GIUSTIZIA E INFORMAZIONE: LA RAI SI ACCORGE DEI LAVORATORI
500 lavoratori giudiziari manifestano davanti alla RAI a Roma contro l’assordante silenzio sulla vertenza giustizia. Analoghe iniziative nelle maggiori città.
E’ stata necessaria un’assemblea cittadina di circa 500 lavoratori giudiziari, indetta questa mattina a Roma dalla RdB P.I. ed altre sigle sindacali davanti alla sede Rai di Viale Mazzini, per far rendere conto ai vertici del servizio pubblico che esiste un problema Giustizia legato non solo ai lodi e ai processi brevi, ma anche alla funzionalità degli uffici e alla condizione di lavoro degli operatori.
La protesta davanti alla sede Rai nasce in seguito allo sdegno suscitato fra i lavoratori per il totale silenzio riservato dall’informazione pubblica al recente sciopero nazionale del settore, che lo scorso 5 febbraio ha paralizzato tribunali e uffici giudiziari mentre migliaia di lavoratori hanno manifestato nelle piazze e davanti ai tribunali di tutto il paese.
Nel corso della protesta odierna una delegazione è stata ricevuta dal Direttore Comunicazione, Relazioni Esterne e Istituzionali della RAI, Dott. Guido Paglia, il quale, dopo aver rassicurato che la ragioni dei lavoratori giudiziari saranno ampiamente rappresentate nella prossima puntata del programma “Presadiretta”, che andrà in onda domenica 28 febbraio su RAI 3, si è impegnato a sollecitare i direttori delle testate giornalistiche a seguire con attenzione la vertenza dei lavoratori giudiziari.
“Durante il nostro sciopero del 5 febbraio siamo stati intervistati dalla tv pubblica tedesca, da quella svizzera e persino da una rete indipendente iraniana, ma non dai Tg e dai Gr del servizio pubblico italiano”, rammenta con amarezza Pina Todisco, della Direzione nazionale RdB P.I.. “Presto ci saranno ulteriori forti iniziative a sostegno di una vertenza che non è certo conclusa. Non mancherà dunque occasione per verificare gli impegni assunti oggi dai vertici RAI nei confronti di tutti i lavoratori della Giustizia”, conclude la dirigente RdB P.I.
Tutte le notizie sul sito RdB P.I. Giustizia
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24 febbraio 2010 - Il Resto del Carlino
Giustizia al collasso, manifestazione di protesta davanti alla Rai
NEL 2010 IL TRIBUNALE PERDERA' ALTRI 6 DIPENDENTI CHE NON SARANNO SOSTITUITI
Ancona - NEL 2010 il tribunale di Ancona perderà altri sei dipendenti pronti ad andare in pensione. Fino a qui nulla di strano, se non fosse che l'amministrazione centrale non ha nessuna intenzione di sostituire quei lavoratori giunti alla fine del loro percorso professionale. Niente turn-over, nessuna copertura dei posti vacanti. E anche in questo caso nulla di nuovo visto che sono anni che non viene assunto personale da impiegare nelle varie mansioni e diviso per i diversi servizi. L'anno in corso dunque vedrà una drastica riduzione della pianta organica con un deficit che si ca facendo via via più preoccupante. A denunciarlo sono i rappresentanti dei lavoratori della giustizia anconetana, i sindacati che hanno promosso l'iniziativa di protesta davanti al palazzo della Rai, in piazza della Repubblica. Erano presenti i lavoratori e i vertici dei sindacati che hanno aderito, Cgil, Uil, Flp e Rdb. All'appello manca soltanto la Cisl che a livello nazionale ha dato il via libera all'accordo col governo: "Di questo passo la situazione del nostro tribunale nel suo insieme _ sostengono i vertici sindacali _ rischia di diventare esplosiva. La paralisi di alcuni uffici è prossima e con essa il collasso delle pratiche, delle cause, delle sentenze. Ci sono uffici, come quello del Gip, che hanno tempi determinati che devono rispettare, è lì l'anomalia maggiore. Non è possibile, e non è giusto, che alcuni nostri colleghi siano costretti a portarsi il lavoro a casa per rimanere nei tempi richiesti. Loro non sono liberi professionisti, già lavorano in condizioni penose, adesso pure gli straordinari non pagati". L'iniziativa di ieri segue altri momenti di protesta organizzati dal personale della giustizia anconetana e probabilmente non sarà l'ultima.
24 febbraio 2010 - La Nazione
Giustizia in tilt, manca personale
I LAVORATORI DEGLI UFFICI DEL TRIBUNALE CHIEDONO 500 ASSUNZIONI
di Daniele Tirinnanzi
Firenze - I LAVORATORI degli uffici giudiziari sono sul piede di guerra. Anche a Firenze, così come in tutta la Toscana. «Siamo 2mila tra cancellieri, ufficiali giudiziari e altre figure professionali in tutta la regione - spiega Carmine Padulo della Rsu del Tribunale di Firenze - e servono subito almeno 500 nuove assunzioni per far fronte alle esigenze di tutti i giorni. Nei vari uffici le carenze di personale vanno dal 10 al 20%, e lo scorso anno ci sono stati ben 300 pensionamenti non rimpiazzati. E' una situazione aberrante». A livello fiorentino il riscontro della carenza di organico si fa sentire, sia per quanto riguarda i procedimenti civili che quelli penali. «Solo a Firenze sono 40mila i processi civili pendenti - spiega Francesco Cimorelli della Uil - e la situazione attuale non farebbe che prolungare ancora i termini di tante cause». L'attività di un tribunale come quello di Firenze passa inoltre da mille piccole difficoltà quotidiane. «L'informatizzazione totale è ancora un miraggio, i computer sono antiquati - spiega Marianna Sarli della Rdb-Cub -. Basti pensare che inoltre uffici giudiziari come quelli di Empoli, Castelfiorentino e Borgo San Lorenzo vanno avanti con un solo addetto». A rischio, spiegano i sindacati, ci sono quindi effettività dell'azione giuridica e la sua tempistica. Domani le sigle sindacali Fp Cgil, Uil Pubblica, Flp e Rdb-Cub della Toscana andranno a Roma per un presidio in occasione del tavolo sulla vertenza nazionale tra sindacati nazionali e il Ministero della Giustizia. «Chiediamo investimenti - spiega ancora Padulo - come promesso dal Dpef del Governo del giugno 2009, che prevedeva 40 milioni per la riqualificazione organizzativa e 117 milioni per 3mila nuove assunzioni».
