GIUSTIZIA: BLOCCATI IN TUTTA ITALIA TRIBUNALI E UFFICI PER LO SCIOPERO DEI LAVORATORI GIUDIZIARI

RDB, LA LOTTA PROSEGUIRA’ IN TUTTI I POSTI DI LAVORO

Nazionale -

Sono migliaia i lavoratori della Giustizia scesi in piazza in tutta Italia nelle tante manifestazioni che si sono svolte davanti alle Corti d’Appello in occasione dell’odierno sciopero nazionale che, in base alle prime stime, ha registrato un’adesione media del  75% bloccando l’attività dei tribunali e degli uffici giudiziari.

L’agitazione, proclamata dalla RdB Pubblico Impiego insieme a Cgil FPCGIL, UILPA e FLP, è stata indetta per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni, riqualificazione economica e professionale, e per protestare contro l’ipotesi di accordo sul contratto integrativo, firmata dalla minoranza delle organizzazioni sindacali.

 

“La grande partecipazione allo sciopero di oggi dimostra che i lavoratori giudiziari non sono più disposti a continuare ad operare in condizioni insostenibili e chiedono a gran voce di proseguire nella lotta”, dichiara Pina Todisco, della direzione Nazionale RdB Pubblico Impiego.

 

Sottolinea Todisco: “Oggi sono scese in piazza con RdB anche organizzazioni sindacali che per anni hanno praticato la concertazione, a dimostrazione che la strada da percorrere è quella del conflitto. La nostra lotta andrà avanti fino a che l’Amministrazione non si accorgerà che questo personale, altamente professionale e qualificato, non deve essere trattato come un popolo di invisibili e non ci possono essere riforme che non passino attraverso una riqualificazione di tutti i lavoratori della Giustizia”.

 

“La giornata di oggi – prosegue Todisco – dimostra inoltre che i lavoratori rispediscono al mittente un contratto integrativo che rappresenta solo un ritorno al passato e che contraddice la necessità di un’amministrazione moderna, in grado di fornire un servizio di qualità ai cittadini. Per questo la battaglia proseguirà in tutti i posti di lavoro, con tutte le iniziative necessarie”, conclude la dirigente RdB P.I.

 

 

 

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6 febbraio 2010 - Il Manifesto

GIUSTIZIA
Sciopero nazionale e tribunali presidiati

Migliaia di lavoratori della Giustizia scesi in piazza ieri in tutta Italia. Molte le manifestazioni che si sono svolte davanti alle Corti d'Appello in occasione dello sciopero nazionale. In base alle prime stime di fonte sindacale, avrebbe registrato un'adesione media del 75%, bloccando l'attività dei tribunali e degli uffici giudiziari.
L'agitazione, proclamata dalla RdB Pubblico Impiego insieme a Cgil FP, Uilpa e Flp, è stata indetta per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni, riqualificazione economica e professionale; e per protestare contro l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo, firmata da una minoranza delle organizzazioni sindacali. «La grande partecipazione allo sciopero di oggi dimostra che i lavoratori giudiziari non sono più disposti a continuare ad operare in condizioni insostenibili e chiedono a gran voce di proseguire nella lotta», ha dichiarato Pina Todisco, della RdB. «Oggi sono scese in piazza insieme a noi anche organizzazioni sindacali che per anni hanno praticato la concertazione, a dimostrazione che la strada da percorrere è quella del conflitto. La nostra lotta andrà avanti fino a che l'amministrazione non si accorgerà che questo personale, altamente professionale e qualificato, non deve essere trattato come un popolo di invisibili. I lavoratori rispediscono al mittente un contratto integrativo che rappresenta solo un ritorno al passato e contraddice la necessità di un'amministrazione moderna, in grado di fornire un servizio di qualità ai cittadini».


6 febbraio 2010 - Il Bergamo

La manifestazione. Protesta ieri mattina degli operatori della giustizia
Lo sciopero dei dipendenti blocca Tribunale e Procura
I sindacati: «Hanno incrociato le braccia oltre il novanta per cento degli impiegati»

Bergamo - Tribunale e Procura "congelate". Lo sciopero degli operatori della giustizia, dai cancellieri al personale amministrativo, ha bloccato quasi tutti i processi e l'attività dei palazzi della giustizia bergamasca. L'adesione, secondo i sindacati Cgil, Uil, Rdb e Flb, è stata di oltre il ?0%: «Un'adesione così imponente - hanno sottolineato Giuseppe Castagliuolo e Francesca Mezzanotte di Cgil e Rdb - non si era mai vista sia a livello locale, che nazionale». Gli operatori della giustizia si sono ritrovati poco prima delle 11 davanti all'ingresso del Tribunale con striscioni e bandiere per protestare contro i tagli: «Riqualificare i lavoratori per riqualificare la giustizia», recitava uno dei volantini distribuiti all'ingresso di Procura e Tribunale e proseguiva «Siamo maltrattati, malpagati, ignorati e insultati, con pesanti carenze di organico, strumenti e risorse. Nella legge finanziaria non è stato previsto nemmeno un centesimo per i lavoratori giudiziari». Secondo quanto denunciato dalla Cgil il numero dei lavoratori in servizio presso il Tribunale di Bergamo, che vede al lavoro 97 persone, potrebbe scendere a 87, mentre la pianta organica ne prevede 125. In Procura la situazione non è migliore: in servizio ci sono 47 operatori, in cinque anni ne sono andati "persi" e mai sostituiti 13 e altri 14 potrebbero essere tagliati. «Non si può ignorare la grave situazione in cui siamo costretti a lavorare - hanno commentato i sindacalisti - bisogna fare capire che il nostro lavoro è al servizio dei cittadini, se ci sono dei ritardi, molto spesso sono dovuti alla mancanza di attrezzature adeguate e di personale. Continuando di questo passo la situazione peggiorerà». Solidarietà è stata espressa dalla sezione bergamasca dell'Associazione nazionale magistrati: «Le piante organiche del Tribunale e della Procura di Bergamo, già sottodimensionate all'origine, rispetto ad altri Circondari, hanno subito, negli ultimi anni, drastiche ed indiscriminate riduzioni - si legge in un comunicato dell'Anm - Occorre un progetto di revisione delle piante organiche e di riqualificazione professionale, nella consapevolezza che sonale amministrativo guono l'obiettivo comune una giustizia efficiente, tempestiva ed autenticamente al servizio della comunità».(MA.SC.)


6 febbraio 2010 - Corriere della Sera

Tribunale, sciopero dei cancellieri
Rinviati i processi

Milano - Numerosi uffici e cancellerie del tribunale di Milano sono rimasti chiusi, ieri mattina, per lo sciopero del personale amministrativo giudiziario indetto a livello nazionale da RdB pubblica amministrazione, Fpcgil, Uilpa e Flp. Altissima l'adesione. Per l'astensione dei lavoratori, che chiedono migliori condizioni di lavoro, nuove assunzioni e protestano contro l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo, sono saltate diverse udienze e molti processi sono stati rinviati: alla Quarta sezione penale della Corte d'Appello ne sono saltati sette su dieci. Il personale amministrativo ha organizzato anche un presidio davanti al tribunale e ha inscenato il funerale della giustizia. Sulle porte di molte cancellerie e uffici sono stati appesi cartelli con la scritta «chiuso per sciopero». «Difendiamo la dignità del nostro lavoro spiega Felicia Russo, coordinatrice regionale Fpcgil giustizia il nuovo profilo professionale proposto ci crea un danno economico e ci riporta indietro di dieci anni. Altro che processo breve... Se non arriveranno investimenti la giustizia in Italia si può dire morta».


6 febbraio 2010 - Corriere del Veneto

Tribunali, i lavoratori incrociano le braccia «Nuove assunzioni»
A Venezia, Vicenza e Padova
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VENEZIA - Hanno bloccato gli uffici giudiziari di mezzo Veneto, tra Venezia, Padova e Vicenza. In alcuni casi, come per esempio al giudice di pace di Mestre, chi si è presentato per depositare atti o documenti, ha trovato la porta chiusa. I cancellieri dei tribunali per tutta la giornata di ieri hanno incrociato le braccia per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni e il giusto riconoscimento professionale. A questo si aggiunge anche la protesta contro l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo firmata da una minoranza delle organizzazioni sindacali (Cisl e Unsa), «la prima volta che ciò accade ed è un grave vulnus per la democrazia». Lo sciopero è stato voluto dalle sigle Fp-Cgil, Uil-Pa Fpl e Rdd Cub per dire «no» a un accordo che per i sindacati peggiorerà il servizio e renderà le condizioni lavorative ancora più difficili.

Braccia incrociate nei tribunali veneti
I lavoratori chiedono più assunzioni

VENEZIA - Hanno bloccato gli uffici giudiziari di mezzo Veneto, tra Venezia, Treviso, Padova e Vicenza. In alcuni casi, come per esempio al giudice di pace di Mestre, chi si è presentato per depositare atti o documenti, ha trovato la porta chiusa. I cancellieri dei tribunali per tutta la giornata di ieri hanno incrociato le braccia per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni e il giusto riconoscimento professionale. A questo si aggiunge anche la protesta contro l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo firmata da una minoranza delle organizzazioni sindacali (Cisl e Unsa), «la prima volta che ciò accade ed è un grave vulnus per la democrazia». Lo sciopero è stato voluto dalle sigle Fp-Cgil, Uil-Pa Fpl e Rdd Cub per dire «no» a un accordo che per i sindacati peggiorerà il servizio e renderà le condizioni lavorative ancora più difficili. A Venezia una cinquantina di lavoratori hanno manifestato in corteo per la città fino alla prefettura, dove sono stati ricevuti dal capo di gabinetto.


6 febbraio 2010 - Libertà

Dipendenti tribunale chiedono le riforme

Più del 60 per cento dei lavoratori dell'organizzazione giudiziaria del Ministero della Giustizia in Emilia Romagna hanno partecipato allo sciopero nazionale indetto da Funzione Pubblica Cgil, Uilpa, Flp, Rdb. Anche nel nostro tribunale diversi uffici ieri mattina erano chiusi.
Nel corso dello sciopero si sono svolti presidi di lavoratori (a Piacenza un volantinaggio davanti alla sede del tribunale) e a Bologna c'è stato un incontro con il rappresentante del prefetto a cui sono stati illustrati i motivi dell'iniziativa di lotta.
Lo sciopero è stato indetto per protestare contro un accordo firmato solo da due sindacati, la Cisl e un sindacato autonomo che rappresentano una minoranza dei lavoratori e contro la perdita di professionalità, il taglio delle retribuzioni e la mancata riqualificazione che il personale attende da 20 anni. Si è voluto dire no alla politica di tagli del Ministero della Giustizia, e si ad investimenti per riorganizzare e rendere più efficiente la macchina giudiziaria. Le proposte: riqualificazione di tutto il personale, ricomposizione dei profili professionali, riforma e modernizzazione della Giustizia, democrazia per i lavoratori che devono poter decidere sugli accordi sindacali.


6 febbraio 2010 - Il Centro

«Uffici senza personale»
Tribunale, dipendenti in sciopero: «Fuori uso i computer»

PESCARA - «Il tempio della legalità è sinonimo di ingiustizia». I lavoratori degli uffici giudiziari, ieri, sono scesi dalle stanze all’atrio del tribunale per protestare contro le «pesantissime carenze di organico», l’«indifferenza» del ministero della Giustizia, i «decenni di mancata riqualificazione». E per dire che il palazzo di giustizia cade a pezzi, non è sicuro ed è sporco.
L’oggetto dello sciopero dei lavoratori degli uffici giudiziari di Pescara, Penne e San Valentino è stato il nuovo ordinamento professionale siglato dal ministero della Giustizia con due sigle sindacali e le condizioni definite «mortificanti» sui posti di lavoro.
La protesta è stata indetta dai sindacati Fp-Cgil, Uil-Pa, Flp e Rdb all’ingresso del tribunale cinturato di striscioni: «Vede? Il palazzo di giustizia», si fa notare, «nonostante sia di recente costruzione è carente per la sicurezza, la manutenzione e l’igiene».
«L’accordo sul contratto collettivo nazionale integrativo», osserva Ivana Giardino, coordinatrice regionale abruzzese Cgil giustizia, «ci riporta indietro di vent’anni, demansiona il personale e creerà ulteriori difficoltà all’attività giudiziaria».
Dai lavoratori arriva la denuncia, affidata a una lettera aperta, che «a fronte dei continui pensionamenti e del blocco delle assunzioni, il personale in servizio è costretto a far fronte a una mole di lavoro sempre maggiore. Mobilità, trasferimenti, corsi di formazione e avanzamenti di carriera sono inesistenti. Inoltre, a causa della riduzione dei fondi, le ore di straordinario sono state ridotte. Il diritto alla carriera è stato mortificato».
«Avvocati e magistrati conoscono quanto siano inadeguati, privi di assistenza tecnica e obsoleti i mezzi a disposizione», prosegue la lettera che punta il dito contro i computer lumaca. «Il processo di informatizzazione è un flop colossale. Così», dicono i lavoratori, «nessuna riforma determinerà l’accelerazione dei tempi dei processi».(p.l.)


