Il Governo dell'imbroglio cerca di stoppare il referendum contro il nucleare
Con una mossa, a dire il vero nient’affatto inattesa, il Governo sta cercando di eliminare dalla tornata referendaria il quesito riferito al nucleare.
Ha infatti presentato un emendamento all’articolo 5 del decreto Legge Omnibus in discussione al Senato - nel quale si prevedeva la moratoria per l’individuazione dei siti per la costruzione delle centrali nucleari, moratoria decisa all’indomani del disastro di Fukushima – nel quale si stabilisce che non si procede alla definizione ed attuazione del programma di realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare.
E’ una mossa dettata da più motivi, in primo luogo la consapevolezza che dopo il disastro giapponese il referendum contro le centrali nucleari nel nostro paese aveva ottime possibilità di vittoria.
Nonostante, infatti, il tentativo di gran parte dei mass media di relegare nelle ultime pagine, o di nascondere addirittura, l’evolversi della catastrofe , la settimana scorsa è divenuta di dominio pubblico la notizia che l’incidente di Fukushima aveva raggiunto il livello 7 , lo stesso di Chernobyl di cui quest’anno si celebra il 25° anniversario.
L’AIEA, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, ha determinato la sua classificazione da catastrofe locale a globale, con la radioattività che pervade l’atmosfera e ricade a terra, con le immaginabili conseguenze dal punto di vista della salute pubblica.
Il Governo ha tenuto all’oscuro i cittadini sui rischi della radioattività solo per boicottare il referendum.
Ma dopo le immagini della centrale giapponese con il tetto scoperchiato e i reattori fusi, dopo le notizie sull’inquinamento del mare e l’impossibilità dopo oltre un mese di risolvere il problema, la vittoria al referendum poteva apparire sicura dando così un colpo pesante al programma nucleare.
Un altro motivo non secondario che spinge il governo a questo imbroglio è la consapevolezza che il tema del nucleare avrebbe contribuito al raggiungimento del quorum anche per gli altri referendum, quelli per l’acqua pubblica e sul legittimo impedimento, tema quest’ultimo molto caro a Berlusconi mentre sulla privatizzazione dell’acqua e dei beni e sevizi pubblici punta molto la Confindustria per attingere a profitti sicuri.
Dovremo mobilitarci con molta forza, al massimo dei nostri sforzi, insieme a tutte le forze sociali, ai comitati che con chiarezza hanno detto no al nucleare, dando chiara indicazione di voto, per bloccare il governo degli imbrogli, per superare il vuoto d’informazione che circonda i referendum e portare alla vittoria i SI.