario dell'Ispra se le sue competenze in acquacoltura vengono usate prima per il progetto della Laguna di Orbetello e poi per quello della Laguna di Venezia. In entrambi i casi, infatti - sottolinea Mannozzi - la competenza richiesta è la stessa e quindi non ha senso interrompere la continuità contrattuale con l'Ispra in base allo specifico progetto cui il ricercatore fa capo. Questo in sostanza prevedono le deroghe applicate dalla Funzione Pubblica che, invece, nè la Prestigiacomo , nè i commissari voglio attuare costringendo così il ricercatore a restare a spasso per 8 - 10 mesi anche quando il bando è stato espletato e il concorso vinto». Altra cosa che la delegata Usi Rdb Ricerca mette in evidenza è «il non senso dello stacco di 20 giorni nell'ambito del rinnovo dei contratti a tempo determinato. Stacco che - chiarisce - significa perdita di anzianità di servizio ed è espressione di una interpretazione restrittiva della norma che per il comparto ricerca prevede la possibilità di un contratto continuativo fino a 5 anni. Noi, invece, dopo un anno e mezzo ci vediamo licenziati senza alcuna certezza di riassunzione, promesse a parte». «Siamo accampati in una sorta di tenda da 37 giorni - ricorda Mannozzi - e siamo riusciti a superare il freddo e i relativi malanni grazie alla solidarietà concreta di tanti cittadini che ci hanno portato viveri, stufe a gas e molto altro. In tutto questo abbiamo anche continuato a lavorare per quanto possibile. L'8 dicembre per esempio è stato rinvenuto uno squalo a porto Empedocole e la Capitaneria di porto ci ha chiamato mandandoci le foto per effettuare il riconoscimento. Cosa che abbiamo puntualmente fatto». Tra i disagi c'è stata anche la chiusura dei cancelli dell'Istituto il 24 dicembre scorso per ordinanza dei commissari che ha di fatto isolato i precari nel corso della notte. Un diktat che si ripeterà anche da domani alle 15,50 fino alle 7 di mattina del 4 gennaio. «Durante il giorno possiamo uscire perchè c'è il vigilante - fa sapere Mannozzi - ma durante la notte, dalle 20 in poi, siamo chiusi dentro con tutti i rischi del caso». Cosa chiedono i 230 precari per scendere dal tetto? «Subito, il rinnovo contrattuale per tutti. Le risorse economiche ci sono - dice - Si tratta solo di un problema politico. Per i prossimi 3 anni, infatti, ci sono finanziamenti già erogati che ammontano a complessivi 10,5 mln, 3,5 per tre anni. Nel medio periodo, invece, chiediamo impegni seri, scritti nero su bianco, per una progettazione che preveda il risconoscimento della natura subordinata del lavoro effettuato sotto forma di contratti atipici dal personale precario e quindi la stabilizzazione». Insomma, «basta con i contratti atipici. Solo contratti di natura subordinata. Questo sì - spiega la delegata Usi Rdb, precaria Ispra - sarebbe il vero segnale che il ministro e il ministero puntano sull'Ispra per un rilancio della politica di protezione e tutela dell'ambiente». «Il capo della Protezione civile Bertolaso - ricorda - ha definito quest'anno 'catastrofico per l'ambientè in Italia e ha evidenziato l'importanza della protezione civile per gestire la situazione. Noi, ponendo l'accento sulle sue parole, diciamo che è ora di cominciare una politica di vera prevenzione delle catastrofi che può e deve partire dall'Ispra». Quanto alla schiera di politici che hanno già fatto visita ai precari sul tetto e a quelli che invece lo hanno promesso, Mannozzi sottolinea che sono attesi Renata Polverini, Maurizio Lupi e tutti i politici della Pdl perchè - rimarca - la nostra è una questione di interesse nazionale e non di partiti che siano di destra o di sinistra«. La vicenda Ispra comunque non è iniziata con questa ultima tranche di contratti sospesi nel vuoto. «La prima tranche di licenziamenti (circa 250) - spiega l'addetto stampa della Rdb nazionale Rossella Lamina - è avvenuta prima dell'estate. Si è trattato di ricercatori e tecnici con 10-15 anni di esperienza nella ricerca ambientale. Tutti ricercatori andati avanti per anni con contratti a termine, rinnovati di volta in volta». Di fatto, osserva, «stiamo assistendo a un problema che non riguarda solo la perdita di posti di lavoro, ma di strategia nell'ambito della ricerca ambientale e di fuga di cervelli che ora si buttano a mare come se niente fosse». Usi-Rdb chiede che si apra una trattativa vera perchè «esistono gli strumenti sia legislativi che economici per poter salvare questi posti di lavoro» e ringrazia tutte le testimonianze di solidarietà offerte finora ai precari sul tetto non ultima la visita di vari medici dell'associazione Casalotti libera, essenziale per curare i ricercatori colpiti dall'influenza nei giorni di super freddo«.

LAVORO: ZINGARETTI, APRIRE TAVOLO CON IL GOVERNO PER LAVORATORI ISPRA; 'LA PROVINCIA È PRONTA A COOPERARE'

Roma, 30 dic. - (Adnkronos) - «Trovo semplicemente folle che dopo 37 giorni di protesta dei lavoratori Ispra non ci sia stato nessun segno di attenzione da parte del ministro Prestigiacomo, che chiamerò fra un pò, e rinnovo l'appello perchè ci sia un segnale contro il rischio che questa denuncia venga percepita come invisibile. La richiesta di un incontro e l'apertura di un tavolo con il governo è il minimo indispensabile che si possa fare». A dirlo è il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che stamattina ha incontrato i lavoratori Ispra che dal 24 novembre scorso protestano sul tetto della sede di via di Casalotti contro i licenziamenti e lo smantellamento della ricerca ambientale. I lavoratori sul tetto sono in tutto una cinquantina, organizzati in turni. «La mia presenza qui è un atto dovuto e motivato -ha aggiunto Zingaretti- in primo luogo per mantenere accesi i riflettori nei confronti di una civile forma di lotta e di protesta di lavoratrici e lavoratori che meritano l'attenzione della nostra comunità. L'Ispra è un centro di ricerca che rappresenta una delle eccellenze del nostro territorio, e tante parole su come rispondere alla crisi e avviare un sistema economico virtuoso diventano ridicole se poi si mortificano tali eccellenze. È sbagliato banalizzare la forma di protesta di questi ricercatori e bisogna invece continuare a interessarsene». «Rinnovo pertanto l'invito al ministro a fare il suo dovere -ha proseguito Zingaretti- da parte nostra garantisco che la mia visita qui non è una parentesi prima della fine dell'anno, ma la testimonianza di un impegno che c'è e continuerà nelle prossime settimane se questa crisi non dovesse risolversi. Concretamente si può fare molto -ha spiegato- già un coinvolgimento diretto degli enti locali come Regione e Provincia potrebbe garantire all'Istituto le risorse per procedere nella propria attività. So che da pare della Regione ci sono stanziamenti pronti e anche come Provincia siamo pronti a cooperare e collaborare per garantire all'Ispra la normalità della propria attività anche nei prossimi anni. Si tratta di una semplice volontà politica e di superare una miopia che non vede che mortificando un istituto come questo si mortifica un pezzo di qualità ed eccellenza del nostro sistema pubblico». Riguardo alla stabilità del terrazzo sul quale manifestano i lavoratori Ispra, «è evidente che un eventuale instabilità dovrebbe essere certificata scientificamente dalla Asl -ha affermato il presidente della Provincia- e mi auguro che non si usi tale preoccupazione per mettere in campo operazioni di sgombero non giustificabili dal punto di vista dell'ordine pubblico. Preoccupazioni di questo tipo devono essere fondate su rilievi scientifici, i quali però devono essere effettuati senza nessuna furbizia». «Non sono qui solo per esprimere la mia solidarietà ai lavoratori, che è dovuta -ha concluso Zingaretti- ma perchè vedo in questo istituto una di quelle eccellenze che Roma non può perdere e per la quale siamo disposti a fare la nostra parte. Tenere aperto questo centro serve non solo ai lavoratori, ma a tutta la comunità, perchè in caso di chiusura Roma sarà più povera».

RICERCA: ZINGARETTI SCRIVE A PRESTIGIACOMO, SU ISPRA DOVEROSO SEGNALE CONCRETO

Roma, 30 dic. - (Adnkronos) - «Questa mattina ho fatto visita ai ricercatori dell'Ispra, che stanno portando avanti una forma civile di lotta e di protesta in difesa del proprio lavoro, alla quale la nostra comunità deve grande attenzione. Una presenza dovuta, la mia, perchè l'Ispra rappresenta una delle eccellenze del nostro territorio, un modello di efficienza e qualità del sistema pubblico, che non possiamo mortificare come sta avvenendo». Lo dichiara il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti in una lettera inviata al ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. «Mi sono impegnato con i lavoratori dell'Ispra a contattarla per proporle la possibilità di aprire un tavolo di confronto per discutere e capire cosa è possibile fare per garantire all'istituto le risorse necessarie per procedere nella propria attività - si legge nella lettera - Sarebbe molto importante e, a mio giudizio, doveroso, dare tale segnale concreto in maniera tempestiva. L'Amministrazione provinciale - conclude Zingaretti nella lettera - è pronta, per quanto è nelle nostre possibilità, a cooperare e collaborare per cercare di garantire all'Ispra il ritorno alla sua normale attività».

RICERCA: LEGAMBIENTE SU ISPRA, BEFANA CONSEGNERÀ CARBONE AL PREFETTO GRIMALDI

Roma, 30 dic. - (Adnkronos) - «Ci piacerebbe molto che il nuovo anno cominciasse bene per i precari dell'Ispra, ancora sul tetto dell'edificio per protestare contro i licenziamenti. Ci farebbe molto piacere per loro, ma anche per il Paese che insieme ai posti di lavoro di queste persone, rischia di perdere un grande patrimonio nel settore strategico della ricerca, con grave danno per l'ambiente e la sostenibilità. Speriamo che il Prefetto ci ripensi. Per convincerlo noi faremo la nostra parte». Con queste parole Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha annunciato per il prossimo 5 gennaio un blitz presso la sede Ispra (l'ente creato da circa un anno dalla fusione di Apat, Infs e Icram) da parte di una particolare Befana ambientalista, che consegnerà un sacco pieno di carbone al Prefetto Grimaldi, Commissario straordinario dell'Ispra, finora «sordo» a tutte le sollecitazioni ricevute per cercare di trovare una soluzione che tenga conto delle competenze e della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti. La befana di Legambiente interverrà quindi per cercare di scongiurare il rischio che importanti attività come gli interventi sulla biodiversità marina, le emergenze in mare (anche sulle cosiddette «navi dei veleni»), le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, l'informazione ambientale, l'aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera e la prevenzione del dissesto idrogeologico siano definitivamente compromesse da licenziamenti e privatizzazioni frettolose. «L'azione che il prefetto sta intentando, irrigidendo le procedure e tagliando posti di lavoro - ha concluso Cogliati Dezza - impedirà la prosecuzione delle ricerche su un bene primario per l'interesse generale del paese e, oltre a disperdere professionalità e competenze, determinerà anche l'impossibilità di sviluppare il controllo pubblico su temi di primaria importanza e di interesse generale. Il governo deve fare il possibile affinchè la ricerca pubblica ambientale non venga svenduta».


30 dicembre 2009 - Omniroma

ISPRA, TIBALDI-MICCOLI: «GOVERNO CONVOCHI TAVOLO CON ENTI LOCALI»

(OMNIROMA) Roma, 30 dic - «Ci auguriamo che non si proceda ad uno sgombero forzato del presidio effettuato dai ricercatori dell'Ispra». È quanto dichiarano in una nota gli Assessori regionali al Lavoro Alessandra Tibaldi e al Bilancio Luigi Nieri, l'Assessore provinciale al Lavoro Massimiliano Smeriglio e il Presidente della Commissione Lavoro della Provincia di Roma Marco Miccoli al termine della riunione che si è tenuta presso l'Assessorato al Lavoro della regione Lazio alla presenza delle Organizzazioni Sindacali e dei rappresentanti dei ricercatori dell'Ispra. «La questione - aggiungono - non va affrontata nel senso dell'ordine pubblico, bensì con la convocazione da parte del Governo di un tavolo di confronto per discutere nel merito, allargato a Regione, Provincia e Comune. La Regione e la Provincia sono disponibili ad effettuare una ricognizione al fine di reperire eventuali fonti di cofinanziamento aggiuntive per trovare soluzioni al caso, attivando progetti che siano utili al territorio e legati alla mission dell'istituto».

ISPRA, MONTINO: «CONVOCARE TAVOLO CONFRONTO»

(OMNIROMA) Roma, 30 dic - «Ho scritto al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo al fine di sollecitare la convocazione di un tavolo di confronto che, coinvolgendo tutte le istituzioni locali, affronti concretamente la vicenda dei ricercatori dell'Ispra ormai in protesta da settimane. L'iniziativa congiunta di oggi tra Regione e Provincia dimostra la corretta attenzione nei confronti di una vicenda che non colpisce solo centinaia di posti di lavoro ma un patrimonio di conoscenze e competenze che sarebbe irresponsabile disperdere. Intervenire attraverso uno sgombero forzato, invece che con il dialogo, per affrontare una situazione tanto delicata sarebbe una scelta davvero poco lungimirante. Alla disponibilità mostrata da Provincia di Roma e Regione Lazio per l'individuazione di soluzioni anche finanziarie, devono adesso fare seguito scelte altrettanto responsabili da parte del Governo». È quanto dichiara in una nota il vicepresidente della giunta regionale del Lazio, Esterino Montino.


30 dicembre 2009 - Ansa

LAVORO:ISPRA;TIBALDI, NO SGOMBERO. GOVERNO CONVOCHI TAVOLO

(ANSA) - ROMA, 30 DIC - «Ci auguriamo che non si proceda ad uno sgombero forzato del presidio effettuato dai ricercatori dell'Ispra». È quanto hanno detto in una nota congiunta l'assessore regionale al Lavoro Alessandra Tibaldi e al Bilancio Luigi Nieri, l'assessore provinciale al Lavoro Massimiliano Smeriglio e il presidente della Commissione Lavoro della Provincia di Roma Marco Miccoli al termine della riunione all'Assessorato al Lavoro della regione Lazio alla presenza delle Organizzazioni Sindacali e dei rappresentanti dei ricercatori dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). «La questione - hanno aggiunto - non va affrontata nel senso dell'ordine pubblico, bensì con la convocazione da parte del Governo di un tavolo di confronto per discutere nel merito, allargato a Regione, Provincia e Comune. La Regione e la Provincia - hanno concluso - sono disponibili ad effettuare una ricognizione al fine di reperire eventuali fonti di cofinanziamento aggiuntive per trovare soluzioni al caso, attivando progetti che siano utili al territorio e legati alla mission dell'istituto».

LAVORO: ISPRA; ZINGARETTI A PRESTIGIACOMO, CONVOCHI TAVOLO

(ANSA) - ROMA, 30 DIC - «Questa mattina ho fatto visita ai ricercatori dell'Ispra, che stanno portando avanti una forma civile di lotta e di protesta in difesa del proprio lavoro, alla quale la nostra comunità deve grande attenzione. Una presenza dovuta, la mia, perchè l'Ispra rappresenta una delle eccellenze del nostro territorio, un modello di efficienza e qualità del sistema pubblico, che non possiamo mortificare come sta avvenendo». È quanto si legge in una lettera che, dopo aver portato la solidarietà dell'Amministrazione provinciale ai ricercatori precari dell'Ispra, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti ha inviato al Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. «Mi sono impegnato - si legge nel testo - con i lavoratori dell'Ispra a contattarla per proporle la possibilità di aprire un tavolo di confronto per discutere e capire cosa è possibile fare per garantire all'istituto le risorse necessarie per procedere nella propria attività. Sarebbe molto importante e, a mio giudizio, doveroso, dare tale segnale concreto in maniera tempestiva». «L'Amministrazione provinciale - conclude Zingaretti nella lettera - è pronta, per quanto è nelle nostre possibilità, a cooperare e collaborare per cercare di garantire all'Ispra il ritorno alla sua normale attività».

LAVORO: ISPRA; SENATORI PD, GOVERNO AGISCA CON URGENZA

(ANSA) - ROMA, 30 DIC - Il governo «non sprechi queste ultime ore preziose, chiarisca le ragioni ingiustificabili della riduzione del personale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e intraprenda urgentemente le iniziative utili per arrivare ad una soluzione che permetta il rilancio delle attività di ricerca dell'istituto, salvaguardando i 250 posti di lavoro». Lo chiedono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta. «Sono ormai 38 i giorni trascorsi sul tetto dai precari dell'Ispra, per i quali domani rischia di essere l'ultimo giorno di lavoro se il governo non deciderà di intervenire. Si tratta - affermano i senatori Pd - di 250 persone, in gran parte con famiglie a carico e con ottimi curricula; lavoratori che hanno dedicato anni al servizio del controllo ambientale e che il ministro dell'Ambiente finora si è rifiutato di incontrare e ascoltare». Il ministro Prestigiacomo, è l'invito di Ferrante e Della Seta, «intervenga urgentemente, tamponando la situazione di emergenza con uno spostamento di risorse in dote al ministero, quali i 7 milioni di euro previsti per i contributi ordinari dell'ex Infs e dell'ex Icram». Secondo i sentori ecodem, «l'indurimento deciso dal prefetto Grimaldi, che oggi ha chiuso i cancelli dell'istituto impedendo il libero accesso, risulta incomprensibile e gravissimo: Il ministro Prestigiacomo - affermano - intervenga per garantire ai lavoratori in protesta sul tetto dell'istituto la possibilità di circolare liberamente e di ricevere assistenza dall'esterno». L'atteggiamento «sordo del governo - continuano gli esponenti Pd - è tanto più incomprensibile alla luce del bilancio previsionale dell'Ispra per il 2010 di 126 milioni di euro e l'iscrizione al bilancio stesso di attività per svariati milioni di euro, coerenti con le finalità istituzionali dell'Ente: è facile immaginare che tali attività, senza l'apporto fondamentale dei precari non riconfermati - concludono - verranno esternalizzate».

LAVORO: ISPRA; LEGAMBIENTE,BEFANA DONERÀ CARBONE A COMMISSARIO BLITZ IL 5 GENNAIO; PRECARI ANCORA SU TETTO CONTRO LICENZIAMENTI

(ANSA) - ROMA, 30 DIC - La Befana di Legambiente porta il carbone al prefetto Vincenzo Grimaldi, commissario straordinario dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) i cui lavoratori precari da giorni protestano sul tetto dell'edificio contro i previsti licenziamenti. Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha infatti annunciato per il prossimo 5 gennaio un blitz presso la sede Ispra da parte di una particolare Befana ambientalista, che consegnerà un sacco pieno di carbone al prefetto Grimaldi, «finora 'sordò a tutte le sollecitazioni ricevute per cercare di trovare una soluzione che tenga conto delle competenze e della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti». La befana di Legambiente, ha affermato Cogliati Dezza, «interverrà quindi per cercare di scongiurare il rischio che importanti attività come gli interventi sulla biodiversità marina, le emergenze in mare, le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, l'informazione ambientale, l'aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera e la prevenzione del dissesto idrogeologico siano definitivamente compromesse da licenziamenti e privatizzazioni frettolose». «L'azione che il prefetto sta intentando, irrigidendo le procedure e tagliando posti di lavoro - ha sottolineato il presidente di Legambiente - impedirà la prosecuzione delle ricerche su un bene primario per l'interesse generale del paese e, oltre a disperdere professionalità e competenze, determinerà anche l'impossibilità di sviluppare il controllo pubblico su temi di primaria importanza e di interesse generale». Il governo, è l'appello di Cogliati Dezza, «deve fare il possibile affinchè la ricerca pubblica ambientale non venga svenduta».