6 febbraio 2010 - Gazzetta del Sud

Tribunale, adesione massiccia allo sciopero

Siracusa - Organici ridotti – in valore assoluto – anche rispetto ad una quindicina di anni fa quando si ha memoria dell'ultimo concorso e, di contro, un carico medio di lavoro cresciuto di circa il 40 per cento. Potrebbe essere sintetizzato soltanto in questo dato lo stato della giustizia nella nostra provincia: circa 400 dipendenti dislocati nella maggior parte nel palazzo di Giustizia di viale Santa Panagia ed il resto nelle sezioni distaccate (e dunque comprendendo in questa cifra anche il personale in servizio negli uffici dei giudici di pace) che devono ogni giorno fronteggiare carichi di lavoro in continua crescita. Per dire no a questo stato di cose ieri mattina anche nella nostra città i lavoratori del settore giustizia hanno deciso di incrociare le braccia nell'ambito di una giornata nazionale di manifestazione e di protesta proclamata dalle organizzazioni sindacali. Ieri mattina diversi lavoratori si sono ritrovati per una sorta di simbolico "presidio" davanti al varco principale di ingresso del palazzo di giustizia, molti con le bandiere delle diverse organizzazioni sindacali di appartenenza in mano per dare, se mai fosse stato necessario, maggiore visibilità alla manifestazione. Stime esatte sulla percentuale di adesione alla giornata di protesta non è stato possibile farne. Tuttavia dati diffusi, sia pur non ufficialmente, da parte di fonti diversi parlano di una partecipazione decisamente massiccia, con una quota oscillante tra il 70 e l'80 per cento. Tantissime le cancellerie e gli uffici chiusi ieri mattina al "Palazzaccio", sulle porte copie dei volantini che spiegavano i motivi e le ragioni della giornata di protesta. Il risultato è stato che, di fatto, tutte le attività - sia di ufficio che in aula (ad eccezione dei processi che, per diverse ragioni, presentavano profili di urgenza ed emergenza dinanzi alle quali la protesta dei lavoratori ha segnato il passo) – sono state sostanzialmente paralizzate. A promuovere la giornata di astensione dal lavoro dei dipendenti del comparto giustizia sono state la Fp-Cgil insieme alla Uil-Pa, Flp e Rdb. Davanti al Tribunale durante il sit-in di ieri mattina è stato anche effettuato un volantinaggio per chiarire, anche a chi non è direttamente coinvolto dalle vicissitudini del "pianeta-Giustizia", le rivendicazioni. Vale a dire "tagli" agli organici insostenibili e mancato riconoscimento dell'impegno e della professionalità dei lavoratori. Problematica quest'ultima che si salda con la mancanza, ormai da troppo tempo, di adeguati percorsi di formazione e, dove necessario, anche di riqualificazione dei lavoratori.

Personale giudiziario, anche nella Locride adesione allo sciopero
di Emanuela Ientile

Locri - Anche il personale giudiziario della Locride, ha aderito ieri allo sciopero indetto da Uil Giustizia, Cgil-Flp ed Rdb-Cub per la mancata riqualificazione o ricollocazione dei lavoratori giudiziari . Il presidente dell'ufficio studi Uil Giustizia, Francesco Tomaselli, funzionario della Procura di Locri, precisa che «grazie a un accordo siglato da solo due sindacati Cisl-Fp e Confsal-Unsa, che non rappresentano la maggioranza dei lavoratori, l'amministrazione ha varato un'ipotesi di accordo stralcio del contratto collettivo nazionale integrativo e del nuovo ordinamento professionale del personale non dirigenziale, penalizzante per tutti i lavoratori, in quanto si nega una piena e reale meritata riqualificazione e/o ricollocazione, conquistata negli anni presso gli uffici giudiziari dove si opera». «Si dimentica – scrive la Uil – che il ministero della Giustizia forse è l'unica amministrazione dello Stato in cui il personale non ha beneficiato di detta opportunità, pur espletando mansioni di fatto superiori a quelle della propria qualifica formale e ciò al fine di mandare avanti, senza creare disservizi, la macchina della giustizia ormai obsoleta e non più marciante». «Dopo un decennio – prosegue Tomaselli – ecco l'elemosina che hanno ottenuto i lavoratori della giustizia con un solo scatto della fascia economico di appena 30/40 euro, soldi di cui il personale già usufruiva annualmente con il Fondo unico di amministrazione». Viene anche ricordato che l'Uil Giustizia «ha più volte ribadito e proposto di dare al personale amministrativo di elevata professionalità la possibilità di esercitare compiti paragiurisdizionali per via contrattuale e legislativa, come avviene nelle legislazioni di molti paesi Europei e nell'ambito dell'esperienza nord-americana. Vi sono, infatti, cancellieri e funzionari in possesso di laurea in giurisprudenza ed altre abilitazioni e, quindi, in grado di contribuire all'efficienza della macchina giudiziaria. Purtroppo – conclude Tomaselli – il nostro Paese è sempre ultimo nelle riforme, specialmente nel settore giustizia, ormai un pianeta non più esplorabile».

Uffici giudiziari, dipendenti in piazza
«Difendiamo la dignità di lavoratori» Nel mirino il nuovo contratto collettivo. Il problema della riqualificazione
di Paolo Toscano

Reggio - L'accordo sul contratto collettivo nazionale integrativo del comparto amministrazione giudiziaria ha spaccato il fronte sindacale. Da una parte Cisl e Unsa-Sag che l'hanno siglato, dall'altra Cgil-Fp, Uil Pubblica amministrazione, Flp e Rdb-pubblico impiego che hanno reagito portando i propri iscritti in piazza. In occasione della giornata di protesta a livello nazionale, ieri al Cedir si è svolto un sit-in che ha registrato una partecipazione massiccia. Tutti gli uffici giudiziari sono rimasti chiusi. Il personale ha assicurato solo le urgenze. Sono saltate quasi tutte le udienze e si è celebrato solo qualche processo con imputati detenuti. Durante la manifestazione, con tanto di cartelli e bandiere delle organizzazioni sindacali, è stato distribuito un volantino contenente le rivendicazioni: «Ci troviamo di fronte – si legge nel documento – a un ipotesi contrattuale che viola le regole della rappresentatività, della democrazia, che cancella la professionalità del personale , che lo mortifica e non lo qualifica. Ipotesi contrattuale firmata solo dalle organizzazioni sindacali di minoranza e dall'Amministrazione». Cgil-Fp, Uil Pubblica amministrazione, Flp e Rdb-pubblico impiego ricordano che «con il precedente Governo la soluzione sembrava a portata di mano, si aveva la volontà di inserire la riqualificazione del personale nel progetto della formazione dell'Ufficio per il processo». Ma l'iter parlamentare si è fermato all'approvazione in commissione alle Camere del disegno di legge Ligotti: «Non solo Non solo non si è dato più seguito, ma si è proceduto a tagli delle piante organiche, a riduzione delle risorse economiche, in pratica a determinare lo sfascio della giustizia». Le sigle che hanno indetto la protesta bollano l'accordo, con la convinzione che «peggiorerà il servizio e renderà le condizioni lavorative ancora più difficili». Una realtà inconciliabile con l'aumento di domanda di tutela giudiziaria, di aumento di servizi legali: «La risposta è un silenzio dell'amministrazione – spiega il documento – che invece di trovare mezzi finanziari e economici, procede a tagli. E al momento dell'approvazione della finanziaria 2009 la giustizia è stata dichiarata settore non strategico». Il comparto dell'amministrazione giudiziaria continua a perdere i pezzi: dal 1996 gli addetti sono diminuiti di oltre 8 mila unità: «Noi siamo – sostengono le organizzazioni sindacali – per la riqualificazione di tutto il personale giudiziario, per la ricomposizione dei profili professionali, per la modernizzazione della giustizia e per la democrazia del personale che deve poter decidere sugli accordi sindacali». Gli organizzatori della manifestazione hanno ringraziato quanti hanno solidarizzato con i dipendenti in lotta per difendere la dignità della categoria. Comunicati di solidarietà sono arrivati dall'Associazione nazionale magistrati, dalla Giunta sezionale reggina dell'Anm, dalla sottosezione Anm di Reggio Emilia a dal Consiglio dell'ordine degli avvocati di Reggio.


6 febbraio 2010 - L'Eco di Bergamo

Uffici giudiziari, il 90% fa sciopero

Bergamo - Un'adesione massiccia, intorno al 90%, e il blocco quasi totale delle udienze e delle attività di routine del Tribunale e della Procura di Bergamo: questo l'ottimo risultato ieri in città dello sciopero – nazionale – indetto dalle rappresentanze sindacali di Fp-Cgil, Uilpa-Uil, Rdb e Flb per il pubblico impiego.
«Lavoriamo in condizioni disastrose, ci manca tutto: risorse, cancelleria, personale. E ora si parla di tagli all'organico, mentre non si sente parlare in Finanziaria di soldi destinati al compartimento della Giustizia – lamenta il personale amministrativo di Procura e Tribunale, da settimane ormai sul piede di guerra –. Il lavoro continua ad aumentare, si fanno riforme per snellire i tempi della Giustizia e non si interviene mai dove è necessario, e cioè in favore del personale: i nostri stipendi sono fermi in media a 20 mila euro lordi all'anno, e non si parla di concorsi per assumere nuove persone. Il nuovo contratto integrativo poi è squalificante».
Ieri la protesta è arrivata in strada: dopo le assemblee di dicembre e gennaio del personale, e l'ultima assemblea martedì – a cui hanno partecipato anche il presidente del Tribunale Ezio Siniscalchi, quello della sezione bergamasca dell'Anm Vittorio Masia e il procuratore Adriano Galizzi, portando la loro solidarietà – ieri i dipendenti della Giustizia hanno allestito un picchetto con volantinaggio, bandiere e striscioni per gridare a tutti i loro problemi e farsi sentire. Le udienze e il lavoro di cancelleria, a dimostrazione del ruolo fondamentale del personale amministrativo, si sono di conseguenza fermate per tutta la giornata (fatta eccezione per le udienze in direttissima, con gli arrestati).
I manifestanti sono rimasti davanti al Tribunale di via Borfuro, incuranti di pioggia e nevischio, dalle 8,30 fino alle 11, denunciando la loro situazione di «maltrattati, mal pagati, ignorati, insultati» e sottolineando come il loro lavoro «è svolto al servizio dei cittadini», perché interviene nella vita delle persone.
Pieno sostegno dai magistrati anche ieri: «La sottosezione dell'Anm di Bergamo esprime la propria solidarietà a tutto il personale amministrativo che oggi (ieri, ndr) sciopera per manifestare il grave disagio e le enormi difficoltà nelle quali è chiamato a svolgere il delicato e insostituibile servizio offerto alla collettività, per la tutela giurisdizionale dei diritti, lamentando i tagli indiscriminati delle piante organiche, il demansionamento e la dequalificazione. Le piante organiche del Tribunale e della Procura di Bergamo sono passate rispettivamente dal 2000 a oggi da 126 a 112 e da 60 a 57: di questi ne sono in servizio a oggi 93 in Tribunale e 48 in Procura».
Anche il deputato Antonio Misiani (Pd) ha incontrato ieri gli operatori della giustizia in sciopero, e ha sottolineato come le loro ragioni siano «sacrosante»: «La condizione particolarmente preoccupante della realtà bergamasca, denunciata con forza dai rappresentanti dei lavoratori, spiega l'adesione massiccia allo sciopero. Come Pd riporteremo la questione all'attenzione del Parlamento, ma è chiaro che la responsabilità decisionale ricade innanzitutto sui partiti di governo».


