Iniziative 8 giugno. MODENA: TERREMOTATI E INCAZZATI!!! NO ALLA RIFORMA FORNERO -foto-

Modena: nel corso del presidio una delegazione USB incontra il Capo di Gabinetto

Modena -

I tagli alla spesa pubblica, le politiche liberiste che hanno deregolamentato il mercato del lavoro prodotte dai governi degli ultimi anni e in particolar modo da quello attuale, hanno determinato una situazione di grande precarietà per quanto attiene la sicurezza dei luoghi di lavoro, il soccorso e la ricostruzione.

I morti per il terremoto sono in gran parte morti bianche. Veri e propri omicidi causati dalla totale disattenzione sulle normative che regolano la sicurezza nei luoghi di lavoro in particolare l’antisismica.

Il fatto poi che alcuni padroni abbiano deciso dopo sopraluoghi privati di riaprire le fabbriche e che sotto le macerie di queste siano rimasti i loro dipendenti è totalmente inaccettabile!!!

Altrettanto inaccettabile è il contesto in cui i Vigili del Fuoco si trovano ad operare. Costretti ad effettuare centinaia e centinaia di controlli al giorno in tutto il territorio regionale, ad operare con mezzi di soccorso che risalgono a ben 30 anni fa e subendo tagli che negli ultimi 10 anni hanno ridotto l’organico del 35%.

Con l’evento sismico che sembra non finire mai bisogna comunque ragionare sulla ricostruzione delle abitazioni e dei settori produttivi che durerà diversi anni e che non dovrà in alcun modo assomigliare al modello aquilano che ha trasformato il capoluogo abruzzese in un vero e proprio deserto.

In questo contesto, la riforma del mercato del lavoro del governo Monti, se approvata dal parlamento, trasformerà la nostra Regione in un luogo a forte depressione economica e ad altissima disoccupazione e precarietà. Infatti con l’eliminazione della cassa integrazione per cessazione dell’attività e la complessiva riduzione degli ammortizzatori sociali, coloro che hanno perso il lavoro saranno buttati nel giro di pochi anni nel girone infernale della disoccupazione e della precarietà.

Le misure emergenziali adottate sino ad oggi dal Governo e dalla Regione, che ovviamente non possono che essere a termine, non sono la soluzione dei problemi del mondo del lavoro causati dal terremoto ma semplici e necessarie misure tampone.

E’ inaccettabile che mentre mezzo paese rivolge la sua attenzione sugli effetti del terremoto il governo Monti e i partiti che lo sostengono cerchino di approvare in parlamento, il più in fretta possibile, una riforma che espone al ricatto del licenziamento senza giusta causa e ad un futuro sempre più precario tutti i lavoratori del nostro paese.