30 dicembre 2009 - Asca

ISPRA: DI NUOVO CHIUSI I CANCELLI. RICERCATORI BLOCCATI ALL'INTERNO

(ASCA) - Roma, 30 dic - ''Al nuovo irrigidimento della struttura commissariale rispondiamo generalizzando la lotta'', annuncia Claudio Argentini, della Segreteria Nazionale USI RdB Ricerca. ''Da stamani i cancelli della sede ISPRA di via Casalotti 300, dove da 38 giorni prosegue l'occupazione pacifica del tetto da parte dei precari che gia' da dopodomani rischiano il licenziamento, sono stati chiusi ai giornalisti e probabilmente rimarranno sbarrati anche alle personalita' politiche di entrambi gli schieramenti''. Prosegue Argentini: ''Questa decisione potrebbe essere propedeutica allo sgombero dei lavoratori. Ebbene, questo ci rafforza nella decisione di generalizzare la lotta e stamani formalizzeremo le procedure per arrivare allo sciopero della Ricerca Pubblica. La vertenza ISPRA deve vedere il sostegno di tutti i lavoratori degli Enti e la generalizzazione della lotta ha come obbiettivi sia l'ottenimento di una soluzione immediata per i lavoratori dell'ISPRA sia quello di bloccare lo smantellamento non solo di ISPRA ma anche dell'ENEA, dell'ISFOL e degli altri enti in riordino''. Aggiunge Argentini: ''Il silenzio del Ministro Prestigiacomo determina da parte nostra la richiesta forte di intervento da parte del Governo, che non puo' permettere che un singolo dicastero determini, in un periodo di crisi, ulteriori licenziamenti. Lo sciopero sara' un appuntamento importante ma non unico. La Federazione RdB sta infatti preparando un'assemblea cittadina proprio su ISPRA che veda il contributo di forze politiche e istituzionali e che faccia capire al Governo che i precari ISPRA non sono soli ma fanno parte di un tessuto che reagisce duramente contro il tentativo di emarginarli, contro i licenziamenti ed i tagli alla cosa pubblica. Questi lavoratori vogliono posti di lavoro, non ammortizzatori, vogliono essere utili alla collettivita' recuperando dignita' e diritti. Contro chi anche con mezzucci di basso livello tenta di isolarli, risponderemo portando la citta' e la Ricerca Pubblica all'ISPRA'', conclude Argentini.


30 dicembre 2009 - Julie news

Ispra:precari ancora chiusi nei cancelli

Al nuovo irrigidimento della struttura commissariale rispondiamo generalizzando la lotta". Cosi' Claudio Argentini, della segreteria nazionale USI RdB Ricerca, annuncia la prosecuzione della protesta dei ricercatori dell'Ispra di Roma. Da stamani i cancelli della sede Ispra di via Casalotti 300, dove da 38 giorni prosegue l'occupazione pacifica del tetto da parte dei precari che gia' da dopodomani rischiano il licenziamento, sono stati chiusi ai giornalisti e "probabilmente -spiega Argentini- rimarranno sbarrati anche alle personalita' politiche di entrambi gli schieramenti". "Questa decisione -prosegue il sindacalista- potrebbe essere propedeutica allo sgombero dei lavoratori. Ebbene, questo ci rafforza nella decisione di generalizzare la lotta e stamani formalizzeremo le procedure per arrivare allo sciopero della Ricerca Pubblica. La vertenza ISPRA deve vedere il sostegno di tutti i lavoratori degli Enti e la generalizzazione della lotta ha come obbiettivi sia l'ottenimento di una soluzione immediata per i lavoratori dell'Ispra sia quello di bloccare lo smantellamento non solo di Ispra ma anche dell'Enea, dell'Isfol e degli altri enti in riordino". Aggiunge Argentini: "Il silenzio del Ministro Prestigiacomo determina da parte nostra la richiesta forte di intervento da parte del Governo, che non puo' permettere che un singolo dicastero determini, in un periodo di crisi, ulteriori licenziamenti. Lo sciopero sara' un appuntamento importante ma non unico. La Federazione RdB sta infatti preparando un'assemblea cittadina proprio su Ispra che veda il contributo di forze politiche e istituzionali e che faccia capire al Governo che i precari Ispra non sono soli ma fanno parte di un tessuto che reagisce duramente contro il tentativo di emarginarli, contro i licenziamenti ed i tagli alla cosa pubblica. Questi lavoratori vogliono posti di lavoro, non ammortizzatori, vogliono essere utili alla collettivita' recuperando dignita' e diritti. Contro chi anche con mezzucci di basso livello tenta di isolarli, risponderemo portando la citta' e la Ricerca Pubblica all'Ispra", conclude Argentini.


30 dicembre 2009 - Adnkronos

LAVORO: ISPRA, I PRECARI IN LOTTA DI NUOVO CHIUSI DENTRO I CANCELLI

Roma, 30 dic. (Adnkronos/Labitalia) - "Al nuovo irrigidimento della struttura commissariale rispondiamo generalizzando la lotta". Cosi' Claudio Argentini, della segreteria nazionale USI RdB Ricerca, annuncia la prosecuzione della protesta dei ricercatori dell'Ispra di Roma. Da stamani i cancelli della sede Ispra di via Casalotti 300, dove da 38 giorni prosegue l'occupazione pacifica del tetto da parte dei precari che gia' da dopodomani rischiano il licenziamento, sono stati chiusi ai giornalisti e "probabilmente -spiega Argentini- rimarranno sbarrati anche alle personalita' politiche di entrambi gli schieramenti".


30 dicembre 2009 - Terra

Capodanno precario
di Rossana De Rossi

LA STORIA. Da 36 giorni 200 ricercatori e tecnici precari dell'Ispra occupano il tetto dell’Istituto a Roma per protestare contro la scadenza dei loro contratti. Dal primo gennaio 2010 molti resteranno senza lavoro, come già accaduto quest’anno a 250 loro colleghi. Inutile la trattativa con la struttura commissariale, guidata dal prefetto Vincenzo Grimaldi, e le richieste di incontro con il ministro Stefania Prestigiacomo. E' iniziato il conto alla rovescia sul tetto dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Non si tratta del classico countdown che precede capodanno: il -1 che è sulla bocca dei 200 ricercatori e tecnici precari, che ormai da 36 giorni occupano il tetto dell’Istituto a Roma, è riferito alla scadenza dei loro contratti. Da venerdì, molti dei migliori scienziati esperti di mare resteranno senza lavoro, come già accaduto quest’anno a 250 loro colleghi che si occupavano (tra le altre cose) di dissesto idrogeologico ed emissioni: inutile la trattativa con la struttura commissariale, guidata dal prefetto Vincenzo Grimaldi, nominata dal ministero dell’Ambiente, come le richieste di incontro con la titolare del dicastero, Stefania Prestigiacomo, che alla vigilia di Natale si è limitata a un’incredibile dichiarazione nella quale chiedeva al governo di intervenire, quasi che lei non facesse parte dell’esecutivo. «Quelle parole sono state le uniche che abbiamo sentito dal ministro - conferma Massimiliano Bottaro, biologo marino - in sede di trattativa il prossimo incontro è stato fissato intorno al 20 gennaio, ossia quando i nostri contratti saranno scaduti da un pezzo». Per aggiungere al danno la beffa, nei giorni festivi a cavallo di Natale l’amministrazione ha deciso di chiudere i cancelli dell’Istituto, cercando di impedire le visite dall’esterno ai precari: solo l’arrivo di molti parlamentari ha convinto i commissari a uno "strappo" alla regola, in particolare dopo che il senatore Ignazio Marino era stato costretto a scavalcare il cancello. Questa situazione si ripeterà nei primi giorni del nuovo anno, mentre quasi ogni sera si diffonde la notizia di un possibile sgombero imminente: «Cercano di intimidirci - attacca Bottaro - ma non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare al nostro diritto di protestare in modo civile; ci piace pensare di essere diventati un simbolo per la ricerca e la salvaguardia dell’ambiente, e questo ci incoraggia ad andare fino in fondo». La richiesta non è solo quella di un rinnovo dei contratti. «Da sempre chiediamo un piano per la graduale immissione in ruolo del personale precario e il rilancio dell’ente - sintetizza Michela Mannozzi del coordinamento Usi-Rdb Ricerca Ispra - per restare in tema festivo non ci accontenteremo del piatto di lenticchie del rinnovo dei contratti, peraltro indispensabile, ma vogliamo arrivare alla soluzione definitiva di una situazione grottesca ormai nota anche all’estero, da quando ne hanno parlato addirittura la rivista Science e il Financial Times».


30 dicembre 2009 - Il Nuovo Roma Oggi

OCCUPAZIONE - La Prestigiacomo li snobba. Loro restano sul tetto
Ispra: la vigilia del disastro
Ultimi due giorni di contratto per 250 lavoratori appesi a un filo
di Vincenzo Bisbiglia

Ultimi due giorni di lavoro per i 250 lavoratori dell’Ispra, Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, tagliati dalla mancanza di fondi elargiti dal ministero dell’Ambiente dopo il primo taglio di 200 persone effettuato il giugno scorso. Nei giorni scorsi il ministro Stefania Prestigiacomo si era appellata ai lavoratori "per sospendere la protesta e tornare per queste festività a casa dalle loro famiglie". A questo punto, come dire: "Tornate a casa e restateci". Un vero e proprio caso occupazionale che sta commovendo Roma e tutta l’Italia, con i lavoratori che finora hanno ottenuto soltanto pochi cenni di solidarietà ma nessun impegno fattivo. Impegno mai negato dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che questa mattina sarà sui tetti dell’Ispra insieme ai lavoratori "per dimostrare la mia vicinanza ai lavoratori che da giorni stanno portando avanti una protesta silenziosa e civile mentre troppo spesso finiscono sui giornali solo le azioni violente". Solidarietà che ieri, sempre nella capitale, ha espresso anche Legambiente. "Aderiamo alle iniziative di solidarietà alla vertenza dei lavoratori precari dell’Ispra che nelle prossime ore rischiano di veder chiusa l’importante esperienza di ricerca ambientale. Da giorni le associazioni ed i comitati del quartiere di Casalotti a Roma, tra i quali il circolo Legambiente Parco della Cellulosa, stanno sostenendo i lavoratori in lotta, mentre mancano poche ore alla fine dell’anno e quindi alla scadenza dei contratti". "Sono innumerevoli – affermano da Legambiente - le analisi che gli Istituti dell’Ispra conducono da anni, permettendo non solo di migliorare le conoscenze nelle materie ambientali ma soprattutto di valutare le scelte da compiere: se è noto l’andamento della produzione di rifiuti, ad esempio, lo si deve al ‘Rapporto rifiutì che da diversi anni analizza la situazione, se la qualità e la quantità delle emissioni delle industrie viene certificata lo si deve all’’Inventario nazionale delle Emissioni’. Tra i numeri resi noti da Ispra c’è la produzione di rifiuti della Capitale, di 1.764.612 tonnellate di immondizia (2007), ben 649 chilogrammi per abitante, oppure ci sono i dati relativi ai 18 impianti industriali più inquinanti del Lazio, da cui emerge che 62 su 72 valori dichiarati per gli inquinanti locali (86%), risultano essere al di sopra la soglia fissata dalle normative". "Altra importante considerazione – conclude l’organizzazione ambientalista - riguarda la possibilità che il destino dei precari possa essere legato ad interessi immobiliari e speculativi, visto che la sede Ispra di via di Casalotti 300 è per una parte di proprietà demaniale e potrebbe quindi essere conferita al Comune di Roma con la Finanziaria ed essere utilizzata eventualmente per l’housing sociale. Un’ipotesi da sventare, essendo la magnifica area inserita all’interno del Parco Regionale della Cellulosa ‘Monumento Naturale’ di 97 ettari".


29 dicembre 2009 - Omniroma

ISPRA, LEGAMBIENTE: «ADERIAMO A INIZIATIVE LAVORATORI PRECARI»

(OMNIROMA) Roma, 29 dic - «Legambiente aderisce alle iniziative di solidarietà alla vertenza dei lavoratori precari dell'ISPRA che nelle prossime ore rischiano di veder chiusa l'importante esperienza di ricerca ambientale. Da giorni le associazioni ed i comitati del quartiere di Casalotti a Roma, tra i quali il circolo Legambiente Parco della Cellulosa, stanno sostenendo i lavoratori in lotta, mentre mancano poche ore alla fine dell'anno e quindi alla scadenza dei contratti. Sono innumerevoli le analisi che gli Istituti dell'ISPRA conducono da anni, permettendo non solo di migliorare le conoscenze nelle materie ambientali ma soprattutto di valutare le scelte da compiere: se è noto l'andamento della produzione di rifiuti, ad esempio, lo si deve al 'Rapporto rifiutì che da diversi anni analizza la situazione, se la qualità e la quantità delle emissioni delle industrie viene certificata lo si deve all'»Inventario nazionale delle Emissioni«. Tra i numeri resi noti da ISPRA c'è la produzione di rifiuti della Capitale, di 1.764.612 tonnellate di immondizia (2007), ben 649 chilogrammi per abitante, oppure ci sono i dati relativi ai 18 impianti industriali più inquinanti del Lazio, da cui emerge che 62 su 72 valori dichiarati per gli inquinanti locali (86%), risultano essere al di sopra la soglia fissata dalle normative». Lo comunica, in una nota, Legambiente. «Per questo Legambiente - prosegue la nota - esprime una preoccupazione forte e fondata, visto che i licenziamenti dei precari corrisponderebbero certamente ad uno svuotamento delle capacità di monitoraggio sull'ambiente e intervento sulle emergenze, tanto più che tra i compiti importanti dell'Istituto che toccano la nostra regione ci sono parte del monitoraggio della centrale a carbone di Civitavecchia ed un'analisi della situazione dell'area di Malagrotta. Altra importante considerazione riguarda la possibilità che il destino dei precari possa essere legato ad interessi immobiliari e speculativi, visto che la sede ISPRA di via di Casalotti 300 è per una parte di proprietà demaniale e potrebbe quindi essere conferita al Comune di Roma con la Finanziaria ed essere utilizzata eventualmente per l'housing sociale. Un'ipotesi da sventare, essendo la magnifica area inserita all'interno del Parco Regionale della Cellulosa 'Monumento Naturalè di 97 ettari».

ISPRA, ZINGARETTI: DOMANI SU TETTI A FIANCO LAVORATORI

(OMNIROMA) Roma, 29 dic - «Domani mattina andrò sui tetti dell'Ispra per dimostrare la mia vicinanza ai lavoratori che da giorni stanno portando avanti una protesta silenziosa e civile mentre troppo spesso finiscono sui giornali solo le azioni violente». Lo ha detto il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti presentando questa mattina a palazzo Valentini i nuovi bandi provinciali per le azioni di formazione del «progetto obiettivo 2010».


29 dicembre 2009 - Il Manifesto

RICERCA I ricercatori sul tetto dell'istituto. Ma il ministro Prestigiacomo continua a tacere
Ispra: la vertenza sul Financial Times e Science
di Giulia Torbidoni

Dopo Natale, anche capodanno. I ricercatori dell'Ispra si preparano a salutare il 2010 dal tetto dell'istituto dove stanno da più di un mese per protestare contro i tagli alla ricerca decisi dal governo. «Anche se ci dovessero rinnovare il contratto per pochi mesi, noi non scenderemmo. Siamo stanchi di rinnovi per poco tempo», ha detto Michela Mannozzi, ricercatrice dell'Ispra. Dal tetto non si scende quindi, e mentre il governo tace la notizia inizia ad attrarre la stampa internazionale.
La più importante rivista scientifica del mondo, Science, ha pubblicato sul suo sito la notizia della situazione dei ricercatori dell'Ispra. E a gennaio, dicono gli scienziati, uscirà l'articolo sul numero cartaceo. «Scienziati italiani contestano i tagli» è, invece, il titolo che il Financial Times ha dato al suo articolo sui ricercatori dell'Ispra apparso ieri in terza pagina, proprio sotto al pezzo sulle proteste iraniane. «Con tende bagnate e alberi di Natale di plastica sono arroccati nel loro centro di ricerca», inizia l'articolo che prosegue «gli scienziati dell'ambiente italiani stanno entrando nella sesta settimana di protesta sul tetto contro i larghi tagli imposti dal governo Berlusconi». L'articolo ripercorre la storia dell'Istituto: «Stefania Prestigiacomo, ministro dell'ambiente che proviene da una famiglia di industriali siciliani, ha fondato l'Ispra l'anno scorso, unendo tre istituti di ricerca e protezione ambientale.\L'Ispra è stato messo sotto la gestione di un commissario speciale che è l'ex vice capo della polizia». La situazione attuale è che «200 lavoratori hanno perso il lavoro quest'anno e oltre 230 lo rischiano da gennaio, mentre il ministro ha rafforzato un corpo separato, chiamato Sogesid, specializzato in servizi ambientali e che, si dice, può avere assegnati dei contratti senza un'asta pubblica». Il Financial Times sottolinea che «nè Prestigiacomo nè il commissario speciale sono andati dai manifestanti» e che il nostro paese «sta in fondo alla classifica europea della spesa pubblica per ricerca e sviluppo».
In compenso, come denuncia sul suo blog Marco Cattaneo (Le Scienze), i soldi che servono a stabilizzare i ricercatori dell'Ispra ci sarebbero già e il ministero dovrebbe sborsare un milione all'anno. È troppo, se si pensa che Natale a Beverly Hills, inserito nella lista di pellicole a interesse culturale, è costato «1,5 milioni di euro»?