24 febbraio 2010 - Il Giornale di Vicenza
LA PROTESTA. I lavoratori dei tribunali hanno dimostrato davanti alla sede del nostro Giornale e di Tva in via Fermi
«Giustizia, personale decimato Le espulsioni slittano di mesi»
«Ora basta con i tagli - dicono i rappresentanti sindacali che chiedono il ritiro dell’integrativo - serve più professionalità»
di Chiara Roverotto
Vicenza - «Vera riqualificazione per tutti. Economica e professionale». Con questo slogan i lavoratori della giustizia, con i loro rappresentanti sindacali, si sono fermati sotto la sede del nostro Giornale e di Tva in via Fermi. Hanno deciso di protestare in questo modo in tutta Italia, davanti alle redazioni dei maggiori organi di informazione.
La giustizia, infatti, non riguarda solo le vicende processuali di qualche imputato eccellente. Dietro ad una seduta in tribunale ci sono cancellieri che lavorano, operatori che si rimboccano le maniche affinché quella che spesso viene additata come il male peggiore del nostro Paese in qualche modo vada avanti. «Malgrado le leggi Brunetta, il dibattito sul processo breve che, con gli uffici giudiziari in queste condizioni, non si può nemmeno proporre. Senza contare i provvedimenti che violano i diritti dei lavoratori peggiorando il servizio per l’utenza».
A parlare Agostino Di Maria, funzione pubblica della Cgil che assieme ad Emiliano Di Pardo, coordinatore provinciale della Funzione pubblica della Uil, Cinzia Savi, operatore dell’ufficio del Gip (giudice per le indagini preliminari) del tribunale di Vicenza ed Emilio Ricciardi, cancelliere del giudice di pace. In città i lavoratori del tribunale hanno già scioperato all’inizio del mese e sono stati ricevuti dalla prefettura. «Ma di fatto il giorno dopo ci ritroviamo con il doppio del lavoro da smaltire - aggiunge Di Pardo - e la situazione è molto pesante. A Vicenza, e in tutti i tribunali d’Italia». In città manca personale di cancelleria, la riqualificazione avvenuta per altri dipendenti pubblici per loro non è arrivata e accusano anche una diminuzione di stipendio, che si aggira attorno ai 1.200 euro al mese. Pare che i fondi che venivano utilizzati per pagare i dipendenti siano stati dirottati per la costruzione di nuove carceri, che il Consiglio dei ministri ha già deciso, con un ampliamento ad esempio della casa circondariale di S. Pio X.
«Solo la Cisl ha firmato la proposta del Governo - aggiunge Di Maria - tutte le altre sigle sindacali sono più che mai compatte sul fronte del no per cui Cgil, Uil, RdB-Cub e Flp. La nostra è una battaglia che non riguarda solo la categoria che rappresentiamo, ma interessa anche i cittadini e tutti coloro che vengono coinvolti nel sistema giustizia. Da anni assistiamo ad una sola politica ed è quella dei tagli. Con il nuovo ordinamento in tutta Italia da 14.181 cancellieri ne resteranno 7.903».
I sindacati puntano il dito sui dipendenti che vanno in pensione e non vengono sostituiti.
«Da qualche settimana ci sono i carabinieri in pensione che ci vengono a dare una mano - spiega Cinzia Savi, dell’ufficio del Gip di Vicenza - tutte persone volenterose che però si fanno vedere di rado e non hanno un professionalità tale da seguire tutte le pratiche». Un problema consistente che interessa la città e riguarda il giudice di pace sono le esplusioni degli stranieri clandestini.
«Oggi - spiega Emilio Ricciardi - se un immigrato viene arrestato ed è clandestino per fissare l’udienza davanti al giudice di pace si deve arrivare fino a dicembre. Senza contare che abbiamo una lista da smaltire di 135 fascicoli». Insomma, la situazione è grave e le parole d’ordine restano «pagamento e riconoscimento della professionalità».