6 febbraio 2010 - La Repubblica

Dipendenti del tribunale in piazza
Giustizia senza soldi le toghe nuove arrivano dopo un anno
di LAURA NICASTRO

Genova - Per un anno sono andati in udienza, davanti ai giudici del tribunale, con le toghe lise, bucate e completamente sbrindellate. Hanno fatto i turni per prestarsele, le hanno chieste ai colleghi togati, agli avvocati. Ora finalmente, il ministero della Giustizia ha autorizzato la procura di Genova a comprare 10 toghe nuove per i Vpo, i vice procuratori onorari, che svolgono le attività di pm nei processi del capoluogo ligure. Il ministero ha dato il via libera al procuratore capo Francesco Lalla a spendere la cifra di 3 mila euro, per "vestire" i vpo. Ma le toghe che arriveranno nei prossimi giorni, non saranno comunque sufficienti. L´organico genovese dei pm onorari è infatti di 24 persone. «A volte - spiegano - ce le siamo fatte prestare dai colleghi togati, altre volte siamo andati al consiglio dell´ordine degli avvocati per farcele dare, ma per un anno quelle che avevamo erano persino bucate». Anche per presenziare alle udienze davanti al giudice di pace, per le cause di minore valore, i vpo avrebbero l´obbligo di indossare la toga, secondo quanto previsto da una circolare del coordinatore dei gdp. «Ma viste le carenze e le difficoltà a recuperarle - concludono - siamo riusciti a ottenere di andare in aula anche senza.» Intanto, ieri stanze chiuse e processi saltati anche in Liguria per lo sciopero nazionale del personale amministrativo giudiziario, indetto da RdB pubblica amministrazione, Fpcgil, Uilpa e Flp. Alta l´adesione, con punte superiori al 70% a Genova ed in tutta la regione. Sfidando la pioggia i lavoratori a Genova hanno sfilato in corteo dal Tribunale fino al palazzo della Regione, in piazza De Ferrari, per poi arrivare in prefettura. A fianco dei dipendenti è sceso il sostituto procuratore Francesco Pinto, presidente della sezione ligure della Associazione nazionale dei magistrati.


6 febbraio 2010 - La Nuova Sardegna

Critiche all’accordo sull’integrativo
Tribunali bloccati per lo sciopero dei dipendenti

ORISTANO - Non si è fermata solamente la Sardegna delle fabbriche e delle industrie. O quella che chiede lavoro e soluzioni per la crisi. Ieri mattina infatti c’è stato lo sciopero anche dei dipendenti del settore giustizia, eccezion fatta per quelli della Cisl che continuano a seguire una linea diversa e che fa irritare il resto delle rappresentanze di categoria. Sciopero che ha praticamente paralizzato l’attività amministrativa all’interno dei tribunali, dove, le uniche udienze che si sono svolte sono state quelle con detenuti e quindi con carattere di urgenza.
Allo sciopero hanno aderito la Cgil Funzione Pubblica, la Uil Pubblica amministrazione, la Federazione Lavoratori Pubblici e le Rappresentanze di Base del pubblico impiego. Queste ultime, nei giorni scorsi avevano avuto anche un incontro con la coordinatrice nazionale per la Giustizia, Pina Todisco, in cui erano state rilanciate le accuse che già nei mesi scorsi erano state rivolte al governo, colpevole di smantellare l’intero sistema giudiziario italiano attraverso dei tagli indiscriminati al personale amministrativo.
E proprio su questi aspetti hanno indetto lo sciopero, legato anche all’accordo firmato da alcune organizzazioni sindacali e ritenuto pessimo, per quanto riguarda l’aspetto del contratto integrativo.


6 febbraio 2010 - Il Giorno

IMPIEGATI IN SCIOPERO, SALTANO I PROCESSI

Milano - UFFICI CHIUSI e numerosi processi saltati, ieri, per lo sciopero del personale amministrativo giudiziario indetto da RdB pubblica amministrazione, Fpcgil, Uilpa e Flp. I lavoratori hanno organizzato un presidio davanti al Palazzo di giustizia, chiedendo migliori condizioni di lavoro, nuove assunzioni e contro l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo.

Sciopero dei dipendenti in Tribunale: saltate quasi tutte le udienze

BERGAMO - OLTRE IL 90% del personale amministrativo del Tribunale e della Procura ha partecipato ieri allo sciopero nazionale di 8 ore indetto da Fp-Cgil, Uilpa-Uil e Rdb e Flb per protestare contro la nuova proposta di ordinamento professionale dell'amministrazione giudiziaria e il nuovo contratto di lavoro che prevede un aumento in busta paga di 8 euro lordi. I lavoratori (alcune decine di persone si sono ritrovate all'esterno del palazzo di giustizia dalle 8,30 alle 11) hanno ricevuto la solidarietà della sezione di Bergamo dell'Associazione Nazionale Magistrati, presieduta dal giudice Vittorio Masia. La protesta (nella foto De Pacale)ha fatto saltare praticamente tutte le udienze: agli avvocati e a tutti quelli che entravano in Tribunale sono stati consegnati dei volantini per spiegare le motivazioni dell'agitazione. «Per quel che riguarda i tagli - sottolinea Giuseppe Castagliuolo, della Cgil - per il palazzo di giustizia, dai 97 in servizio, i lavoratori potrebbero scendere a 87, quando la pianta organica effettiva sarebbe invece di 125 unità. Come si fa a mandare avanti un Tribunale così?». «Fino ad ora - affermano i sindacati - questi lavoratori non si sono mai risparmiati per responsabilità. Ora però non ce la fanno più. A Bergamo poi è stato avviato il processo telematico: i lavoratori stanno facendo fronte alle carenze di organico e alle nuove procedure senza un corso di formazione specifico. E la situazione non è migliore in Procura. Ci risulta che in servizio ci siano 47 lavoratori e che negli ultimi 5 anni ne siano andati persi, cioè mai sostituiti, 13. Ora col decreto Brunetta alte 14 unità saranno tagliate».(M.A.)


6 febbraio 2010 - La Provincia Pavese

IN TRIBUNALE
Cancellieri in sciopero, udienze rinviate

PAVIA - Cancellerie chiuse e udienze rinviate ieri in Tribunale a Pavia per lo sciopero del personale amministrativo, indetto a livello nazionale da Rdb pubblica amministrazione, Cgil Funzione pubblica, Uilp ed Flp.
All’astensione ha aderito a Pavia circa l’80 per cento del personale. La protesta riguarda l’ipotesi di accordo sul contratto integrativo, non cindivisa dalle associazione di categoria. I lavoratori chiedono nuove assunzioni e migliori condizioni di lavoro. «Uno sciopero giusto», lo definisce la Cgil-Funzione pubblica, con il segretario provinciale Massimiliano Preti. «Questi lavoratori - si legge nel comunicato sindacale - hanno il sostegno, oltre che della Cgil, anche di una larga fetta di società civile».(m.fio.)


6 febbraio 2010 - Il Giornale di Brescia

Dipendenti della Giustizia in sciopero: «Al collasso»
I lavoratori di RdB, Flp, Cgil e Uil protestano al Palagiustizia contro la dequalificazione e per migliori condizioni di lavoro
di Alessandra Stoppini
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Brescia - Uno sciopero per la Giustizia, per denunciare nuovamente «un problema cronico che penalizza il personale dei Tribunali. Sembra davvero non ci sia la volontà politica di far funzionare la Giustizia». Ad affermarlo Francesca Baruffaldi, funzionaria della Camera del Lavoro di Brescia.
Hanno infatti organizzato un presidio davanti al Palagiustizia sin dalle 8 i lavoratori di RdB (Sindacato di base indipendente), Flp, Cgil e Uil, contro l’ipotesi di accordo sottoscritta, lo scorso 15 dicembre, tra Aran - agenzia statale che cura la firma dei contratti per la Pubblica Amministrazione - e le altre organizzazioni sindacali, Cisl e Sag.
Un’ipotesi che non è andata giù a molti, implicando essa anche il de-mansionamento degli addetti: dopo la firma dello stralcio al contratto integrativo, i dirigenti nazionali dei sindacati non sono rimasti a guardare, hanno perciò incrociato le braccia. I lavoratori giudiziari pretendono condizioni di lavoro migliori (perfino la cancelleria scarseggia) e più investimenti per un settore al collasso, «ormai in paralisi, dove il commesso svolge il lavoro dell’assistente giudiziario, o il cancelliere copre anche altre mansioni non sue - ha sottolineato Giuseppe Giuffrida, responsabile amministrativo della Procura distrettuale antimafia -. Da ben 12 anni non ci sono concorsi per il personale amministrativo addetto alle cancellerie e segreterie dei Pubblici Ministeri presso le Procure. L’età media è di 50 anni. Perché il Ministero delle Finanze è giunto al contrario alla quarta riqualificazione? Per le carriere non ci sono né ingressi né sbocchi». Un circolo vizioso. «Vogliamo poi parlare dell’informatizzazione? Ci hanno fornito pc usati del 2001 - rincara Antonella Tenchini, Rsu Cgil della Corte D’Appello -. La sala server del Palagiustizia è di quelle interdistrettuali, ossia serve anche Veneto, Friuli e, a breve, Trentino. Ci vorrebbero 20 tecnici: invece ne abbiamo solo 3». Straordinari non pagati, professionalità frustrate e «svendute, per l’interesse di pochi» tuonano i dipendenti, totalmente appoggiati dall’Associazione nazionale magistrati, proprio perché il lavoro dei giudici non potrebbe essere «efficiente» senza un’azione amministrativa di supporto.


6 febbraio 2010 - Il Gazzettino

OPERATORI DI GIUSTIZIA IN SCIOPERO
Uffici giudiziari deserti: «Svilite le figure professionali»

Venezia - Si è attestata tra il 50 e il 60 per cento la partecipazione allo sciopero degli operatori della giustizia, che ieri hanno manifestato in campo San Maurizio e in corteo si sono recati in Prefettura per portare le loro istanze. Chiusi parecchi uffici del Tribunale, della Corte d’Appello e dell’Unep, l’ufficio che si occupa delle notifiche, se si escludono i presidi deputati alle urgenze. Quattro le sigle sindacali che hanno manifestato contro l’accordo stretto tra il Ministro della Giustizia con Cisl e Unsa-Sag, che violerebbe il contratto integrativo della giustizia e mortificherebbe alcune figure professionali, come ad esempio quella del cancelliere.
«Altro che processo breve - stigmatizzano i rappresentanti sindacali di Cgil, che insieme a Uil, Flp e Rdb hanno promosso l’agitazione - qui si va verso rallentamenti e doppioni delle funzioni, con evidenti rallentamenti dell’attività giudiziaria».

LA PROTESTA
Cancellieri, volantini contro la riforma

Udine - (ev) Volantini di protesta e vignette satiriche sulle proposte di riforma al sistema della giustizia al centro del tormentone degli ultimi tempi. E’ così che ieri mattina, davanti all’ingresso del tribunale di Udine, una quarantina di cancellieri, insieme ai colleghi degli uffici giudiziari e dei giudici di pace di Cividale, Tarcento e Palmanova, di Cgil funzione pubblica, Uil Pa, Flp e Rdb Cub, hanno dato voce alla loro protesta contro una bozza di accordo di contratto collettivo nazionale integrativo che giudicano iniqua. Alta l’adesione allo sciopero, stimata oltre il 60%, che a Udine, ad esempio, ha fatto saltare quasi tutte le udienze penali. Con la protesta, cui non hanno aderito Cisl e Unsa che hanno firmato l’accordo, i lavoratori hanno contestato i tagli indiscriminati e hanno chiesto, invece, la riqualificazione del personale, la ricomposizione dei profili professionali e la riforma e modernizzazione della giustizia.

Lo sciopero ferma la giustizia
L’adesione è stata massiccia. In Tribunale saltate le udienze civili

PORDENONE - È stata molto alta l’adesione allo sciopero del personale dell’amministrazione giudiziaria proclamato da Fp-Cgil, UIl-Pa, Flp e RdB. Si chiede la riapertura del contratto integrativo firmato solo dalla Cisl. Sul "piatto" ci sono il demansionamento e l’impossibilità di avanzamenti di carriera. Da vent’anni la categoria - contrariamente ai lavoratori impiegati negli altri ministeri - insegue la riqualificazione del personale e la ricomposizione dei profili professionali. Ieri la maggior parte degli uffici erano chiusi sia in Procura sia in Tribunale (è stato comunque garantito il presidio previsto in questi casi). Saltate le udienze civili, mentre è stato possibile celebrare le udienze fissate al Tribunale collegiale.
A Pordenone l’astensione era stata preceduta da un’assemblea in cui il personale ha chiesto ancora una volta ai sindacati di battersi per risorse e investimenti adeguati, per una giustizia rapida ed efficiente, nonchè per condizioni di lavoro più dignitose.