29 dicembre 2009 - Il Tempo

Vertenza
I precari sul tetto si appellano a Prestigiacomo
Tre senatori del Pd chiedono alla Prestigiacomo che il governo convochi un tavolo istituzionale per risolvere la vertenza, formalizzando un piano organico di sviluppo dell'Istituto che permetta di salvaguardare i posti di lavoro

I precari e i senatori democratici lanciano un appello al ministro Prestigiacomo perché intervenga sulla vicenda dell'Ispra. «Ormai sul tetto sono saliti tutti: rappresentanti delle forze politiche di ogni schieramento, esponenti delle principali associazioni ambientaliste e inviati dei media di tutto il mondo. Manca all'appello solo chi, come il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, potrebbe davvero risolvere il problema dei precari dell'Ispra», chiede Michela Mannozzi, del Coordinamento Precari Ispra dell'Usi RdB Ricerca, che sottolinea come «dopo l'ennesima notte passata al freddo, la situazione sembra immobile; tutto tace, nelle sedi che determinano il nostro futuro lavorativo e quello del nostro settore». Un comparto, quello ambientale, che è sempre più fondamentale per il sistema Italia, come testimoniano le parole spese dal direttore della Protezione civile Bertolaso, che ha ricordato l' «impressionante sequenza di disastri avvenuta nel 2009 in Italia», aggiungendo che «i tempi sono maturi per un programma che metta a sistema la sicurezza del territorio».
«Bertolaso non ha però precisato che molti dei compiti di prevenzione ambientale ordinaria, nel nostro Paese, spettano proprio all'Ispra, Istituto che tra pochi giorni perderà centinaia di ricercatori in scadenza di contratto, e che quasi in contemporanea con le sue parole ha emesso una circolare che prosegue la linea dura: contraddicendo il ministro Prestigiacomo, che richiama alla ricerca di soluzioni - spiega Mannozzi - la struttura commissariale si chiude infatti a riccio, rifiutando di individuare possibili soluzioni concrete». E i senatori del Pd Magda Negri, Claudio Molinari e Antonio Rusconi chiedono alla Prestigiacomo che il governo convochi al più presto un tavolo istituzionale per risolvere la vertenza, formalizzando un piano organico di sviluppo dell'Istituto che permetta di salvaguardare i posti di lavoro.


29 dicembre 2009 - Corriere di Rieti/Viterbo

"Prestigiacomo, vieni tu sul tetto dell’Ispra"
Appello dei precari che occupano l’istituto da 25 giorni

«Ormai sul tetto sono saliti tutti: rappresentanti delle forze politiche di ogni schieramento, esponenti delle principali associazioni ambientaliste e inviati dei media di tutto il mondo. Manca all’appello solo chi, come il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, potrebbe davvero risolvere il problema dei precari dell’Ispra». Sono parole di Michela Mannozzi, del Coordinamento Precari Ispra dell’Usi RdB Ricerca, che sottolinea come «dopo l’ennesima notte passata al freddo, la situazione sembra immobile; tutto tace, nelle sedi che determinano il nostro futuro lavorativo e quello del nostro settore». Il 31 dicembre scadrà infatti il contratto per circa 200 precari Ispra. Un comparto, quello ambientale, "che è sempre più fondamentale per il sistema Italia, come testimoniano le parole spese dal direttore della Protezione civile, Guido Bertolaso che ha ricordato l’impressionante sequenza di disastri avvenuta nel 2009 in Italia". Bertolaso "non ha però precisato che molti dei compiti di prevenzione ambientale ordinaria, nel nostro paese, spettano proprio all’Ispra, Istituto che tra pochi giorni perderà centinaia di ricercatori in scadenza di contratto, e che quasi in contemporanea con le sue parole ha emesso ’una circolare che prosegue la linea dura: contraddicendo il ministro Prestigiacomo, che richiama alla ricerca di soluzioni- spiega Mannozzi- la struttura commissariale si chiude infatti a riccio, rifiutando di individuare possibili soluzioni concrete".


28 dicembre 2009 - Adnkronos

RICERCA: SENATORI PD, PRESTIGIACOMO CONVOCHI TAVOLO
SU VERTENZA ISPRA

Roma, 28 dic. - (Adnkronos) - Il governo convochi al più presto un tavolo istituzionale per risolvere la vertenza Ispra formalizzando un piano organico di sviluppo dell'Istituto che permetta di salvaguardare i posti di lavoro. Lo chiedono al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, i senatori del Pd Magda Negri, Claudio Molinari e Antonio Rusconi che, condividendo l'impegno preso con i dipendenti dell'Ispra dal capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini, hanno presentato un'interrogazione urgente. «L'Ispra - si legge nell'interrogazione - è il principale ente pubblico di ricerca che si occupa di ambiente, con molte funzioni fondamentali anche in ambito di controllo ambientale. Per assolvere alla pluralità di compiti, sarebbe essenziale», a giudizio degli interroganti, «che l'Ispra non perdesse personale nè fondi. In questo senso, l'accorpamento dei tre enti che hanno dato vita all'Ispra - Apat, Infs e Icram - avrebbe dovuto corrispondere a una migliore utilizzazione delle competenze tecnico-scientifiche, sia del personale di ruolo sia di quello a tempo determinato e precario». Invece, già da luglio, «i sindacati avevano paventato il pericolo che le modalità relative alla creazione del nuovo Ente avrebbero potuto creare problematiche rilevanti, in particolare alla gestione del personale, con il rischio di metterne in discussione le professionalità». A tal proposito, i senatori del Pd fanno presente che non sono stati riconfermati «ben 200 contratti di collaborazione di lavoratori precari» e che «nel dicembre 2010 scadranno i contratti di altri 250 lavoratori». Ciò significa, rilevano i senatori Pd, che «oltre il 40 per cento del personale dell'istituto, e la quasi totalità dei lavoratori giovani dell'ente, prevalentemente impegnati in attività di ricerca sul mare, non verrebbero riconfermati, con la conseguenza di vedere praticamente azzerate tali attività di ricerca». Negri, Molinari e Rusconi sottolineano inoltre che «i tagli ai contratti non sono giustificati con la necessità di risparmi di spesa, dal momento che l'attività dell'Ispra è finanziata con fondi pubblici e privati, italiani ed internazionali, dell'Unione europea: dunque anche dal mercato, da cui si possono attrarre risorse esclusivamente attraverso progetti, servizi e professionalità adeguate alle richieste che dal mercato provengono; riconoscendo dunque la funzione, divenuta essenziale per l'istituto, dei lavoratori precari e della loro approfondita conoscenza delle tematiche d'interesse». «Il ministro - concludono i parlamentari - chiarisca pertanto le ragioni ingiustificabili della riduzione del personale dell'Ispra e quali iniziative intenda assumere urgentemente per arrivare ad una soluzione che permetta il rilancio delle attività di ricerca dell'istituto, assieme alla valorizzazione delle professionalità e delle competenze scientifiche dei suoi ricercatori».

RICERCA: FERRANTE (PD), GRAVE E INQUIETANTE SILENZIO
GOVERNO SU ISPRA

Roma, 28 dic. (Adnkronos) - «Il perdurante silenzio del governo sul caso dei lavoratori dell'Ispra è grave, inquietante e irresponsabile». Lo denuncia il senatore del Pd Francesco Ferrante che è nuovamente tornato per portare solidarietà ai lavoratori che vivono da oltre un mese sul tetto di una delle sedi. «È un fatto grave - aggiunge - perchè l'esecutivo dimostra così di abbandonare tanti lavoratori che rischiano di essere licenziati il 31 dicembre se non vi sarà nessun intervento concreto. È inquietante perchè in questo modo all'Istituto pubblico che si occupa di ricerca ambientale viene e verrà di fatto impedito di svolgere la sua importante funzione di ricerca. Il governo non soltanto boicotta così uno dei temi fondanti delle politiche del futuro, la tutela dell'ambiente, ma impedisce che anche in Italia gli investimenti nel settore crescano, sia sul fronte pubblico che su quello privato, come sta avvenendo nel resto dei Paesi più avanzati». «Ormai mancano solo 72 ore e non è possibile aspettare oltre- conclude Ferrante - Il governo deve dare delle risposte chiare ed esaustive e il Pd continuerà a chiederle in ogni sede istituzionale al fine di trovare la giusta soluzione per i lavoratori e per il futuro della ricerca ambientale nel nostro Paese. Non è pensabile che un comportamento così irresponsabile da parte dei ministri competenti possa passare sotto silenzio».


28 dicembre 2009 - Asca

AMBIENTE: SENATORI PD, PRESTIGIACOMO CONVOCHI TAVOLO
PER VERTENZA ISPRA

(Asca) ''Il governo convochi al piu' presto un tavolo istituzionale per risolvere la vertenza Ispra formalizzando un piano organico di sviluppo dell'Istituto che permetta di salvaguardare i posti di lavoro''. Lo chiedono al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, i senatori del Pd Magda Negri, Claudio Molinari e Antonio Rusconi che, condividendo l'impegno preso con i dipendenti dell'Ispra dal capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini, hanno presentato un'interrogazione urgente. ''L'Ispra - si legge nell'interrogazione - e' il principale ente pubblico di ricerca che si occupa di ambiente, con molte funzioni fondamentali anche in ambito di controllo ambientale. Per assolvere alla pluralita' di compiti, sarebbe essenziale'' a giudizio degli interroganti ''che l'Ispra non perdesse personale ne' fondi. In questo senso, l'accorpamento dei tre enti che hanno dato vita all'Ispra - Apat, Infs e Icram - avrebbe dovuto corrispondere a una migliore utilizzazione delle competenze tecnico-scientifiche, sia del personale di ruolo sia di quello a tempo determinato e precario''. Invece, gia' da luglio, ''i sindacati avevano paventato il pericolo che le modalita' relative alla creazione del nuovo Ente avrebbero potuto creare problematiche rilevanti, in particolare alla gestione del personale, con il rischio di metterne in discussione le professionalita'''. A tal proposito, i senatori del Pd fanno presente che non sono stati riconfermati ''ben 200 contratti di collaborazione di lavoratori precari'' e che ''nel dicembre 2010 scadranno i contratti di altri 250 lavoratori''. Cio' significa che ''oltre il 40 per cento del personale dell'istituto, e la quasi totalita' dei lavoratori giovani dell'ente, prevalentemente impegnati in attivita' di ricerca sul mare, non verrebbero riconfermati, con la conseguenza di vedere praticamente azzerate tali attivita' di ricerca''. Negri, Molinari e Rusconi sottolineano inoltre che ''i tagli ai contratti non sono giustificati con la necessita' di risparmi di spesa, dal momento che l'attivita' dell'Ispra e' finanziata con fondi pubblici e privati, italiani ed internazionali, dell'Unione europea: dunque anche dal mercato, da cui si possono attrarre risorse esclusivamente attraverso progetti, servizi e professionalita' adeguate alle richieste che dal mercato provengono; riconoscendo dunque la funzione, divenuta essenziale per l'istituto, dei lavoratori precari e della loro approfondita conoscenza delle tematiche d'interesse''. ''Il ministro - concludono i parlamentari - chiarisca pertanto le ragioni ingiustificabili della riduzione del personale dell'Ispra e quali iniziative intenda assumere urgentemente per arrivare ad una soluzione che permetta il rilancio delle attivita' di ricerca dell'istituto, assieme alla valorizzazione delle professionalita' e delle competenze scientifiche dei suoi ricercatori''. 


28 dicembre 2009 - Villaggio Globale

Ministro salga sul tetto dell'Ispra
«Ormai sul tetto sono saliti tutti: rappresentanti delle forze politiche di ogni schieramento... Manca all'appello solo chi, come il ministro dell'Ambiente, potrebbe davvero risolvere il problema dei precari dell'Ispra»

Roma - «Ormai sul tetto sono saliti tutti: rappresentanti delle forze politiche di ogni schieramento, esponenti delle principali associazioni ambientaliste e inviati dei media di tutto il mondo. Manca all'appello solo chi, come il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, potrebbe davvero risolvere il problema dei precari dell'Ispra». Sono parole di Michela Mannozzi, del Coordinamento Precari Ispra dell'Usi RdB Ricerca, che sottolinea come «dopo l'ennesima notte passata al freddo, la situazione sembra immobile; tutto tace, nelle sedi che determinano il nostro futuro lavorativo e quello del nostro settore». Un comparto, quello ambientale, che è sempre più fondamentale per il sistema Italia, come testimoniano le parole spese oggi dal direttore della Protezione civile, Guido Bertolaso, che ha ricordato l'«impressionante sequenza di disastri avvenuta nel 2009 in Italia», aggiungendo che «i tempi sono maturi per un programma che metta a sistema la sicurezza del territorio». Bertolaso non ha però precisato che molti dei compiti di prevenzione ambientale ordinaria, nel nostro Paese, spettano proprio all'Ispra, Istituto che tra pochi giorni perderà centinaia di ricercatori in scadenza di contratto, e che quasi in contemporanea con le sue parole ha emesso «una circolare che prosegue la linea dura: contraddicendo il ministro Prestigiacomo, che richiama alla ricerca di soluzioni - spiega Mannozzi - la struttura commissariale si chiude infatti a riccio, rifiutando di individuare possibili soluzioni concrete». A questo punto diventa fondamentale un incisivo intervento del Ministro, anche perché con questa prolungata inerzia, in presenza di norme e finanziamenti favorevoli ai lavoratori, l'opinione pubblica si rende sempre più conto che la situazione dell'Istituto è anomala. È proprio su questo punto, sulla reale ragione dell'inerzia sua e dell'amministrazione Ispra, che il Ministro è chiamato ad un chiarimento, richiesto anche dall'interrogazione urgente presentata oggi da un gruppo di senatori del Partito democratico. «Se veramente la Prestigiacomo tiene alla ricerca ambientale e alla salvaguardia degli investimenti che lo stato ha attuato in passato in questo settore, deve intervenire ora - conclude Mannozzi - ribadiamo che è quanto mai urgente un incontro col Ministro entro la fine dell'anno, per evitare l'allontanamento di altri 200 lavoratori e definire un serio piano per la graduale immissione in ruolo del personale precario, in modo che l'Ispra possa continuare a svolgere i fondamentali compiti che il Ministero gli assegna nel campo del controllo e della ricerca ambientale».


28 dicembre 2009 - Financial Times

Italian scientists challenge cutbacks
by Guy Dinmore

Rome - With soggy tents and a plastic Christmas tree perched on their research centre near Rome, Italian environmental scientists are entering their sixth week of a rooftop protest against sweeping job cuts imposed by Silvio Berlusconi's centre-right government. Scientists and opposition politicians are concerned that the official "rationalisation" of the Institute for Environmental Protection and Research, known as Ispra, is part of broader government plans to undermine the independence of academia, facilitate big infrastructure projects and reduce transparency in awarding public tenders. Separate from the controversy at Ispra, the government is restructuring its civil protection agency which deals with disasters and emergencies such as the Naples rubbish crisis. A new corporate structure will make it less transparent, critics say. In its larger role, still headed by Guido Bertolaso, Mr Berlusconi's right-hand man, the agency plans to take away seismic monitoring functions from INGV, the national geophysics institute. This would give it exclusive access to sensitive seismic information regarding such projects as new nuclear power stations. The cuts at Ispra stem from government frustration at impediments to its industrial development programme, say critics. "This gives the government a free hand in speeding up their projects," said Loredana De Petris, a former Green party senator. After struggling under three-month renewable work contracts for years, some 200 workers at Ispra lost their jobs this year and about 230 more expect to from January. This accounts for about a third of Ispra's workforce. Massimiliano Bottaro, an expert in biodiversity and fisheries management, is one of 15 rooftop protesters, most of whom hold doctorates or are PhD candidates. Italy is cutting environmental research while other countries are increasing it, he said."They are dismantling us," said Mr Bottaro. Italy languishes close to the bottom of the European league table in public expenditure on research and development. Stefania Prestigiacomo, the environment minister who comes from a family of Sicilian industrialists, set up Ispra last year. It combined three environmental research and protection institutes - Apat for technical services; INFS, the national institute for wildlife; and Icram for marine science. Their independent boards were dissolved and Ispra was put under the management of a special commissioner who is a former deputy head of police. Meanwhile the ministry has beefed up a separate body specialising in environmental services called Sogesid which it says "may be assigned contracts without submitting itself to a public tender procedure". Neither Ms Prestigiacomo nor the commissioner has visited the protesters. The minister has urged them to come off the roof and promised to ask the government to find a way not to lose such "a great asset".


28 dicembre 2009 - Greenreport

Science prova a illuminare gli italiani: «Non sparate sui ricercatori Ispra»
Centinaia di ricercatori precari dell'Ispra rischiano il posto. Da un mese sono asserragliati sul tetto dell'istituto
di Lucia Venturi

GROSSETO - Sarà bollata ancora una volta come la stampa che rema contro il nostro Paese l'iniziativa del sito internet di «Science», la più autorevole rivista scientifica del mondo, in cui si parla della situazione dei lavoratori precari dell'Ispra e della loro protesta contro i tagli ai posti di lavoro recentemente annunciati dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Duecento persone sono state già licenziate quest'anno, e altre 250 potrebbero vedere il mancato rinnovo dei loro contratti temporanei nel 2010. «Più di un terzo degli oltre 1.000 scienziati che lavorano all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale italiano sono a rischio, dicono i manifestanti». «Don't shoot research, Italian Environmental Scientists Protest», titola l'articolo che rimanda anche la link del video autoprodotti dai ricercatori che si intitola, appunto, «Non sparate alla ricerca». I precari dell'Istituto, che da oltre un mese occupano il tetto della sede di via Casalotti per protestare contro i licenziamenti annunciati per fine anno, vi hanno trascorso anche Natale, isolati dall'esterno, perchè un avviso al personale del prefetto Vincenzo Grimaldi (commissario dell'ente), aveva stabilito rigide limitazioni all'accesso in sede per il periodo festivo. Gli unici a raggiungerli, anche scavalcando i cancelli chiusi, alcuni deputati del Pd che hanno voluto portare la loro solidarietà ai precari che rischiano il posto. I cancelli della sede Ispra sono infatti rimasti chiusi, nonostante nei giorni antecedenti le festività natalizie ci fosse stata un'apertura da parte del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che aveva lanciato un appello al Governo per «non disperdere il grande patrimonio di professionalità dei ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturate». Oltre ai parlamentari Marianna Madia, Giovanni Bachelet, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Furio Colombo e Ignazio Marino, che hanno organizzato una "staffetta" per non lasciare soli i manifestanti, c'è stato anche un presidio continuo dei cittadini del quartiere, che hanno consegnato cibo e bevande attraverso il cancello sbarrato. Inutile è stato anche il tentativo del sindacato USI - RdB, che ha chiesto un'assemblea urgente alla vigilia di Natale per tenere la sede aperta, la richiesta è stata infatti respinta dalla struttura commissariale. «E' assurdo e inaccettabile - ha dichiarato Roberto Della Seta - che né il ministro Prestigiacomo né il commissario dell'Ispra abbiano finora accettato d'incontrare i lavoratori in lotta. Li trattano come avversari, quasi come degli intrusi, mentre sono un patrimonio di conoscenza e di intelligenza prezioso, di cui qualunque altro Paese andrebbe fiero. Chiedono solo di poter dare il loro contributo di lavoro e di ricerca in un campo, l'ambiente, che in tutto il mondo vede crescere anno dopo anno gli investimenti sia pubblici che privati». Tutti i lavoratori precari dell'Ispra, che rischiano di essere mandati a casa il 31 dicembre di quest'anno, svolgono compiti di ricerca e monitoraggio in settori quali svolti la gestione dei rifiuti, compresi quelli nucleari, l'inquinamento dell'aria, gli ecosistemi marini: competenze fondamentali per la tutela ambientale, verso i quali però in questi oltre 30 giorni di protesta c'è stata l'indifferenza pressoché totale,da parte delle istituzioni e in particolare dal ministero dell'Ambiente, che di queste competenze dovrebbe fare tesoro. «Se il 2010 sarà per l'Italia un 'buon anno'- ha detto Della Seta- dipende anche dall'esito della lotta dei lavoratori dell'Ispra, che da oltre un mese vivono sul tetto di una delle sedi dell'Istituto per difendere il loro lavoro e il futuro della ricerca ambientale nel nostro Paese». «Per questo motivo - ha continuato Della - bisogna che il governo si muova con rapidità, e il Partito democratico farà di tutto per favorire l'unica soluzione degna di questa incredibile vicenda: la continuità del lavoro per tutti i ricercatori dell'Ispra».