24 febbraio 2010 - Gazzetta del Sud
Protesta dei lavoratori del settore giustizia
Degrado del sistema e tagli indiscriminati
Messina - Protesta ieri nell'atrio del tribunale dei lavoratori del ministero della Giustizia, di fronte alla situazione insostenibile che si è venuta a creare negli uffici giudiziari italiani. Si denuncia lo stato di sfascio e di totale disinteresse per un settore che, nonostante le promesse di rilancio e efficientismo fatte da più parti (in primo luogo dal Governo) si avvia verso la paralisi totale. «Basta entrare in questo Palazzo per rendersi conto della situazione drammatica che si è venuta a creare», spiegano Sergio Fucile (Cgil), Domenico Saporoso (Uil), Nino Papa (Flp) e Giuseppe Pellegrino (Rdb Cub). «A causa del numero esiguo di magistrati e di personale adibito alle cancellerie civili e penali, decimate dal blocco del turn over che, a fronte di decine di pensionamenti all'interno del Tribunale, della Corte d'appello, della Procura e di tutti gli altri uffici giudiziari, non si è registrata alcuna assunzione e son venute a mancare quasi 20.000 unità di impiegati negli ultimi anni. A chi vogliamo dare la colpa di questo sfascio? Ai cosiddetti fannulloni? Bene, cari cittadini, entrate nelle aule del Palazzo, avventuratevi nelle cancellerie-topaie di Palazzo Piacentini, constatate voi stessi cosa fanno e come lavorano i dipendenti. Se si deve parlare di assenteismo, forse questo è un problema che va ricercato nelle stanze romane, dove si parla di modernizzazione per la Pubblica amministrazione ma si prevedono, di anno in anno, tagli crescenti per il ministero della Giustizia e per il pubblico impiego in generale. Dove si sogna l'informatizzazione del procedimento – concludono i quattro – ma tutto resta ancorato al cartaceo».(t.c.)
24 febbraio 2010 - Corriere della Sera
Tribunale, rischio caos Mancano cancellieri
Milano - Hanno il contratto integrativo scaduto dal 2000. Da anni non si vede un'assunzione. La carenza media di organico supera il 20 per cento e solo in Tribunale, tra le varie qualifiche, mancano 180 cancellieri. Si parla di «processo breve», in Italia, ma basta fare un giro a Palazzo di Giustizia, a Milano, per capire che uno dei motori dell'attività giudiziaria è ingolfato e in crisi. Raccontano i cancellieri: «Fino a qualche anno fa, per ogni magistrato c'era un cancelliere. Oggi invece siamo costretti a "sdoppiarci" fra due e a volte anche tre magistrati». Significa che gli atti viaggiano più lentamente, che le notifiche arrivano in ritardo, che l'intero iter giudiziario subisce una serie di intoppi che potrebbero essere evitati. «La verità è che ci troviamo a garantire soltanto l'essenziale spiega Felicia Russo, coordinatrice regionale Fpcgil giustizia e molto altro lavoro lo svolgiamo durante le ore di straordinario che non ci vengono pagate. C'è un problema che riguarda la nostra professione e uno, ancor più grave, che riguarda il servizio offerto ai cittadini». Il 5 febbraio scorso molti uffici e cancellerie del tribunale sono rimasti chiusi per lo sciopero del personale amministrativo giudiziario indetto a livello nazionale da RdB pubblica amministrazione, Fpcgil, Uilpa e Flp. Uno dei punti critici riguarda l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo firmata a dicembre soltanto da due organizzazioni sindacali. Un'ipotesi di accordo che prevede di separare alcuni compiti, così che gli attuali cancellieri saranno in molti casi «dimezzati». E che alcune pratiche oggi svolte da un solo cancelliere saranno sbrigate in due tempi da due persone. «Mentre il cittadino chiede di avere una risposta più rapida dalla giustizia continuano i lavoratori si separano le funzioni e si demansiona il personale. Il nuovo profilo professionale proposto ci riporta indietro di dieci anni».
24 febbraio 2010 - Il Corriere di Arezzo
Agli uffici giudiziari chiedono 500 assunzioni
"A rischio inchieste e processi"
FIRENZE - Mancanza di personale dal 10% al 20% nei vari uffici, beni strumentali insufficienti, blocco del turn over e rinnovo del contratto integrativo. Sono queste alcune delle questioni, locali e nazionali, denunciate dai lavoratori degli uffici giudiziari della Toscana che ieri, a Firenze, hanno chiesto per la Toscana 500 nuove assunzioni. Rappresentanti dei sindacati Cgil Fp, Uil Pa, Flp e Rdb Pi hanno infatti sottolineato che "la mancanza di personale mette a rischio il funzionamento delle inchieste e dei processi". I dipendenti dell’amministrazione giudiziaria, fra cui cancellieri, funzionari di cancelleria e commessi, sono oltre 2.000 in Toscana e, è stato spiegato, lo scorso anno ci sono stati 300 pensionamenti "non rimpiazzati". Per Carmine Padulo della rsu del tribunale di Firenze "la vertenza nazionale sarà al centro di un incontro al ministero della giustizia in programma o il 25 febbraio o la prossima settimana".