GIUSTIZIA
Nessun investimento: personale in sciopero

Padova - (M.B.) Per protestare contro i mancati investimenti nel settore-Giustizia e per contestare l’accordo per il contratto integrativo firmato lo scorso novembre solo dalla Cisl, i lavoratori del Tribunale iscritti alla Cgil, alla Uil, alle Rdb e alla Flp, ieri mattina hanno incrociato le braccia.
"In un momento in cui la Giustizia richiederebbe maggiori investimenti, il Governo non solo continua a non investire nemmeno un euro, ma non presenta nemmeno una riorganizzazione del personale", spiega Enrico Ciligot, sindacalista Cgil. Che poi sottolinea: "I mezzi a disposizione dei lavoratori tecnico-amministrativi impiegati nei palazzi di Giustizia sono assolutamente inadeguati, spesso obsoleti, e anche scarsi. Con persone che devono fare la fila per usare un computer".
"Però – riprende il sindacalista – si continua a parlare di processo breve e di snellire i tempi della giustizia. Viene da domandarsi in che modo se all’interno dei tribunali il personale è sempre più ridotto". E anche demotivato da una mancanza di incentivi denunciata ieri dalle quattro sigle sindacali scese in sciopero: "Da anni non vengono riconosciuti passaggi di livello a chi ne avrebbe diritto. Ma in questo modo non si fa altro che peggiorare la qualità della vita, non solo economica, delle persone".


6 febbraio 2010 - Corriere Adriatico

Protestano i dipendenti della giustizia
Sciopero in tribunale "Adesioni al 50%"

Ancona - I lavoratori del settore giustizia hanno scioperato ieri anche nel distretto della Corte d’appello di Ancona per reclamare risorse ed investimenti adeguati a una giustizia rapida ed efficiente e condizioni di lavoro migliori. Davanti al tribunale dorico, dalle dieci a mezzogiorno, c’è stato anche un presidio di lavoratori. Le organizzazioni sindacali che hanno indetto lo sciopero - Fp Cgil, Uil-Pa, RdB e Flp - ieri stimavano un’adesione allo sciopero nei tribunali e nelle procure marchigiane intorno al 50%, anche tenendo conto che in alcuni uffici cancellieri e impiegati erano precettati per garantire servizi essenziali e udienze con indagati detenuti. Secondo dati forniti dalla Fp Cisl, che non aderiva allo sciopero nazionale, l’adesione sarebbe stata nelle Marche appena del 21%. "Nella Rregione hanno aderito alla protesta 180 addetti su un organico di 850 lavoratori in servizio fra tribunali e procure - si legge in una nota della Fp Cisl -. Ad Ancona hanno scioperato in 20 su 80. Anche se legittima l’iniziativa ha avuto un esito molto contenuto".
Un’uscita, quella della Cisl, che non è piaciuta ai promotori dello sciopero. "Dimostra il nervosismo che hanno - dice Alberto Beltrani della Fp Cgil - per non aver aderito e organizzato uno scioepero che i lavoratori ci chiedono da tempo". Con la protesta di ieri il personale chiede anche la riapertura della trattativa sul contratto integrativo, con il ritiro dell’accordo sottoscritto solo da una parte dei sindacati.(l.s.)


6 febbraio 2010 - La Sicilia

RINVIATI I PROCESSI PER LA PROTESTA DEI CANCELLIERI
Tribunale, massiccia adesione allo sciopero
di Pino Guastella

Siracusa - E' stata massiccia l'adesione dei lavoratori della giustizia allo sciopero indetto dalla Federazione Nazionale RdB Cub, nonchè dalle organizzazioni sindacali Cgil, Uil, Flt «per denunciare che i carichi di lavoro complessivi, per numero di procedimenti iscritti e provvedimenti emessi sia in materia penale quanto in materia civile, sono aumentati di circa il 40% mentre il numero del personale amministrativo è passato dalle circa 51.200 unità del 1999 alle circa 40.700 di oggi (dati ministeriali). Nello stesso periodo le risorse per la gestione quotidiana del Sistema Giustizia sono passate da 343.207.787 a 167.441.177 euro (fonte ministeriale)». Nel documento distribuito dai cancellieri e dai lavoratori della giustizia si sottolinea che sul contratto integrativo «l'amministrazione giudiziaria ha rifiutato di aprire un confronto sulla proposta di accordo presentata dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali per attuare le riforme in programma e quelle già avviate, per dare il giusto riconoscimento professionale al personale giudiziario e di procedere a 3000 nuove assunzioni, per sopperire alle gravi carenze di organico del personale amministrativo». Per effetto dello sciopero, ieri sono saltati tutti i processi a ruolo davanti al Tribunale penale che davanti al Giudice Monocratico, eccezion fatta per i due procedimenti nei quali si trovavano alla sbarra alcuni detenuti. Rinvii a nuovo ruolo si sono registrati anche nel settore del Civile.

tribunali e uffici amministrativi
Sciopero della Giustizia, alta l'adesione

Trapani - Sono state alte le adesioni allo sciopero che ieri ha interessato il personale delle cancellerie e degli uffici amministrativi della Giustizia. In provincia di Trapani il risultato è stato positivo per le sigle che hanno promosso l'astensione e cioè Uil, Cgil, Flp e Rdb. Isolata è rimasta la Cisl che si è posta invece dall'altra parte della barricata sindacale. La vertenza aperta riguarda il contratto, per la Cisl il risultato ottenuto dovrebbe soddisfare i lavoratori, di altro avviso gli altri sindacati che invece lamentano che nessuna richiesta è stata accolta.
«Siamo dinanzi – ha detto Gioacchino Veneziano della Uil – ad una perdita di professionalità a danno di tutti i lavoratori giudiziari, l'azione condotta è grave perchè poi tende a dividere i lavoratori, ma c'è di più – prosegue Veneziano – dobbiamo contrastare il taglio delle retribuzioni nonchè impedire che si torni ad un'organizzazione del lavoro basata sulla gerarchia e non sulla professionalità acquisita».
«La realtà – affermano le altre sigle promotrici dello sciopero, Cgil e Flp, Urso e Piazza – è quella che molti degli uffici sono spesso privi di mezzi indispensabili per un buon andamento del lavoro, lo sciopero è contro la politica di tagli del ministero della Giustizia, che ha portato allo sfascio gli uffici giudiziare. È stato firmato un contratto – dice Urso della Cgil – con organizzazioni sindacali che non hanno la maggioranza della rappresentanza dei lavoratori».
A Trapani a causa dello sciopero dei lavoratori giudiziari è saltata l'udienza del processo a carico dell'ex funzionario del Demanio Francesco Nasca, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. In programma c'era l'audizione di due testi.
«Nel circondario di Trapani e Marsala lo sciopero ha trovato l'adesione di oltre il 50 per cento del personale amministrativo del settore Giustizia, mentre a Castelvetrano l'adesione è dell'80 per cento». Lo ha dichiarato Giovannello Camorani, del coordinamento provinciale Flp e cancelliere responsabile alla sezione distaccata di Castelvetrano del Tribunale di Marsala. Camorani ha aggiunto: «I continui tagli alle risorse economiche e umane, la mancata riqualificazione del settore, l'assenza delle progressioni professionali e di fondi per lo straordinario non ci mettono più nelle condizioni di potere operare. Le piante organiche non registrano posti vacanti, ma solo perché qualche anno fa sono state rivisitate e sono stati tagliati i posti all'epoca non coperti».(r.g.M.L.)

tribunale
Adesione allo sciopero della metà dei dipendenti

Marsala (a.p.) È stata piuttosto elevata, ieri, anche al Tribunale di Marsala, l'adesione allo sciopero indetto dai sindacati del personale della Giustizia. Su 152 dipendenti, infatti, hanno incrociato le braccia ben 64, mentre altrettanti si sono recati al lavoro. Gli assenti per altra causa sono stati 24. Lo sciopero è stato indetto per protestare contro il ''demansionamento'' e la perdita di professionalità, per non frammentare le figure professionali ed evitare il taglio delle retribuzioni.


6 febbraio 2010 - Il Mattino

Salerno. Con lo sciopero di ieri mattina il personale amministrativo della giustizia...
di Antonella Barone

Salerno - Con lo sciopero di ieri mattina il personale amministrativo della giustizia ha voluto far sentire forte la propria voce contro i tagli agli organici e alle risorse. Una giornata di lotta decisa a livello nazionale, che anche a Salerno ha visto la partecipazione dei lavoratori del settore. È stato organizzato un sit in davanti al Palazzo di Giustizia dal lato di corso Vittorio Emanuele, dove sono stati distribuiti ai cittadini volantini in cui sono spiegate le ragioni della protesta. Ad aderire allo sciopero sono state alcune sigle sindacali, Uil, Cgil, Rdb e Flp, che sono scese in campo contro l'accordo integrativo firmato a livello nazionale da Cisl e Unsa. «Siamo contrari perchè è un accordo che ha previsto solo progressioni economiche e non giuridiche, penalizzando il personale della giustizia che da anni svolge mansioni superiori», ha affermato Carlo Sorrentino, della Uil Pubblica Amministrazione. E ha aggiunto: «In questi anni sono stati chiesti sacrifici, abnegazione e ora si continua a penalizzare il personale non prevedendo alcuna riqualificazione». Poi senza nascondere una certa amarezza ha affermato: «Nessun magistrato ci ha manifestato solidarietà». Il problema del personale amministrativo a Salerno è uno dei più urgenti da risolvere, per le notevoli carenze esistenti nelle diverse sedi giudiziarie del distretto, in particolare dove operano i giudici di pace, come si rileva dalla stessa relazione del presidente della Corte d'Appello, Umberto Marconi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. «Come si fa a parlare di processo breve con un sistema come questo che è inevitabilmente votato al fallimento? I cittadini devono sapere la verità. Sono anni che non vengono banditi concorsi, gli organici già sottodimensionati, sono stati ora ulteriormente ridotti di 60 unità», ha dichiarato Carlo Sorrentino. Il prossimo passo delle sigle sindacali, che ieri hanno scioperato, è quello di chiedere al presidente della Corte d'Appello, Umberto Marconi e al procuratore generale Lucio Di Pietro di operare una razionalizzazione della situazione in ambito locale e rendersi promotori di una «proposta di chiusura delle sezioni distaccate minori in modo da poter recuperare personale da quelle sedi».


6 febbraio 2010 - La Città di Salerno

Tribunali bloccati in tutta la provincia
Sciopero dei cancellieri «Vogliamo riforme vere»

Hanno incrociato le braccia ieri i lavoratori dei tribunali del distretto di Salerno in segno di protesta contro la difficile situazione della giustizia. Uno sciopero che ha raccolto circa il quaranta per cento delle adesioni. Dinnanzi al Palazzo di Giustizia di Salerno c'è stato anche un sit-in dei dipendenti, tramite il quale si è voluto parlare direttamente ai cittadini e spiegare loro i perché della criticità del sistema di giustizia italiano. «E'un modo per alzare finalmente la testa e dire basta - dice Pio Antonio De Felice, del coordinamento giustizia della Rdb. Basta alla politica che finora ha previsto esclusivamente tagli alle risorse e non investimenti; basta al blocco delle assunzioni che di fatto hanno agevolato l'esternalizzazione e la privatizzazione del servizio; basta alle riforme a costo zero, alle le'ggi improntate sul "momento" che hanno reso caviliose e farraginose le procedure». Il sindacato parla di «proposte per gettare fumo negli occhi dei dipendenti e dell'opinione pubblica», di una riforma che è solo uno specchietto per le allodole «per tenere buoni i lavoratori, mentre in realtà si lavorava per l'ennesima riforma delle norme senza alcun investimento, riforma che una volta conclusa metterebbe definitivamente a terra gli uffici giudiziari ed i lavoratori». Così i lavoratori dei tribunali di Salerno, di Nocera Inferiore, di Eboli e delle altre sedi della provincia, hanno deciso di chiudere gli uffici «per non tacere» e per «chiedere e pretendere dalla classe politica maggiore attenzione ai problemi della giustizia e dei lavoratori» per dare al cittadino «finalmente un servizio efficace ed efficiente».