28 dicembre 2009 - La Voce d'Italia

A Natale i precari Ispra sono rimasti sul tetto
Inutile anche il tentativo del sindacato USI - RdB

"Ispra: a Natale precari sul tetto e cancelli chiusi" questo è il titolo del comunicato inviato da questi disperati ricercatori che prosegue "La rigidità della struttura commissariale che gestisce l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) non si allenta nemmeno a Natale: dal pomeriggio del 24 dicembre i precari dell’Istituto, che da 32 giorni occupano il tetto della sede di via Casalotti per protestare contro i licenziamenti annunciati per fine anno, sono isolati dall’esterno, dopo un avviso al personale del prefetto Vincenzo Grimaldi (a capo dell’ente), che ha stabilito rigide limitazioni all’accesso in sede per il periodo festivo". I cancelli della struttura infatti sono rimasti chiusi, nonostante nei giorni scorsi ci fosse stata un’apertura da parte del ministro vigilante, la titolare dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che aveva lanciato un appello al Governo per "non disperdere il grande patrimonio di professionalità dei ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturate". La conseguenza di ciò è che ormai da tre giorni, i lavoratori non possono ricevere né cibo né visite: per fortuna, almeno un gruppo di parlamentari ha organizzato una "staffetta" per essere sempre presente al loro fianco. Si sono quindi alternati Marianna Madia, Giovanni Bachelet, Roberto Della Seta, Stefano Ferrante, Furio Colombo e Ignazio Marino, che è addirittura entrato, scavalcando il cancello trovato chiuso. Grande è la solidarietà del territorio, dimostrata da un presidio continuo dei cittadini del quartiere, che hanno consegnato cibo e bevande attraverso il cancello inesorabilmente sbarrato. Inutile purtroppo anche il tentativo del sindacato USI - RdB, che ha chiesto un’assemblea urgente alla vigilia di Natale per tenere la sede aperta, vedendo la richiesta respinta dalla struttura commissariale. Ricordiamo che all’Ispra sono a rischio circa 200 tra ricercatori e tecnici, sui quali ancora non si ha alcuna certezza di rinnovo, mentre altri 250 lavoratori sono già stati allontanati da gennaio 2009 in poi: circa un terzo del personale totale e quasi tutti i giovani in servizio presso l’ente. La diretta conseguenza è che importanti attività dell’Istituto rischiano di essere definitivamente compromesse, come per esempio gli interventi sulla ricerca della biodiversità marina, le emergenze in mare tipo le cosiddette "navi dei veleni", le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, le svariate ed importanti attività di informazione ambientale, l’aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera, la collaborazione attiva alla stesura di documenti come il Rapporto rifiuti e l’Annuario dei dati ambientali e, per finire, la prevenzione del dissesto idrogeologico: tutte attività della massima importanza per la conservazione del nostro pianeta. A questo punto le ultime prese di posizione dei vertici dell’Istituto rafforzano la scelta dei ricercatori di aspettare sul tetto fatti concreti che facciano seguito alle parole del Ministro Stefania Prestigiacomo, cui dall’inizio dell’occupazione chiedono una convocazione e l’apertura di una reale trattativa presso il loro ente, per arrivare alla proroga di tutti i contratti in essere e ad un piano per la graduale immissione in ruolo del personale precario. Nonostante le contraddizioni, i precari si augurano che le aperture del ministro si rafforzino nei prossimi giorni, e sono consapevoli del fatto che la Prestigiacomo può essere loro alleata nel rilancio dell’Istituto e della ricerca pubblica ambientale in Italia.

Per maggiori informazioni i ricercatori invitano tutti a contattarli al telefono – 3470632009 oppure all'e-mail : precarispra@gmail.com o precariispra.blogspot.com e a visitare il sito www.nonsparateallaricercaorg


28 dicembre 2009 - La Repubblica

La protesta Ispra, Franceschini sale sul tetto

Roma - «Chiedo al governo un intervento immediato al fine di scongiurare il licenziamento per i 250 ricercatori dell´Ispra, che alla fine del mese avranno i contratti scaduti e si troveranno senza un lavoro». È quanto ha dichiarato il capogruppo alla Camera del Pd, Dario Franceschini, al termine di una visita ai ricercatori dell´Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che da più di un mese protestano sui tetti dell´edificio della sede romana.
Franceschini, nel sottolineare la qualità del lavoro dei ricercatori, ha invitato il governo, il commissario e il ministro Stefania Prestigiacomo a «dare risposte certe e rapide a questa incresciosa situazione».


27 dicembre 2009 - Apcom

Ispra/ Franceschini incontra oggi a Roma ricercatori in protesta
Capogruppo del Pd sarà alle 15.30 presso la sede dell'Istituto

(Apcom) Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, sarà questo pomeriggio alle 15.30 alla sede dell'Ispra, in via di Casalotti 300 a Roma. Franceschini - informa una nota - incontrerà i ricercatori dell'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale che da oltre un mese protestano sui tetti dell'Istituto. L'ex segretario del Pd "porterà la solidarietà sua e del Partito Democratico ai giovani ricercatori di questa che è l'unica agenzia nazionale pubblica di ricerca e controllo ambientale. L'esponente del Pd intende così denunciare il colpevole silenzio del governo e del commissario che non hanno ancora chiarito il destino dell'Ispra, una risorsa pubblica di eccellenza per il paese".


27 dicembre 2009 - Villaggio Globale

La protesta dei precari Ispra
Il Natale dei ricercatori sul tetto
20091227_villaggio_globale.jpg (33026 byte)

Le ultime prese di posizione dei vertici dell'Istituto rafforzano la scelta dei ricercatori di aspettare sul tetto fatti concreti che facciano seguito alle parole del ministro Prestigiacomo. Nonostante le contraddizioni, i precari si augurano che le aperture del Ministro si rafforzino nei prossimi giorni, e sono consapevoli del fatto che la Prestigiacomo può essere loro alleata. Come previsto e, senza nessun intervento governativo, la protesta dei ricercatori italiani che lavorano per Ispra, il principale istituto di ricerca ambientale italiano, è continuata anche in questi giorni di festa ed hanno trascorso sul tetto dell'Istituto a Roma, anche la notte di Natale, e sono così oltre 32 giorni. Protestano contro i tagli ai posti di lavoro recentemente annunciati dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Duecento persone sono state già licenziate quest'anno, e altre 250 potrebbero vedere il mancato rinnovo dei loro contratti temporanei nel 2010. Più di un terzo degli oltre 1.000 scienziati che lavorano all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale italiano sono a rischio. «I cancelli sono rimasti chiusi, nonostante nei giorni scorsi ci fosse stata un'apertura da parte del ministro vigilante, la titolare dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che aveva lanciato un appello al Governo per "non disperdere il grande patrimonio di professionalità dei ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturate" - si legge in un comunicato -. Da tre giorni, i lavoratori non possono ricevere cibo né visite: per fortuna, un gruppo di parlamentari ha organizzato una "staffetta" per essere sempre presente al loro fianco. Si sono quindi alternati Marianna Madia, Giovanni Bachelet, Roberto Della Seta, Stefano Ferrante, Furio Colombo e Ignazio Marino, che è entrato scavalcando il cancello trovato chiuso. Grande la solidarietà del territorio, dimostrata da un presidio continuo dei cittadini del quartiere, che hanno consegnato cibo e bevande attraverso il cancello inesorabilmente sbarrato. Inutile il tentativo del sindacato Usi-RdB, che ha chiesto un'assemblea urgente alla vigilia di Natale per tenere la sede aperta, vedendo la richiesta respinta dalla struttura commissariale. All'Ispra sono a rischio circa 200 tra ricercatori e tecnici, sui quali ancora non si ha alcuna certezza di rinnovo, mentre altri 250 lavoratori sono stati allontanati da gennaio 2009 in poi: circa un terzo del personale totale e quasi tutti i giovani in servizio presso l'ente. Importanti attività dell'Istituto rischiano di essere compromesse, tra cui gli interventi su biodiversità marina, emergenze in mare (anche sulle cosiddette "navi dei veleni"), bonifiche di siti contaminati, pesca sostenibile, attività di informazione ambientale, aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera, collaborazione alla stesura di documenti come il Rapporto rifiuti e l'Annuario dei dati ambientali, prevenzione del dissesto idrogeologico». «Le ultime prese di posizione dei vertici dell'Istituto rafforzano la scelta dei ricercatori di aspettare sul tetto fatti concreti che facciano seguito alle parole del ministro Prestigiacomo, cui dall'inizio dell'occupazione chiedono una convocazione e l'apertura di una reale trattativa presso il loro ente, per arrivare alla proroga di tutti i contratti in essere e ad un piano per la graduale immissione in ruolo del personale precario. Nonostante le contraddizioni, i precari si augurano che le aperture del Ministro si rafforzino nei prossimi giorni, e sono consapevoli del fatto che la Prestigiacomo può essere loro alleata nel rilancio dell'Istituto e della ricerca pubblica ambientale in Italia».


27 dicembre 2009 - Liberazione

Dagli operai Fiat di Pomigliano e Termini Imerese, agli ex Eutelia e ai precari Ispra Sui tetti o in fabbrica, il triste Natale di chi lotta per il lavoro
di Roberto Farneti

Li hanno costretti a passare il Natale in fabbrica, sul tetto dell'edificio dove lavorano o in una sala del municipio occupata per protesta. Sono i lavoratori, i cassintegrati, i precari che rischiano di ritrovarsi disoccupati nell'Italia che ha saputo resistere alla crisi: quella, cioè, che esiste solo nella fantasia del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Dalle tute blu della Fiat di Pomigliano d'Arco (Napoli) e Termini Imerese (Palermo) ai ricercatori Ispra, passando per i dipendenti di Agile (ex Eutelia) e di moltissime altre piccole aziende in difficoltà, sono migliaia le famiglie che non hanno potuto vivere serenamente le festività natalizie.
La decisione di interrompere la produzione di auto nello stabilimento siciliano a partire dal 2012, confermata l'altro giorno a Palazzo Chigi dall'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, è stata commentata con amarezza dall'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, nella sua omelia pronunciata a Natale in cattedrale: «Non posso non sentirmi vicino allo scoraggiamento degli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, su cui grava all'orizzonte lo spettro di una drammatica chiusura, a quelli dei Cantieri Navali di Palermo, per i quali scarseggiano le commesse», ha detto Romero.
E mentre in Sicilia si pensa a quali forme di lotta intraprendere (lo stabilimento, ora fermo per la cig, riaprirà i battenti il 7 gennaio), a Pomigliano prosegue la protesta dei 92 precari a cui la Fiat non vuole rinnovare il contratto e che, dal 16 dicembre, occupano il municipio della città. Loro il Natale lo hanno passato assistendo a una messa di solidarietà celebrata in Comune dal vescovo di Nola. «La protesta continuerà - spiegano - fino a quando l'azienda non rinnoverà i nostri contratti».
Un'ansia condivisa dai loro colleghi del Giambattista Vico, circa 5mila operai da tempo in cassa integrazione. «Continuiamo a lavorare tre giorni, quattro mesi al mese al massimo, e dalle dichiarazioni che sono state fatte a Palazzo Chigi penso che questa situazione andrà avanti per un bel po'», spiega Domenico Loffredo, Rsu della Fiom. Il trasferimento della produzione della Panda a Pomigliano, annunciato da Marchionne, non tranquillizza affatto gli operai, dal momento che l'altro modello attualmente in produzione, l'Alfa 159, «tra due anni sarà finito e noi - sottolinea Loffredo - ci ritroveremo probabilmente nella stessa situazione, visto che la 147 è ormai praticamente dimessa. Siamo preoccupati - aggiunge il sindacalista - non vorremmo che parlare della Panda fosse solo un modo per tenerci buoni nel frattempo».
Natale tra scrivanie e computer anche per i dipendenti del call center Agile. In 1.800 sono a rischio licenziamento, tutti non ricevono gli stipendi da mesi. Da giorni sia gli uffici lombardi che quelli romani della società sono occupati. Tuttavia, rispetto ad altri lavoratori di aziende in crisi, gli ex Eutelia hanno trovato sotto l'albero un primo spiraglio di speranza: il tribunale fallimentare ha infatti deciso il sequestro dei beni dell'azienda e la nomina di tre custodi fallimentari. «Siamo soddisfatti di questo passo avanti - commenta Angelo Pagaria, delegato Fiom Cgil - e ci auguriamo di incontrare i custodi subito dopo Natale. In questa fase bisogna agire molto velocemente, ripristinare le attività produttive, saldare i debiti con i fornitori e garantire ai dipendenti il pagamento degli arretrati».
I lavoratori rimarranno però in presidio «fino a quando non verranno date garanzie alle 200 persone che rischiano il licenziamento nello stabilimento di Pregnana», che conta circa 400 dipendenti.
Restano sul tetto, in attesa di notizie sul rinnovo dei loro contratti, i ricercatori precari dell'Ispra, a cui è stato negato persino il diritto di parlare della loro situazione in Tv. Le telecamere del Tg5, infatti, non sono riuscite a entrare nell'edificio romano che ospita l'istituto perchè i commissari che gestiscono l'istituto hanno disposto la chiusura dei cancelli per Natale. Qui i posti a rischio sono circa 200 tra ricercatori e tecnici, per i quali ancora non c'è alcuna certezza di rinnovo, mentre altri 250 lavoratori sono stati allontanati da gennaio 2009 in poi: circa un terzo del personale totale e quasi tutti giovani.
Eppure «i fondi per assumerli ci sono tutti, nel bilancio ci sono residui attivi inutilizzati», denuncia Adriana Spera, della segreteria nazionale del sindacato Usi-Rdb. In gioco, in questa vertenza, non ci sono "solo" i posti di lavoro. «Con il taglio 500 precari, l'organico dell'Ispra - osserva Spera - diventa insufficiente. Di conseguenza, i controlli ambientali rischiano di essere sottratti alla mano pubblica e affidati a società esterne».
Un bicchiere di spumante e una fetta di panettone è stato il menù di Natale anche per gli operai della Ave Industries di Spinea (Venezia), azienda in crisi e da alcuni giorni occupata dai cento dipendenti.


27 dicembre 2009 - Il Manifesto

STORIE DI CRISI
Natale di lavoro e di lotta
Una ripresa senza lavoro, che ripresa è? È la fotografia di quel che sta accadendo nel mondo. Sempre meno occupati, sempre meno contratti, sempre più precari. Non resta che il tetto, o la piazza

Cancello chiuso, cibo in staffetta Da tre giorni, i lavoratori non possono ricevere cibo né visite: per fortuna, un gruppo di parlamentari ha organizzato una staffetta per essere sempre presente al loro fianco. Si sono quindi alternati Marianna Madia, Giovanni Bachelet, Roberto Della Seta, Stefano Ferrante, Furio Colombo e Ignazio Marino, che è entrato scavalcando il cancello trovato chiuso. Il 24 dicembre li hanno sbarrati dentro i ricercatori dell'Ispra, 230 precari da più di un mese in lotta affinché venga loro rinnovato un contratto per continuare a lavorare all'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di Roma. Lavorano sul futuro, il loro ma anche il nostro. «Abbiamo qualche problema nel riuscire a portare cibo e bevande a quelli che sono rimasti sul tetto a causa del fatto che i cancelli dell'Istituto sono stati chiusi. Ma il quartiere Casalotti ci aiuta. Portano vivande e anche regali per i lavoratori», racconta ai microfoni di CNRmedia Claudio Argentini, della rappresentanza sindacale unitaria dell'Ispra. I ricercatori precari dell'istituto restano sul tetto in attesa di notizie sui loro contratti. «Qualcosa al ministero si muove - continua Argentini - speriamo che per i primi giorni della prossima settimana si avvii una trattativa vera e propria». La gente del quartiere della periferia romana solidarizza. Al di là del cancello, chiuso d'autorità, si passano cibo e vivande. A un certo punto vola pure un pandoro Bauli, che diavolo di Natale sarebbe altrimenti? Il vescovo di Nola
con i precari della Fiat Una messa con il vescovo di Nola in Comune: l'hanno passato così il Natale i 93 operai della Fiat di Pomigliano D'Arco che da metà dicembre si sono incatenati in municipio. Sono tutti precari, con contratti in scadenza tra fine dicembre e inizio marzo. E non hanno nessuna intenzione di lasciare la sede del Comune, finché non avranno ricevuto assicurazioni sul posto di lavoro. Natale o no, poco importa: è bastata una cena di fortuna, la presenza di mogli e figli. «La protesta continuerà - spiegano gli operai - fino a quando l'azienda non rinnoverà i nostri contratti. Siamo stati contenti della presenza del vescovo di Nola e della partecipazione di tanta gente alla messa celebrata in Comune, speriamo che tanta solidarietà spinga la Fiat a rinnovare i nostri contratti». E non è stato un Natale migliore per i loro colleghi, circa 5.000 operai da tempo in cassa integrazione. I vertici del gruppo promettono di portare a Pomigliano la linea della Panda. Ma dal 2012. Eutelia, tutti ai loro posti. Dietro un pc Via computer, si sono collegati con i precari dell'Ispra per scambiarsi gli auguri. E' stato un Natale tra scrivanie e computer anche per i dipendenti dell'Eutelia, che occupano da giorni sia gli uffici lombardi che quelli romani della società. Anche se, rispetto ai colleghi di altre aziende in crisi, gli ex Eutelia hanno trovato sotto l'albero almeno un primo spiraglio di speranza: il tribunale fallimentare ha deciso il sequestro dei beni dell' azienda e la nomina di tre custodi fallimentari. Che proprio la vigilia di Natale hanno incontrato per la prima volta i lavoratori nella sede della Omega-Agile (società ex Eutelia) sulla Tiburtina. E sul posto, assieme ai dipendenti (1.800 sono a rischio licenziamento, tutti non ricevono gli stipendi da mesi) è stato convocato anche l'ex amministratore delegato dell'azienda, Claudio Massimo Massa, per - come raccontano gli stessi occupanti sul loro blog - un primo passaggio di consegne. Presto i commissari incontreranno anche gli altri dipendenti, quelli che occupano la sede lombarda della società. «Pagare gli stipendi e fermare le lettere di licenziamento», ha chiesto il 25 dicembre il presidente della Commissione Lavori Pubblici e Politiche per la Casa, Giovanni Carapella. Fiat o non Fiat, Termini Imerese si ferma. E rilancia La fabbrica di Termini Imerese è chiusa non soltanto per le festività. La Fiat ha deciso che a fine 2011 qui non si produrranno più automobili del gruppo e che la linea della Lancia Y verrà spostata in una fabbrica in Polonia. Così i circa 1500 lavoratori si sono fernati, e con essi l'indotto. Aspettando che il governo mantenga le sue promesse di aprire una nuova trattativa in gennaio con le parti e che si dia da fare sia per aiutare la riconversione, sia per cercare un acquirente privato. «Se un altro produttore di automobili è interessato allo stabilimento Fiat di Termini Imerese, la Cgil valuterà la proposta sulla base delle garanzie occupazionali», ha detto alla vigilia delle festività il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, in un'intervista sulla Repubblica, commentando le indiscrezioni circa l'interessamento di una casa automobilistica cinese allo stabilimento siciliano. «La situazione italiana è certamente anomala - ha detto ancora Epifani - non è normale che in un settore tanto importante ci sia un solo produttore. Sono state superate le rendite di posizione in tanti campi, pubblici e privati e sarebbe positivo che anche nell'automobile si arrivasse a una situazione di maggiore competizione tra costruttori» Casa Antonio,
la crisi che dura Non si batte un elettrodomestico nel gruppo Antonio Merloni, a più di un anno dalla messa in amministrazione straordinaria. I lavoratori vedono nero. Perché con i tempi bui che ci sono, non ci sono state manifestazioni di interesse per un gruppo importante che conta 3.000 dipendenti in Italia, quasi tutti concentrati fra Marche e Umbria, più altri 6-7 mila dell'indotto. Il 17 dicembre i lavoratori hanno organizzato una manifestazione con in testa i gonfaloni di Fabriano, Sassoferrato, Foligno, Gubbio e altri ancora, presenti i governatori delle e dell'Umbria, insieme si segretari generali della Cgil e della Cisl, Guglielmo Epifani e Raffaele Bobanni, più Carmelo Barbagallo della Uil. Perché la vertenza Antonio Merloni riguarda tutti, oltre che tanti.
Fincantieri, si dorme dentro Alla Fincantieri, i lavoratori di Sestri Ponente a Genova, di Muggiano a La Spezia e di Ancona sono da giorni mobilitati per difendere il posto di lavoro. Dormono in cantiere e bloccano la circolazione stradale, protestando per il taglio dei 750 euro di premio di efficienza mentre sono sempre a rischio le prospettive per i cantieri di Castellammare di Stabia. La cantieristica e le attività portuali sono tra i molti settori in difficoltà tanto che proprio a Taranto, il sindacato ha firmato un accordo con Evergeen per la Cigs a zero ore di un anno alla Taranto terminal contanier, mentre proteste dei lavoratori delle Fs si sono svolte anche a Civitavecchia. 8.2% IL TASSO di disoccupazione in italia a fine ottobre con oltre 2 milioni di senza lavoro. In 12 mesi è salito di 2 punti, anche se «mascherato» da quasi 900 mila cassintegrati.