24 febbraio 2010 - Il Cittadino
Vizzolo. Il contratto integrativo firmato da Cgil e Rsu scatena l’ira delle sigle "dissidenti"
Infermieri, cinque minuti per cambiarsi
Vizzolo - Cinque minuti in tutto: sono i tempi da record fissati dall’Azienda ospedaliera di Melegnano per permettere agli infermieri di indossare e togliere la divisa a inizio e fine turno. È quanto prevede il contratto integrativo per tecnici, infermieri e amministrativi dell’ospedale, firmato a febbraio solo dalla Cgil e dalla Rsu (in cui la maggioranza dei delegati più uno appartiene comunque alla Cgil). Un accordo che ha scatenato le polemiche delle altre 5 sigle sindacali (Cisl, Rdb, Uil, Fsi e Nursing up) lasciate fuori dalla trattativa. Fra i più infuriati i rappresentanti sindacali di Rdb che bocciano il nuovo contratto, con il quale si colma «in maniera deludente» un vuoto di quattro anni.Ai rappresentanti di Rdb non è piaciuta la decisione del direttore generale Claudio Garbelli di trasformare gli infermieri e gli operatori sociosanitari in veri "recordmen" del camice. «Abbiamo a disposizione 5 minuti per togliere e mettere la divisa, nonostante la Corte di Cassazione indichi come tempo congruo ben 20 minuti - spiegano dal sindacato -: dovremmo usare due minuti e 30 secondi per mettere la divisa e altri due minuti e mezzo per toglierla. E in questa frazione di tempo raggiungere in un lampo il reparto dagli spogliatoi». Sempre sul fronte organizzativo «manca anche il diritto al riposo compensativo dopo una reperibilità lavorata in giorno festivo, e non sono previste tutele per chi non ce la fa a reggere turni troppo ravvicinati».Il nuovo contratto non soddisfa le sigle sindacali "dissidenti" anche per gli aspetti economici: «Si dovevano distribuire 4 anni di fondi comuni» ma il contratto integrativo, che prevede 50-60 euro lorde di aumento medio al mese, «è sbilanciato a favore di una parte del personale, soprattutto tecnici e amministrativi, che prendono una somma consistente di arretrati, mentre circa 900 dipendenti, la maggior parte dei quali sono infermieri con parecchi anni di anzianità alle spalle, non prendono neanche un euro di arretrati»Questo squilibrio, attacca Rdb, «è dovuto al fatto che il coordinatore e il vice della Rsu, che hanno firmato l’accordo, hanno deciso di rappresentare le categorie alle quali loro stessi appartengono». Altro smacco nei confronti degli infermieri riguarda le possibilità di fare carriera. «Per un totale di 1.400 infermieri hanno previsto solo 49 posti per i passaggi di carriera. E questo significa che solo il 3,5 per cento di loro avrà la possibilità di fare uno scatto professionale in avantiMa la Cgil respinge tutte le accuse e difende a spada tratta il contratto: «Ci vogliono più di 5 minuti per indossare una divisa? - si chiede Mario Bonanno (Cgil) -. Noi siamo i primi a difendere il principio secondo cui il cambio d’abito debba essere fatto in orario di lavoro. La vertenza in questione è proprio targata Cgil e quanto al conteggio esatto dei minuti necessari la questione si risolverà sicuramente a Roma. Comunque Non potevamo non firmare un contratto per una manciata di minuti negati, quando il 75 per cento dei lavoratori partecipanti alle assemblee ci chiedeva di siglarlo. Noi abbiamo firmato un integrativo, con un aumento medio di 50-60 euro lordi mensili per tutti, in tempi in cui i lavoratori vengono licenziati».
23 febbraio 2010 - Dire
GIUSTIZIA. ROMA, IN 500 PROTESTANO A RAI CONTRO "SILENZIO"
"SDEGNO PER TOTALE INDIFFERENZA SU RECENTE SCIOPERO NAZIONALE"
(DIRE) Roma, 23 feb. - Questa mattina circa 500 lavoratori giudiziari hanno partecipato a un'assemblea cittadina convocata da RdB P.I. e da altre sigle sindacali davanti alla sede della Rai di viale Mazzini "per far rendere conto ai vertici del servizio pubblico che esiste un problema Giustizia legato non solo ai lodi e ai processi brevi, ma anche alla funzionalita' degli uffici e alla condizione di lavoro degli operatori". La protesta e' nata in seguito "allo sdegno suscitato fra i lavoratori per il totale silenzio riservato dall'informazione pubblica al recente sciopero nazionale del settore, che lo scorso 5 febbraio ha paralizzato tribunali e uffici giudiziari mentre migliaia di lavoratori hanno manifestato nelle piazze e davanti ai tribunali di tutto il Paese". Nel corso della protesta una delegazione di manifestanti e' stata ricevuta dal Direttore Comunicazione, Relazioni Esterne e Istituzionali della Rai, Guido Paglia, il quale, dopo aver "rassicurato" che le ragioni dei lavoratori giudiziari "saranno ampiamente rappresentate nella prossima puntata del programma 'Presadiretta', che andra' in onda domenica prossima su Raitre, e si e' inoltre "impegnato a sollecitare" i direttori delle testate giornalistiche a seguire con attenzione la vertenza dei lavoratori giudiziari. "Durante il nostro sciopero del 5 febbraio- ricorda Pina Todisco, della direzione nazionale RdB P.I.- siamo stati intervistati dalla tv pubblica tedesca, da quella svizzera e persino da una rete indipendente iraniana, ma non dai tg e dai gr del servizio pubblico italiano. Presto ci saranno ulteriori forti iniziative a sostegno di una vertenza che non e' certo conclusa. Non manchera' dunque occasione- conclude- per verificare gli impegni assunti oggi dai vertici Rai nei confronti di tutti i lavoratori della Giustizia".
23 febbraio 2010 - Agi
GIUSTIZIA: RDB, 500 LAVORATORI GIUDIZIARI MANIFESTANO ALLA RAI
(AGI) - Roma, 23 feb. - Cinquecento lavoratori giudiziari hanno manifestato davanti alla sede Rai di viale Mazzini per protestare contro "l'assordante silenzio sulla vertenza giustizia". La protesta, spiega in una nota Rdb, e' nata in seguito "allo sdegno suscitato fra i lavoratori per il totale silenzio riservato dall'informazione pubblica al recente sciopero nazionale del settore, che lo scorso 5 febbraio ha paralizzato tribunali e uffici giudiziari mentre migliaia di lavoratori hanno manifestato nelle piazze e davanti ai tribunali di tutto il paese". Una delegazione dei manifestanti e' stata ricevuta dal direttore Comunicazione, Relazioni Esterne e Istituzionali della Rai, Guido Paglia, il quale, spiega la Rdb, "dopo aver rassicurato che la ragioni dei lavoratori giudiziari saranno ampiamente rappresentate nella prossima puntata del programma 'Presadiretta', che andra' in onda domenica 28 febbraio su Rai 3, si e' impegnato a sollecitare i direttori delle testate giornalistiche a seguire con attenzione la vertenza dei lavoratori giudiziari". "Durante il nostro sciopero del 5 febbraio siamo stati intervistati dalla tv pubblica tedesca, da quella svizzera e persino da una rete indipendente iraniana, ma non dai Tg e dai Gr del servizio pubblico italiano - ricorda con amarezza Pina Todisco, della direzione nazionale Rdb P.I. - presto ci saranno ulteriori forti iniziative a sostegno di una vertenza che non e' certo conclusa. Non manchera' dunque occasione per verificare gli impegni assunti oggi dai vertici Rai nei confronti di tutti i lavoratori della Giustizia".