6 febbraio 2010 - Cronache del Mezzogiorno

No ai tagli e al blocco delle assunzioni: i lavoratori della giustizia alzano la voce

Salerno - Ieri il sit-in di protesta davanti al Tribunale cittadino: chiesta la valorizzazione e la riqualificazione del personale, investimenti e un progetto di modernizzazione Giornata di mobilitazione in tutta Italia, quella di ieri, per i lavoratori del settore giustizia. Anche a Salerno, così come in molte città, i dipendenti hanno incrociato le braccia e si sono incontrati ieri mattina presso la sede del Palazzo di Giustizia. Obiettivo dire basta "alla politica che finora ha previsto esclusivamente tagli alle risorse e non investimenti, al blocco delle assunzioni che hanno agevolato l'esternalizzazione e la privatizzazione del servizio, alle riforme a costo zero, alle leggi improntate sul 'momento' che hanno reso caviliose e farraginose le procedure". I lavoratori giudiziari chiedono una giustizia rapida ed efficiente, la valorizzazione e la riqualificazione del personale, nuove assunzioni, investimenti adeguati,un progetto di modernizzazione, uno stop ai tagli indiscriminati. "A questo punto - si legge sul comunicato ufficiale diramato dalla Rdb Cub - la responsabilità diventa nostra se continuiamo a tacere, se non gridiamo tutti insieme che la loro gestione è fallimentare: dobbiamo chiedere e pretendere dalla classe politica maggiore attenzione ai problemi della Giustizia e dei lavoratori.Dobbiamo pretendere che ci mettano in condizione di dare al cittadino un servizio efficace ed efficiente; dobbiamo farci dare il conto di quanti soldi sono stati sperperati in appalti, consulenze e mancate informatizzazioni, visto che hanno esclusivamente arricchito le aziende private e lasciato invariata la tecnologia negli uffici creando solo precariato, ed infine dobbiamo pretendere il pagamento ed riconoscimento della nostra professionalità".


6 febbraio 2010 - La Gazzetta di Reggio

Processi saltati e uffici chiusi
Personale giudiziario: alta adesione allo sciopero
di TIZIANO SORESINA

Reggio E. - Processi penali e civili saltati, cancellerie chiuse come del resto tanti altri uffici giudiziari, un «deserto» - ieri mattina - davvero inusuale per il palazzo di giustizia che solitamente ha un’attività frenetica in tutti i piani.
Una «paralisi» che è l’effetto dell’alta adesione del personale amministrativo giudiziario allo sciopero che è stato indetto - in tutta Italia - dai sindacati Fp-Cgil, Uil-Pa, Rdb e Flp per reclamare risorse ed investimenti adeguati ma anche nuove assunzioni per una giustizia rapida ed efficiente, nonché condizioni di lavoro migliori.
Per legge sono stati accolti solo gli atti urgenti e si sono tenuti solo i procedimenti penali coinvolgenti detenuti (due processi per direttissima e un’udienza di convalida dell’arresto) grazie all’apposito «presidio» composto da due cancellieri, un operatore giudiziario ed un ausiliario. Ovviamente chi non ha scioperato non ha potuto supplire alle attività di chi (la maggioranza) ha aderito all’astensione, con conseguenti problemi sugli atti in scadenza ieri e proteste da parte degli avvocati che temono ripercussioni negativi sulle azioni legali che intendevano intraprendere. Tensioni e irritazione che «giriamo» alla dottoressa Rosaria Savastano, da pochi giorni presidente «facente funzioni» del tribunale. «In ragione dello sciopero - spiega al cronista nel suo ufficio - il dirigente amministrativo Ivonne Pavignani inoltrerà al Ministero l’istanza per prorogare i termini in scadenza: solitamente vengono accorati 15 giorni di slittamento». I «numeri» delle sofferenze della macchina giudiziaria reggiana sono evidenti: cancellerie con organici inferiori del 30%, giudici che mancano sia sul versante civile che penale, risorse talmente ridotte che anche la carta per le fotocopie diventa un problema. «Non me la sento di fare prospettive rosee - conclude il presidente "reggente" - perché l’organico si riduce sempre di più mentre la mole di lavoro è in costante aumento e ha già superato le realtà giudiziarie di Parma e Modena che hanno organici ben diversi. E mi dispiace vedere un tribunale come quello di Reggio così in affanno».


6 febbraio 2010 - Il Piccolo

PROTESTA DAVANTI AL TRIBUNALE
Personale giudiziario contro la riforma

Trieste - «Senza personale non c’è amministrazione della giustizia». Questo lo slogan che recitava uno dei cartelloni esposti ieri dai lavoratori e le lavoratrici dell’amministrazione giudiziaria che hanno manifestato contro la proposta di riforma dell’ordinamento professionale ipotizzata dal governo. Si sono radunati in una trentina, all’esterno del Palazzo di giustizia, per partecipare allo sciopero indetto dalla Cgil - Funzione pubblica, dalla Uil - Pubblica amministrazione, dalla Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche e dalle Rdb pubblico impiego. Nel mirino della protesta anche quel contratto collettivo nazionale integrativo «siglato - si legge tra le motivazioni della mobilitazione - dall’amministrazione e da due organizzazioni sindacali» e con cui «si è inteso sancire il progressivo smantellamento del sistema giudiziario».


6 febbraio 2010 - Il Messaggero Veneto

Alla protesta ha aderito un quarto del personale: semideserti gli uffici penali Nuove assunzioni giustizia rapida e più investimenti
Tribunale, sciopero dei cancellieri e i processi si fermano
LE RICHIESTE
di LUANA DE FRANCISCO

Udine - Tutti i processi penali rinviati e un quarto del personale giudiziario a casa. O meglio, davanti al portone d’ingresso del tribunale di largo Ospedale vecchio, per distribuire volantini alla popolazione e spiegare le ragioni della protesta che, ieri, ha visto migliaia di lavoratori di tutta Italia incrociare le braccia. A Udine, dove la mobilitazione ha interessato soprattutto la sezione penale, su 120 dipendenti, compresi gli ufficiali giudiziari e il personale delle sedi distaccate di Cividale e Palmanova, a fine mattinata erano 33 quelli assenti per sciopero.
Numeri sufficienti a portare alla semi-paralisi dell’attività penale e alla chiusura totale, nell’ala vecchia, dell’Ufficio spese giustizia. Due le aule nelle quali, ieri, avrebbero dovuto essere celebrati i processi della giornata e che, invece, i giudici monocratici Angelica Di Silvestre e Daniele Faleschini, in assenza di cancellieri, hanno deciso di rinviare. Tutti, tranne una delle due direttissime (l’altra è stata spostata a oggi) per le quali era stato comunque garantito un presidio di cancelleria. Attorno al 50 per cento l’adesione anche al piano dei Gip-Gup, dove però il venerdì, in genere, non si tengono udienze. Pur impedendo il regolare svolgimento delle attività, la protesta non ha comunque rallentato l’andirivieni di magistrati, avvocati e testi (a cominciare da quelli dei procedimenti rinviati) in tribunale. Dando così agio ai manifestanti d’illustrare le ragioni dello sciopero. Al mini-presidio hanno partecipato una quarantina di lavoratori, provenienti anche dalle sedi di Palmanova, Cividale, Tolmezzo e Latisana.
Proclamato da Fp-Cgil, Uil-Pa, Flp e Rdb, lo sciopero puntava a reclamare «una giustizia rapida ed efficiente», «la valorizzazione e la riqualificazione del personale e nuove assunzioni», «investimenti adeguati e un progetto di modernizzazione». Oltre che contrarietà a «tagli indiscriminati». Accanto ai lavoratori, tra gli altri, anche Fabio Giacometti, della Cgil. «Si protestava contro quel che sta succedendo nella giustizia – ha detto – e in particolare contro il blocco delle assunzioni. A Udine, la pianta organica, per essere a regime, dovrebbe contare almeno 160 lavoratori». Fuori dalla protesta i dipendenti iscritti a Cisl e Unsa: entrambi i sindacati, il 15 dicembre scorso, avevano sottoscritto l’ipotesi sul Contratto integrativo per il quale, ora, le altre quattro sigle chiedono il ritiro. E la conseguente riapertura della trattativa.


6 febbraio 2010 - Il Giornale di Vicenza

Tribunale, impiegati in corteo

Vicenza - LA PROTESTA. Oltre 50 impiegati del palazzo di giustizia su 70 hanno aderito allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali Cgil, Uil, Rdb-Cub ed Flpo. In corteo, sotto l’acqua, hanno raggiunto la prefettura. La mancata riqualificazione al centro della protesta.


6 febbraio 2010 - Il Secolo XIX

In piazza per salvare la giustizia
senza toga metà pm "onorari"
lo sciopero dei lavoratori del tribunale

Genova - STANZE chiuse e processi saltati anche in Liguria per lo sciopero nazionale del personale amministrativo giudiziario, indetto da Rdb pubblica amministrazione, Fpcgil, Uilpa e Flp. Alta l'adesione, con punte superiori al 70% a Genova e in tutta la regione. Sfidando la pioggia i lavoratori a Genova hanno sfilato in corteo dal Tribunale fino al palazzo della Regione, in piazza De Ferrari, per poi arrivare in Prefettura. I dipendenti sono stati ricevuti dall'assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco, in rappresentanza del presidente, che si è impegnato a raccogliere le istanze dei lavoratori e a scrivere una lettera al ministro della Giustizia; e in Prefettura dal vicecapo di gabinetto Flavia Anania. A fianco dei dipendenti è sceso il pm Francesco Pinto, presidente della sezione ligure della Associazione nazionale dei magistrati, esprimendo la solidarietà e l'appoggio da parte della magistratura, a sostegno dei bisogni dei lavoratori ma anche dei cittadini per il servizio di cui fruiscono ogni giorno. Prima della partenza del corteo, i lavoratori hanno depositato davanti all'ingresso del Palazzo di giustizia uno striscione bianco con la scritta "Giustizia" in rosso. Proprio oggi, il ministero ha autorizzato la procura di Genova a comprare 10 toghe nuove per i Vpo, i vice procuratori onorari che per un anno sono andati in udienza con le toghe lise, bucate e completamente sbrindellate. Hanno fatto i turni per prestarsele, le hanno chieste ai colleghi togati, agli avvocati. Ora ne avranno dieci nuove di zecca, da condividere, visto che l'organico dei pm onorari è di 24 unità.


6 febbraio 2010 - Il Resto del Carlino

TRIBUNALE
Ieri c'è stato lo sciopero del personale amministrativo

Rovigo - SI È TENUTO ieri anche a Rovigo lo sciopero del personale amministrativo giudiziario - indetto a livello nazionale da RdB pubblica amministrazione, Fpcgil, Uilpa e Flp. I lavoratori aderenti alla iniziativa chiedevano migliori condizioni di lavoro, nuove assunzioni e protestavano contro l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo. La Cgil nazionale ha espresso soddisfazione per la riuscita dello sciopero: «le questioni poste a base della mobilitazione costituiscono i veri problemi da risolvere per dare ai cittadini italiani il diritto ad una giustizia rapida, efficiente e giusta». La Cisl-Fp ha sottolineato che i dati rilevati nei posti di lavoro evidenziano una partecipazione molto inferiore a quella annunciata dai promotori.

Sciopero al Tribunale, protesta dei lavoratori

Ancona - MANIFESTAZIONE davanti a Palazzo di Giustizia, ieri, dei lavoratori giudiziari iscritti a Fp-Cgil, Rdb, Flp e Uilpa. Al presidio di Ancona, allestito tra le 10 e le 12, era presente anche Alberto Beltrani della Funzione pubblica di Cgil, che ha spiegato come la manifestazione fosse finalizzata a «chiedere una giustizia rapida ed efficiente, per la valorizzazione e la riqualificazione del personale, per investimenti adeguati ed un progetto di rilancio che riporti al centro il servizio pubblico, contro i tagli indiscriminati, per nuove assunzioni». Al Tribunale di Ancona, ieri mattina, erano garantite solo le udienze per i soggetti in stato di detenzione.


6 febbraio 2010 - Il Tempo

Uffici giudiziari paralizzati dallo sciopero del personale
E dopo gli avvocati tocca al personale degli uffici giudiziari di Pescara, Penne e San Valentino incrociare le braccia, in adesione allo sciopero nazionale a sostegno della vertenza sulla mancata riqualificazione e contro il nuovo ordinamento professionale siglato dall'amministrazione con una minoranza delle organizzazioni sindacali

Pescara - A Pescara l'adesione alla giornata di mobilitazione, indetta da Cgil funzione pubblica, Uil pubblica amministrazione, Flp, RdB Cub, e' stata del 98%. I lavoratori, che hanno protestato davanti all'ingresso del tribunale pescarese, ritengono «mortificante la situazione in cui versa il personale amministrativo giudiziario». Ivana Giardino, della delegazione nazionale Cgil giustizia, ha detto che con «l'accordo sul Contratto nazionale integrativo siglato dall'amministrazione e da due sigle sindacali non rappresenta la maggioranza dei lavoratori. Si è inteso sancire definitivamente il progressivo smantellamento del sistema giudiziario, riportando un'organizzazione del lavoro obsoleta e in evidente contrasto con l'efficientismo e l'interfungibilita». I lavoratori del tribunale di Pescara lamentano decenni di mancata riqualificazione, pesantissime carenze di organico, indifferenza da parte dei ministri. Inoltre hanno detto che il Palazzo di Giustiza è gravemente carente sotto il profilo della sicurezza, della manutenzione ed igiene.

