IL 21 E' SCIOPERO GENERALE E IL 22 MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA

Tomaselli (USB): condizioni sociali e referendum, basta con il teatrino televisivo, si parli di cose concrete.

 

Roma -

COMUNICATO STAMPA

Il 4 dicembre si vota per il Referendum ma sono anni che le famiglie non ce la fanno più ad arrivare a fine mese, a curarsi, a pagare l'affitto o il mutuo – afferma Fabrizio Tomaselli dell'Esecutivo nazionale di USB – colpite da una crisi che non hanno determinato e convivendo ormai con una disoccupazione fuori controllo e uno stato sociale sempre più sottile.

USB, insieme a tante altre forze sociali e sindacali, ha indetto una due giorni di protesta e proposta – continua il sindacalista – che prevede lo sciopero generale per il 21 ottobre ed una grande manifestazione nazionale a Roma per il 22 ottobre. Queste iniziative sociali e di massa stanno passando sotto silenzio mentre si da spazio mediatico soltanto ad assurdi ed inutili dibattiti televisivi in politichese spinto, che la maggioranza del popoli italiano non comprende e non ascolta. La realtà è che per gran parte degli attori di questa vicenda mediatica si tratta esclusivamente di produrre una cortina fumogena per nascondere la crisi e le tragedie che stanno investendo milioni di persone.


Per quel che ci riguarda – insiste Tomaselli – i temi importanti sono da una parte il NO al referendum per assicurare la tenuta della Costituzione quale elemento di garanzia democratica, che non può essere stravolta per tutelare invece il governo di un numero sempre più ristretto di persone e di interessi economici. Dall'altra parte si tratta di dire NO a Renzi e di mandarlo a casa, perché dopo Berlusconi e Monti questo governo sta ciecamente eseguendo le indicazioni dell'Unione Europea e della finanza internazionale e ci sta portando dritti verso il burrone.


Su condizioni sociali e referendum si parli quindi di cose reali – continua il sindacalista - e si eviti il teatrino, il chiacchiericcio e l'urlo televisivo. Vogliamo uno stato sociale che funzioni e si sviluppi, salari, pensioni e redditi adeguati, scuola e sanità pubbliche, un tetto per ogni famiglia e un intervento diretto dello stato nell'economia, la nazionalizzazione delle banche e delle aziende strategiche e di quelle in crisi.

 

Qualcuno dice che siamo velleitari o vetero-qualcosa – conclude Tomaselli – ma quel qualcuno tutela interessi diversi da quelli della gente: la situazione è esplosiva e va affrontata in modo radicale e non seguendo il manuale del 'buon europeo' o del 'bancario perfetto'. Il mondo reale è altra cosa dal palcoscenico che offrono tutti i giorni Renzi e Brunetta.