23 febbraio 2010 - Adnkronos
SANITA': I 'RECORDMAN' DEL CAMICE, A MELEGNANO 5 MINUTI PER CAMBIARSI
E' IL TEMPO CONCESSO AGLI INFERMIERI, LO PREVEDE CONTRATTO INTEGRATIVO. RDB, NUOVO CONTRATTO SFAVORISCE INFERMIERI, CARRIERE BLOCCATE E ZERO ARRETRATI
Milano, 23 feb. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Cinque minuti in tutto: sono i tempi da record fissati dall'azienda ospedaliera di Melegnano per permettere agli infermieri di indossare e togliere la divisa a inizio e fine turno. E' quanto prevede il contratto integrativo per tecnici, infermieri e amministrativi dell'ospedale lombardo, firmato a febbraio solo dalla Cgil e dalla Rsu (in cui la maggioranza dei delegati piu' uno appartiene comunque alla Cgil). Un accordo che ha scatenato le polemiche delle altre 5 sigle sindacali - Cisl, Rdb, Uil, Fsi e Nursing up - lasciate fuori dalla trattativa. Fra i piu' infuriati i rappresentanti sindacali di Rdb che bocciano su tutta la linea il nuovo contratto, con il quale si colma "in maniera deludente" un vuoto di 4 anni. Ai rappresentanti di Rdb (che e' la terza sigla piu' rappresentativa dei lavoratori dell'azienda di Melegnano) non e' piaciuta la decisione del direttore generale Claudio Garbelli di trasformare gli infermieri e gli operatori sociosanitari (Oss) in veri 'recordman' del camice. "A Melegnano abbiamo a disposizione 5 minuti per togliere e mettere la divisa, nonostante una pronuncia della Corte di Cassazione datata 2008 indichi come tempo congruo ben 20 minuti", spiegano all'ADNKRONOS SALUTE dal sindacato. "E' assurdo: dovremmo usare due minuti e 30 secondi per mettere la divisa e altri due minuti e mezzo per toglierla. E in questa frazione di tempo raggiungere in un lampo il reparto dagli spogliatoi". E poiche' il tempo e' denaro, incalzano i sindacalisti, "il direttore generale ha anche pensato di abolire per gli operatori sociosanitari quello che in gergo tecnico si chiama 'consegna'", e cioe' i 15 minuti di tempo durante i quali gli infermieri si scambiano alcune informazioni basilari sul paziente, al momento del passaggio di consegna appunto. Sempre sul fronte organizzativo "manca anche il diritto al riposo compensativo dopo una reperibilita' lavorata in giorno festivo, e non sono previste tutele per chi non ce la fa a reggere turni troppo ravvicinati (per via della doppia deroga alle 11 ore di riposo obbligatorie prevista da un altro accordo interno datato aprile 2008)". Il nuovo contratto non soddisfa le sigle sindacali 'dissidenti' anche per gli aspetti economici: "Si dovevano distribuire 4 anni di fondi comuni" ma il contratto integrativo, che prevede 50-60 euro lorde di aumento medio al mese, "e' sbilanciato a favore di una parte del personale, soprattutto tecnici e amministrativi, che prendono una somma consistente di arretrati, fino a 2 mila euro lordi. Mentre circa 900 dipendenti, la maggior parte dei quali sono infermieri con parecchi anni di anzianita' alle spalle, non prendono neanche un euro di arretrati, anche se poi come tutti gli altri avranno un aumento dello stipendio base (alla data dell'1 gennaio 2010)". Questo squilibrio, attacca Rdb, "e' dovuto al fatto che il coordinatore e il vice della Rsu, che hanno firmato l'accordo, hanno deciso di rappresentare le categorie alle quali loro stessi appartengono". Altro smacco nei confronti degli infermieri riguarda le possibilita' di fare carriera. "Per un totale di 1.400 infermieri hanno previsto solo 49 posti per i passaggi di carriera. E questo significa che solo il 3,5% di loro avra' la possibilita' di fare uno scatto professionale in avanti, contro il 28% degli amministrativi e il 18% dei tecnici", conclude Rdb.
23 febbraio 2010 - Ansa
Giustizia:sit-in protesta lavoratori Ancona davanti sede Rai
Stop a tagli indiscriminati e nuove assunzioni
(ANSA) - ANCONA, 23 FEB - ''Giustizia rapida ed efficiente'', ''nuove assunzioni'', ''valorizzazione e riqualificazione del personale'', stop ai ''tagli indiscriminati''. Sono tra le richieste dei lavoratori della giustizia di Ancona che stamani hanno messo in atto un sit-in con bandiere e volantini davanti alla sede Rai. L'iniziativa e' stata promossa dai sindacati per la funzione pubblica Cgil, Uil, Flp e RdB. Al palazzo di giustizia del capoluogo lavorano circa 200 persone tra tribunale, sedi staccate, procura e procura generale.