No ai tagli, in piazza i lavoratori del settore giustizia
Presidio davanti al Tribunale per una riforma reale del comparto e contro il nuovo contratto

CAMPOBASSO - In piazza per chiedere l'attuazione di una riforma vera del sistema giudiziario e manifestare contro il nuovo contratto collettivo del settore, che secondo Fp Cgil, Uil Pa, Flp e RdB, le sigle sindacali che hanno indetto la protesta, prevede il demansionamento e la perdita di professionalità per la generalità dei lavoratori del comparto. Con queste motivazioni i dipendenti del settore giustizia hanno scioperato ieri mattina, a Campobasso come in molte altre città italiane. Nel capoluogo regionale i lavoratori hanno manifestato sotto la piogga, davanti alla sede del Tribunale di piazza Municipio, dove dalle 10 alle 12 hanno tenuto un presidio, finalizzato ad informare la cittadinanza sulla vertenza, «contro la mancata riqualificazione del settore, contro il nuovo ordinamento professionale e il nuovo contratto collettivo nazionale integrativo, siglato dall'Amministrazione della Giustizia con una minoranza delle organizzazioni sindacali di categoria». «Nessuna riforma - ha sintetizzato per il sindacato Guglielmo Di Lembo - è possibile senza la valorizzazione del personale, senza nuove assunzioni, senza investimenti adeguati per ottenere la modernizzazione, l'efficacia e la funzionalità del sistema». Al contrario, ha aggiunto il segretario della Funzione pubblica della Cgil, negli ultimi anni sono stati operati tagli alle risorse umane ed economiche del Ministero della Giustizia, «mentre la mancata valorizzazione delle figure che da anni lavorano negli uffici giudiziari, la mancanza di mezzi indispensabili per un buon andamento del lavoro, sono tutti elementi che marciano nella direzione opposta a ciò che viene propagandato con la politica del processo breve». La protesta di ieri si è conclusa con la richiesta, indirizzata sempre al Ministero, di riaprire le trattative sul contratto nazionale di lavoro e avviare «un serio progetto di riforma che attraverso una politica di investimenti concreti assicuri la modernizzazione, l'efficacia e la funzionalità del sistema».(Ca.Se.)


6 febbraio 2010 - Il Tirreno

Il tribunale senza carta igienica
I sindacati di Massa: i lavoratori si riforniscono a casa

MASSA - Nel tribunale di Massa manca il materiale di cancelleria e il personale si porta da casa le risme per le fotocopie, le penne e la carta igienica. Lo denunciano i sindacati in occasione dello sciopero dei lavoratori giudiziari.
Allo sciopero hanno aderito 32 lavoratori del tribunale su 39.
A Massa, al centro delle rivendicazioni della protesta di ieri (che sono poi quelle di tantissime altre città coinvolte nell’agitazione), non c’era solo la questione della riqualificazione del personale, ma anche la richiesta di misure rivolte a rimpinguare l’organico e a dotare il tribunale di risorse finanziarie adeguate per fornire ai cittadini una giustizia rapida.
Secondo la Fp-Cgil, ha una carenza di oltre il 30% del personale e sono in corso, inoltre, numerosi pensionamenti a cui non corrispondono ricambi. «Grande soddisfazione per Cgil Funzione pubblica e le altre organizzazioni sindacali (Uil-Flp e Rdb) per l’adesione allo sciopero odierno dei giudiziari.
Al Tribunale di Massa l’adesione è stata del 79,49 % dei lavoratori. «Anche a livello nazionale lo sciopero ha avuto ampie adesioni - scrive la Cgil -. Di ciò la Cisl e l’Unsa Sag, nel rispetto della democrazia di mandato, devono tener conto mediante la disdetta della firma apposta a un contratto integrativo di lavoro che di fatto delude le aspettative di migliaia di lavoratori che aspettavano un contratto che finalmente desse giustizia alle legittime aspettative deluse negli ultimi 8 anni».
E aggiunge il sindacato: «Ricordiamo infatti che nel panorama nazionale solo i lavoratori facenti capo all’organizzazione giudiziaria non hanno potuto accedere ai percorsi di riqualificazione stabili dalle norme del contratto collettivo del Comparto ministeri. È solo con un personale a cui l’amministrazione giudiziaria riconosca i sacrosanti diritti che si possono creare le condizioni per un migliore funzionamento della giustizia».
La protesta ha coinvolto anche il capoluogo regionale. A Firenze alcune decine di lavoratori amministrativi del settore giustizia hanno partecipato, in mattinata, al corteo organizzato nelle strade del centro da Cgil, Uil e rappresentanze sindacali.
La manifestazione fiorentina ha fatto tappe di fronte alle sedi della prefettura e del consiglio regionale, dove una delegazione di rappresentanti sindacali è stata ricevuta prima dal responsabile dell’ufficio di gabinetto della prefettura e poi dal presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini.
Il corteo si è concluso di fronte alla sede della corte d’appello, dove la delegazione dei lavoratori ha avuto un incontro con i dirigenti amministrativi della struttura.


6 febbraio 2010 - La Nazione

MASSA. CARENZA del personale di oltre il 30%...
di MANUELA D'ANGELO

MASSA - CARENZA del personale di oltre il 30%, numerosi pensionamenti che con molta probabilità non verranno sostituiti e dipendenti costretti a portarsi da casa anche la carta igienica. È questa la situazione in cui si trova il Tribunale di Massa, i cui dipendenti ieri hanno incrociato le braccia per l'intera giornata, aderendo allo sciopero proclamato dai sindacati di categoria contro le carenze di personale e per il rinnovo del contratto. I DATI ufficiali arrivano dai settori funzione pubblica di Cgil, Uil e Rdb, che sprimono anche grande soddisfazione per l'adesione alla giornata di protesta che ha coinvolto, spiegano, il 79,49% dei lavoratori. In particolare, lo sciopero degli operatori giudiziari all'interno del Tribunale di Massa ha visto partecipare 32 lavoratori su 39. Al centro delle rivendicazioni dei sindacati non c'era solo la questione della carenza e della riqualificazione del personale, ma anche la richiesta di misure rivolte a rimpinguare l'organico e a dotare gli uffici del Tribunale della nostra città di risorse finanziarie adeguate, per fornire ai cittadini una giustizia che possa essere rapida. PER QUANTO riguarda il contratto integrativo di lavoro «di fatto delude le aspettative di migliaia di lavoratori sostengono le organizzazioni sindacali di categoria , che aspettavano un contratto che desse giustizia alle legittime aspettative deluse negli ultimi 8 anni». Attenzione anche per le scarsissime risorse finanziarie: «I dipendenti sono costretti a portarsi da casa il materiale di cancelleria; le risme di carta per fare le fotocopie e anche la carta igienica ha concluso Salvatore Cantone della segreteria della funzione Pubblica Cgil di Massa Carrara uno scandalo che non può continuare».


5 febbraio 2010 - Agi

GIUSTIZIA: IN PIAZZA IL PERSONALE AMMINISTRATIVO

(AGI) - Roma, 5 feb. - Una delegazione dei manifestanti del personale amministrativo della giustizia e' stato ricevuto poco fa dal capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria Luigi Birritteri. "Attendiamo - ha detto Antonino Nasone, segretario generale della Uil-Giustizia - una riqualificazione del personale giudiziario che da circa 25 anni non ha una progressione in carriera. Siamo gli unici in tutto il pubblico impiego a non essere stati riqualificati. Entro il prossimo dicembre andranno in pensione altre 1.500 persone e chiediamo per questo l'assunzione immediata di almeno 3mila nuove unita'. Mentre continuano a tagliare organici e risorse finanziarie abbiamo un carico di lavoro che negli ultimi 5 anni si e' quintuplicato". "Il ministero - ha detto Pino Todisco della Direzione Nazionale delle Rappresentanze Sindacali di Base - con un patto siglato con sole due sigle sindacali ha fatto un ritorno al passato ed ha riciclato una figura professionale vecchia di oltre 20 anni. Si parla tanto di processo telematico ma abbiamo solo 433 informatici su oltre mille uffici giudiziari. Abbiamo edifici fatiscenti e attrezzature obsolete".

GIUSTIZIA: A PESCARA HA SCIOPERATO 98% DIPENDENTI

(AGI) - Pescara, 5 feb. - Anche il personale degli uffici giudiziari di Pescara, Penne e San Valentino, ha aderito allo sciopero nazionale a sostegno 'della vertenza sulla mancata riqualificazione e contro il nuovo ordinamento professionale siglato dall'amministrazione con una minoranza delle organizzazioni sindacali.
A Pescara l'adesione alla giornata di mobilitazione, indetta da Cgil funzione pubblica, Uil pubblica amministrazione, Flp, RdB Cub, e' stata del 98 per cento.
I lavoratori, che hanno protestato davanti all'ingresso del tribunale pescarese , ritengono «mortificante la situazione in cui versa il personale amministrativo giudiziario».
Ivana Giardino, della delegazione nazionae Cgil giustizia, ha detto che con «l'accordo sul Contratto nazionale integrativo siglato dall'amministrazione e da due sigle sindacali non rappresentanti la maggioranza dei lavoratori. Si e' inteso sancire definitivamente il progressivo smantellamento del sistema giudiziario, riportando - ha sottolineato - un'organizzazione del lavoro obsoleta e in evidente contrasto con l'efficientismo e l'interfungibilità».
Per la rappresentante sindacale si «torna indietro di 20 anni, si demansiona il personale e si creano ulteriori difficoltà per l'attività giudiziaria».
I lavoratori del tribunale di Pescara lamentano «decenni di mancata riqualificazione, pesantissime carenze di organico, indifferenza da parte dei ministri. Inoltre hanno detto che il Palazzo di Giustiza di Pescara e' gravemente carente sotto il profilo della sicurezza, della manutenzione ed igiene».

GIUSTIZIA: ANM ROMA, SOLIDARIETA' A SCIOPERO AMMINISTRATIVI

(AGI) - Roma, 4 feb - La "piena e convinta solidarieta' a tutto il personale amministrativo" in occasione dello sciopero del personale Giustizia proclamato per domani e' stato espressa a nome della giunta Anm di Roma dal suo presidente Marco Mancinetti. Esprime solidarieta' "alle migliaia di uomini e donne che lavorano negli uffici giudiziari del Lazio, costretti a fronteggiare carichi di lavoro divenuti non piu' sopportabili, con carenze e vuoti di organico in continuo aumento, nell'auspicio che vengano accolte le istanze, non piu' differibili, di nuove assunzioni e di valorizzazione e riqualificazione del personale".


5 febbraio 2010 - Ansa

GIUSTIZIA: SCIOPERO AMMINISTRATIVI; CGIL, ADESIONE ALTISSIMA
PROTESTA PER CHIEDERE PIU' RISORSE E MIGLIORI CONDIZIONI LAVORO

(ANSA) - ROMA, 5 FEB - E' stata "altissima" l'adesione dei lavoratori giudiziari allo sciopero indetto da FPCGIL, UIL-PA, RdB e FLP per reclamare risorse ed investimenti adeguati a una giustizia rapida ed efficiente e condizioni di lavoro migliori; Una protesta con la quale il personale chiede anche la riapertura della trattativa sul contratto integrativo, con il ritiro dell'accordo sottoscritto solo da una parte dei sindacati. A sottolineare la riuscita dell'astensione dal lavoro é il segretario nazionale FPCGIL Antonio Crispi. In particolare a Milano- secondo il sindacato- metà degli uffici sono rimasti chiusi; a Genova, Torino e Roma c'é stata un'adesione dell'80%, a Palermo del 70%, a Napoli del 60%, in Toscana del 75%, a Foggia dell'83% , a Pescara del 90%, a del Trento 70%,a Bari 60%.Chiusi anche gli uffici della Procura e del Tribunale di Bergamo e Padova. In tutta Italia, davanti a uffici giudiziari e prefetture e nelle piazze i lavoratori hanno manifestato "numerosi anche con l'adesione di associazioni di cittadini", fa sapere ancora Crispi, secondo il quale "la riuscita dello sciopero dimostra che le organizzazioni sindacali che hanno firmato l'Accordo sul Contratto Integrativo, che "sancisce un Ordinamento professionale che dequalifica il personale e peggiora il servizio, non rappresentano la volontà dei lavoratori". Di qui la richiesta all'Amministrazione della giustizia di ritirare l'accordo e "riaprire la trattativa a partire dalla proposta delle organizzazioni sindacali che hanno indetto lo sciopero, e che i lavoratori hanno dimostrato di sostenere con lo sciopero della giornata di oggi". Al governo il sindacato chiede inoltre di "reperire le risorse già richieste nel DPEF 2010/13 per una vera riqualificazione del personale e 3000 nuove assunzioni", anche perché "se si vuole fare una riforma che garantisca un'accelerazione dei processi ci vuole un progetto di modernizzazione e investimenti adeguati per il personale. Di uno "sciopero giusto per i lavoratori e necessario per il Paese parla Carlo Podda, segretario Generale FP CGIL Nazionale, che dice: "gli italiani hanno capito che tra 'processo breve' e "legittimo impedimento" si sta giocando una partita d'azzardo sulla pelle della povera gente per garantire pochi potenti". E invita il governo "a fare marcia indietro, perché in questo settore nessuna riforma è possibile senza investimenti per il personale e per l'ammodernamento".