27 dicembre 2009 - Il Messaggero

Roma. Il pandoro e un po’ di bevande passate
al di sopra del cancello chiuso dell’Ispra...

Roma - Il pandoro e un po’ di bevande passate al di sopra del cancello chiuso dell’Ispra, in via Casalotti, cancello chiuso dal pomeriggio del 24 dicembre. Ecco il Natale festeggiato dai lavoratori dell’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Ad aiutarli ci ha pensato il quartiere e altri lavoratori che erano all’esterno dell’immobile. «Abbiamo qualche problema nel riuscire a portare cibo e bevande a quelli che sono rimasti sul tetto, perché che i cancelli dell’Istituto sono stati chiusi. Ma il quartiere Casalotti ci aiuta. Portano vivande e anche regali per i lavoratori», racconta Claudio Argentini, della rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispra. I ricercatori precari dell’istituto restanno sul tetto in attesa di notizie sui loro contratti. «Qualcosa al ministero si muove - continua Argentini - speriamo che per i primi giorni della prossima settimana si avvii una trattativa vera e propria».
Eppoi c’è il quartiere, gente che sta vivendo il dramma dei precari arrampicati sul tetto, lasciati senza il risultato di una trattativa. C’è un presidio dei cittadini della zona, e loro continuano a consegnare cibo e bevande attraverso il cancello inesorabilmente sbarrato. Inutile il tentativo del sindacato USI-RdB, che ha chiesto un’assemblea urgente alla vigilia di Natale per tenere la sede aperta, vedendo la richiesta respinta dalla struttura commissariale.
I precari hanno scritto: «La rigidità della struttura commissariale che gestisce l’Ispra non si allenta nemmeno a Natale: i precari dell’Istituto, che da 32 giorni occupano il tetto della sede di via Casalotti per protestare contro i licenziamenti annunciati per fine anno, sono isolati dall’esterno, dopo un avviso al personale del prefetto Vincenzo Grimaldi (a capo dell’ente), che ha stabilito rigide limitazioni all’accesso in sede per le festività».
I cancelli - proseguono i lavoratori - sono rimasti chiusi, nonostante un’apertura da parte del ministro vigilante, la titolare dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che aveva lanciato un appello al Governo per non disperdere il grande patrimonio di professionalità dei ricercatori e valorizzarne le competenze maturate. Da tre giorni, i lavoratori non possono ricevere cibo né visite: per fortuna, un gruppo di parlamentari ha organizzato una staffetta. Si sono alternati Marianna Madia, Giovanni Bachelet, Roberto Della Seta, Stefano Ferrante, Furio Colombo e Ignazio Marino, che è entrato scavalcando il cancello trovato chiuso».
I ricercatori aspettano sul tetto «fatti concreti che facciano seguito alle parole del Ministro Prestigiacomo, cui dall’inizio dell’occupazione chiedono una convocazione e l’apertura di una reale trattativa presso il loro ente, per arrivare alla proroga di tutti i contratti in essere e ad un piano per la graduale immissione in ruolo del personale precario».(Be.Pi.)


27 dicembre 2009 - Quotidiani rete Repubblica

Causa crisi, Natale in fabbrica o sui tetti
Dall’Ispra alla Fiat, la mappa di chi ha protestato anche durante le feste Qualche spiraglio nella trattativa per l’ex Eutelia

ROMA - Negli uffici occupati o in fabbrica, sui tetti o incatenati al municipio per protesta: è stato questo il Natale 2009 di precari, cassaintegrati e lavoratori delle aziende in crisi. Dalla Fiat di Pomigliano D’Arco alle sedi di Eutelia, dai precari dell’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) alle tante piccole imprese in crisi: è questa la mappa delle feste 2009 disegnata dalle vertenze ancora aperte.
Fiat. Una messa con il vescovo di Nola in Comune: l’hanno passato così il Natale i 93 operai della Fiat di Pomigliano D’Arco che da metà dicembre si sono incatenati in municipio. Sono tutti precari, con contratti in scadenza tra fine dicembre e inizio marzo. E non hanno nessuna intenzione di lasciare la sede del Comune, finchè non avranno ricevuto assicurazioni sul posto di lavoro. E non è stato un Natale migliore per i loro colleghi, circa 5.000 operai da tempo in cassa integrazione. Proteste durante le feste anche a Termini Imerese.
Eutelia. Natale tra scrivanie e computer anche per i dipendenti dell’Eutelia, che occupano da giorni sia gli uffici lombardi che quelli romani della società. Anche se, rispetto ai colleghi di altre aziende in crisi, gli ex Eutelia hanno trovato sotto l’albero almeno un primo spiraglio di speranza: il tribunale fallimentare ha deciso il sequestro dei beni dell’azienda e la nomina di tre custodi fallimentari. Che proprio la vigilia di Natale hanno incontrato per la prima volta i lavoratori. E sul posto, assieme ai dipendenti (1.800 sono a rischio licenziamento, tutti non ricevono gli stipendi da mesi) è stato convocato anche l’ex amministratore delegato dell’azienda, Claudio Massimo Massa, per un primo passaggio di consegne.
Ispra. Sul tetto delle loro sedi, nonostante il freddo, sono invece rimasti i ricercatori precari dell’Ispra. In 500 rischiano di perdere il posto per il mancato rinnovo del contratto. E la situazione non è migliorata a Natale: anzi, i commissari che gestiscono l’istituto hanno deciso di chiudere i cancelli. Tanto che hanno avuto difficoltà ad esprimere la loro vicinanza ai lavoratori anche parlamentari come Marianna Madia e Ignazio Marino, che nel giorno di Natale ha dovuto scavalcare le recinzioni per entrare nell’Istituto.


27 dicembre 2009 - Il Tempo

Negli uffici occupati o in fabbrica, sui tetti o incatenati al municipio per protesta: è il Natale di precari, cassaintegrati e lavoratori delle aziende in crisi
Cene della vigilia e pranzi di Natale con portate di fortuna, piatti di plastica e bicchieri di spumante sui tavoli in ufficio

Roma - Niente regali ma solo la speranza di trovare una soluzione, salvare il posto di lavoro, avere ancora un stipendio nel 2010. Così, è Natale tra scrivanie e computer per i dipendenti dell'Eutelia, che occupano da giorni sia gli uffici lombardi che quelli romani della società. Dopo 32 giorni, restano ancora sul tetto delle loro sedi, nonostante il freddo e la pioggia, i ricercatori precari dell'Ispra. In 500 rischiano di perdere il posto per il mancato rinnovo del contratto a fine anno. E la situazione non è migliorata a Natale: anzi, i commissari che gestiscono l'istituto hanno deciso di chiudere i cancelli, nonostante le aperture al dialogo per risolvere la querelle da parte del ministro Stefania Prestigicaomo. Cibo e bevande sono state però assicurate dai residenti del quartiere Casalotti, che hanno costituito un comitato permanente di solidarietà ai ricercatori, e da una staffetta di parlamentari Pd. Ai dipendenti è venuto poi in soccorso anche il web: gli occupanti, anche per sentirsi meno soli, si sono collegati online con i «colleghi» dell'ex Eutelia e di altre aziende in crisi.


26 dicembre 2009 - Ansa

Cibo da vicini ai precari Ispra
Argentini (rsu), speriamo prossima settimana avvio trattativa

(ANSA)- ROMA, 26 DIC - I ricercatori precari dell'Ispra restano sul tetto in attesa di notizie sui contratti. Il quartiere gli porta cibo e regali. 'Abbiamo qualche problema a rifornirli a causa del fatto che i cancelli dell'Istituto sono stati chiusi. Ma il quartiere Casalotti ci aiuta'. Lo racconta Claudio Argentini, della rappresentanza sindacale dell'Ispra. 'Qualcosa al ministero si muove - continua Argentini - speriamo che si avvii una trattativa vera e propria'.


26 dicembre 2009 - Apcom

Roma, Natale sul tetto a cancelli chiusi per precari Ispra
Cibo passato attraverso inferriate, da 32 giorni la protesta

Natale sul tetto dell'istituto per i precari dell'Ispra che da 32 giorni protestano contro i licenziamenti, e 'feste' in solitaria: i precari infatti sono isolati dall'esterno: i cancelli dell'entrata di via Casalotti - denunciano - sono rimasti chiusi per ordine del commissario dell'ente. Il cibo viene passato loro attraverso le inferriate dei cancelli sbarrati e una staffetta di solidarietà, che coinvolge anche molti parlamentari, sostiene la loro protesta. Di fronte "alla rigidità della struttura commissariale", dal tetto i precari lanciano i loro appello direttamente al ministro dell'Ambiente Sfefania Prestigiacomo, sperando che alle sue aperture facciano seguito fatti concreti e invitano il ministro ad esser loro alleata per non perdere il patrimonio dei ricercatori dell'Ispra e anzi rilanciare la ricerca pubblica, ma nel frattempo - annunciano - "resteremo sul tetto". "La rigidità della struttura commissariale che gestisce l'Ispra - denunciano i precari - non si allenta nemmeno a Natale: dal pomeriggio del 24 dicembre i precari dell'Istituto, che da 32 giorni occupano il tetto della sede di via Casalotti per protestare contro i licenziamenti annunciati per fine anno, sono isolati dall'esterno, dopo un avviso al personale del prefetto Vincenzo Grimaldi (a capo dell'ente), che ha stabilito rigide limitazioni all'accesso in sede per il periodo festivo". I cancelli quindi sono rimasti chiusi, nonostante - ricordano i precari - nei giorni scorsi ci fosse stata un'apertura da parte del ministro vigilante, la titolare dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che aveva lanciato un appello al governo per "non disperdere il grande patrimonio di professionalità dei ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturate". Così da tre giorni, i lavoratori non possono ricevere cibo né visite: per fortuna - sottolineano - un gruppo di parlamentari ha organizzato una staffetta per essere sempre presente al loro fianco. Si sono quindi alternati Marianna Madia, Giovanni Bachelet, Roberto Della Seta, Stefano Ferrante, Furio Colombo e Ignazio Marino, che è entrato scavalcando il cancello trovato chiuso. "Grande la solidarietà del territorio, dimostrata - sottolineano i precari - da un presidio continuo dei cittadini del quartiere, che hanno consegnato cibo e bevande attraverso il cancello inesorabilmente sbarrato". Inutile - spiegano i precari Ispra - il tentativo del sindacato Usi-Rdb, che ha chiesto un'assemblea urgente alla vigilia di Natale per tenere la sede aperta: la richiesta è stata respinta dalla struttura commissariale. All'Ispra sono a rischio circa 200 tra ricercatori e tecnici, sui quali ancora non c'è alcuna certezza di rinnovo, mentre altri 250 lavoratori sono stati allontanati da gennaio 2009 in poi: circa un terzo del personale totale e quasi tutti i giovani in servizio presso l'ente. Così - avvertono i precari - importanti attività dell'Istituto rischiano di essere compromesse, tra cui gli interventi su biodiversità marina, emergenze in mare, anche sulle cosiddette navi dei veleni, bonifiche di siti contaminati, pesca sostenibile, attività di informazione ambientale, aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera, collaborazione alla stesura di documenti come il Rapporto rifiuti e l'Annuario dei dati ambientali, prevenzione del dissesto idrogeologico. Ma i vertici dell'istituto sembrano non rispondere agli appelli dei precari, così i ricercatori hanno deciso - annunciano loro stessi - "di aspettare sul tetto fatti concreti che facciano seguito alle parole del ministro Prestigiacomo, cui dall'inizio dell'occupazione chiedono una convocazione e l'apertura di una reale trattativa presso il loro ente, per arrivare alla proroga di tutti i contratti in essere e ad un piano per la graduale immissione in ruolo del personale precario". E "nonostante le contraddizioni, i precari si augurano che le aperture del ministro si rafforzino nei prossimi giorni, e sono consapevoli del fatto che la Prestigiacomo può essere loro alleata nel rilancio dell'Istituto e della ricerca pubblica ambientale in Italia".


26 dicembre 2009 - Repubblica.it

L'Ispra resiste: "Restiamo sul tetto"
Regali e cibo dai residenti della zona. Casalotti si mobilita per i precari dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
20091226_repubblica_it.jpg (50470 byte)

Roma - "Abbiamo qualche problema nel riuscire a portare cibo e bevande a quelli che sono rimasti sul tetto a causa del fatto che i cancelli dell'Istituto sono stati chiusi. Ma il quartiere Casalotti ci aiuta. Portano vivande e anche regali per i lavoratori". Lo racconta ai microfoni di CNRmedia Claudio Argentini, della rappresentanza sindacale unitaria dell'Ispra. I ricercatori precari dell'istituto, da un mese sul tetto, restano in attesa di notizie sui loro contratti, tutti in scadenza il 31 dicembre. Ma la speranza è davvero l'ultima a morire, in questi giorni di fine anno. "Qualcosa al ministero si muove - continua Argentini - speriamo che per i primi giorni della prossima settimana si avvii una trattativa vera e propria".


26 dicembre 2009 - Omniroma

ISPRA, PRECARI:«MINISTRO PRESTIGIACOMO PUÒ ESSERE NOSTRA ALLEATA»

(OMNIROMA) Roma, 26 dic - «La rigidità della struttura commissariale che gestisce l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) non si allenta nemmeno a Natale: dal pomeriggio del 24 dicembre i precari dell'Istituto, che da 32 giorni occupano il tetto della sede di via Casalotti per protestare contro i licenziamenti annunciati per fine anno, sono isolati dall'esterno, dopo un avviso al personale del prefetto Vincenzo Grimaldi (a capo dell'ente), che ha stabilito rigide limitazioni all'accesso in sede per il periodo festivo». È quanto si legge in una nota di un gruppo di precari Ispra. «I cancelli sono rimasti chiusi, nonostante nei giorni scorsi ci fosse stata un'apertura da parte del ministro vigilante, la titolare dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che aveva lanciato un appello al Governo per 'non disperdere il grande patrimonio di professionalità dei ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturatè - prosegue il comunicato - Da tre giorni, i lavoratori non possono ricevere cibo né visite: per fortuna, un gruppo di parlamentari ha organizzato una 'staffettà per essere sempre presente al loro fianco. Si sono quindi alternati Marianna Madia, Giovanni Bachelet, Roberto Della Seta, Stefano Ferrante, Furio Colombo e Ignazio Marino, che è entrato scavalcando il cancello trovato chiuso. Grande la solidarietà del territorio, dimostrata da un presidio continuo dei cittadini del quartiere, che hanno consegnato cibo e bevande attraverso il cancello inesorabilmente sbarrato. Inutile il tentativo del sindacato USI-RdB, che ha chiesto un'assemblea urgente alla vigilia di Natale per tenere la sede aperta, vedendo la richiesta respinta dalla struttura commissariale. All'Ispra sono a rischio circa 200 tra ricercatori e tecnici, sui quali ancora non si ha alcuna certezza di rinnovo, mentre altri 250 lavoratori sono stati allontanati da gennaio 2009 in poi: circa un terzo del personale totale e quasi tutti i giovani in servizio presso l'ente. Importanti attività dell'Istituto rischiano di essere compromesse, tra cui gli interventi su biodiversità marina, emergenze in mare (anche sulle cosiddette »navi dei veleni«), bonifiche di siti contaminati, pesca sostenibile, attività di informazione ambientale, aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera, collaborazione alla stesura di documenti come il Rapporto rifiuti e l'Annuario dei dati ambientali, prevenzione del dissesto idrogeologico». «Le ultime prese di posizione dei vertici dell'Istituto rafforzano la scelta dei ricercatori di aspettare sul tetto fatti concreti che facciano seguito alle parole del Ministro Prestigiacomo, cui dall'inizio dell'occupazione chiedono una convocazione e l'apertura di una reale trattativa presso il loro ente, per arrivare alla proroga di tutti i contratti in essere e ad un piano per la graduale immissione in ruolo del personale precario. Nonostante le contraddizioni, i precari si augurano che le aperture del ministro si rafforzino nei prossimi giorni, e sono consapevoli del fatto che la Prestigiacomo può essere loro alleata nel rilancio dell'Istituto e della ricerca pubblica ambientale in Italia», prosegue la nota.