23 febbraio 2010 - Uno Notizie
LAVORATORI GIUDIZIARI MANIFESTANO DAVANTI A SEDE RAI
Problema Giustizia non sono solo lodi e processi brevi
Roma - E’ stata necessaria un’assemblea cittadina di circa 500 lavoratori giudiziari, indetta questa mattina a Roma dalla RdB P.I. ed altre sigle sindacali davanti alla sede Rai di Viale Mazzini, per far rendere conto ai vertici del servizio pubblico che esiste un problema Giustizia legato non solo ai lodi e ai processi brevi, ma anche alla funzionalità degli uffici e alla condizione di lavoro degli operatori.
La protesta davanti alla sede Rai nasce in seguito allo sdegno suscitato fra i lavoratori per il totale silenzio riservato dall’informazione pubblica al recente sciopero nazionale del settore, che lo scorso 5 febbraio ha paralizzato tribunali e uffici giudiziari mentre migliaia di lavoratori hanno manifestato nelle piazze e davanti ai tribunali di tutto il paese.
Nel corso della protesta odierna una delegazione è stata ricevuta dal Direttore Comunicazione, Relazioni Esterne e Istituzionali della RAI, Dott. Guido Paglia, il quale, dopo aver rassicurato che la ragioni dei lavoratori giudiziari saranno ampiamente rappresentate nella prossima puntata del programma "Presadiretta", che andrà in onda domenica 28 febbraio su RAI 3, si è impegnato a sollecitare i direttori delle testate giornalistiche a seguire con attenzione la vertenza dei lavoratori giudiziari.
"Durante il nostro sciopero del 5 febbraio siamo stati intervistati dalla tv pubblica tedesca, da quella svizzera e persino da una rete indipendente iraniana, ma non dai Tg e dai Gr del servizio pubblico italiano", rammenta con amarezza Pina Todisco, della Direzione nazionale RdB P.I.. "Presto ci saranno ulteriori forti iniziative a sostegno di una vertenza che non è certo conclusa. Non mancherà dunque occasione per verificare gli impegni assunti oggi dai vertici RAI nei confronti di tutti i lavoratori della Giustizia", conclude la dirigente RdB P.I.
23 febbraio 2010 - VivereAncona
Protesta dei lavoratori del Tribunale
Ancona - Valorizzazione e riqualificazione del personale, investimenti adeguati, stop ai tagli, sono queste le richieste che alcuni lavoratori del tribunale di Ancona hanno avanzato con un sit-in di protesta martedì mattina.
Le richieste sono state avanzate da una delegazione che ha partecipato all’iniziativa di protesta, promossa dai sindacati per la funzione pubblica Cgil, Uil, Flp e RdB. Il sit-in è avvenuto davanti alla sede Rai del capoluogo.
23 febbraio 2010 - Liguria Oggi
Genova – Presidio lavoratori Giustizia sotto la sede Rai
Genova – Un presidio del personale dell’Amministrazione Giudiziaria sotto la sede rai di corso Europa. Martedì 23 febbraio alle ore 15.00 presso la sede della Rai Regionale in Corso Europa 125, gli operatori giudiziari attueranno un presidio per manifestare contro la riforma del nuovo ordinamento professionale.
Ecco il comunicato di Fp Cgil, Uil PA, Rdb Cub:
"Da tempo gli uffici giudiziari versano in condizioni gravi, mancano le persone che li facciano funzionare, mancano le risorse economiche e non vi sono progetti di modernizzazione. Il nuovo ordinamento professionale siglato dall’Amministrazione e dalla minoranza delle OO.SS minoritarie (CISL ed UNSA- SAG) demansiona e dequalifica i lavoratori, separa le funzioni con il conseguente peggioramento del servizio ed il rallentamento dei tempi dei processi che porterà ad una divisione del lavoro che va contro ogni principio di buona organizzazione.Profondamente demotivato, il personale degli uffici giudiziari, attende da anni il giusto riconoscimento professionale e che l’Amministrazione proceda a 3 mila nuove assunzioni, per sopperire alle gravi carenze di organico e garantire la prosecuzione del servizio".
23 febbraio 2010 - Città di Genova
Alle 15, presidio dei lavoratori degli uffici giudiziari davanti alla Rai
Genova - Maggiore riconoscimento professionale e nuove assunzioni che garantiscano il turn over. Sono solo alcune delle richieste dei lavoratori degli uffici giudiziari che oggi, anche a Genova, davanti alla sede della Rai regionale in Corso Europa, protesteranno contro gli accordi separati del Ministero della Giustizia firmati da alcune sigle sindacali. "Da tempo - fanno sapere in un comunicato - gli uffici giudiziari versano in condizioni gravi, mancano le persone che li facciano funzionare, mancano le risorse economiche e non vi sono progetti di modernizzazione. Il nuovo ordinamento professionale siglato dall’Amministrazione e dalla minoranza delle OO.SS minoritarie (CISL ed UNSA- SAG) demansiona e dequalifica i lavoratori, separa le funzioni con il conseguente peggioramento del servizio ed il rallentamento dei tempi dei processi che porterà ad una divisione del lavoro che va contro ogni principio di buona organizzazione." Il personale degli uffici giudiziari si definisce "profondamente demotivato", e chiede "il giusto riconoscimento professionale" atteso "da anni" valutando in tremila nuove assunzioni il personale necessario per rimediare alle gravi carenze dell'organico, e garantire la prosecuzione del servizio.
