Il vecchio continente e non solo in rivolta contro il mercato... e in Italia?
Tutti i paesi europei, e non solo, sono attraversati da forti movimenti di lotta e di resistenza alla dittatura dei mercati che continuano a imporre politiche disumane alle già stremate popolazioni.
In Grecia un ennesimo sciopero generale ha nuovamente bloccato tutto il paese, evento non del tutto scontato considerato che si tratta del 23° sciopero da due anni a questa parte e che interviene in un una fase drammaticamente acuta della crisi sociale.
In Bulgaria un possente movimento di massa contro il carovita e per la rinazionalizzazione dell'energia ha tenuto in scacco per giorni il governo fino a costringere il primo ministro a dare le dimissioni.
In Spagna ii movimento contro le banche che impongono gli sfratti a chi non riesce a pagare il mutuo provocando numerosi casi di suicidio ha trovato la solidarietà attiva dei Vigili del Fuoco che in Galizia e in Catalogna hanno dichiarato la loro indisponibilità ad eseguire tali odiosi provvedimenti.
In India centinaia di milioni di lavoratori e lavoratrici bloccano con uno sciopero generale di 48 ore contro le privatizzazioni, il carovita e la precarietà questo immenso paese.
Ma ci sono altri fattori che vengono alla ribalta mettendo in luce quanto l'irrazionalità delle cosiddette leggi del mercato metta in difficoltà gli stessi governi che hanno inciso l'austerità sulle loro bandiere: in Francia e Spagna, non potendo intervenire sulla politica monetaria essendo l'euro governato strettamente dalla BCE e sottratta alla sovranità nazionale, Hollande e Rajoi cercano di aggirare i diktat europei contro gli aiuti di stato intervenendo con pesanti sgravi fiscali e contributivi per chi assume disoccupati.
Nel resto del mondo: il Giappone ha ripreso a stampare moneta ricorrendo alla politica inflazionistica per favorire le proprie esportazioni in funzione antieuro; negli Stati Uniti è bastata la notizia che all'interno della Federal Reserve non tutti sono d'accordo nel continuare a inondare di dollari il paese, pena pesanti ricadute negative rispetto ai benefici, per mandare in tilt Wall Street.
La realtà è che la crisi sta mostrando anche ai più convinti liberisti che le leggi del mercato non hanno alcuna possibilità di autoregolamentazione e gli spiriti animali del capitalismo stanno travolgendo i loro stessi sostenitori.
E in Italia? Quando manca ormai una manciata di giorni alle elezioni, Enrico Letta, numero due del PD, in un'intervista al Financial Time propone di congelare per un paio d'anni eventuali modifiche alla riforma del lavoro targata Fornero, a dispetto di quanto finora asserito dallo stesso bersani sulla necessità di una verifica rispetto ai mancati effetti positivi sull'occupazione. L'avrà detto per ingraziarsi Monti in vista di un'alleanza post elettorale?
Per quanto ancora permetteremo che abusino della nostra pazienza?