ISPRA, PEDICA (IDV): «DEPLOREVOLE ORDINANZA SGOMBERO A NATALE»

(OMNIROMA) Roma, 26 dic - «Piena solidarietà ai ricercatori dell'Ispra che denunciano la circolare emanata dal Commissario dell'ente, la quale nega l'accesso all'Istituto a partire da questo pomeriggio, apparentemente per chiusura natalizia ma con il palese effetto di interrompere la legittima protesta dei precari». Lo dichiara il Senatore Idv Stefano Pedica, in una nota del 24 dicembre. «È deplorevole - afferma Pedica - che proprio alla vigilia di Natale arrivi l'ordinanza di sgombero. Invito commissario e governo a non assumere provvedimenti sconsiderati,anche perché reprimere la protesta dell'Ispra con la forza potrebbe essere la scintilla che fa da detonatore alla rivolta in tante fabbriche in agitazione e tante società in mobilitazione che segnano tristemente questo natale italiano», conclude Pedica.


26 dicembre 2009 - Rainews 24

Sindacati: positiva la posizione del ministro Prestigiacomo
Ricercatori Ispra sul tetto
Natale poco divertente e denso di preoccupazioni: è quello dei lavoratori che difendono il proprio posto di lavoro. Fra questi i ricercatori dell'Ispra di Roma, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che dopo un mese di occupazione hanno passato un'altra notte sopra il tetto del loro Istituto.

Roma - Natale poco divertente e denso di preoccupazioni: è quello dei lavoratori che difendono il proprio posto di lavoro. Fra questi i ricercatori dell'Ispra di Roma, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che dopo un mese di occupazione hanno passato un'altra notte sopra il tetto del loro Istituto. Duecento lavoratori hanno il contratto in scadenza il 31 dicembre. Il sindacato Ispra Usi-Rdb ha detto che mercoedì c'è stata un'importante apertura sulla vicenda da parte del ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo.


25 dicembre 2009 - Uno Notizie

NATALE, ROMA: PRECARI ISPRA PASSANO NATALE SUL TETTO
Incontro ministero ambiente interlocutorio

Il Natale dei precari Ispra sul tetto a Roma - Si è svolto presso la sede centrale dell’ISPRA, l’incontro sulla vertenza dei precari dell’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) a cui hanno preso parte il Vice Capo di Gabinetto, Dottoressa Nicotra, ed i rappresentanti della struttura commissariale. Pur riscontrando l’intervento diretto da parte del Ministero, si è dovuto prendere atto della scarsa conoscenza della situazione, dovuta anche alla qualità delle informazioni fornite al Ministero dalla struttura commissariale. L’incontro ha dunque avuto un esito solo interlocutorio, di cui Usi RdB si dichiara insoddisfatta. Di fatto ad oggi su 230 lavoratori solo 56, con diverse tipologie contrattuali, hanno certezza del rinnovo. Rispetto alla delicatezza e drammaticità di tale situazione Usi RdB ritiene necessario che lo stesso Ministro Prestigiacomo scenda in campo direttamente e con urgenza. USI RdB ha pertanto richiesto l’apertura di una trattativa vera, in cui il Ministro porti a soluzione la vertenza a partire da norme già praticabili per rinnovare i contratti in essere. In attesa di riscontri concreti, i precari hanno deciso di restare sul tetto ad oltranza, nonostante il periodo festivo.


25 dicembre 2009 - Corriere.it

CRISI OCCUPAZIONALE
Natale in azienda o sui tetti: ma nascosti, la festa amara di ex Eutelia e Ispra
I lavoratori dell'Omega Agile incontrano i 3 curatori. Negata la diretta televisiva ai ricercatori di Casalotti

ROMA - Prima visita alla sede di Omega-Agile (ex Eutelia) sulla Tiburtina dei tre curatori nominati dal tribunale fallimentare (la sentenza è stata pubblicata giovedì). Alla vigilia di Natale i tre hanno convocato sul luogo l'amministratore delegato dell'azienda, Claudio Massimo Massa, che ha trascorso il pomeriggio nella sede romana per una sorta di passaggio di consegne.
Nella sede erano presenti anche i lavoratori in occupazione, che hanno deciso di organizzare il pranzo di Natale tra le scrivanie, negli uffici. I curatori hanno voluto incontrare anche i dipendenti - 1.800 di loro sono a rischio licenziamento - e lunedì partiranno per Milano dove visiteranno la sede lombarda di Omega Agile. Anche gli uffici lombardi sono occupati da lavoratori in agitazione. Il resoconto dell'incontro è riportato sul blog www.eulav.net
DIRETTA NEGATA ALL'ISPRA - Natale in azienda anche per i ricercatori dell'Ispra che da oltre un mese protestano sul tetto di una delle sedi: contestano il mancato rinnovo di circa 500 contratti a termine. I dipendenti avevano organizzato una diretta televisiva per far vedere come avrebbero trascoros la notte di Natale sul tetto. Ma i tre commissari cui è delegata la gestione dell'Istituto per la protezione ambientale hanno rifiutato alle troupe televisive l'ingresso oltre i cancelli della sede di Casalotti.
Gli stessi lavoratori denunciano un irrigidimento della dirigenza: nuove restrizioni sono state imposte a chi si muove nell'area dell'azienda dopo le proteste dei giorni scorsi contro il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.
MARINO SCAVALCA I CANCELLI - L'irrigidimento delle norme di accesso alle strutture occupate messo in atto dall'azienda ha fatto due «vittime» eccellenti nei giorni intorno al Natale: giovedì 24 , la deputate del Pd Marianna Madia era rimasta prigioniera nella sede Ispra per circa mezzora, dopo una visita di solidarietà ai lavoratori. Il giorno di Natale, l'ex candidato alle primarie del Pd, Ignazio Marino, avendo trovato i cancelli chiusi, ha dovuto scavalcare le recinzioni. Il senatore si è poi intrattenuto con i lavoratori. Continuano le visite di altri parlamentari dell'opposizione al presidio dei precari: «Aspettiamo anche gli esponenti della maggioranza, che ci hanno dato la loro solidarietà: primo tra tutti Maurizio Lupi e Renata Polverini (ndr. neo candidata del Pdl alla Regione Lazio). Perchè la nostra battaglia non ha colore politico», dice Michela Mannozzi, ricercatrice e sindacalista del coordinamento precari Ispra dell'Usi-Rdb Ricerca.


25 dicembre 2009 - Repubblica.it

I ricercatori precari dell'Ispra sono stati 'chiusi dentro', e il senatore Marino stamattina ha dovuto scavalcare i cancelli con la troupe del Tg3 per raggiungerli
Natale sul tetto o in fabbrica per precari e cassintegrati
I dipendenti della Fiat di Pomigliano occupano dal 16 il municipio. Oggi la messa con il vescovo di Nola. Presidiano la fabbrica anche i dipendenti Eutelia
di ROSARIA AMATO

ROMA - Natale in fabbrica, o sul tetto, o all'interno del municipio occupato da giorni: i figli dei precari e dei cassintegrati della Fiat, dell'Ispra, di Agile, del pastificio Russo, non hanno chiesto quest'anno a Babbo Natale un giocattolo, ma il posto di lavoro per i loro genitori. Che anche nella notte tra il 24 e il 25 dicembre hanno continuato a presidiare il posto di lavoro, sperando che il clamore suscitato dalle loro vicende possa portare qualche novità positiva nel 2010. Ispra: cancelli chiusi, niente cibo. Per i ricercatori precari dell'Ispra (l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale istituito nel 2008) l'unica novità è stata la chiusura dei cancelli, con divieto assoluto a chiunque di entrare negli spazi dell'Istituto tranne che per motivi di emergenza. Tanto che questa mattina il senatore del Pd Ignazio Marino, che già ieri aveva annunciato che avrebbe passato il Natale con i duecento precari che il 31 dicembre perderanno il posto di lavoro (come già altri loro 200 colleghi nel giugno di quest'anno), per raggiungere i ricercatori che protestavano ha dovuto scavalcare i cancelli. "Per ora abbiamo ancora un po' di provviste - dice Massimiliano Bottaro, uno dei ricercatori precari che da 32 giorni sta occupando il tetto dell'Ispra, per protestare contro lo smantellamento di fatto dell'Istituto - e per i prossimi giorni ci arrangeremo, vorrà dire che andremo in controtendenza, anziché ingrassare a Natale per un eccesso di pranzi e cene, dimagriremo un po'...". Battute a parte, la chiusura dei cancelli dell'Ispra è stata vista dai ricercatori in sciopero come l'ennesimo atto di disattenzione e di prepotenza: "Siamo stati sentiti in Commissione Ambiente sia della Camera che del Senato, due giorni fa finalmente dopo 30 giorni d'indifferenza c'è stato il comunicato del ministro Prestigiacomo - ricorda Bottaro - che si è mostrata molto aperta nei nostri confronti, c'invitava a scendere dal tetto e chiedeva però al governo di valorizzare l'ampio valore delle competenze dell'Ispra. Fino a ieri quindi c'era un clima disteso. Poi ieri s'è cominciato a parlare di sgombero, e dopo lo sgombero ci è stata annunciata la chiusura dei cancelli, che di fatto ci isola dal resto del mondo. Si sono uniti alle nostre proteste l'onorevole Madia, il Tg3, che segue la nostra protesta, il sindacato RDB Cub. Per cui alla fine ieri sera i cancelli sono rimasti aperti, ma questa mattina li abbiamo trovati chiusi. In teoria, non possono passare neanche le persone che vengono a portarci generi di prima necessità, possono entrare solo le persone autorizzate dalla struttura commissariale. Oggi aspettiamo ancora visite di esponenti politici che ci hanno dichiarato la loro solidarietà: alle 15 Furio Colombo, alle 17 Roberto Della Seta, attuale presidente di Legambiente. Siamo anche sorvegliati dalle forze dell'ordine, c'è una pattuglia in borghese. Non capiamo il perché di un atteggiamento così chiuso nei nostri confronti. Noi siamo gente che ha sempre lavorato dentro lo Stato. E per il primo gennaio, quando i nostri contratti saranno scaduti e non avremo più titolo per rimanere qui, a questo punto temiano lo sgombero". A Pomigliano gli operai in municipio. Anche a Pomigliano d'Arco, in Campania, ci sono 92 lavoratori precari della Fiat che stanno per perdere il posto di lavoro, e che dal 16 dicembre occupano il municipio della città. Con loro, oltre al sindaco, si è schierato anche il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, che oggi alle 18 celebrerà la messa di Natale nel municipio insieme agli occupanti e alle loro famiglie. Il problema non è solo di coloro che stanno per perdere il posto di lavoro: anche gli altri 5000 dipendenti sono da tempo in una situazione estremamente incerta, lavorano sì e no una settimana al mese, e per il resto c'è solo la Cassa Integrazione. Le assicurazioni dell'amministratore delegato della Fiat, fatte il 22 dicembre nel corso dell'incontro con il governo a Palazzo Chigi, non li hanno affatto tranquillizzati: "Il 30 avremo un nuovo incontro in prefettura, con il prefetto, i sindacati e un paio di sindaci che ci sono vicini. Però non vediamo novità immediate, - spiega Domenico Loffredo, Rsu della Fiom - continuiamo a lavorare tre giorni, quattro mesi al mese al massimo, e dalle dichiarazioni che sono state fatte a Palazzo Chigi penso che questa situazione andrà avanti per un bel po'. Certo, nel 2012 dovremo entrare nel ciclo produttivo della Panda e lavorare un pochino di più. Però intanto l'altro modello che abbiamo, la 159, tra due anni sarà finito, ci ritroveremo probabilmente nella stessa situazione, visto che la 147 è ormai praticamente dimessa. Siamo preoccupati, non vorremmo che parlare della Panda fosse solo un modo per tenerci buoni nel frattempo". Intanto, gli operai di Pomigliano, nonostante abbiano dormito nel municipio, con le loro proteste, non hanno rinunciato al pranzo della vigilia di Natale: "C'è un presidio permanente, ma abbiamo voluto fare lo stesso una minicena di Natale. Anche oggi saremo lì tutta la giornata, e alle 18 ci sarà la messa con il vescovo". Anche gli operai Fiat di Termini Imerese, stabilimento che verrà chiuso entro il 2011, come ha annunciato Marchionne, hanno organizzato scioperi e proteste anche per i giorni di festa. Eutelia: "Rimaniamo nell''azienda". Anche i dipendenti dell'Agile (ex Eutelia) di Pregnana Milanese sono rimasti all'interno dell'azienda, occupata da quasi due mesi. Lo hanno deciso ieri, durante l'assemblea organizzata dai sindacati per "valutare le forme di mobilitazione" dopo la decisione del Tribunale civile di Roma di disporre il sequestro dei beni dell'azienda e di nominare tre custodi per gestire l'ordinaria amministrazione. "Siamo soddisfatti di questo passo avanti - ha detto Angelo Pagaria, delegato della Fiom-Cgil - e ci auguriamo di incontrare i custodi subito dopo Natale. In questa fase bisogna agire molto velocemente, ripristinare le attività produttive, saldare i debiti con i fornitori e garantire ai dipendenti, da mesi senza stipendio, il pagamento degli arretrati". I lavoratori rimarranno però in presidio "fino a quando non verranno date garanzie alle 200 persone che rischiano il licenziamento nello stabilimento di Pregnana", che conta circa 400 dipendenti. "Rimaniamo nell'azienda in turni di 10-15 persone, e qualcuno di noi trascorrerà il Natale in presidio. Porteremo spumante e panettone - ha concluso Pagaria - e cercheremo comunque di festeggiare".


24 dicembre 2009 - Asca

ISPRA: RDB, DOPO APERTURE PRESTIGIACOMO PRECARI ATTENDONO INCONTRO

(ASCA) - Roma, 24 dic - ''Nella serata di ieri c'e' stata da parte del Ministro Prestigiacomo un'importante apertura sulla vicenda dei precari Ispra, ma per prendere in considerazione la sospensione dell'occupazione sul tetto attendiamo una convocazione da parte del Ministro e l'apertura di una reale trattativa presso il nostro Ente''. E' quanto ha dichiarato Michela Mannozzi, del coordinamento Ispra Usi-RdB. ''E' un fatto positivo che il Ministro intenda, anche attraverso il governo, andare alla soluzione della vertenza - aggiunge Mannozzi - adesso aspettiamo che alle parole seguano i fatti: dopo l'incontro recente col suo vice capo di gabinetto, la Prestigiacomo e' a conoscenza del fatto che oltre 200 lavoratori hanno contratti in scadenza al 31 dicembre e solo una piccola minoranza ha certezza del rinnovo''. Per questo, considerando anche che l'inerzia della struttura commissariale Ispra resta evidente, ''i lavoratori sono certi - conclude la rappresentante sindacale - che il Ministro comprendera' la decisione di continuare per il momento in una forma di protesta civile e pacifica, come e' stato fatto finora. Nel momento in cui vedremo sviluppi concreti, non solo sulle proroghe dei contratti in essere ma anche su un piano di inserimento in ruolo del personale precario, saremo senza dubbio noi i piu' felici di poter scendere dal tetto''.


24 dicembre 2009 - Adnkronos

RICERCA: PRECARI ISPRA, RIMANIAMO SU TETTO FINCHÈ NON SAREMO CONVOCATI
IERI POSITIVA APERTURA DA PRESTIGIACOMO MA SI APRA TRATTATIVA

Roma, 24 dic. (Adnkronos) - I ricercatori precari dell'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che fa capo al ministero dell'Ambiente, continuano la loro protesta volta a sollecitare il governo affinchè provveda alla condizione di circa 200 lavoratori ai quali il 31 dicembre scadranno i contratti. «Nella serata di ieri c'è stata da parte del Ministro Prestigiacomo un'importante apertura sulla vicenda dei precari Ispra, ma per prendere in considerazione la sospensione dell'occupazione sul tetto - dichiara Michela Mannozzi, del coordinamento Ispra Usi - RdB - attendiamo una convocazione da parte del Ministro e l'apertura di una reale trattativa presso il nostro Ente». «È un fatto positivo che il Ministro intenda, anche attraverso il governo, andare alla soluzione della vertenza - aggiunge Mannozzi - adesso aspettiamo che alle parole seguano i fatti: dopo l'incontro recente col suo vice capo di gabinetto, la Prestigiacomo è a conoscenza del fatto che oltre 200 lavoratori hanno contratti in scadenza al 31 dicembre e solo una piccola minoranza ha certezza del rinnovo». Per questo, considerando anche che l'inerzia della struttura commissariale Ispra resta evidente, «i lavoratori sono certi - conclude la rappresentante sindacale - che il ministro comprenderà la decisione di continuare per il momento in una forma di protesta civile e pacifica, come è stato fatto finora. Nel momento in cui vedremo sviluppi concreti, non solo sulle proroghe dei contratti in essere ma anche su un piano di inserimento in ruolo del personale precario, saremo senza dubbio noi i più felici di poter scendere dal tetto».


24 dicembre 2009 - Ansa

LAVORO: ISPRA; SINDACATO, BENE PRESTIGIACOMO

(ANSA) - ROMA, 24 DIC - «Nella serata di ieri c'è stata da parte del Ministro Prestigiacomo un'importante apertura sulla vicenda dei precari Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ma per prendere in considerazione la sospensione dell'occupazione sul tetto attendiamo una convocazione da parte del Ministro e l'apertura di una reale trattativa presso il nostro Ente». Così Michela Mannozzi, rappresentante sindacale del coordinamento Ispra Usi-Rdb, commenta le parole del ministro dell'Ambiente. «È un fatto positivo che il Ministro intenda, anche attraverso il governo, andare alla soluzione della vertenza - aggiunge Mannozzi - adesso aspettiamo che alle parole seguano i fatti: dopo l'incontro recente col suo vice capo di gabinetto, la Prestigiacomo è a conoscenza del fatto che oltre 200 lavoratori hanno contratti in scadenza al 31 dicembre e solo una piccola minoranza ha certezza del rinnovo». Mannozzi conclude comunicando «la decisione di continuare per il momento in una forma di protesta civile e pacifica, come è stato fatto finora», cioè con l'occupazione del tetto dell'edificio di via Casalotti a Roma dove ha sede l'Istituto.