23 febbraio 2010 - Corriere Adriatico
"C’è rischio di paralisi per il sistema giustizia"
Ancona - Prosegue la protesta dei lavoratori del settore giustizia di Fp-Cgil, Uil-Pa, RdB e Flp. Oggi i dipendenti degli uffici giudiziari di Ancona manifesteranno dalle ore 10 a mezzogiorno in piazza della Repubblica, davanti alla sede regionale della Rai. "Nel corso della protesta - si legge in un comunicato delle segreterie sindacali regionali - saranno distribuiti volantini per spiegare ai cittadini le ragioni della lotta". Sotto accusa c’è "lo stato della giustizia in Italia e ad Ancona, ormai al collasso per la mancanza di personale e di investimenti per il funzionamento della giustizia stessa". Una situazione che, se non risolta, secondo le quattro sigle sindacali rischia di "portare a una paralisi di tutto il sistema". Non sono soli, in questa protesta, cancellieri e impiegati della giustizia anconetana. Anche l’Ordine degli avvocati si riconosce nel loro grido d’allarme. "Siamo vicinissimi ai dipendenti del settore giustizia perché la loro protesta è la nostra - dice il presidente Maurizio Barbieri -. C’è un depauperamento del personale amministrativo, come anche dei magistrati, veramente inaccettabile. La pianta organica è ferma a 50 anni fa, mentre oggi il numero delle pendenze di cause civili e penali è aumentato di 20 volte. Senza considerare che il personale che se ne va non viene sotituito. La conseguenza è che si rischia di andare allo sfacelo del settore giustizia". Anche nell’anno in corso, per il blocco del turn over, il Tribunale di Ancona perdera sei dipendenti degli uffici giudiziari che andranno in pensione, riducendo l’organico ai minimi storici. L’Ordine degli avvocati, per quanto possibile, ha cercato di contribuire finanziando l’informatizzazione degli uffici.
23 febbraio 2010 - Il Messaggero
Ancona. Nel 2010 il Tribunale di Ancona perderà sei dipendenti...
Ancona - Nel 2010 il Tribunale di Ancona perderà sei dipendenti. Impiegati degli uffici giudiziari che andranno in pensione senza essere sostituiti. Così, l’organico già ridotto all’osso finirà per raggiungere minimi storici. E’ uno dei motivi che questa mattina porterà una rappresentanza dei lavoratori di Palazzo di giustizia, intenzionati a dar vita a due ore di protesta sotto la sede della Rai in piazza della Repubblica. Con il presidio, organizzato da Cgil, Uil, Flp e Rdb, che si terrà dalle 10 alle 12, si dice solidale il presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati Maurizio Barbieri. «La situazione sta diventando insostenibile», commenta il legale, che spiega come il parlamentino delle toghe doriche si sia sostituito, seppur in minima parte allo Stato, sovvenzionando a proprie spese alcune attività di Palazzo di giustizia. «Abbiamo acquistato computer, software, assunto personale - afferma- solo nel 2009 abbiamo stanziato a fondo perduto 40 mila euro per ingaggiare addetti all’informatizzazione degli uffici. Tutte spese che si sono rese necessarie per far funzionare gli sportelli e poter continuare a lavorare». Barbieri spiega come «la carenza di organico incida pesantemente sul lavoro di tutti. Sull’impegno del personale che non riesce a dar conto agli utenti e sul nostro, che continua a incontrare sempre maggiori ostacoli».(L.Lar.)
23 febbraio 2010 - Tempo Stretto
I dipendenti degli uffici giudiziari lasciano i propri uffici per protesta
Si riversano nell'atrio di Palazzo Piacentini per protestare contro lo sfascio della Giustizia
di Diego Indaimo
Messina - Decine di lavoratori del Tribunale stamattina hanno deciso di dire basta e lo fanno nel modo più plateale cioè uscendo dai propri uffici e riversandosi nell'atrio del Tribunale per fare toccare con mano come senza di loro la macchina della Giustizia si ferma. Nel documento distribuito agli utenti, agli avvocati ed ai cittadini che accedono al Tribunale (che trascriviamo in fondo a questo articolo) il motivo della loro protesta: nonostante le sbandierate promesse di rilancio di un settore in crisi l'attuale governo sta, in realtà, portando il settore alla paralisi totale con circa 20.000 posti venuti a mancare in tutta Italia e mai ricoperti. E la colpa non è certo dei cosiddetti "fannulloni" costretti a lavorare in "cancellerie-topaie" sommersi dai fascicoli.
Trascriviamo integralmente il documento:
"GIUSTIZIA: CAPITOLO FINALE" - Lettera aperta dei lavoratori degli uffici giudiziari
I lavoratori del Ministero della Giustizia, di fronte alla situazione insostenibile che si è venuta a creare negli uffici giudiziari italiani, si rivolgono ai cittadini per denunciare lo stato di sfascio e di totale disinteresse per un settore che, nonosatnte le promesse di rilancio ed efficientismo fatte da più parti (in primo luogo dal Governo) si avvia verso la paralisi totale. Basta entrare in questo palazzo per rendersi conto della situazione drammatica che si è venuta a creare a causa del numero esiguo dei magistrati e di personale adibito alle cancellerie civili e penali, decimate dal blocco del turno.over che, a fronte di decine di pensionamenti all'interno del tribunale, della Corte d'Appello, della Procura e di tutti gli altri uffici giudiziari, non ha fatto registrare alcuna assunzione e ha fatto venire a mancare quasi 20.000 unità di impiegati negli ultimi anni. A chi vogliamo dare la colpa di questi sfascio? Ai cosiddetti "fannulloni"? Bene cari cittadini, entrate nelle aule del palazzo, avventuratevi nelle cancellerie-topaie di Palazzo Piacentini, constatate voi stessi cosa fanno e come lavorano i dipendenti. Se si deve parlare di assenteismo, forse questo è un problema che va ricercato nelle stanze dei bottoni a Roma, dove si parla di modernizzazione per la pubblica amministrazione ma si prevedono, di anno in anno, tagli crescenti per il Ministero della Giustizia e per il pubblico impiego in generale; dove si sogna l'informatizzazione del procedimento ma tutto resta ancorato, nei fatti, alla realtà del cartaceo; dove di dibatte della necessità di avere lavoratori più professionali ma nei fatti non si fa nulla per attuare una riqualificazione che i lavoratori aspettano da quasi vent'anni. Oggi, nel corso della "Giornata nazionale di informazione sulla Giustizia", i lavoratori aderenti a CGIL-UIL-RDB ed FLP hanno deciso di uscire dai propri uffici per far sentire la propria voce, per far capire agli utenti come la carenza di risorse penalizzi tutta la società e non solo gli interessi dei dipendenti, per contestare un contratto integrativo-farsa contro cui non si stancheranno di lottare nel caso in cui dovesse diventare vigente con al firma di alcune organizzazioni sindacali minoritarie. In altre parole, per chiedere un minimo di "Giustizia"
23 febbraio 2010 - Il Resto del Carlino
Tribunale di Ancona, lavoratori e sindacati manifestano davanti alla sede Rai
RISCHIO PARALISI
Ancona - IL SISTEMA giudiziario rischia la paralisi, pure al tribunale di Ancona. Dopo le assemblee, gli incontri e le iniziative di protesta, i sindacati di categoria scendono sul piede di guerra. Per questa mattina dalle 10 alle 12 è stato fissato un sit-in di protesta dei lavoratori del tribunale anconetano davanti alla sede della Rai, in piazza della Repubblica. Saranno distribuiti volantini per spiegare ai cittadini le ragioni della lotta. Aderiscono Cgil, Uil, Flp e Rdb.