5 febbraio 2010 - Radio Città Aperta

Roma: oggi in piazza con le RdB precari della Sanità,
Lsu, Lpu e lavoratori della Giustizia
di Marco Santopadre

Roma - Oggi a Roma hanno protestato gli operatori precari ed esternalizzati della Sanità del Lazio....
...E sempre oggi in tutta Italia sono scesi in piazza migliaia i lavoratori della Giustizia scesi nelle tante manifestazioni che si sono svolte davanti alle Corti d'Appello in occasione dell'odierno sciopero nazionale che ha registrato un'adesione media del 75% bloccando l'attività dei tribunali e degli uffici giudiziari. L'agitazione, proclamata dalla RdB Pubblico Impiego insieme a Cgil FP, UILPA e FLP, è stata indetta per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni, riqualificazione economica e professionale, e per protestare contro l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo, firmata dalla minoranza delle organizzazioni sindacali che oggi non hanno partecipato alla mobilitazione. "La grande partecipazione allo sciopero di oggi dimostra che i lavoratori giudiziari non sono più disposti a continuare ad operare in condizioni insostenibili e chiedono a gran voce di proseguire nella lotta", dichiara Pina Todisco, della direzione Nazionale RdB Pubblico Impiego che poi aggiunge: "Oggi sono scese in piazza con le RdB anche organizzazioni sindacali che per anni hanno praticato la concertazione, a dimostrazione che la strada da percorrere è quella del conflitto. La nostra lotta andrà avanti fino a che l'Amministrazione non si accorgerà che questo personale, altamente professionale e qualificato, non deve essere trattato come un popolo di invisibili e non ci possono essere riforme che non passino attraverso una riqualificazione di tutti i lavoratori della Giustizia. La giornata di oggi dimostra inoltre che i lavoratori rispediscono al mittente un contratto integrativo che rappresenta solo un ritorno al passato e che contraddice la necessità di un'amministrazione moderna, in grado di fornire un servizio di qualità ai cittadini. Per questo la battaglia proseguirà in tutti i posti di lavoro, con tutte le iniziative necessarie".


5 febbraio 2010 - Roma Notizie

SCIOPERO GIUSTIZIA: RDB, LA LOTTA PROSEGUIRA’ IN TUTTI I POSTI DI LAVORO

Sono migliaia i lavoratori della Giustizia scesi in piazza in tutta Italia nelle tante manifestazioni che si sono svolte davanti alle Corti d’Appello in occasione dell’odierno sciopero nazionale che, in base alle prime stime, ha registrato un’adesione media del 75% bloccando l’attività dei tribunali e degli uffici giudiziari. L’agitazione, proclamata dalla RdB Pubblico Impiego insieme a Cgil FPCGIL, UILPA e FLP, è stata indetta per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni, riqualificazione economica e professionale, e per protestare contro l’ipotesi di accordo sul contratto integrativo, firmata dalla minoranza delle organizzazioni sindacali. "La grande partecipazione allo sciopero di oggi dimostra che i lavoratori giudiziari non sono più disposti a continuare ad operare in condizioni insostenibili e chiedono a gran voce di proseguire nella lotta", dichiara Pina Todisco, della direzione Nazionale RdB Pubblico Impiego. Sottolinea Todisco: "Oggi sono scese in piazza con RdB anche organizzazioni sindacali che per anni hanno praticato la concertazione, a dimostrazione che la strada da percorrere è quella del conflitto. La nostra lotta andrà avanti fino a che l’Amministrazione non si accorgerà che questo personale, altamente professionale e qualificato, non deve essere trattato come un popolo di invisibili e non ci possono essere riforme che non passino attraverso una riqualificazione di tutti i lavoratori della Giustizia". "La giornata di oggi – prosegue Todisco – dimostra inoltre che i lavoratori rispediscono al mittente un contratto integrativo che rappresenta solo un ritorno al passato e che contraddice la necessità di un’amministrazione moderna, in grado di fornire un servizio di qualità ai cittadini. Per questo la battaglia proseguirà in tutti i posti di lavoro, con tutte le iniziative necessarie", conclude la dirigente RdB P.I.


5 febbraio 2010 - L'Eco di Bergamo.it

Tribunale, per lo sciopero saltate quasi tutte le udienze
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Bergamo - Tribunale «chiuso» per sciopero. La protesta dei lavoratori del Tribunale e della Procura, per lo sciopero proclamato a livello nazionale, ha fatto saltare praticamente tutte le udienze. I dipendenti, alcune decine di persone, si sono ritrovati all'esterno con le bandiere di Cgil, Uil, Rdb e Flb dalle 8,30 all'incirca alle 11. Agli avvocati e a tutti quelli che entravano sono stati consegnati volantini per spiegare le motivazioni dell'agitazione: la mancanza di risorse, il taglio del personale con il lavoro sempre in aumento, e poi il fatto che l'ultimo concorso per assumere risale al 1996 . E non ultima la questione degli stipendi: quello di un cancelliere arriva in media a 20 mila euro annui lordi. Così il personale amministrativo della Giustizia ha deciso di lanciare l'allarme, raccogliendo anche il sostegno dei magistrati. E così a Bergamo si è fermato tutto, tranne che per detenuti e atti in scadenza: l'adesione, secondo i sindacati, è stata all'incirca del 90 per cento. «Le riforme che il Governo sta discutendo in materia, sono inutili per risolvere i problemi della Giustizia – ha sostenuto nei giorni scorsi Giovanni Martina, per Fp-Cgil –. Bisogna invece mettere a disposizione risorse e strutture, e soprattutto personale». «Condivido tutto quanto state sostenendo – aveva aggiunto Adriano Galizzi, procuratore della Repubblica –. È chiaro che l'amministrazione della Giustizia si basa su due pilastri fondamentali: se ne manca uno crolla. E questi pilastri sono i magistrati e il personale». Vittorio Masia, presidente della locale sezione Anm, aveva portato la solidarietà dei magistrati: «Si tratta di individuare soluzioni e proposte concrete». Il presidente del Tribunale di Bergamo Ezio Siniscalchi: «Siamo sulla stessa barca, ed è una barca che va male». Secondo la Uil, come si legge in un comunicato stampa, «ha superato il 90%, al Tribunale e alla Procura di Bergamo, il livello delle adesioni allo sciopero nazionale indetto per la giornata di oggi dai sindacati di categoria di Uilpa Uil, Fp Cgil, Flp e Rdb. La quasi totalità dei cancellieri, del personale amministrativo e degli operatori del Palazzo di Giustizia ha quindi deciso di astenersi dal lavoro, provocando il conseguente rinvio di quasi tutte le udienze, a sostegno della vertenza che i sindacati stanno portando avanti per garantire un sistema della giustizia rapido ed efficiente, una valorizzazione e riqualificazione del personale e, soprattutto, nuove assunzioni. Soddisfatto il segretario provinciale della Uilpa di Bergamo, Livio Paris: "L'opinione pubblica – afferma – deve sapere che da ormai 15 anni non si programmano nuove assunzioni nel comparto della giustizia e da 20 anni non si parla di riqualificazione degli operatori, senza alcuna progressione di carriera. Il reddito annuo lordo di un cancelliere è di circa 20 mila euro". I sindacati, in sostanza, chiedono al Governo "di riaprire la trattativa sul nuovo ordinamento partendo dalla proposta unitaria già presentata. Questo – conclude Paris – chiedono i lavoratori nell'interesse anche dei cittadini, a cui bisogna dare risposte rapide e certe"».


5 febbraio 2010 - IVG Il Vostro Giornale

Sciopero giustizia, in Liguria adesione oltre il 70%:
Vesco assicura che scriverà al Governo
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Liguria. La manifestazione del personale dell’amministrazione giudiziaria ha avuto adesioni altissime in tutta la Liguria. Lo confermano le segreterie regionali di Fp Cgil, Uil Pa, Flp e Rdb che comunicano che lo sciopero ha avuto un altissimo gradimento con punte di adesione che hanno superato il 70%. Lo sciopero, indetto a livello nazionale, si protrarrà per l’intera giornata. A Genova i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e i lavoratori sono stati ricevuti prima dall’assessore regionale Enrico Vesco e poi dal Vice Capo di Gabinetto della Prefettura Flavia Anania. In entrambi gli incontri i manifestanti hanno illustrato le ragioni della protesta. L’assessore Vesco ha assicurato che un documento contenente le richieste sindacali, tra le quali la riapertura del tavolo di trattativa, saranno oggetto di un documento indirizzato al Governo. A fianco dei dipendenti è sceso il sostituto procuratore Francesco Pinto, presidente della sezione ligure della Associazione nazionale dei magistrati, esprimendo la solidarietà e l’appoggio da parte della magistratura, a sostegno dei bisogni dei lavoratori ma anche dei cittadini per il servizio di cui fruiscono ogni giorno. Prima della partenza del corteo, i lavoratori hanno depositato davanti all’ingresso del Palazzo di giustizia genovese uno striscione bianco con la scritta "Giustizia" in rosso.


5 febbraio 2010 - Siracusa news

Tribunale di Siracusa in "agitazione sindacale",
stamane lo sciopero degli Amministrativi
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Siracusa - CGIL,UIL, FLP e RdB sono le sigle sindacali che hanno mobilitato i lavoratori per una giornata di protesta contro "l’accordo taglia gambe" come si legge nel volantino distribuito all’ingresso della struttura giudiziaria. Un invito allo sciopero compatto ed alla costituzione di un Comitato dei lavoratori per "ripartire da capo, ricominciare a ragionare tra noi per rimuovere gli ostacoli normativi e comportamentali che ci rendono sempre di più la vita impossibile (pensione a 65 anni per le donne, malattia gestita come una colpa, FUA eliminato, organici sguarniti ecc. ecc.). E' necessario dare un nuovo vigore alla funzione sindacale perché ricominci ad essere al nostro servizio. E’ necessario unirsi per valutare ricorsi legale per recuperare i nostri diritti. E’ necessario ritrovare compattezza". "Lo sciopero degli amministrativi – ha dichiarato il Direttore di Cancelleria del Tribunale di Siracusa, Renato Mangiafico - è stato uno sciopero sentito. Sono più di dieci anni che è tutto fermo , non si procede ad assunzioni nel settore pubblico e gli organici sono sempre più sguarniti". Una giornata di protesta che è riuscita a mobilitare l’attenzione generale ma soprattutto quella particolare dell’attività svolta, impedendo il regolare svolgimento delle udienze proprio per l’assenza degli amministrativi , la struttura portante dell’attività giudiziaria.