24 dicembre 2009 - Ami

Il commissario dell'ente chiude i cancelli, occupanti isolati
Ispra, aperture del ministro. Ma i ricercatori passano il Natale sul tetto
Contatti con la Prestigiacomo, ora i precari attendono un incontro
di <small><small>valerio perogio, alessandro fioroni</small></small>

Dopo un mese dall'inizio dell'occupazione del tetto, i lavoratori precari dell'Ispra hanno registrato una prima apertura del ministro dell'Ambiente. Nononstante gli apprezzamenti per l'avvicinamento, ricercatori e tecnici aspettano però una convocazione ufficiale e nell'attesa proseguono la loro protesta anche durante le Feste, sfidando freddo e la pioggia: «Il ministro ci dica quanto personale sarà in servizio dal 1 gennaio». Massimiliano saluta tutti per tornare un paio di ore a casa «a vedere se mia figlia è cresciuta di un centimetro nelle ultime settimane». Marco ha lasciato i colleghi solo due notti. Sotto il telone strappato dal vento e legato nuovamente al parapetto, Emma scrive l'ennesimo comunicato stampa da girare alle redazioni: «Oggi è il complimese, sono 31 giorni che siamo qui su. Ma nessuno sa dire quanto ancora ci resteremo», dice con amarezza. Intanto gli altri continuano ad arrivare con in mano pandori e bottiglie di spumante. Era il 24 novembre quando alcuni ricercatori e tecnici dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sono saliti sul tetto della sede di via Casalotti a Roma: con più di 200 precari in scadenza di contratto, l'obiettivo è di richiamare l'attenzione del ministero dell'Ambiente che, dicono dal tetto, si è interessato concretamente alla vicenda solo da pochi giorni. Dopo esattamente un mese di occupazione, dal ministro Prestigiacomo è arrivato un primo contatto, che i lavoratori in mobilitazione non hanno comunque ritenuto sufficiente per desistere dall'occupazione che andrà avanti per tutto il periodo delle Feste. Un Natale sul tetto nonostante il freddo, raccolti sotto un gazebo di fortuna durante il giorno e rinchiusi nelle tende e nei sacchi a pelo la notte. «Questa azione rappresenta il culmine di un anno e mezzo di lotte», spiega Emma. L'Ispra nasce con decreto del giugno 2008 dalla fusione di tre istituti controllati dal ministero dell'Ambiente: l'Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (Icram), l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (Infs) e l'Agenzia per la Protezione del Territorio e dei servizi tecnici (Apat). Accentrando tutte le funzioni in un unico ente di ricerca, che «all'inizio conta 926 dipendenti di ruolo e 618 precari: di questi circa 250 già persi e oltre 200 destinati ad andare a casa tra dicembre e febbraio». Di fatto ad oggi su 230 lavoratori solo 56, con diverse tipologie contrattuali, hanno certezza del rinnovo. Di fronte a questa situazione, la decisione di occupare il tetto della sede romana di via Casalotti, a oltranza se necessario, in assenza di un colloquio diretto con il ministro. Una prima apertura si è registrata il 23 dicembre: da parte della Prestigiacomo, spiega Michela Mannozzi del coordinamento Ispra Usi-RdB, «c'è stata un'importante apertura sulla nostra vicenda, ma per prendere in considerazione la sospensione dell'occupazione attendiamo una convocazione da parte del Ministro e l'apertura di una reale trattativa presso il nostro Ente». Nell'attesa i ricercatori e tecnici dell'Ispra restano sul tetto: «Il Ministro comprenderà la decisione di continuare per il momento in una forma di protesta civile e pacifica, come e' stato fatto finora», continua Mannozzi assicurando che «nel momento in cui vedremo sviluppi concreti, non solo sulle proroghe dei contratti in essere ma anche su un piano di inserimento in ruolo del personale precario, saremo senza dubbio noi i più felici di poter scendere dal tetto». Intanto però i lavoratori devono far fronte alla chiusura dei cancelli dell'istituto decisa dal commissario dell'Ente Vincenzo Grimaldi. Dalle 16 del 24 alle 7 di lunedì 28 dicembre, ufficialmente per chiusura degli uffici, sarà vietato l'accesso ai soggetti non autorizzati. Questo vuol dire che nessuno, soprattutto i cittadini del quartiere che in queste settimane hanno manifestato il loro apppoggio alla protesta fornendo cibo agli occupanti, potrà avvicinarsi al tetto. Una mossa interpretata come un tentativo di sgombero, che ha scatenato le proteste di rappresentati delle istituzioni provinciali e regionali e di diversi esponenti politici: «Un gesto vile, provocatorio e inqualificabile», ha commentato tra gli altri Ermete Realacci, parlamentare del Pd, «piena solidarietà» arriva da Stefano Pedica dell'Idv. «Il governo desista dall'assumere dei provvedimenti repressivi, come la ventilata minaccia di sgombero, e assuma invece, con grande senso di responsabilità, il problema del rinnovo dei contratti in scadenza e delle loro successiva trasformazione in contratti a tempo indeterminato, così come previsto dalla normativa degli enti di ricerca», afferma invece l'assessore al Lavoro della Regione Lazio, Alessandra Tibaldi.


24 dicembre 2009 - Repubblica.it

Ispra: "Grazie Ministro, ma noi restiamo sul tetto"
20091224_repubblica_it_ispra2.jpg (63437 byte)

Roma - Nonostante l’importante "apertura" del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, per la risoluzione della loro vertenza, i ricercatori precari dell’Ispra proseguono la loro protesta sul tetto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che fa capo al dicastero. L’obiettivo è sempre lo stesso: sollecitare il governo affinché provveda a sanare la situazione di circa 200 lavoratori ai quali il 31 dicembre scadranno i contratti. Pur sottolineando quanto sia stato significativo l’intervento della Prestigiacomo, "per prendere in considerazione la sospensione dell'occupazione sul tetto attendiamo una convocazione da parte del ministro e l'apertura di una reale trattativa presso il nostro Ente" dichiara Michela Mannozzi, del coordinamento Ispra Usi – RdB. "E' un fatto positivo che il ministro intenda, anche attraverso il governo, andare alla soluzione della vertenza – spiega ancora Mannozzi - adesso aspettiamo che alle parole seguano i fatti". E, considerando l'inerzia della struttura commissariale Ispra, "i lavoratori sono certi - conclude la rappresentante sindacale - che il ministro comprenderà la decisione di continuare per il momento in una forma di protesta civile e pacifica, come è stato fatto finora. Nel momento in cui vedremo sviluppi concreti, non solo sulle proroghe dei contratti in essere ma anche su un piano di inserimento in ruolo del personale precario, saremo senza dubbio noi i più felici di poter scendere dal tetto". Mentre i precari Ispra affrontano un Natale "sul tetto che scotta", un importante sostegno giunge loro da Alessandra Tibaldi. L'assessore al Lavoro della Regione Lazio accompagna la sua visita ai ricercatori dell’istituto con una nota: "Sono qui per essere vicina alle 230 lavoratrici e lavoratori che da un mese stanno dando vita a una straordinaria azione di protesta in difesa del posto di lavoro e di un settore della ricerca scientifica strategico per lo sviluppo del paese e la fuoriuscita dalla crisi". "Nei confronti di questi ricercatori - continuato la Ribaldi - il governo desista dall'assumere dei provvedimenti repressivi, come la ventilata minaccia di sgombero, e assuma invece, con grande senso di responsabilità, il problema del rinnovo dei contratti in scadenza e delle loro successiva trasformazione in contratti a tempo indeterminato, così come previsto dalla normativa degli enti di ricerca. Il ministro prestigiacomo dica chiaramente quanti dei contratti in scadenza verranno rinnovati all'1 gennaio 2010".

20091224_repubblica_it_ispra.jpg (9628 byte)


24 dicembre 2009 - La Voce d'Italia

Ispra, Prestigiacomo: trovare una soluzione per i precari
Il Ministro dell'Ambiente richiama l'attenzione del Governo sulla vicenda
di Massimo Miato

Milano - La protesta dei precari dell'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale potrebbe finalmente essere giunta ad una svolta. Dopo un mese esatto di occupazione del tetto dell'istituto, i ricercatori dell'Ispra hanno attirato l'attenzione del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha lanciato un appello al governo perché "sia trovato il modo per non disperdere il grande patrimonio di professionalita' di questi ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturate". Ricordiamo che la protesta è nata dopo che lo stesso ministero dell'Ambiente ha licenziato circa 200 ricercatori, e ha annunciato il mancato rinnovo del contratto per il 2010 per altre 250 persone impiegate dall'Istituto. I precari dell'Ispra hanno reagito organizzando l'occupazione giorno e notte del tetto dell'istituto, occupazione che va avanti ormai da 30 giorni e che, nonostante l'assordante indifferenza di buona parte dei media tradizionali, è salita alla ribalta grazie al sito Internet www.nonsparateallaricerca.org, sul quale i ricercatori pubblicano informazioni in tempo reale sulla protesta. E' inoltre possibile vedere la diretta dell'occupazione su it.justin.tv/precariispra.


La risposta del ministro Prestigiacomo arriva dopo che l'autorevole rivista Science si è occupata del caso, con un articolo dall'esplicativo titolo "Don't Shoot Research, Italian Environmental Scientists Protest", che sottolinea come il mancato rinnovo del contratto dei ricercatori si accompagni ad una fuga di finanziamenti dalla ricerca pubblica a quella privata. Auguriamo ai precari dell'Ispra che le feste natalizie possano portare loro il tanto agognato rinnovo del contratto.


24 dicembre 2009 - EPolis Roma

La crisi. Presidio permanente per i ricercatori dell'ente ambientale
e i lavoratori del gruppo informatico
Natale amaro, precari sul tetto feste al gelo per Ispra ed Eutelia
Nella nostra regione 70mila cassintegrati e 15mila licenziamenti in fabbricanel 2009
di Paolo Anastasio
20091224_epolis_rm_ispra.jpg (77625 byte)

Roma - I precari dell'Ispra, l'Istituto superiore per la ricerca ambientale, sul tetto da un mese le feste le passeranno lì, al freddo di via Casalotti. Lo stesso faranno i dipendenti dell'Agile, ex Eutelia, che Natale e capodanno lo trascorreranno nella sede aziendale di via Bona 67, zona Tiburtina. Ieri i dipendenti dell'Eutelia, da tre mesi senza stipendio, erano in presidio in piazza Santi Apostoli. Il collegio dei giudici ha deliberato il sequestro cautelare dell'azienda, in attesa di nominare il commissario straordinario del gruppo - a rischio più di 1.200 lavoratori informatici. I dipendenti hanno incassato la solidarietà del presidente della Provincia Zingaretti: «I lavoratori non restino soli». «Oggi (ieri ndr) il tribunale ha stabilito il sequestro dell'azienda e l'estromissione della proprietà (Landi ndr) - dice Giovanni Seccia della Fiom Cgil Roma sud - in attesa dei commissari, le sedi dell'Agile-Eutelia restano occupate nel periodo delle feste». Secondo la Cgil, nel 2009 il settore manifatturiero nel Lazio ha espulso 15mila occupati dalle fabbriche, 246 aziende in cassa integrazione straordinaria.
«La situazione qui sul tetto dell'Ispra è drammatica, se la Polverini vuole venirci a trovare ci fa piacere, ma che non sia uno spot elettorale - dice Emma Persia, coordinatrice dell'Usi RdB Ricerca all'Ispra - lo stesso vale per tutti gli esponenti politici che possono aiutarci. Ma non vogliamo essere strumentalizzati politicamente da nessuno». Dopo 30 giorni sul tetto i ricercatori sono stanchi. Il 21 abbiamo avuto un incontro interlocutorio con il vice capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Prestigiacomo - aggiunge Persia - l'unica con il Parlamento che potrebbe evitare il taglio di 450 precari, il 40 per cento della forza lavoro dell'istituto di ricerca sul mare. Lottiamo per la stabilizzazione dei contratti». Solidarietà ai 230 precari che rischiano di non vedersi rinnovato il contratto da parte di Massimiliano Smeriglio, assessore provinciale al lavoro, e Gianluca Peciola, consigliere provinciale di Sl e coordinatore del Gruppo Federato della Sinistra in Provincia.
Insomma, un quadro a tinte fosche, che riguarda anche altri settori come auto, appalti telefonici, telecomunicazioni, informatica, ma anche il settore militare, difesa e spazio. Suggellato dalla lettera congiunta inviata ieri al sindaco Alemanno e al presidente della Zingaretti dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil - Di Berardino, Bertone e Scardaone - per chiedere una mobilitazione straordinaria delle istituzioni. «L'anno che va finendo è stato sicuramente difficile. Pesanti gli effetti della crisi sull'apparato produttivo e le condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie a Roma e nel Lazio: 70mila i lavoratori in cassa integrazione e mobilità, di cui 45mila a Roma. Nonostante i segnali di ripresa, è convinzione non solo del sindacato, ma anche delle associazioni imprenditoriali, che il 2010 potrebbe essere anche peggio».


24 dicembre 2009 - Il Manifesto

ISPRA Vigilia di lotta anche per i ricercatori ambientali
I precari sul tetto «Salvate la ricerca»
di Sara Farolfi

ROMA - Dal tetto di via Casalotti si vede nitidamente lo stato in cui versa la ricerca italiana. Ci sono saliti apposta su quel tetto, un mese esatto fa, i ricercatori dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), «perchè tutti sappiano che cosa si sta distruggendo». Si sono inventati di tutto, Marco, Michela, Andeka, Emma, Ivan e tutti gli altri che da un mese hanno fermato le loro vite, dottorati e matrimoni, contro «il terrore di essere invisibili». Hanno stampato magliette, realizzato un video, scritto lettere e stampato comunicati, mentre una webcam segue giorno dopo giorno la loro protesta (www.nonsparateallaricerca.org). Dentro al tendone che campeggia sul tetto hanno addobbato anche un piccolo albero di natale, anzi due, a quello classico ne hanno affiancato uno precario. Hanno raccolto la solidarietà del quartiere, ma non una parola da parte del ministero dell'ambiente di cui l'Ispra costituisce il supporto tecnico scientifico.
Anche questa è l'Italia. Un paese con 8 mila chilometri di coste che butta alle ortiche la ricerca sul mare (e non solo quella naturalmente). Un paese dove l'ente nazionale per la ricerca ambientale - l'Ispra appunto - viene costituito per decreto dal ministero dell'economia (mediante l'accorpamento, nel luglio 2008, di 3 enti preesistenti) e dopo un anno e mezzo è ancora commissariato e sprovvisto di uno statuto. Un paese dove tecnici e ricercatori sono costretti a salire su un tetto per farsi sentire.
Il tetto di via Casalotti è quello che sovrasta la vecchia sede dell'Icram, l'istituto per la ricerca sul mare che dal 2008 è parte dell'Ispra. I corridoi che si dipananano in mezzo ai laboratori sono deserti, e sono appena le sei del pomeriggio. Deserti i laboratori. Manca la corrente elettrica in alcuni punti, non c'è carta e mancano persino penne e pennarelli.
Nonostante lo stato di abbandono, è di qui che sono partiti alcuni ricercatori per raggiungere la Mareoceano, mentre al largo di Cetraro erano in corso le verifiche sulla nave dei veleni. Di qui sono partite nel 2006 anche una decina di ricercatori alla volta del Libano, in seguito al bombardamento di una centrale termoelettrica. Sono i ricercatori dell'Icram che elaborano, per gli enti locali, i modelli previsionali sulle coste della nostra penisola e partecipano ai tavoli ministeriali dove si decide come recepire le direttive europee. Sono loro che redigono i progetti di bonifica di diverse aree del paese (Priolo e Porto Marghera) e che seguono il monitoraggio di alcune attività industriali (piattaforme petrolifere e rigassificatori). Che forniscono i dati sulla pesca sostenibile e sulla maricoltura. Che studiano le mucillaggini e, tra gli ultimi progetti in ambito Nato, l'impatto degli ordigni bellici sui fondali marini al largo di Bari e Molfetta.
«Carta straccia, evidentemente», dicono dal tetto. Da un anno e mezzo, il declino pare irreversibile. Inaugurato da una «razionalizzazione» che ha avuto solo l'effetto di un'«iperburocratizzazione» delle procedure amministrative. Poi con la progressiva espulsione dei precari, che a bocce ferme, e cioè all'atto di costituzione dell'Ispra erano ben 618. Entro gennaio arriveranno a scadenza 200 contratti e senza interventi il numero dei ricercatori espulsi salirà a 450. Per questo nei laboratori di via Casalotti è in corso una desertificazione. Le postazioni sono vuote e le poche persone che si vedono in giro sono intente alla compilazione di bandi di ricerca presso altri istituti, in altri paesi.
Ma non si tratta di un problema economico. «Abbiamo già firmato convenzioni che permettono la copertura dei nostri contratti», spiegano. Nel dettaglio lo spiega un dossier elaborato dal sindacato Rdb. Dalla sua costituzione, l'Ispra ha visto una riduzione di risorse del 20% e ciò nonostante vanta, per il 2010, un bilancio previsionale di 126 milioni di euro a fronte di un contributo di 86 milioni. Stesso discorso per l'Icram, che nonostante un contributo ordinario di 6 milioni, era in grado di attrarre 40 milioni di euro di finanziamenti pubblici e privati. È per questo che i ricercatori chiedono, oltre alla riorganizzazione amministrativa che consenta all'istituto di riprendere le attività, anche il riconoscimento del lavoro subordinato e l'inserimento in pianta organica. «I soldi ci sono», E allora perchè buttare alle ortiche un tale patrimonio?
L'intenzione sembra quella di mettere fuori i precari e esternalizzare l'attività di ricerca. A infittire i sospetti, alcuni mesi, l'affidamento di alcuni incarichi di pertinenza Icram alla Sogesid, agenzia in house del ministero, nel cui consiglio di amministrazione siedono uomini della segreteria tecnica della ministra e il cui presidente è Vincenzo Assenza, è concittadino di Stefania Prestigiacomo. Mentre l'Ispra licenziava, la Sogesid assumeva personale. «Ma la ricerca e i controlli ambientali devono restare pubblici - è il messaggio che risuona dal tetto di via Casalotti - Se elimini chi fa i controlli, chi resta a farli: la fabbrica che inquina?».