23 febbraio 2010 - La Nuova Sardegna
Tribunali fermi il 5 marzo per la protesta contro Alfano
CAGLIARI - Il 5 marzo gli uffici giudiziari si fermeranno per la manifestazione indetta da Cgil-Fp, Uil-Pa, Flp e RdB-Pi «in difesa della giustizia e di chi ci lavora». Dal 25 febbraio un’ora di assemblea ogni giovedì, dalle 9 alle 10.
Non è finita: dal 15 al 20 marzo il personale - annuncia una nota del sindacato - presterà la propria opera soltanto nel pieno rispetto delle norme e dei regolamenti, come dire che non sarà garantita la completa funzionalità degli uffici giudiziari. Questo - informano i sindacati - dimostrerà quali effetti produrrebbe l’attuazione della proposta del ministero della giustizia.
«I cagliaritani - è scritto nella nota dei sindacati - devono sapere che il ministro Angelino Alfano non dice la verità quando parla di accelerazione dei tempi dei processi e contemporaneamente propone un ordinamento professionale che demansiona e dequalifica i lavoratori, riportandoli indietro di vent’anni, per garantire così - si sostiene nella nota sindacale - un sicuro peggioramento del servizio».
I sindacati - è scritto ancora nel comunicato - non escludono per le prossime settimane nuovi scioperi e manifestazioni pubbliche di protesta.
22 febbraio 2010 - Adnkronos
Giustizia: Domani ad Ancona protesta davanti a sede Rai
Ancona, 22 feb. - (Adnkronos) - Cgil, Uil, Flp, Rdb chiamano i lavoratori della giustizia di Ancona a manifestare domani, dalle 10 alle 12, davanti la sede della Rai del capoluogo. Nel corso della protesta saranno distribuiti volantini per spiegare ai cittadini le ragioni della lotta. Sotto accusa, spiegano i sindacati in una nota, ''sono ancora una volta, lo stato della giustizia in Italia e ad Ancona, ormai al collasso per la mancanza di personale e di investimenti per il funzionamento della giustizia stessa. Qualora non fosse risolta la situazione, il rischio e' quello di una paralisi di tutto il sistema''.
22 febbraio 2010 - Gazzetta del Sud
A Palazzo Piacentini
Lavoratori Giustizia Domani mobilitazione
Messina - Domani dalle 8.30 alle 9.30, davanti a Palazzo Piacentini, "Giornata di mobilitazione per i lavoratori della Giustizia" promossa in tutt'Italia dalla Cgil Fp, RdB-Cub, Flp Giustizia, Uil Pa. Sarà consegnata la «Lettera aperta ai cittadini dei lavoratori degli uffici giudiziari» sulle «vergognose condizioni in cui lavorano gli operatori del settore».
21 febbraio 2010 - Gazzetta del Sud
Giovedì assemblea del personale giudiziario
ROSSANO - È stata indetta da Cgil, Uil, Flp ed Rdb, per il 25 febbraio, l'assemblea del personale giudiziario del circondario del tribunale di Rossano. L'incontro si terrà presso l'aula udienze del Palazzo di Giustizia, alla presenza di Cosimo Arnone, responsabile nazionale giustizia Fp-Cgil. Un incontro promosso e organizzato per esprimere la contrarietà ai tagli indiscriminati e chiedere, invece, investimenti adeguati e un progetto di rilancio che riporti al centro il servizio pubblico; una giustizia rapida ed efficiente; valorizzazione e riqualificazione del personale e nuove assunzioni. Mimmo Regina e Antonio Schiavelli, segretario comprensoriale e di zona della Fp Cgil, fanno presente che lo stato della giustizia nel paese è sotto gli occhi di tutti, «ma vi sono delle cause e delle responsabilità precise per questa situazione che consistono in un costante impoverimento di risorse destinate a questo settore e in una serie di provvedimenti che hanno tagliato gli organici, hanno bloccato la possibilità del turn over e che hanno disegnato una prospettiva di costante peggioramento del servizio». Da qui la convinzione che sia giunto il momento di informare correttamente la cittadinanza attraverso questa assemblea dei lavoratori «per difendere la giustizia e i diritti di chi ci lavora».(a.r.)