Il 19 Giugno noi scioperiamo -volantino-

Giovedì 19 Giugno 2014 Sciopero Nazionale dei lavoratori e lavoratrici di tutte le aziende a capitale pubblico e misto, delle aziende, società, consorzi e cooperative appaltatrici di servizi pubblici, con manifestazioni regionali nelle principali città italiane

Nazionale -

>    Contro tagli e privatizzazioni delle aziende che gestiscono servizi pubblici come l’igiene ambientale, l’energia, l’acqua, i servizi sanitari, culturali, educativi e all’infanzia, le mense e le pulizie scolastiche, l’assistenza alle persone anziane e non autosufficienti.

>    Contro i licenziamenti la mobilità l’aumento delle tariffe, la diminuzione dell’orario, il peggioramento delle condizioni di lavoro derivanti dalla spending review

>    Contro la riforma del lavoro del Ministro Poletti che prevede di annullare di fatto  i contratti nazionali, riduce gli ammortizzatori sociali e qualunque altra garanzia.

 

Il 19 giugno noi rivendichiamo

>    la reinternalizzazione di tutti i servizi pubblici e la loro riqualificazione sempre più al servizio dei cittadini.

>    Il rinnovi dei contratti, aumenti salariali veri per tutti, la fine delle gare al  massimo ribasso per gli appalti.

>    Condizioni di lavoro che rispettino la dignità, la sicurezza e la salute di lavoratori e cittadini insieme ad una seria lotta alla corruzione e all’ evasione fiscale e contributiva.

 

Esaltato dal risultato delle europee, Renzi ha annunciato l’accelerazione dei piani per riformare la Pubblica Amministrazione e ridurre la spesa pubblica. La scure si abbatterà con particolare virulenza sulle aziende a capitale pubblico o misto pubblico/privato, sulle  controllate o partecipate dagli Enti Locali, che vuole ridurre da 8.000 circa a 1.000 e, a cascata, sugli appalti pubblici.

L’obiettivo è di risparmiare  nel triennio 2014/2017 molte decine di miliardi, anche tramite il ricorso alle gare CONSIP per gli appalti, meccanismo micidiale teso a ridurre  salari e diritti  determinando pessime condizioni di lavoro, come già  successo  ai lavoratori delle imprese di pulizie delle scuole o negli ospedali.

Il peggio però deve ancora arrivare ed è contenuto nei provvedimenti finanziari approvati tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014; gli enti locali dovranno accantonare somme pari alle perdite delle controllate; dovranno partecipare al raggiungimento degli obbiettivi di finanza pubblica secondo le direttive  europee anche  con la messa in liquidazione e mobilità forzata/ licenziamenti dei dipendenti; dovranno applicare anche alle aziende partecipate misure di contenimento degli oneri contrattuali e di altre voci di natura retributiva, cioè tagliare i salari,  limitando le assunzioni di personale.

Certo non siamo qui a difendere le gestioni che hanno portato allo sfascio molte di queste aziende, pesantemente condizionate da scelte politiche e interessi privati, da speculazioni, corruzione, clientelismo e interessi criminali, ma non possono essere certo i lavoratori e le lavoratrici a pagare per colpe non loro.

 

Davvero vogliamo assistere a questo massacro senza reagire?
Davvero vogliamo sottostare ai diktat europei che stanno portando il nostro paese ad un immiserimento mai conosciuto da quarant’anni a questa parte, in nome di feticci, i parametri contenuti nei trattati europei, che non hanno alcun fondamento reale?

 

Scendiamo in lotta, facciamo sentire la nostra voce
per affermare dignità e diritti