UN ANNO «SENZA» CRISI
di Galapagos

Le nefandezze di questo governo sono ben rappresentate dall'Ispra, acronimo di «Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale», cosa che all'Italia serve come il pane. Oggi è un mese che i lavoratori dell'Ispra stanno sui tetti dell'Istituto in via Casalotti a Roma. In sei mesi sono stati già licenziati 430 ricercatori e il prossimo anno altri rischiano di fare la stessa fine. Eppure molti sostengono che la «green economy» è la chiave per la crescita del prossimo futuro. Ma non è solo l'ignavia della ministra dell'ambiente a pesare. «Lo Stato ammazza la ricerca», sostiene uno slogan dei ricercatori dell'Ispra. Lo Stato è questo governo che non ha trovato un po' di milioni di euro - rispetto a una finanziaria da oltre 10 miliardi - per potenziare un istituto fondamentale per l'economia italiana. La responsabilità maggiore è, ancora una volta, di Giulio Tremonti. Ieri il ministro dell'economia nella tradizionale conferenza di fine anno ha sostenuto che è sbagliato ironizzare sui 100 milioni destinati nella finanziaria per le micro misure. Spiegando: «che ci sia una quota minima destinata dai parlamentari ai loro territori è un elemento di democrazia». Insomma, con la finanziaria blindata e i voti di fiducia si difende la democrazia.
Per Tremonti «l'Italia ha dimostrato una forte tenuta nella crisi». Quale crisi? Quella che è stata negata per quasi un'anno? Quella che ora sta apparentemente alle spalle? Quella che ha fatto crescere di 2 punti in dodici mesi il tasso di disoccupazione che seguiterà a crescere anche nel 2010 e nel 2011? La crisi che in due anni ha fatto precipitare il Pil italiano di quasi il 6%, peggio di tutti gli altri paesi industrializzati? Inutile rivolgere queste domande al ministro. Tremonti, invece, seguita a lodare il suo condono tombale per gli evasori che hanno portato soldi all'estero. Parole simili le aveva pronunciate nel 2002 quando aveva varato un condono simile (poi reiterato) con la promessa di lotta senza quartiere all'evasione fiscale. Ma perché non rendere noti i nomi degli evasori?
Ieri si è vantato perché 100 miliardi di Euro (quasi 200 mila miliardi di lire) sono rientrati dall'estero. Se non fossero mai usciti e se gli evasori ci avessero pagato le tasse, staremmo tutti meglio e, forse, gli onesti pagherebbero meno tasse. Che non piacciono a nessuno, ma c'è chi le può evadere e chi no. E Tremonti, sistematicamente, tifa per chi le tasse le ha evase e a favore di un Ponte, per la costruzione del quale nessun privato ha voluto metterci un euro. Tra pochi giorni entreranno in vigore i nuovi coefficienti pensionistici. Dal primo gennaio a chi va in pensione sarà pagata una rendita inferiore del 3-4 per cento a quella che avrebbero incassato prima. E con gli anni le pensioni diventeranno sempre più magre. L'età anagrafica cresce e il sistema pensionistico non è in grado di continuare a pagare le stesse prestazioni, è la giustificazione. La soluzione: lavorare di più. Giusto. Ma come si fa? La disoccupazione giovanile è esplosa e in una fase di crisi e ristrutturazioni violente (modello Termini Imerese) i lavoratori sono attaccati con i denti al loro lavoro, non vogliono mollarlo, vorrebbero evitare cassa integrazione e licenziamenti. E per farlo si arrampicano sui tetti. Ma il governo ignora e non ammazza solo la ricerca, ma la vita di milioni di persone.


23 dicembre 2009 - Dire

RICERCA. ISPRA, LA PROTESTA DEI PRECARI ARRIVA SU SCIENCE
L'ARTICOLO "DON'T SHOOT RESEARCH" SU SITO RIVISTA SCIENTIFICA

(DIRE) Roma, 23 dic. - "Con una protesta sul tetto trasmessa via internet e un surreale video che mostra un gruppo di scienziati mascherati che vengono abbattuti a fucilate, i ricercatori italiani che lavorano per il principale istituto di ricerca ambientale del Paese stanno protestando contro i tagli ai posti di lavoro, recentemente annunciati dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Duecento persone sono state gia' licenziate quest'anno, e altre 250 potrebbero vedere il mancato rinnovo dei loro contratti temporanei nel 2010. 'Piu' di un terzo degli oltre 1000 scienziati che lavorano all'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale italiano sono a rischio', dicono i manifestanti". Inizia cosi' l'articolo "Don't shoot research, italian environmental scientists protest", pubblicato sul sito internet di Science, la piu' autorevole rivista scientifica del mondo, in cui si parla della situazione dei lavoratori precari dell'Ispra, evidenziando i rilevanti compiti svolti attualmente dai lavoratori a rischio (gestione dei rifiuti anche nucleari, inquinamento dell'aria, ecosistemi marini) e l'indifferenza pressoche' totale mostrata finora, nei loro confronti, dalle istituzioni e in particolare dal ministero dell'Ambiente. L'articolo, che contiene anche il link al video autoprodotto "Non sparate alla ricerca", sara' probabilmente seguito, a gennaio, da una pubblicazione sulla versione cartacea della rivista, edita dalla American Association for the Advancement of Science e diffusa in oltre un milione di copie in tutto il mondo.


23 dicembre 2009 - Il Velino

Precari Ispra finiscono su Science.it

Roma, 23 DIC (Velino) - "Con una protesta sul tetto trasmessa via internet e un surreale video che mostra un gruppo di scienziati mascherati che vengono abbattuti a fucilate, i ricercatori italiani che lavorano per il principale istituto di ricerca ambientale del paese stanno protestando contro i tagli ai posti di lavoro recentemente annunciati dal Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Duecento persone sono state gia' licenziate quest'anno, e altre 250 potrebbero vedere il mancato rinnovo dei loro contratti temporanei nel 2010. Piu' di un terzo degli oltre 1000 scienziati che lavorano all'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale italiano sono a rischio, dicono i manifestanti." Inizia cosi' l'articolo "Don't shoot research, Italian Environmental Scientists Protest", pubblicato sul sito internet di Science, la piu' autorevole rivista scientifica del mondo, in cui si parla della situazione dei lavoratori precari dell'Ispra, evidenziando i rilevanti compiti svolti attualmente dai lavoratori a rischio (gestione dei rifiuti anche nucleari, inquinamento dell'aria, ecosistemi marini) e l'indifferenza pressoche' totale mostrata finora, nei loro confronti, dalle istituzioni e in particolare dal Ministero dell'ambiente. L'articolo, che contiene anche il link al video autoprodotto "Non sparate alla ricerca", sara' probabilmente seguito, a gennaio, da una pubblicazione sulla versione cartacea della rivista, edita dalla American Association for the Advancement of Science e diffusa in oltre 1 milione di copie in tutto il mondo.


23 dicembre 2009 - Uno Notizie

ROMA, PRECARI ISPRA: NATALE SUL TETTO?
Incontro al ministero dell'ambiente solo interlocutorio ed insoddisfacente

Roma - Si è svolto presso la sede centrale dell’ISPRA, l’incontro sulla vertenza dei precari dell’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) a cui hanno preso parte il Vice Capo di Gabinetto, Dottoressa Nicotra, ed i rappresentanti della struttura commissariale. Pur riscontrando l’intervento diretto da parte del Ministero, si è dovuto prendere atto della scarsa conoscenza della situazione, dovuta anche alla qualità delle informazioni fornite al Ministero dalla struttura commissariale. L’incontro ha dunque avuto un esito solo interlocutorio, di cui Usi RdB si dichiara insoddisfatta. Di fatto ad oggi su 230 lavoratori solo 56, con diverse tipologie contrattuali, hanno certezza del rinnovo. Rispetto alla delicatezza e drammaticità di tale situazione Usi RdB ritiene necessario che lo stesso Ministro Prestigiacomo scenda in campo direttamente e con urgenza. USI RdB ha pertanto richiesto l’apertura di una trattativa vera, in cui il Ministro porti a soluzione la vertenza a partire da norme già praticabili per rinnovare i contratti in essere. In attesa di riscontri concreti, i precari hanno deciso di restare sul tetto ad oltranza, nonostante il periodo festivo.


22 dicembre 2009 - Adnkronos

RICERCA: USI RDB, PER I PRECARI ISPRA SI PROFILA NATALE SUL TETTO

Roma, 22 dic. - (Adnkronos) - «Si è svolto ieri pomeriggio, presso la sede centrale dell'Ispra, l'incontro sulla vertenza dei precari dell'istituto a cui hanno preso parte il vice capo di gabinetto Nicotra, ed i rappresentanti della struttura commissariale. In attesa di riscontri concreti, i precari hanno deciso di restare sul tetto ad oltranza, nonostante il periodo festivo». Lo comunica Usi Rdb Ricerca, che, «pur riscontrando l'intervento diretto da parte del ministero, ha dovuto prendere atto della scarsa conoscenza della situazione, dovuta anche alla qualità delle informazioni fornite al ministero dalla struttura commissariale». L'incontro ha dunque avuto un esito solo interlocutorio, di cui Usi Rdb si dichiara «insoddisfatta». «Di fatto - spiega il sindacato - ad oggi su 230 lavoratori solo 56, con diverse tipologie contrattuali, hanno certezza del rinnovo. Rispetto alla delicatezza e drammaticità di tale situazione Usi Rdb ritiene necessario che lo stesso ministro Prestigiacomo scenda in campo direttamente e con urgenza. Usi Rdb ha pertanto richiesto l'apertura di una trattativa vera, in cui il ministro porti a soluzione la vertenza a partire da norme già praticabili per rinnovare i contratti in essere».


22 dicembre 2009 - Omniroma

ISPRA, RDB-CUB: «PER PRECARI SI PROFILA NATALE SUL TETTO»

(OMNIROMA) Roma, 22 dic - «Si è svolto ieri pomeriggio, presso la sede centrale dell'ISPRA, l'incontro sulla vertenza dei precari dell'istituto a cui hanno preso parte il Vice Capo di Gabinetto, dottoressa Nicotra, ed i rappresentanti della struttura commissariale. Usi RdB Ricerca, pur riscontrando l'intervento diretto da parte del ministero, ha dovuto prendere atto della scarsa conoscenza della situazione, dovuta anche alla qualità delle informazioni fornite al ministero dalla struttura commissariale. L'incontro ha dunque avuto un esito solo interlocutorio, di cui Usi RdB si dichiara insoddisfatta. Di fatto ad oggi su 230 lavoratori solo 56, con diverse tipologie contrattuali, hanno certezza del rinnovo. Rispetto alla delicatezza e drammaticità di tale situazione Usi Rdb ritiene necessario che lo stesso ministro Prestigiacomo scenda in campo direttamente e con urgenza. USI Rdb ha pertanto richiesto l'apertura di una trattativa vera, in cui il ministro porti a soluzione la vertenza a partire da norme già praticabili per rinnovare i contratti in essere. In attesa di riscontri concreti, i precari hanno deciso di restare sul tetto ad oltranza, nonostante il periodo festivo». Lo comunica, in una nota, Rdb-Cub.


22 dicembre 2009 - Dire

Ispra, sarà un Natale sul tetto per i precari a Roma
Continua la battaglia dei ricercatori dell'Istituto di ricerca ambientale: "Solo 56 su 230 sicuri del rinnovo. Interlocutorio l'incontro con il ministero dell'Ambiente, intervenga la Prestigiacomo"

ROMA - "Interlocutorio". E' questo, secondo Usi RdB, l'esito dell'incontro che si è svolto ieri pomeriggio nella sede centrale dell’Ispra tra il vicecapo di Gabinetto, Bernadette Nicotra, e rappresentanti della struttura commissariale, riguardanti la vertenza dei precari dell’istituto di monitoraggio e ricerca ambientale. Che profilano a questo punto la permanenza sul tetto per protesta anche durante le festività natalizie. Usi RdB Ricerca, pur riscontrando l’intervento diretto da parte del ministero dell'Ambiente, "ha dovuto prendere atto della scarsa conoscenza della situazione, dovuta anche alla qualità delle informazioni fornite allo stesso ministero dalla struttura commissariale. L’incontro ha dunque avuto un esito solo interlocutorio, di cui Usi RdB si dichiara insoddisfatta". Di fatto, "a oggi su 230 lavoratori solo 56, con diverse tipologie contrattuali, hanno certezza del rinnovo". Rispetto "alla delicatezza e drammaticità di tale situazione, Usi RdB ritiene necessario che lo stesso ministro, Stefania Prestigiacomo, scenda in campo direttamente e con urgenza". Usi RdB ha pertanto richiesto l’apertura di una trattativa vera, in cui il ministro porti a soluzione la vertenza a partire da norme già praticabili per rinnovare i contratti in essere. "In attesa di riscontri concreti, i precari hanno deciso di restare sul tetto ad oltranza, nonostante il periodo festivo".


22 dicembre 2009 - Iris

ISPRA: SOLO 56 LAVORATORI SU 230 HANNO CERTEZZA DEL RINNOVO

(IRIS) - ROMA, 22 DIC - Si è svolto ieri pomeriggio, lunedì 21 dicembre, presso la sede centrale dell’ISPRA, l’incontro sulla vertenza dei precari dell’istituto a cui hanno preso parte il Vice Capo di Gabinetto, Dottoressa Nicotra, ed i rappresentanti della struttura commissariale. Usi RdB Ricerca, pur riscontrando l’intervento diretto da parte del Ministero, ha dovuto prendere atto della scarsa conoscenza della situazione, dovuta anche alla qualità delle informazioni fornite al Ministero dalla struttura commissariale. L’incontro ha dunque avuto un esito solo interlocutorio, di cui Usi RdB si dichiara insoddisfatta. Di fatto ad oggi su 230 lavoratori solo 56, con diverse tipologie contrattuali, hanno certezza del rinnovo. Rispetto alla delicatezza e drammaticità di tale situazione Usi RdB ritiene necessario che lo stesso Ministro Prestigiacomo scenda in campo direttamente e con urgenza. USI RdB ha pertanto richiesto l’apertura di una trattativa vera, in cui il Ministro porti a soluzione la vertenza a partire da norme già praticabili per rinnovare i contratti in essere. In attesa di riscontri concreti, i precari hanno deciso di restare sul tetto ad oltranza, nonostante il periodo festivo.


22 dicembre 2009 - Science

Don't Shoot Research, Italian Environmental Scientists Protest
by Laura Margottini

With a rooftop protest televised over the Internet and a surreal video depicting masked scientists being gunned down, Italian researchers working for the country’s main environmental research institute are protesting job cuts recently announced by Minister of Environment Stefania Prestigiacomo. Already 200 people have been fired this year and another 250 may not see their short-term contracts renewed for 2010. More than one third of the 1000-plus scientists working at Italy's Institute for Environmental Protection and Research (ISPRA ) have jobs at risk, say the protesters. Upset researchers first gathered 1 month ago on the roof of ISPRA. They are broadcasting the ongoing protest via webcam. A video they’ve made, called Do Not Shoot Research, shows the work ISPRA does, followed by a black-masked, suited man firing imaginary bullets at a lineup of lab-coated, white-masked, anonymous scientists. The researchers, who work on waste management, air pollution, nuclear waste, marine ecosystems, and more, claim that the job cuts will devastate environmental monitoring in Italy. They also worry that ISPRA functions, and its money, are being shifted to Sogesid, a private environmental science company funded by the Ministry that isn’t under the same regulations as full-fledged government agencies. Last week, ISPRA researchers occupied the 5th floor of the Ministry bulding until Prestigiacomo agreed to hold a meeting yesterday with the scientists. That discussion appears to have resolved little, however; a Ministry spokeperson of the Ministry, Bernadette Nicotra, who met with researchers on Monday, declined to answer to questions from Science and researchers say they fear that police will force them off ISPRA’s roof in the next few days. Another meeting between the two sides is planned for next year.


22 dicembre 2009 - Il Fatto

Scendete o sgomberiamo
di Caterina Perniconi

Roma - All’Ispra sono i giorni di massima tensione. I ricercatori dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sono sul tetto da ventinove giorni e l’incontro di ieri al ministero dell’ambiente tra i rappresentanti sindacali e il vice capo di gabinetto è stato inconcludente. Dopo qualche ora è arrivata anche una telefonata suonata come un avvertimento: "O scendete dal tetto, o sarete sgomberati". A rischio ci sono 230 contratti, e altrettanti già interrotti a giugno. I lavoratori, alle prese con l’inverno romano più freddo degli ultimi anni, ripetono lo stessa frase ormai da un mese: "Non ci muoviamo da qui finché non avremo risposte. Se scendiamo, sappiamo già che il ministro non si occuperà più dell’Ispra". Ma se saranno costretti a interrompere la protesta sarà sempre più difficile ricostruire il gruppo e farsi ascoltare. Punto sul quale il ministero scommette tutto, rimandando il prossimo incontro al 20 gennaio. L’Ispra, è stato istituito a giugno del 2008 dal ministero dell'ambiente attraverso la soppressione di tre enti (l'Apat-Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici, l'Icram-Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare e l'Infs-Istituto nazionale per la fauna selvatica). Da allora la struttura è commissariata e i ricercatori e i tecnici precari, legati agli enti anche da dieci anni con contratti a termine, non sono stati più rinnovati. L’accorpamento dei tre soggetti era stato illustrato agli operatori come la costituzione di una grande struttura al pari dell’Istituto superiore di sanità. E invece è stato avviato un processo che porterà al taglio di oltre un terzo di tutto il personale.


22 dicembre 2009 - Villaggio Globale

Comportamenti irresponsabili
Ora i precari Ispra rischiano lo sgombero
Occupano il tetto dell'Istituto da un mese per difendere il posto di lavoro e pur svolgendo un delicato lavoro di controllo sul territorio non hanno avuto uno straccio di interesse reale dal ministero dell'Ambiente

Roma - «Quello tenutosi doveva essere un tavolo di trattative fra i precari dell'Ispra e il ministro dell'Ambiente, al fine di evitare i 250 licenziamenti dei ricercatori dell'Istituto. Invece è stato solo un incontro interlocutorio con il Vice Capo di Gabinetto, la dott.ssa Nicotra, la quale ha rinviato la questione ad un ulteriore appuntamento, ma da tenersi non prima di febbraio. Ma al governo si sono dimenticati che i ricercatori dell'Ispra stanno protestando, ormai da un mese, notte e giorno sopra il tetto dell'Istituto?». Lo chiede il Senatore dell'Italia dei Valori Stefano Pedica, che continua «come se non bastasse questa indifferenza nei confronti di ricercatori, adesso giungono voci che sia imminente lo sgombero. Forse anche questa notte». «Ma che governo è questo che invece di trovare risposte reprime il disagio economico e sociale con la forza? Ma non voleva abbassare i toni? L'Italia dei Valori - conclude Pedica - se davvero si verificasse lo sgombero di pacifici manifestanti, sarà presente per impedirlo». Solidarietà anche dal presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini. «Chiedo al governo di intervenire, con rapidità e con soluzioni praticabili, per risolvere la vergognosa situazione dei precari dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Sono armai 30 giorni che i giovani ricercatori protestano sui tetti dell'Istituto. A loro va tutta la mia solidarietà per una rivendicazione giusta e sacrosanta», dice Franceschini. «È davvero grave - sottolinea Franceschini - che il governo non abbia ancora mosso un dito per risolvere questa incresciosa situazione, evitando da mesi di chiarire il destino dell'Ispra e dei suoi ricercatori che hanno stipendi che oscillano dagli 800 ai 1.200 euro al mese. Ispra è l'unica agenzia nazionale pubblica di ricerca e controllo ambientale e rappresenta una risorsa e non un problema per il paese. Mi auguro dal commissario parole chiare e immediate». Veramente inspiegabile e fuori ormai da ogni logica di serio rapporto fra cittadini e rappresentanti dei cittadini. Ovviamente lasciamo alla politica le considerazioni e i comportamenti perché i cittadini sono in grado di trarre le loro conclusioni. E come cittadini non possiamo che essere preoccupati per la carenza di ricerca e di controllo (a cui noi abbiamo delegato la politica) che viene ad essere fortemente e in modo preoccupante messa in gioco con il depauperamento di quelle forze che in concreto operano sul territorio. Qui non si parla di una ricerca da produrre, che pure è sacrosanta in un paese civile, ma di una ricerca che già opera e ci mette al riparo da problematiche geologiche, alimentari, di qualità dell'aria e di sicurezza.