5 febbraio 2010 - Catanzaro Informa

Tribunale di Catanzaro, sciopero del personale giudiziario
All'entrata del Palazzo di Giustizia è stato esposto uno striscione
con su scritto: "Contratto giustizia vergogna di Stato"
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Catanzaro - Oggi, anche nel distretto giudiziario di Catanzaro, il personale amministrativo giudiziario ha incrociato le braccia per l'intera giornata. All'entrata del Palazzo di Giustizia è stato esposto uno striscione con su scritto: ''Contratto giustizia vergogna di Stato'. Lo sciopero nazionale è stato proclamato dalle RdB insieme a Cgil, Uil e Flp. L'agitazione è stata indetta per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni, il giusto riconoscimento professionale e per protestare contro l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo, firmata dalla minoranza delle organizzazioni sindacali. Le attività del tribunale della città capoluogo di Regione non hanno, però, subito alcun disservizio e le udienze civili si sono regolarmente tenute. Il personale amministrativo ha, invece, garantito la presenza in aula soltanto per i processi con imputati detenuti, e il presidio per le udienze di convalida degli arresti. La Direzione nazionale RdB ha espresso più volte la necessità di procedere alla riqualificazione di cancellieri, ausiliari e operatori anche sul piano formativo. ''Manca del tutto il turn over: chi va in pensione non viene sostituito mentre i carichi di lavoro aumentano sempre di più. - spiegano i rappresentanti sindacali che denunciano da anni come il personale amministrativo sia assolutamente insufficiente - All'assenza di risorse e al taglio del personale si aggiunge il fatto che l'ultimo concorso per assumere risale al 1996. E non ultima la questione degli stipendi: quello di un cancelliere arriva in media a 20 mila euro annui lordi. Da 20 anni non si parla più di riqualificazione degli operatori e, al contempo, non si provvede ad alcuna progressione di carriera'.(D.I.)


5 febbraio 2010 - Nuova Società

Tribunale di Pescara, si accende la protesta

Protesta dei lavoratori degli uffici giudiziari di Pescara davanti al tribunale: oggetto della contestazione, il nuovo ordinamento professionale siglato dal Ministero della Giustizia con due sigle sindacali e le condizioni in cui si lavora. La manifestazione, che si svolge contemporaneamente in altri tribunali d'Italia, è stata indetta da Fp Cgil, Uil Pa, Flp, Rdb. «L'accordo sul contratto collettivo nazionale integrativo - spiega Ivana Giardino, coordinatrice regionale abruzzese e delegata nazionale della Cgil giustizia - ci riporta indietro di vent'anni, demansiona il personale e creerà ulteriori difficoltà all'attività giudiziaria». Riguardo alla situazione degli uffici di Pescara e, in provincia, di Penne e San Valentino in Abruzzo Citeriore, i lavoratori lamentano «pesantissime» carenze di organico, decenni di mancata riqualificazione e indifferenza dai Ministeri di competenza. «Il tempo della legalità è diventato sinonimo di palese ingiustizia - recitano alcuni volantini -. Nessuna riforma determinerà l'accelerazione dei tempi dei processi e il buon andamento degli uffici giudiziari». Sindacalisti e lavoratori fanno presente che il palazzo di giustizia di Pescara, nonostante sia di recente costruzione, è gravemente carente dal punto di vista della sicurezza, della manutenzione e dell'igiene.


5 febbraio 2010 - Il Paese Nuovo

Lecce, dipendenti della Giustizia in sciopero davanti al Tribunale
Lecce (Salento) – Questa mattina davanti al Tribunale di Giustizia di Lecce, numerosi dipendenti hanno scioperato per opporsi all'accordo sull'Integrativo firmato il 15 dicembre del 2009, ma non ancora in vigore
di Ines De Marco
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Lecce - Uno sciopero nazionale che non ha escluso i dipendenti della Giustizia di Lecce tra i manifestanti attivi di una protesta contro "condizioni di lavoro inaccettabili". E questa mattina puntuali le loro rivendicazioni davanti al Tribunale di Lecce, appoggiate dai sindacati e sindacalisti Cgil – Funzione pubblica, Uil - Pubblica Amministrazione, Flp (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzione Pubbliche) e RdB Cub (Impiego Pubblico). "Perchè è giusto scioperare?". È la domanda ben evidente sul volantino che si sta distribuendo non solo ai passanti, ma agli avvocati che si affrettano sul posto di lavoro, per lo più d'accordo sulle rivendicazioni che gli stessi dipendenti cercano di esprimere in pochi minuti concessi. "Si sciopera per protestare contro il demansionamento e la perdita di professionalità che viene prospettata alla generalità dei lavoratori giudiziari; per evitare il taglio delle retribuzioni e impedire che si torni alla gerarchia e non alla professionalità acquisita; per dire no alla politica dei tagli del Ministro della Giustizia, che ha portato allo sfascio gli uffici giudiziari, privi di mezzi indispensabili ad attuare continue riforme, a dimostrazione che si marcia in direzione opposta a quello che viene propagato con la politica del "processo breve"". Tutto a monte dell'accordo sul Contratto Collettivo Nazionale Integrativo siglato il 15 dicembre scorso dall'Amministrazione e da due organizzazioni sindacali. Un accordo che secondo i lavoratori "demansiona e mortifica la professionalità dei dipendenti giudiziari". "Quello che è stato firmato il 15 dicembre è un processo che vede ricambiare il settore di cui facciamo parte, ma in peggio – ha dichiarato Cosimo Rizzo, dipendente giudiziario e rappresentante della Uil Giustizia - Chiediamo dunque una riqualificazione vera del personale, il diritto alla carriera, una riforma che modernizzi veramente la Giustizia, che continua a essere vittima di continui tagli. E poi ci opponiamo ad una realtà caratterizzata dal blocco dei trasferimenti del personale, fuori sede già da troppi anni. Siamo soffocati da tanto lavoro nonostante il ministro Brunetta ci definisca fannulloni e sembra che il blocco delle assunzioni sia ormai una certezza". E alla domanda: "Siete ottimisti sulla riuscita dello sciopero?", la risposta di uno dei dipendenti ha unito l'opinione di tutti: "L'accordo non è stato firmato dall'Aran (che rappresenta la pubblica amministrazione nei confronti dei sindacati dei dipendenti pubblici ) e questo è una speranza per tutti noi. Con questa mobilitazione nazionale possiamo respingere le ipotesi preannunciate e riaprire la trattativa partendo da un disegno di Legge già presentato ma non preso in considerazione dall'Amministrazione. Siamo ottimisti".


5 febbraio 2010 - Blitz Quotiziano

Oggi 5 febbraio scioperano i cancellieri e il personale giudiziario
L'agitazione è stata indetta per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni, il giusto riconoscimento professionale e per protestare contro l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo, firmata dalla minoranza delle organizzazioni sindacali - Secondo Pina Todisco della Direzione nazionale RdB: «Fino ad adesso abbiamo ricevuto solo tagli di risorse, blocco del turn over e riforme realizzate a costo zero; in questo contesto il processo breve si inserisce con tutte le sue contraddizioni»

Oggi 5 febbraio incroceranno le braccia per l’intera giornata i lavoratori giudiziari. Lo sciopero nazionale è stato proclamato dalle RdB insieme a Cgil, Uil e Flp. L’agitazione è stata indetta per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni, il giusto riconoscimento professionale e per protestare contro l’ipotesi di accordo sul contratto integrativo, firmata dalla minoranza delle organizzazioni sindacali. Ci saranno manifestazioni in tutta Italia: a Roma ci sarà una manifestazione davantial Ministero della giustizia. Previsti disagi nei Tribunali di tutta Italia. Spiega Pina Todisco della Direzione nazionale RdB: «Un’ organizzazione moderna avrebbe bisogno di cancellieri, ausiliari e operatori riqualificati anche sul piano formativo e di nuovi informatici e sistemisti. Avrebbe bisogno di un vero e proprio ricambio generazionale, con l’assunzione di almeno 10.000 unità; di uffici dotati di strumenti idonei; di edifici giudiziari nuovi e della messa a norma dei vecchi, per garantire sicurezza e salubrità sui luoghi di lavoro. Inoltre, data la delicatezza delle funzioni, i servizi oggi affidati all’esterno devono essere gestiti dal personale interno salvaguardando le professionalità acquisite». «Fino ad adesso – aggiunge Todisco -abbiamo ricevuto solo tagli di risorse, blocco del turn over e riforme realizzate a costo zero. In questo contesto il processo breve si inserisce con tutte le sue contraddizioni».


5 febbraio 2010 - Corriere.it

ALLARME OCCUPAZIONE
In piazza i lavoratori del personale giudiziario
Una manifestazione partita da piazza Venezia per raggiungere Palazzo di Giustizia

ROMA - Sono partiti da piazza Venezia e sono diretti al ministero di Giustizia i lavoratori del personale giudiziario che chiedono più «risorse», «nuove assunzioni» e la «riqualificazione del loro impiego». Una manifestazione indetta nel giorno dello sciopero nazionale e organizzata da Flp, Cgil Fp, Rdb e Rdb, in varie piazze d'Italia. Con bandiere e fischietti i manifestanti stanno procedendo in via Arenula.
RISORSE E RIQUALIFICAZIONE DEL PERSONALE - «Risorse, riqualificazioni e assunzioni» recita un grosso striscione dell'Flp, un altro «i dipendenti del Dog nel '98 erano 52mila, oggi sono 40mila e domani quanti saremo? Avatar aiutaci tu». «Servono più risorse e la riqualificazione del personale - spiega Nicoletta Grieco, rappresentante della Cgil Fp - in queste condizioni non si può fare nessuna riforma». Gli fa eco il segretario generale Flp, Piero Piazza che ha detto: «Chiediamo la sospensione dell'accordo sull'ordinamento professionale siglato Cisl ed Unsa che sono sindacati che rappresentano la minoranza dei lavoratori. Chiederemo un incontro al ministro». D'accordo Rossella Lamina dell'Rdb: «Servono nuovi assunzioni con nuove figure professionali interne come informatici. Il servizio informatico sia interno, è un aspetto che fa parte dell'ammodernamento del sistema giudiziario».(Omniroma)


5 febbraio 2010 - Repubblica.it

GIUSTIZIA: IN PIAZZA IL PERSONALE AMMINISTRATIVO

Roma, 11:49 - Il personale amministrativo della giustizia e' sceso in piazza questa mattina a Roma per chiedere migliori condizioni di lavoro e una riqualificazione del loro impiego. Almeno 2.000 impiegati si sono ritrovati in piazza San Marco dove poco fa ha preso il via il corteo che giungera' in via Arenula, davanti al ministero di Grazia e giustizia. Il personale aministrativo della giustizia protesta oggi in tutte le citta' d'Italia con una adesione, secondo i sindacati promotori (Cgil, Flp giustizia, Uil e Rdb), del 75%.


5 febbraio 2010 - Primadanoi

«Giustizia sotto scacco», 98% dei dipendenti ha protestato questa mattina
PESCARA. Tutti in piazza per denunciare le carenze del settore «che marciano nella direzione opposta a ciò che viene propagandato con la politica del processo breve»

Anche il personale degli uffici giudiziari abruzzesi, dopo le assemblee tenutesi a L’Aquila, Pescara, Chieti, Sulmona, Avezzano, ha decretato in larga maggioranza la propria adesione allo sciopero indetto per venerdì 5 febbraio, per l’intera giornata, proclamato dalle sigle sindacali Fp-Cgil, Uil-Pa, Flp, Rdb, a sostegno della "vertenza sulla mancata riqualificazione e contro il nuovo ordinamento professionale siglato dall’amministrazione con una minoranza delle organizzazioni sindacali."
«La politica di tagli alle risorse umane ed economiche del Ministero della Giustizia», dicono i lavoratori, «la mancata valorizzazione delle figure che da anni lavorano negli uffici giudiziari, la situazione di sfascio presente in molti degli uffici stessi spesso privi di mezzi indispensabili per un buon andamento del lavoro, sono tutti elementi che marciano nella direzione opposta a ciò che viene propagandato con la politica del "processo breve"».
Con l’accordo sul Contratto Collettivo Nazionale Integrativo siglato dall’Amministrazione e da due sigle sindacali «non rappresentanti la maggioranza dei lavoratori», raccontano i dipendenti, «si è inteso sancire definitivamente il progressivo smantellamento del sistema giudiziario, riportando un’organizzazione del lavoro obsoleta e in evidente contrasto con l’efficientismo e l’interfungibilità tanto cari (a parole) a questo Governo; ma, forse, la giustizia è meglio che non sia efficiente. Nessuna riforma della giustizia è possibile senza la valorizzazione del personale, nuove assunzioni, investimenti adeguati ed un serio progetto di riforma che assicuri la modernizzazione, l’efficacia e la funzionalità del sistema».
Così oggi i lavoratori degli uffici giudiziari di Pescara e di tutto il circondario effettueranno un presidio nel piazzale nei pressi dell’ingresso al tribunale del palazzo di giustizia dalle 8.00 alle 12.00 per spiegare alla cittadinanza i motivi della protesta,
Nel corso della manifestazione il segretario generale della Cgil Abruzzo, Gianni Di Cesare, ed il segretario della funzione pubblica-Cgil, Carmine Ranieri, spiegheranno i problemi e le difficoltà in regione.